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Racconti erotici sull'Incesto

Mio fratello e mia cognata II

By 14 Aprile 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Come avete potuto constatare, la mia trasformazione da perfetta imbranata a succhiatrice di cazzo, è stata una sorpresa anche per me, soprattutto scoprire di eccitarmi nel ciucciare ed esplorare, una sugosissima e calda fighetta, per mia fortuna, mi sono svegliata da quel torpore che bloccava la mia sessualità e grazie a mio fratello e mia cognata, ho lasciato cadere tutti i tabù.
Oggi dopo quattro anni, posso dirvi che chi mi ha potuto accarezzarmi e vedere da vicino il mio corpo, mi ha fatto i complimenti per il mio seno abbondante e per la mia patatina sempre ben depilata ma, sicuramente sono la troietta che in tanti sognano di possedere, sono una ragazza dolce, ma a letto mi trasformo, e divento una pantera, trasgressiva ed esperta.
Mi piace molto, quando sono con i miei partner, usare la bocca per portarli al massimo dell’eccitazione, stimolando con la lingua e le labbra, il mio o la mia amante, si, perché non ho disgusto per le belle ragazze o le signore che sappiano farmi ingrillire.
Gli uomini di colore, mi fanno impazzire e venero i loro bei cazzoni tutti neri, anche se non è facile trovarli, con loro ho avuto qualche esperienza e sono tutt’ora amica con tre ragazzi black molto ben dotati e con cui organizzo delle gang, posso garantirvi che sono fantastici.
Mi piace esibirmi, sapere che gli altri mi guardano e si eccitano, ammirando il mio corpo, le mie curve morbide e vedere nei loro occhi il desiderio, che risveglia il fuoco che arde in me.
Adoro il sapore della sborra di cui sono una gran golosa ma soprattutto sentire una verga bella dura nel mio culetto dove non mi stancherei mai di farmi sbattere.
Sono di carnagione chiara, capelli lunghi, castani ma ogni tanto mi piace cambiare il loro colore, biondi, rossi o il tipo di pettinatura per sentirmi sempre diversa e capire in quale modo posso essere più seducente e sexy.
Il mio fisico, beh, giudicate voi, le mie tette, anche se ho solo una terza, sono molto sporgenti, con due capezzoloni che gli basta un po’ d’aria per svettare duri e molto grossi per non parlare del mio culetto, tondo, rigonfio, un simulacro all’abbondanza privo di cellulite e smagliature, fonte di desiderio e pensieri peccaminosi.
Che c’è di meglio per far godere un uomo se non un bel culo? La mia fighetta, due belle labbra carnose e un bel clitoride pronunciato che si erge come un cazzetto, con la capacità di bagnarsi come una fontanella, stretta ed accogliente, così invitante da far rizzare un moribondo.
Non sono figlia di Narciso, sono solo i pensieri che mi rivolgono gli amici, gli amanti occasionali.
Il sesso è desiderio, soddisfazione sessuale, ed in famiglia ho trovato l’appagamento dei sensi, non tutti mi capiranno, considerando l’incesto immorale, contro natura ma, quando ne è coinvolta tutta la famiglia, si anche mamma e papà giocano con noi ed ora anche la mamma di Monica e così l’amplesso si trasforma in qualcosa di speciale che ti porta a vette inaudite di piacere.
Siamo tutti molto legati e complici e viviamo tra le mura domestiche, delle storie altamente erotiche ed eccitanti, un sogno intrigante, dove la mia fantasia va oltre i limiti del consentito.
Sto correndo un po’ troppo, forse è meglio che vi racconti a piccoli passi, come sono arrivata a concedermi a mio padre, a quel troione di mia madre.
Una sera, siamo andati a ballare, io, i miei, Monica e Fabio, li ho accompagnati in una di quelle sale dove si balla il liscio, che noia ragazzi, centomila volte meglio la discoteca, la musica rimbombava nella sala e svogliatamente li guardavo ballare, mamma con papà e Monica con Fabio.
