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Racconti erotici sull'Incesto

La prima volta con mamma

By 21 Gennaio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

LA PRIMA VOLTA

Capitolo 1

La mia mamma è sempre stata per me un riferimento costante, morale, ma soprattutto’fisico. Fin dalla pubertà, la mia attività masturbatoria, in vero piuttosto intensa, era quasi esclusivamente focalizzata sull’immagine di mia madre, su ricordi di fugaci visioni del suo corpo, rubate al mare o la sera quando mi rimboccava le coperte o sulla scala, quando faceva le pulizie di casa, lasciandomi intravedere (o forse solo immaginare) le sue cosce sotto la gonna, o quando, di nascosto, rubavo le sue mutandine dal cesto della biancheria da lavare, e mi eccitavo e inebriavo del suo intenso profumo di femmina.
La mia mamma, Luisa, donna austera e severa, dalla apparenza granitica, aveva sempre mostrato con molta discrezione ogni suo sentimento o pulsione: mi voleva bene, lo faceva capire in molti modi, ma il confine tra noi era ben definito, lei era la madre ed io il figlio”.però.
All’epoca aveva 44 anni, molto dignitosamente portati. Vestiva sempre in modo sobrio, non vistoso, mai sexy o, neanche leggermente, provocante, ma elegante con naturalezza: camicette, golf, gonne sotto il ginocchio, ma di quelle a tubino che, sicuramente senza volerlo, fasciavano ed esaltavano il suo splendido sedere evidente e sostenuto, non grosso; scarpe basse o con un leggero tacco. Eccezionalmente, nelle grandi occasioni, rare, pubbliche o di famiglia, scarpe con tacco alto a spillo. Calze autoreggenti chiare, mai una scollatura audace, uno spacco alla gonna’..però
Non si truccava; aveva le mani eleganti, con le dita lunghe e affusolate, quasi sempre senza smalto, usato eccezionalmente, ma curate; alta, 170 cm, occhi neri intensi e capelli neri lunghi fino alle spalle; magra, vita sottile e fianchi pronunciati, con una terza di seno e due gambe lunghe e nervose.
La vita in casa era molto tranquilla e semplice: mio padre impiegato usciva la mattina, tornava per pranzo e riusciva alle 15 per rientrare alle 18,30-19. Io a scuola, liceo classico. Mamma a badare alla casa, alla spesa, qualche uscita pomeridiana con le amiche. C’era anche mia sorella più grande di me, 21 anni, ma all’epoca faceva l’università al nord.
La sera, dopo cena, io e la mamma ci sedevamo in salotto a guardare la TV o a leggere un libro, mio padre in una altra stanza ad ascoltare musica classica: così fino all’ora di andare a letto. Era il momento che aspettavo per tutta la giornata”.
Tutte le sere mi infilavo a letto e aspettavo che la mamma, in camicia da notte e pronta per coricarsi, venisse in camera mia per rincalzarmi le coperte, darmi il bacio della buona notte e spegnere la luce. Era così da sempre’.ma nel rincalzarmi i miei occhi godevano della vista, ampia, dei suoi splendidi seni attraverso la scollatura della camicia da notte, qualche volta più fortunata anche a V e quindi più ampia. Comunque sempre la visuale risultava più che soddisfacente e io mi beavo alla vista delle sue mammelle chiare, che pendevano deliziosamente oscillanti nel muoversi, all’apice delle quali si staccavano i due capezzoli, scuri e grossi come due noccioline. La estatica visone serale si protraeva fino ad un suo bacio sulla mia fronte. E’ inutile spiegare che il mio cazzo, già in subbuglio durante l’attesa, si ingrossava in una erezione prepotente a quello spettacolo celestiale, ma la mia eccitazione riceveva ulteriore spinta dal suo profumo di femmina, che avvertivo forte quando si chinava a baciarmi sulla fronte, e che mi ricordava l’altro, più marcato ed eccitante, delle sue mutandine con le quali mi ero masturbato nel bagno nel pomeriggio. Il colpo di grazia, per così dire, arrivava poco dopo quando, una volta spenta la luce sul mio comodino, si avviava al buio della mia stanza ma con la luce forte del corridoio, verso la porta che alla fine chiudeva: in quelle condizioni la camicia da notte, semitrasparente, non celava più nulla e la mia mamma mi appariva in tutta la sua meravigliosa nudità per qualche attimo, per poi scomparire nel buio. Rimanevano i ricordi vivi, accompagnati alle fantasie erotiche più sfrenate, ad accompagnare la mia masturbazione, che terminava inevitabilmente con una enorme eiaculazione che cercavo di contenere, non sempre con successo, in un fazzolettino. Scoprii in seguito che tutta questa attività non era né casuale né segreta, ma gradita e civettuolamente stimolata dalla mia mamma, che spesso, chiusa la porta della mia camera, andava a farsi un ditalino in bagno al pensiero del mio cazzo eretto (e di quello che ci stavo facendo!!) e che aveva notato durante tutta la procedura in camera mia.

