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Racconti erotici sull'Incesto

Mia cognata Stefania (1° parte)

By 9 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Quella mattina non ero certo di buon umore, infatti era sabato ma io mi ero dovuto alzare presto, perché mi stavo recando da mio cognato per aiutarlo a montare la sua nuova camera da pranzo.

Io sono un tipo pigro, e non amo fare simili fatiche; ma non potevo sottrarmi, visto che lui era sempre stato disponibile con me, e poi sua sorella la mia ragazza, mi avrebbe tempestato di accuse di egoismo.

Arrivato a casa sua, quando si aprì la porta, c’era sua moglie Stefania, che appena entrato mi disse che Luigi ancora non era tornato, dal mobilificio.

‘Ma come mi ha detto ieri che andava alle 10 cosicché alle 11.30 sarebbe stato a casa con i pezzi della camera!’

‘Lo so’, rispose lei, ‘ma mi ha chiamata poco fa e mi ha detto che il camion con i pezzi non &egrave ancora arrivato perché c’&egrave stato un incidente sull’autostrada e che a breve gli avrebbero detto qualcosa’.

Quindi il mio nervoso era salito e di molto. Essendo una persona che si fa i suoi programmi, avevo pensato che per le 17 sarei potuto tornare a casa riposarmi un paio d’ore e poi uscire bello fresco la sera con la mia ragazza; invece sembrava tutto più difficoltoso del previsto realizzare i miei programmi.

Passai la prima ora a giocare con la mia nipotina, mentre la sua sorellina era andata con il padre a prendere quei maledetti mobili.

La bambina si addormentò e Stefania mi raggiunse nella cameretta e la mise a letto, quindi andammo in cucina.

Lei mi chiese se il pranzo che stava preparando fosse di mio gradimento, io annuii; ma il pranzo, o meglio il cucinamento del cibo era sospeso a causa dell’assenza di notizie di mio cognato.

Quindi ci sedemmo a tavola a vedere la tv.

Finalmente verso le 13 chiama Luigi e dice che il camion sarebbe arrivato verso le 14 e che quindi era inutile tornare per poi riandare; e che se tutto andava bene sarebbe tornato vero le 14.30.

Io ero sempre più amareggiato e non sapevo se dire che avevo degli impegni e che dovevo andare via, o se subire questo ritardo.

Dalla fame mi stava venendo anche un po’ di sonno e mi ero rannicchiato sulla sedia ma dopo un po’ decisi di alzarmi e di andarmi a fumare una sigaretta.

Mentre mi stavo stiracchiando:

‘Andrea!!!!!!!!!’

‘Cosa c’&egrave Stefania?’

Mi girai verso di lei perplesso dalla sua esclamazione e vidi che i suoi occhi erano rivolti verso il mio pube; mi resi conto così che avevo il cazzo in erezione che era abbastanza visibile visto che avevo una tuta e dei boxer che per quanto attillati non erano slip.

‘Ma lo hai sempre così?’

‘Ma’.ma cosa dici Stefi!!!!’.evidentemente stando rannicchiato sulla sedia con le gambe devo averlo strusciato e avendo dei boxer credo che abbia avuto una reazione; ma &egrave stato solo un fattore meccanico’

Stefania non era sicuramente una donna corrispondente ai miei ideali di sex symbol. A parte le due gravidanze che un po’ l’avevano gonfiata, anche prima era una donna, non cicciona, ma sicuramente in carne. Aveva un viso quasi orientale con gli occhi allungati e le labbra sottili, dei capelli lunghi e nerissimi. I seni, be’ quelli si, molto grandi, forse una quinta; e poi come detto una costituzione robusta, compresi i glutei molto pronunciati.

‘Scusa’, disse, ‘Non volevo metterti in imbarazzo’ e intanto non so quanto volutamente, si infilò una mano nella maglia aggiustandosi il reggipetto, smuovendo quelle enormi mammelle.

‘Non ti preoccupare, ci conosciamo da anni e non credo che tali confidenze mi turbino più di tanto, e poi lo sai che anche io faccio ironia sul tuo corpo, sapendo che tu non te la prendi’.

‘Ma il mio non era un fare ironico, il mio era un apprezzamento! ‘

Mi fece cenno di avvicinarmi, e io non sapevo cosa fare ma soprattutto cosa dire!

Ma mi avvicinai, lei afferrò entrambi i lati della mia tuta compresi i boxer e me la tirò giù; io ero rosso come un peperone e quella situazione mi faceva pulsare il cazzo in una maniera spropositata. Il mio membro gonfio e duro ora era a pochi centimetri da suo viso, e lei lo guardava con due occhi sgranati, come un naufrago vede terra dopo mesi di oceano.

Lo impugnò e me lo strinse forte, facendomi scattare per la sorpresa del gesto.

Aprì la bocca e se lo prese tutto in un unico movimento, facendo sfiorare i miei testicoli con le sue labbra. Rimase qualche secondo in quella posizione poi iniziò a spompinarmi facendoselo uscire quasi tutto e poi inghiottendoselo fino all’ultimo centimetro della mia mazza.

Mentre non si stancava di ingoiare il cazzo, si aprì la maglia e liberò i suoi seni dal reggiseno e subito dopo, li unì facendo sparire il mio membro che era davvero duro e con la cappella gonfissima.

La scopavo tre le tette e quando la punta della mia cappella usciva fuori, lei o la leccava con la punta della lingua, o ci sputava per renderlo fluido nello sfregamento con le sue tette.

Era impressionante vederla così. Era una donna molto estroversa e a volte sboccata, tanto che con la mia ragazza ipotizzavamo che fosse una gran porca. Ma le apparenze spesso ingannano, e invece il bello doveva ancora arrivare.

Continua”

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