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Racconti erotici sull'Incesto

Se una mamma beve troppo

By 15 Marzo 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Francesco ed ho diciotto anni. Mia mamma si chiama Claudia, ne ha trentasei. Si è sposata che ne aveva appena diciotto ed era già incinta di me. Quando mi aveva concepito era perdutamente ubriaca. Non ha mai avuto idea di chi potesse essere il padre, perché quella sera aveva fatto sesso con diversi ragazzi della scuola che frequentava. Ovviamente, ubriaca come si trovava, non aveva pensato a nessuna protezione.
Mi ha cresciuto da sola, e non mi ha mai fatto mancare la figura paterna. L’uomo con cui si sposò se ne era andato ancora prima che lei mi mettesse al mondo. Io sono cresciuto sempre sotto le sue sottane, e lei mi ha protetto dal mondo esterno come una chioccia protegge i suoi cuccioli.
Per l’amore che provava per me aveva anche smesso di bere, un vizio che aveva preso da bambina, perché i suoi genitori le avevano sempre dato l’autorizzazione di bere vino ed alcolici a tavola, insieme con loro.
Non si erano accorti di averne fatta un’alcolizzata già a quattordici anni. Ma, quando rimase incinta di me, decise di fare una cura disintossicante, per l’amore che portava per me.
Anche se praticamente ero il risultato di uno stupro collettivo, mia mamma mi aveva sempre amato come la cosa più cara al mondo che avesse.
Conoscevo perfettamente la storia, mia mamma mi aveva raccontato tutto, senza vergogna, e mi aveva detto che io ero il solo e unico amore della sua vita. Non mi faceva mai mancare coccole e carezze, ed io amavo mia mamma. Soltanto lei mi aveva sempre detto che non dovevamo andare oltre alle coccole, perché quelle erano belle e giuste, ma il nostro amore doveva rimanere puro e bellissimo. Io ero il suo unico amore perché la facevo sentire pulita e madre realizzata. Mia mamma è davvero una donna bellissima, attraente e piena di sex appeal. I suoi seni sono pieni e sodi, trentasei anni non hanno ancora prodotto la prima riga sul suo viso giovanile e angelico, i suoi vestiti sono quasi sempre troppo castigati per i miei gusti.
Dovete sapere che per tutti i diciotto anni della mia vita non ho mai visto bere mia mamma, nemmeno un goccio di vino a tavola. Mi ha detto che non avrebbe più bevuto per niente al mondo, perché anche se mi aveva concepito da ubriaca ed ero il suo più grande tesoro, in parte si odiava perché non mi aveva permesso di avere una famiglia normale. Non era servito dirle che io l’amavo e che lei era tutta la mia famiglia, che anzi la adoravo e che non mi fregava assolutamente niente che non ci fosse un padre.
Segretamente il mio amore per mia mamma crebbe con gli anni, cercai sempre più le sue coccole, volevo dormire con lei anche se avevo quasi raggiunto l’età matura, non mi interessava, le dicevo che volevo le sue coccole e che la mia gioia più grande era di rimanere abbracciato a lei per lunghe ore.
Lei mi coccolava dolcemente e mi dava casti baci, tenendomi stretto al suo corpo prosperoso e invitante.
Così decisi di escogitare un semplice piano. Volevo una festa per il diciottesimo compleanno di età che fosse indimenticabile, e volevo che ci fosse solo lei con me. La mia mammina di trentasei anni, bellissima e finalmente tutta mia.
‘Ma non vuoi che ci siano anche i tuoi nonni, i tuoi zii, i tuoi cugini?’
‘No mamma, solamente io e te, in una baita di montagna, soli e lontani da tutto.’
‘Il mio amore dolcissimo.’
Lei mi amava davvero tanto, ed io confidavo che per il mio amore avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Convinsi mia mamma a prendere quella baita in affitto, e cominciai ad organizzare il piano.
L’opera di convincimento iniziò in maniera subdola, sapevo che alla fine non mi avrebbe negato mai niente che potesse essere per il mio bene, ma avrei dovuto farla recedere da una decisione che aveva preso diciotto anni prima e a cui non era mai venuta meno.
In pratica volevo farla ubriacare.
Era il mio desiderio più grande, averla ubriaca e disponibile, farci l’amore per tutta la notte, con la mia mammina in balia dei miei desideri di maschio appena adulto.
Un giorno cominciai a dirle il mio desiderio, in un modo che lei potesse accettare.
‘Mamma, il mio compleanno si sta avvicinando, sarà tra meno di un mese. Hai affittato la baita per noi due soli?’
‘Sì amore mio, una bella baita vicino al lago.’
‘Non voglio che ci siano altre persone, neanche estranei all’altro lato della strada. Voglio che non ci sia nessuno a sentirci, che possiamo gridare ai quattro venti e che possano sentirci solo gli animali selvatici.’
‘Sì Francesco, è una baita sperduta ed in questa stagione non ci va mai nessuno.’
‘Sei fantastica, mamma.’
‘Amore mio, vieni qui che meriti un bacio.’
Accettai il suo bacio caloroso sulla guancia, ahimé sempre casto.
Dovete sapere che, un po’ per rispetto della sua decisione, un po’ perché abituato così da lei, nemmeno io avevo mai bevuto degli alcolici.
‘Mamma, per il giorno del mio compleanno voglio che tutto sia stupendo. Voglio che cucini per me, i piatti più buoni che tu sai preparare con tanto amore, e voglio che ceniamo io e te a lume di candela.’
‘Compreremo della cacciagione, te la cucinerò con le spezie più squisite. Scoppierai da quanta roba buona ti preparerò sulla tavola.’
‘Mamma, voglio anche che per la prima volta noi due brindiamo con dello champagne.’
Mia mamma sbiancò improvvisamente.
Si fece scura in viso ed abbassò lo sguardo.
‘Tesoro mio, lo sai che ho promesso a me stessa che non avrei più toccato alcolici. Chiedimi qualsiasi cosa, ma questo non posso proprio farlo.’
‘Allora significa che non mi vuoi veramente bene.’
‘No, Francesco. Io ti voglio tutto il bene del mondo. Non puoi dire una cosa simile.’
‘Ed invece sì, io ti chiedo un brindisi speciale ed unico per il mio diciottesimo compleanno, io il tuo unico figlio che ami, e tu ti tiri indietro.’
Cercai di farmi venire le lacrime agli occhi, mi mostrai quasi disperato e sperai che lo stratagemma potesse funzionare. Se l’avessi convinta che era una sfida al suo amore materno forse sarei riuscito a convincerla.
‘Non piangere amore mio, sei la mia vita. E’ solo che questa cosa è davvero così difficile per me”
Dentro di me mi sentii invadere da una gioia immensa, stavo oltrepassando le sue difese. Sentii che era la tecnica giusta.
‘Ti chiedo soltanto un brindisi, una volta nella vita. Poi non dovrai bere più, se non vuoi. Ormai sei guarita mamma, e farai un brindisi col tuo unico figlio, fuori dal mondo. E’ il regalo più bello che potresti farmi.’
Mia mamma mi guardò a lungo, con quei suoi occhi bellissimi, stava valutando tutti i pro ed i contro, le chiedevo la cosa più difficile al mondo per lei.
‘Va bene, Francesco. Berrò un solo drink con te, per il tuo compleanno, per tutto l’amore che tua mamma prova per te.’
‘Evviva mamma, sei stupenda, bellissima e meravigliosa.’
Le misi le braccia al collo e la tempestai di baci, su tutto il suo bellissimo viso, la mia giovanissima mamma così bella e piena di fascino. E lei rise con gaiezza, di quella sua risata cristallina un pochino roca e tanto sensuale.
Avevo fatto la prima breccia sul muro della sua ostinata determinazione.
Se mia mamma si occupò della baita e del cibo, io mi occupai dei beveraggi.
Feci solo attenzione a che la baita fosse davvero in un luogo dove saremmo stati solo io e lei.
Tutti i parenti insisterono un po’ per la strana decisione nostra di essere del tutto soli e fuori dal mondo. Fecero storie soprattutto quando io volli che non sapessero assolutamente dove saremmo stati.
Chiesi poi a mia mamma di non portare il suo cellulare.
Avevo il mio e lo avrei tenuto spento. Mia mamma non sapeva il codice, quindi lei sarebbe stata davvero alla mia completa mercé. Il pensiero della natura incontaminata, di mia mamma vicina che mi festeggiava e accettava di rompere il suo tabù più grande solo per il mio amore, mi faceva eccitare come mai mi era accaduto prima.
Ci furono degli ostacoli al mio piano, naturalmente.
Uno in particolare, che sfociò quasi nella prima litigata tra me e la mia tenera mamma, che quella volta divenne veramente quasi infuriata nei miei confronti, ma faceva parte del rischio e vi raccontò come andò.
L’ordine e la consegna del cibo e delle bevande doveva avvenire giorni prima. Io come avevo detto prima, mi ero occupato dei beveraggi. Ed avevo esagerato in ogni senso.
La bibita meno alcolica che avevo ordinato era la birra.
Poi c’era solo l’imbarazzo della scelta. Quattro bottiglie di champagne magnum, poi altre dodici bottiglie di champagne francese di quello più costoso. Sette bottiglie di tequila, quattro di rum e dodici di gin. Sei bottiglie di whisky. Il tutto di marche diverse, perché non sapevo che cosa sarebbe piaciuto di più a mia mamma, ma volevo darle l’imbarazzo della scelta. Avevo letto che un’alcolizzata non guarisce mai interamente, e che superato il primo bicchiere è solo una questione di opportunità. Ed io volevo darle una grande opportunità, unica nel suo genere.
Avevo scelto anche delle bottiglie di vino, tra le più costose e di alta gradazione alcolica. Avevo speso un capitale, ma da quasi un anno facevo il cameriere presso una pizzeria e avevo deciso che tutti quei soldi sarebbero stati usati per il mio giorno di compleanno, e per il contro regalo che avrei fatto a mia mamma. Volevo vederla davvero ubriaca, come mai era stata in vita sua, e volevo che lo fosse solo per me.
La sera mi aspettava sulla soglia. Avevano consegnato tutti gli alcolici. Mancavano due giorni al mio compleanno.
Era molto scura in viso.
‘Vieni dentro, dobbiamo parlare.’
‘Sì mamma’, dissi subito, quasi ferito dal tono della sua voce.
‘Come hai potuto farmi una cosa del genere?’, stava quasi urlando.
Io stetti per scoppiare a piangere, e questa volta non avevo bisogno di fingere.
‘Che cosa ho fatto mammina?’, dissi con una voce rotta dall’emozione e il cuore che mi batteva all’impazzata.
‘Guarda che cosa hai comperato! Mi avevi detto che avresti voluto un solo brindisi, invece hai comperato tanti alcolici da rifornire una intera serie di bar.’
‘Mamma, io non so che cosa ti piace bere di alcolico. Non abbiamo mai avuto nessun alcolico in casa, come potevo conoscere i tuoi gusti. Ho soltanto pensato che se avessi voluto un altro drink, solo uno in più, dovevi avere il meglio.’
Cominciai a piangere e stavolta finsi, avevo inventato al momento una scusa che mi faceva sganasciare dal ridere per quanto era ridicola, ma l’amore di mia mamma l’avrebbe bevuta completamente, ne ero sicuro.
Mia mamma mi guardava ancora scura in volto. Ma sembrava raddolcirsi improvvisamente, e si avvicinò.
‘Davvero lo hai fatto solo per quello?’
‘Te lo giuro mamma, è il mio compleanno e voglio che tutto sia perfetto. Non pensavo che questo ti avrebbe offeso in qualche modo.’
