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Racconti erotici sull'Incesto

La nipotina vergine.

By 26 Aprile 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Erika e ho 18 anni appena compiuti, rigorosamente festeggiati durante un viaggio in toscana per Pasqua. Io e i miei genitori arrivammo giovedì sera nell’hotel dove avremmo dovuto festeggiare Pasqua, e il giorno dopo, venerdì, venimmo allietati dalla notizia che sia i miei nonni paterni sia il fratello di mio padre insieme ad un suo amico di famiglia sarebbero venuti a farci visita nei giorni pasquali.
Arriv’ il giorno tanto atteso, e salutammo tutti con molta enfasi, aiutammo a portare i bagagli di sopra a tutti e tornammo di sotto per una piccola partita a carte aspettando la cena.
Mangiammo tutti abbondantemente e ci salutammo per la notte.
La mattina dopo facemmo colazione tutti insieme e ci organizzammo per una gita dopo una mezz’ora.
Partimmo e mi sedetti ovviamente vicino a mio zio, che mi era sempre stato molto simpatico, anche perché da piccola mi regalava sempre tutto ciò che volevo e mi faceva sempre i regali che volevo. Eravamo molto legati.
Facemmo una bellissima gita tra le colline toscane, rientrammo in hotel e pranzammo. Dopo pranzo ci rotrovammo tutti nella hall per decidere cosa fare ma mio zio, dicendo di non stare molto bene, decise di andare in camera insieme al suo amico per riposarsi. Allora tutti tornammo nelle nostre camere, approfittandone per un po di pausa.
Mi cambiai indossando una maglia molto lunga e sopra una vestaglia aperta, che lasciava scoperte le gambe davanti.
Iniziai a leggere una rivista quando il telefono suon’ e mio padre rispose.
“Si.. Ah capisco. Beh allora la facciamo portare qui e poi te la porta Erika ok?.. Ok ciao” riattacc’ e ricompose un numero.
“Si reception? Si mi servirebbe una camomilla.. Camera 451 grazie” riattacc’.
“Papà ma che &egrave successo? Tiziano sta male?” Chiesi preoccupata.
“Dice di avere un po di mal di pancia e non sapeva come si ordinava qualcosa in camera in questo hotel, quindi l’ho ordinato per noi e poi gle lo porti tu okay?”
“Va bene!” Dissi entusiasta. Avevo la possibilità di parlare un po di più col mio zietto ed ero felicissima.
La camomilla arriv’ e io, dopo aver chiuso alla meglio la vestaglia per la fretta di far freddare la camomilla, mi diressi verso la camera di zio Tiziano e del suo amico Alberto.
Bussai e Alberto mi venne ad aprire.
“Hei ciao! Grazie per la camomilla!”
“Prego, figurati! Zio come sta?”
“Mah ora meglio, entra pure se vuoi!”
“Okay!”
Entrai e mi sedetti vicino al letto dove c’era lo zio sotto le coperte. Non
sembrava stare male, ma sorvolai e gli chiesi come stava. Lui, mettendomi una mano molto aperta sul ginocchio mi rispose che ora stava meglio. Intanto Alberto si era messo seduto dietro di me, mentre guardava la tv accesa.
“Che bella pelle che hai Erika!” Mi disse mio zio toccando il ginocchio e salendo fin quasi all’interno coscia. “Grazie zio, me lo dicono in tanti!” Dissi sorridendo.
Subito si intromise Alberto.
“Ah, sentiamo!” Disse accarezzandomi l’altro ginocchio e portandolo verso di lui, e quindi aprendomi le gambe e slegando la vestaglia, facendo vedere le mie labbra eccitate dalle semplici mutande bianche.
“Oh &egrave davvero una bella pelle! Anche io da giovane l’avevo così! Poi mi ricordo che una ragazza aveva la mia stessa pelle sai? E aveva anche un bel seno come il tuo!” Disse raggiante fissando la mia seconda abbondante.
“Tu dici? A me non piace molto il mio corpo.” Dissi un po triste.
“Ma che dici?! Tu hai un corpo da favola!” Disse Alberto scoprendomi una spalla dalla vestaglia. “Fatti guardare.” Disse togliendomela.
“Scommetto che tutti fanno la fila per te!” Disse Alberto toccandomi un po in giro e guardandomi intensamente.
“In realtà no..” Dissi tristemente.
