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Racconti erotici sull'Incesto

Le sorprese della vita

By 28 Settembre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Rconto di ‘hanter’….

Le sorprese della vita.
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Era un lunedi mattina e come al solito mi recavo al lavoro, ma andiamo con ordine; io abito in un paesino di provincia e lavoro come impiegato in un ufficio di una grande azienda a 20 minutu da casa. Sposato da cinque anni con mia moglie che chiameremo ‘Elena’ che lavora come commessa in un centro commerciale, una figlia di quattro anni, cane, gatto, ecc…
Come stavo dicendo mi recavo al lavoro dopo aver accompognato mia figlia a scuola e pensavo a mia moglie ancora nel letto che si godeva una setimana di ferie dopo aver lavorato sempre sotto le feste di natale.
Comunque arrivai in ufficio e con mio grande stupore vidi che nessuno dei miei colleghi era seduto al suo posto di lavoro ma tutti in piedi con ancora i cappotti parlottavano sommessamente… ‘cosa succede’ domandai a Luisa, una mia collega di 30 anni, bionda con tutte le curve al posto giusto, per carita niente di giunonico ma molto desiderabile nel suo insieme, ‘ ma come non ti sei accorto che fa un freddo cane, sembra che non sia partito l’impianto di riscaldamento e in queste condizioni lavorare &egrave impossibile. Ma scusa tu da dove vieni dal polo nord per non accorgerti’ la guardai con la faccia un po’ stupita e le dissi che venendo da fuori non ci avevo fatto caso avendo ancora indosso il cappotto ma l’idea di togliermelo non mi sfiorava neanche. Effettivamente li dentro si gelava. ‘Stiamo aspettando il direttore che sta parlando con gli addetti al riscaldamento per decidere il da farsi’ intervenne Gino (altro collega) con berreta, sciarpa, cappotto e guanti. La scena era davvero surreale eravamo circa venti in quell’ufficio tutti vestiti come se invece di lavorare al computer dovessimo lavorare in una ghiacciaia. Il direttore tornò e ci comunicò che l’impianto era fuori uso per quel giorno e che non potendo ottemperare alle nostre funzioni in quelle condizioni eravamo liberi dagli impegni lavorativi senza perdere la retribuzione.
Non ci credevo ancora, mi sentivo come al liceo quando convinto di dover andare a scuola scoprivo che le lezioni erano saltate per lo sciopero e l’adesione solidale a qualche categoria di lavoratori (non meglio identificata). Quindi apparentemente indifferenti (per salvare le apparenza) ma in realtà entusiasti ci dirigemmo, io ed i colleghi, in un vicino bar per un caff&egrave. Ero appoggiato al bancone del bar e sorseggiavo il mio caff&egrave guardando distrattamente in direzione dei bagni quando vidi uscire Luisa che ando ad urtare in un tavolino facendo cadere qualche cosa e nel’accovarsi a raccogliere intravidi dall’apertura del cappotto un magnifico paio di gambe che facevano capolino da una gonna credo a portafoglio. Ricordo perfettamente una porzione di coscia scoperta fina all’inguine, inguaninata da delle calze nere non autoraggenti ma sorrette da reggicalze ed il contrasto di colore laddove finivano le calze ed iniziava la pelle candida, scoperta, fino ad intravedere le mutande mi diede una sensazione di caldo, di possesso, di voler possedere quelle cosce, di volerle scoprire ancora, di baciarle, leccarle, di sentire l’umido del suo sesso. Chiusi gli occhi un attimo e mi sembro di poter percepire l’odore degli umori vaginali di quella donna e potevo gustare quegli odori, ecco, questo forse &egrave il termine che più rende l’idea di quello che in quel momento sentivo: mi sembrava di non poterli soltanto odorare, ma tramite l’odore li potevo gustare con la bocca , il palato e poi giù fino…… &egrave vero, non era niente di eclatante ma quella visione provoco in me una erezione marmorea e dovetti lottare contro il mio istinto che mi portava a toccarmi e stringere il mio pene per gioire della sua durezza. Il mio pensiero andò subito a mia moglie Elena, l’immaginavo ancora dentro il letto caldo, accogliente e non vedevo l’ora di poterla gustare. Quindi sostenuto dalla speranza che fosse ancora nel letto, salutai i miei colleghi con una scusa e mi diressi alla macchina e via verso casa. La macchina fredda e la strada ghiacciata non spensero i miei bollori anzi….. la senzazione di freddo che provavo ed il pensiero del corpo caldo di mia moglie…. avevo l’acquolina in bocca e solo la voglia di arrivare a casa mi trattenne dal masturbarmi, li, subito. Pensavo a mia moglie i suoi capelli lunghi castano chiari, lucenti, il suo viso dolce ma deciso, il suo ventre piatto, il sedere rotondo ben sostenuto sodo e le gambe….. ho le gambe, lunge affusalate perfette, non troppo magre ma toniche abbastanza muscolose ma non troppo, insomme per me perfette. Ero innamorato (e lo sono tutt’ora) delle sue gambe. Mentre il seno non era niente di eccezionale, anzi… piccolo, forse tra piccolo e medio per essere pignoli ma.. un po’ cadente, con aureole grandi. Non &egrave il mio ideale. A me piace il seno sodo, che sia piccolo o grande a poca importanza ma sodo, deve essere sodo. E questo lei lo sapeva, ed a volte capitava che mentre si faceva l’amore preferiva tenere il reggiseno con mio grande disappunto. Sia chiaro, non feci mai niente per dare ad intendere che non mi piacesse il suo seno o che non dedicassi attenzioni ai sui capezzoli durante i rapporti, &egrave solo che lo sapeva, sapeva che il seno non erà il suo punto forte.