‘Amore mio, perdonami’, e mi aprì le braccia così che io mi fiondai subito nel suo generoso abbraccio, ricevendo il caldo tepore dei suoi seni sul viso, e poi mi alzai a sentire il suo respiro sul viso, ad accettare i suoi baci ed il suo dolcissimo profumo.
‘Scusami mamma, hai ragione ad essere arrabbiata con me. Ho sbagliato, ma pensavo di fare una cosa giusta.’
‘Piccolo mio, è solo che io non so resistere agli alcolici. Ma ammetto che ho avuto una reazione esagerata. Il problema è che adesso che ci sono tutte queste bottiglie in casa, sento una strana tentazione.’
‘Ti aiuterò io mammina, vigilerò che tu non prenda niente. Anzi te lo ordino, e tu sei la mia mamma e mi devi obbedire. Il drink lo devi fare con me, e quello che magari vorrai fare dopo. E lo farai soltanto quando saremo io e te soli nella baita.’
‘Amore mio, devi promettermi che mi farai bere solo quel drink. Devi giurarmelo.’
‘Te lo giuro, mamma.’
‘Vieni qui che ti voglio baciare.’
Era bellissimo stare tra le braccia di mia mamma, così ingenuamente sicura delle mie intenzioni. Mi vergognai quasi, perché mi sembrava di rubare le caramelle ad una bambina. Pensare che era la mia mamma. Questo mi eccitò ancora di più.
Mia mamma mi chiese di mettere tutto subito nel bagagliaio della macchina, fino a quando saremmo partiti per la baita, soprattutto gli alcolici. Non si fidava di quello che sarebbe potuto accadere se rimanevano alla sua portata, ed io mi sentii travalicare di gioia a quel pensiero.
Stavo per avere il mio regalo di compleanno, e tutto sembrava aiutare il mio diabolico piano.
Notai come guardava certe bottiglie, ed esultai silenziosamente.
Finora non avevo capito quanto potesse essere facile, superato il primo ostacolo che si era rivelato abbastanza duro, farla cedere e farla diventare una bambola di mamma completamente in mia balia, volevo vederla splendidamente ubriaca e il mio cazzo subì una profonda erezione al pensiero di quanto vicino fossi a realizzare il sogno della mia vita.
‘Mi raccomando, tieni tu la chiave e chiudi bene la macchina. Dovrai badare a me, finora la tua mamma ha sempre badato al suo bambino’, e mi diede un bacio dolcissimo sulla guancia, ‘ma questa volta ci sono le cose che tentano di più la tua bella mammina e dovrai essere tu a vigilare.’
‘Non temere mamma’, le risposi cercando di contenere la gioia, ‘baderò io a te e ti accudirò come in tanti anni tu l’hai fatto per me senza volere nulla in cambio. Sei la mamma più bella del mondo.’
Mia mamma si emozionò veramente a quel complimento, e mi strinse ancora più forte.
Per fortuna la crisi era passata, ed il piano stava procedendo speditamente.
Arrivò il giorno della partenza. Era il giorno del mio compleanno e non stavo più nella pelle. Mettemmo in macchina anche le cibarie, e tutto era pronto per la partenza.
Chiesi a mia mamma di vestirsi come se dovesse andare al suo primo appuntamento con un nuovo spasimante.
Lei sorrise e fu molto sollecitata dall’idea di apparire di nuovo bellissima per un uomo, per il suo unico bambino.
Mise un vestito che teneva nel cassetto e non aveva più avuto il coraggio di indossare. Mi trovai a chiedermi se fosse il vestito che indossava la sera che mi concepì. Aveva una bella scollatura sul davanti, ed era un pezzo unico con una gonna davvero corta ed attillata.
‘Sei bellissima, mamma’, mi complimentai quando glielo vidi addosso, e lei arrossì violentemente, poi mi strinse a sé e mi bacio cullandomi dolcemente.
Salimmo in macchina verso le quattro di pomeriggio. Ci volevano almeno due ore di macchina per raggiungere la baita.
‘Buon compleanno amore mio’, disse mia mamma mettendosi al posto di guida.
Seduta sul sedile la gonna salì di qualche centimetro sulle sue belle gambe, ed io dovetti concentrarmi per non rivelare una erezione pazzesca.
Pensai tra me che tra poche ore non sarebbe più stata in condizioni di guidare, e quel pensiero aumentò la mia eccitazione.
Mettemmo della musica, e cominciammo a salire per le strade tortuose di montagna.
‘Mamma, hai mai guidato mentre eri ubriaca?’, non era una domanda da fare alla propria mamma, però ormai l’eccitazione mi cresceva e avevo voglia di conoscere le cose più sconce della mia mamma.
Ma mi pentii quasi subito di quella domanda, era troppo presto, ed io ero troppo eccitato. E quello era un errore che poteva chiuderla e renderla ritrosa a tutto quello che avevo preparato.
Ma per fortuna non sembrò intuire nulla delle mie vere intenzioni dietro quella domanda.
‘Sì bambino mio, mi è capitato anche troppo spesso. Sono stata davvero una incosciente. Mi sorprendo di essere sopravissuta. Avevo imparato a bere da bambina, e ad un certo punto avevo imparato a bere troppo e troppo spesso.’
‘Sei stata brava a smettere.’
‘E’ stato per il tuo amore, bambino mio. Sono felice che tu ci sia, sei la mia vittoria.’
Che lagna, pensavo tra me.
‘Posso farti ancora qualche domanda di quel periodo?’
‘Va bene bambino mio, è giusto che tu sappia tutto della tua mamma, lo sai quanto ti amo.’
‘Anch’io ti amo, mamma.’
La mamma rise e arrossì violentemente.
‘Hey, maschietto, tu devi dire che mi vuoi molto bene. Altrimenti qualcuno potrebbe fraintendere.’
Io per tutta risposta mi sporsi a darle un bacio dolce sulla guancia.
La mia mamma quasi perse il controllo della macchina, ma poi sorrise gaia e mi guardò con gli occhi lucidi.
Era veramente bella. Tra poco sarebbe stata anche molto ubriaca, ne ero sicuro. E sarebbe stata completamente mia.
Comunque volevo sapere, desideravo conoscere il suo periodo da alcolizzata persa, e presagivo come sarebbe stata tra le mie braccia con molto alcool in corpo e le sue inibizioni cancellate.
Non aveva più avuto un uomo da quel giorno, ed io ero convinto che superata una certa soglia avrebbe visto in me solamente un maschio, un maschio con cui fare tanto sesso ubriaco e selvaggio.
Ed io sarei stato il suo uomo.
Quindi continuai a conversare con lei piacevolmente, attento a non spingermi troppo oltre ma desideroso di apprendere qualche particolare piccante della sua vita fino al ‘tragico’ giorno.
‘Quando hai cominciato ad ubriacarti sul serio?’
‘Non puoi immaginare di quanto fossi giovane. Avrò avuto dodici anni, i miei genitori erano abbastanza ingenui oltre che molto moderni.’
Sorrisi invitandola a continuare.
‘Allora fin da quando avevo nove o dieci anni mi lasciavano bere un bicchiere di vino a tavola, durante i pasti, talvolta anche due. Poi presto potei bere anche il caffè corretto con la grappa, e in poco tempo bevevo quasi come loro.’
‘Strano per una bambina di dieci anni.’
‘Infatti, ma per me sembrava normale e non sapevo che le altre bambine della mia età non godevano di questo tipo di privilegi. Comunque, continuò così per un bel pezzo e a dodici anni era l’anniversario di matrimonio dei miei genitori, non ricordo quale ma mi dissero che era importante.
Allora i bicchieri di vino furono più del solito, ben più del solito. I miei genitori non si accorsero che superai il limite perché si ubriacarono per primi.’
Rise al ricordo, ed io risi con lei.
Era bello venire a conoscere queste cose di mia mamma, cominciavo a vedere solo la natura incontaminata attorno a noi e questo mi procurava un aumento di testosterone.
‘Insomma, quel giorno mi ricordo che mangiammo e bevemmo come dei porci. Dopo il vino vi fu la grappa, e lì non capii più niente. Mi ricordo che mi svegliai in mezzo al mio stesso vomito ore dopo, con un gran mal di testa.’
‘Mammina mia dolce, mi dispiace che ti fece male.’
‘Amore mio caro, sei dolcissimo. Ma non devi dispiacertene, per me era divertente. Imparai però a dosare gli alcolici, anche perché i miei mi insegnarono a bere senza vomitare tutto, ed allora cominciai a capire come ubriacarmi davvero senza dover stare troppo male dopo.’
‘Allora non ti ubriacasti più così tanto?’
‘Per un po’ di tempo mi tenni controllata. E poi con i miei, sai, era naturale che mi controllassero. Bevevano abbastanza spesso, ma non erano degli alcolizzati. E quindi quando bevevo con loro c’era quasi sempre un controllo, a parte un paio di altre volte in cui comunque non successe niente.’
‘Capisco mamma.’
Avevo voglia di altre notizie, possibilmente più piccanti e dove mia mamma avesse esagerato come mi andava.
‘Dosare era una cosa che pensavo fosse possibile, invece con le prime uscite con i ragazzi io ero quella portata ad andare a bere ai bar, e scoprii subito quanto fosse facile farmi offrire gratis da bere dai ragazzi, anche più grandi, essendo bella e magari mostrando un pochino le mie grazie.’
Sorrise un po’ imbarazzata, ed ai miei occhi era davvero una dea.
‘A quel punto, ogni misura venne a cadere. Bevevo quasi fino a svenire ogni volta che uscivo. Ormai l’alcol era diventato una droga per me, i ragazzi mi conoscevano e facevano a gara per farmi bere, perché poi perdevo il controllo e diventavo sempre più affettuosa, se puoi capire cosa voglio dire.’
‘Sì mamma, erano dei porci che si approfittavano di una povera ragazza ubriaca.’
‘Amore mio, non essere troppo duro con loro, sapevo quello che facevo, almeno fino alla quarta birra, ed ero comunque io a permetterglielo. Avrei potuto semplicemente rifiutare. La verità era che mi divertiva, ed ero ormai davvero un’alcolizzata.’
Stavamo per arrivare alla baita, erano ormai le diciotto ed avevo voglia di cominciare a festeggiare davvero il mio compleanno.
‘Sai mammina, sono geloso di quello che ti fecero. Tu sei soltanto mia.’
Mia mamma arrossì di nuovo, e la cosa mi fece davvero piacere.
‘Non devi esserlo, oggi è cambiato tutto. Io sono solo tua, soltanto tua’, si protese lei questa volta e mi baciò, un bacio dolce ma veloce perché dovette tornare a fare attenzione alla strada.
Arrivammo alla baita che cominciava a fare scuro, la natura incontaminata mi diede addosso una strana idea di onnipotenza. Mia mamma era bellissima e appetibile.
‘Dai bambino mio, aiutami a scaricare tutto il materiale.’
‘Ti voglio tanto bene.’
‘Anch’io amore mio, ma ricordati che siamo una mamma ed il suo bellissimo bambino. Il nostro amore sarà sempre puro.’
‘Sì mamma.’
Mia mamma prese con se tutte le cibarie e si diresse verso la casa.
Mi disse di portare dentro soltanto una bottiglia di champagne, mi disse la marca lei ma non la ricordo, e mi disse di lasciare tutto il resto in macchina che tanto non sarebbe servito tirarlo fuori.
Io le dissi di sì.
Avrei avuto tempo dopo di convincerla altrimenti, dissi tra me.
Cominciò a preparare il capretto. Poi c’era polenta e baccalà. Aveva portato anche degli affettati, prosciutto e mortadella, pancetta affumicata e anche del salame.
