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Racconti erotici sull'Incesto

non c’è cosa più bella che…4

By 20 Ottobre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Cerchio o’
Veramente un bel cerchio’
Io che baciavo mia sorella mentre tenevo le dita della mano equamente divise tra il suo sesso ed il suo ano, la mia fidanzata che mi leccava l’uccello, masturbandosi.
Mi chiamo Gianni, trentadue anni, dipendente della pubblica amministrazione, convivo con Roberta, una mia collega, da pochi mesi.
Due genitori ex insegnanti liceali ora in pensione, bigotti e fanatici cattolici quasi dei pasdaran, degli integralisti della Chiesa Romana, ed una sorella, Barbara’
Barbara’erano accadute tante cose tra di noi negli ultimi tempi.
Galeotto fu il matrimonio di nostra cugina.
Dopo quella giornata avevo fatto di tutto per evitarLa, avevo addirittura deciso di convivere con la mia fidanzata.
C’ero quasi riuscito a non pensare più a Lei fino ad oggi.
Stavo per venire ma la serata non era ancora terminata, avevamo oramai superato la barriera delle convenzioni e ogni titubanza era scomparsa.
Tre giovani, tre giovani nel pieno di un furore erotico che li avrebbe portati ad un livello di godimento mai provato’forse’ o forse ad un totale annichilimento dei rapporti interpersonali.
Avevo sete, mi alzai e stappai l’ennesima bottiglia di Cartizze, ‘Ne volete un bicchiere anche voi?’ chiesi.
‘ Io si fratellino, grazie.’ Disse mia sorella, ‘anch’io ho sete amore’ho sete di te, voglio berti, voglio sentire il sapore della tua cremina’vieni qua daiiiii’ti prego’ la voce chioccia di Roberta era dovuta oltre che allo stato di eccitazione anche al lento toccarsi tra le gambe.
Mentre versavo l’ambrato liquido nei calici, riflettevo su quanto era accaduto e cosa ci avrebbe riservato il futuro.
Ora tra i fumi dell’alcool e l’adrenalina dell’eccitazione sessuale tutto era giustificato ma domani?
Come avrebbe reagito Roberta? Ed io? Come avrei reagito io’Per Barbara era tutto più facile, era Lei ad aver voluto tutto questo, ad aver voluto me e quindi anche la mia compagna.
Sbirciavo le due ragazze sul divano, mi sarei dovuto sentire un re, anzi un sultano con il suo harem.
Erano splendide, Roberta carina e formosa, Barbara bella con un corpo scolpito ma più decisa e conscia del potere del fascino che emanava; si stavano baciando con dolcezza accarezzandosi il seno l’un l’altra.
L’uccello mi si era ammosciato, come il mio stato d’animo.
Non ero a mio agio, mi sentivo fuori posto come se le due donne nell’altra stanza fossero delle sconosc’ Gianniiii GIANNIIIIII ma il vino lo stai pigiando adesso?vieni’ihihihihi in tutti i sensi”.
Roberta’mi aveva lasciato di stucco, si stava comportando come se fosse la tenutaria di un priv&egrave, era completamente presa da questa strana atmosfera tirandone le fila e Barbara’faceva le fusa come una gattina, succhiando i capezzoli dell’amica.
‘Eccomi’ma’non mi sento bene, debbo aver bevuto troppo’ Forse era meglio estraniarsi da questa simil lotta che le due fanciulle desideravano ancora continuare.
Lasciai i bicchieri e mi recai in camera, sdraiandomi sul letto e spegnendo la luce.
Sentivo le risatine nel salone, dovute a chissà quale battuta o magari a qualche gesto un po’ più spinto.
Mi addormentai di colpo, me ne accorsi perché russavo come un caterpillar e mi svegliai per il rumore, cambiando posizione.
Uno strano silenzio regnava nella casa, le luci erano tutte spente, ‘cazzo ma sono quasi le sette”avevo dormito diverse ore senza accorgermene.
Mi massaggiavo un fianco indolenzito, e girandomi sentii un ginocchio, era Roberta, che dormiva in posizione fetale e dietro di lei, sveglia e con lo sguardo fissato su di me, c’era Barbara.
Erano venute tutte e due a letto insieme senza che mi accorgessi di niente.
Mi alzai senza badarLe, andai in bagno e poi in cucina a fare 50 litri di caff&egrave.
La testa mi faceva male, avevo un cattivo sapore in bocca, come se mi fossi masticato una big booble al gusto cimitero.
‘Ciao’come stai? A me sembra di avere un trapano tra le tempie’.
Mia sorella si era alzata, nuda’io non mi ero sfogato bene la sera prima e vederLa così mi fece subito agitare.
Mi girai verso i fornelli’ vuoi un po’ di caff&egrave? O preferisci il t&egrave?Abbiamo anche la camomilla ma &egrave quella in bustina già pronta, non so se ti piace’ ‘ ‘ va bene il t&egrave Gianni’hai una maglietta, sento freddo’.