Immerso in questi pensieri la strada scorreva dolcemente e presto giunsi a casa. Salii le scale piano per non svegliare mie moglie ed entrai in casa in silenzio. Subito mi accorsi, guardando il tavolo della cucina, che qualcosa non andava. Vi erano due tazzine da caff&egrave e se una era di mia moglie di chi era l’altra? Non certo la mia, io avevo l’abitudine di fare colazione al bar. Allora chi c’era in casa? Sentii dei sospiri provenire dalla camere da letto e la durezza del mio pene si sostitui con un pugno allo stomaco. Mi appoggiai alla parete, ero sconvolto. No non poteva essere, Elena non poteva tradirmi non aveva senso, non ci volevo pensare ma i mugolii di piacere provenienti dalla camera da letto erano inequivocabili ed una rabbia improvvisa mi assali. Non ragionavo più, ero fuori di me, mi precipitai in camera senza pensare a controllare la mia collera, spalancai la porta e……….Rimasi di sasso. Nel letto c’era mia moglie completamente nuda impegnata in un 69 con sua cugina Irene.
Avevano il viso completamente immerso l’una nella fica dell’altra e quando alzarono la testa per la sorpresa oltre al loro totale imbarazzo notai che tutta la parte intorno alla bocca era intrisa di umori vaginali. Elena subito comincio ad imprecare ‘ho cielo, porca miseria, che figura, cavolo ma tu che ci fai qua, non dovresti essere qui, noi.noi….vedi non &egrave come pensi. Si insomma….non stavamo facendo……..si stavamo facendo e inequivocabile ma…Irene cazzo di qualcosa’.
E mentre parlava tentavano entrambe di coprirsi alla meglio, di sfuggire alla mia vista, ritirandosi sotto le coperte. In nquanto a me non ebbi neanche il tempo di realizzare quanto accaduto che una gioia mi invase ed il pugno che fino a poco fà serrava il mio stomaco tornò ad impossessarsi del mio cazzo. Il mio sguardo si poso su Irene, fantastica creatura, mora verace con due tette da mille e una notte, ma riuscii solo ad intravedere i sui capezzoli appuntiti ed una porzione della sua folta peluria perche si era nascosta dietro a mia moglie e poi si era infilata sotto le coperte. Ma bastava il loro sguardo smarrito da bambine trovate con le mani nella marmellata, a farmi eccitare e sentirmi padrone della situazione ma, mi sbagliavo e di grosso.
Quello era il sogno della mia vita e non potevo credere sche si stesse realizzando li adesso. Avevo chiesto tante volte a mia moglie di provare un’esperienza con un altra donna ma lei si era sempre negata a questo mio desiderio perch&egrave diceva che le faceva schifo e poi era gelosa e che comunque le faceva schifo, schifo, schifo, le ripugnava il solo pensiero di poter toccare il sesso di un’altra e che comunque era gelosa. E adesso invece era li dovanti ai mie occhi con un’espressione a meta tra il senso di colpa e lo stupore e questo mi eccitava ancora di più. Mi avvicinai e mi sedetti sul letto cercando di tranquillizzarle dicendo loro che era tutto a posto, che non c’era problema, che andava tutto bene ma, più io cercavo di avvicinarmi e tranquillizzarle più loro si ritraevano. Allora alungai una mano cercando la mano di mia moglie e intanto continuavo a parlarle e a rassicurrla. Inizialmente sembro che lei si calmasse ed io pensai che il primo passo fosse fatto. Stavo pensando alla mossa successiva quando all’mprovviso Elena si ritrasse di colpo, come destata da un brutto sogno ed inizio ad inveire contro di me: ‘brutto porco, cosa pensi di fare…….ha si, lo so cosa hai in mente ma puoi scordatelo, sei solo, solo un lurido maiale ecco quello che sei. Tu pensi a sollazzarti con noi e non comprendi come ci possiamo sentire…..vattene ti prego vattene, esci di qui e togliti pure dalla testa certe cose’. A quel punto persi la pazienza, anche perch&egrave in fondo mi sentivo comunque un po’ tradido, in somma, mia moglie stava facendo sesso con un altra persona e tentava di escludermi da tutto cio. Sentii mancare quella senzazione di complicita indispensabile per una coppia che si ama e sbottai dicendo ‘ha e così sarei io il porco….ma guarda carina che non ci sono io nel letto nudo con mio cugino e non ero io che fina a due minuti fà avevo la faccia sprofondata nella sua fica’ lo dissi guardando irene ‘ e poi’ aggiunsi (ormai ero partito) ‘questa &egrave casa mia e questo &egrave il mio letto quindi se volete andare accomodatevi pure’. ‘sei uno stronzo’ invenne mia mia moglie e dicendoo ciò si alzarino coprendosi come potevano con le coperte e raccogliendo i loro vestiti se ne andarono in bagno.
Nel tragitto che compirono per arrivare al bagno , non potei fare a meno di ammirare le loro gambe e due bei paia di culi. Devo dire molto simili tra loro, di squisita fattura, l’unica differenza percettibile era che quello di irene era molto più peloso, si vedeva chiaramente la fuoriuscita di peluria dal solco in mezzo alle natiche. &egrave si devo ammettere che quelli erano i due più bei sederi che avessi mai visto, erano marmorei. Poi la porte del bagno si chiuse e lo spettacolo finì. Sentii, appena ebbero chiuso la porta , Irene scoppiare in un pianto liberatorio, di fatti fino a quel momento non aveva proferito parola e mia moglie che tentava di consolarla. Mi giungevano solo voci sommesse e riuscii ad intuire solo che cercavano di consolarsi a vicenda.

