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Racconti erotici sull'Incesto

la nonna e la Rosa

By 13 Luglio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Era cominciato circa un anno fa. Non mi ero sentito troppo bene, disturbi intestinali, cose del genere. Il dottore disse che non era niente e che qualche peretta avrebbe risolto tutto. Mia mamma non era mai a casa cosi’ si decise che sarei andato dalla nonna, al sabato pomeriggio e lei me l’avrebbe fatta. Io volevo bene a mia nonna e non avevo nessuna vergogna di lei percio’ non mi feci alcun problema ad abbassarmi i pantaloni ed offrirle le chiappe che lei separava delicatamente per ungermi il buchetto spingendo appena appena con il dito per poi infilarmi la pera e spruzzarmi tutto nella pancia. Tutte quelle ministrazioni mi procuravano sensazioni strane e uno dei risultati fu che il mio pisello si induriva, naturalmente completamente ignorato da mia nonna. L’effetto pero’ continuava, anzi ora mi veniva gia’ duro prima che cominciasse. Un giorno c’era anche la sua amica Rosa, la portinaia. Quando mi presentai per la pera mi vergognavo un po’ di lei, ma la nonna disse che non dovevo, che anche Rosa era una nonna. Cosi mi misi a culo nudo e, come al solito mi venne il pisello duro. La nonna aveva sempre fatto finta di niente, ma la Rosa mi fece una carezzina, ridendo, dicendo che avevo proprio un bel pisello per la mia età. Andai in bagno. Nella fretta la porta era rimasta mezza aperta. Sentii Rosa che diceva a mia nonna che avrebbe scommesso qualsiasi cosa che mi sarei tirato una sega. La nonna diceva di no, che ero ancora giovane. A dir la verità io avevo cominciato a farmi le seghe gia’ da un po, seguendo la moda in voga tra compagni di scuola. E dacche’ avevo provato, non avevo piu’ smesso. Mi era piaciuto un mondo. Decisero di venire a vedere. Non so cosa mi spinse, ma chiusi gli occhi e cominciai a menarmelo velocemente. Sentii la porta aprirsi, il loro silenzio iimprovviso poi, mentre Rosa diceva che lei lo aveva detto, spruzzai. La nonna, ritrovata la parola, comincio’ a sgridarmi, ma la Rosa prese le mie difese. Disse che era colpa della pera. Che un ragazzo della mia età, già cosi ben sviluppato, era molto sensibile, che doveva capire, ricordarsi di mio padre quando era giovane. Tutto fini’ in un brontolio e con la mia promessa di non farlo piu’. La volta dopo, all’ora della peretta Rosa era di nuovo in casa dalla nonna.. Invece di farmi curvare sul tavolo, suggerì alla nonna di farmi sdraiare sul divano con le gambe alzate cosi’ che lei avrebbe potuto massaggiarmi la pancia. Come la nonna cominciò a ungermi mi venne duro e la Rosa me lo prese in mano, cominciando a menarmelo. La nonna protestò, ma Rosa le disse di star zitta che non capiva niente. E mi fece una sega. Furono quattro smenacchiate seguite dalla mia spruzzata, ma sempre sega era! Seguitarono a discutere ma, alla fine, la nonna deve essersi convinta perché, la volta dopo, si scambiarono il posto e fu lei a farmi la sega. La cura fini’ ma io continuai ad andare dalla nonna tutti i sabati e ricevevo la mia peretta con sega. Ora scherzavano e mi chiedevano chi era piu’ brava. Arrivarono perfino a contare i su e giu’ per vedere chi mi faceva spruzzare prima.
Una cosa mi incuriosì enormemente. Appena uscivo dal bagno vi si infilavano loro, di corsa, starnazzando come oche. Decisi che dovevo spiarle, scoprire che combinavano. Dalla porta non si riusciva a vedere niente poi mi ricordai della finestra, in fondo al terrazzo, a lato della camera. La si teneva sempre con le persiane chiuse ed i vetri aperti. Mi procurai uno specchietto e preparai le persiane in modo che non fossero completamente chiuse. La volta dopo ero pronto. Come si infilarono in bagno io mi precipitai sul terrazzo e, accucciato sotto la finestra, alzai lo specchietto. Si erano alzate il vestito e si pastrugnavano in mezzo alle gambe dicendo che era troppo eccitante, che le facevo morire. La Rosa si girò e si appoggio’ al lavandino. Riuscii a vederle tutto il pelo e il culo. La nonna le apri la chiappe, la strofino’ con la mano insaponata e le infilo’ la peretta. Peccato che non ero abbastanza vicino. Poi velocissima la Rosa si alzò, la nonna si sollevò di nuovo il vestito e fu il suo turno di appoggiarsi al lavandino. Di nuovo vidi il pelo ed il culo, la Rosa che la sfregava in mezzo alle chiappe e poi le infilava la peretta. Tutto questo fino alla fine della scuola. Quell’anno, per le vacanze, mi mandarono in una colonia montana. La’ completai la mia educazione in fatto di perette e anche tutto il resto. Ma lasciate che ve lo racconti cosi’ come lo raccontai a loro, Rosa e nonna, quando tornai.
