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Racconti CuckoldRacconti erotici sull'Incesto

l’avvocato di papà

By 18 Febbraio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Era scoppiata all’improvviso la bufera.
Papà era rientrato a casa intorno alle 20. Come sempre aveva posato la portadocumenti nel suo studio e, in camera sua, aveva dismesso il costume e la cravatta. In camicia e mutande si stava avviando in bagno a fare la doccia, mentre mia madre ultimava la preparazione della cena. Il bip del cellulare lo richiamò. Guardò il messaggio sul telefono e lo posò, lasciandolo, inavvertitamente, aperto. Lo scroscio dell’acqua e mamma che mi lancia un’occhiata furbetta, mentre allunga la mano verso il telefono di papà.
‘Non lo fare, ma’!’
‘Dai! Che c’&egrave di male!’
‘Non ti piacerebbe se lo facesse lui!’
‘Io? Non ho nulla da nascondere!’
‘E chi ti dice che lui ne abbia?’
‘Solo un’occhiata!’
Capisco che &egrave una partita persa: mi avvicino a sbirciare con lei. L’ultimo messaggio &egrave del socio di papà: freddo e formale.
‘Ti confermo appuntamento di domani da Pascale, ore 10’
Guardando la lista dei messaggi ricevuti su whatsapp, un nome attira la sua attenzione: Becco 54.
Lo apre: si vedono gli ultimi.
‘Allora stasera corna in umido?’
‘Puoi giurarci, vecchio porco! La mia moglie troia si sta già preparando.’
‘Anche noi aspettavamo un paio di amici, ma mi sa che ci daranno buca. Manda foto della tua!’
Ultima risposta di papà:
‘Mi spiace: lo sai che la troia non si fa fotografare. Magari fosse esibizionista come la tua!’
Mamma era livida: le labbra le tremavano, mentre stringeva nel pugno il telefono, quasi volesse fargli male. Papà la trovò così, uscendo dal bagno. La cena era andata a farsi benedire.
‘Così io sarei una troia, eh? Stasera corna in umido? Bastardo” e giù una serie di improperi ed epiteti improferibili. Papà cercava di intervenire e discolparsi, parlava di un gioco con uno sconosciuto. Ma mia madre era irremovibile: gli scagliò contro il cellulare, che mio padre afferrò al volo, e scappò in camera.
Papà fece per seguirla, ma lo trattenni:
‘Lascia stare! Ora servirebbe solo a peggiorare le cose.’ Mi guardò con l’aria di chi chiede aiuto. ‘Vai a dormire in camera mia, per stanotte. Proverò a parlarle!’

Un’oretta dopo, mia madre fissava lo schermo della tv senza guardarla: aveva un’aria truce che non prometteva nulla di buono. Infilata sotto le coperte a mezzo busto eretto, teneva le braccia incrociate e si mordeva il labbro. Due rivoli di trucco sbavato, che scendevano dalle orbite, testimoniavano che aveva pianto.
‘Ho detto a papà di dormire nel mio letto, stanotte!’ sussurrai, più che non dissi.
‘Hai fatto bene!’ fu il sibilo della sua risposta.
‘Ma ora sono io a non avere un letto!’
‘Puoi coricarti qui, per stanotte. Da domani troverò una soluzione!’
‘Ma che stai dicendo? Ora sei arrabbiata: posso capirlo. Ma non mi sembra sia successo qualcosa di così grave!’ mentre lo dicevo, mi spogliavo per indossare il pigiama e coricarmi. La sua reazione fu una tempesta di parole che fluivano, faticosamente, soffiando tra i denti stretti.
‘Niente di grave? Mi ha dato della troia, capisci? Mi ha descritta come una poco di buono. Non già come una donna infedele: non gli bastava!’
Sollevai le coperte, facendo finta di ignorare la sua rabbia. Mi intrufolai nel letto, continuando:
‘Se ci pensi, ha solo espresso una sua fantasia. Per il resto non ti ha coinvolta neanche raccontandotela.’
Si voltò verso di me ed io verso di lei: ora il suo volto era più disteso. Abbozzò anche un sorriso, mentre mi diceva:
‘E tu chi sei? L’avvocato di papà?’
Ricambiai il suo sorriso.
‘Pensi davvero che ne abbia bisogno?’