Dopo un bel po’ di tempo la porta del bagnio si apri e mia moglie accompagno irene alla porta e sommessamente se ne andò. Io ero rimasto in camera e non sapendo bene cosa fare (in fondo era la prima volta che mi capitava una cosa del genere) aspettai sperando che Elena venisse a parlarmi. Aspettai un po’ di tempo ma non accadde niente, allora preso coraggio andai in soggiorno ad affrontare mia moglie (sinceramente non sapendo bene cosa dire). La trovai intenta a trafficare nel lavandino a lavare le due tazzine, doveva essere circa un quarto d’ora che le lavava. ‘allora da quanto tempo va avanti questa storia’ non sapendo cosa dire fu l’unica frase che in quel momento mi passo per la testa. ‘da quanto tempo? Ma sei impazzito…cosa credi che sia una specie di lesbica ad ore’ e scoppio in lacrime. ‘senti’ mi disse ‘non lo so cosa ci sia preso questa mattina ma non &egrave come pensi tu’ ‘bene allora spigami’. ‘ho sentito suanre alla porta poco dopo che sei uscito, dormivo cosi bende che non volevo alzarmi ma poi ho pensato che fossi tu che ti eri dimenticato qualcosa quindi mi alzai ed andai ad aprire trovandomi mia cugina’. ‘E cos’era venuta a fare a darti il dolce risveglio?’ ‘non essere stronzo, cerca di non peggiorare la situazione altrimenti non riesco ad andare avanti’ ‘ok scusa, continua pure’ dopo una pausa trasse un sospiro e continuò. ‘ era venuta a portarmi i suoi vestiti di quando era piccola per nostra figlia, le dispiaqque di avermi svegliato e se ne voleva andare ma io per non essere scortese la invitai a prendere un caff&egrave’ ‘già’ intervenni ‘ho visto le tazzine, tra laltro penso che potresti smettere di lavarle,, dovrebbero essere pulite’.
Chiuse il rubinetto e a ndò a sedersi in una sedia, guardo fuori della finestra e continuò ‘iniziammo a parlare del più e del meno poi non so come finimmo col porlare del suo seno’ ‘si dai ..lo sai, Irene ha un seno stupendo e le dissi che la invidiavo molto, che anchio avrei voluto un seno come il suo. Mi vide abbastanza afflitta e cerco di consolarmi dicendomi che ……..anche io non ero messa così male, che non dovevo sminuirmi, ecc. poi mi disse che conosceva alcuni trucchetti per sollevare il seno cadente imbottendo in una certa maniera il reggiseno, io dissi che ero un caso disperato e che non c’era niente da fare ma lei insistette e mi convinse a fare una prova. Andammo in camera e ci mettemmo a frugare tra i miei reggiseni ma non ne trovammo nessuno che poteva andare bene per lo scopo. A quel punto Irene ebbe l’idea di usare il suo, gli feci notare che era di almeno due taglie più grandi ma lei rispose che era proprio quello che serviva. Così si tolse il maglione e si sgancio il reggiseno, ma ti giuro che fino a quel punto la cosa era totalmente innocente. Quando se lo tolse non potei fare a meno di ammirarla, le sue tette non calarono di un millimetro, rimanevano su, quasi a voler svidare la forsa di gravità. Poi comincio ad armeggiare con il reggiseno imbottendo la parte inferiore con del cotone. Dopo un po’ disse che era pronto e che potevo provarlo. Io ero imbarazzata a mostrare il mio seno cadente ma ormai non potevo tiratmi indietro e mi spogliai, tolsi la camicia da notte e rimasi in perizzoma. Lei mi disse che di certo non avevo un bel seno ma avevo un culo da favola. Scoppiammo a ridere, eravamo entrmbe imbarazzate. Mi fece girare di spalle e mi infilò il reggiseno dal dietro. Armeggiò un po’ con le mie tette e nel farlo il suo seno andava a strofinarsi contro la mia schiena, sentivo chiaramente i suoi capezzoli, percepivo la loro durezza e mi sempbrava che ad ogni contatto diventavano più duri. Ma forse era solo la mia impresione. Fatto stà che lei continuava ad armeggiare con il reggiseno. Io mi sentivo strana. I capezzoli cominciavano a diventarmi duri e mi accorsi che cominciavo ad eccitarmi. Eravamo ai piedi del letto davanti allo specchio dell’armadio quando lei soddisfatta del lavoro mi disse che ora potevo vantare due taglie in più. Dicendo ciò si sedette sul letto mentre io mi rimiravo nello specchio dove però mi cadde lo sguardo sul suo viso e vidi che non stava guardando i risultati del suo lavora ma…….. mi fissava il culo, l’aveva a dieci centimetri dalla faccia, io ero tesa come una corda di violino. Poi disse ‘ Elena hai un sedere stupendo! sembra finto da quanto &egrave bello’ sembrava ipnotizzata dal mio culo poi lo sfiorò con una mano. A quel contatto io mi girai di scatto per la sorpresa e lei per lo stesso motivo si alzo dal letto e ci ritrovammo con il viso a pochi centimetri ed il suo seno che premeva contro il mio. Fù un attimo. Io non capivo più niente le nostre bocche si unirono in un bacio frenetico ci abbracciammo e cademmo sul letto, poi……..poi non so era tutto così confuso, eravamo in preda alla passione non ci rendevamo conto di quello che stavamo facendo. Ricordo che il suo bacino premeva contro il mio e il mio contro il suo. Sentivo che lei spingeva ed io spingevo a mia volta, iniziai a baciarle il seno a succhiarle i capezzoli, lilambivo, li mordevo…po mi rovescio, mi strappò il perizzoma, mi apri le gambe e si mise a sospirare vicino al mio sesso ma lo sfiarava appena con il respiro , portò le mie gambe al petto piegandomi come un’ostrica che si chiude e di colpo inizio con foga a leccarmi il culo. Ebbi un orgasmo violento, immediato senza che lei mi toccasse il clitoride, era un orgasmo diverso, interno, interminabile, le pareti della mia vagina pulsavano e mi sembrava che della lava incandescente colasse da essa. La cosa strana fù che quell’orgasmo non mi calmò come accade di solito con gli argasmi clitoridei riportandomi alla realtà anzi mi sentivo ancora….. non so come spiegarlo, ancora più infoiata ero affamata di sesso, quindi gli presi il volto e la baciai ancora, leccai il suo viso mentre lei finiva di spogliarsi. La rovesciai sul letto ed inziai a baciarla sul collo, sul seno e poi giù fino ad incontrare la sua folta peluria. Rimasi un attimo sbalordita, aveva un pube molto peloso. I peli iniziavano poco sotto l’ombelico e si espandevano per tutto il suo ventre. Continuai a scendere fino al punto di trovarmi a pochi centimetri dalla sua vagina. Non era rosa chiaro come la mia ma di un rosa molto intenso quasi rosso, le grandi labbra erano turgide il clitoride molto pronunciato come un piccolo pene e delle secrezioni lattigginose colavano dall’apertura. Mi fermai un’attimo e pensai che non sarei riuscita a farlo, poi lei mi prese la testa con decisione e spinse il bacino verso la mia bocca. Ansimava e spingeva roteava il bacino, io feci un po’ di resistenza e poi mi lasciai andare, dischiusi la bocca ed inghiottii il suo clitoride. Iniziai a leccare tutta la sua fica, aveva un sapore particolare ma non sgradevole anzi, le sue secrezioni erano dolciastre e mi inebriavano. Cambiammo molte posizioni. L’ultima era il 69, poco prima che arrivasti tu. Non so quanto tempo abbiamo passato a leccarci. Ricordo solo il tuo arrivo che mi riporto improvvisamente alla realtà e fece riaffiorare la mia coscienza. Una brutta senzazione’. Silenzio………io non ero eccitato, no, ero superarrapato, il cazzo mi esplodeva dai pantaloni. Non mi sarei mai aspettato un racconto così dettagliato. ‘vedi’ disse ‘sono scesa cosi nei dettagli per farti capire che non voglio escluderti da nessun particolare della mia vita solo che non puoi chiedermi di rifarlo con te. ‘ma perch&egrave’ sbottai ‘perche sono gelosa e non potrei sopportare l’idea che qualcuno ti toccasse’. ‘però io l’ho dovuto sopportare &egrave, io l’ho dovuto vedere mentre tu no, tu non ci riusciresti. Be ti dico una cosa, se vuoi che le cose tornino come prima penso proprio che ci dovrai riuscire’. E me ne andai incazzatissimo sbattendo la porta.
Da quel giorno il nostro rapporto si raffreddò, non ci cercavamo più. Cercavamo solo di salvare le apparenze per nostra figlia. Poi un giorno, dopo circa un mese dall’accaduto mia moglie mi disse che per un po’ sarebbe tornata da sua madre. Non ce la faceva più a sopportare quel clima di tensione ed io sinceramente neanche. In un giorno il nostro rapporto si era trasformato da amore in apatia. Quindi non mi opposi a quella decisione, anzi l’incoraggiai leggendo negli occhi di mia moglie il disappunto e la delusione di un mio cosi entusiastico accordo. Io forse lo facevo più per vendetta che per altro. Volevo incosciamente che soffrisse come io soffrivo per le sue negazioni.

