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Racconti erotici sull'Incesto

Mamma modello

By 23 Novembre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Ieri mattina, come sempre, abbiamo fatto colazione insieme, mio marito Ed, mio figlio Kelley ed io, sua madre Jennifer.
E’ un piacevole rito d’inizio giornata alla quale nessuno di noi rinuncerebbe. Seduti a tavola – infatti – attendiamo che Consuelo (la nostra domestica messicana) ci serva il nero caffè fumante che è così brava a preparare, dopo di che – mentre di solito Ed legge il giornale – Kelley ed io parliamo del più e del meno, scambiandoci le nostre reciproche impressioni sull’andamento della giornata che sta per iniziare.

– Mm’oggi devo correre subito allo studio perché devo finire in fretta e furia un progetto! – mi ha farfugliato ad un tratto mio figlio, guardando contemporaneamente l’orologio, dopo di che (‘ingurgitate più velocemente del solito le sue uova ed il suo bacon!) si è alzato da tavola e quindi, scusandosi di doversene andare così in fretta e messasi sottobraccio una cartella zeppa di fogli – ha salutato suo padre e quindi si è chinato a posarmi un bacio sulla guancia.
– Ah, Kelley’ – gli ho sorriso io a quel punto – ‘siccome poi devo fare un salto in città, può essere che trovi il tempo di passare a salutarti, okay?
– Va bene, mamma ‘ mi ha risposto lui, lanciandomi nel contempo un’eloquente occhiata d’intesa – Ti vedrò con piacere! – E, così dicendo, dopo aver salutato anche suo padre, se n’è andato, uscendo velocemente dalla stanza.
– Bravo ragazzo, nostro figlio, eh? – mi ha chiesto a quel punto suo padre.
Certo, Kelley è la luce dei suoi occhi’unico figlio maschio, a ventiquattro anni, non appena si era laureato in architettura, gli aveva aperto uno studio in centro, raccomandandolo poi ai suoi clienti più facoltosi (‘Ed, infatti, è un importante funzionario di banca) facendolo quindi anche entrare nel suo club.
Naturale quindi che stravedesse per lui.

Sicuramente, comunque, il caro Ed avrebbe cambiato idea se avesse saputo che suo figlio se la faceva con sua moglie’cioè con me, sua madre.
Incredibile, vero?
Eppure è proprio così. Oh’capiamoci bene: non cerco giustificazioni o scuse di qualsiasi genere. Semplicemente’era successo’una prima volta, quasi per caso’e poi’bè, ne’Kelley nello io c’eravamo più tirati indietro e quindi, ogni qualvolta se n’era prospettata nuovamente l’occasione, ne avevamo approfittato, scopandoci a vicenda – dapprima con un certo’ehm, imbarazzo ed in seguito con sempre maggior partecipazione’fino a giungere ad un’ottima intesa.

Per due anni quindi (‘da tanto dura infatti la nostra combine incestuosa) ero stata la nave-scuola di mio figlio, iniziandolo alla fine senza alcun pudore ai piaceri del sesso. Kelley – d’altra parte – era stato un allievo davvero coscienzioso, soddisfandomi ed appagandomi a tal punto da compensare appieno i miei sforzi.
Lo avevamo fatto praticamente ovunque’soprattutto nei motel fuori città’ed anche lì, a casa, quando Ed era fuori ed io concedevo ben volentieri mezza giornata di libertà a Consuelo.
Ma il posto dove preferivamo farlo era lo studio di Kelley’che lui – ad un certo punto – aveva provveduto ad arredare con un bel divano, ampio e soffice’sul quale lui ed io avevamo poi preso l’abitudine di rivoltarci insieme almeno una volta alla settimana.