Una mattina mi svegliai con una leggera febbre e non andai a scuola. Alzatomi dal letto verso le 9 per andare in cucina a fare un po’ di colazione, mentre passavo davanti alla camera dei miei genitori con la porta semiaperta, sento dei rumori, che percepisco essere dei lamenti soffocati e la voce è quella della mia mamma: incuriosito ed anche preoccupato che la mamma stesse poco bene, spalanco piano la porta e vedo”. la mamma, nuda, supina sul letto, ad occhi chiusi, che con una mano si accarezza vigorosamente tra le gambe piegate e aperte, masturbandosi, mentre con l’altra mano si tormentava un capezzolo eretto. Lo spettacolo era di una bellezza impressionante: la mia mamma si contorceva in un evidente piacere che cresceva sempre di più, tra i lamenti, e alla fine invocando il mio nome ripetutamente, la conduceva ad un orgasmo scuotente. A quella vista il mio cazzo, mai completamente a riposo, si ingrossò come è immaginabile prepotentemente: lo tirai fuori dai pantaloni del pigiama e, in silenzio, cominciai a menarmelo. Era teso, grosso, con le vene rigonfie e lubrificato da una abbondante secrezione. Mi stavo facendo forse la più bella sega di tutta la mia vita: davanti a me la donna dei miei sogni più erotici, con la quale immaginavo di fare le più perverse porcate, nuda, si stava masturbando ed immaginava di farlo con me’.. ed era la mia mamma!!
Sul più bello, mentre lei stava per raggiungere l’orgasmo ed io per venire, la mamma aprì gli occhi e mi vide: si bloccò, cercò di coprirsi, senza riuscirci perché il lenzuolo era sotto di lei, balbettando ‘scusa, Mimmo, scusa.. non mi ricordavo che eri a casa’dovevo chiudere la porta’ scusa’.
Io intanto, dopo essermi brevemente bloccato per la sua reazione, restavo con il cazzo in mano durissimo, che mi tirava allo spasimo e davanti a me restava quella splendida donna di mia madre che dopo essersi scusata, tentando invano di coprire con le mani la sua prorompente nudità, fissava insistentemente il mio cazzo eretto. Lentamente ripresi a masturbarmi avanzando verso il letto e con un lamento la supplicai ‘mamma sei bellissima!…continua a fare quello stavi facendo,’è bellissimo… ti prego’.