Il cibo emanava tutto un ottimo odorino, e siccome sia mia mamma che io eravamo rimasti leggeri a mezzogiorno avevamo anche un discreto appetito.
Così avevamo cominciato a spiluccare un po’ di affettati, che ci fecero venire una gran sete.
‘Bambino mio, a me non piace l’acqua e adesso però mi è venuta una sete pazzesca. Mannaggia, non riesco ancora a capire perché non hai portato anche degli analcolici, tipo aranciata o chinotto che bevo sempre, lo sai che l’acqua non la posso soffrire.’
‘Mammina, se vuoi porto dentro una bottiglia di vino. Un paio di bicchieri non potranno farci male, che ne dici?’
‘Oh bambino mio, devi sapere che per un’alcolizzata come ero io il pericolo è sempre presente, però è anche vero che ho una gran sete e che soffrire così non ha senso.’
‘Allora vuol dire che porto dentro una bottiglia di ottimo vino, non temere ci penso io a controllarti.’
‘Va bene amore, soltanto un sorso per lenire la gran sete. Mi raccomando, devi controllarmi bene stasera.’
Mi allontanai a prendere la bottiglia, avevo un sorriso a trentadue denti stampato in viso. Pronosticai che sarebbe stata solo la prima bottiglia che portavo dentro.
Avevo voglia di prenderne subito due o tre, ma giudicai che era meglio aspettare ad uscire allo scoperto. La mia mammina era ancora sobria e avrebbe potuto mangiare la foglia, quindi dovevo essere ancora un attimo prudente.
‘Questa bottiglia va bene mamma?’
Le porsi la bottiglia, e mi venne da ridere nel modo che lei ebbe di guardarla.
‘Amore mio, questa bottiglia ha un vino squisito, che mi ricordo ancora. Soltanto ha un’alta gradazione, ed è una bella tentazione per la tua mamma.’
‘Ti controllerò io mamma.’
‘Va bene bambino mio, ecco prendo l’apribottiglie e poi mi versi un goccio nel bicchiere. Il vino va bevuto in un certo modo, come mi insegnarono i miei genitori.’
‘Sì mamma.’
Ci pensò lei ad aprire la bottiglia, con una perizia sopraffina che dimostrava come quei gesti non le fossero affatto alieni.
Annusò l’aroma che usciva dal collo della bottiglia.
‘Ah, senti che profumo, quasi mi ubriaca solo sentirlo’, rise di gusto alla sua battuta ed effettivamente vedevo che aveva le gote che si infiammavano.
Sta andando tutto a meraviglia, pensai.
‘Senti l’aroma del vino, bambino mio, non sa assolutamente di tappo, è un ottimo vino. Stai trattando la tua mammina come una regina, e pensare che è il tuo compleanno, non il mio. Sono davvero commossa.’
‘Allora facciamo un bel brindisi. Non un goccio, un bicchiere di vino pieno per festeggiare il tuo bambino che ti adora.’
‘Va bene bambino mio, ma soltanto uno. Devi promettermi di controllarmi, te ne prego davvero. Io ho paura di non sapermi controllare.’
Prese due bicchieri e li riempì di ottimo vino rosso.
Emanava un aroma davvero squisito. Avevo paura dell’effetto che avrebbe fatto a me, perché non avevo mai bevuto vino in vita mia. Decisi che avrei soltanto bagnato le labbra e l’avrei lasciata bere. Il piano era fare bere lei, non di ubriacare me stesso.
Mia mamma prese il suo bicchiere e si mise di fronte a me.
‘Un brindisi per il mio amore. Sai quanto sacrificio mi costa, vero Francesco?’
‘Sì mamma, e sappi che sono veramente commosso dal tuo affetto che mi dimostri.’
‘Non dimenticarlo mai. Ed ora beviamo.’
Sorrise, fece tintinnare il suo calice col mio e cominciò a bere.
Lei bevve un sorso generoso, forse perché l’abitudine a bere era una cosa che non sarebbe scomparsa mai, mentre io davvero bagnai soltanto le labbra.
Mi sorrise.
‘Avevo dimenticato quanto è buono il vino. Allora Francesco, ti piace?’
‘Sì mamma, è davvero ottimo’, dissi. In effetti il profumo era davvero inebriante, decisi di bere un sorso appena e lo trovai squisito.
Mia mamma invece aveva svuotato il bicchiere in un attimo.
‘Vieni qui, che la tua mamma ti vuole baciare.’
Mi strinse forte e sentii i suoi seni generosi sul petto.
Il mio cuore batteva forte. Sentii il profumo del vino nel suo alito.
Le sue guance si erano fatte leggermente più rosse, e osai guardare meglio la sua scollatura generosa. Aveva davvero dei seni bellissimi mia mamma. Ne ebbi conferma.
‘Sarà meglio che io mi fermi già, bambino mio. Ho svuotato questo bicchiere come un tempo, e so che mi sarebbe facile versarmi così il resto della bottiglia. Ma così perderei sicuramente ogni controllo, ed invece voglio rimanere sobria.’
E rise, rise di gusto segno che il vino aveva già cominciato a farle l’effetto che speravo.
‘Andiamo a vedere come procede la cottura del capretto’, disse mia mamma.
Prese ancora delle fettine di salame e di pancetta, con un po’ di pane, con la conclusione che le venne ancora più sete.
‘Bambino mio, sono assetata, versami solo un altro goccio di quel stupendo vino, ma solo un goccio mi raccomando. Altrimenti stasera dovrai portarmi a letto di peso.’
Rise.
Forse i suoi propositi stavano cominciando a venire meno. Questo era già il secondo bicchiere, ed era lei stessa a chiedermelo.
Le versai invece la stessa quantità che avevo visto versarsi lei stessa, e come lo versò lei, con la pratica di un sommelier esperto e raffinato.
‘Ti controllo io mamma, credo che sia giusto che assaggi almeno un altro bicchiere di questo vino visto che ti piace tanto.’
‘Sei proprio birichino’, mi disse avvicinandosi e dandomi un dolce bacio sulla guancia.
Presagii che tra poco i suoi baci sarebbero stati meno casti, commisurati alla quantità di alcol che avrebbe bevuto.
Prese il bicchiere e fece dei rapidi sorsi, guardandomi serena. Svuoto il bicchiere in un attimo.
Posò il bicchiere, pensò un attimo non so davvero a cosa, ora le sue guance erano un pochino più accese.
Si avvicinò al capretto ed alla polenta, misurò con attenzione il fuoco.
‘Bambino mio, è meglio che non beva più altrimenti rischio di dimenticarmi la roba sul fuoco. Controllami, e soprattutto non tentarmi con quel vino traditore’, rise in modo sensualissimo, rivelando che il vino cominciava a farle davvero effetto.
‘Sei la mamma più bella del mondo’, le dissi, avvicinandomi.
‘Vieni qui che ti voglio stropicciare tutto’, mi disse.
Mi avvicinai e mi abbandonai al suo abbraccio affettuoso.
Non parlai più di farla bere finché era ai fornelli e alle prese con la roba da cucinare, e lei preparò il capretto sui piatti, poi prese la polenta calda e la mise su dei piatti a parte. Tirò poi fuori il baccalà e lo mise in un angolo, perché era per secondo.
Intanto io mi ero spostato e le avevo appena versato un nuovo bicchiere di vino, un attimo più generoso del precedente, e quindi mi avvicinai alla mia mamma.
‘Adesso che hai finito di cucinare queste leccornie, meriti un altro bicchiere di vino.’
‘Sono sicura che non dovrei, bambino mio, ma ti amo ed ho anche tanta sete. Voglio festeggiarti come si deve.’
Prese e svuotò il bicchiere come l’aranciata che da diciotto anni era sempre sulla nostra tavola.
Mi sembrò che avesse quasi un mancamento, perché chiuse gli occhi e il suo viso avvampò.
Mi affrettai a cingerle i fianchi.
‘Hm, bambino mio mi sembra che il vino cominci a farmi uno strano effetto’, rise, ‘sarà meglio che controlli bene la tua mammina da adesso in poi.’
Mi baciò con un certo vigore all’angolo della bocca.
Era un bacio diverso, più voluttuoso e sentii la mia erezione esplodere nei pantaloni.
La accompagnai alla tavola, ma mi si staccò con un piccolo moto di stizza. Mi chiesi se il vino non avesse l’effetto collaterale di renderla meno affettuosa e più sfrontata, ma era un rischio che potevo accettare.
‘La tua mamma sa reggere benissimo tre bicchieri di vino, che cosa ti credi?’, e comunque rise beatamente, segno che quei tre bicchieri l’avevano comunque resa un attimo più allegra.
Lasciai che si sedette a tavola da sola, anche se la cosa mi generò un impercettibile moto di stizza per il suo imprevisto gesto di allontanamento.
‘Mamma, voglio starti tanto vicino. Posso?’
‘Soltanto se mi versi da bere un bel bicchiere di vino, bambino mio.’
Compresi che si stava cominciando a sciogliere, che il vino aveva già fatto un effetto abbastanza forte, infatti era forse il vino con la gradazione alcolica maggiore in commercio, ed io mi affrettai ad ubbidirle, in fondo era la mia mamma.
Le diedi una generosa razione di vino, rendendo il bicchiere un po’ più pieno delle volte precedenti.
‘Il mio bambino, quanto lo amo’, disse mia mamma e si sporse a baciarmi a lungo sulla guancia. Per fortuna il bicchiere rimase bello dritto. Poi con un gesto sicuro e collaudato si portò il vino alla bocca e svuotò il contenuto del bicchiere rivelando un collo pieno e delicato.
Era il suo quarto bicchiere bevuto, considerai che le sue difese stavano cedendo.
Mi feci più vicino e le dissi di mangiare qualcosa, che il capretto si stava raffreddando.
Lei rise di gusto.
‘Francesco tutto mio, di solito queste cose te le dice la tua mamma’, e rise di gusto. Si preparò la sua razione e cominciò a mangiare con le mani.
Anch’io affondai i miei denti sulla tenera carne di capretto. Era buonissimo, mia mamma l’aveva cucinato con amore ed in fondo avevo anche tanta fame. Inoltre profetizzai che sarebbe stata una notte di gran sesso, e che avremmo tutti e due avuto bisogno di tante energie.
Forse tra poco lei avrebbe attinto direttamente dall’alcol nel corpo, ma io non avevo bevuto praticamente niente di alcolico, e non lo avrei fatto quindi dovevo nutrire il mio corpo.
Vidi mia mamma cercare la bottiglia e versarsi una dose generosa di vino sul bicchiere.
‘La tua mamma si sta ubriacando’, mi disse con voce leggermente impastata.
Quindi trangugiò il vino.
Ruttò con estrema delicatezza, un ruttino femminile e angelico. Il mio cazzo diventò di pietra.
‘Amore mio’, disse mia mamma con voce ancora più alterata, ‘quanto vino mi hai fatto bere?’
Sembrava seria, un altro effetto collaterale.
Pensai che comunque più il vino fosse entrato nel suo bellissimo corpo, più gli effetti collaterali sarebbero stati del tipo più eccitanti.
La legna scoppiettava nel camino acceso, mia mamma stava mangiando e bevendo troppo, si trattava solo di portarla per mano verso una ubriachezza sensuale e non molesta.
‘Forse hai bevuto due bicchieri, mammina, ti ho promesso che non ti farò bere di più e sto mantenendo la mia promessa’, risposi mentendo spudoratamente.
Mia mamma rimase seria per alcuni istanti, poi mi scoppiò a ridere in faccia.
‘Non sono ancora così ubriaca da non saper contare, Francesco’, disse riprendendosi un poco.
