Skip to main content
Racconti erotici sull'Incesto

Mia sorella Giuseppina 27

By 19 Ottobre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

i miei racconti
http://www.iomilu.com/viewuser.php?uid=843


Sequenza di
Mia sorella Giuseppina
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=5496
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=5498
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=5539
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=5598
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=5690
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=5704
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=5723
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=5749
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=5828
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=5852
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=6006
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=6199

baby sitter
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=6334

http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=6700
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=6873
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=7142
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=7415
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=7488
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=7516
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=7605
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=7614
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=7809
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=7974
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=8415
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=8699
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=9100

Sabato sera’. Cap.27

‘Più avanti c’è il parco, che ne dici se andiamo a fare una passeggiata?’ Ha chiesto.

‘Perché no.’ Acconsentendo alla richiesta come se avesse mai avuto scelta.

Stava pensando che una volta arrivati avrebbero camminato come avevano già fatto e… Un brivido le percorre la schiena pensando a quel posto… A quella volta… A come si è sverginata. Forse si sarebbero fermati e l’avrebbe scopata facendola finalmente godere. Non voleva ammetterlo ma sentiva le farfalle solleticarle l’interno della vagina e aspettava il momento di liberare le voglie tanto rimandate.

Involontariamente si morde il labbro inferiore sentendo come le sensazioni che riceve dai capezzoli la tengano erotizzata. Il top le si accolla in modo perfetto sulla pelle e percepisce distintamente le tette ballare libere e si sforza a non osservare in basso, per non vedere i capezzoli duri bucare il leggero tessuto.

Una volta arrivati la guida a braccetto lungo il vialetto d’ingresso. Si ritrovano presso il giardino con i giochi dei più piccoli. è contenta di non aver visto nessuno. Non le piace camminare senza intimo e farlo con le scarpe con il tacco alto sul ghiaino lo trova oltremodo difficile. Percepisce l’aria della sera accarezzarle le chiappe inferiori del sedere e anche lungo le labbrine della figa. Si vergogna e lo percepisce da come ha le guance calde e le tette che continuano a ballare perennemente libere a causa del terreno sconnesso non l’aiutano a riprendere un certo contegno.

Tonino l’ha invitata ad arrampicarsi sulle barre del ponte. Lo guarda interrogandosi stupita. Ha visto molte volte i bambini farlo e spesso ha dovuto recuperare il cuginetto quando l’accudiva al posto della zia. Prontamente esegue, non prima di essersi aggiustata il top ed essersi accarezzata con entrambe le mani i seni con la scusa di sistemare meglio il leggero indumento.

‘Puoi restare appesa a quella sbarra?’ Le ha chiesto indicandole una in alto di fronte a lei.
Raggiuntala sopra la testa, l’ha afferrata fortemente con entrambe le mani trovandosi sollevata di pochi centimetri da terra, con i piedi che non toccano più.

Postosi davanti a lei, le palpa le tette attraverso il leggero tessuto stupendosi nel sentire perfettamente sotto le palme delle mani i capezzoli duri.

Si è sentita arrossire le guance pensando che il posto era perfettamente aperto alla vista di chiunque. Appesa com’era non poteva far altro che lasciarlo fare mentre i muscoli le facevano sempre più male.

Ha accarezzato delicatamente i capezzoli, rendendoli sempre più duri e sensibili.
‘Ti piace quando lo faccio?’ Le ha chiesto con un largo sorriso.

‘Sì!’ Ha risposto forzatamente.
Si sentiva molto eccitata in realtà. Non si ricordava più da quante ore fossero passate da che si sentiva con la figa umida e calda. Anche durante la cena, seduta con la madre al ristorante, ha dovuto lottare contro le mani di Tonino che continuamente la stuzzicavano da sotto la tovaglia direttamente fra le gambe aperte.

Ha ripetuto il massaggio hai seni prendendo i capezzoli attraverso la stoffa e tirandoli leggermente.

Giuseppina ansima per il piacere che le sta provocando. Non poteva fare altro che guardarlo dritto negli occhi e quando gli sguardi si incrociavano la faceva sentire calda, desiderabile.

Ha fatto scendere le mani in una lunga carezza per giungere e fermarle fra le gambe.

Ha rabbrividito mentre le è scappato un gemito di piacere.

Le dita giocherellano con le carnose labbra pendule per poi sondare nell’umido caldo abbraccio all’interno di lei.
‘Sei veramente molto calda.’

Distintamente percepisce come le mani la accarezzino nelle profondità delle sue carni. Poco lontano ha visto passare alcuni ragazzi lungo il marciapiede per fermarsi ad osservarli come li hanno notati.

Si spingono l’uno con l’altro mentre ghignano e ridono stupidamente.

Ha discosto lo sguardo sospirando profondamente con i muscoli delle braccia che le tiravano sempre più.

Le dita di Tonino la stavano esplorando sempre più profondamente. Una mano è salita inserendosi sotto al top e denudando la tetta. Preso il capezzolo fra pollice e indice lo attanaglia stuzzicandolo e rendendolo sempre più duro e sensibile. La doppia masturbazione del capezzolo e clitoride la sta portando al limite. Le braccia le fanno sempre più male.

No n riesce più a resistere e si lascia cadere.