‘Sentirsi dare della troia a 44 anni fa un certo effetto, specie se sei sempre stata una moglie fedele. Papà, col suo lavoro, guadagna tanto, anzi tantissimo e lo sai. Ma il prezzo che ho dovuto pagare&egrave stato di rimanere spesso sola. E non ho mai cercato compagnia: mi bastavi tu!’
‘Allora? Le fantasie di un uomo’Voglio dire: se davvero papà ti voleva più disinibita’ capisci che anche per lui &egrave stata una rinuncia?’
Si gira sull’altro fianco ed io spengo la luce, pensando voglia dormire. O rifletterci su.
Invece, sento il suo culo appoggiarsi su di me e cominciare a muoversi. Resto immobile, anche se non posso dire di essere indifferente: &egrave mia madre, ma &egrave pur sempre una bella donna. Ed a me &egrave sempre piaciuta.
Se il mio corpo &egrave fermo, il mio cazzo comincia a muoversi: ho paura di quello che sta succedendo; ho paura di aver capito male; ho paura di ‘
‘Mamma, che fai?’
‘Ti stai eccitando?’
‘Purtroppo sì!’
‘Perché purtroppo?’
‘Perché non possiamo andare oltre?’
‘E chi lo dice?’
‘Ma sei la mamma!’
‘Bella questa? Le fantasie di papà sono giustificate, le mie no!’
‘Se continui, ricordati che anche io ho le mie!’
‘Vuoi dire che il mio corpo &egrave nelle tue fantasie?’
‘Più di quanto tu non possa immaginare!’
‘Allora, ora, realizziamo in un colpo le fantasie di tutti e tre!’
Dicendolo, si gira nuovamente e, al buio, cerca la mia bocca con la sua. Non aspetto di sentire la sua lingua: schiudo le labbra per accoglierla. Ha un sapore fresco. Spero solo non si fermi.
Ma lei non sembra abbia nessuna intenzione di fermarsi. La sua mano dietro la mia nuca, a tirarmi verso di lei, come fosse possibile diventare più vicini di quanto non siamo.
‘Ti desidero da anni, piccolo! Ed anche tu sei stata una rinuncia, per me. Ma da oggi non più.’
la sua testa comincia a scendere e la sua lingua percorre il mio corpo lentamente, partendo dal lobo delle orecchie. Scende lungo il collo, si sofferma sul pomo di Adamo, mentre le dita della sua destra indugiano tra le mie labbra. La sua sinistra si impossessa del mio cazzo e scivola lungo l’asta, leggera come una piuma e la sua bocca ha raggiunto il mio capezzolo sinistro. Sento la leggera pressione dei suoi denti, mentre la lingua lo titilla con movimenti vorticosi: non ho mai conosciuto un piacere così intenso. Ho solo 20 anni, vero. Ma qualche ragazza l’ho avuta ed anche una più grande di me. Ma mia madre &egrave davvero bravissima. Sento il piacere risalire lungo la mia asta, ritta nella sua mano: deve averlo sentito anche lei, perché, con un’agilità impensabile, scende con la testa tra le mie gambe e prende il cazzo in bocca, giusto in tempo perché un’abbondante sborrata non finisca tra le lenzuola, ma venga catturato ed ingoiato da lei.
Risale e le sue labbra sono di nuovo sulle mie: sento sul palato il gusto salato ed acre del mio sperma, mentre di nuovo lei mi accarezza il cazzo. Mio padre dorme di là? Chi se ne frega! Io sto conoscendo il Piacere con la maiuscola e spero solo che il tempo si fermi qui ed ora.
‘Non mi lascerai così, vero amore? Dillo che anche tu mi vuoi chiavare!’
‘Oh, sì mamma! Voglio chiavarti ed incularti!’
‘Addirittura? Non t’immaginavo così porcellone. Ma potrai avere tutto di me: prendilo quando vuoi!’
La sua voce &egrave una carezza al pari delle sue mani. Il mio cazzo &egrave già tornato duro e freme dall’ansia di incontrare la sua figa. Lei sembra averlo capito. Solleva le coperte, sento il fruscio del suo pigiama che vola per aria. Si mette a cavalcioni su di me e si porta il cazzo all’imbocco di quella galleria dei miei sogni. Il cazzo le scivola dentro e lei si stende su di me.