Era passato ormai quasi un mese ed io ed Elena ci vedevamo solo quando andavo a trovare mia figlia ma non ci parlavamo quasi più. Una sera era di venerdi decisi che ne avevo abbastanza e che sarei uscito a fare baldoria. Avevo bisogno di sesso, stavo scoppiando e a costo di pagare una puttana quella sera avrei scopato. La serata prevedeva (secondo i miei piani) ristorante, pub, discoteca, night, e se anche li non fossi riuscito a rimorchiare…..viale delle lucciole, li qulche cosa avrei rimediato sicuro. Ero pronto per uscire dopo una lunga doccia per cancellare un po’ di stress, mi ero cambiato ed ero abbastanza soddisfato del risultato. Non ero ancora da buttare avevo 35 anni e volevo vivere la mia vita come single dopo tanto tempo. Si, decisi che per quella sera non avrei pensato a mia moglie. Ero assorto in questi raginamenti, pronto per uscire a prendere un aperitivo quando sento suonare alla porta. Un po’ scocciato andai ad aprire e mi trovai davanti mia sucera con le borse della spesa.
‘ciao, mmm come sei elegante, non &egrave che per caso stavi uscendo’.
Mia suacera &egrave una bella donna di 49 anni, veramente e non &egrave solo un modo di dire, ben portati, capelli biondi di media lunghezza lisci, setosi, occhi verdi grndi e vivaci, di altezza poco sopra la media, fisico atletico (per i suo 49 anni) insomma una bella donna, non che a me interessasse sotto quel punto di vista, ma comunque andiamo avanti. ‘io veramente……..’ ‘ bh&egrave che fai, mi lasci sulla porta’ e senza aspettare una mia risposta entrò e mi appioppò le borse della spesa. Io rimasi un attimo interdetto fermo davanti alla porta aperta, quando lei intervenne risoluta ‘su muoviti che sono quasi le otto e devo ancora prerare la cena, dai portami le borse in cucina e….. che ne dici se mentre io preparo la cena tu preparassi un aperitivo…non troppo alcolico mi raccomando sai che non reggo bene l’alcol e stasera vorrei rimanere lucida, abbiamo molto da parlare’ mentre diceva queste cose era già arrivata in cucina ed aveva iniziato a tirar fuori le pentole. Addio serata spenseriata. He no, pensai, quella era la mia serata e non me la sarei fatta rovinare. Voleva parlare, bene, intanto avrei scroccato una cena (anche perch&egrave cenare da solo al ristorante in fondo non era un’idea così brillante), e poi dopo cena mi sarei sbarazzato di lei e………tutta vita. Nel frattempo avrei preparato l’aperitivo ‘poco alcolico mi raccomando’ aveva detto, si si, certo, ci penso io. Mi venne fuori un intruglio che l’unica cosa di analcolico erano poche gocce di suco d’arancia per dare un po’ di colore. Avevo mischiato gli ingredienti non in base ad una ricetta precisa ma alla gradazione alolica, più alcol c’era e meglio era, l’avrei rimbambita ben bene per poi spedirla a casa. Assaggiai l’intruglio e con mio grande stupore mi accorsi che il sapore in fondo non era pessimo ma solo molto forte. Mia suocera mi disse che la roba era sul fuoco e che tra qualche minuto sarebbe stato pronto quindi, sotto con l’aperitivo. Eravamo in piedi ed al primo sorso avvampò dicendo ‘ma che roba &egrave’, sei sicuro che c’&egrave poco alcol’ ‘si si, stai tranquilla &egrave che questi analcolici moderni riproducono il sapore dell’alcol ma in realtà ne contengono pochissimo, poco più di una birra’ ‘se lo dici tu, in effetti il sapore non &egrave male, solo mi da l’impressione che sia un po’ forte’ ‘non ti preoccupare cen ne vorrebbero dieci litri per ubriacasri’ e continuammo a bere, sinceramente iniziavo a sentirmi un po’ brillo, quell’intruglio era micidiale. Al terzo bicchiere l’espressione del suo volto era cambiata ed iniziava dare segni di instabilità. Il campanello del forno suonò e mi pregò di accomodarmi a tavola e di aprire una bottiglia di vino dicendo ‘un po’ di vino a tavola non fa certo male, lo dicono anche i dottori’ ‘si certo’ risposi io ‘purch&egrave non si esageri’ io mi sentivo abbastanza alticcio, con tutto quell’alcol senza niente nello stomaco e lei parlava con la bocca un po’ inpastata a rideva spesso anche senza motivo.
La cena scorreva allegramente tra l’arrosto che era delizioso ed il vino che anche se mia suocera ne bevve solo un bicchiere aggiunto a tutto il resto…….ci scambiavamo battute come due liceali al loro primo incontro. Poi d’improvviso si fece seria e disse ‘non so quello che mi stia succedendo scusami’ trasse un lungo sospiro, concentrò lo sguardo in qualche punto non definito ‘ma sono venuta qui per un motivo ben preciso e tu lo sai, allora cosa diavolo e successo tra te ed Elena sino a poco tempo fa andavate d’amore e daccordo e poi all’improvviso tutto &egrave finito? No, ci deve essere un motivo ben preciso ed io sono venuta per capire quale. Hai un’altra?’ mi disse con voce greve senza guardarmi in volto ‘guardi che &egrave furi strada. Sua figlia non le ha detto nulla?’ ‘si lei mi ha detto che non &egrave successo niente di particolare e che &egrave solo una crisi momentanea e che tutto passera. Ma a me non sembra che questa crisi stia passando anzi. Allora cosa diavolo &egrave successo’ ‘credo che dovrebbe essere Elena a parlare con lei e non io’ ‘ti ho gia detto che &egrave molto elusiva e sembra volermi tenere lontano da questa storia, ma io sono sua madre, devo sapere, voglio capire se &egrave possibile metterci una pezza oppure la situazione &egrave davvero irrimediabile, ma cosi mi sento impotente, devo sapere’. Rimasi in silenzio, anche perch&egrave non mi sentivo affatto lucido, cercavo di trovare un modo di dirle….ma dirle cosa, no, io non avrei parlato. ‘avanti non fare il bambino’ inizio ad alzare la voce ed il suo tono divenne arrogante. ‘ho il diritto di capire, parla, devi parlare’ si era alzata dalla sedia e mi guardava incollerita, io ne avavo abbastanza ‘va bene, vuoi sapere la verita, tutta?’ ‘sono qui per questo…..allora?’ ‘molto bene, allora ho trovato sua figlia nel letto che se la spassava con sua cugina Irene, sua nipote’ sbianco in volto ‘che vui dire’ disse con voce tremante ‘voglio dire, cara signora, che sua figlia era immersa con la faccia nella fica di Irene e sembrava anche che la cosa le piacesse, per lo meno fino a quando sono arrivato io. Ma il motivo vero della nostra separazione e che non mi hanno neanche fatto partecipare anzi, si sono offese’.
Aveva gli occhi sbarrati, il suo pallore era cadaverico, sembrava non respirasse più, non parlasse, non vivesse, era come una statua di cera. Solo in quegli interminabili attimi mi resi vagamente conto di ciò che avevo detto e soprattutto come. Più darti detti la colpa all’alcol che certo fece la sua parte, ma in realta il mio era solo rancore, si rancone, per essere stato abbandonato per aver vissuto da solo per un mese, per non essere riuscito a condividere con mia moglie quell’esperienza, ma rancore verso chi??. Poi le lacrime sgorgarono dai suoi occhi, meno male pensai, sta reagendo. Il suo sguardo era comunque assente, sembrava quasi immaginasse la scena di sua figlia e sua nipote, la sua nipote preferita, come la chiamava spesso. Infine le parole come le lacrime uscirono a fiumi, non impetuose ma continue e lente, ripetitive ‘no….no.. non può essere, mia figlia….no, non con mia nipote..no, fà che non sia cosi, fà che non sia cosi’ e si accascio sul pavimento contiunando a piangere. Io mi alzai, mi inginocchiai davanti a lei cercando di consolarla, ma era tutto inutile, continuava a piangere e a lamentersi, le mie parole non avevano effetto. Rimanevo accanto a lei aspettando che si calmasse, quando mi afferro per le braccia con forza, aveva smesso di piangere e respirava in maniera affannata ‘Carlo, (io) Carlo Oddio mi sento male, mi manca il fiato, Carlo aiutami’ la presi in braccio e la deposi sul divano. ‘cosa si sente’ ‘non so, non rieco a respirare…ho i ctampi allo stomaco..’ iniziai a sbottonarle la camicietta cercando di farle un po daria, era tutta sudata, avevo paura che avesse una congestione, continuavo a parlarle cercando di rassicurarla, che andava tutto bene e dovetti farmi coraggio perche era in uno stato pietoso e sinceramente avevo paura che ci restasse secca.