Dopo qualche ballo, Fabio ha invitato la mamma, mentre Monica si stringeva in evoluzioni con papà, girando si sono avvicinati al nostro tavolo davanti alla pista e ha voluto che ballassi con lui, mentre facevamo cambio sorridendomi maliziosamente mi sussurrò, ‘Buon divertimento’ sul momento non ci feci caso ma, stringendomi a lui ho capito subito a cosa alludesse, quella troietta si era ben bene strusciata a mio padre e l’aveva fatto arrapare, sentivo il suo bastone duro, continuai a ballare facendo finta di niente per quanto mi era possibile ma, i capezzoli mi si sono induriti immediatamente e la fighetta ha inziato a grondare tanti di quegli umori che mi stavo infradiciando le mutandine, è stato istintivo, premere il pube contro il suo cazzo duro e grosso.
Si era accorto della mia eccitazione ma, anch’io gli facevo effetto, sentivo di piacergli e mi teneva stretta a lui con la mano sulla schiena, facendomi sentire la sua eccitazione strusciandosi e lasciando il suo cazzo, spiaccicato contro la mia topina e non eravamo imbarazzati a far capire l’uno all’altro quanto fosse provocante quell’osceno contatto ma, ci stava tormentando con brividi di piacere.
Avrei voluto che potesse leggere nei miei pensieri, in quel momento, mi sentivo una gran maiala e mi sono vista scendere tra le sue gambe e afferrargli il cazzo che immaginavo bello grosso.
Meno male che il ballo era finito perché ancora qualche istante e avrei urlato tutto il mio godimento, il momento era straordinariamente libidinoso e la voglia di sentirlo entrare dentro di me, era salita forte e mi martellava nel cervello.
Nessuno si era accorto di niente, solo Monica, ritornata al tavolo con un sorrisetto più che malizioso mi disse ‘Hai sentito come c’è l’ha grosso’ non gli ho risposto facendo finta di niente ma, le sorprese quella sera non erano ancora finite.
Ritornando a casa, prima dovevamo accompagnare Monica, papà al volante, Fabio accanto e dietro noi tre, io e Monica ai lati, la mamma al centro.
C’era molto traffico e di sicuro per i soliti 20 minuti di strada, ci sarebbe voluto molto più tempo e mi appisolai, quando aprii leggermente gli occhi, vidi una cosa che mi fece rimanere a bocca aperta, Monica con la gonna alzata e mia madre che la stava chiavando lentamente con due dita, la scena mi fece quasi saltare, ma feci di tutto per non tradirmi riuscii a malapena a mantenere la calma e continuare a guardare, sentivo un calore esagerato ma, non staccavo gli occhi da quella scena ero talmente bagnata che mi sembrava di essermi pisciata addosso, ad un certo punto Monica chiuse gli occhi, mordendosi le labbra, in preda all’orgasmo, facendo attenzione che papà e Fabio non si accorgessero di quello che stavano combinando la dietro e naturalmente da me che continuavo a far finta di dormire.
La mamma tolse le dita dal suo bel figone, erano fradice, condite con i dolci e filanti umori di mia cognata e se le porto alla bocca, assaggiandoli con una slinguazzata, Monica sospirando, si abbasso la gonna come se niente fosse accaduto.
L’abitacolo della macchina, era investito da un profumo intenso di femmina in calore, inebriante, mi saliva dalle narici al cervello eccitandomi tantissimo e ne ero quasi gelosa, mi sarebbe piaciuto che le sue dita accarezzassero la mia patatina, non volevo che il suo amore fosse diviso con un’altra.
Forse per controllare se dormivo ma, la sua mano prese ad accarezzarmi i capelli e visto che non reagivo, scendeva pian, piano, fino ad arrivare al mio culetto, accarezzandomi dolcemente fra le natiche, zitta, zitta, mi concedevo alle sue carezze, mi mordevo le labbra per non gemere e andò avanti cosi fin quando arrivammo a casa.