Mi guardò un attimo interdetta, con una strana luce negli occhi che ancora non le conoscevo, ma che avrei poi imparato a conoscere molto bene’ (ed ad apprezzare!!!.). Poi, in silenzio, continuando a fissare me ed il mio cazzo, fece scivolare la sua mano destra tra le gambe, le aprì e riprese a masturbarsi: per qualche attimo si sentirono solo i nostri sospiri, il rumore di guazzamento lieve che i nostri rispettivi genitali emettevano sotto l’effetto delle nostre carezze ed un forte odore di lei che mi inebriava. Come un automa, lentamente, allungai una mano verso il suo seno più vicino, sul quale spiccava il capezzolo scuro, grosso e teso, e l’areola larga e bruna tutta raggrinzita: toccarlo fu per entrambi come una scossa di corrente fortissima: la mamma venne con un orgasmo potentissimo che la fece urlare e contrarre ripetutamente; io eruttai un primo schizzo di sperma bollente che finì sulla sua pancia , a cui seguirono altri 3 o 4 schizzi altrettanto abbondanti che terminarono sulle tette e sul collo di mia madre. Con le gambe molli, mi dovetti sedere sul letto per non cadere. La mia mamma allungò le braccia, mi abbracciò e mi accarezzò dolcemente la testa e il viso in attesa che mi riprendessi, guardandomi con una dolcezza che mi struggeva. Poi, tornata seria, ‘Bambino mio, che cosa abbiamo fatto!”
‘Nulla, mamma, nulla di più di quanto già non facevamo da soli,’.ma molto più bello!’ le risposi sorridendo.
‘Ma non capisci, Mimmo, non possiamo! Io sono la tua mamma e’.e questo è un incesto’
‘Si, sei la mia mamma, la mia splendida mamma che io amo in modo totale. Sei il mio sogno più bello: con te mi addormento, con te mi risveglio. Oggi è il giorno più bello della mia vita’ le dissi tutto d’un fiato, per paura che mi fermasse, che quel momento magico si interrompesse ‘ e io volevo che continuasse, che si ripetesse, ‘che fosse per sempre. E mentre parlavo avevo cominciato ad accarezzare quel corpo da sempre agognato, verificando la dolcezza della sua pelle, la consistenza elastica del suo seno, grande ma ancora molto sostenuto nonostante l’età e le gravidanze. Il mio cazzo ricominciava a prendere vigore.
‘Tu sei pazzo. Noi siamo pazzi’ si lamentò con tono meno deciso di prima ‘è sbagliato’ non si può’ooooh’
La frase le venne interrotta dalla mia mano che presa la sua l’aveva portata sul mio cazzo di nuovo in tiro, mentre con la mia mano mi avvicinavo ad accarezzare il fitto e vasto bosco nero che aveva sul pube e tra le gambe e che celava alla vista una fica bollente e fradicia. Mi avvicinai per baciarla sulla bocca ma lei, tra il serio e lo scherzoso si sottrasse dicendo
‘non esageriamo!!’ e intanto cominciò a menarmi lentamente il cazzo, scoprendo il glande fino in fondo e ricoprendolo per poi ricominciare’ aveva delle mani dolcissime!! Io intanto, un po’ tremando per l’emozione, ero sceso con la mano ad accarezzare la sua vagina, bagnandomi la mano con i suoi abbondantissimi umori: aveva le cosce tutte bagnate e continuava a bagnarsi. Le infilai un dito nella fica, strappandole un lamento di godimento. Continuai per un po’ a frugarle la fica facendola smaniare, mentre lei aveva aumentato il ritmo della sega. Il mio dito intanto aveva incontrato il suo clitoride duro ed avevo cominciato a stimolarglielo con decisione: lei era un lago, il respiro corto, gli occhi bellissimi lucidi e sbarrati ed una serie di ‘Si’. Mimmo, si’ si” rantolati mi facevano capire quanto stava godendo. Le sue tette, che ogni tanto baciavo o palpeggiavo, erano tese con i capezzoli e le areole duri e sensibilissimi; la pancia piatta si contraeva ritmicamente con il mio massaggio sul clitoride; aveva allargato a dismisura le gambe per facilitare al massimo quello che le stavo facendo e trarne il massimo del godimento. Il mio cazzo era durissimo sotto il sapiente massaggio della sua mano, scivoloso per le abbondanti secrezioni preparatorie e sentivo la mia eccitazione crescere sempre di più e avviarsi verso la sua conclusione. A questo punto mi alzai e prima che lei potesse rendersene conto, continuando a masturbarla scavalcai la sua gamba e mi trovai con il cazzo teso all’altezza della sua fica fradicia ed aperta: il colore rosa acceso, luccicante per il suo stato di eccitazione, risaltava tra il folto pelo nero riccioluto e umido dalle abbondantissime secrezioni. Feci l’atto di penetrarla, ma lei tentò di richiudere le gambe
