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Racconti erotici sull'Incesto

La riscoperta dell’amore

By 5 Aprile 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Salve, mi chiamo Monica, ho quarantadue anni appena finiti e sono vedova; persi il mio unico marito in un incidente aereo circa dieci anni fa e ancora non mi sono decisa a risposarmi. Ho incontrato alcuni uomini ma trovare alla mia età l’uomo ideale con cui passare il resto della tua vita non è facile, se non impossibile ma l’unica cosa che mi da forza sono i miei due figli avuti da mio defunto marito, rispettivamente un maschio di diciotto anni e una femmina di diciassette anni. Sono loro l’unica ragione che mi spinge ad andare avanti giorno per giorno, il mio caro Federico e la mia amata Francesca.
Sono due ragazzi normali, studiano ancora tutti e due anche se Federico ha già deciso di finire gli studi per svolgere il servizio militare mentre Francesca vorrebbe continuare a studiare; mentre io lavoro in uno studio legale anzi, per dire la verità io possiedo a pari merito con un collega lo studio infatti sono la sua socia ormai da diversi anni e quindi questo mi permette modeste entrate di denaro e abbastanza tempo libero da dedicare alla casa ed a me stessa.
Fin qui può sembrare una vita normale ma la verità è che non lo è affatto; mi sento imbarazzata con me stessa per quello che faccio infatti da un pezzo a questa parte ho smesso di incontrare nuovi uomini e quindi non posso reprimere del tutto le mie voglie infatti appena mi trovo sola in casa, passo diverso tempo chiusa in bagno a masturbarmi.
So’ che è una cosa più o meno normale ma a me sembra sbagliato ma non ne posso fare a meno; all’inizio lo feci solo per provare qualcosa di diverso ma col passare del tempo ci ho preso gusto e ho iniziato a farlo di continuo; inizialmente avevo iniziato a masturbarmi sotto la doccia, magari penetrandomi con qualche oggetto (la volta migliore fu con un cetriolo che avevo in frigo…fu stupendo, ebbi diversi orgasmi e per poco le gambe non mi cedevano) ma un giorno mi decisi e andai in un sexy shop e presi alcuni ‘accessori’ tipo un paio di vibratori di diverse dimensioni e alcune sferette vaginali vibranti. Il commesso mi guardò con aria normale ma dentro di me non sapevo cosa mi fosse successo, se ero diventata matta tutta d’un colpo oppure cos’altro…solamente mi ero stancata dei soliti oggetti e volli cambiare.
Tornai a casa ed ancora i ragazzi non erano tornati, quindi mi precipitai in bagno con i nuovi acquisti, chiusi la porta a chiave e mi spogliai.
Rimasi un attimo davanti allo specchio nuda anche se potevo vedermi solo il seno e rimasi lì davanti a pensare: non ero ancora una donna sfatta anzi non lo ero proprio, avevo un seno ancora sodo (porto una terza) e un fisico asciutto eppure dentro di me non mi sentivo in grado di accogliere un altro uomo estraneo, non mi sentivo pronta sebbene fossero passati molto anni dalla sua morte.
In ogni caso quel giorno volli sfogarmi e quindi all’inizio presi a toccarmi la fichetta con le sole mani, delicatamente mi infilavo un dito dentro ma subito dopo tornavo ad accarezzarmi e al tempo stesso mi massaggiavo le tette, strapazzandomi i capezzoli ormai turgidi.
Presi con decisione e infilarmi qualche dito sia davanti che subito dopo anche dietro; era da una vita che il culetto non me lo penetrava nessuno, anche con mio marito non erano state molte le occasioni in cui me lo sfondò. Poco dopo iniziarono a fuoriuscire i primi umori e venni ma non mi volevo fermare lì e quindi scartai uno dei due vibratori, quello lungo una decina di centimetri e mi penetrai con quello. Era bello ma l’emozione di un cazzo vero era del tutto diversa, poi l’accesi (per la verità lo misi inconsapevolmente alla velocità tre) ed ebbi un sussulto: così si che era meraviglioso !
Oddio…non riprovavo un’emozione simile dai tempi in cui mio marito era vivo, era stupendo quel vibrio, come un martellio continuo che mi percuoteva l’ormai stretta fichetta.
Iniziai anche a estrarlo e spingerlo dentro, a mo’ di pene umano ed era favoloso ma mi bastavo anche solo le vibrazioni e infatti dopo alcuni minuti raggiunsi l’orgasmo e venni copiosamente.
Fu allora che sentii un movimento dietro la porta, la paura mi attanagliò il corpo: era tornato uno dei ragazzi!
In cuor mio speravo di no, con un filo di voce chiesi: ‘Ragazzi siete voi ? ‘ ma non ottenni risposta; preoccupata mi rivestii in fretta e furia, rimisi a posto il vibratore e nascosi i nuovi acquisti nel mobile sotto al lavandino, quello in cui tenevo gli assorbenti e aprii la porta del bagno. Feci un rapido giro in casa ma non c’era nessuno e poco dopo entrò mio figlio dalla porta, lo guardai con aria innocente e lo salutai: ‘Ciao Federico, com’è andata oggi ? ‘
‘Tutto bene come al solito mamma’ – la risposta era quella di sempre ma vidi che non mi guardava negli occhi e anzi sembrava evitare il mio sguardo; arrivai alla conclusione che fosse stato lui ad essere dietro alla porta, a spiarmi dalla serratura immagino.
Speravo di sbagliarmi ma feci centro in pieno infatti nei giorni successivi mi evitò palesemente, alle domande che gli ponevo rispondeva fugacemente; mi sentivo una stupida a sacrificare il bene dei figli per il solo piacere personale, speravo che questa storia finisse e fosse dimenticata.
Mia figlia invece non sospettava di nulla e si rivolgeva a me normalmente, dubito che il fratello si sarebbe confidato col la sorella per quello che aveva visto, e questo per fortuna perché non avrei resistito ad avere due figli che non mi rivolgevano la parola.
Peccato che di nascosto e qualche volta in camera mia di notte riprendevo a masturbarmi sia con i gadget che avevo in bagno sia con le sole mani; sulle prime mi promettevo che non l’avrei fatto ma al solo pensiero del piacere che avrei avuto mi faceva dimenticare le promesse a me fatte.
Passarono così le settimane e la vita aveva ripreso a scorrere normalmente, almeno la parte visibile ai miei figli, l’altra vita, quella di donna depravata che gode nel masturbarsi di nascosto per paura che sia vista dai figli era sempre più attiva. Tornai anche a quel sexy shop a riprendere altri ghiochetti, il commesso, un pivello di ventenne qualsiasi, che cercò pure ingenuamente di fare colpo su di me, fece aumentare dentro di me la voglia di un uomo serio e mi riempì il cuore di una straziante solitudine.
Alla fine arrivammo all’agognata estate, il caldo riempì pian piano la casa fino a diventare un caldo torrido e tutti in casa ci dovemmo abituare visto che non avevamo il condizionatore: Federico vestiva costantemente in canottiere e pantaloni corti color cachi, Francesca con degli short chiari e camicette a mezze maniche e io con dei jeans tagliati a metà gamba e delle magliette anche se quando ero sola rimanevo in casa in biancheria intima e una specie di pareo avvolto alla vita.
La ‘svolta’ si ebbe a metà agosto: io ero in camera da letto già dalla mattina e non avevo voglia di alzarmi per il pranzo quindi lo dissi ai ragazzi ma tanto non era un problema perché mi dissero che quel pomeriggio sarebbero andati in piscina ‘ e mi venne subito in mente di rilassarmi a modo mio ‘ quindi io tornai in camera e mi chiusi lì finché non sentii la porta di casa aprirsi e richiudersi subito dopo. Erano andati via, avevo casa libera.