Appena tornato, con un paio di settimane rimaste prima del ritorno a scuola, mi presentai dalla Rosa dicendole che la nonna era fuori ma che mi sarebbe piaciuto moltissimo se lei mi avesse fatto la solita peretta. Fu un po’ sospettosa , e aveva ragione, ma era un po’ che non lo facevamo e una certa voglia le era rimasta. In fondo lo avevamo gia’ fatto tante volte! Mi fece entrare da lei ed un attimo dopo ero già nudo e con l’uccello duro mentre ancora lei preparava. Mi avvicinai e lei me lo prese subito in mano dicendomi, ridendo, che ero un discolaccio ad approfittarmi cosi di lei. Le dissi che in colonia avevo imparato a fare le pere e le chiesi se voleva farsene fare una da me, oggi che non c’era la nonna. Fu un po’ sorpresa, ma non troppo, che sapessi dei loro maneggi. Le schiacciai l’occhio e le dissi che sapevo che se le facevano sempre dopo che l’avevano fatta a me. Per il momento non mi rispose e mi fece mettere giù. Mi sdraiai sul divanetto in soggiorno. Quando mi infilò il dito le chiesi se le sembrava sempre stretto uguale, che in colonia si usavano pere più grosse. Mi chiese cosa mi avevano insegnato. Le risposi che la dottoressa che mi aveva insegnato si metteva tutta nuda e che mi faceva toccare la ficona depilata e che quando venivo me lo succhiava tutto. In quel momento cominciai a venire e Rosa me lo prese in bocca succhiandolo come un gelato che si stesse sciogliendo.. Disse che era un po’ che aveva voglia di farlo, ma non sapeva,… con mia nonna… Mi fece la pera e quando tornai dal bagno, sempre nudo, ripetei la mia offerta di fargliene una. Era in calore, ma stentava a decidersi. Le chiesi se, per caso, non si vergognasse mica di me! In fondo aveva appena finito di succhiarmelo! Si convinse. In cucina si curvò sul tavolo e alzò il vestito ai fianchi scoprendo il culo coperto da un paio di mutande bianche. Un po’ incerta se le abbassò appena sotto le chiappe. Palpandola un po’, le dissi che cosi non andava bene, che doveva mettersi tutta nuda sdraiata sul letto. Infilai un dito verso la fica che non vedevo perche’ ancora teneva le gambe strette. Era fradicia. Mi avvicinai sfiorandola con l’uccello che mi era tornato duro. Questo la convinse. Andammo in camera e si mise nuda. Le dissi che era bellissima, bella soda e robusta, appena un po’ di pancetta con sia tette che chiappe che vibravano appena. Si sdraiò e mi guardò come dicendomi di essere nelle mie mani. La palpai un po’. Le tette erano piccole ma davvero dure. Non aveva tanto pelo e potevo vedere bene la fica. La feci girare ed inginocchiare sul letto. Le feci aprire le gambe. Le dissi che aveva una ficona bellissima. Cosi tutta aperta e bagnata. La stuzzicai un po’ con l’uccello poi le dissi di cominciare a toccarsi. Mentre si sditalinava le preparai il culo. Era davvero stretto ed un po’ rigido. Lavorai un po’ per ammorbidirlo. Come infilai la pera cominciò a godere. Mossi un po’ la pera su e giù e lei continuava a godere a catena. Quasi non ce la fece ad arrivare in bagno. Quando uscì mi disse che ero stato bravissimo e che era contenta di avermelo lasciato fare. Ci infilammo a letto e lei mi fece un bellissimo pompino, poi io le leccai la fica ed anche il culo. Quando godeva sbrodolava moltissimo. Le dissi che avovo una voglia matta di fare una pera anche alla nonna. Disse di si, che mi avrebbe aiutato, ed architettammo un piano. Il giorno dopo, quando mi vide arrivare, Rosa salì da noi ed io mi presentai nudo con la pera in mano. La nonna mugugnò che avevo preso proprio un bel vizio, ma me lo aveva preso già in mano. Messo come al solito, cominciai a raccontare di quello che era successo in colonia con Rosa che sottolineava i momenti più arrappanti con gridolini e battutine. Raccontai che in colonia tutti facevano un clistere alla settimana. Alla sera, in camerata, i ragazzi non facevano altro che parlare della dottoressa che li infilava. Quando mi presentai alla dottoressa non riuscii ad emozionarmi abbastanza e mi ritrovai di fronte a lei con il cazzo bello duro. Lei non fece una piega, anzi mi lubrifico’ bene a fondo e mentre mi infilava la cannula mi massaggio’ per benino seza curarsi se sbatteva la mano sul mio uccello irrigidito. Prima di uscire le dissi che io, a casa, ne facevo uno al giorno e ne avevo bisogno. Lei , dopo aver fatto un discorso sui meriti del clistere, mi disse di tornare alla sera dopo. Quando ci vedemmo mi disse che anche loro lo facevano tutte le sere e che sarebbero stati pronti in un secondo. Arrivò il dottore con le pere. Mi fecero mettere tutto nudo e cominciarono assieme. Uno mi massaggiava e l’altro mi ungeva il culetto. In un attimo mi era