‘Ti avevo detto di fare attenzione ed invece ho già bevuto quattro bicchieri di vino.’
Non le dissi che in realtà erano stati cinque.
Addentò una coscia di capretto e non fece caso al sugo che le colò su parte del mento.
Mi diede un innocuo schiaffetto sul viso. Le sue movenze si erano fatte un po’ più goffe.
‘De-devi promettermi che non mi farai più bere ancora molto, guarda che non sto scherzando.’
‘Sì mamma, te lo giuro.’
‘Sei il mio unico amore’, mi disse allora raddolcendosi, e mi stampò un altro bacio fatto di sugo di carne e di saliva.
Le versai io stesso da bere il successivo bicchiere di vino.
Lei mi guardò a lungo. Poi prese il bicchiere e lo svuotò all’istante.
Questa volta ruttò in modo molto più plateale.
Si girò ridendo e mi fece cenno di fare silenzio, cominciava ad essere buffa oltre che terribilmente attraente.
‘Non mi devi più versare altro vino’, disse trattenendo a stento il riso, ‘altrimenti caro il mio bambino adorato devi sapere che”, si fermò come raccogliendo il filo dei suoi pensieri, ‘non risponderò più delle mie azioni da qui in avanti.’
Non sapevo quanto avrebbe retto questo ritmo di bevute, ma volevo che bevesse un po’ tutti i tipi di alcolici che avevo comperato, volevo farla bere il massimo e volevo che si divertisse anche.
Mi alzai.
‘Dove va il mio bambino adorato?’, mi chiese sporgendosi verso di me ed alitandomi in faccia.
Era davvero incantevole, la scollatura mi mostrava i suoi seni generosi ed avevo voglia di affondare le mani sulla sua scollatura. Avevo voglia di leccarle i capezzoli, alla mia mamma ubriaca.
‘Voglio portare dentro qualcos’altro da bere, hai promesso di bere lo champagne e penso che sia venuto il momento giusto.’
‘In effetti la bottiglia è quasi vuota’, disse pensierosa alzando la bottiglia che indubbiamente era quasi stata prosciugata.
‘Doveva esserci una perdita’, disse ridendo sguaiatamente, poi mi assestò uno sculaccione a mo’ di sprone e mi disse di portare dentro la bottiglia di champagne.
Intanto che andai vidi che si versava il resto della bottiglia, praticamente si era scolata da sola un’intera bottiglia di vino in una mezzora.
Le cose andavano davvero bene.
Rientrai e mi avvicinai ancora più con la sedia a quella di mia mamma.
Misi la bottiglia di champagne sulla tavola.
La guardai ed era leggermente instabile sulla sedia. Le sue gote erano in fiamme. Mi chiesi se potevo rischiare di toccarle i seni, se potevo baciarla sulla bocca, se era già cotta abbastanza ma mi dissi che sarebbe stato bello aspettare ancora.
Sembrò rianimarsi d’un tratto e mi abbracciò stretto con una goffaggine dovuta all’ubriacatura.
‘Il mio adorato bambino’, mi disse, ‘non sa che sono ubriaca e vuole farmi bere ancora. E’ una ottima idea.’
Rise, ed io tirai un sospiro di sollievo.
Indubbiamente il suo grado di sbronza attuale doveva essere abbastanza instabile.
Decisi che dovevo portare dentro tutto.
‘Aspetta mamma, ho in serbo una piccola sorpresa per te.’
Presi la bottiglia e feci per andarmene, ma lei mi tirò per la cintura.
‘Hey, dove credi di andare? Lascia qui la mia bottiglia’, disse con una voce alterata ed instabile.
‘Mammina, vado a prendere l’altra roba sulla macchina, voglio farti un bel cocktail.’
‘Che bello che sei, ti amo Francesco’, e mi bacio quasi sulle labbra sporgendosi quasi fino a cadere dalla sedia.
Stava partendo? Era presto per dirlo, sicuramente non potevo ancora farci l’amore, ma pensai che tra un po’ per lei sarei stato un maschio da sesso e non più suo figlio.
Però desideravo che rimanesse anche consapevole, che fosse alla fine la sua volontà insieme alla sua sbronza a farle scegliere di fare sesso con me. Volevo che fosse anche una sua scelta.
Presi la bottiglia perché temevo che lei la tracannasse approfittando della mia assenza, e non volevo che svenisse.
Presi una bottiglia di gin, una di whisky, una di tequila, insomma un po’ di tutto e lo portai dentro.
Erano scese le tenebre e mia mamma era in piedi vicino alla tavola.
Barcollava visibilmente e mi sorrideva.
‘La tua mamma ha voglia di uno stupendo cocktail dal suo figlio adorato’, mi disse strascicando un po’ le parole.
Ma io non sapevo preparare nessun tipo di cocktail, non sapevo nemmeno da dove cominciare.
‘Perché non mi insegni tu invece?’, proposi con un improvviso lampo di genio.
‘Aiutami ad andare verso il lavabo amore’, mi rispose mia mamma.
La cinsi ad un fianco e la aiutai, era leggermente instabile sulle gambe, ma ancora troppo sobria mi ripromisi, troppo sobria per scoparmela sulla tavola o per invitarla a fare uno striptease integrale sopra la tavola.
Cominciò ad aprire la varie bottiglie.
‘Portami i bicchieri amore, ce ne vuole uno per tipo. Hic! Eheheh, la tua mamma sta partendo amore mio. Voglio insegnarti che bisogna bere con il bicchiere giusto, cosa che sarò in grado di fare solo fino ad uno stadio di ubriacatura, poi sarà meglio che mi guidi tu.’
‘Ti amo mamma’
‘Anch’io, Francesco mio.’
Stavolta mi baciò davvero sulle labbra, non con la lingua, non ancora, ma mi baciò voluttuosamente.
Rise.
‘Oddio, credo di stare partendo davvero.’
‘Ubriaca sei ancora più bella.’
‘E’ il mio regalo di compleanno per te’, disse la mia mamma adorata, ‘quando bevo troppo divento davvero tanto affettuosa, affettuosa in un modo che non immagini’, rise con la faccia tutta rossa.
Il modo che intendeva me lo immaginavo benissimo, ma forse l’ubriacatura non la faceva accorgere delle mie intenzioni e del mio rigonfiamento nei pantaloni sempre più pronunciato.
Le portai vari bicchieri, intuii che era meglio portarglieli tutti perché non sapevo davvero mettere insieme i tipi con i vari liquori, anche se per qualcuno potevo intuire.
Su uno piccolo si versò la tequila, e quindi la bevve tutta d’un fiato.
Fece una faccia disgustata un momento, ma poi capii che le piaceva terribilmente. Doveva essere davvero forte.
Mia mamma si stava ubriacando davvero.
Si versò subito un altro bicchiere pieno di tequila e lo trangugiò.
Rise, perse un attimo l’equilibrio e si appoggiò a me.
Mi guardò con gli occhi lucidi.
‘Tequila bum bum amore mio, io lo bevo liscio senza limone e sale, ma di solito bisogna preparare queste cose qui, ma io mi ricordo che quando sono già abbastanza ubriaca riesco a berlo senza niente. Ora lo sono’, e rise di gusto sculettandomi proprio dove avevo il cazzo che non ce la faceva più a stare dentro i pantaloni.
Si accorse finalmente delle mie ‘condizioni’.
‘Oh piccolo amore mio’, disse strascicando le parole, ‘ti ho fatto male tesoro, scusami tanto. Aspetta che bevo un altro bicchierino della mia tequila bum bum e poi ti do un bacino sulla bua.’
Mi sembrò di avere un invito per il paradiso.
La mia mamma ormai ubriaca bevette un altro bicchiere pieno di tequila e poi posò con forza il bicchiere.
‘Calati i pantaloni’, era un ordine perentorio.
Mia mamma quasi non si reggeva in piedi, e rideva.
‘Devo darti un bacino sulla bua’, mi disse, estremamente ubriaca.
Si chinò pesantemente, anzi quasi si può dire che cadde nel gesto di sfilarmi i boxer.
Feci fatica a rimanere in piedi.
Il mio cazzo duro saettò davanti al viso di mia mamma, in tutto il suo turgore.
‘Oddio, che cosa sto facendo col mio bambino?’, disse mia mamma quasi a se stessa, e poi mi guardò mezza imbambolata.
Rise.
‘Va bene, solo un piccolo innocente bacino sull’affarino.’
Prese il mio cazzo in mano e lo bacio sulla punta con le labbra.
Poi protese la braccia in avanti perché voleva essere rialzata ed io ubbidii, non mi piaceva di vederla per terra a quel modo.
‘Mamma, forse hai bevuto un po’ troppo.’
‘Eheheh, sì la tua mamma è ubriaca. Andiamo avanti con la festa!’
Era decisamente partita.
Prese la bottiglia di whisky e si versò una dose generosa.
Quindi dal bicchiere passò al suo collo buttando la testa indietro e svuotando il contenuto del liquido ambrato.
‘Tienimi su amore’, mi disse mia mamma, dandomi un altro bacio stavolta sulla guancia.
Più che dei cocktail, stava versandosi a turno bicchieri di tequila, whisky e gin.
Rideva sguaiatamente mentre la tenevo ormai di peso, e la posai stremata su una sedia, ma anche lì sembrò cadere direttamente per terra per quanto era fradicia.
‘Amore mio, più che cocktail ho fatto un mix di alcolici pazzesco’, mi disse ridendo, evidentemente per quanto ubriaca si era accorta anche lei.
Versai una dose di whisky, una di tequila ed una di champagne, e poi le porsi un bicchiere pieno dopo aver miscelato con un lungo cucchiaio.
‘Mammina, ti ho preparato io un cocktail, spero sia di tuo gradimento.’
‘Solo se me lo mescoli con il tuo cazzo’, e rise sguaiata. Era davvero partita.
Lo misi dentro al bicchiere pieno e lei fu avida ad infilarsi il mio pene duro in bocca.
Cominciò a succhiarlo ed a stantuffarmelo tutto fino quasi in gola, poi prese il bicchiere e lo svuotò, con la sua stessa magica perizia.
Ero ammirato per quanto potesse bere, sembrava un pozzo senza fondo, già così pesantemente ubriaca riusciva ancora a parlare, farmi un pompino, rimanere anche se in equilibrio instabile su una sedia, e magari voleva un nuovo giro.
Mia mamma era davvero una donna stupenda che sapeva bere e rendere un uomo davvero felice, ed ero io il suo unico uomo, il suo adorato figlio.
Non resistetti più, le infilai le mani nella scollatura e le tastai le tette, lei aprì le gambe e si portò le dita sulla passera fradicia.
Mi disse che voleva un altro cocktail, che i miei erano speciali, soprattutto con l’antipasto di cazzo.
Rise sguaiatamente.
Le preparai un altro bicchiere grande con dosi abbondanti di tequila, whisky, gin e champagne.
Immersi il mio cazzo fino in fondo nel bicchiere e poi glielo porsi gocciolante. Lei lo prese tutto in bocca e lo succhiò avidamente.
Poi prese il bicchiere e con una certa goffaggine trovò la via della bocca e scolò l’ennesimo bicchiere che era una vera bomba alcolica.
Ruttò pesantemente.
Mi cercò con gli occhi appannati, mi piegai verso di lei, mi alitò in bocca spingendomi la lingua nella mia gola, mi baciò a lungo togliendomi il respiro, era davvero piena di alcool e completamente ubriaca.
Non so se si rendeva conto ancora che ero il suo adorato figlio.
La presi e la portai di peso verso il letto nell’altra stanza.
Rise e ruttò ancora, poi cominciò a pisciare sulle coperte.