Barbara mia mamma è una bella donna, mi assomiglia molto, anche se nonostante i suoi 43 anni portati molto bene, devo riconoscere sia più affascinante e conturbante di me, i suoi due splendidi occhi azzurri sono uno spettacolo che non ho ereditato, peccato.
Due tette voluminose, ingombranti, un quinta soda e piena che stanno ancora ritte come quelle di una diciottenne e mi fanno quasi sfigurare se non fosse per la mia giovane età ma, il suo punto di maggior attrattiva per gli uomini è il suo culetto che tutti si girano ad ammirare, tondo e sporgente come quello di una brasiliana.
Ero arrapata come una cagna in calore e arrivata a casa, sono dovuta scappare in camera, gli umori mi stillavano abbondanti e avevano oltrepassato le mutandine colandomi sulle cosce, la mia paura che si vedesse una chiazza sulla gonna, per mia fortuna non si intravedeva niente ma, mi sono dovuta cambiare, mettendomi una maglietta lunga che copriva a malapena le mutandine.
Tremavo dall’eccitazione e già pensavo di sgattaiolare da Fabio e farmi dare una ripassata veloce, con papà avrei consumato il mio desiderio con calma quando la mamma non fosse stata presente.
Il cuore mi è saltato in gola quando la porta si è aperta ed è entrato il mio papino ma, non era solo, con lui la mamma, vestita come una puttana di lusso, indossava una camicetta da notte, corta, totalmente trasparente con una profonda scollatura che arrivava all’ombelico, priva di reggiseno, si vedevano le mammelle dondolare ad ogni suo passo con due capezzoloni turgidi da far paura.
Dalla trasparenza si vedeva il reggicalze, le calze velate con riga sul didietro e un microscopico perizoma che incorniciava due chiappe da sballo, per finire su due scarpe dal tacco vertiginoso che la sollevavano da terra almeno di 12 centimetri.
Gli occhi di papà si sono incrociati con i miei, gli brillavano carichi di lussuria, mi sorridevano, mi spogliavano e si impossessavano del mio corpo, erano un libro aperto e tra le righe ‘Cucciolo ti desidero’ Con i miei gli ho risposto ‘Anch’io papino’ L’eccitazione provata nella sala da ballo nel sentirgli il cazzo duro e in macchina con quella troia della mamma che sditalinava Monica, mi aveva lasciato alta l’eccitazione, volevo essere presa e quando la mamma si è avvicinata per sfilarmi la maglietta, non ci ho trovato niente di strano e ho alzato le braccia perché scivolasse via senza intoppi.
Mi sono inginocchiata davanti a lui, gli ho palpato il cazzo sopra il tessuto del pantalone e aperta la cintura mi sono dedicata a sbottonare la patta, ero curiosa e difatti ne è schizzato fuori un bel cazzo ciondoloni, che bestione, gli arrivava a metà coscia, ed era solo leggermente ingrossato, ancora non aveva tirato su l’alza bandiera ma, anche così aveva una notevole dimensione.
La mamma nel frattempo mi aveva sfilato le mutandine, scoprendo la mia patatina che tengo sempre liscia e quando i peletti iniziano a ricrescere ci pensa la cara cognatina a toglierli, cosi dopo ci scappa anche una bella leccatina, ora fresca di depilazione, era in bella mostra per la bella zoccola e il mio papino.
L’ho preso in mano e stretto nel pugno era moscio ma ero frastornata da tanta abbondanza, anche la sacca dei coglioni era penzoloni, con due palle enormi che dondolavano al mio lento sali scendi che cercava di dargli vita.
