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Racconti erotici sull'Incesto

Quel porco di zio Mario

By 8 Gennaio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Ornella da Roma

Roma, 1973

Ero in casa un po’ annoiata, dovevo mettermi a studiare ma non ne avevo troppa voglia ero, all’ultimo anno di liceo. Squillò il telefono, era zio Ugo, fratello di papà.
Disse che la domenica prima mi aveva vista al matrimonio di sua figlia ed era rimasto colpito dalla mia bellezza e da come mi ero fatta donna. Mi sentii ovviamente lusingata.
La conversazione proseguì con una lista interminabile di complimenti che mi trasmettevano imbarazzo ma anche piacere. Poi cominciò ad andare sull’intimo: mi chiese se avevo un fidanzato, gli risposi che avevo avuto un paio di storie con ragazzi ma che in quel momento ero libera. Lui rispose che quei ragazzi li invidiava moltissimo.
Parlando del più e del meno mi confessò, con mia enorme sorpresa, di essere stato l’amante di mia madre prima e anche dopo il matrimonio con mio padre e che io gliela ricordavo moltissimo. La sua voce era avvolgente e virile e cominciava a trasmettermi un brivido di eccitazione che sentivo nel turgore marmoreo dei miei capezzoli e nella patatina che cominciava a bagnarsi.
Quindi passò a domande sempre più spinte alle quali mi piaceva però rispondere, domande tipo vai mai a scuola senza mutandine, dormi nuda la notte, ti svegli mai con la mano tra le coscie. Mi stavo eccitando da morire, lui se ne accorse, mi chiese se ero sola in casa e alla mia risposta affermativa mi disse che sarebbe passato da me “per cogliere il mio frutto acerbo”
Durante l’attesa avevo il cuore in gola, non sapevo se stavo facendo qualcosa di cui avrei potuto pentirmi ma ormai era troppo tardi per tirarmi indietro.
Quando arrivò ero imbarazzata e timorosa, mi rassicurò dicendomi che ero bellissima e che da lui non avevo nulla da temere. Quindi mi si avvicinò e mi infilò la lingua in bocca. Sapevo come si baciava un uomo, ma quella lingua ruvida e virile mi faceva sciogliere in un desiderio crescente di lasciarmi andare. Intanto il porco aveva preso a palpeggiarmi ovunque scoprendomi i seni.
Quasi senza rendermene conto gli aprii la patta dei pantaloni e gli tirai fuori il cazzo durissimo facendomelo sparire in bocca :” Oohh, vedo che sei una brava porcellina che sa il fatto suo!” disse mentre gli pompavo l’asta in tutta la sua lunghezza :” E brava la troietta! Ora ti faccio vedere come è fatto un vero uomo” aggiunse ma il suo tono era cambiato e si era fatto più greve e spregiudicato e la cosa scoprivo che mi piaceva moltissimo
Si spogliò nudo, quel corpo maturo di vero maschio mi trasmetteva dei lunghi brividi alla schiena :” Continua a succhiare puttana che quando sarà duro come dico io ti faccio strillare come una gallina” . “Porca vacca che bocchinara che sei, Ornella!” disse ansimando ” Lo succhi meglio di tua madre, sarebbe bello avervi a letto insieme, scommetto che ci hai già fatto un pensierino, vero puttana?”quelle parole grevi avevano su di me un effetto che amplificava la mia libidine, ormai ero alla mercè di quel porcone e avrei fatto qualsiasi cosa mi avesse chiesto.
Mi slappavo quella mazza che aveva un sapore acre di vero maschio con infinita libidine ormai noncurante delle oscenità che mi rivolgeva quel bestione allupato, il mio scopo era solo quello di farlo godere cosa a cui mi stavo dedicando con femminea devozione.
Quindi mi prese con la forza per i fianchi e mi fece impalare fino all’utero sul quel cazzaccio nodoso sbuffando come un bufalo inferocito;” Muoviti ciccina, muoviti! Fammi sentire come godi!” grugnì il porco mentre mi dimenavo sopra di lui come un ossessa.
Mi rovesciò supina sul letto e prese a inforcarmi di brutto con rinnovata foga :” Così posso vedere bene la tua faccia da puttana mentre godi” mi disse.
Ci accoppiammo a lungo in quella posizione come due animali in calore finchè non fui travolta da un orgasmo devastante a urla e convulsioni che quasi mi fece perdere i sensi :” TI SBORRO IN FACCIA, TROIA!!!” era l’urlo liberatorio che mi dichiarava vinta dalla sua porcaggine. Un interminabile serie di schizzi bollenti mi si riversarono sul viso ormai sfatto dalla lussuria.
Rimanemmo amanti clandestini per diversi anni, anche dopo essermi sposata. Con lui percorsi strade del sesso fino ad allora esplorate solo nella mia fantasia, lesbo, orgie, pissing e perfino animal.
Finchè non mi presi una cotta lesbo per una mia collega e mandai a cagare sia lui che mio marito, tutt’oggi Angela e io siamo ancora insieme.

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