‘No, No’ non voglio’Non possiamo’ esclamò, tentando con poca determinazione di allontanare quella che anche per lei era una tentazione fortissima. Le sorrisi con dolcezza, ricominciando a massaggiarle la fica con la mano, restando saldo sulle le ginocchia tra le sue gambe larghe:
‘Come sei bella, bella. Ti voglio da sempre, mamma’ dissi spingendo in avanti il mio cazzo e entrando nella sua fica calda, dolce, accogliente,
‘No, No, No’ non dobbiamo’.non si può’.’ si lamentò debolmente con un sospiro. Rimase con gli occhi chiusi e le braccia abbandonate lungo il corpo mentre il mio cazzo come risucchiato nella sua fica splendida e scivolosa, andava avanti e indietro lentamente, ma a fondo; ero come ipnotizzato dalla danza che il va e vieni del mio bacino dentro di lei determinava sul suo seno. Non durai a lungo e improvvisamente sentii salire dai reni fino alla cima del cazzo il mio orgasmo e venni 5-6 volte nella fica della mamma, riempiendola con un lamento. Mi accasciai felice e svuotato sul suo corpo, con il viso sul cuscino a fianco al suo. La mamma che per tutta la scopata era rimasta immobile, con le braccia abbandonate lungo i fianchi, non dando segno di alcuna partecipazione o godimento, mi abbracciò con tenerezza, mi baciò ripetutamente sugli occhi, sulle guance, sulla fronte e sorridendo dolcissima
‘bambino mio” bambino mio” bambino mio’ ripeteva sospirando. E poi preoccupata
‘Ma tu hai la febbre, scotti’corri in bagno a lavarti e rimettiti al letto’.
‘Mamma!, mamma tu sei la mia febbre!’ esclamai rialzandomi.
Ritornai nel mio letto con una sensazione di essere tra le nuvole, leggero, in uno stato beato di benessere e di felicità estrema: avevo scopato con la mia mamma!!! Non che fosse la prima scopata della mia vita e forse, di per sé, neanche la più travolgente, ma la sua dolcezza, il raggiungimento di un corpo sognato, desiderato, masturbato, idolatrato da sempre la rendeva la più importante e beatificante della mia vita. In questo stato di benessere dello spirito mi assopii, non so per quanto tempo.
Mi risvegliai con la sensazione che vicino a me ci fosse qualcuno, e la dolcezza della carezza della mamma sulla mia fronte. Mi guardava seria e concentrata, ma con un fondo di profonda dolcezza negli occhi:
‘Mimmo ascoltami: quello che è successo oggi è stato bello, troppo bello, ma è un errore. Io sono la tua mamma e tu il mio dolcissimo figlio e così deve essere. Quello che abbiamo fatto stamattina,” per colpa mia lo so: dovevo stare più attenta, chiudere bene la porta’ Ma sai, anche io sono una donna, ho le mie debolezze, le mie esigenze’ e qualche volta ‘.da sola’ mi lascio andare. Perdonami. Ma non può e non deve mai più ripetersi. Anzi devi promettermi che ti dimenticherai di tutto. Io mi dimenticherò sicuramente di tutto. Tu mi devi promettere che farai altrettanto. Me lo prometti, Mimmo, me lo prometti?’ disse, seria, tutto d’un fiato. I miei occhi adoranti la fissavano in viso, guardavano i suoi occhi brillanti e scuri, le sue labbra sottili, il suo naso piccolo e aggraziato.
‘Ti prego amore mio, me lo prometti?’ insistette.
‘Mamma, sei la persona più bella e desiderata che abbia mai incontrato. Ti ho desiderato da sempre e oggi è stato ‘..splendido’indescrivibile. Ormai è entrato dentro di me, fa parte del mio essere, ma se tu me lo chiedi, come faccio a dirti di no. Come faccio soprattutto dopo oggi. Perciò ti prometto che farò di tutto per dimenticarmi’ .