Tolsi la mia e gliela diedi, non la guardai mentre la indossava, ma seguivo il rumore dei suoi movimenti come se la stessi osservando’un braccio’ora l’altro’ecco sta forzando per coprire il seno’ora ha raggiunto la freccia che ha sull’inguine’
I pantaloncini non nascondevano la mia erezione e così cominciai a pensare al traffico di Roma, alle persone che mi chiedevano tremila strane informazioni in ufficio.
‘Gianni’tesoro mio’mmmhhhh’ e ma allora’
Era Roberta, si era appena alzata e mi stava sussurrando nelle orecchie strusciandosi addosso alla mia schiena.
‘Voglio farmi il bagno nel caff&egrave’vado a fare pipì e torno subito’HO DETTO SUBITO CHE’ A VOI NON VI POSSO LASCIAR SOLI’ihihih’.
Anche Barbara rise ‘Allora vengo con te’ disse, ‘così mi controlli e magari’magari mi tolgo una fissazione”.
Mi sembrava di essere in un film porno, avevo sentito bene?
Mi avvicinai alla porta del bagno che era socchiusa e vidi la mia fidanzata e mia sorella nella doccia.
Roberta era in piedi e stava facendo pipì, a gambe divaricate, sul corpo di Barbara, inginocchiata ai suoi piedi.
Erano come in estasi, l’una per avere ai suoi piedi una donna che credeva frigida e altera e l’altra che, persa nel godimento dell’atto, sembrava aver scoperto la Fonte Meravigliosa, l’elisir di lunga vita.
Finita la dorata pioggia mia sorella si alzò e prese a baciare la mia fidanzata in bocca, scambiando quanto aveva bevuto poco prima.
Le mani delle ragazze non erano rimaste immobili, anzi per penetrarsi meglio si erano accosciate e vedevo le dita che entravano nella fica e nel culo, dilatati dalla posizione, senza smettere il profondo bacio che durava oramai da qualche minuto.
Rimasi a guardarLe, anzi a spiarLe fino a che non le senti gemere per aver goduto.
Ero un estraneo, come se non esistessi, l’universo era circoscritto alle pareti della doccia ed io ne ero fuori.
Mi vestii di corsa ed uscii di casa, ero sconvolto da quanto accadeva, avevo bisogno di aria fresca.
Comprai il giornale e mi sedetti su una panchina, facendo finta di leggere, pensando invece alle due donne che avevo lasciato a casa.
‘che stronzo che sono’ mi dissi ‘ invece di stare qui a piagnucolare sarei dovuto entrare e scoparmele anzi incularmele tutte e due fino a fargli dire basta’ ‘ ‘ si &egrave arrivato l’incredibile Hulk”
Mi sentivo un deficiente, avevo due gran fighe vogliose a casa e mi sentivo come se avessi raggiunto la pace dei sensi.
Stavo rosicando perché non ero al centro dell’attenzione?
Tornai sui miei passi dirigendomi verso il mio appartamento quando vidi sul portone Barbara trafelata che stava uscendo.
Come mi vide corse verso di me ‘Ma dove sei andato? Ti ero venuta a cercare’sta per scendere anche Roberta’eravamo preoccupate’sei uscito senza dire niente’Perché Gianni? Pensavo di averti fatto un bel regalo’Non voglio che tu te ne vada per causa mia ti’ti’b&egrave insomma non voglio crearti problemi’ e sfiorando le mie labbra con le sue in un timido ma dolce bacio si diresse verso la sua Mini.
‘Barbara ma dove vai? Vieni quiii’Daiii non andartene’ corsi verso di Lei dopo avergli gridato dietro quelle parole e dopo averLa afferrata per un braccio, la strinsi a me con passione.
Salimmo a casa e trovammo Roberta appoggiata alla finestra in lacrime.
‘Siete belli, troppo belli per me’che c’entro io con voi’si vede da lontano che vi lega un rapporto d’amore e non di affetto fraterno’.
Era giunta la consapevolezza di quanto era accaduto, svaniti i fumi del vino e l’eccitazione sessuale, si stava rendendo conto di essere stata un pretesto, un mezzo per me e mia sorella.
‘Vi lascio vivere la vostra difficile vita’una vita incestuosa’che stronza che sono stata’.
La presi tra le braccia e la portai verso la nostra camera, sdraiandola sul letto coprendola con lente carezze.
‘Roberta, non dire sciocchezze, io amo te, abbiamo messo su questa casa insieme, ho comprato i rubinetti che volevi, così possiamo giocare all’idraulico e la cliente vogliosa’non l’avrei mai fatto se non ti amassi, lo sai’.
La cullavo anche con la voce, si stava addormentando, il suo corpo pesava sempre di più.
‘questo, allora &egrave mio, e decido io con chi e quando dividerlo capito? Diglielo a quella troia della tù sorella’.
E messa una mano tra le mie gambe afferrò il pene con forza e cominciò a dormire con uno strano sorriso sul volto.

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