‘Che bello sentirti dentro, amore: hai un cazzo meraviglioso. ‘ di nuovo torna a mordicchiarmi i capezzoli, mentre le sue mani giocano con le mie orecchie e la mia bocca. Poi si rialza e comincia ad andare su e giù, ad un ritmo lentissimo accompagnato da una continua oscillazione dl bacino, ora verticale, ora orizzontale.Sen esiste qualcosa di vicino al paradiso, deve essere far l’amore con mia madre. Anche i suoi mugolii sono cadenzati a carezzare il mio cervello attraverso l’udito, per avvicinarlo, lentamente, all’orgasmo.
Ancora una volta, lei lo intuisce. Si ferma e, continuando a carezzarmi con la sua voce,
‘No, amore! Non ancora. Sto godendo ogni istante, ma non sono ancora pronta ed anche tu dovrai aspettare.’
Immobile, in sella al mio cazzo, fa scorrere le sue unghia tra i radi peli del mio petto. Ho voglia di gridarle che l’amo e che l’amo come amante e non come madre, ma la paura di rompere l’incantesimo mi trattiene e mi spinge a far esplodere l’urlo liberatorio solo nella mia testa e nel mio cuore, che &egrave una tempesta di emozioni forti, che fatico a controllare. Il mio sogno, mia madre e l’essere che sta scrivendo l’elegia del sesso per me. Ricomincia a muoversi, poi si ferma, poi si muove; si sfila il cazzo dalla fice e lo posiziona sul buco del culo. Lentamente, si lascia scivolare verso il basso, con lo sfintere che si dilata per accogliermi.
‘Il culo della mamma, amore. Tutto per te!’
‘&egrave fantastico, mamma!’
‘Ti piace davvero?’
Non mi trattengo più.
‘Ti amo, mamma!’
‘Zitto, piccolo, me lo dirai dopo. Ora continua a fottermi e pensa che sono la tua troia, il tuo sborratoio!’
il retto avvolge il mio cazzo come un guanto: sono pronto. Ed anche lei lo &egrave: lo intuisco dal suo respiro che si &egrave fatto affannoso, dal ritmo dei suoi movimenti che dall’adagio sono passati all’andante e quindi all’allegro e dai suoi gemiti, sempre più forti. Odo lo sciabordio generato dai suoi umori, ogni volta che, scendendo, le sue chiappe si infrangono contro le mie gambe, tese e dure e questa musica accentua, ancor più, il mio godere. Vorrei essere due in uno e leccare quel miele tra le sue gambe, mentre il mio cazzo le spara fiotti di sborra calda nell’intestino e lei urla alla notte il suo piacere.
Si muove ancora un po’, su e giù sul mio cazzo. Poi si alza, portandosi una mano tra le gambe, per evitare che il mio seme si sparga sul pavimento.
‘Torno subito, amore! Vado a sciacquarmi, poi passo a comunicare a tuo padre che da oggi &egrave ufficialmente cornuto e torno da te!’
Vorrei obiettare, ma anche stavolta &egrave chiaro che sarebbe inutile. Rimango ad aspettarla nel letto, con la voglia già di ricominciare.
Erano passati alcune settimane. Con mia madre, ormai, scopavamo regolarmente, nel senso che lo facevamo ogni qualvolta ne avevamo voglia, senza preoccuparci che papà fosse in casa o meno.
Quel sabato, una inconsueta combinazione di eventi, mi portò a rimanere a casa con mio padre. Lui, una tantum, non aveva appuntamenti di lavoro, mia madre, strano anche per lei, era uscita a far colazione con le amiche e poi un giro al mercato settimanale. Avrei potuto inventare una scusa ed uscire io, ma a che pro? Così ci ritrovammo seduti in poltrona, uno di fronte all’altro: io fingevo di scorrere il tablet, lui di leggere il giornale. Entrambi aspettavamo la mossa dell’altro. Fu lui a cedere. Posando il giornale sulle gambe.
‘Senti, Federico, io devo ringraziarti. Anzi: devo ringraziarti due volte?’
‘Ringraziarmi? E di che?’
‘Beh, tu mi hai permesso di realizzare due fantasie’ due progetti”
‘Due?’
‘Il primo lo sai: sognavo da sempre di essere cornuto, di sapere tua madre scopata da altri uomini”
‘Ed il secondo?’
‘Ho sempre sperato di poter scopare mia madre, ma non ho mai avuto il coraggio di fare un passo. Ora, sapere che tu scopi la tua, mi fa sentire quasi realizzato anche quel sogno.’
‘Insomma, ti senti il re dei cornuti, ora!’