Mi sorrise sollevata, mi baciò sugli occhi e sulla fronte
‘Sei il mio amore, da sempre, da prima che nascessi. Ti voglio bene!……Adesso riposati e ti chiamo per il pranzo’.

Continua

Capitolo 2

Mi alzai per pranzo. Tutto normale: mio padre rientrato dal lavoro ci raccontava le ultime notizie, la mamma tranquilla e serena ci accudiva come sempre. Io guardandola notavo il suo seno turgido sotto la camicetta e il golf, il suo sedere florido e sodo fasciato come sempre dalla gonna di panno grigio, le sue gambe snelle e svelte con il suo modo inconfondibile di camminare, leggermente ancheggiante, ma facevo finta di niente partecipando con impegno alla conversazione. Come al solito verso le 2 e30 mio padre si alzò per tornare in ufficio e salutandoci comunicò che quella sera sarebbe rientrato un po’ più tardi del solito. Aiutai mia madre a sistemare la cucina e quando lei si accinse ad andare a riposarsi, come d’abitudine, le chiesi se potevo coricarmi sul letto con lei per riposare anch’io. Mi rispose sorridendo di si. La raggiunsi perciò dopo qualche minuto: era come sempre, stesa sotto un plaid; si era tolta la gonna e il golf per stare più comoda e leggeva una rivista. Mi tolsi la vestaglia e mi infilai anche io in fretta sotto al coperta: il mio cazzo fin dal pranzo, guardandola, era tornato ad indurirsi e, anche se non aveva ancora raggiunto il suo massimo, si notava dentro al pigiama. Vicino a lei sentivo il suo odore e disteso al suo fianco potevo ammirare la curva del suo seno che saliva e scendeva con il respiro, mentre sfogliava il giornale. Dalla camicetta però notai i suoi capezzoli che, evidentemente tesi, spingevano sul tessuto come due nocciole.
‘Mamma, io ci stò provando con tutte le mie forze, ti giuro,’ ma non riesco a non pensare’.’ Mormorai distogliendo lo sguardo dal suo seno.
‘Anch’io’.’rispose in un sospiro, sforzandosi di continuare a sfogliare un giornale che evidentemente non seguiva.
‘Forse se lo rifacessimo andrebbe meglio’sarebbe più facile.’
‘Mimmo, ma cosa stai dicendo?!’
‘Penso che così è stato una sola volta e il suo ricordo bellissimo non può essere cancellato, perché rimane unico e irripetibile. Ma se noi lo rifacciamo allora è una seconda volta, non è più unico e irripetibile: sarà una splendida esperienza, ma che potrà essere archiviata come tante’ le spiegai con foga, ma mentendo.
Dopo un po’ di silenzio durante il quale cercava di conciliare la sua voglia, che diventava via via più prepotente, con la sua posizione razionale, chiuse il giornale e guardandomi negli occhi
‘forse hai ragione e’ comunque vale la pena di provare’ così non si può certo andare molto avanti. Vieni qui e spogliati!’.
Nel dire così iniziò a togliersi gli indumenti che le restavano in un del tutto involontario e arrapantissimo spogliarello. Vidi così apparire il seno abbondante che, liberato dal casto reggiseno di cotone bianco, scivolò leggermente in basso sobbalzando. Il torace magro lasciava intuire le costole, le spalle larghe e ben tornite sostenevano il suo seno che si staccava ben separato nelle due mammelle bianche. Al centro di entrambe due areole scure, ben definite e grandi che incorniciavano al centro due capezzoli scuri anch’essi, quasi sferici, grandi come due nocciole. Poi fu la volta delle calze che, sfilate una ad una, scoprirono le sue gambe lunghe e sottili, ben modellate. In alto all’attacco si fondevano nei fianchi e in uno splendido sedere, non piccolo ma neppure grande, alto e sodo. Tra le gambe, da dietro, si vedevano ciuffetti di pelo che facevano capolino sotto i glutei dai bordi delle sue mutande, di foggia e consistenza in vero un po’ antiquate. Il fatto non mi disturbò affatto in quanto le conoscevo bene per averle usate spesso per masturbarmi, pensando a quanto avevano contenuto. Così come notai, ma senza fastidio, che non si depilava le ascelle e le gambe.