A tutto questo pensavo mentre – un po’ impaziente – aspettavo che Ed terminasse la sua colazione. Una volta uscito, infatti, avrei potuto dedicarmi alla mia persona, prima di recarmi da mio figlio.
Quando, infatti – finalmente mio marito si è deciso ad andarsene – sono andata di sopra e mi sono chiusa nel mio bagno, dove, una volta toltami la camicia da notte che indossavo, mi sono messa – nuda – davanti allo specchio grande.
Mm’niente male! – mi sono detta poi, guardandomi.
Vedevo infatti una donna ancora assai piacevole (‘ehi, in fin dei conti ho solo 42 anni!) in effetti non proprio alta – sono un metro e settanta – dai capelli castano scuri, portati arricciati sulle spalle, occhi neri, labbra sottili su una bocca piuttosto grande e morbida pelle chiara.
A tutto questo va aggiunto un notevole paio di tette (‘porto infatti una quinta) ancora sufficientemente sostenute e culminanti in grossi capezzoli turgidi’e per finire – invidiatemi, ragazze! – niente pancia ed un bella coppia di lunghe gambe snelle terminanti in piccoli, morbidi piedi.
Bè’ – mi sono detta poi, accarezzandomi il ventre piatto – ‘un giovanotto come Kelley potrebbe anche trovare di peggio, in fondo!

Tratta questa conclusione, quindi, mi sono data da fare, preparandomi adeguatamente al rendez-vous che avrei avuto di lì a poco con mio figlio, il mio tesoro’il mio amante!
Prima di tutto mi sono lavata accuratamente, evitando però poi di profumarmi per non nascondere il mio odore di donna, dopodiché – ancora nuda davanti allo specchio del bagno – mi sono depilata con cura tutto il corpo, dalle ascelle all’inguine, fino alle gambe.
Fatto ciò, poi, ho cominciato a vestirmi’o meglio, ad indossare quei pochi indumenti che non avrebbero fatto capire a chi mi guardava, cosa effettivamente avessi sotto l’elegante tailleur grigio scuro (composto da una giacca piuttosto scollata con le corte maniche a chimono, completamente abbottonata sul davanti e da una gonna corta, fino a metà coscia) che avevo deciso di indossare quella mattina e cioè praticamente niente…come sempre sono abituata a fare quando vado a trovare Kelley, se si eccettua un reggiseno senza coppe in pizzo nero che mi sollevava quanto bastava le mammelle.
A quel punto, quindi, ho indossato le calze – nere ed autoreggenti, con il bordo alto e lavorato in pizzo – nelle quali ho inguainato le mie belle gambe, dopo di che mi sono infilata la gonna e le scarpe di vernice nera dagli alti tacchi a spillo.
Infine mi sono truccata accuratamente, laccandomi le unghie delle mani con uno smalto di color rosso carminio, dello stesso colore del rossetto.
Come tocco finale, poi, mi sono ravvivata i capelli e quindi, dopo essermi infilata la giacca, ho indossato gli orecchini a clip con le perle che Kelley mi aveva regalato (‘di nascosto da suo padre!) un paio di mesi prima, quale segno di’diciamo’apprezzamento per l’amplesso particolarmente caliente che avevamo avuto la sera precedente, allorché lui ed io – entrambi pieni di voglia – avevamo scopato come due ricci sopra il mio letto matrimoniale, approfittando del fatto che Ed – il cornuto – era andato a giocare a bowling con quelli del suo club.

Alla fine, comunque, sono uscita e quindi, alla guida del mio fuoristrada Chevrolet, mi sono trasferita in città, raggiungendo Townsend Avenue. Quivi giunta, dopo aver parcheggiato l’auto ed essermi guardata intorno per essere certa di non essere notata, infine, sono entrata nello studio di mio figlio.
Con mia grande soddisfazione, all’interno non c’era nessuno.
Alzando lo sguardo, però, ho potuto notare come ci fosse luce al piano superiore mansardato dove Kelly ha lo studio vero e proprio, completo del tavolo da disegno, del computer e – appunto – del famoso divano di cui vi parlavo.
A quel punto, allora, ho chiuso a chiave la porta d’ingresso e poi, silenziosamente – per quanto possibile – ho salito le scale che portano di sopra.
Lui era proprio lì, talmente concentrato nel suo lavoro al tavolo da disegno da non essersi addirittura reso conto della mia presenza. Per qualche istante quindi, sono rimasta a guardarlo, beandomi della sua prestanza e della sua giovinezza.
Quando però ho avvertito come la mia eccitazione fosse divenuta infine pressoché incontenibile, ho deciso di rivelarmi.