“Allora sarai già impegnata, hai il fidanzato no?” Disse Tiziano posizionandosi meglio verso di me molto incuriosito.
“In realtà non sono mai stata fidanzata..”
“Oh non ci credo! Un corpo come il tuo non può passare inosservato! E guarda che capelli! Su, togliti la maglietta, fatti vedere così vediamo qualche difetto se c’&egrave” disse Alberto.
Feci come disse e anche la maglietta se ne andò. Rimasi in intimo, pizzo sopra e cotone sotto.
“Ma sei stupenda! Cosa dici!” Disse Tiziano guardando il mio seno.
Alberto intanto stava ispezionando il mio corpo alla ricerca di difetti, ma disse di non trovarne.
“Hm sembra molto strano. Non hai difetti e nessuno ti vuole?!”
“Già zio..” Gli risposi.
“Hm aspetta.. Non &egrave che.. Sei vergine?” Chiese Tiziano.
“Zio, in realtà si sono vergine.. Ma no ho mai trovato l’uomo adatto, per questo non mi ha mai sverginata nessuno!” Dissi un po scocciata.
“Oh ma tesoro hai tempo! Vedrai che l’uomo giusto lo trovi di sicuro!” Disse Tiziano.
“Perché intanto non controlliamo un po come stai messa senza l’intimo così vediamo di andare a fare shopping più tardi per renderti ancora più sexy? Ormai sei grande, devi essere sexy!”
“Va bene dai, almeno vedete le mie misure!” Così facendo mi levai il reggiseno e appena lo feci entrambi, come degl’avvoltoi, si catapultarono con le mani sul mio seno a soppesarlo.
Intanto, mentre mi eccitavo, levai anche le mutandine, scoprendo una Figa rasata alla perfezione.
“Ah ma sei rasata eh?” Disse Alberto con la voce impastata.
“Eh si, &egrave molto più comodo secondo me!” Dissi.
“Vero, molto più comodo!” Ripete Tiziano mentre avvicinava la mano.
restai un attimo basita, ma quando alberto abbass’ la testa e succhio un capezzolo mentre mi strizzava l’altro con la mano e Tiziano teneva a coppa il mio sesso, mi lasciai andare. Erano miei parenti, non avrebbero fatto nulla di male.
“Dopo andiamo a fare shopping okay? Ora dobbiamo testare le tue prestazioni per vedere il tipo di intimo più adatto alla tua indole” disse Alberto mentre continuava ad impastare i miei seni ed io mi allagavo. Accennai un si mentre loro continuavano a torturarmi i seni e il sesso.
Ad un certo punto Tiziano si spost’ davanti a me aprendomi le gambe e leccandomi l’interno coscia. Io mugugnavo di piacere mentre lui leccava dappertutto tranne che dove più mi avrebbe fatto piacere.
Alberto intanto si era alzato e aveva aperto una borsa, non avevo notato bene cosa stesse facendo perché avevo chiuso gli occhi per il piacere. Ad un tratto mi sentì prendere un polso delicatamente e senti come se avessi un braccialetto, poi la mia mano rest’ appesa in alto. Alzai lo sguardo e notai delle manette che cingevano entrambi i miei polsi. Devo ammettere che mi eccitai e non poco.
“Sapevo che eri una da sadomaso” esclamo con la voce impastata Alberto.
“Io sono il primo.” Aggiunse con aria complice parlando a Tiziano, che acconsentì a non so cosa.
Di colpo ero eccitata, avevo paura di cosa avessero potuto farmi, ma ero eccitata da far schifo.
Tiziano non si decideva a leccarmi la Figa e io alzavo e abbassavo il bacino volendo di più ma non ricevendolo.
Intanto Alberto aveva riaperto quel borsone infernale e aveva estratto qualcosa che non riuscì ad identificare.
“Ti piacerà tutto bambina.” Disse Alberto di fianco a me prima di spingere sulle mie guance le sue mani in modo che aprissi la bocca e infilando prima un panno di cotone a m’ di silenziatore, e poi una palla di plastica bucherellata, che poi strinse intorno alla mia testa con delle cinghie. In questo modo urlavo e non poteva sentire nulla nessuno, mentre se loro volevano potevano togliermi tutto in pochi secondi.
Tiziano ad un tratto, forse perché sapeva che ormai potevo urlare come una pazza e restavo in silenzio, inizio a darmi dei piccoli colpi di lingua sul clitoride, mentre con la mano apriva la Figa al massimo, facendomi eccitare.