Quindi una strana agitazione mi pervase infatti volli rilassarmi al massimo e avevo voglia di fare alcune cosette che mi ero sempre sognata di fare ma per fare ciò volevo avere un po’ di intimità e quindi chiusi tutte le finestre e per maggior sicurezza chiusi a chiave la porta di casa.
In casa regnava un silenzio totale, rotto solo dal ritmico ticchettio degli orologi sparsi per la casa: adesso potevo soddisfare un desiderio e una fantasia che avevo sempre in mente: di stare nuda per casa, di camminare liberamente senza vestiti addosso e ultimamente questa fantasia si era anche sviluppata nel masturbarmi in luoghi decisamente poco consoni tipo in cucina o in salotto.
Intanto mi spoglia e ammucchiai i vestiti alla soglia di camera; fremevo già dall’emozione di poter fare quello che volevo, iniziai a toccarmi, prima dai seni, presi a palparmi le mammelle e a stuzzicarmi i capezzoli che divennero subito duri, lascia scorrere le mie mani lungo la pelle tesa del ventre e arrivai alla culla del piacere: il primo contatto lo ebbi con la folta peluria, non avevo mai pensato a radermi lì sotto, non ne vedevo tanto il motivo e mi dava piacere toccarmi e sentire quel morbido cuscino naturale, inizia a lisciarmi le grandi labbra e presi a stuzzicarmi il clitoride. Ero lì in piedi alla soglia di camera in prenda ad una forte eccitazione causata dal masturbarmi e presi ad ansimare leggermente ma mi accorsi che i miei gemiti non erano i soli. Sulle prime mi impaurii e mi fermai, tesi le orecchie e mi misi in ascolto: si erano dei gemiti eppure in casa non c’era nessuno.
Non sapevo cosa fare ma la curiosità mi spinse a vedere da dove provenivano e con mia grande sorpresa venivano dalla porta chiusa della camera di Federico ! Credevo fosse uscito insieme alla sorella ! Eppure i gemiti provenivano proprio dalla sua stanza; incuriosita aprii con cautela la porta, sbirciando al tempo stesso e lo vidi: era seduto davanti al pc, tutto nudo e con il cazzo stretto in pugno, a masturbarsi guardando delle foto . Non avrei mai immaginato che avesse un pene di quelle dimensioni, a occhio e croce sarà stato quasi una ventina di centimetri.
Rimasi quasi allibita eppure non dovrei esserlo stato visto che anch’io mi masturbavo di nascosto; rimasti si a guardare e non so cosa mi prese ma ripresi anch’io a toccarmi e mi accorsi che mi ero involontariamente bagnata, alla vista del suo cazzo in erezione.
Lui non si accorse di me e continuò a segarsi, a tratti più forte, a tratti più lentamente e mentre faceva ciò tirava alcuni sospiri e gemiti; profondi; io presi a penetrarmi con alcuni diti e volli andare al suo stesso passo e gemevo insieme a lui.
Poi di colpo si fermò, si girò riscosso dall’eco della sua voce e mi vide: rimase a bocca aperta ma sempre col cazzo stretto in mano. Anch’io ero senza parole ma quello che accade non me lo perdonerò mai anche se fu stupendo.
Agii quasi meccanicamente, quello che feci e quello che dissi accade involontariamente, come guidato da un’altra me nascosta al mio interno.
Mi avvicinai a lui lentamente, ancheggiando un po’ e gli dissi: ‘Ciao Fede…non ti preoccupare, delle volte lo faccio anch’io’
Lui cercò di coprirsi alla meglio l’erezione che ancora lo permeava però non aveva nulla a portata di mano; con voce roca cercò di scusarsi ma poi prese coraggio e anche lui si fece più intraprendente, cercando di indovinare che piega avesse preso la situazione:

‘ Ciao mamma, ehm…scusami….credevo che tu dormissi e quindi….mi dispiace tanto ma non volevo…’
‘Calmati Fede! Non ti ucciderò per questo e comunque credevo anch’io di essere sola infatti anch’io ero a masturbarmi’
‘Ah..si…ok…potresti uscire adesso? Mi vergogno immensamente di stare davanti a te con l’affare in mano ‘ – e fece un cenno al pene che spuntava dalla sua mani che cercavo senza risultato di coprirlo
‘Non l’avrei mai immaginato che tu fossi così….dotato, è davvero grosso’

Quando gli dissi ciò, ero già in piedi vicino a lui e lo potevo osservarlo dall’alto; appena sentì quelle parole diventò ancora più rosso dall’imbarazzo e io mi feci più sicura di me e più intrepida.
Mi piegai, con la faccia a pochi centimetri dalla sue mani, e con una delicatezza tolsi le sue mani dal pene e lo presi tra le mie.
Il contatto dopo tutto quel tempo con un cazzo, se pur di mio figlio, mi fece una strana impressione e mi fece rabbrividire, un brivido gelido partito dal fondo della schiena mi salì su. Le mie mani diventarono subito fredde e umidicce, il solo calore che sentivo era quello del pene che tenevo stretto nelle mani.
Lo guardai paralizzata per altri secondi, sperando che mio figlio mi svegliasse da quello stato in cui ero precipitata, che mi facesse tornare alla realtà che mi facesse capire che quello che stavo per fare non era corretto. E invece lui mi guardava, non si mosse e anzi sembrava attendere con trepidazione le mie mosse.