– Assomigli un po’ a Harry Potter, sai? – gli ho mormorato andando allo scoperto, riferendomi agli occhiali rotondi che mio figlio indossa quando disegna.
– Uh’mamma – ha esclamato lui, girandosi verso di me – Davvero’non ti ho neanche sentito arrivare!
– Per forza, tesoro’ – gli ho sussurrato io, avvicinandomi fin quasi a sfiorarlo – ‘eri così assorto!
– Mm’sono contento che tu sia venuta – mi ha bisbigliato poi.
– Ehi’ci mancherebbe altro! – l’ho rimproverato io, scherzosamente, togliendogli gli occhiali – L’avevi capito che non vedevo l’ora di stare un po’ con te, no?
– Oh sì! – mi ha risposto lui, sollevando gli splendidi occhi azzurri a fissarsi nei miei – Tu mammina, riesci a farmi capire benissimo cosa vuoi.
– E cosa voglio, Kelley? – gli ho chiesto io a quel punto, prendendogli il viso tra le mani, mentre lui, divaricando le gambe, mi ci accoglieva in mezzo.
– Vuoi me’ – mi ha risposto lui – ‘e mi vuoi presto. Lo sento quanto sei eccitata, sai?
– Mm’e cosa senti esattamente tesoro mio? – gli ho domandato io a quel punto, infervorandomi.
– Il tuo odore, mammina’ – mi ha detto lui, con voce fattasi improvvisamente roca – ‘lo percepisco perfettamente, sai?
– E sai anche cosa significa, gioia mia? – gli ho chiesto a quel punto, anch’io ben cosciente a quel punto dell’intenso afrore che mi esalava da sotto la gonna.
– Che sei pronta per fottere! – mi ha risposto lui, oltre modo arrazzato, posandomi contemporaneamente le mani sui fianchi rotondi, perfettamente disegnati dalla gonna che indossavo.
– Sì’a fottere con te, amore’ – gli ho confermato io a quel punto, guardandolo con bramosia mentre il cuore mi pulsava tumultuosamente sia nel torace che nella vagina ormai guazza – ‘fottere fino a sfinirmi!
– Dai, allora, mammina’ – mi ha bisbigliato lui, chinando il capo di lato per indicarmi la direzione del divano d’angolo, ampio e soffice, immerso nella penombra – ‘mettiamoci comodi’mm?
Al che io non ho perso neanche un attimo a staccarmi da lui e ad andare a sedermici sopra, in attesa che lui mi raggiungesse, cosa che il mio figliolo si è subito affrettato a fare, mettendomisi vicino.

Un attimo dopo Kelley ed io abbiamo cominciato a baciarci, dapprima teneramente e quindi con sempre maggiore passione, leccandoci e morsicandoci a vicenda le labbra ed infilandoci la lingua in bocca l’un l’altra, mentre ci palpavamo voluttuosamente, ormai in preda all’eccitazione più sfrenata.
Mio figlio ad un tratto si è staccato da me e quindi ha cominciato a sbottonarmi la giacca’mm’dovreste aver visto la sua faccia quando – una volta apertala – si è trovato di fronte le mie grosse tette nude, con i capezzoli eretti e già duri come chiodi!
Fuori di testa, allora, ci si è buttato sopra – come un affamato si getta sul cibo – facendomi cadere all’indietro e quindi mettendomisi sopra per slinguarmi e succhiarmi i caporelli’cosa poi che ha fatto, cercando nel frattempo di infilarmi una mano sotto la gonna, il porco.
A quel punto, allora, l’ho respinto, spingendolo via da me, per paura che nella foga mi strappasse il vestito.
– Accidenti, Kelley’ – l’ho richiamato, ansimando, mentre mi rimettevo seduta, seminuda di fronte a lui – ‘fai piano, maledizione!
– Oh’mamma’ – mi ha sussurrato lui, arrossendo come un bambino – ‘dai, lasciati spogliare’ti prego, amore mio!
– Va bene’ – l’ho accontentato io a quel punto, desiderosa quanto lui di essere messa a nudo – ‘però fai piano, ragazzaccio, eh?