Cominciò a ridere perdutamente mentre io cominciai a bere la sua urina che zampillava dalla vagina fradicia.
Cominciai a leccarle la passera, la sentii intanto tossire e poi vomitò su se stessa, era davvero ubriaca persa ed io cercai la sua bocca, leccai il suo stesso vomito e le toccai la passera con il mio pene durissimo.
Poi si accasciò quasi svenuta, la volevo ancora sveglia, volevo farla mia e volevo che sentisse che era mia mamma, e che il suo unico figlio la stava scopando.
La alzai e la posai con delicatezza su un divanetto stile antico.
Cambiai le coperte, cominciai a spogliarla mentre farfugliava frasi inintelligibili.
La portai di peso alla doccia e feci uscire un getto di acqua calda perché non si riavesse troppo ma per lavarla come si confaceva.
‘Amore, fammi bere ancora’, mi disse mentre si riaveva un poco.
‘Che cosa vuoi mammina?’
‘Whisky, dammi del whisky.’
Presi la bottiglia e cominciai a fargliela bere a canna.
Lei trangugiò avida e ricominciò a ridere.
Era per terra, con l’acqua calda che la ricopriva, all’interno della doccia.
Presi una bottiglia di tequila appena aperta e la feci bere dalle sue labbra. Poi baciai quelle labbra e le infilai la lingua in bocca.
Era completamente andata.
‘Amore”, mi disse, e poi aprì le gambe ed io entrai dentro e cominciai a scoparmela sotto l’acqua calda.
‘Amore, bambino mio, fermo’ che cosa stai facendo?’
‘Ti coccolo, mammina mia.’
Il mio cazzo duro premeva sulla sua vagina calda ed invitante, aperta e fradicia.
‘Oh, il mio dolce cucciolo”
E mi baciò teneramente sulle guance, mezza imbambolata. Forse non era ancora sufficientemente ubriaca.
‘I tuoi seni sono bellissimi, mamma.’
‘Ho bevuto troppo, eheh. Hic! Sì, tua mamma è molto ubriaca bambino mio.’
‘Sei ubriaca e bellissima, ti amo sai?’
‘Anch’io amo il mio bambino’, e mi accarezzò i capelli.
‘Non sei arrabbiata che ti ho fatto bere troppo?’
‘No, non potrei mai arrabbiarmi per’ hic, questo tipo di situazioni, eheh’, mia mamma si strinse a me e mi accarezzò il fondoschiena.
‘Ma stiamo facendo l’amore?’, mi chiese fermandosi preoccupata, guardandomi negli occhi e aggrottando le sopracciglia.
‘No, mamma, che cosa pensi mai?’
‘Sono un po’ fuori, e poi siamo tutti e due nudi.’
‘Dovevo lavarti, e rischiavo di bagnarmi anch’io se rimanevo vestito.’
‘E’ vero, il mio bambino è tanto premuroso, hic!’, e mi baciò sulle labbra.
La aiutai ad alzarsi, quindi cominciai ad asciugarla con un asciugamano grande.
‘Portami sul letto, faccio fatica a rimanere in piedi.’
‘Sì mamma.’
Le versai una dose generosa di whisky.
‘Grazie cucciolo, sei molto buono con la tua mamma viziosa.’
‘Sei tu che sei tanto bona per me.’
Lei non si accorse della parola che avevo cambiato volutamente. Non nelle sue condizioni attuali.
Tracannò il whisky come al suo solito.
‘Mamma, ti piacerebbe fare l’amore col tuo bambino?’
Era parecchio ubriaca, e ci mise un po’ ad afferrare il concetto delle mie parole.
Alla fine però la sentii scuotersi, probabilmente aveva capito e si girò con gli occhi sgranati.
‘Hic, bambino mio non sono ancora così ubriaca, che ti credi?’, e rise, schioccandomi un bel bacio sulle labbra pieno di saliva.
‘Voglio succhiarti i capezzoli come quando ero piccolo’, le dissi, vedendo che le sue difese erano molto precarie.
‘Oh amore, sì succhiami i miei seni, bevi il mio latte amore, hic.’
Era nuda, e senza problemi mi offrì una tetta generosa e piena, io cominciai a leccare, baciare e succhiare il capezzolo turgido e sentii le sue labbra darmi teneri bacini sulla fronte.
Le scappò il bicchiere sul letto, ma tanto era stato svuotato da un pezzo.
‘Bevi dalla bottiglia, mamma.’
Le posai la canna della bottiglia di whisky sulle labbra e le versai il liquido nella bocca. Lei cominciò a bere avidamente, la guardai mentre trangugiava il whisky e mi eccitai ancora di più.
‘Hic!’
Posai la bottiglia sul comodino.
La aiutai a rimettersi seduta sul letto, ma sembrava far fatica a rimanere dritta.
‘Balla nuda per me, mamma.’
‘Eheh, sono la tua odalisca, hic.’
‘Sì mamma, sei la mia bellissima dea.’
I suoi seni ballonzolavano in avanti e dimostravano quanto erano ancora pieni e sodi, cercò di raggiungere con i piedi il pavimento e poi con una mia spinta si trovò in piedi, ma mi affrettai anche a tenerla perché sarebbe sicuramente caduta per terra, rischiando magari di farsi male.
Mi rise in faccia, e mi diede un altro bacio umido di saliva.
Per ora non poteva certo ballare, ubriaca com’era.
Si teneva aggrappata a me, la testa doveva girarle davvero parecchio.
‘Mamma, hai dei seni superbi. Come fanno ad essere così grossi?’
‘Sono come li vuoi tu, hic’, mi disse mia mamma barcollando tenuta per i fianchi da me che le annusavo e baciavo la pelle dei seni e le sue splendide mammelle così invitanti.
Il mio cazzo cercava in modo naturale la sua vagina completamente bagnata.
La posai delicatamente sulla sedia, ma cominciò a scivolare verso il pavimento.
Dovevo andare ad aprire una nuova bottiglia di tequila, perché le piaceva tanto, ma dovevo lasciarla un attimo così la adagiai delicatamente sul pavimento.
Ruttò piano e mi sorrise con uno sguardo mezzo ebete.
Posai un cuscino morbido vicino al suo sedere, la presi per l’attaccatura delle braccia e di peso la misi con il suo adorabile culetto sopra al cuscino.
Si girò cercando di baciarmi.
Ormai il mio cazzo perennemente di marmo danzava sulla sua schiena nuda, su ogni suo centimetro di pelle.
Mi cercò con le sue labbra e mi baciò a lungo con la lingua nella mia bocca.
Doveva cominciare ad essere davvero partita.
‘Hic. Amore mio, di solito non ti bacio così sulle labbra ma questo è il tuo giorno più speciale, hic.’
‘E’ un bellissimo regalo, sai darmi dei baci davvero belli.’
‘Hic! Perché sono molto ubriaca, e ti amo tanto.’
E tornò a baciarmi in bocca, sentivo i suoi seni sul mio petto e tutto il peso del suo corpo pieno di alcol che barcollava anche da seduta.
‘Eheh, temo che tua mamma ti stia facendo eccitare un po’.’
‘E’ solo un bellissimo momento tra noi due, mammina.’
La vidi sorridermi e tastarsi i seni grossi e sodi, invitandomi a succhiarli ancora.
‘Vuoi un po’ di tequila?’, le chiesi.
‘Sì, amore mio portamela nei bicchierini, hic’ voglio festeggiarti con una sbornia colossale. E poi voglio farti succhiare il mio latte’ hic, amore.’
Era davvero partita stavolta.
La lasciai sperando che non cadesse con la testa facendosi male.
Sembrò restare seduta in qualche modo.
Mi sorrise mezza andata, andai a prendere la bottiglia e un bicchierino per la tequila.
Mi fiondai subito da lei, che mi abbracciò e mi baciò tra la bocca e la guancia.
Era in uno stato davvero pietoso, completamente fradicia ma con ancora la voglia di bere.
‘Il mio bambino, hic, ti amo tanto Francesco mio.’
Le versai un bicchiere pieno di tequila e glielo porsi.
Lei mi sorrise frastornata e lo bevette tutto d’un fiato.
Mi baciò sulla bocca con uno schiocco rumoroso.
‘Ancora tequila, hic.’
‘Subito mamma, sei così bella con tutto quell’alcol in corpo.’
‘Eheheh, hic.’
Era decisamente ubriaca fradicia, e voleva bere ancora.
Le preparai un’altra tequila e lei vuotò il bicchiere.
La presi poi al volo perché stava cadendo di lato, con il bicchiere ancora in mano.
Poteva scivolare e rompere il bicchiere, rischiando di tagliarsi le dita. Avrebbe potuto riaversi almeno un pochino e soprattutto quello non mi andava. La volevo completamente ubriaca e anestetizzata, piena di alcol e di voglia di darmi quello che non mi aveva dato mai.
‘La tua mamma ha un pochino sonno, hic.’
‘No mamma, ti prego vieni fuori all’aria aperta, ti farà bene.’
‘Devo festeggiarti, hic, non mi addormento te lo prometto.’
E dopo queste parole, mi baciò appassionatamente sulle labbra, cercai la sua lingua con la mia e fui felice di sentire che apriva la bocca e lasciava che entrassi con la mia lingua a scambiare la saliva delle nostre bocche.
Mi ruttò in gola e poi mi fece saettare la lingua.
Era completamente partita, sorrise.
‘Hic, la tua mamma è brava a baciare?’
‘E’ bravissima, mi fai tanto felice mamma.’
‘Voglio subito dell’altra tequila, o basta baci così.’
‘Sì mamma.’
Le preparai un altro bicchiere pieno e lei tastò per aria prima di prenderlo, segno che ci vedeva doppio.
Lo scolò in un attimo.
Cercò la mia bocca, era completamente cotta.
Le tastai i seni, la sentii ansimare e si muoveva verso di me anche con la fica.
‘La puoi accarezzare amore, ma solo se mi dai tanta altra tequila.’
Le accarezzai anche il culetto e lei mi slinguò l’orecchio alitandomi la sua eccitazione crescente.
Mi girai per prenderle un altro bicchiere di tequila, e mi sentii il membro duro di carne venire chiuso tra le labbra di mia mamma, cominciò lentamente a succhiare e leccare con la lingua.
‘Ti meriti un compleanno coi fiocchi, hic.’
‘Tanta tequila per la mia mamma adorata.’
Non potevo più resistere.
Le mostrai il bicchiere e lei mi lasciò l’asta del membro turgido completamente bagnato della sua saliva, e bevette la tequila.
‘Hic, prendimi amore, voglio fare sesso col mio bambino.’
Era partita sul serio.
La presi e la posai per terra, la sentii fare un altro singhiozzo da ubriaca, ed entrai con il mio cazzo completamente duro nella sua vagina, le montai sopra e la sentii gemere di piacere selvaggio.
La presi lì dove si trovava, per terra piena di alcol, mi disse vieni amore che tua mamma ti vuole tanto bene, il mio cazzo le entrava fino alle palle nella sua passera vogliosa, era stupenda.
Ma non volevo venire così presto.
La presi e la alzai con forza.
Mi toccò tenerla in piedi con viva forza, si accasciò in avanti sfoderando le sue enormi poppe sul davanti, gliele leccai mentre lei rideva e barcollava priva di ogni inibizione.
La aiutai a fare pochi passi ma alla fine la portai al letto di peso.
‘Hic, amore mio dammi dell’altra tequila bum’ hic.’
Le diedi un bicchiere che lei bevve con avidità.
Mi baciò sul viso e sulla bocca e sul naso, mi ruttò pure in faccia e rise di gusto.
‘Tua mamma è una puttana.’
Era decisamente partita per la tangente.