Mi sorride, mi sembra con una punta di amarezza. Riprende il giornale, ma lo riposa dopo alcuni secondi.
‘Il re proprio no! E vorrei tanto esserlo. Appena, appena mi sento marchese!’
‘Non capisco!’
‘Mi fa piacere che tua madre abbia un altro ed ancora di più perché l’altro sei tu. Ma vorrei tanto sapere che la mamma ci sta, non dico con tutti, ma almeno con un bel po’!’
‘Cio&egrave la vorresti proprio troia?’
‘Ecco! Troia con la maiuscola!’
‘Sai che un po’ ce la vedo?’
‘Quanto sarebbe bello. Mi potresti aiutare? Ti va?’
‘Vedrò di trovare il modo di parlargliene, ma non la forzerò!’
Getta via il giornale e viene ad abbracciarmi. Forse crede che lo faccia per lui, ma, anche se prima non ci avevo pensato, sentirglielo dire ha scatenato anche la mia fantasia.
Papà &egrave partito: uno dei suoi soliti viaggi di lavoro. Io sono a letto con mamma: abbiamo fatto l’amore come piace a noi, senza privarci di nulla. Ora lei ha il capo poggiato sul mio petto, mentre io le carezzo la schiena.
‘Sai, sabato scorso ho parlato con papà!’
‘Di che?’ la sua voce, quando sussurra, mi solletica gli antri più peccaminosi.
‘Di noi! Di me e di te.’
‘E cosa ha detto?’
‘Che &egrave contento. Che gli piace essere cornuto e che sia io a fargli le corna, anche se”
‘Anche se?’
‘Gli piacerebbe averne di più. Insomma che tu fossi disponibile con più uomini, ma sta tranquilla. Non te lo chiederà mai.’
‘E tu che hai risposto?’
‘Non dovevo rispondere io.’
‘E tu?’
‘Io cosa?’
‘Che ne pensi?’
‘Che sono fatti vostri!’
‘Fede, io sono la donna di due uomini. Anzi, sinceramente, mi interessa più il parere tuo che quello di tuo padre.’
‘Quindi?’
‘Tu cosa pensi? Cosa ti piacerebbe che io facessi?’
‘Io? Sinceramente la penso come lui: mi piacerebbe che tu facessi la troia con gli uomini!’
‘Ma che fortuna che ho! Due uomini ed entrambi mi vogliono troia. E lo dicono proprio. TROIA! Ma davvero non credi che sia un termine offensivo?’
‘Mamma, se voglio offendere qualcuno lo faccio col mio comportamento. Ti sembra che ti eviti?’
‘Mmmh’Non direi!’
‘E ti sembra che papà ti eviti?’
‘Sinceramente?’
‘Ovvio!’
‘Se prima mi amava, ora sembra che mi adori!’
‘Quindi?’
‘Quindi per voi troia non &egrave un offesa: convengo!’
‘E oltre a convenire?’
Silenzio: lungo, interrotto solo da un respiro più profondo. Poi:
‘Va bene: ci provo, ma se non mi piace si chiude subito!’
‘Naturale! Posso dare la bella notizia a papà!’
‘Certo! Ma voglio che sia tu ad organizzare: non voglio trovarmi tra le gambe un vecchietto!’
‘Stai tranquilla: ma se dobbiamo provare dobbiamo farlo per bene.’
‘Cio&egrave?’
‘Non sarà un vecchietto: ma ad un po’ di anni arriveremo comunque!’
‘Devo pentirmi?’
‘Devi aver fiducia: vedrai che piacerà a tutti e tre!’
Al telefono, papà &egrave al settimo cielo: avesse un aereo privato sarebbe già di ritorno.
‘Che cosa vuoi fare?’
‘Ho pensato a due miei amici. Mi hanno sempre detto che mamma piace. Naturalmente, ho bisogno di un po’ di tempo per capire cosa pensano!’
‘In ce senso?’
‘Mica gli vado a dire: sai ci scopiamo in tre mia mamma, mentre papà ci guarda. Devo sondare il terreno.’
‘Sì, certo! &egrave che non mi sembra vero: grazie, Federico! Davvero!’
La verità &egrave che già diverse volte, con Saverio e Luca abbiamo fantasticato di scopare mamma e, dopo che l’ho fatto, ho cominciato a dare qualche battutina. L’ho detto: non mi sarei mai sognato potesse succedere, ma lo sognavo. Loro hanno colto il senso delle mie parole ed hanno anche provato ad approfondire, ma sono rimasto sul vago. Ora dovrò scoprire le carte e sperare bene.