Quando un po’ intimidita e con un evidente rossore sulle guance di imbarazzo e di eccitazione, si sfilò le mutande mi apparve nella sua bellezza tutta l’intimità della mamma: aveva un bosco peloso foltissimo, nero, grosso modo triangolare, che si estendeva da qualche centimetro sotto l’ombelico giù fino tra le gambe, mascherando in parte la vagina che però faceva capolino a causa delle già abbondanti secrezioni vaginali della sua eccitazione che impiastricciavano i peli lì intorno e li separavano. Sì, perchè, mi confessò poi nel tempo, la situazione, il senso del proibito, lo spogliarsi davanti a suo figlio come non aveva fatto mai in precedenza davanti a nessuno, la avevano eccitata.
Fatto questo, si distese elegantemente sul letto supina e si rivolse a guardarmi: io mi ero spogliato in un lampo e restavo ammirato ad adorarla, con una evidentissima e potente erezione, incapace di muovermi o di fare alcunché. I suoi occhi, lucidi di eccitazione, guardavano il mio cazzo eretto e ‘come è bello’e grosso. Ti ho fatto proprio bene, bambino mio’ disse allungando la mano ad impugnarlo e cominciando a segarlo.
Mi avvicinai ansimando leggermente e mi chinai a baciarle il seno: leccavo le sue mammelle, succhiavo i capezzoli che immediatamente divennero duri e glieli tormentavo con due dita. Cominciò ad ansimare con gridolini e mugolii di piacere, guidando, con la sua mano dietro la mia nuca, la mia testa ad alternarsi da un seno all’altro. Ad un tratto, timidamente, mi spinse la testa più verso il basso: capii cosa voleva e con voluta lentezza proseguii a leccala scendendo verso l’ombelico, dove mi soffermai a lambire i bordi e penetrandolo con la lingua, come una piccola vagina. I lamenti divennero più intensi, a tratti gridava agitando il bacino e la pancia, per assecondare quanto le stavo facendo. Con una mano intanto ero arrivato tra le sue cosce, che teneva aperte per facilitarmi l’esplorazione. Le carezzai l’interno delle gambe risalendo verso la sua vagina: erano umide delle sue abbondanti secrezioni, la mano scivolava leggera seguendo i movimenti del suo bacino che mi indirizzavano verso il centro del suo piacere: la fica. Quando la raggiunsi emise un lamento gutturale e profondo che si trasformò in un grido quando il primo dito le scivolò dentro alla fica fradicia. Continuai a frugarla profondamente, scostando i peli impiastricciati per veder la sua vagina: aperte le labbra apparve il suo clitoride roseo acceso che iniziai a picchiettare con un dito e a titillare. Mi afferrò di nuovo il cazzo che aveva lasciato stare persa nelle leccate che le avevo fatto su tutto il corpo, e ricominciò a masturbalo con vigore. Il suo respiro era diventato ormai spasmodico, il suo bacino si agitava a rincorrere il mio dito che le tormentava il clito, i capezzoli duri e eretti apparivano come spinti in avanti dalle ereole raggrinzite, i seni turgidi e esposti in avanti.
‘Oh sì”sì”sì così, continua ti prego così’.vengo’.. vengoooo’ gridò contraendosi tutta ripetutamente ad occhi chiusi in un orgasmo potente e prolungato. La mano che la masturbava fu allagata da un fiotto di secrezione: veniva come un maschietto!
Io a quel punto ero allo spasimo, eccitatissimo per quella splendida femmina che avevo tra le mani, con il cazzo così teso che sembrava voler esplodere da un momento all’altro, ipersensibile alla più piccola sollecitazione
‘Ti voglio. Allarga bene le gambe’ le ordinai.
Scivolai tra le sue gambe tenendomi il cazzo con una mano e
‘apriti la fica che ti penetro’.