Piano piano inizio a star meglio, aveva gli occhi chiusi e il suo respiro era regolare, calmo. La quiete dopo la tempesta pensai e anche io mi rilassai un po’. Mi alzai e andai a prendere un bicchiere di vino, i fumi dell’alcol non erano ancora passati ma mi ci voleva proprio. E fù li che iniziai a guardare mia suocera con occhi diversi, era distesa sul divano, camicetta abbondantamente aperta su un reggiseno di pizzo nero a tratti trasparente, il seno, una quarta abbondante si muoveva lento, sinuoso, al ritmo del suo respiro. Scesi con lo sguardo sulle sue gambe lasciate scoperte dalla gonna, un ginocchi era alzato appoggiato alla spalliera del divano e dalla posizione in cui ero potevo vedere fino all’inguine. Indossava delle autoreggenti nere, la cosa non mi stupiva, era una donna chea curavaare molto il suo aspetto ed era molto ricercata nel vestire, ma il mio sguardo era attratto dal punto in cui la pelle eara scoperta fino all’inguine dove una folta peluria bionda usciva abbondantemente dalle mutande nere. Non scorgevo tracce di cellulite, le sue gambe erano perfette, affusolate come quelle di sua figlia, forse leggermente più magre e meno muscolose. Avevo un’erezione pazzesca, come non ne avevo da tempo. Mi incantai a guardare il suo viso, le sue labbra rosse, il pallore era ormai scomparso, sembrava un angelo con i capelli scomplgliati e un po’ bagnati sulle punte dal sudore di prima. Ero cosi assorto che qusi non la sentii quando mi chiamò, la sua voce era dolce flautata ‘Carlo….. vieni qui, non lasciarmi sola, abbassa un po le luci, mi scoppia la testa non riesco a tenenre gli occhi aperti…..troppa luce’ mi alzai e spensi le luci della sala lasciando solo quelle della cucina e mi sedetti accanto a lei. Mi prese la mano stringendola teneramente, apri gli occhi e mi guardo con dolcezza. Fù un momento molto intenso, quegli occhi verdi mi penetravano dentro l’anima ma non con violenza, con naturalezza e calore. Era serena, pacata. Poi corugo la fronte e le lacrime ricominciarono a scendere ma senza lamenti solo lacrime che scendevano copiose e le solcavano le guance. Con l’altra mano mi accarezzava i capelli eparlava dolcemente ‘pvero carlo, devi aver sofferto molto…..mi dispiace…..mi dispiace’ il suo sguardo era sincero, mi inteneriva, mi sentivo invaso da un calore e da un affetto che da tempo non provavo, mi riportava indietro nel tempo, mi sentivo protetto e allo stesso tempo provavo una forte attrazione fisica, molto carnale. Passai lentamente la mia mano sul suo volto, era umido di lacrim, tentavo di asciugarlo ma le lacrime continuavano a scendere, passai le dita sulle su labbra, il cuore mi batteva nelle tempie e il mio pene pulsava di eccitazione. Fissavo le sue labbra con desiderio erano a poca distanza dalle mie, alzai lo sguardo e incrociai i sui occhi, si irrigidi un attimo, pareva avesse capito le mie intenzioni, poi continuo a carezzarmi i capelli, per me quello era un segno di assenso. Guardai ancora le sue labbra le vidi dischiudersi leggermente, non ce la facevo più, le misi una mano sotto la nuca l’attirai a me con decisione e la baciai, anzi, ci baciammo in un bacio frenetico pieno di desiderio e di passione, le nostre lingue mulinavano si cercavano, lei mi attirava a se con foga mi stringeva fin quando persi l’equilibrio e caddi sul pavimento ma lei non si stacco da me dalle mia bocca. Le mie mani iniziarono ad esplorare quel corpo, le palpavo il sedere sodo mentre lei sfregava il suo pube sul mio cazzo. Infilai una mano sotto la gonna ed incontrai la pelle nuda, liscia, tonica, cercai il suo sesso e mi accorsi che le mutande erano zuppe. Lei armeggiava con i miei pontaloni ma non riusciva a slacciarli, si stacco un attimo dalla mia bocca e mi disse ‘spogliati, spogliati, fai presto, voglio sentirti, voglio vederti’ e mi strappo letteralmente la camicia. Io cercavo di togliermi i pantaloni ma non ci riuscivoquindi mi fece alzare in piedi ma non mi dedico attenzioni ed incominciò a svestirsi, io la guardvo rapito quando la sua voce mi scosse ‘spogliati, avanti cosa aspetti’ mi liberai dei pantalini e di tutto il resto, anche lei aveva finito di togliersi i vestiti ea li in ginocchio dinnanzi a me e mi guardava con adorazione, con adorazione fissava il cazzo a poca distanza dalla sua faccia, rimase così un attimo poi si mosse mi agguantò per le natiche e mi attirò a se mi stringeva, mi mordeva sui fianchi sulla pancia ed in fine prese il mio cazzo in mano lo strinse forte e lo inghiotti letteralmente. Lo igoiò tutto, il suo naso tuccava il mio ventre e la suoa lingua si muoveva e premeva il cazzo contro il palato, e mentre faceva questo mugolava di piacere e di soddisfazione, si, potevo sentire la sua soddisfazione di avere quel pezzo di carne tutto dentro la sua bocca. Non era il classico pompino, non andava avanti e indietro no, la sua bocca era rimasta ferma con tutto il cazzo dentro e premeva con le mani sul mio culo, mi stringeva le natiche, mi attirava a se, io spingevo, il suo naso ara attaccato al mi ventre e continuava a succhiare, a stringermi il cazzo contro il palato. Sentivo la sua lingua mungermi ritmicamente, le mie gambe termavano, non avevo mai provato nulla di simile. Mia moglie riusciva a prenderlo quasi tutto in bocca ma solo per qualche istante poi se lo toglieva perche si sentiva soffocare, ma lei, lei no, era cosi da quasi cinque minuti e non si era staccata un attimo, anzi, continoava a spingere e a mugolre sempre più. Io ero al limite cercai di staccarla perch&egrave stavo per venire ed in tutta risposta lei si ancorò con le mani ancora più saldamente alle mie chiappe tirandomi a se con ancora più vigore e con più vigore succhiava e stringeva il cazzo tra lingua e palato muevendo la lingua avanti e indietro su tutta la superfice inferiore del cazzo. Venni, venni, era bellissimo interminabile, sentivo lo sperma fluire da me come un fiume in piena e lei succhiava, deglutiva e mugolava di piacere al ritmo del mio orgasmo. Allentò la pressione ma non si stacco da me, continuava a tenere il cazzo dentro la sua bocca. Io le carezzavo i capelli, il mio cazzo non ebbe neanche il tempo di ammosciarsi, perse un po’ di vigore, ma con quel trattamento torno di nuovo duro in pochi minuti. Stavo per godere di nuovo ma non volevo, volevo scoparla. Cercai di staccarla con forza dal mio cazzo, lei non voleva, io ero al limite , ancora un attimo e sarei venuto di nuovo, allora la presi per i capelli, le feci un po’ male e finalmente si stacco, il mio cazzo era lucido di saliva e pulsava, dei filamenti lo legavano anora alla sua bocca. La guardai con dolcezza, la presi in braccio e la baciai profondamente dirigendomi in camera da letto. La deposi sul letto senza smettere di baciarla, lei si avvinghò a me con le gambe, ero sopra di lei, mi baciava, mi stringeva e muoveva il suo bacino, la sua fica completamente bagnata e aperta contro il mio cazzo che trovo da solo la strada. La cappella era all’ingresso della vagina lei spingeva lo voleva tutto ma io mi ritraevo tenendo solo la punta del cazzo dentro. Mi attirava a se con le mani, le gambe incrociate dietro la mia schiena cercavano di spingermi dentro di se ma io resistevo. Ad un certo punto di quel gioco inzio a graffiarmi la schiena affondando le sue unghie su di me non ce la faceva più ed io spinsi, una sola spinta, decisa, profonda ed ero in lei completamente, lei apri la bocca ed un lungo gemito di piacere la invase, ci invase. Rimanemmo così, ad assaporarci per qualche momento,poi iniziammo a scoparci con vigore animalesco, affamati l’uno della carne dell’altra. Rimasi stupito di quanto era stretta, il mio cazzo entrava in lei con un lieve attrito anche se era fradicia di umori, la sua vagina mi aderiva come un guanto per tutta la lunghezza del cazzo, era ‘precisa’ per me. Era li, sotto di me che godeva estasiata quando prese le redini del gioco, mi rovescio sulla schiena, aveva smesso di dinemarsi, mi guardo un attimo con lucida libidine poi estrasse il cazzo dalla fica e se lo ficcò nel culo impalandosi lentamente ma con decisione. Inizialmente lessi nel suo volto senzazioni a meta tra il piacere e il dolore, aveva il respiro irregolare e la fronte corrugata, inizio a pompare con forza gemendo ogni volta che scendeva completamente sul cazzo. Gemeva sempre più forte, sentii i muscoli dello sfindere contrarsi ritmicamente ed urlo ‘vengooooooo…’ e sorpresa delle sorprese sche mi lascio l’animo immerso nella gioia, mentre veniva schizzo, si schizzo come un uomo. Era strano vedere venire letteralmente una donna, ne avevo sentito parlare ma vederlo…. venne sulla mia pancia, era simile all’urina ma di colore piu opaco e molto più denso. Intanto le contrazioni del suo sfintere mi fecero raggiungere l’apice e le venni abbondantemente nel culo.
Avevo gli occhi chiusi dall’intensità dell’orgasmo raggiunto, quando li riaprii vidi che mi guardava con un po di preoccupazione, poi guardo il mio ventre e allora capii. Era preoccupata di come avrei reagito al suo orgasmo. Io in tutta risposta presi la sua mano, la strofinai nella mia pancia, dove abbondanti rivoli colavano su i miei fianchi, poi la portai alla mia bocca ed iniziai a leccarla, aveva un sapore strano che non riuscirei a descrivere ma gradevole. Inizialmente mi guardo stupita, poi con dolcezza e mi baciò con amore con trasporto infinito. Avevo ancora il cazzo piantato nel suo culo, era una senzazione piacevole, ma ancora più piacevole era il fatto che mi sentivo legato a lei in maniera profonda ed avevo la certezza che questo sentimento fosse corrisposto, lo sentivo, la sentivo mia come io ero suo, ormai ci appartenevamo e sarebbe stato difficile per entrambi non provare queste senzazioni.Ci addormentammo sfiniti.