Subito allora, Kelley è balzato in piedi e si è accovacciato tra le mie gambe.
Poi, dopo avermi fatto scorrere la lampo della gonna – e mentre io, adagiatami all’indietro, mi dimenavo per agevolarlo – me l’ha abbassata, facendomela quindi scendere lungo le gambe, fino a togliermela del tutto, emettendo nel contempo un lungo sospiro di soddisfazione allorché si è reso conto che non portavo le mutandine.
A quel punto – da gran troia, lo ammetto! – lentamente e con estrema malizia, gli ho spalancato le gambe davanti alla faccia, ponendolo in tal modo di fronte al mio sesso nudo che ai suoi occhi doveva apparire certo come un osceno mollusco dalle valve dischiuse, schiumante a causa delle abbondanti secrezioni che avevo sentito e continuavo a sentire colarmi lungo la vagina.
– Oh’mamma’ – ha alitato lui a quel punto, lo sguardo fisso tra le mie cosce – ‘che bella fica che hai!
– Mettici la bocca, amore’ – l’ho esortato io a quel punto, eccitatissima – ‘dai, tesoro, leccamela!

Kelley però, nonostante capisse bene quanto fossi ingrifata (‘anzi, forse proprio per quello!) si è preso tutto il tempo necessario, il bastardo.
Dapprima, infatti, mi ha tolto le scarpe, dopo di che, fattomi appoggiare bene i talloni sul bordo del divano, si è chinato a slinguarmi le ninfe, piano, con delicatezza, facendomi sussultare dal piacere.
Solo dopo un po’ si è deciso ad allargarmele con le dita ed a posarci in mezzo le labbra’a quel punto però, la foia ha evidentemente colto anche lui, dato che – dopo avermi posato le mano sulle cosce per tenermele ben aperte – il porco ha cominciato a leccarmi la fessura, facendoci scorrere dentro la lingua e guardandomi di sottecchi, mentre io lo incitavo a continuare, supplicandolo per l’amor del cielo di non smettere!
Dopo qualche tempo, però, sollevandosi dal suo pasto, Kelley è andato oltre, infilandomi e quindi cominciando a farmi scorrere due intere dita nella vagina, dapprima lentamente e quindi – man mano che queste si lubrificavano – sempre più velocemente’e tutto questo in silenzio, a bocca aperta, concentrandosi su ciò che stava facendo mentre io, sua madre, mi dimenavo senza ritegno, gemendo e sospirando – fuori di me dall’eccitazione – pensando a quanto mi stesse facendo godere il mio ragazzo!
– Ti piace, mammina? – mi ha chiesto lui ad un tratto, alzando lo sguardo su di me.
– Oh sì’ – gli ho risposto io – ‘ma ci preferisco il tuo cazzo dentro’lo sai no?
– Mm’lo so sì! – mi ha sussurrato lui, accennando quindi a diminuire l’andirivieni delle sue dita nella mia vagina – Allora’cosa dici’è l’ora di scopare adesso?
– Oh sì che è ora! – gli ho ringhiato io a quel punto – Ma prima fatti ciucciare il cazzo, tesoro! Te ne prego’dai, ne ho una voglia matta!
– E io ho una voglia matta che tu me lo ciucci, mammina cara – mi ha sussurrato lui, guardandomi con occhi colmi di libidine – Oh sì – ha aggiunto – ‘che tu me lo ciucci con la tua bocca da troia!
– Cosa aspetti, allora? – gli ho chiesto io, raddrizzandomi e liberandomi del tutto della giacca mentre mio figlio accennava a rialzarsi – Dai, amore, dammelo da succhiare!
E’ stato così che, dopo essersi rimesso in piedi, Kelley – messa mano alla cintura dei propri pantaloni – in un attimo se li è calati insieme alle mutande, così – davanti ai miei occhi – assolutamente senza alcun pudore, consentendo quindi al suo enorme membro di estendersi in tutta la sua lunghezza (‘ragazze, saranno senza esagerare, venti centimetri buoni di turgida carne umana, dai grossi testicoli pelosi fino alla cappellona paonazza!) e di protendersi verso di me, come una molla troppo a lungo trattenuta – la sommità già abbondantemente lubrificata di liquido seminale!