Le dita lasciano libere le piccole zone erogene non prima di aver attanagliato o penetrato dolorosamente. Si sente eccitata allo spasimo e dolorante al contempo.

Liberate le mani, la obbliga a camminare lungo il percorso del ‘castello’. Attraverso il monitor della telecamera scorge appena le piccole labbra della figa o dei glutei. Nella fioca luce dei lampioni i capezzoli vengono risaltati e il luccichio proveniente dalla figa è il sintomo della sua eccitazione. Alla fine del percorso, è costretta a scendere sullo scivolo e se non fosse stato buio avrebbe potuto notare il viso diventarle rosso fuoco. Una volta messi i piedi a terra, le abbassa l’elastico del top e le tette sobbalzano perfettamente in vista.

Per la sorpresa porta distinto le mani per coprirsi ma Tonino le prende i polsi fermandola e fermo, la guarda.

‘Visto che hai perso la partita oggi, dovrai pagare la penitenza. Non credo che vuoi prolungare di due giorni la punizione.’
L’osserva compiaciuto. Le parole hanno fatto breccia e stancamente, prima le spalle, poi le mani cadono lungo i fianchi. Soddisfatto, la filma ancora lungamente con lei che tiene gli occhi chiusi.
‘Brava, ripeti il percorso senza mai aggiustare la mini.’

Sommessamente esegue cercando di non farsi male cadendo. Quando arriva sullo scivolo la obbliga a divaricare le ginocchia e a mettere i piedi sul bordo e in quel modo a scendere.

Tonino si eccita nel vederla arrivare praticamente contro all’obbiettivo, con la figa completamente aperta e spalancata. Lei resta in quel modo per molto tempo finché lui spostatosi si può rimettere in piedi. Le tette ballano libere e i capezzoli sono più dritti che mai anche a causa della leggera brezza serale.

‘Puoi ricomporti.’

Velocemente esegue coprendosi al principio i seni e poi aggiustando la mini.

‘Ora voglio che cammini seguendo il vialetto esterno del parco. Non potrai toccarti o aggiustarti i vestiti per nessun motivo. Dovrai salutare ed essere amichevole con chi incontrerai. Questo è il volere del Sig. X, hai capito?’

Di malavoglia ha annuito col capo e a testa bassa, si è avviata lungo il vialetto tenendosi al bordo della recinzione e camminando con molta attenzione.

Pensava, visto l’ora, non ci fosse stata molta gente. Fatti i primi 50 metri e non vedendo nessuno si è rilassata rimanendo concentrata ai passi che faceva. è passata oltre l’entrata anteriore e ha visto un gruppo di giovani ragazzi. Si è ricordata come una volta, anche lei come loro, si sedeva sulle panchine e passava le serate con gli amici.

Hanno riso, fischiato ed applaudito mentre li ha oltrepassati.

Forse erano gli stessi che aveva visto prima si chiede. Dal loro comportamento i suoi dubbi e le speranze sono state vanificate. La minigonna era troppo in alto e lasciava vedere troppo di se. Stringe forte i pugni per non toccarla e aggiustarla, e trattiene a fatica le lacrime. Continuando a camminare a testa china, si è accorta solo in un secondo tempo che la stavano seguendo.
Nervosa, ha accelerato il passo fintanto che messo un piede in fallo, quasi è caduta. Li ha osservati ancora e ha sperato in cuor suo che volessero continuare ad osservarla visto che rimanevano a debita distanza.

Ha ripreso a camminare lungo il viale accorgendosi di avere il fiato corto. Non poteva più continuare agevolmente; c’erano radici, pietre e rami ed era difficile, doloroso e penoso ogni passo che faceva per evitarli. Ha continuato ad andare avanti come poteva mettendo tutta l’attenzione dovuta per non sollevare troppo le gambe e non far ballare le tette.

Ha esitato prima di oltrepassare una donna di mezza età che stava camminando verso di lei. Di spalle, continuava a sentire ancora i ragazzi dietro di lei commentare pesantemente e ridere.
‘Buona sera!’ Ha detto, sorridendo forzatamente quando l’ha incrociata, ricordandosi delle parole di Tonino.

‘Salve.’ Ha risposto corrugando ancor più la fronte e sgranando gli occhi.

Ha abbassato gli occhi arrossendo e continuando a camminare oltrepassandola.

Una coppia stava spingendo una carrozzina venendole incontro.
L’uomo come la vista, è rimasto immobile a fissarla fintanto che la moglie indispettita non l’ha chiamato. Si sono incrociati ognuno dal proprio lato senza salutarsi mentre Giuseppina è stata incapace di proferir parola, a causa dello sguardo del signore. Mentre li stava lasciando alle spalle, sentiva i nervi tesissimi e tratteneva le lacrime a fatica.

Fermatasi, si è osservata attorno e si è stupita di quanta gente stesse camminando nel parco o era seduta sulle panchine.
Una coppia di anziani, seduti davanti a lei, le sorridono gentilmente.
‘Buona sera, signorina.’ Uno di loro ha detto.

‘Bella serata per una camminata.’ L’altro ha aggiunto.

‘è una notte piacevole. Buona serata.’ Riprendendo a camminare per la sua strada, sotto lo sguardo attento e vigile dei due anziani.