Saverio e Luca pendono dalle mie labbra, mentre, cautamente, svelo i particolari.
‘Ho parlato anche di voi?’
‘Di noi?’
‘Cio&egrave, non ho fatto i nomi, ma le ho detto che mi piacerebbe vederla con altri uomini. Come pure a papà. Però devo essere sicuro della vostra discrezione: stiamo parlando di mia madre e non di una puttana di strada. Ricordate che se esce qualcosa,anche voi avete tutto da perdere.’
‘Fede, ci conosciamo da una vita. Sai che la pensiamo allo stesso modo. Magari anche le nostre mamme si facessero chiavare!’ dice Saverio.
‘Magari!’ conferma Luca.
Così, organizzo per il giorno del rientro di mio padre. Preparo mamma all’incontro e la tranquillizzo sull’affidabilità dei miei amici. Devo dire che non oppone una grande resistenza. Prepara un foglio per papà e ci scrive:
‘Raggiungici in camera!’
Ci stampa su un bacio col rossetto, giusto in tempo per aprire a Saverio e Luca. Tra tutti, sembrano loro i più imbarazzati. Mamma li saluta con un lieve bacio sulle labbra, per sciogliere il ghiaccio, si propone di fare il caff&egrave, ma loro rifiutano: hanno ben altre voglie. E traspaiono tutte dai bozzi dei loro pantaloni. Mamma ci fa strada in camera, si siede sul letto e comincia a sbottonare la camicia.
‘Tutto dipende da voi, sapete?’
Dallo sguardo dei miei amici capisco che anche per loro quel modo di parlare di mia madre &egrave estasi pura.
‘La mia prima volta, potrebbe essere anche l’ultima: vi stateprendendo una bella responsabilità!’
La camicia vola via e le lingue di SAverio e Luca arrivano a terra: siamo solo all’inizio. Lei sgancia il ferretto del reggiseno. Lo sfila e lo lancia verso Luca che lo afferra al volo e si lascia tirare da lei. Atterra sul suo seno e vi resta immobile, con gli occhi sbarrati. Comincio ad aver paura che siano troppo emozionati, ma Saverio si getta sul capezzolo di mia madre, lo imprigiona con le labbra e comincia a suggerlo con forza, mordicchiandolo e strappandole qualche gridolino di sincero dolore. Anche Luca si ridesta e si impossessa dell’altro capezzolo: lei carezza il capo di entrambi e, anche se le fanno un po’ male, li lascia continuare. Senza disturbarli, si sfila la gonna: non ha indossato il perizoma. La fica, perfettamente depilata si offre alla nostra visione, ma i miei amici non vogliono saperne di lasciare le tette di mamma. Fa fatica a stendersi sul letto, con loro sempre aggrappati ai suoi capezzoli.
‘Tu non vieni?’ mi chiede lei.
‘Apri le gambe!’ le ordino e lei non se lo fa ripetere. Mi getto a capofitto tra le sue cosce e comincio a leccarle la fica.
‘Meraviglioso. Mi piace da morire: continuate vi prego.’
Si morde le labbra, le percorre con la lingua e continua ad accarezzare le nostre teste.
‘Bravi, ragazzi. Così! Mi sta piacendo da impazzire!’
Non si accorge neanche che papà &egrave entrato in camera e che, seduto sulla poltrona, sta tirandosi un raspone guardando il film che gli offriamo. La tiro verso di me e le ficco il cazzo nella fica: ha un fremito. So che le piace che lo lasci scivolare lentamente ed io voglio farla impazzire di piacere. Saverio ha finalmente lasciato il capezzolo ed ora sta limonando con lei. In men che non si dica, anche Luca li raggiunge ed &egrave favoloso guardare le lingue di tutti e tre che si intrecciano.