Ubbidì con uno sguardo da troia in calore e le infilai il cazzo di botto nella fica con un rumore di risucchio ed un grido di piacere. La sua fica vellutata avvolgeva calda il mio cazzo come un delicatissimo guanto di velluto. La sensazione era inebriante. Le sollevai le gambe in alto, sostenendole con le braccia sotto le ginocchia e cominciai a stantuffarla con vigore. A tratti estraevo il cazzo e lo rinfilavo di botto fino al fondo della sua fica, fino a sentire con la punta il suo utero. La mamma era in estasi, gridava scomposta ad ogni mia pompata,
‘Sì amore mio, scopami così’ mi piace ‘. Che cazzo splendido che hai’. Scopami ‘ scopami ‘ scopa la fica della tua mamma ‘ ti piace la tua mamma? ‘. ohhh dai così che vengo’ancora, ancora, ancoraaaaaa’.
Il suo ennesimo orgasmo, l’ultimo di una serie che aveva avuto in crescendo, il più potente la fece squassare tutta: scuoteva la testa, strizzandosi le tette con le mani, gridando a piena voce, la pancia mostrava le contrazioni del suo orgasmo che generavano un potente massaggio che la sua fica stava facendo sul mio cazzo. Non potei resistere a lungo.
‘Tieni’. Tieni” ti riempio la fica con il mio sperma’.. vengo”
Venni con una abbondanza nuova e liberatoria, innondandole la fica di una quantità di sperma che le feci colare anche al di fuori, continuando a pompare fino a che non avvertii più gli spasimi della sua fica. Senza sfilarlo mi accasciai sul corpo sudato della mamma a baciarle con tenerezza un capezzolo e, avvinghiato in un suo abbraccio, il collo e l’orecchio.
Restammo allacciati un tempo interminabile, solcato da una infinita tenerezza reciproca, che si manifestava in piccoli bacetti, leggere carezze sui corpi, lo strofinare delicato delle sue coscie avvolte intorno al mio bacino. Poi il mio cazzo si afflosciò scivolando fuori dalla sua fica da sogno, i respiri divennero più regolari. Ci guardammo con gli occhi ancora spiritati dalla passione. Allungai una mano ad impugnare un suo seno
‘ No, ancora. Hai ancora voglia?’ esclamò sorridendo con malizia
‘Io si’e tu?’ risposi
‘Forse,’ perché no! Ma facciamo in fretta che è tardi’
Così dicendo mi prese il cazzo con entrambe le mani. Mi fece stendere supino e cominciò a segarmi con tutte e due le mani, massaggiandomi anche le palle. Man mano che il cazzo cresceva lei si inumidiva le mani passandosele tra le gambe a raccogliere le mie e le sue secrezioni, che le colavano dalla fica: era arrapantissimo e raggiunsi in breve una considerevole erezione. Soddisfatta del suo operato si chinò sopra di me offrendomi un seno e chiedendo
‘Vuoi succhiarmelo come quando eri piccolo? Mi hai sempre fatto venire quando ti allattavo. Era bellissimo’
Avvolsi il suo capezzolo duro con la lingua, succhiai parte della sua tetta in bocca e cominciai a succhiare con delicatezza. La sensazione del suo capezzolo dentro la bocca era stimolante, anche perché lei si massaggiava la tetta proprio come se mi stesse allattando, ansimando con sempre più crescente intensità. Allungai una mano tra le sue cosce che aprì immediatamente e infilai due dita nella sua fica ancora fradicia per la recente scopata, ma che si bagnava ancora per la stimolazione del seno. Ad un certo punto, quando credevo che di lì a poco avrebbe avuto un orgasmo,
‘Basta! Adesso scopami’ mi intimò mettendosi stesa e allargando al massimo le gambe.
‘Piega le gambe sul torace che ti scopo come si deve’ le risposi.