Un ragazzo con un cane le ha fischiato dietro, mentre l’ha oltrepassata e lei imperterrita ha continuato facendo finta di nulla.

Poco dopo ha dato un’occhiata alle sue spalle e ha notato che il tipo si era unito ai ragazzi per seguirla. Si è sentita avvampare di caldo e se fosse stato più chiaro si poteva vedere che era diventata tutta rossa. Si è fatta forza e stringendo i pugni ha continuato ad andare avanti.

Una donna anziana seduta poco più avanti l’ha fermata alzando il bastone chiamandola col titolo: ‘Sgualdrina!’

Ha abbassato la testa e guardando a terra rossa più che mai, si è allontanata mettendosi quasi a correre.

Quando ha rallentato l’andatura si è voltata e l’ha vista rimproverare i ragazzi che la stavano seguendo, ma hanno continuato imperterriti, ridendo e ignorandola.

Ha ripreso a camminare lungo il parco il più rapidamente che poteva.
Ha dovuto andare oltre il campo di pallavolo in cui le luci erano accese, segno che vi era una partita in corso. Mentre stava camminando lungo la recinzione, uno dei ragazzi la vista e ha emesso un suono silenzioso rimanendo folgorato dalla visione mentre uno degli amici effettuava una schiacciata colpendolo violentemente alla testa.

Sentendo il suono doloroso che ha emesso si è voltata giusto nel momento in cui ha ondeggiato per qualche istante ed è caduto pesantemente a terra.
‘Stai male?’ Ha chiesto preoccupata.

La stava osservando come un ebete mentre tutti restano fermi e ammutoliti. Uno dei ragazzi si è avvicinato per aiutarlo a rialzarsi e come l’ha vista meglio, le ha sorriso stupito.
‘Starà bene. Desideri giocare al suo posto?’

Sentendo la richiesta ha tremato. Sperava che non fossero della scuola ma guardandoli meglio poteva riconoscere qualcuno della squadra maschile di volley.
‘Non ora.’ Ha risposto frettolosamente e ha continuato lungo il percorso.

‘Signorina Giuseppina F.!’

Ha sollevato lo sguardo sorpresa nel sentirsi chiamare per nome e cognome. Ha arrossito fortemente riconoscendo l’uomo che le si parava davanti in mezzo al vialetto. Era il professore di matematica della scuola. La stava osservando compiaciuto e meravigliato.

‘Vedo che vi state preparando molto bene per la verifica di lunedì, signorina Giuseppina F.!’

‘Umh” Rimanendo bloccata dinanzi a lui senza sapere cosa rispondere.

Con occhi voraci e increduli, l’ha osservata lungamente da capo a piedi.
‘Stupendo. Vedo che avete abbandonato le scarpe da ginnastica. Spero che vi stiate godendo la serata, signorina Giuseppina F.!’

‘Credo…- Ha risposto con un filo di voce.- Io’ Devo andare. è stato bello averla incontrata, prof.’
Ha affrettato il passo oltrepassandolo, mentre cercava di respirare e trattenere il tremore alle mani. Poteva sentire il cuore batterle velocemente nel petto. Si stava vergognando a morte. Lacrime le stavano scendendo sulle guance non riuscendo più a trattenerle.

Finalmente ha terminato il circuito ed è arrivata dove Tonino e Michele la stavano attendendo.
‘Lasciami rimettere a posto!’ Ha chiesto disperatamente in un filo di voce.

Era tanto presa dalla disperazione, che non si è chiesta come potesse essere arrivato suo fratello in quel luogo.

‘Girati su te stessa e lascia che i tuoi ammiratori ti possano osservare ancora.’ Michele le ha detto.

è rimasta immobile mentre le mani e le gambe tremavano sempre più.
‘Michele…’ Quasi a voler pregare che le risparmiassero quell’utima umiliazione.

‘Lasciali guardare ancora un poco, non penso che vuoi abbassarti anche il top.’ Tonino ha rimarcato.

Si sentiva avvampare le guance mentre le lacrime continuavano a scendere. Si è asciugata passando il dorso delle mani e lentamente si volta affrontando la piccola folla. Ha divaricato i piedi tenendoli ben oltre la larghezza delle spalle con le mani sulle anche, quindi si è voltata ancora girando su se stessa nuovamente una seconda volta, per finire di restare immobile di fronte a loro.

Hanno applaudito. I tipi erano tutti che sorridono e fra loro, due ragazze che stavano ridendo sguaiatamente.

‘Ora posso? Per favore?’ Ha elemosinato. Per lo sforzo oramai inutile di trattenere le lacrime il mento le tremava.

Michele ha riso di soppiatto e Tonino soddisfatto, le ha fatto un cenno affermativo con la testa.

I ragazzi sono andati via soddisfatti mentre lei ha anticipato Tommaso e Michele alla macchina, tenendo abbassata la minigonna con entrambe le mani. Non voleva pensare a cosa avessero potuto vedere tutta quella gente nel parco. Le mani e le braccia tremavano, mentre cercava di non cadere lungo il vialetto.

‘L’hai fatto!’ Ha detto Tonino, sorridendo e dandole un lungo bacio con il braccio che la tirava verso di lui.