Alberto intanto si spoglio dei jeans e della polo che indossava, restando in boxer che facevano notare la sua erezione ormai sviluppata.
“Quasi pronto.” Disse Alberto.
Dal borsone allora prese una lunga asta e un insieme di corde che non capivo a cosa servissero, ma l’idea mi intrigava assurdamente.
Tiziano si spost’, aiutando poi Alberto.
Mi infilarono questa fascia di pelle regolabile in vita, stringendola più che potevano. Alle sua estremità c’erano due anelli, molto grandi, dove Alberto fiss’ due lunghi bastoni in ferro regolabili che arrivavano fino alle mie caviglie. Mi tennero ferma dalle ginocchia, legando le ginocchia con un pezzo di corda alle aste.
Dopodiché Tiziano mi tenne ferme le caviglie sulle aste, mentre Alberto posizionava un altro bastone fra le due mie caviglie, una specie di distanziatore, non riuscivo più a chiudere le gambe!
Unì il distanziatore con i bastoni delle gambe, creando un triangolo. Il bastone delle caviglie in mezzo aveva un anello, forse per utilizzarlo in qualche modo a me sconosciuto. Alberto infil’ una manetta in quell’anello mentre l’atto lembo lo leg’ all’altro lato de letto, bloccando mi completamente.
“Perché non ti sei opposta?” Disse allora Tiziano mentre levava anche lui i suoi indumenti. Io mi limitai ad alzare e abbassare il bacino in preda a spasmi di piacere per la dominazione, mentre loro due ridevano sotto i baffi a vedermi implorante di cazzo.
“Guardala, implora tanto pure se &egrave vergine. Che depravata troia di nipote che hai Tiziano.” Disse Alberto giardando la Figa grondante che aveva macchiato parte del copriletto.
“Secondo te dovremmo giocarci un po?” Disse Tiziano con la bava alla bocca.
“Voglio vederla soffrire, sentirla fremere sotto di me.” Disse Alberto senza prestare caso alla domanda di Tiziano.
Ad un tratto Tiziano si avvicin’ al borsone e tir’ fuori un lungo tubicino con una sacca piena di crema, credo.
“Sei sicuro? Non vuoi prima sfondarla?” Chiese Alberto.
“Nah, voglio vedere il triplo dello sperma colarle giù dallo sfintere dopo che l’abbiamo inculata trenta volte!” Disse lui eccitato.
Io avevo paura adesso. Cos’era lo sperma? Che mi avrebbero fatto?
Iniziai a dimenarmi, ma loro ormai non mi davano più retta.
Tiziano infil’ almeno dieci centimetri del tubicino nel mio sedere, dava fastidio e cercai di sottrarmi ma non riscì.
Alberto prese un altro tubicino uguale, prese un’altra sacca e disse “voglio fargliela bere fresca a questa troia.” Disse per poi sedersi sul letto.
Tir’ via i boxer e prese il suo enorme cazzo in mano, gonfio e pulsante. Sarà stato un ventitré centimetri di cazzo grosso e lungo con vene pulsanti, tutto dritto. Inizio a muovere la sua mano su e giù mentre la sua testa era tirata indietro e mi guardava di sottecchi, guardava il mio sesso.
Mi ero già spaventata abbastanza, volevo andarmene. Mio zio era un sadico.
Intanto che Alberto si sparava una sega Tiziano unì l’altra estremità del tubicino dentro al mio sedere con il sacchetto di “sperma”, attaccando il sacchetto al manico della finestra di fianco al letto, e vidi volare lentamente quel liquido strano lungo il tubo.
“Tranquilla piccina mia, &egrave tutta roba buona solo dei nostri cazzi e di pochi giorni fa, sai quante seghe abbiamo fatto pensando a questi momenti?! Non vedevamo l’ora di venire solo per assaporare il momento in cui saremmo entrati con lo sperma nel tuo corpo!!” Disse euforico.
Quindi lo sperma era qualcosa che proveniva dal cazzo, giusto? Beh, ero più sicura ora.
Sentì un guaito soffocato e vidi Alberto riempire quasi metà della sacca con quel liquido biancastro che mi stava per finire nel sedere.
“Oh, si.” Disse guardandomi il sesso.