– Mm’non mi abituerò mai al tuo grosso cazzo, sai, Kelley? – gli ho sussurrato io – gli occhi fissi sul suo pene – mentre lui mi si avvicinava ed io allungavo contemporaneamente una mano ad accarezzarglielo, facendoci scorrere sopra la punta delle dita, sorprendendomi per l’ennesima volta di quanto fosse liscio al tatto eppure estremamente turgido.
– Non devi abituartici, mammina! – mi ha risposto lui, con voce suadente, facendomisi sotto, mettendomelo praticamente sotto il naso – Capisci? Devi solo godertelo! Ma adesso basta parlare’ – ha aggiunto – ‘dai, tesoro, datti da fare, invece!
Al che io, dopo avergli afferrato il membro alla base, mi sono data davvero da fare, insalivandogli per bene con la lingua dapprima il glande enfiato e quindi tutta l’asta, curando che neanche un centimetro quadrato di pelle rimanesse asciutto, dopo di che, protendendomi in avanti, gliel’ho imboccato e quindi ho cominciato a pomparglielo, tenendogli le mani appoggiate alle cosce e lavorando quindi solo di bocca, ficcandomelo in gola fino alle palle per poi farmelo sgusciare quasi fuori, mentre lui gemeva come un vitello, tenendomi le mani appoggiate sopra la testa. Oh sì’certamente gli piaceva quello che la sua mammina – scosciata seminuda ai suoi piedi – gli stava facendo’cribbio, se gli piaceva!

Ad un tratto, poi, Kelley ha cominciato a darci dentro a sua volta, approfittando di un rallentamento da parte mia per scoparmi in bocca, il porco.
A quel punto, allora, mi sono sottratta, facendomi sgusciare fuori il suo grosso pene dalle fauci lasciandomi dietro una lunga scia di bava, dopodiché – afferratoglielo – l’ho masturbato, facendogli scorrere la mano lungo tutta l’asta, in silenzio, alzando il viso verso di lui per sorridergli ed anche per scrutare le sue reazioni.
– Vuoi fottere, adesso, tesoro? – gli ho chiesto quindi, con voce suadente – Mm’vuoi fottere la tua mamma?
– Oh sì! – mi ha risposto lui, chinando il capo a guardarmi con occhi spiritati – Non ne vedo l’ora!
– Dai, allora’ – l’ho esortato, lasciandogli andare il membro ed adagiandomi quindi all’indietro contro lo schienale del divano – ‘mettiti nudo anche tu, amore’cosa aspetti?
Al che Kelley, evidentemente non chiedendo niente di meglio, in quattro e quattr’otto si è liberato di tutto quello che aveva addosso, rimanendosene quindi del tutto nudo di fronte a me, sua madre, con il cazzo suo ben diritto che mi puntava!
– Mm’sei un gran pezzo d’uomo, sai, Kelley? – gli ho sussurrato io a quel punto, guardandolo con bramosia, mentre, quasi soprappensiero, mi masturbavo, accarezzandomi la vulva tumida, guazza e palpitante’in poche parole, pronta per lui.
– Sì che lo so, mammina! – mi ha risposto lui, sedendomisi affianco – Per l’esattezza quello giusto per te, non trovi?
– Oh yeah, darling’sì, tesoro! – gli ho sussurrato io, dopo di che, sollevatami da dove mi trovavo seduta, gli ho afferrato il membro e poi gli sono montata sopra a cavalcioni, infilandomelo tra le cosce e puntandomene la sommità all’imboccatura della vagina.
– Oh mamma’ – mi ha sussurrato mio figlio, guardandomi – come rapito – mentre io mi strusciavo il glande tra le labbra della vulva, giusto per lubrificarlo un po’ prima di mettermelo su.
– Si, Kelley’? – gli chiesto io a quel punto, calandomi nel contempo sopra di lui ed infilandomi in tal modo il suo grosso affare nel ventre – ‘dimmi, amore mio? Qualcosa non va?
– Oh’oh no’mamma! ‘ mi ha risposto lui a quel punto, a mezza voce, rendendosi improvvisamente conto di essere conficcato in me -Va’va tutto benissimo!
– Mm’senti che mi sei dentro? – gli ho chiesto allora io, in un sussurro, facendomi nel frattempo scivolare del tutto il suo grosso cazzo nella vagina fradicia di umori’fino in fondo, fino a sentirmene riempita.
– Oh sì! – mi ha risposto lui a quel punto, sorridendomi, evidentemente soddisfatto di essere di nuovo saldamente piantato in sua madre, la sua amante.
– Mm’e’ti piace la cosa? – gli ho chiesto io, cominciando nel contempo (dopo avergli appoggiato le mani a palme aperte sul torace muscoloso) a muovere il bacino, lentamente, così da fargli capire quanto mi piaceva possederlo in quel modo ed iniziando quindi – piano piano – a muovermi su e giù, usando le ginocchia per alzarmi e riabbassarmi, facendomi scorrere in tal modo il suo cazzo nella fica.
– See’ – mi ha risposto lui, infilandomi contemporaneamente le mani sotto le natiche, in modo da sostenermi – ‘mi piace mammina’mi piace da morire! Ma dimmi tu, piuttosto’ – ha ripreso poi, cominciando nel contempo a muoversi a sua volta, spingendo le pelvi verso l’alto, verso di me – ‘mi senti bene?
– Oh sì, tesoro’ – gli ho risposto io, guardandolo fisso negli occhi, mentre, alzandomi e riabbassandomi, mi scopavo sul suo grosso cazzo – ‘mm’ti sento benissimo! Oh’dai, Kelley’fottimi come si deve adesso! – Al che mio figlio, non chiedendo niente di meglio, mi ha abbrancato le natiche e quindi ha cominciato a spingersi rabbiosamente nel mio ventre, trivellandomi con foga dal basso verso l’altro mentre io – digrignando i denti per non urlare e piantandogli le unghie nel petto – lottavo tenacemente per rimanergli abbarbicata sopra! – Uuuuhhhh’uuuuhhhh’ – ho cominciato ad un certo punto ad ululare, folle di eccitazione, sentendomi riempita completamente da quell’enorme fusto di carne che mi stava squassando la fica.
Kelley da parte sua ci dava dentro alla grande, assolutamente concentrato su ciò che stava facendo – scopandomi e contemporaneamente aiutandomi a scoparlo – beandosi nel frattempo della vista delle mie mammelle che, trattenute a stento dall’esiguo reggiseno che indossavo, gli ballonzolavano davanti agli occhi.
– Ti amo, mamma! – mi ha sussurrato ad un tratto il mio figliolo, alzando gli occhi a fissarsi nei miei’mentre mi fotteva.
– Oh’anch’io ti amo, tesoro! – gli ho sussurrato io a mia volta, continuando peraltro imperterrita ad impalarmi sul suo nerchione – Mm’farei l’amore con te tutti i giorni, sai?
– Ed io con te! – mi ha risposto lui. E, così dicendo, interrompendo improvvisamente il coito, mi ha passato le mani dietro la schiena e mi ha attirato a sé, incollando quindi la sua bocca alla mia.
Di nuovo quindi, mio figlio ed io ci siamo baciati – l’uno conficcato nell’altra – penetrandoci a turno con la lingua, lascivamente, riprendendo nel contempo a scoparci’ ma più dolcemente, mentre ci dimenavamo come bisce, strusciando insieme i nostri corpi nudi.