‘Hai camminato tutto intorno al parco, complimenti!- Anche Michele le ha dato un lungo bacio tirandola a sua volta contro di lui.- C’è voluto coraggio.’ Ha concluso guardandola serio.

‘Grazie.- Stava rabbrividendo, si è asciugata le lacrime con il dorso delle mani e ha cercato di sorridere.- Grazie per’ Per essere…’ Ha fatto un respiro profondo e ha riso nervosamente.

‘La vecchia ha fatto una faccia!’

Ridono ora entrambi mentre Giuseppina tremava sempre più con i nervi che si rilassano con una risata liberatoria.

‘Ti sei divertita a farlo?’ Tommaso ha chiesto, sorridendo ancora.

‘Indovino che’ Ora che l’ho fatto’ Non era così difficile.’ Sorridendo pensierosa.

I ragazzi hanno continuato a ridere per questo e quella faccia del parco, mentre la macchina correva fra le vie semi deserte. Giuseppina si è limitata a domandarsi cosa sarebbe accaduto una volta che sarebbe tornata a scuola.

Giunti a casa, Tommaso segue i ragazzi che lo precedono.
‘Giusi, posso filmarti per il Sig. X mentre sali le scale?’

Lo guarda dubbiosa. ‘Per me… Fai pure.’

Entrambi hanno acceso le videocamere e hanno registrato lei che ancheggia e sale le scale.
‘Puoi ridiscendere per favore?’

Non sapeva se sentirsi stanca o usata. Ha accentuato lo sculettamento pensando che questo li avrebbe accontentati. Aveva voglia solo di andare in casa a farsi una doccia.

‘Sei capace di giocare? Abbassati il top, facci vedere un poco di più.’

Li guarda delusa. Sperava di finire presto e visto che c’era, ha deciso di dare uno spettacolo migliore. Si è abbassata il top e ha lasciato in bella mostra i seni. Risalendo ha sporto il sedere, mostrando in questo modo anche parte del taglio della figa e parte delle chiappe. Giunta sul pianerottolo si è voltata per farsi osservare mentre sorrideva compiaciuta.

Arrivati finalmente davanti alla porta di casa aveva la mini sopra le anche e le tette che ballavano libere. Era agita e impaurita. Sperava che i vicini non dovessero uscire in quel momento o sarebbe stati guai seri.

Entrambi hanno registrato come le labbra luccicassero di ciprigna e i capezzoli fossero duri e impudici nella fioca luce delle scale.
‘Siediti sui talloni e allarga le ginocchia più che puoi.’

Con fatica esegue cercando di non cadere. Percepisce chiaramente la fresca aria accarezzarle la calda vulva.

‘Ora masturbati partendo col stuzzicarti i capezzoli. Voglio vederti godere.’
Mentre lei ha incominciato a muovere le mani sul corpo caldo e voglioso, Tonino appoggia la videocamera lasciandola accesa sullo zerbino dell’appartamento di fronte. Si abbassa la cerniera dei jeans e si avvicina con il cazzo in mano.

Giuseppina l’ha visto e ha sorriso maliziosa, mentre la lingua saetta fra le labbra vogliose.

Compiaciuto per come lo guarda, accosta il cazzo alla bocca e senza indugio, è lei stessa a incominciare a succhiarlo con avidità.
Non passa molto tempo e finalmente gode stringendo i denti, cercando di non emettere alcun suono.

Aveva il cazzo che le deformava la bocca. La cappella era contro la guancia mentre le stava pulsando sperma in grande quantità. Le dita si muovevano freneticamente sul clitoride quando anche lei ha incominciato a godere. A causa delle contrazioni violente provenienti dalla figa, stava per cadere e si è appoggiata alla propria porta di casa. Il cazzo le è scappato dalla morsa delle labbra e alcune gocce di sborra le cadono addosso.

Eccitato per lo spettacolo, suo fratello libera il cazzo che stava puntando durissimo contro il bordo della cintura. Registra la cappella violacea che ondeggia ad ogni passo mentre si avvicina a sua sorella. Messosi da un lato per non interferire con la visuale della videocamera di Tonino, aspetta impaziente che lei finisca di pulire il cazzo del suo amico.

Impaziente, afferrata la testa con entrambe le mani le infila il cazzo in bocca.
Lei si limita a tenere serrate le labbra mentre lui la scopa con irruenza. Più di una volta è costretta ad allontanare la testa perché la stava soffocando, ma ogni volta suo fratello la spinge in avanti con più forza. Gode sborrando velocemente e per effetto delle spinte convulse che le arrivano fino in fondo alla gola, si divincola per cercare di respirare.

Come se niente fosse, Michele la tiene premuta contro il cazzo, mentre continua a strusciarsi avanti e indietro sulla guancia. La cappella continua ad eruttare sperma come un torrente in piena e anche dalla bocca fuoriesce tutto quello che aveva sparato inizialmente.
Incurante, Giuseppina voleva solo respirare. Reprime un senso di vomito e cerca di non tossire per non farsi sentire dai vicini del pianerottolo.
La calda appiccicosa sborra si riversa sul collo, sulle tette, la pancia, per terminare sulla minigonna.