‘Vuoi il mio cazzo duro, mamma?’
‘Scopami.’
Entrai dentro di lei, le tenni i seni poderosi con le mani e passavo dalla sua bocca ai suoi capezzoli, sentivo il suo alito pieno di alcol, la stantuffavo con energia e lei gemeva piena di voglia e di passione.
Mi fermai ed estrassi il mio pene duro dalla sua passera.
Mugugnò per la voglia di averne ancora.
‘Ancora un drink per festeggiare il tuo bambino’, le dissi.
Lei rise.
Le portai un bicchiere e l’aiutai a stare alzata.
Mi diede un altro bacio. Era decisamente e completamente ubriaca fradicia.
La tenni seduta sul letto posandola con la schiena alla lettiera.
‘Io ti amo’, le dissi, ed era vero, l’amavo per com’era e per la sua condizione.
Non mi rispose nemmeno, era in preda allo stupore alcolico.
Aveva svuotato il bicchiere quasi senza pensare, decisamente dovevo stare attento che non mi svenisse.
Le diedi dei baci e dei morsi dolci sul viso, lei rispose ruttandomi in faccia, ma poi alla fine cercò di rispondere con dei flebili bacini e la sentii di nuovo appena presente.
Scesi dopo essermi accertato che non mi cadesse dal letto, e aprii la finestra di un poco.
Il fresco della sera poteva farla riavere.
Aprii il mio cellulare e chiamai la zia.
‘Ciao zia Marta, sono Francesco.’
‘Oh ciao Francesco, come sta andando la festa di compleanno con mia sorella?’
La zia di Claudia aveva quasi dieci anni più di mia mamma, ed era andata sposata prima ancora che sua sorella cominciasse davvero ad esagerare con l’alcol in casa.
‘Benissimo, ti passo mamma.’
‘Tanti auguri, caro.’
Posai il cellulare a mia mamma, che mi rise in faccia, e poi rispose completamente ubriaca.
‘Ma’ Claudia, hai bevuto?’
‘Solo qualche tequila, hic, per il mio adorato bambino.’
‘Ti amo mamma’, le dissi facendomi sentire anche dalla zia.
‘Claudia, avevi promesso, che cosa è successo, come hai potuto tornare indietro in questo modo.’
‘Sono solo un po” hic, allegra. Ehehehe, sto soltanto scopando il mio bambino che amo tanto. Hic.’
Le sue parole probabilmente potevano far svenire sua sorella. Adorai mia mamma.
Era veramente cotta. Ubriaca fradicia. Stava sputtanandosi alla grande per me.
La baciai sulla bocca e lei mi rispose con passione.
‘Zia, mia mamma ha bevuto un pochino, ma non ti preoccupare.’
‘Brutto disgraziato, ti rendi conto di cosa hai combinato?’
‘Zia, ciao.’
Chiusi il cellulare e quindi lo spensi proprio.
‘Hic, sei il bambino mio adorato’, mi disse mia mamma completamente istupidita dalla tequila.
‘Prendi mamma’, le dissi e le versai un altro bicchiere pieno.
‘Ti amo Francesco’, e svuotò il bicchiere.
Cominciai a leccarle i seni, mi sentii baciare la testa e il viso e lo alzai verso lei che mi tempestava di baci, cominciai a sditalinarle la passera mentre la leccavo ovunque, lei rispondeva toccandomi il cazzo e stringendolo, baciandomi e slinguandomi, limonando con me come una adolescente.
Le infilai la lingua nella vagina fradicia e lei mi offrì la figa sulla bocca inarcando la schiena. Il suo corpo aveva voglia del mio cazzo dentro di lei.
La presi e la baciai, le dissi che il suo bambino ora la prendeva come una donna.
‘Amore’, mi disse, come pervasa da una insaziabile voglia che le scoppiava dentro.
Feci sesso con lei sul letto, fu bellissimo e mia mamma benché molto ubriaca fa un’amante tenera ed infaticabile.
Da allora ricominciò ad ubriacarsi regolarmente, ed io ebbi la possibilità di fare sesso con lei tutte le volte che mi andava.
La serata era andata magnificamente.
Eravamo tornati a casa il giorno dopo, alle cinque di pomeriggio. Le era voluto parecchio per ristabilirsi dalla sbronza colossale, e non si ricordava quasi nulla.
Io le avevo raccontato che si era addormentata dopo aver bevuto di tutto, e lei sembrava credermi abbastanza.
Non avevo riacceso il cellulare. Con sua sorella se la sarebbe sbrigata lei.
Non finimmo tutte le bottiglie. E lei voleva ricominciare quasi subito a bere, ma io le dissi che dovevamo scendere dalla baita perché ero stufo della solitudine in cui eravamo.
Mi abbracciò e mi baciò teneramente, mi disse che era stata una stupida a smettere di bere, se per me andava bene poteva cominciare a bere forte come un tempo, si sentiva di nuovo in forze e voleva farmi divertire, divertirsi con me.
Io non le dissi che cosa avevamo fatto quella sera, per ora era meglio se non si ricordava niente.
Comunque qualche bicchiere glielo concessi. Per la verità più di uno.
Le stappai una bottiglia verso le quattordici. Si era svegliata da due ore e mi sembrava che un altro po’ di vino potesse farle bene.
Bevve tre bicchieri di vino di quello molto forte e poi si mise a coccolarmi e darmi teneri bacini.
Io le risposi con trasporto.
‘Sto ricominciando a bere come un tempo.’
‘Voglio tanto bene alla mia mamma.’
Mi baciò teneramente e mi accarezzò la schiena.
‘Mi dai un altro bicchiere di vino?’
Glielo concessi volentieri. Lo bevve come gli altri e poi ebbe un mancamento.
La presi e la adagiai sul divanetto in cucina.
‘Ieri sera devo aver bevuto davvero tanto, per sentirmi così ora.’
‘Non ricordi nulla, mamma?’
‘Solo tanto alcol e poi è nebbia completa. Non ho fatto nulla di male, vero?’
‘No, mamma mia.’
Mi coccolò teneramente.
Disse che voleva fare un riposino e la lasciai stare.
Si svegliò poco dopo e le diedi un altro bicchiere di vino.
Poi cominciammo a fare le valigie. Lei era leggermente allegra per i nuovi bicchieri bevuti, ma tutto sommato giudicai che poteva guidare.
Cominciammo a scendere e vidi che andava spesso sull’altra corsia, le dissi di rallentare e lei rise ma rallentò un po’, disse che il vino le faceva questo effetto, di pigiare sull’acceleratore.
Arrivammo giù e c’era sua sorella, mia zia, ad attenderci a casa.
‘Che cosa le hai fatto fare?’
‘Ma niente, calmati zia, che cazzo vuoi da me?’
‘Ti pare questo il modo di rivolgerti a tua zia?’, e quasi urlava.
‘Piantala Marta, ti pare questo il modo di trattare mio figlio.’
‘Guardati, cosa sono quei vestiti? E poi non dirmi che hai bevuto ancora”
‘Ed a te che cosa te ne frega? Ho bevuto qualche bicchiere di vino che Francesco mi ha gentilmente offerto, ieri era il suo compleanno, ed ho voluto anche farmi bella per lui.’
‘E che cosa avresti fatto ancora per lui?’
‘Avrei fatto cosa?’
‘Mi hai telefonato, eri completamente ubriaca, ieri notte, ed hai detto delle cose terribili.’
‘Ero ubriaca, se ti ho offesa mi spiace ma non ero in me. E comunque, ogni tanto dovresti lasciarti andare anche tu, sorella mia.’
‘Mamma, vieni dentro ho voglia di stare con te.’
‘Mio figlio mi chiama. Penso che entrerò, tu vedi di calmarti e andare a darti una sbollita.’
La zia se ne andò tutta impettita. Tutto sommato poteva andare anche peggio.
Portammo dentro le bottiglie che rimanevano, non erano poche e poteva anche esserci un’altra bella festa, volendo.
‘Francesco, ma hai chiamato Marta mentre ero ubriaca ieri sera?’
‘Sì mamma, soltanto per sapere come stava. Non pensavo che facesse questa scenata.’
‘E’ sempre stata una bacchettona. Che ne dici di versarmi un po’ di vino?’
‘Sì mamma, molto volentieri.’
‘Il mio bambolotto.’
Si avvicinò e mi baciò sulla guancia con trasporto.
Le versai tre bicchieri uno dopo l’altro. Lei li bevve tutti con trasporto.
Teneva il bicchiere in mano, e me lo porgeva per riempirglielo nuovamente.
‘Ho tanta sete, eheheh, amore mio non vorrei partire di nuovo, però.’
‘Se succede mamma cosa importa, siamo io e te, ti coccolerò tantissimo come ieri sera.’
‘Mi hai coccolata soltanto?’
‘E ci siamo dati tanti bacini.’
‘Il mio amore’, e mi diede un bacio con lo schiocco, poi un altro ed un altro.
Le versai altri tre bicchieri sempre più colmi che lei trangugiò subito.
‘Comincio a sentirmi accaldata, eheh. Lo sai che la tua mammina beve troppo?’
Le diedi un bacio sulle labbra.
‘Wow, il mio Francesco è diventato intraprendente. Hic.’
Rispose al mio bacio con trasporto.
Le versai un altro bicchiere che lei bevve senza problemi.
Cominciava ad essere un pochino ubriaca, le accarezzai i seni ma parve non accorgersene quasi, del resto eravamo strettamente abbracciati.
Aveva gli occhi molto lucidi. La sua bocca piena era invitante e smaniosa di altri baci.
La baciai sulla bocca ed introdussi la lingua.
Liberò un seno e me lo offrì, non sapevo se fosse già abbastanza ubriaca per fare queste cose senza inibizioni, ma io cominciai a leccarle e succhiarle il capezzolo.
‘Il mio dolce bambino, mi succhia il seno come un neonato, hic.’
‘Sei ubriaca, mamma?’
‘Sì tesoro mio, lo sono per te.’
Aprii una bottiglia di champagne avanzata dalla sera precedente.
Lei rise un po’ partita.
‘Quanti bicchieri ho già bevuto, amore mio?’
‘Non li ho contati, mamma.’
‘Hic! Non devono essere stati pochi, eheh. Il mio bambolotto mi fa ubriacare troppo.’
Le versai lo champagne nella coppa, lei bevve e ruttò piano.
‘Che ne dici se andiamo in discoteca, mamma?’
‘Sono un po’ ubriaca amore, ti fidi se guido così?’
‘Penso che sarebbe tutto molto eccitante.’
‘Wow, allora andiamo Francesco, hic, ho voglia di ballare col mio bambino.’
La aiutai ad alzarsi, ed andò poi in bagno per rifarsi il trucco.
Era un po’ malferma sulle gambe, sarebbe stato eccitante vederla guidare.
Si mise allo specchio, e rise guardandosi.
‘Ho un seno fuori amore.’
La accarezzai da dietro, e le tirai su il vestito che era comunque deliziosamente scollato.
Si girò a cercare le mie labbra.
‘Sono una mamma molto generosa, hic. Ti piace avere una mamma così?’
‘Sei bellissima, mamma, e non ti cambierei con nessun’altra.’
Ruttò e mi baciò in bocca.
‘Voglio far divertire il mio bambino, penso che sia bello.’
Ci mise un po’, ma riuscì a farsi un trucco delizioso. Usò dei cosmetici che se ne andavano subito, e che non macchiavano.
Mia mamma sapeva il fatto suo.
‘Sei pronto per la discoteca amore? Versami un’altra coppa di champagne, hic.’
‘Sì mamma.’
Le versai lo champagne sulla coppa e lei trangugiò come il suo solito.
Rise.