La mattina quando mi svegliai lei no c’era più, al suo posto sul cuscino adagiata una rosa con un biglietto, ‘non avevo mai provato nulla di così travolgente, mi sento in colpa ma anche ora a mente lucida non potrei più fare a meno di te, ora che so, ora che ho provato, ora che ti guardo mentre dormi e sento forte il bisogno di averti ancora dentro m&egrave. Io ci sarò quando mi vorrai, sempre, a qualsiasi costo, ogni volta, per sempre, sarò tua. Parlerò con mia figlia, non preoccuparti non gli dirò niente di noi, cerchero solo di convincerla a tornare da te per il bene di tutti. Io mi accontenterò se ogni tanto avremo l’occasione di passare qualche ora insieme, se tu vorrai. Si ,se ci penso, non tanto a quello che ho fatto ma a quello che ho intenzione di fare con te, mi sento un verme, ma in fondo mi dico che mia figlia ti avrà per tutta la vita ed io, per qualche ora’.

Ero felice?….non so se si potesse definire felicità, certo &egrave che a parte un po di senso di colpa mi sentivo appagato……si ero abbastanza felice, felice di aver vissuto un’esperienza straordinaria, una di quelle che se te lo raccontano stenti a crederci. Ma io l’avevo vissuta e avrei potuto riviverla ancora, quella donna mi faceva bollire il sangue al solo pensiero, era fantastica ed era fantastico che fosse capitato a me.
Passò il week-end e tornai al lavoro, ero sereno, pensavo a mia moglie ma non in maniera ossessiva, mi mancava invece suea madre che chiameremo Erica. Era lunedi e appena tornato dal lavoro l’avrei chiamata, avevo bisogno di vederla, da quando era successo non l’avevo più sentita e mi mancava, mi mancava più di quanto pensassi.

Rientrai a casa veci una doccia veloce e mi cambiai, volevo vedere Erica. Proprio quando mi decisi a chiamarla il tel. Squillò, era mia moglie, io rimasi un attimo senza parole perch&egrave il mio pensiero era concentrato su sua madre ‘ bh&egrave…. chi ti aspettavi la tua amante’ disse lei ‘no scusa, pensavo ancora al lavoro, sai i soliti problemi’ ‘si si, certo come no,…..dai scherzavo so che sei molto occupato, senti…..avrei bisogno di parlarti…….sai e più di un mese che non parliamo e…… inomma se a te va bene stasera dopo cena verrei da te….. a casa nostra……. seposso ancora chiamarla così.’ ‘Certo mi farebbe piacere’ ‘ ok allora ci vediamo verso le 22:00 il tempo di mettere a letto la bimba e arrivo’.

Le dieci erano passate da un pezzo ed io ero seduto sul divano a guardare la tv con scarso interesse, ero ben disposto ad una riconcilizione, amavo ancora mia moglie, forse più di quanto fossi disposto ad ammettere. Appena arrivata l’avrei abbracciata, avevo voglia di stringerla e di sentirla ancora mia, di ricominciare con nuovo impulso i nostro rapporto. L’avventura con Erica aveva in gran parte cancellato la storia di Irene con mia moglie e mi sentivo ben disposto, forse perch&egrave anch’io avevo qualcosa da farmi perdonare ma lei questo non l’avrebbe mai saputo. Daltronde io stesso forse non avrei saputo niente se quel giorno non fossi rientrato inaspettatamente in casa. &egrave vero, avevo una storia con sua madre e questo per molti serebbe incocepibile ma per me non era sua madre ma semplicemente una donna, una donna che inaspettatamente desideravo e per troppe, strane ragioni ormai era parte di una parte di me.