Obbedì immediatamente, ma così facendo espose alla mia vista tutta la sua fica aperta, con ancora un piccolo rivolo di sperma che si perdeva verso dietro e raggiungeva una graziosa rosellina rosa scuro che demarcava il suo ano, circondato da una coroncina di peli scuri. Mettendomi in ginocchio le carezzai la fica e le infilai il cazzo dentro, così come voleva; succhiai la mia mano bagnata dei suoi umori: buonissima. Tenendole con le mani le caviglie, con il cazzo ben piantato nella sua vagina, osservavo lo spettacolo oscenamente eccitante della mia mamma che godeva completamente aperta, scopata dal mio cazzo, con le grandi tette che si agitavano sotto i colpi del mio bacino, con la bocca aperta e la lingua che percorreva le sue labbra, le narici dilatate a recuperare affannosamente aria e gli occhi chiusi, scuotendo la testa di qua e di là. Il buchino del culo si dilatava leggermente e si richiudeva ad ogni scopata.
‘Mamma apri gli occhi. Guarda il tuo bambino mentre ti scopa come una troia’ le gridai.
Lei aprì gli occhi liquidi, guardandomi e rantolando
‘Dai, Dai, porco, scopa a fondo la tua mamma troia’.
La frase terminò in un rantolo prolungato che si trasformo in una serie in crescendo di intensità di grida di piacere. Il corpo bellissimo scosso da un tremito prima e irrigidito nel grido finale, le sue mani che si alternavano tra i suoi seni torturati e il mio torace graffiato e accarezzato. La fica che mi massaggiava il cazzo al suo interno con una serie di contrazioni dolcissime e ritmiche.
L’orgasmo la travolse un’altra volta accompagnato da una vera e propria eiaculazione che mi bagnò piacevolmente tutto il pube, mentre il mio cazzo allo spasimo si abbandonava dopo una serie di pompate frementi e rapide in una sborata che la riempì totalmente. Le braccia esauste dallo sforzo di sostenermi nella travolgente scopata, cedettero e mi lasciai cadere sul suo corpo rilassato e accogliente, accoccolandomi tra i suoi seni ancora sollevati dal respiro corto e odoranti del suo forte odore di femmina: capii così che l’inebriante odore che respiravo dalle sue mutande durante le mie masturbazioni era il suo odore di donna, finora totalmente sconosciuto a me e, come poi mi confessò, anche a lei: non aveva cognizione di questo aspetto del suo essere e della sua personalità. Quante altre splendide cose scoprirai di te con me nel futuro, mammina mia !!!!
Il tempo passava, ma nessuno dei due aveva voglia di parlare o di muoversi per paura di infrangere quella atmosfera di intimità e di complicità dolcissima, che ci circondava mentre i nostri sessi erano ancora allacciati nella penetrazione. Ogni tanto davo qualche colpetto con il cazzo ancora abbastanza duro e ricevevo in risposta una stretta della sua fica ipersensibile.
Accarezzandomi il viso ‘ma non sei ancora stanco, bambino mio?’
‘No, non è possibile stancarmi del tuo corpo, del corpo divino della mia mammina’ risposi iniziando di nuovo un ritmico va e vieni nella sua fica.
‘Basta così’ sei un diavolo’. Non possiamo farlo ancora” fuggendo via letteralmente da me con una risata
‘Mamma mia è tardissimo’tra poco ritorna papà’.. Dai aiutami.. guarda cosa abbiamo combinato ‘. bisogna cambiare tutte le lenzuola’.’
Poi, una volta risistemato il letto, in una reciproca ultima languida carezza su tutto il corpo ‘andiamo a lavarci ”e ricordati cosa ci siamo promessi’
‘Certo, lo abbiamo promesso’..ma verrai sempre a rimboccarmi le coperte?’
‘certamente, amore mio, tutto deve tornare come prima’ rispose allusiva.
Fuggì in bagno, ma prima mi diede un fugace e casto bacio sulle labbra.
Mi infilai sotto la doccia beato, con la ferma convinzione a tentare tutto il possibile per tenere fede a quello che avevo promesso alla mia adorata mamma: certo dimenticare quella splendida e devastante scopata sarebbe stato veramente arduo, ma mi sarei impegnato’.

Continua

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