‘Vieni qui che ti abbraccio.’
Mi avvicinai, e mi mise la lingua in bocca, baciandomi con trasporto.
‘Ora vediamo se riesco ad accendere la macchina, hic.’
‘Mi piace vederti così ubriaca, mamma.’
‘Il mio amore, ed a me piace stare così con te.’
Ci avviammo abbracciati verso il garage. Io aprii il basculante, mentre mamma metteva in moto facendo grattare la frizione.
Scese in strada in retromarcia, andando un attimo a zig zag, ma tutto sommato non troppo.
Pensai che se trovavamo i vigili le avrebbero ritirato la patente, ma era davvero eccitante.
Chiusi il portone del garage e salii sulla macchina. Lei rideva.
‘Amore, sarà meglio che prendi la patente in fretta, se facciamo delle serate fuori, in queste condizioni potrei essere’ hic, un pericolo pubblico.’
Si sporse a baciarmi, ed io risposi al suo bacio passionale.
Le misi una mano in mezzo alle gambe e lei sbandò pericolosamente.
‘Mamma, forse dovresti andare più piano.’
‘Hic, tua mamma sa guidare benissimo, tesoro.’
Avevo voglia di metterle le mani tra i seni, ma temevo che saremmo finiti fuori strada.
La lasciai stare per un po’, e lei sembrò riprendere un attimo il controllo.
Andammo prima in un pub, mia mamma sentiva di non dover andare subito in discoteca, era da mezze calzette non farsi un paio di giri in uno dei pub più esclusivi.
Entrammo con lei che barcollava vistosamente, e furono in molti a girarsi a guardarla.
Mi sentii fiero di avere una mamma così sexy.
Ordinò due giri di vodka, si sedette su quei sgabelli al bancone e trangugiò la prima come fosse acqua, o il suo chinotto che beveva abitualmente.
Le feci l’occhiolino, e le diedi anche il mio bicchiere.
Lei rise, e lo bevve subito.
Mi baciò in bocca.
Arrivarono altri due bicchieri, finirono tutti e due per dissetare la mia mamma un po’ più ubriaca adesso.
‘Ho voglia di ballare, hic.’
C’era una musica ovattata all’interno del locale, mia mamma cominciò a muoversi e dimenare il suo culetto.
‘Vuoi che mi spogli per te, hic, amore?’
‘Non qui mamma, daremmo spettacolo.’
Mi baciò con passione sulla bocca.
Il suo fisico ancora asciutto, una quarta piena, il vestito scollato e l’evidente stato di ubriachezza continuavano ad attirare gli sguardi maschili.
Penso che pochi potevano supporre che fosse mia madre, del resto era molto giovane e i segni dell’età non l’avevano ancora minimamente toccata.
Ordinò un cocktail e ci sedemmo perché lei lo consumasse.
Era molto alcolico, e vidi gli effetti renderla ancora più fuori di quanto non fosse.
‘Sarà da ridere poi guidare hic.’
Cominciai a limonare con lei, tastandole il seno.
‘Sono ubriaca, amore mio.’
‘Lo so, mi piaci da morire.’
‘Ho voglia di succhiartelo, qui davanti a tutti.’
La sua voce era molto impastata, era davvero su di giri. Farla guidare era da criminali, in queste condizioni, ma la cosa mi attirava sempre più.
‘Andiamo in discoteca, mamma.’
‘Oh, va bene amore mio, hic. Lascia solo che scenda dallo sgabello, eheh.’
La abbracciai quando mi sembrò che stesse per cadere per terra, e la aiutai ad uscire dal locale.
Era evidentemente frastornata, in condizioni di precario equilibrio, l’alcol della giornata e della serata cominciavano a farla essere abbastanza ubriaca.
Cercò le chiavi della macchina sulla borsetta, ma dovetti essere io a trovarle perché non le trovava nel suo stato alterato.
Con fatica riuscì a trovare il buco della serratura ed infilarle.
Rise.
Entrò dentro l’abitacolo e mi abbracciò.
Cominciò a sbottonarmi i pantaloni ed io mi chiesi quanto fosse ubriaca.
‘Mamma, non pensi che dovremmo partire?’
‘Hic, sono già partita amore mio.’
‘Mi stai sbottonando i pantaloni.’
‘Voglio dare un bacino al tuo affarino, eheh.’
‘Ma mamma”
‘Hic, sono ubriaca Francesco, lascia’ che te lo sbaciucchi un po’, hic.’
Il mio cazzo duro proruppe dai pantaloni slacciati e con la patta abbassata.
‘Oh, il tuo cazzo sembra felice di vedermi.’
Si chinò a baciarmelo, e mise una mano sul mio cazzo, per accarezzarlo.
Non resistette, e cominciò a succhiarmelo, nel mentre diventava di marmo.
‘Mamma, come fai i pompini tu non li fa nessuna.’
‘Sono una brava mamma ubriaca, eheh’hic.’
Dopo un po’ si rialzò dal mio cazzo, e mi disse che dovevamo andare in discoteca.
Fece grattare gli ingranaggi dell’accensione, ma mise in moto.
Rise e accellerò a vuoto, poi cominciò a grattare per mettere la prima.
Non sapevo davvero se potesse guidare in quelle condizioni, ma sicuramente mi eccitava molto.
Si mise in carreggiata senza guardare, un’auto frenò e ci schivò per un soffio.
Mia mamma rise e cercò di guardare la strada, ma aveva la vista annebbiata e i suoi riflessi erano seriamente compromessi.
Con una mano cercò il mio cazzo, era ancora fuori dai pantaloni.
‘Ho voglia di succhiartelo ancora, hic.’
‘Non mentre guidi mamma.’
‘Non mi puoi dire tu quello che devo o non devo’ hic, amore mio sono completamente brilla, scusami.’
Mi sporsi e le accarezzai i seni, spostando il vestito per farli uscire e leccarglieli. L’auto sbandò paurosamente, quindi frenò, andammo a fermarci sul marciapiede, per miracolo senza incontrare ostacoli.
La macchina fece un ultimo balzo, e poi il motore si spense perché mamma aveva levato bruscamente il piede dalla frizione.
‘Hic.’
‘Mammina dolce’, le dissi.
‘Amore mio, non sono in condizioni di guidare, hic.’
Cominciai a baciarle la bocca e lei offrì la sua lingua alle mie cure, e poi inarcò la schiena per esporre meglio i suoi esuberanti seni alle mie mani.
‘Scusami piccolo’, e mi ruttò in faccia, ‘ti va se facciamo il restante tragitto a piedi? Magari mi riprendo, hic.’
‘Sì mamma, come vuoi tu, sei così bella.’
Scendemmo dalla vettura, in un certo senso poteva considerarsi parcheggiata, anche se era quasi un miracolo il non essere andati a sbattere.
Quasi non era in grado si stare in piedi da sola, l’aiutai a reggersi e lei cominciò a sbaciucchiarmi. Io le rimisi i seni nel vestito, avevo paura prendesse troppo freddo.
Cominciammo a camminare, e ad un certo punto un’auto con due ragazzi a bordo si fermò.
‘Hey, volete uno strappo?’
‘Grazie ci fareste veramente una cortesia’, dissi.
‘Hic!’, disse mia madre.
‘La tua ragazza ha bevuto un po’ troppo’, fece uno dei due.
‘Eheh, ragazzo io sono la sua mamma, hic.’
Quel ragazzo fu sconcertato, mentre io me la risi della sua espressione.
Feci accomodare dentro la sua macchina mia mamma, e poi presi posto anch’io. Le accarezzai le gambe mentre lei mugugnò di piacere.
‘Porti in discoteca tua mamma?’, mi fece il ragazzo che aveva parlato prima.
‘Sì, è uno schianto non trovate.’
‘Oh sì, è fantastica.’
‘Grazie ragazzi’, disse mia mamma strascicando sempre le parole.
Le accarezzai la vagina, mia mamma aprì le gambe un po’ di più, rivelando le mutandine bagnate anche ai due ragazzi.
‘Mio dio, che schianto’, fece quello che aveva parlato finora.
‘Sì, veramente bella’, disse quello alla guida.
‘Hic, volete che faccia uno striptease per voi?’
‘Mamma, dai forse non è il caso.’
‘Non rompere’, mi disse caustica mia mamma.
‘Guardate i miei seni’, e li liberò del vestito che li conteneva del resto già poco, e poi aprì di più le gambe.
Si leccò le labbra con fare sensuale.
‘Quanto sei bella’, disse uno dei ragazzi.
Arrivammo alla discoteca, la situazione stava prendendo una piega che non avevo previsto, mia mamma stava flirtando con i due ragazzi quasi dimentica di me. Ero abbastanza geloso della cosa.
Scese dalla macchina ed incespicò, uno dei ragazzi la sorresse.
Lei gli diede un bacio tutt’altro che casto.
Io ero dietro, e stavo cominciando ad incazzarmi.
‘Non ti dispiace vero?’, mi disse quello che non la sorreggeva.
‘No’, dissi mentendo.
Le pagarono il biglietto per lei. Io entrai subito dopo. La stavano tenendo in piedi, perché non era in grado di camminare da sola senza perdere l’equilibrio da sola.
‘Vuoi bere qualcosa?’
‘Oh certo ragazzi, fatemi bere ho la gola secca, eheh.. hic.’
Le accarezzai il culo da dietro, e mi vennero le lacrime agli occhi.
Era incurante, dimentica di me. E doveva essere la nostra festa in discoteca, non di quei ragazzi lì.
Ma decisi di lasciar perdere al momento.
Le ordinarono un cocktail, che lei cominciò a bere subito con gusto.
Ballava e barcollava addosso ai due ragazzi che la toccavano dappertutto.
Io stavo lì e guardavo, senza intervenire.
Mia mamma neppure mi cercava del resto, non sapevo se si fosse dimenticata di me.
Finì il suo cocktail e poi chiese se potevano portarla a ballare, era davvero molto instabile sulle gambe e mi chiesi se le riuscisse di fare due passi sulla pista.
Allora fermai il ragazzo che la stava portando sulla pista.
‘Mamma, questo ballo lo voglio fare io con te.’
‘Vaffanculo Francesco, hic.’
Fu come se mi avesse dato uno schiaffo in pieno viso.
‘Levati amico, la signora vuole ballare con noi.’
Mi levai, non volevo fare una scenata in discoteca. Ma mi ripromisi di fargliela pagare cara.
Ballarono avvinghiati, anzi la tennero in piedi e la limonarono a turno.
Poi tornarono e mia mamma chiese un altro cocktail che i due prontamente le pagarono l’ordinazione.
Io guardavo da qualche metro. Mia mamma non mi cercava minimamente.
Era completamente fradicia, giudicai dall’aspetto.
Ad un certo punto vomitò addosso ad uno dei due ragazzi, ed allora io cominciai a ridere davvero, ben gli stava, giudicai.
Mi avvicinai, la chiamai e la sorressi.
‘Francesco, amore, oh tesoro scusami tanto”
La baciai in bocca, sapeva di vomito ma era eccitante, adoravo anche il vomito di mia mamma così ubriaca.
Si liberò in fretta del mio abbraccio e vomitò per terra. Fui felice che anche così ridotta non mi vomitasse addosso come aveva fatto con il ragazzo di prima.
‘Ti amo tanto, mamma.’
‘Oh tesoro, portami a letto, voglio farmi perdonare per quello che ti ho fatto, hic.’
La abbracciai ancora, le sorressi il viso e le baciai le labbra e la bocca ancora sporche del suo vomito. Rispose ai baci infilandomi la lingua in bocca.
I due ragazzi intanto si erano allontanati, visto il mal partito.