venuto duro. Lei me lo prese tranquillamente in mano e lo fece vedere al dottore dicendo che ero un naturale, che se ne era accorta subito. Mi diede una bella menata e mi fece godere. Nello stesso momento venni in mano alla nonna. Rosa mi fece la pera ed andai in bagno. Feci velocissimo uscii e le chiamai. Rosa mi rispose che erano di là. Sentii qualche mugugno della nonna ma Rosa la fece star zitta. Entrai in camera. Entrambe si erano infilate una vestaglia. Sapevo che non avevano avuto tempo di tirarsi il solito ditale e perciò erano arrappate. Facendo finta di niente, sempre nudo, mi sedetti sul letto e chiesi se volevano sentire il resto della storia. Naturalmente Rosa disse di si e si sdraiò sul letto al mio fianco, giocando col mio pisello. La nonna la imitò. Continuai il racconto. Quando ero uscito dal bagno avevo trovato il dottore nudo e lei che lo accarezzava. Mi chiesero se volevo dar loro una mano. Accettai subito e mi trovai ad infilare la pera al dottore mentre lei glielo menava. Quando spruzzò lei glielo prese in bocca e si succhio’ tutto. Rosa mugugnava che non ce la faceva più e si infilo una mano tra le cosce. La nonna la imitò cercando di non farsi vedere da me. Poi era toccato alla dottoressa. Da come la guardavo capì subito che non avevo mai visto donne nude. Mi chiese chi mi faceva le pere. Dissi la verità e che era la nonna a farmele, che mi tirava le seghe ma non si faceva fare ninte e che si faceva i ditalini da sola. Proteste della nonna con Rosa che intervenne dicendole di menarsela e star zitta. Raccontai che la dottoressa si era seduta ed aveva aperto le gambe per farmela vedere tutta e me la fece anche toccare. Aveva un ficone depilato con labbrone grassocce, sempre bagnatissima. Mi chiese se gliela volevo leccare un po’. Era buonissima, sugosissima. Le due ormai se la menavano apertamente, le vestaglie aperte, quando raccontai che le avevo fatto io la pera mentre lei si sparava un super ditalone, se ne vennero tutte e due. Rosa di nuovo disse che non ce la faceva più e si curvo’ a succhiarmelo. La nonna, dopo che l’avevo vista menarsela, non poteva dire più niente. Rosa la invitò a succhiarmelo un po’. Un attimo di esitazione e se lo prese in bocca anche lei. Allungai le mani a giocare con le tette, anche la nonna le aveva ancora belle sode, coi capezzoloni belli duri. Passai a raccontare che rimasto solo col dottore questo me lo aveva preso in mano e aveva detto che avevo proprio un bel pisello. Mugolii di sporcaccione da parte della nonna. Poi era tornata la dottoressa e aveva cominciato a succhiarceli tutti e due assieme per poi farsi scopare sempre da tutti a due, uno davanti ed uno dietro. Mugolacci di troiona e sporcacciona. Tutte e due erano nude e me lo succhiavano in coppia, sempre menandosela. Sentivo lo sciacquettio delle dita che sbattevano nei loro pozzetti pieni. Infine raccontai che il dottore aveva voluto essere anche lui inchiappetato e come per chiudere mi avessero fatto il culetto. La mia sborrata fu divisa fraternamente mentre godevano di nuovo entrambe. Me le godetti cosi per un po’, nude accanto a me, poi mi offrii di far loro una bella pera. Di nuovo fu Rosa a dire di si e mentre lei si metteva in posizione sul letto la nonna corse a preparare le pere. Mentre aspettavamo cominciai a scoparmi Rosa alla pecorina. Quando la nonna rientro ci trovò chiavando e si fece un ditale li di fronte a me. Riuscii a far godere Rosa senza sborrare anch’io. Due pere erano pronte, cosi le feci mettere giù tutte e due. Anche la nonna aveva un bel culo duro e poco pelo, un buchetto scuro e stretto come la cruna di un ago. Mentre le scioglievo col dito venni a sapere che nessuna delle due l’aveva mai preso in culo. Alla loro età erano ancora mezza vergini. Per forza erano cosi strette e rigide. Le lavorai bene anche di lingua e poi le sperettai facendole godere. Di nuovo le feci godere scopandomele a turno fino a che dissero basta. L’ultima sborrata nelle loro bocche unite. Ora che il ghiaccio era rotto non ci furono più pentimenti. Ci riunivamo tutti i giorni a casa di una o dell’altra. Invece della peretta ci facevamo un vero clistere con almeno un litro di camomilla tiepida. Le ho convinte a leccarsi la fica una con l’altra e ci hanno preso gusto. Dopo qualche giorno mi hanno dato il culo. Dopo un gustoso clistere, le ho preparate per bene con lingua e dita, poi le ho fatte mettere a sessantanove e me le sono inculate tutte e due mentre si succhiavano il grilletto. Sono proprio fortunate che il mio uccello e’ piccolo, pensavo mentre faticavo a infilarlo!

Maria Klister

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