Io ancora in preda di quello strano stato presi a muovere la mano stretta intorno a quell’asta che si stava pian piano abbassando e dopo poco avvicinai la mia bocca e presi a dargli rapide leccate.
La mia lingua lambiva il glande, il frenulo e poi mi portai giù, lungo tutto il pene fino ad arrivare alle palle e ripresi dalla punta, poi di colpo me lo infilai in bocca e iniziai a fargli un pompino.
All’inizio lentamente e con movimenti brevi poi iniziai ad aumentare il ritmo. Mio figlio era al settimo cielo, lo si vedeva dalla faccia; continuai a succhiare con foga, mentre con una mano gli massaggiamo i testicoli; mentre facevo questo il disagio che prima mi sentivo addosso lentamente scivolò via, decisi che ne avevo bisogno, ne avevo abbastanza di quegli insulsi vibratori e dildo che mi procuravano soltanto un piacere sempre meno appagante.
Era sul punto di venire e volli smettere ma non prima di averli dato un’ultima forte pompata; lo tolsi dalla bocca e vidi l’espressione di delusione dipinta sul viso di mio figlio.
‘Non ti preoccupare, non è finita qui. Comunque vedo che ti è piaciuto eh !? ‘
‘Si alla grande. Non avevo mai immaginato che sapevi fare simili lavoretti e poi…ti devo confessare alcune cose…’
‘Ehi, per chi mi avevi preso !? Sono una madre è vero ma sono anche una donna. E riguardo alla tua confessione credo di sapere quale sia…eri tu vero quello che mi spiava da dietro alla porta
‘No io mi riferivo ad un’altra cosa. Alcune mi era capitato di masturbarmi con le tue mutande e sbadatamente ci ero venuto sopra. Le ho lavate e dopo avergli dato una rapida asciugata te le ho rimesse a posto. Inoltre alcuni mesi fa per alcuni giorni non ti rivolsi la parola perché presi un paio di tuoi slip e me li portai in giro dicendo che erano di una tipa che avevo abbordato ma non era vero. Non ti filai perché avevo paura che te ne accorgessi e quindi non ti parlavo, scusami ‘
‘Ah ok io figurati non me me ero nemmeno accorta’ – dentro di me pensavo ancora a chi fosse stato a spiarmi…era rimasta solo Francesca ma non aveva dato nessun segno di avermi vista. E allora sorse in me il dubbio che mi ero immaginata tutto.
In ogni modo continuai a sforarmi col mio nuovo ‘amante’, con tono suadente delle voce gli dissi:
‘Vuoi continuare ? ‘
‘Oh si mamma, ti prego non smettere. E poi adesso è più in tiro di prima !! ‘

In effetti aveva ragione, adesso il suo pene era ancor di più in erezione, il glande aveva assunto un colore violastro, segno che non ne poteva più: andava scaricato.

‘Allora distenditi sul letto’ – si distese e praticamente si gettò sul letto.
‘Ti va se prima dai una leccatina alla mia patatina ? O vuoi passare subito al sodo ? ‘ – Non mi riconoscevo più, non avrei immaginato che simili parole potessero uscire dalla mia bocca, davanti a mio figlio eppure era successo. E cosa strana, in quel momento volevo che continuassero a uscire.
‘Beh…una slinguazzata gliela darei volentieri anche se l’ho fatto poche volte con alcune amiche e non ho molto bene come si fa…’
‘Non ti preoccupare, ti guido io. E poi saprai sicuramente come fare, ne sono sicura ‘