Davanti al mio sguardo la sua bella mazza, sono rimasta ad osservarla ed è stato naturale pigliarla in bocca, anche se moscio, me la riempiva e lentamente lo sentivo crescere, grosso, sempre più grosso, enorme, c’è voluto poco per metterlo in erezione, l’ho scappellato, piccole gocce imperlavano la cappella violacea e tozza, vene ingrossate rigavano il suo bastone di carne, l’ho accarezzato, gli ho soppesato i coglioni ormai diventati duri, strizzati nello scroto, era un sogno, un cazzo così non l’avevo mai preso.
L’ho rimesso in bocca ma questa volta l’ho inghiottito, cominciando a succhiarlo lentamente, avanti e indietro, sentivo sbattere i coglioni sul mento, con il naso schiacciato sul folto pelo del suo pube, c’è lo avevo tutto in bocca e mi solleticava in gola.
Avevo la bocca piena, era talmente grosso che respiravo a fatica e non riuscivo a ingoiarlo per tutta la lunghezza se non per pochi istanti.
Menavo e ciucciavo, leccavo quel bastone nodoso, gli accarezzavo i coglioni, li massaggiavo, i liquidi seminali, dal sapore supererotizzante, mi riempivano la bocca e mi stimolavano l’appetito dei sensi, accendendomi il desiderio e la passione.
La mamma dietro di me, le sue mani mi strizzavano avide le poppe, una sulla topina, con un dito che affonda completamente dentro, masturbandomi ferocemente, è bello sentire i suoi grossi seni spiaccicati sulla mia schiena, è fantastico il tormento con cui mi solletica i capezzoli, il clitoride.
Non resiste ai gemiti di papà e anche lei si avventa assieme a me a ciucciare il suo cazzo sempre più grosso, sempre più duro.
Gli stiamo facendo un bocchino favoloso, le nostre lingue si incontrano, ci baciamo con la sua cappella tra le bocche, ci slinguazziamo, lo slinguazziamo, il risultato è che con un pompino stiamo godendo in tre.
‘Sto per sborrare siiiiiii succhiate siiii siiiiiiiii’ L’invito era intrigante, finalmente stavo per assaporare il suo piacere, una raffica di schizzi di sperma ci investì in pieno viso, bocca, naso, dalle tette ai capelli.
Sono una maialina assetata di sesso e di sperma e gli ho ripulito il cazzo, la mia lingua con quella della mamma in cerca di sborra sulla sua cappella, sui nostri visi, freneticamente come due ingorde.
Io e la mamma ci siamo buttate sul letto, rotolandoci avvinghiate una all’altra, bocca nella bocca, tette contro tette, la sua passera contro la mia, con le mani che smaniose percorrevano ogni centimetro di pelle, curve sinuose accarezzate dai polpastrelli, alle chiappe strizzate, palpate.
Era difficile resistere al suo seno bianco, morbido, ai capezzoloni turgidi, grossi e lunghi, mi ci sono avventata, gustandoli in modo primitivo, addentandoli, pizzicandoli, più urlava più li maltrattavo ma da come grondava la sua micetta, era solo piacere.
Nella mischia abbiamo fatto testacoda la mia bocca tra le sue gambe, la sua tra le mie, la bacio mi bacia, la sua lingua si insinua all’interno delle labbra, mi esplora tutta la fica, finalmente solletica il grilletto, lo succhia, lo mordicchia, con le mani mi allarga i labbroni gonfi e ipersensibili, ci affonda facendo zuppetta con il miele che sgorgava in sovrabbondanza e vorace se ne appropriava con la lingua a cucchiaio, ripassava e ripassava facendola scivolare impazzita, o meglio raspava profondamente dalla vagina all’ano.
Ogni suo slinguazzare è un gemito, un fremito, scariche elettriche mi percorrono tutto il corpo attraverso la spina dorsale, sono in delirio, le mie facoltà di intendere sono frantumate, sono nelle sue mani.