Soddisfatto, Tonino recupera la videocamera ed effettua dei primi piani osceni. Lei con le gambe aperte in cui la ciprigna le bagna le cosce. La bocca da cui colano fili di sperma, mentre la guancia vistosamente rossa è imbrattata di bianco appiccicoso sperma. Come suo fratello si discosta leggermente, filma il cazzo tutto sporco di sperma entrare nella bocca di Giuseppina per farglielo pulire.

Lui, muove il bacino lentamente, per godersi gli ultimi spasmi di piacere per poi estrarlo e mostrarlo alla videocamera, come sia ridiventato pulito e luccicante di saliva.

Fatti gli ultimi primi piani, si ricompone e recuperata la registrazione anche dell’altra videocamera, si avvia soddisfatto verso casa per rivedere i filmati fatti durante la giornata.

Giunti finalmente in casa, Giuseppina si fionda in bagno e seduta sul water libera la vescica. Preso un pezzo di carta igienica, incomincia a pulirsi dai grumi di sperma sulla guancia.

‘Ferma!- Urla suo fratello.- E devi stare nuda, te lo sei dimenticato? La sborra la devi spalmare finché non si asciuga. Sono stato chiaro?’

Incredula l’osserva e abbassa gli occhi. Si solleva e spogliatasi dai pochi indumenti, incomincia a massaggiare dove vi era lo sperma. Non sa distinguere quale sia quello di suo fratello o di Tonino. Sa per certo che si stanno sovrapponendo con quello del ragazzo del centro commerciale. Continua lungamente finché le pare che tutto si sia spalmato e asciugato sul corpo.

Davanti allo specchio della propria camera, si guarda lungamente. è nuda, sente l’odore di sperma sulle mani e vede le striature che sono rimaste sulla pelle. Il segno bianco dell’abbronzatura degli anni passati è quasi del tutto sparito lasciando evidente il bianco della sborra.
‘Devo fare al più presto una doccia.’ Si dice fra se.

La vulva è umida e brilla riflessa dallo specchio. Non se ne capacita. Ha goduto solo da pochi minuti ma si sente ancora erotizzata e vogliosa. Quante ore è rimasta in quelle condizioni oggi, si chiede.

Lecca le punta delle dita per farle ridiscendere successivamente in una lunga carezza. Parte dalla pancia per arrivare a sfiorare i peli ricciolini del pube. I polpastrelli accarezzano il clitoride sensibile e dopo aver gemuto di piacere, discosta leggermente le dita. Ansante si guarda allo specchio. Si vergogna nell’osservare come abbia le guance rosse e poco dopo tutta la faccia, il collo e anche le orecchie sono diventate rosse e bollenti.

Guarda verso la finestra e gli viene in mente il guardone. Pensa al vicino di fronte e come si può essere divertito osservandola ultimamente.
Si chiede fra se, da quanto tempo la tiene osservata. Pensierosa, osserva come l’angola della casa le nasconda parzialmente l’interno della camera.
‘Probabilmente non può aver visto molto.’ Si dice da sola pensando a tutto quello che le accaduto nell’ultima settimana.

Avvicinatasi alla finestra, ha osservato la casa del guardone e ha notato che tutte le luci erano spente. Constata compiaciuta che non potrebbe vedere molto, la sua finestra è obliqua rispetto alla sua. Si chiede, se ha ancora i nervi per dargli un ultimo spettacolo anche questa sera.
Ultimamente è andata tanto avanti che non se ne capacita. Si sentiva impaurita e intimidita, ad essere vista da un ragazzino dalla casa vicina a non più di trenta o quaranta metri.

Non riusciva a concentrarsi, chiuso il libro nervosamente, si è alzata dalla scrivania ed ha attraversato la stanza per prendere il quaderno. Obbligatoriamente deve passare davanti alla finestra per poi girata di spalle, si è chinata in avanti per prendere lo zaino. Volutamente non ha piegato le ginocchia. Ha fatto in modo che se ci fosse stato il ragazzo ad osservarla, potesse avere una perfetta visione del sedere. L’idea che lui potesse essere al di là della strada, con il binocolo, le ha fatto irrigidire i capezzoli.

è rimasta ferma in quella posizione con le tette che le ballavano libere per dargli il tempo di poterla guardare bene. Alzatasi si è girata con calma, e camminando verso la scrivania ha controllato la casa di fronte. Tutte le luci erano spente e si è seduta delusa, che potrebbe non esserci. Riaperto il libro ha cercato di concentrarsi ma l’attenzione era tutta rivolta alla finestra del vicino. Dalla vulva le venivano fastidiose contrazioni e cercava di non toccarsi per non amplificarle ancora di più.

Ha osservato i capezzoli duri. Ha percepito il cuore battere velocemente. Si sentiva le guance calde e i piccoli brividi che le arrivavano dalla vulva la facevano fremere di piacere. Si sentiva spaventata e confusa. Mai aveva pensato di comportarsi in quel modo.
‘Forse c’è un poco di esibizionismo in tutti noi.’ Si dice fra se ad alta voce.

Suonano alla porta.
Il cuore batte all’impazzata. Sa bene che spetta a lei tutte le faccende di casa, compreso quello di andare ad aprire la porta dell’ingresso.
Suo fratello da qualche parte della casa urla. ‘Ti muovi ad ANDARE!?!’