Quindi mi disposti al classico 69 e ri-iniziai a spompinarlo mentre lui si occupava della mia micetta; prese a lapparla con foga senza rendersi conto nemmeno di cosa stava facendo.
Lo lasciai fare, tanto quella non sarebbe stata l’unica occasione e quindi aveva altre occasioni per fare pratica; io mi godevo quel grosso cazzo senza pensare ad altro. Pensavo già a come sarebbe stato a sentirselo tutto dentro, doveva essere fantastico.
Mentre pensavo a ciò, quasi magicamente Federico iniziò a leccarmi proprio dove volevo io, prese
anche a mordicchiarmi delicatamente il clitoride per poi tornare a leccare le piccole e grandi labbra. Poi provò anche a inserire la lingua dentro e se ne accorse che mi dava piacere, perché sussultai quasi violentemente; anch’io non volevo essere da meno nel farlo godere e quindi presi a succhiare più forte, a stringere il cazzo più forte.
Sentii che i miei umori stavano pian piano grondando la faccia di mio figlio e anche lui era sul punto di venire, questa volta volli farlo scaricare e aumentai ulteriormente il ritmo del mio pompino e dopo dopo venne, schizzandomi in bocca fiotti di caldo sperma.
Anch’io ebbe un orgasmo, ma non era come quelli che mi procurava i vibratori, questo era più intenso infatti mi scosse tutta e mi procurò un enorme piacere.
Rimasi un altro po’ in quella posizione, io a divertirmi a baciare di baci quel poderoso cazzo e mio figlio dietro, riprese a leccarmi a caso…ma d’altronde era sempre piacevole sentire la sua lingua sulla mia fighetta.

‘Federico, se ti dicessi che vorrei che mi penetrassi, mi prenderesti come una comune prostituta ?

Quella domanda sorse spontaneamente sulle mie labbra; lo volevo veramente sentire dentro ma avevo paura che mi rifiutasse. E invece…

‘Tutt’altro…se fosse staso per me, te lo avrei infilato anche prima’ – c’era da aspettarselo che lo avrebbe detto ma non voglio far polemica in una situazione come quella quindi mi spostai e mi volsi verso di lui.
Gli feci una rapida spagnola anche se con le mie poche tette che mi ritrovo fu alquanto difficile ma il cazzo riuscii a risvegliarlo abbastanza e dopo avergli dato un’ulteriore e rapida spompinata fu pronto; mi misi in posizione e delicatamente me lo infilai dentro, guidando con la mano. La mia fighetta attendeva a gran gioia il ritorno del cazzo e lo accolse subito, se pur con qualche difficoltà.

‘Oh Dio…è stupenda mamma. Questa si è che una fica degna di rispetto’
‘Oh grazie ma il merito è tutto del tuo cazzo. Erano anni che non sentivo una cosa del genere dentro di me’
E presi a muovermi ed ad ogni movimento sentivo che le pareti si dilatavano per lasciarlo entrare, ad ogni movimento che facevo Federico gemeva di piacere e anch’io non ero da meno,

Eravamo talmente presi dal nostro amplesso che non sentimmo nemmeno la porta di casa aprirsi, la voce di Francesca che domandava il perché fosse tutto buio in casa e i suoi passi verso la zona notte. Non sentimmo neppure la porta di camera di Federico aprirsi e se non fosse stato per la borsa che aveva fatto cadere per terra con un tondo sordo, noi non ci saremo mai accorti che Francesca che sulla porta a guardarci tra un misto tra la sorpresa e il perplesso.

Io non sapevo cosa fare, ero paralizzata. Anche Federico che ancora dentro di me non sapeva cosa fare e lei se ne stava lì senza dire nulla.
Si appoggiò allo stipite della porta e con aria divertita ma sarcastica ci disse:

‘Continuate pure. Io resto solo a guardare…per adesso! ‘
Francesca rimasi lì a guardaci, con un’aria che in lei non avevo mai visto eppure sembrava che attendesse una simile situazione da una vita, a guardare dallo sguardo che aveva.
Noi eravamo ancora immobili, con gli occhi fissi verso di lei, a domandarci cosa fare; fu lei ad esortarci a continuare:
‘ Su avanti, perché vi siete fermati? ‘
Cercai di rispondere ma non sapevo cosa dire, mio figlio era attonito ancor più di me eppure sentivo che la sua erezione non era affatto diminuita anzi, tutto l’opposto. Speravo di sbagliarmi ma quella situazione sembrava eccitarlo ancor di più; io invece, che adesso ero tornata con i piedi per terra, volevo smetterla, mi sentivo una stupida…

Lei ci vide che nessuno dei due continuava e quindi venne verso di noi mentre intanto si toglieva di dosso i vestiti:
‘Cos’è adesso mamma, i giocattoli ti hanno stancato e volevi sentire un cazzo vero !? ‘
A sentire quelle parole rimasi ancor più scioccata: allora era lei che mi spiava mentre io ero in bagno a masturbarmi; non avrei mai immaginato che avesse fatto la finta tonta per tutto quel tempo!
Ero sopraffatta dalla vergogna, sia per lo stato in cui ero, sia per quello che avevo fatto di nascosto..