Quando ci siamo staccati per riprendere fiato – poi – Kelley mi ha disarcionato, con delicatezza ma con determinazione, facendomi scivolare di lato e sfilandosi quindi da me.
– Oh’Kelley! – mi sono lamentata io a quel punto, guardando alternativamente lui ed il suo turgido membro reso lucido dai miei umori vaginali, senza capire perché mi aveva abbandonato in tal modo.
– Dai, mammina’girati, adesso! – mi ha incitato lui a quel punto, alzandosi in piedi e troneggiando quindi su di me – Mettiti a pecora, troia’che ti scopo da dietro!
– Ehi! – gli ho ringhiato io – Come ti permetti di parlare così a tua madre? – gli ho chiesto, facendo però nel frattempo come lui mi chiedeva, inginocchiandomi sopra il divano e mettendomi quindi in modo che lui potesse inforcarmi in quella posizione, con il sedere ben alto e proteso all’infuori.
– Mm’che spettacolo! – l’ho sentito biascicare dopo un istante.
– Ti piace quello che vedi, Kelley? – gli ho domandato allora io, voltandomi a guardarlo, mentre lui, con il cazzo in mano, si apprestava evidentemente a penetrarmi di nuovo.
– Accidenti, se mi piace! – mi ha sussurrato lui, un attimo prima di tornare a strusciarmi la punta del glande lungo la fessura.
– Ooohhh’spingi, amore! – l’ho esortato io a quel punto, protendendo nel contempo il deretano verso di lui, per andargli incontro, desiderando come nient’altro al mondo avercelo di nuovo in fica.
– Ooohhh’SI’! – mi ha sibilato lui, mentre – afferrandomi per i fianchi – si spingeva in me, scivolando nella mia vagina con la stessa facilità con cui il coltello affonda nel burro, penetrandomi in modo tale da farmi sembrare di avercelo in gola, il suo grosso pene!
– Mmm’Kelley! – l’ho chiamato io a quel punto, con voce strozzata – Cristo, mi sei dentro tutto!
– Oh sì! – mi ha sibilato lui con soddisfazione, protendendosi sopra di me – Sai, mamma’ti ho lasciato fuori solo i coglioni!
– Oh’grande porco! – gli ho ringhiato io, eccitandomi sempre di più e cominciando nel frattempo a dimenare i fianchi per sentirmela meglio, la grossa nerchia di mio figlio – ragazze! – un vero e proprio palo della cuccagna infilato nel mio ventre – Dai’dacci dentro, adesso’fottimi come si deve! – l’ho incitato, girandomi verso di lui.