Quasi non riesce a deglutire la saliva. Per tutta la vita le era stata insegnata il rispetto della privacy e del decoro. Ogni tanto le tornavano in mente le parole della madre che con severità le insegnava le buone maniere per comportarsi nella società.

Prendendo alcuni respiri profondi, si alza lasciando al possibile vicino che la potesse vedere bene anche il pube. Ha spostato un piede di lato e nell’incertezza totale si è avviata verso la porta.

Le gambe quasi non la sorreggono mentre con mano tremante girava la maniglia.
Camminando lungo il muro del corridoio, arriva nella sala e lo vede stravaccato sul divano a guardare la televisione. Non ha idea di chi potesse essere a quell’ora tarda della sera e aveva il timore che potesse essere sua madre arrivata in anticipo in casa.

‘Mi.. Michele, sono nuda.’

Non la guarda neppure, le risponde con un semplice gesto della mano, mentre cambia canale alla TV.

La sola vista della porta di fronte a lei, la bocca se la sentiva secca, perché conosceva la risposta. Preso tutto il coraggio che avesse mai pensato di avere, ha camminato diritto verso la porta. Ha osservato dallo spioncino quasi senza respirare ed è rimasta sbalordita.
Aldilà della porta c’era il ragazzo della casa di fronte.

Si è nascosta come se la potesse vedere. Ferma e immobile è rimasta a lato della porta cercando di respirare mentre il cuore le batteva sempre più forte nel petto.
Fatti alcuni profondi respiri, si volta. Osserva suo fratello che continua a cambiare canali e messe le mani sui fianchi, punta i piedi a terra lasciandoli divaricati all’altezza delle spalle ben determinata a non lasciarsi intimidire.

Aperta la porta con il catenaccio, osserva il visitatore di traverso al piccolo spiraglio.

Timidamente si avvicina alla fessura per osservare quegli occhi. Infine i suoi occhi sono comparsi a lato della porta.
‘Ciao. Vorrei parlarti.’

‘Mmhh.. Prego. Dimmi.’

‘Ecco vedi..’

‘Chi è?’ Chiede Michele.

‘è’ è il’ è un ragazzo.’ Risponde Giuseppina stordita e impaurita.

‘E che vuole?’

‘P’ Parlare.’

‘E allora fallo entrare.’

A quelle parole lo guarda incredula. Quasi dimentica di respirare e il cuore le pare che abbia smesso di battere. Tremando vistosamente, appoggia la mano alla maniglia e trafficando più del dovuto per togliere il catenaccio, riesce ad aprire la porta.

Imbarazzato e più prudente che diffidente, lui entra in casa. è costretto a piegarsi di lato nell’attraversare la porta a causa di Giuseppina che non ha spalancato molto la porta.

‘Ciao, sono Giuseppina. Qual’è il tuo nome?’

‘Uh, Lorenzo.’ Dopo un lungo attimo in cui lui è rimasto paralizzato e immobile ad osservarle le tette nude. Gli occhi sono caduti in basso e la bocca si è aperta nel constatare che era completamente nuda e depilata.

Giuseppina si sentiva le guance avvampare nel vederlo come avesse gli occhi fuori dalle orbite e a sua volta le guance rosse. Gli prende la mano e come le aveva insegnato suo padre la stringe.
Passano lunghi attimi in cui entrambi restano immobili, incapaci di proferire una sillaba. Le tette per l’effetto del battito cardiaco e del respiro accelerato si muovono alzandosi e abbassandosi sotto la tenta visione di lui.

‘Hai tutte le ragione per guardarla.- Michele alzandosi dal divano.- è una bella ragazza. Giuseppina, chiudi la porta.’

Le mani cadono a lato e presa coscienza della situazione, può percepire l’aria fresca che l’accarezza per tutto il corpo. Chiusa la porta, resta ferma accanto al ragazzo che continua ad osservarle le tette.

‘Lorenzo! Hai bisogno di qualcosa?’ Chiede Michele.

Lei si sentiva imbarazzatissima.

‘Lorenzo? Sei venuto a chiedere qualcosa?’

‘Io’ Si, io’ Avrei bisogno’ Devo studiare e’ La scuola con”

Giuseppina non aveva capito una sola parola e aggrotta la fronte infastidita portando le braccia ad incrociarsi sul petto.

‘Stai calmo.- Mentre Michele si avvicina al ragazzo.- Tranquillo! Vuoi dire che hai bisogno di ripetizioni?’

La testa si muove ma gli occhi rimangono fissi sulle tette di Giuseppina e hai capezzoli turgidi.

‘Non le vuoi dire qualcosa?’

‘Wauh!- Dopo aver respirato.- Siete nuda!’

‘Huh, Uh.’ Ha annuito lei sempre più rossa in viso.

‘E’ Non’ Siete…’ Cerca di guardarla in volto ma dopo un attimo le osserva la figa e il rado ciuffo di capelli.

‘Uh, No.- Ha risposto Michele.- Ma questo e tutto nella normalità in questa casa.- Rassicurandolo mettendogli un braccio sulle spalle.- E non sei costretto a tua volta a spogliarti.

Non risponde. Annuisce per non perdere la stupenda visione che ha davanti.

‘Oh, si.’ Esclama Giuseppina infastidita e osservando come sia evidente il rigonfiamento nei pantaloni del ragazzo.