Non so cosa mi prese ma fu lei a farci riaccendere la voglia di continuare; si avvicinò a me ormai rimasta in slip e con delicatezza che solo una donna può capire, prese ad accarezzarmi un seno, a palparmi con una sofficità ai limiti dell’indescrivibile, a pizzicarmi i capezzoli.
Mi volsi verso di lei e balbettai poche parole:
‘Francy aspetta…oddio….no, non puoi farlo…oh, sì….’
Era troppo stupendo, una sensazione stupenda e non potevo impedirle di fermarsi… perché mi piaceva troppo per farla smettere. La guardavo e non vedo più mia figlia ma una ragazza con un corpo da modella, con un seno piccolo ma sodo, un ventre piatto e due gambe snelle e sinuose.
Federico che era col cazzo ancora dentro di me sembrava eccitarsi ancora di più e infatti sentivo che si stava ingrossando ancor di più; i mie umori ormai grondavano lubrificando ancor di più l’asta che riprese a stantuffarmi con impeto.
Mia figlia si avvicinò e con la delicatezza di un angelo, mi baciò su un capezzolo, facendomi nascere un brivido freddo che risalì lungo tutta la schiena; inizia a muovermi di nuovo e al tempo stesso mi stavo toccando. L’altra mano l’avvicinai tremante al piccolo seno di mia figlia e glielo toccai; lei sussulto al mio tocco ma disse: ‘Oh si dai, Toccami’
E quindi presi ad toccargli il seno, presi a stuzzicargli i capezzoli ormai intirizziti mentre mio figlio mi scopava a dovere; ad un certo punto mi accorsi che stava per venire e anch’io cercai di venire con lui,
‘Mamma eccomi, sto per venire !! ‘ E detto questo mi scaricò dentro di me un caldo fiume di sperma e pochi secondi dopo venni anch’io, mentre mia figlia ci guardava con occhi ormai presi dalla lussuria.
Ormai i nostri istinti erano stati liberi e non c’era freno alla nostra libidine.
Mi sfilai da lui e anch’io presi a baciare i capezzoli di mia figlia, giocandoci con la lingua e mordicchiandoli mentre lei iniziava a gemere e a sfilasi le mutandine, rivelando una leggera peluria e una fichetta ancora casta.
‘Non credevo che te la radessi sorellina’ – disse Federico rivolto alla peluria che stava pian piano ricrescendo.
Intanto Francesca gemeva ancor di più e prese a stuzzicarsi mentre mio figlio guardava quella scena incestuosa masturbandosi selvaggiamente; dopo poco condussi mia figlia sopra al letto, per poter gustare la sua fichetta mentre mio figlio mi prendeva da dietro.
‘Dai Fede, fottimi il culo mentre io mi diverto con la Francy’
Non se lo fece ripetere due volte e dopo avermi sistemato a pecorina, insalivò un po’ il mio buchetto e iniziò a mettermelo dentro
‘Oh si…così dai…fammelo sentire tutto’ – pensandoci ora non riesco nemmeno a credere che quelle parole potessero provenire dalla mia bocca eppure riportando la mente a quei momenti, ricordo con esattezza che fui io a dirle. Sentivo che lentamente il mio culetto faceva spazio al cazzo, dandomi delle piccole fitte di dolore ma anche di piacere.
E mentre avveniva questo io avevo davanti agli occhi mia figlia, con le gambe aperte che mi mostrava la fica; era uno spettacolo che non mi sarei mai immaginata di adorare.
Presi a leccargliela, a volte provando ad inserire un dito, a volte due mentre osservavo le sua reazioni; da quando era entrata erano poche le parole che era riuscita a dire, ma sembrava apprezzare quei momenti.
Stavo godendo come non mai, con mio figlio alla prese col mio culo e con davanti mia figlia e non avrei mai creduto che la mancanza di un marito e un padre mi spingesse a fare simili cose, etichettata dalla società come immorali.
Iniziai a gemere mio forte, stavo per raggiungere l’orgasmo per un’ennesima volta, le palle di mio figlio schioccavano sempre più forti e i suoi colpi mi facevano sussultare tutta, sbatacchiando i miei seni impazziti; presi anch’io a leccare con più foga mia figlia, adesso i suoi umori stavano praticamente bagnando metà della mia mano che gli avevo inserito dentro e i suoi gridolini si mischiavano ai miei gemiti di piacere.
Federico era al limite, e con altre forti penetrata mi venne dentro mentre anch’io venni accompagnata da mia figlia. Eravamo tutti coperti di sudore eppure non eravamo ancora sazi.
‘Ehi Francy, che ne dici se facciamo il cambio?’
L’idea che mi venne, illuminò il viso di Federico e ringalluzzì tutto d’un colpo il suo membro mentre mia figlia era un po’ titubante anche se l’idea la stuzzicava molto, a giudicar da come era bagnata.
‘Beh… l’ho fatto solo una volta ed è stato molto doloroso’ – rispose con una flebile voce
‘Non ti preoccupare sorellina, appena senti male ti prometto che mi fermo’