– Oh, yeah’mamy’big whore’grande puttana! – mi ha sussurrato lui, iniziando quindi a muoversi, avanzando e quindi retrocedendo, facendomi scorrere il cazzo nella fica, mentre io godevo come una matta!
Ciaf’ciaf’ciaf’era il rumore osceno che facevano le nostre carni sbattendo l’una contro l’altra – i suoi lombi contro le mie natiche – mentre Kelley mi scopava con entusiasmo, dapprima facendomi scivolare quasi fuori dalla vagina il suo grosso arnese e quindi tornando a mettermelo dentro, nel corso di un delizioso andirivieni che, nel giro di pochissimo tempo, mi ha portato sull’orlo dell’orgasmo.
Come uno stallone fotte la propria giumenta, così mi fotteva mio figlio, penetrando in me fino a raschiarmi le tonsille con il suo enorme pene’o così mi sembrava!
Chiudendo gli occhi sentivo il sangue rombarmi nelle orecchie ed un calore d’intensità indicibile pervadermi il ventre! Oh’era bellissimo, straordinario’mmm’stavo venendo’venendo per mio figlio!
– AAAAHHHH! – ho urlato infine, alzando di scatto la testa e godendo come una dannata, mentre il piacere mi inondava le viscere, fulminandomi nel contempo come una scossa elettrica – Oooohhhh’Kelley’mm’vengo, ragazzo’VENGOOO!
– Oh sì’troia! – mi ha ringhiato lui a quel punto, intensificando nel contempo il suo viavai nella mia fica – Godi’GODI!
– Oh sì’oh si! – gli ho risposto io, dimenando nel frattempo convulsamente il bacino per godermelo tutto il suo nerchione, fino all’ultimo!