Mi ero quasi assopito quando il campanello suonò, guardai l’orologio erano quasi le undici, mi sistemai un attimo ed andai ad aprire. Mia moglie era bellissima, un volto radioso che mi comunicava il desiserio di rivederm,i mi irradio di giogia era molto sexi, indossava un vestito molto scollato e aderente con un ampio spacco laterale che metteva in risalto le sue forme.
Stavo per saltarle letteralmente addosso quando mi bloccai, non era sola, mi ero cosi concentrato sulla sua persona che non mi accorsi di Irene che forse volutamente era rimasta in disparte. Dovevo avere proprio una faccia da allocco. ‘Allora non ci fai entrare, sembra quasi che hai visto due fantasmi’ disse mia moglie, dal conto mio non riuscivo a proferire parola al che lei intervenne ‘c’&egrave nessuno dentro al corpo di mio marito……’ poi rivolgendosi ad Irene ‘no, penso che al momento sia fuori servizio’ e scoppiarono a ridere, ‘vieni Irene entriamo che se aspettiamo che ritorni operativo ci tocca montare le tende sul pianerottolo’. La porta si chiuse alle loro spalle e io cercai di tornare padrone di me stesso dicendo una frase stupida ma di meglio non riuscivo a fare ‘che…che significa questo’ ‘secondo te che dovrebbe significare’ silenzio……’significa che siamo venute a fare in tre quello che avevamo cominciato in due, ma sia chiaro non so bene che effetto mi farà e non pretendere che la cosa si ripeta se non sarò io a deciderlo e di mia spontanea volonta……..e ora penso sia il caso di bere qualcosa di forte’ che dovevo dire, niente presi dei bicchieri ed una bottiglia di non so cosa e cominciammo a bere. Inizialmente aleggiava un grande imbarazzo ci gurdavamo, riedevamo, poi dopo qualche bicchiere con mi grande stupore mia moglie prese l’iniziativa.

Si avvicino ad Irene ed inizio a carezzarla sulle mani, sulle braccia, avvicino il bicchiere alla sua bocca in ainera lasciva come una gatto che gica con il topo, le diede da bere dal suo bicchiere e nel farlo un po di liquido usci dagli angoli delle labbra carnose di sua cugina colando nel collo sino all’incavo dei seni, si avvicinò e senza toglierle il bicchiere dalla bocca inizio a leccare il liquido che usciva con bramosia ma molto lentamente dal collo per risalire fino ad incontrare la sua bocca che si dischiuse e potei vedere le loro lingue cercarsi ed intrecciarsi come due serpenti che si avvinghiano. Io ero paralizzato dall’eccitazione. I loro baci diventarono franetici, si alzarono in piedi ed iniziarono a svestirsi senza che le loro bocche si staccassero. Mia moglie era di spalle, vedevo le mani di Irene che le palpavano il culo per poi risalire a slacciare la zip del vestito che cadde ai suoi piedi, era senza mutande ed il suo culo pallido risaltava sul reggicaze nero nella poca luce, le mani di Irene scesero di nuovo e si impadronirono di quel culo iniziando ad impastarlo, a divaricare le chappe e tirarlo a se lasciandomi intravedere il bocciolo di rosa, poi lentamente la situazione cambio, mia mogli si mise dietro a sua cugina e mi guardava baciandola sul collo, ero impietrito ed eccitato non osavo muovermi per la paura di rovinare tutto, mi fissavano intensamente. Le mani di mia moglie iniziarono a scendere e palpare il seno di Irene che quasi scoppiava stretto da una specie di bustino, inizio a slacciarlo, le mordeva il lobo dell’orecchio e mi guardava poi inizio a dire, (era quasi un bisbiglio ma molto profondo e sensuale) ‘la vorresti &egrave…..si che la vorresti…..senti che tette…’ e dicendo ciò liberò il suo seno che si dischiuse come le ali di una crisalide appena uscita dal bozzolo ‘sono belle vero….dure come il marmo..e i capezzoli….. mmm…così appuntiti e turgidi’ aquel punto non ce la facevo più, volevo alzarmi ma mia moglie, intuendo le mie intenzioni mi intimo ‘fermo….non muoverti, non &egrave ancora il momento’ mi bloccai, guardai il volto di irene gli occhi ardevano di desiderio e le sue labbra dischiuse confermavano cio che i suoi occhi esprimevano, strusciava il suo culo, ancora inguainato in una stretta gonna, sul pube di mia moglie e le i rispondeva spingendo a sua volta come in un ballo dal ritmo profondo ed inteso. Le mani di mia moglie abbandonarono i capezzoli di Irene ed iniziarono a scendere su i suoi fianchi, slaccio la gonna e infilò una mano dentro cercando il sesso di sua cugina, inizio ad accarezzarla, Irene gemeva e si dimenava, la gonna ormai slacciata inizio a clare sempre piu e gli scivolo di dosso lentamente, come un serpente che cambia pelle, mastrandomela in tutto il suo splendore, aveva una fica davvero molto pelosa. Il dito medio di mia moglie era piantato dentro la vagina di Irene ‘sentissi come calda e bagnata…..mi sembra di affondare il dito nel burro fuso’ e finalmente Irene parlo ‘mmmm….non ce la faccio più, mi fai godere come una cagna in calore….questa situazione mi sconvolge… ‘ e si volto a baciare mia moglie, si strusciavano in maniera convulsa e finirono a terra sul tappeto, mia moglie mi guardo e mi disse ‘spogliati e avvicinati’ io lo feci senza esitare quando ebbi finito il mio cazzo svettava come un obelisco egizio, loro intanto godevano come pazze leccandosi la fica a vicenda, vedevo la testa di mia moglie in mezzo alle gambe di Irene che era sotto di lei, alzo la testa, miguardo e mi fece cenno di avvicinarmi, mi inginocchiai davanti alle gambe di Irene, la sua fica era aperta e lucida di umori, la bocca di mia moglie era tutta sbavata di rossetto e umida, mi guardo intensamente poi disse ‘leccala avanti, assagia il suo sapore’ non so cosa mi prese, afferrai mia moglie pe i capelli e le dissi ‘ no… voglio prima assagiarlo da te’ la trascinai con la faccia sulla fica di sua cugina e la costrinsi a leccarla premendole il viso con decisione sul sesso fradicio di umori, poi la ritrassi, avevo lo sguardo eccitato e stravolto, la baciai con forza, con passione, fù un bacio inteso e lunghissimo, mentre mi baciava piangeva, un pianto liberatore ‘tutto bene?’ intervenne Irene che aveva la faccia sotto la fica di mia mogle ‘Tutto bene’ rispose Elena dolcemente ‘continua a leccarmi ti prego, la serata &egrave appena iniziata’ con le mani divaricò le grandi labbra e mi gurdò indicandomi di guardare, aveva messo in risalto un clitoride di circa tre centimetri eretto come un piccolo cazzo ‘avanti dai…’ disse ‘leccalo, senti come &egrave turgido’ mi abbassai, sempre gurdandola negli occhi e mi tuffai in quella fica tanto desiserata. La leccavamo in due alternado le nostre lingue sul clitoride, la povera Irene gemeva come una pazza.
Raddrizzai la schiena, il mio cazzo pulsava di desiderio, mia moglie lo afferrò e lo porto alla sua bocca succhiandolo con voracita, dopo un po’ lo puntò alla fica di Irene mi guardo e disse ‘spingi…avanti…ficcaglielo dentro’ e cosi dicendo lo guidò all’ingresso della fica, mi prese per i fianchi e mi attirò a se spingendomi dentro, Irene si lasciò sfuggire un rantolo, iniziai a pomparla mentre Elena mi baciava sulla bocca e mi mordeva i capezzoli, aveva una fica davvero calda e accogliente, ogni tanto mi prendeva il cazzo lo sfilava e iniziava a succhiarmelo poi lo rimetteva dentro. Non resitetti a lungo mia moglie si accorse che stavo per venire e mi accolse nella sua bocca dove sborrai abbondantemente poi, dopo avermi svuotato per bene, si diresse verso Irene, le fece spalancare la bocca e vi riversò dentro tutto il mio seme giocando con la lingua e baciandola profondamente, lo ingoiarono tutto.