E quindi scambiammo di posto, le si mise al mio posto e io mi misi davanti a lei mostrandogli la mia fica ormai bollente e abbastanza saziata; lei si dispose come ero io, se pur ancora titubante.
‘Fede, prometti che farai piano.’ – gli dissi con voce perentoria
‘Si mamma, non ti preoccupare. Te non ti sei certo lamentata del mio trattamento!’
Quindi anche lui si mise in posizione; prima passò un paio di volte il cazzo sulla fica della sorella, facendogli venire dei brividi, poi insalivò la punta del pene e del culetto. All’inzio la penetrò dolcemente con un dito e quando iniziò a dilatarsi puntò la punta del cazzo all’apertura e con calma l’inserì dentro, a tratti e con molto tatto.
I sospiri e i gemiti di mia figlia accompagnavano il mio godimento, al sentire le sue dita stuzzicare il mio clitoride ed a intrufolarsi dentro di me, mentre io gli massaggiavo i piccoli seni.
Il cazzo ormai si era fatto strada e con una forte spinta glielo fece penetrare tutto dentro, facendo lanciare un piccolo grido a mia figlia.
‘Fede: me l’avevi promesso..’
‘Non ti preoccupare mamma, non mi ha fatto nulla, anzi è stato bello’ – lo difesa mia figlia – ‘perchè hai smesso fratellone?

Ormai eravamo tutti e tre in preda ad uno stato di lussuria fuori dal comune eppure eravamo felici e non pensavamo minimamente alle conseguenze dei nostri gesti.
Federico riprese a stantuffarla, a tratti con dei colpi rapidi, a tratti con colpi delicati e lenti; mia figlia invece prese a baciarmi ed a passare la lingua sulla mia fica e sentivo la sua inesperienza tramite le strusciate casuali della sua lingua eppure mi facevano gemere di piacere.
I gemiti di mia figlia si fecero più forti e più ravvicinati, segno che stava per raggiungere l’orgasmo e come me ne accorsi io, se ne accorse anche Federico che prese a penetrarla ancora più forte, dandogli simili spinta da mandarla a sbattergli la faccia direttamente contro la mia peluria. Con una mano prese a stuzzicarli la fichetta ormai grondante di umori e a penetrarla con alcuni diti mentre con l’altra mano gli accarezzava le splendide curve del suo culetto, e qualche volta a tirargli qualche schiaffetto; tutto questo non fece che eccitare e aumentare ancor di più il godimento di mia figlia, infatti i gemiti erano diventati urli di piacere che riempivano la stanza.
L’orgasmo la raggiunse prima che fosse venuto anche il fratello infatti fu sconquassata da un tremendo orgasmo, credo uno dei più forti che abbia mai provato, perché tremò tutta e si accasciò su di me, mentre il fratello stava ancora penetrandogli il culetto ma che poco dopo venne anche lui.
Eravamo esausti eppure ci era piaciuto immensamente.
‘Venite accanto a me a rannicchiarvi’ – gli dissi
Federico si misi a destra e Francesca alla sinistra e tutti nudi rimanemmo a coccolarci ed accarezzarci il corpo.
Mi voltai prima verso Federico e lo bacia in bocca, con tutto l’ardore che potevo e dopo mi voltai verso Francesca e volli baciare anche lei, anche se sulle prime si opponeva, dopo poco si unì anche lei al bacio appassionato che gli detti.
Dopo le guardai entrami e gli dissi: ‘Grazie figli miei’

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