‘Vieni, siediti così parliamo. Posso offrirti una coca o qualcosa?’

Come svegliatosi da un sogno guarda Michele.
‘Uh, yeah, indovino, si. Uh, perché è nuda?’ Mentre si faceva accompagnare al centro della stanza.

‘Perché lo gradisce e si sente libera. Qui, siediti che ci porta una coca.’

Entrambi la guardano sparire in cucina attirati dal movimento sensuale del sedere. Quando compare Giuseppina, ha due bicchieri in mano ed entrambi l’osservano come le tette ballino e come possano vedere distintamente le piccole labbra vaginali spuntare al di sotto del piccolo filetto di peli.

Divertito per la situazione Michele osserva entrambi.
‘Dalla tua reazione direi che non hai mai visto una ragazza nuda.’

‘Mai vista, veramente.’ Ha ammesso lui tenendo gli occhi su di lei.

‘Bene, come ti ho detto, sei sempre interessato ad avere lezioni private?’ Ha chiesto.

‘Yeah! Uh’ Annuendo con un mezzo sorriso.

‘Bene, sono 15 euro all’ora e lei sarà sempre nuda per tutto il tempo che resterai. Alla prima insufficienza che avrai o alla prima lamentela dei tuoi, le lezioni si fermeranno.- Michele lo guarda serio.- Accetti?’

‘Ma realmente?’ Chiede incredulo il ragazzo.

‘Certamente e ogni volta che porterai un ottimo voto lei ti farà un regalo.’

‘Giuseppina, dagli uno spettacolo, alzati e assumi delle pose.’ Entrambi ora la guardano.

Incapace di rispondere stava tremando tutta. Si sentiva sudare freddo. Si chiedeva cosa stava accadendo e non poteva credere che suo fratello l’avesse venduta per soddisfare le voglie voyeuristiche del ragazzino.

Arrabbiata e decisa di farla finita presto, si alza dalla poltrona e si piazza davanti a loro con le gambe divaricate.
Si accarezza i fianchi languidamente. Si volta dando loro le spalle e si piega in avanti arrivando a toccare quasi a terra.

Il solco fra le natiche è perfettamente visibile.

Per la sorpresa, Lorenzo sgrana gli occhi e sposta la testa in avanti come se volesse vederla da vicino.

Il piccolo orifizio anale si apre alla vista di entrambi i ragazzi. Le piccole zigrinature scure sono perfettamente visibili e proseguendo ad osservarla, si possono distinguere perfettamente le piccole e grandi labbra sporgenti. Ad un esperto come Michele non sfugge il fatto che sua sorella sia eccitata per la presenza di piccole perle di ciprigna.

Allarga le gambe e si rialza. Si pone nuovamente di fronte a loro e si siede sui talloni. Pone le mani a terra dietro a lei e prova a sollevarsi, facendo il ponte allargando volutamente le gambe.

Michele è sempre più certo di sapere che è eccitata. Il clitoride è perfettamente visibile e le piccole labbra sono marcatamente rosse e umide.

Sedutasi cerca di fare la spaccata e una volta rimessasi in piedi, li osserva entrambi.

Michele ha un sorriso che parte da orecchio a orecchio. Lorenzo è talmente tanto rosso in faccia che l’acne si è quasi mimetizzato.

‘Vuoi toccarla?’

Lui non risponde. Ha tutti i sensi in subbuglio e il cuore gli batte tanto forte che le orecchie gli ronzano fastidiosamente.

‘Giuseppina, voltati e appoggia le mani al muro.’

Cosi facendo lei è costretta ad esporrete il sedere.

‘Posso veramente?’ Ha chiesto restando quasi in apnea.

‘Se vuoi puoi andartene senza farlo?’ Rispondendogli con sufficienza.

Non se lo è fatto ripetere due volte e avvicinatosi le ha accarezzato la schiena setosa e le natiche.

Giuseppina ha rabbrividito. Quando lui ha finito, le contrazioni che riceveva dalla vulva, erano di inconfondibile eccitazione.

Una volta sollevatasi l’osserva ed entrambi sono con i volti arrossati e con il fiato corto.
‘Grazie. Po’ Potrei accarezzare i seni?’ Ha chiesto timidamente in un filo di voce.

‘Certamente, fai pure.’ Risponde Michele vicino a lui per non perdersi nullo dello spettacolo.

Le dita toccano i capezzoli in una leggera carezza reverenziale. Le braccia si allungano e le mani si posano sulla morbida e calda pelle. Ha la bocca aperta mentre li soppesa e trema. Si meraviglia come possa percepire il morbido seno e la dura consistenza del capezzolo solleticare il palmo delle mani. Con gli occhi chiusi, si muove tutto convulsamente tenendo premute le mani su di lei. Quando li riapre, ha lo sguardo sognate.

Giuseppina e Michele si preoccupano che non stesse male, ma come si calma e lo vedono respirare affannosamente intuiscono cosa gli sia capitato. La chiazza scura che si è forma nei pantaloni, è il segno che il ragazzino si sia sborrato addosso senza toccarsi o muoversi.

Distoglie le mani con fatica e si guarda le palme incredulo. Tutti e tre osservano come le tette si muovano ritmicamente sollevandosi ogni volta che lei respiri e come i capezzoli si siano ulteriormente inturgiditi.