La sua micetta calda diventa un colabrodo, appena la mia lingua si avvicina a leccarla, entra profondamente, mi soffermo a mordicchiargli il clitoride, con due dita infilate la sditalino sapientemente, quando all’improvviso mi spiaccica la figa in bocca in preda all’orgasmo, mi bagna completamente col suo gustosissimo nettare e mi crolla addosso in preda alle convulsioni.
Papà era risorto, il suo cazzo teso e pronto a possedere la sua bambina, sono sdraiata con le gambe larghe sul letto, mi salta sopra, con la mano accompagna il cazzo all’ingresso della gnocca e non ho avuto neanche il tempo di pensare a quanto lo aveva grosso che mi ha cacciato dentro il bastone di carne, sono sua, avvolgendolo completamente, sento le pareti della fica adattarsi e stringersi attorno al cazzo, si muove come un coniglio, velocemente entra ed esce spingendolo profondamente, scorreva completamente nella mia fica, sbattendomi sull’utero, alternava le spinte con baci in bocca, ciucciandomi i capezzoli e sbrodolavo, come una maiala.
Godevo, mi trapanava con impeto, quando anche la Mamma si è avvicinata a baciarmi appassionatamente, a mordicchiarmi i capezzoli che mi facevano male da quanto erano duri ed eccitati, facendomi provare un doppio e intenso appagamento e regalandomi dei brividi che mi facevano sospirare e gridare, con lamenti di puro piacere, ero al centro delle loro attenzioni.
Papà, non era del tutto soddisfatto, da me pretendeva qualcosa di più, mi ha fatto rigirare, mettendomi in ginocchio, col sederino tirato su a novanta gradi, so che vuole il culo, ho paura ma lo desidero, gli dico di fare piano perchè sono ancora vergine almeno e come se lo fossi per un bestione così grosso.
è la mamma a insalivarmi il culo, tenendomi le chiappe larghe mi fa colare la saliva dentro, spingendola con un dito per poi risputarci di nuovo, finché non mi sente ben lubrificata.
Papi mi rassicura e piano, piano, inizia col fare entrare la cappella, si ferma, mi abituo al suo mastodontico cacchione, spinge, conquista un altro centimetro, mi sento aprire in due ma è inesorabile, avanza, il suo paletto mi è dentro per tre quarti, quando con un colpo secco, lo fa sparire completamente nel retto.
Urlo, il culetto mi brucia da morire ma è troppo bello, mi piace da impazzire, sento le sue palle gonfie sbattermi sulle chiappe, entra ed esce dal mio culo e tenendomi per i fianchi mi da delle bordate paurose, regalandomi degli orgasmi fantastici.
Avevo l’ano dilatato più che mai e a sua completa disposizione, con il cazzo ben piantato nel culo, mi pigliava con impeto, con un ritmo sostenuto, con l’irruenza di un toro e lo supplicavo di sfondarmi e prendermi come una rotta in culo, come se non lo stesse già facendo.
Lo incitavo a prendermi con più violenza ma, gli orgasmi si susseguivano senza sosta, uno appresso all’altro e papà non si faceva pregare, anche lui era prossimo all’orgasmo e mi pompava come un forsennato, spingendolo tutto dentro la tromba del culo.
Mi lasciavo andare a gemiti prolungati, cambiando la tonalità della mia voce, passavo dagli ululati a dei suoni gutturali che mi facevano somigliare ad un asino ragliante, quando l’orgasmo più intenso, quello più sconquassante, nello stesso momento in cui sento che il mio papone mi ha fatto un clistere di sborra.
Scappo in bagno quando torno sono andati via al loro posto un bigliettino.
‘Cosa abbiamo fatto, scusami amore mio’
Prendo il telefonino e gli invio un SMS.
‘Niente di cui pentirsi, anzi se non ti dispiace lo rifaremo ancora.’

Felice di ricevere i vostri commenti, gio23@hotmail.it
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Gio

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