Il mio cazzo non ne voleva sapere di ammosciarsi andai verso di loro feci mettere mia moglie alla pecorina e dissi ad Irene di leccarle il culo. Presi il mio cazzo e lo misi vicino al culo di mia moglie, Irene lo vide lo afferro ad inizio a pomparlo ‘dai mettimelo dentro non ce la faccio più……inculami’ Irene sputò sul culo di mia moglie e punto il cazzo ‘forza inculala….dai spingi…avanti, ecco, ci sei’ entrò dentro, spinsi deciso, Elena urlava e si contraeva mentre Irene mi spingeva per i fianchi incitandomi ad incularla più forte, poi si posizionò dietro di me e prese a leccarmi il culo e a stringermi con dolcezza le palle ed in fine mi affondo un dito in culo con decisione, rimasi un attimo sorpreso, inizialmente provai un po’ di bruciore poi comincio a massaggiarmi la prostata (Irene &egrave un’inferniera) sempre con maggio vigore ed io con maggior vigore pompavo il culo di mia moglie, si può dire che era Irene a condurre le danze, lei spingeva ed io spingevo, mia moglie urlò ‘Si…si….sto venendo…ecco ecco..’, Irene fece pressione di più sulla prostata e mi stimolò uno dei più lunghi, intensi e ,meravigliosi orgasmi della mia vita. Crollai sopra mia moglie, stavamo ansimando per la fatica, le nostre bocche si cercarono e il nostro sguardo era di nuovo complice, Irene si era distesa in mezzo a noi, ci carezzava e coccolava come due bambini, Era bellissimo.

Ero felice.
Sono felice. Con mia moglie va tutto bene, ogni tanto i nostri rapporti a tre si ripetono ma senza una scadenza fissa. L’unica condizione che mi ha posto &egrave quella di non avere rapporti sessuali da solo con Irene, cosa che naturalmente vale anche per lei.

Una sera rientrato a casa dal lavoro trovai mia moglie abbastanza sconvolta con la faccia rigata da lacrime di pianto egli occhi arrossati, chiesi cos’era accaduto, mi fece sedere poi inizio a parlare ‘&egrave venuta mia madre…….mi ha raccontato tutto’ ho cazzo.. ‘vedi io…. insomma devi capire che era una situazione difficile e…mi dispiace non so cosa….’ ‘non ti preoccupare ci siamo spiegate tutto, abbiamo parlato e pianto per più di due ore. Certo all’inizio volevo uccidervi entrambi e poi ammazzarmi a mia volta, se non fosse che….’ ‘che?’ ‘……….che amo mia madre e non ci riesco ad odiarla….&egrave mia madre ed &egrave stata una buona madre, si insomma fino ad ora. Certo per te &egrave diverso, tu non sei mia madre, no, tu sei un porco…anche se eri ubriaco resti un porco.’ ‘…hai ragione ma devi capire che…’ ‘non c’&egrave niente che devo capire… sono anche troppo comprensiva visto che ti permetto di rientrare in casa. Non ti pare’ ‘lascia almeno che cerchi di spiegare’ ‘ ooooo basta, facciamola finita con questa storia ok. Non ne voglio più parlare. Te l’ho detto, lei &egrave mia madre ed io la amo….e amo anche te, anche se non te lo meriti’ Ci abbracciammo e rimanemmo così per un lungo tempo poi disse una cosa che mi sconvolse ‘su dai ora fatti una doccia e cambiati stasera devi uscire’ ‘uscire? E per andare dove?’ ‘da mia madre…..Sta molto male e…..ha bisogno di te’ ‘Elena stai scherzando vero, voglio dire &egrave stata una sbandata momentanea non puoi chedermi…..non posso farlo sapendo che tu sai….non ci riesco’ ‘hooo si che ci riesci. Se io posso sopportarlo……..tu pui farlo’ ‘devi essere uscita di senno…’ ‘stai zitto. Che ne sai tu? Che ne sai? Che ne sai del rapporto che lega una figlia alla propri madre che ne sai? Tu non sai niente e non puoi nemmeno immaginare il legame profondo che c’&egrave tra noi, io lo so, io lo so e so anche ciò che devo fare. Quindi ti ripeto se io posso sopportarlo tu puoi farlo’ ‘Elena io non voglio perderti io ti amo….tu sei la cosa più..’ ‘non ti preoccupare, non mi perderai, noi siamo legati e questa cosa, in qualche modo ci legherà ancora di più, non mi perderai come io non perderò te’ ‘Elena io….sei sicura?’ ‘si lo sono e tra poco sarò anche più serena, devo solo abituarmi all’idea. Sia chiaro non lo faccio per te, lo faccio per lei. E attento non dovrai mai, dico mai, dirmi quello che succede tra voi. Io so soltanto che ogni tanto passerai un po’ di tempo con lei, non voglio sapere cosa fate’ ‘mi sembra tutto assurdo’ ‘Assurdo? Siamo legati non lo capisci. Io, te, mia madre, siamo legati’ ‘ si e allora mettici anche Irene’ ‘cosa centra irene. Tu come al solito non hai capito niente. Irene &egrave solo sesso, mia madre &egrave mia madre ed &egrave legata a me in maniera profonda un po’ come lo sei tu. Irene no, con lei non ho un legame così profondo’ ‘credo di iniziare a capire’ ‘lo spero proprio perche parlarne addesso mi sfinisce, &egrave ancora troppo presto per me, devo metabolizzare la cosa’ ‘Elena……ti amo….e’ ‘lo so ti amo anch’io, in fondo non &egrave proprio tutta colpa tua’ e sorrise ‘dai preparati, io sono stanca e sta tranquillo non mi perderai te l’ho detto, siamo legati’.

B’h&egrave, che ci crediate o no, questi sono i fatti accaduti realmente e che stanno accadendo ancora.
Mia moglie &egrave serena e ci amiamo moltissimo. Se volete, credeteci, altrimenti spero che il racconto vi sia piaciuto. Ed io, io non potrei chiedere di più dalla vita se non un po’ di riposo, ma spero di aver tempo di riposare e di riflettere nella vecchiaia, sempre che io ci arrivi.

hanter@mp4.it

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