Soddisfatto e beato, Lorenzo ringrazia.

‘è ora che vai a casa.’ Ha detto Michele, rompendo l’idillio dello sguardo sognante del ragazzino.

‘Grazie per la coca. Uh, ecco’ Posso osservala ancora? Dalla finestra intendo.’

‘Tutto il tempo che lo desideri.’ Le ha risposto Giuseppina, meravigliandosi della risposta che ha dato lei stessa.

‘Certamente, ma ricordati dei nostri patti. Mai un brutto voto e torna quando vuoi.- Sulla porta Michele continua.- E non dimenticare i soldi.’

‘Sarete ancora nudi?’

‘Tutte le volte che posso esserlo.’ Ha assicurato Giuseppina sperando che i vicini non avessero sentito.

‘è stato bello conoscerti, Lorenzo.’

‘Grazie, emmhh, Giuseppina, vero?’

‘Giuseppina.’ Ha assicurato sorridendo.

‘Arrivederci!’

‘Arrivederci.’

Tornata in camera, si avvicina alla finestra e osserva la strada. Non vede nessuno e anche le finestre della casa di fronte sono tutte spente. Rimessasi seduta alla scrivania, ha cerca di calmarsi e concentrarsi senza preoccuparsi di vestirsi. I suoi pensieri sono indirizzati a lunedì, al compito in classe di matematica.

‘Entra.’ Ha detto quando ha sentito bussare alla porta.

‘Ciao amore. OH! Non hai nulla sopra!’ Ha guardato incredula.

‘Uh, niente… Scusa, come sono arrivata a casa… Poi mi sono distratta.’ Avvampando di vergogna nel vedere come anche sua madre fosse rossa in volto e cercasse di guardare altrove.

Deglutendo a fatica e cercando di calmarsi per trovare le parole giuste.
‘No, quello non è sbagliato.’ Ha ammesso lei stessa

‘Ero giusto così comoda senza alcuni vestiti. Ho deciso rimanere in questo modo per un istante e il tempo è volato.’ Inconsciamente pone la mani sul grembo per difendere un poco le sue intimità.

‘Oh! Amore. Vedo.- Cercando di non fissarla.- Posso capire perché ultimamente non ho trovato tue mutandine nel cestone da lavare.- Si vergogna nell’osservare il letto e ripensando a cosa aveva provato solo poche ore prima.- Hai da chiedermi qualcosa? Va tutto bene?’
Si sente il viso avvampare e se ne vergogna.

‘No mamma tutto bene.’

‘Parlavamo così tanto un tempo, hai qualche problema con il tuo nuovo ragazzo?’ Tamburellando nervosamente nel palmo di una mano dentro l’altra.

‘No mamma tutto bene.’ Pensando che forse le voglia parlare delle striature di sperma disseccato che ha sul corpo.

‘è forse a causa sua che hai questo cambiamento? Questo… Comportamento libero?’ Voleva dirle licenzioso ma si è corretta all’ultima istante e sospira di sollievo.

‘Ecco, insomma. Credo. Forse un poco.’

‘Quando mi stavo sviluppando, quando avevo la tua età, per me era un periodo difficile e di confusione. Penso che se ai miei tempi portavo il ragazzo in casa, mia madre non era di larghe vedute e anzi, era alquanto all’antica. Ai miei tempi si parlava molto di amore libero e tutto il resto ma guai a farlo veramente, si passava per la puttana del paese.’

Non riesce a guardarla in volto. Si vergogna pensando a cosa ha fatto solo pochi minuti prima. ‘Che cosa pensi di lui?’

‘Oh, penso che sia un bel ragazzo. L’importante che non faccia uso di droga e che non beva quando deve guidare.’ Sua madre ha ammesso con la sorpresa di entrambi.

‘Che dice papà?’ Ha chiesto ansiosa e per la prima volta entrambe hanno incrociato i loro sguardi.

‘Bene, quella è una storia differente. Non gradisce parlarne.’ Ha continuato a guardarla in volto e avvicinatasi, le ha accarezzato una guancia amorevolmente.

‘Ne pensa Male?’

‘No. Credo, forse’ Forse lui è solo geloso. Lo imbarazza questo tuo comportamento libero e hai suoi occhi ti vede ancora la sua bambina, che correva da lui ogni volta che avevi un problema. è orgoglioso di te e ti ama. Penso a ragione, che gli impulsi giovanili lui li ha dovuti trattenere perché ha incominciato a lavorare molto presto. Voi giovani d’oggi, siete molto più aperti ai cambiamenti e certi vecchi si rammaricano a non poter restare al passo.’

‘Oh.’ Mormora mentre pensa alle parole che le ha appena detto.

‘Amore di mamma. Cerca di girare per casa con qualcosa addosso. Abbi rispetto almeno per tuo fratello. Cosa direbbe se ti vedesse in questo modo.’

Arrossisce vistosamente. ‘Cercherò di stare più attenta.’

La mano della madre le accarezza ancora la guancia prima di andare via. Giuseppina ricorda, che solo poco prima al posto di quella mano calda e affettuosa, c’era un cazzo che pulsava sperma.

‘Buona notte!’

Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

taximassimo@yahoo.it

Leave a Reply