Ancora per un po’, quindi, Kelley ha continuato a possedermi in tal modo, accarezzandomi i fianchi e sprimacciandomi le natiche, sussurrandomi nel frattempo quanto gli piaceva fottermi.
Improvvisamente, però – dolcemente – mio figlio è retroceduto, sfilandosi di nuovo da me e facendomi capire in tal modo che era sua intenzione cambiare di nuovo posizione.
A quel punto allora mi sono lasciata andare, adagiandomi quindi sopra il divano, ancora a sua disposizione, per farmi scopare ancora’come lui avesse voluto.
Il mio ragazzo, allora, si è avvicinato e quindi, facendomi spostare una gamba, si è seduto tra di esse – spalancate ad accoglierlo – spingendosi quindi in avanti, verso le mie cosce, quanto bastava affinché i nostri sessi fossero di nuovo a portata l’uno dell’altro – la punta del suo glande a pochi millimetri dalle labbra dischiuse della mia vulva.
– Ti voglio fottere così, adesso, mammina! – mi ha sussurrato poi, sfiorandomi nel contempo la guancia con le dita – E venirti dentro’così, mentre ti guardo negli occhi!
– Oh’Kelley’ – gli ho mormorato io in risposta, accarezzandogli nel contempo il torace, coperto da un leggero velo di sudore e sentendomi nel contempo tornare la foia – ‘fallo allora, dai! Cosa aspetti, tesoro?
Lui a quel punto, si è spinto ancora più in avanti e quindi, mentre io avanzavo a mia volta verso di lui per andargli incontro, si è preso il pene in mano e me ne ha infilato la testona tra le ninfe. Poi – per l’ennesima volta in quella straordinaria mattinata – mio figlio mi si è infilato nel ventre, scivolandomi tutto dentro!
– Ooouuu’ – ho mugolato io, circondandogli nel frattempo le spalle con un braccio – ‘dio, Kelley…è meraviglioso! Mm’mm’da quant’è che stiamo scopando, tesoro? – gli ho chiesto io, un po’ per sapere quanto ancora avrebbe resistito ed un po’ per sapere quanto ancora avrei potuto trattenermi lì per senza destare sospetti.
– Mm’sarà mezz’oretta, mammina! – mi ha risposto lui, mentre nel frattempo muoveva il avanti ed indietro il bacino, con languida lentezza, estraendomi quasi del tutto il cazzo dalla fica e tornando quindi a ficcarmelo dentro ‘ Ma’perché me lo chiedi?
– Oh…perché ce l’hai ancora così grosso da far paura’ – gli ho risposto io, guardandolo – ‘e a me comincia a far male, sai?
– Oh’povera donna! – mi ha sussurrato lui, allungando nel contempo una mano ad afferrarmi una mammella – Cosa vuoi’che smetta, allora?
– Sì’ma dacci dentro, prima! – gli ho ringhiato io, in risposta – Voglio che tu mi venga dentro, tesoro mio’voglio vederti godere!
– Okay, mammina’ – mi ha sussurrato Kelley a quel punto – ‘tieniti forte, allora! – E, così dicendo, dopo essersi proteso sopra di me (‘e mentre io mi aggrappavo alla sua spalla piantandogli le unghie nella pelle) mio figlio, ha cominciato a picconarmi gagliardamente, rifilandomi nel ventre una raffica di sciabordate che mi hanno fatto gemere e mugolare di piacere.
Pensavo che avrei potuto addirittura godere un’altra volta allorché Kelley, emettendo uno stranissimo urlo soffocato è finalmente venuto, sborrandomi nel ventre’una, due’tre volte, spingendosi a fondo in me mentre lo faceva e guardandomi nel frattempo con i suoi splendidi occhi azzurri, accasciandosi poi, sfinito – Oh, mamma’ – mi ha sussurrato infine, posandomi la testa tra i seni, come quando era bambino.

– Sei stato fantastico, amore mio! – gli ho bisbigliato io dopo qualche istante, accarezzandogli dolcemente i capelli – Adesso, però’ è ora che tu esca, sai? – l’ho consigliato, avvertendo come il suo membro, avendo perduto la consistenza di poco prima, si stesse ritraendo dalla mia vagina – Altrimenti rischiamo di fare un macello!
E’ stato così che – alla fine – Kelley, sfilatosi da me, si è rialzato in piedi e dopo aver rovistato per un attimo in un cassetto della sua scrivania, ne ha tratto un pacchetto di fazzolettini di carta che mi ha poi porto, affinché me ne servissi per asciugare il suo seme che mi stava colando dalla vulva.
– A quando la prossima volta, mammina? – mi ha chiesto poi, infilandosi le mutande, mentre mi guardava rivestirmi.
– Uh’bè, rimarrò indolenzita per un qualche giorno, sai? – gli ho risposto io, sorridendogli mentre mi abbottonavo la giacca – Ma comunque sarà presto’non preoccuparti, tesoro’sai che non riesco a stare per tanto tempo senza il tuo uccellone! Ma adesso è meglio che vada!

E, così dicendo, dopo aver recuperato la borsetta e dopo essermi avvicinata ed avergli posato un trepido bacio sulle labbra sono scesa di sotto, ho aperto la porta d’ingresso e quindi, dopo essermi accertata che nessuno mi vedesse, ho raggiunto la mia auto dall’altra parte della strada.
Avviato il motore, quindi (‘e con la fica che ancora mi friggeva!) mi sono immessa nel traffico e mi sono diretta verso casa, dove – all’ora di pranzo – di fronte a mio marito Ed – avrei dovuto fare la parte della mamma modello!

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