“Stà a vedere la sua faccia.” Disse Alberto a Tiziano mentre indicava il mio sesso.
Ormai il tubicino era tutto color crema, la sborra sarebbe arrivata a momenti dentro di me.
Mi fissarono qualche secondo, poi spalancai gli occhi e loro sghignazzarono guardandosi e poi guardando la mia Figa che si apriva e chiudeva come una forsennata.
Nel sedere, piano e con tranquillità, stava colando dentro di me un fiume di sborra che non sarebbe finito presto.
Si irradiava in me, era fastidioso anche perché era freddo, quasi congelato. Però era eccitante, tanto.
Intanto Alberto si era avvicinato alla sacca, di nuovo, e tir’ fuori un cazzo finto enorme, un’altro però con delle corde, delle palline molto piccole, alcune con un filo per la corrente e altre senza.
Che volevano fare con quella roba?
“Allora, bella puttana.” Disse Alberto. “Non vogliamo complicazioni. Fai tutto quello che ti diciamo senza fiatare o lamentarti e non ti sfondiamo a sangue e poi ti lasciamo così, chiaro?” Disse serio.
Io annuii, potevo solo annuire dopotutto.
Tiziano si avvicin’ alla Figa bagnata, la scrut’ bene, poi premette la mia pancia e io feci una smorfia di dolore. Quel liquido che mi stavano ignettando su per il sedere sembrava indurisse tutto e diventasse quasi duro, anche se continuava la sua corsa. Avevo paura di vomitarlo.
Intanto Tiziano aveva preso la sacca di Alberto con lo sperma e aveva eiaculato anche lui, poi chiudendola e appendendola vicino alle mie mani in trappola. Prese un’altro tubicino e dello scotch, poi fece cadere il tubicino in uno dei buchini del mio tappo nella bocca, facendolo scivolare fino a sorpassare anche il pezzo di stoffa, così da arrivarmi per forza alla gola. Prese lo scotch e fisso all’entrata il tubo, così non si sarebbe mosso, poi attacc’ l’altra estremità con l’altra sacca, e il liquido pian piano col’ giù.
“Falle una foto, caso mai volesse ricattarci con una denuncia.” Disse Tiziano. Alberto esegui prontamente, e ora in quel telefono cinque o sei foto di me in questo stato potevano circolare in rete quando volevano loro.
“&egrave eccitata? Con cosa vuoi iniziare?” Chiese Tiziano ad Alberto. Quest’ultimo si guardo un po in giro, guard’ i vari oggetti posati poco prima e decise.
“Usiamo prima le palline, facciamola stare sul filo del rasoio.” disse sghignazzando.
A quel punto prese le palline di metallo senza filo, e si avvicin’ al mio sesso. Avevo paura.
Infil’ un dito dentro alla mia vagina, facendomi provare un piacere immenso, eccitata da troppo tempo. Dopodiché prese una pallina di metallo, &egrave la infilo.
La senti pian piano irradiarsi nelle profondità del mio sesso, e la senti scomparire quando raggiunse la temperatura del mio corpo. Lo stesso fece la seconda. La terza, invece, aveva il filo.
Alberto lascio fare a Tiziano, e questo inserì questa pallina poco più grande delle altre dentro di me, dopo averla leccata per bene.
“Inizia a pregare.” Disse lui, per poi di colpo premere un pulsante.
Improvvisamente l’ultima pallina inizio a vibrare molto veloce, mentre le altre senza il filo seguirono la sua oscillazione, creando un concerto interno.
“Hm. Hm.. Ohh.. Hmm..” Continuavo a sospirare, tremavo e non capivo cosa mi stava succedendo.
“Allora, questo che stai per avere &egrave un orgasmo, se ne hai più di uno tranquilla, &egrave normale. Noi andiamo in bagno intanto.
” disse Alberto portandosi dietro Tiziano.
Mi lasciarono li, sola e tremante, mentre sentivo qualcosa di potente svegliarsi dentro di me.
“Hmm.. Hfmm.. Hfm! Hmm!! Hmmm!.. Hffmmm!!”
Volevo urlare, strappare tutto. Ma invece ero li, immobile, costretta.
Senti il mio sesso avvampare, poi senti come una scossa elettrica che mi attraversava la schiena, tante piccole scosse e la sensazione più bella che abbia mai sentito, quasi di beatitudine.
Ebbi il mio primo orgasmo.

Continua.

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