‘Chi vuole entrare?’ chiedo, sfilandomi dalla fica di lei, fradicia di umori. Luca si affretta a prendere il mio posto ed io il suo. Ma ho solo il tempo di baciare mia madre, che il cazzo di Saverio si posa sulle sue labbra, sfiorando anche le mie. Ha un cazzo imponente, più del mio. Mia madre strabuzza gli occhi, lo guarda e sorride, mentre lo accoglie vogliosa, nella sua bocca. Luca ci sta dando dentro, forse un po’ troppo velocemente, ma basta un mio sguardo perché capisca e rallenti il ritmo. Se davvero &egrave la prima volta per mia madre, devo dire che ha una dote innata per scoparsi più uomini contemporaneamente. La felicità di mio padre si può quasi palpare, mentre la sua mano continua a scivolare sul cazzo, con una lentezza indicibile. Devo dire che anch’io sono felice: vedere mia madre così impegnata a succhiare e prendere cazzi, il mio compreso, mi eccita da morire. So già che glielo chiederò ancora e, penso, lo abbia capito anche lei. I nostri sguardi si incrociano, mentre le guance si deformano sotto la spinta del mio amico. Non abbiamo bisogno di parlare per capirci, per confessarci che abbiamo entrambi voglia di andare oltre questa frontiera appena raggiunta. Mi getto sui suoi capezzoli, ancora umidi della saliva degli altri due: che belli i suoi seni, anche se cominciano a non essere più così sodi.
Sento Saverio lanciare un rantolo ed un grido:
‘Vengo!!!!’
Mi volto a guardare il ritmico movimento di mia madre che tenta, invano, di ingoiare tutto. &egrave costretta ad aprire la bocca, tossisce, mentre la sborra di Saverio straborda dalle labbra e scende lungo il suo volto. La raccolgo con le dita e gliela offro e lei accetta, succhiandomi le dita ed esasperando oltre ogni limite la mia eccitazione.
‘Ora anche io, mamma!’
Lei capisce, si porta il mio cazzo alla bocca e con due colpi di lingua ben dati mi porta all’orgasmo, ingoiando anche la mia sborra. Non &egrave ancora sazia, o forse non vuol fare disparità e così lascia che anche Luca le sborri in bocca e ingoia anche la sua, prima di abbandonarsi sul letto ed invitare mio padre ad offrirle da bere anche lui. Cammina sulle nuvole, mentre si avvicina a mia madre: &egrave raggiante, mentre la bacia. Di sicuro sente il sapore della nostra sborra, ma non lo disgusta.
‘Vieni!’ gli sussurra mia madre.
Prende il suo cazzo nella bocca e fa appena in tempo. Il volto di mio padre si contrae negli spasmi dell’orgasmo, mentre le riversa il suo seme, ultimo per questa sera.
‘Ora prendi il cellulare e facci una foto a tutti e quattro. Poi mandala al tuo amico e digli che anche tua moglie si &egrave fatto sessant’anni, ma ce ne sono voluti tre!’ gli dice, chiamandoci con lo sguardo a stenderci con lei sul letto.

Non avevo mai respirato l’armonia che ora regnava in casa. Tra mio padre e mia madre c’era una sintonia vera, un rapporto franco, quale non era mai stato. Ed io ero parte di quel rapporto: non ero l’amante di mia madre, né il ruffiano di mio padre. Io ero il loro rapporto!
L’estate s’avanzava, con il suo carico di calore. Mi svegliai, una domenica. Il letto era vuoto.Dormivamo tutti e tre nel lettone, ormai: quando faceva caldo, il condizionatore riportava la temperatura ad una gradazione piacevole da condividere. Il freddo, invece, non era un problema e lo spazio neanche.Sapevo dove raggiungerli. Entrambi in terrazza: mio padre, seduto al tavolino, l’immancabile giornale tra le mani ed il cellulare posato accanto alla tazzina.Mia madre in piedi, appoggiata alla balaustra, con il caff&egrave in mano ed indosso solo un ridottissimo perizoma.’Allora?’ chiedeva lei ‘Sei felice di essere cornuto? Sei felice di quanti cazzi prendo?”Felice &egrave dir poco, amore! Sono entusiasta! Non avrei mai sperato tanto.”Sai che dovresti essere grato a tuo figlio per questo?”Lo so! E l’ho ringraziato.”A volte le parole non sono sufficienti. Dovresti dimostrargli quanto ti senti debitore verso di lui.”E come, secondo te?”A quasi ventun’anni e ancora &egrave costretto a chiedere la macchina a me o a te, se vuole uscire con gli amici.”Hai ragione! Domani vedo di liberarmi una mezz’ora e andremo a sceglierne una.’Sorseggiarono il caff&egrave, in un improvviso silenzio, che duro alcuni minuti. Poi mio padre riprese:’E tu? Sei contenta di esserti scoperta così troia?”Sinceramente, credo di voler andare ancora oltre. Mi sta piacendo, sì. Non avrei mai pensato che ogni uomo potesse regalarmi sensazioni diverse, anche se tuo figlio rimane il massimo, per me. Come te, del resto. Non si tratta di sensazioni fisiche, come con gli altri. Non solo, perlomeno. &egrave un turbinio di sentimenti, di passioni, a volte anche di sensi di colpa che si frammischiano agli stimoli sessuali e che mi fanno godere immensamente.”Allora, anche tu sei in debito con tuo figlio!”Sì, lo so!”Eccome pensi di sdebitarti?”Io mi sono già sdebitata, anche se lui ancora non lo sa!”Ah! E cosa gli hai comprato? Posso saperlo, vero?”Certo che puoi saperlo. Ma non gli ho comprato nulla. Gli ho fatto il regalo che desiderava e che mi aveva chiesto!”E dov’&egrave?”Sta crescendo qui, dentro di me!’ disse mia madre, facendo segno alla sua pancia.Le sue parole mi esplosero nel cervello come una bomba. Non sapevo se essere felice o meno. Una preoccupazione mi era sopraggiunta, dopo averglielo chiesto: come sarebbe stato doversi fingere fratello di quello che era mio figlio.La conversazione tra i due mi distolse dai miei pensieri. Continuavo ad ascoltare, rimanendo nascosto.’E come fai ad essere sicura che &egrave suo?”Nei miei giorni fertili, l’ho fatto solo con lui. Ricordi quando ti dicevo: ‘Amore, tu oggi fai il cameraman. Facci un filmino mentre noi scopiamo!’. &egrave accaduto per diversi mesi, prima che funzionasse. Ma ti dà fastidio?”Scherzi? Sono elettrizzato: non vedo l’ora di vedere la tua pancia crescere.’Dopo quelle parole, decisi di uscire e, fingendo di stiracchiarmi ancora e di essere all’oscuro di tutto, mi presentai.’Tesoro!’ esclamò mia madre, abbracciandomi e baciandomi dolcemente sulle labbra ‘Ti aspettavamo per fare colazione insieme. Abbiamo solo preso il caff&egrave. Tuo padre ed io dobbiamo dirti qualcosa.”Spero che non sia nulla di grave’ o peggio ancora che mi diciate che la nostra storia deve finire’ o che”’Calma! Calma! Non finisce proprio nulla, anzi!’Mia madre preparò la colazione e mentre mangiavamo, mi raccontarono tutto quello che io sapevo già, cominciando dall’auto e non mi fu difficile manifestare il mio entusiasmo. Non altrettanto semplice fu nascondere le mie preoccupazioni, quando mamma, baciandomi ancora, sedendosi su di me e cingendomi il collo con le braccia, mi comunicò l’imminente paternità.’&egrave una femmina, sai? Ho fatto tutti i controlli possibili e non c’&egrave nulla che non vada: la nostra bambina e sana. La prossima volta potrai venire con me: ma fino ad ora dovevo essere certa di poter portare avanti la gravidanza ed ho voluto farlo senza dirti niente. E neanche a tuo padre, il nonnino. Ora, però, dovremmo festeggiare!”Hai in mente qualcosa?’ chiese mio padre.’Che ne direste, se partissimo per un week end?”Ottima idea!’ sentenziai.’Si può fare! Dove andiamo?’ chiese papà.’Cosa ne diresti, se andassimo a fare la conoscenza di quei tuoi amici di whatsapp? In fondo, in parte &egrave merito anche loro, no. E poi a me l’Umbria &egrave sempre piaciuta!”Sbaglio di tanto, se dico che ti va di fare la troia in trasferta?’ chiese ancora mio padre.’Non ti sbagli per nulla. Ho intenzione di conoscere un’altra coppia come noi e di poter mostrarmi per quella che sono, senza falsi moralismi.”Provo a sentirli. Ma non dare nulla per scontato. Un conto e scherzare in chat, un altro &egrave ospitare tre persone per un fine settimana.’
Lei si alzò e cominciò a sparecchiare: guardai il suo magnifico culo allontanarsi verso la cucina.Mio padre, mi prese la mano e, fissandomi negli occhi, mi disse:’Non preoccuparti: troveremo una soluzione perché tu possa fare il padre di tua figlia!’In silenzio, aveva letto il mio tormento ed aveva saputo dire le parole giuste.

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