La mia mamma era mia, di nuovo mia e soltanto mia.
‘Mi hai fatto quasi piangere prima, mamma.’
‘Oh amore’, le vennero le lacrime agli occhi, la adorai per come si sentiva in colpa.
‘Vieni mamma, ti porto a casa, chiamo subito un taxi non sei in grado di guidare ed io non posso.’
‘Tua mamma è tanto ubriaca, amore mio, e vuole fare l’amore con te.’
Il cazzo si eresse dentro i pantaloni, in tutta la sua lunghezza.
Il taxi arrivò prontamente, misi mia mamma dentro, e poi la abbracciai, lei posò il viso sul mio e poi scese a mettermi la testa tra le gambe.
La rialzai e mi baciò in bocca.
Sapeva ancora un po’ di vomito, ma era eccitante.
Arrivammo a casa e pagai la corsa all’autista.
La aiutai ad entrare. Il taxista non disse nulla, mi chiesi quante storie devono vedere nella loro vita.
La posai sul letto e lei si lasciò cadere.
Andai in cucina e presi della vodka.
Le portai la bottiglia, quando la vide mi baciò teneramente.
‘Scusami ancora amore, ero davvero troppo ubriaca.’
‘Ti va di bere solo per me, e poi fare l’amore?’
‘Sì amore, hic”, e mi aprì la bocca, così le infilai la canna della bottiglia e lei cominciò a deglutire la vodka liscia che le entrava dentro.
La feci bere a lungo, le tolsi la bottiglia quando pensai che fosse di nuovo completamente ubriaca.
Rise e cercò la mia bocca, ridendo in modo ebete.
Le levai la gonna corta e le mutandine, la adagiai sul letto supina e in un attimo mi tolsi pantaloni e boxer.
Le fui subito sopra, tastandole i seni e tempestandola di baci.
Rispose in modo passionale, piena di alcol mi aprì le gambe.
‘Hic, amore mio scopa tua mamma, ti voglio eheh.’
Cominciai a stantuffarle il cazzo nella vagina, mentre la limonavo.
Lei rispondeva meccanicamente, con voluttà, non molto conscia di cosa stava accadendo. Presi una bottiglia di vino rosso dal frigo e la aprii, indi cominciai a versargliela in bocca, la beveva voluttuosamente, e poi mi fermavo per baciarle la bocca mentre lei si dimenava e si toccava da sola la vagina fradicia.
‘Hic, facciamo l’amore?’
‘Lo stiamo facendo mamma’, le risposi cercando di farla tornare un attimo in sé, ma non con tanta energia.
Cercò con la mano il mio cazzo, io la guidai nell’impresa e poi cominciò a cercare di scendere con la testa per farmi un pompino.
Era completamente ubriaca, sicuramente non in grado di capire quel che faceva con il suo adorato bambino.
Le venni in bocca al massimo del mio desiderio, facendola una doccia di sperma che le riempì la faccia.
Poi cominciai a baciarla sulla bocca ancora sporca della mia sborrata quando lei sembrò addormentarsi in stato catatonico tra le mie braccia.
E’ davvero bello avere una mamma che si ubriaca così facilmente.
Era mattina e stavo preparandomi un toast con il ketchup. La mia mamma ubriachissima stava smaltendo la sbornia nel letto matrimoniale.
Era stata davvero una grande vittoria far riprendere mia mamma a bere, e da allora non mi aveva lesinato niente. Mi domandai se fosse in grado di ricordare qualcosa.
Verso le dieci di mattina andai e cominciai a baciarla sulle labbra per vedere se si svegliava.
Cominciò a rispondere ai miei baci ed aprì gli occhi.
‘Il mio cucciolo”
‘Ciao mamma, come stai?’
‘Meglio, ho bevuto davvero troppo ieri sera in discoteca.’
‘Mi piaci molto.’
‘Anche tu bambino mio, ti amo tanto.’
‘Mamma, devo domandarti una cosa.’
‘Dimmi, Francesco mio.’
‘Ti ricordi qualcosa?’
Mi guardò e mi sorrise con la dolcezza di una mamma.
‘Sì amore, ricordo tante cose.’
‘E ti dispiace?’
‘No Francesco, sei il mio amore ed ho desiderato fare ogni cosa che mi hai portato a fare, lo desideravo anch’io, ti amo.’
‘Ti amo tanto mamma.’
Mi baciò sulla bocca, era sobria ma cominciò a limonare con me e la sentivo fremere di passione e di voglia.
‘Avevo tanto paura che ti arrabbiassi molto.’
‘Il vino e gli alcolici mi hanno permesso di lasciarmi andare, poi è stato tutto molto naturale, ed anche molto bello.’
Cominciai a sbottonarle la maglietta del pigiama.
Mia mamma rise.
‘Bambino mio, ma sei proprio assatanato.’
‘Mi piaci tanto, mi piacciono i tuoi seni’, e cominciai a succhiarle il capezzolo.
‘Ti amo Francesco.’
Mi venne duro a sentirmelo dire da mia mamma così sensualmente.
‘Ubriacati per me mamma, anche se è mattina.’
‘Amore mio, ma perché mi vuoi sempre ubriaca?’ mi guardò con tenerezza.
Arrossii completamente e la guardai.
‘Era il mio desiderio più grande, vorrei averti sempre ubriaca mamma. Mi fa impazzire di felicità e il mio cazzo è molto più duro quando ti vedo completamente piena di alcol.’
‘Non è normale Francesco mio, ma ti amo e farò tutto quello che desideri.’
‘Desidero che tu sia sempre bevuta mamma.’
Mi trasse a sé e mi baciò sulla bocca.
‘Ogni desiderio del mio bambino è un ordine per me. Su avanti, portami una bottiglia di vino che scolerò per te amore, subito.’
‘Wow, ti amo tanto mamma.’
‘Ed io amo te.’
Andai a prendere una bottiglia di vino che faceva quattordici gradi. La stappai e gliela versai sul bicchiere.
‘Cin’ fece mia mamma, e bevve il liquido rosso.
Gliene versai subito un altro.
Lo bevve subito tutto, si leccò le labbra. Cercai la sua bocca e mi rispose al bacio con trasporto.
‘Ma cosa provi a farmi ubriacare, Francesco?’
‘Tanta felicità mamma, è il mio sogno ed era segreto finché non te l’ho rivelato.’
‘Sei il primo uomo a volermi sempre ubriaca, di solito ero un disagio per gli uomini che mi volevano. A letto non c’erano problemi, ma poi come vita sociale si vergognavano.’
‘Io invece ti porterei ubriaca apposta, per far vedere che sei mia e quanto sei bella.’
Le versai ancora, e lei subito beveva tutto.
Sentivo che cominciava ad essere brilla.
‘Ti amo Francesco, berrò per te e mi lancerò come mai mi sono lanciata prima.’
‘Voglio averti tanto ubriaca mamma.’
‘Sì bambino mio, versami da bere, questo vino è buonissimo.’
Le feci scolare in breve tempo tutta la bottiglia. Mi sorrideva gaia e rispondeva ai miei baci con la lingua.
Ruttò appena.
‘Bambino mio, sto cominciando a sentirmi molto euforica.’
‘Prendo un’altra bottiglia.’
‘Sì amore, fammi ubriacare tanto. Ti amo.’
‘Anch’io ti amo mamma.’
Portai un’altra bottiglia con la stessa gradazione.
Cominciai a versarle nel bicchiere e lei a bere.
Le palpeggiai la tetta, lei si liberò entrambi i seni e li porse belli tondi e sodi alla mia bocca.
Continuavo a versarle il vino che lei trangugiava con avidità.
‘Hic, Francesco mio sto partendo, vieni qui che ti bacio.’
La abbracciai, la baciai e le infilai la lingua in bocca. Le mostrai il mio cazzo duro.
‘Amore, dimmi perché ti piaccio tanto ubriaca?’
‘Voglio averti sempre ubriaca, ti adoro perché sei così, perché ti piace bere tanto, perché sei la dea di Bacco, una baccante adorabile. Voglio vederti i seni pieni di vino anziché di latte, e succhiare il vino te stessa dai capezzoli, ubriacandoti ancora di più.’
‘Hic, amore mio versami da bere, magari davvero farò latte e vino nelle mie tette oggi.’
A metà della seconda bottiglia cominciò a farmi un pompino fantastico, le venni in bocca e lei ingoiò tutto con grande perizia.
Le guardai i seni così pieni e meravigliosamente sodi. Era una mamma nel fiore degli anni, trentasei anni e diciotto il suo cucciolo, guarda caso proprio io.
Eravamo una famiglia stupenda.
Le versai ancora da bere e lei finì la seconda bottiglia dandomi baci caldi sulla bocca e tenendomi abbracciato e coccolandomi con il suo corpo invitante.
‘Perfido amore mio, hai fatto ubriacare di vino la tua mamma di mattina.’
‘Baciami mamma.’
‘Sì amore’, mi coccolò e mi baciò sulla bocca, ruttò appena e poi mi massaggiò il petto. Mi guardò con i suoi occhi molto lucidi, era evidentemente ubriaca e mi faceva eccitare da diventare pazzo.
‘Vestiti mamma, ti porto a fare spese al centro commerciale.’
‘Francesco, ma sono ubriaca’, e rise, segno che la cosa le faceva piacere, anche dall’idea.
‘Ti porterò anche a bere pure lì mamma.’
‘Hic, va bene amore. Lascia che la tua mamma un po’ ubriaca si vesta.’
L’aiutai a vestirsi e barcollava anche se non tantissimo.
Mi piaceva aiutarla a vestirsi, e del mio aiuto aveva anche bisogno, visto le condizioni in cui stava per colpa mia, mi piaceva farle provare vari vestiti come se fosse la mia bambola in carne ed ossa, ed era anche la mia mamma.
‘Qualche altro goccio per la tua mamma assetata, mentre l’aiuti a prepararsi?’
‘Poi devi guidare.’
‘Oh amore è vero, se bevo ancora andremo sicuramente a sbattere.’
E mi baciò sulla bocca.
In qualche modo riuscì anche a farsi un bel trucco. Anche se forse un po’ troppo vistoso, ma era normale dacché era abbastanza brilla.
‘Non accelerare troppo mamma.’
‘Sì amore mio’ e mi schioccò un bacio molto caldo.
Andava un po’ troppo a zigzag ma tutto sommato giudicai che poteva reggere fino al centro commerciale. Erano davvero pochi chilometri e di mattina forse non ci stavano i carabinieri con l’etilometro.
Vide un semaforo all’ultimo momento e rischiammo di finire fuori strada in due curve, ma tutto sommato guidò davvero bene nelle condizioni in cui era.
‘La tua mamma merita un bacio?’ mi disse arrivati al parcheggio.
‘Sì mamma, anche più di uno.’
‘Hic, il mio bambino!’
Ci abbracciammo forte e le baciai la bocca a lungo, accarezzandola.
Scesi dalla macchina si abbracciò a me per camminare, perché faceva fatica. Il suo stato di ubriachezza era del tutto evidente.
Alcune persone sorridevano vedendola così.
‘Mamma, prima ti porto a farti qualche bicchiere di liquore, la mia mamma ha bisogno di bere un po’ di alcol.’
‘Ehehe, sì amore mio, ho bisogno di alcol.’ E mi baciò con passione stando sempre abbracciata a me per non cadere.
‘Poi andremo a provare assieme dell’intimo nuovo.’
‘Oh il mio bambino adorato, sì la cosa mi intriga hic.’
Arrivammo al bar ed ordinai un cocktail con molto bacardi rum per la mia mamma.
‘Non è un po’ presto per bere signora?’ disse il barista che evidentemente non si faceva i cazzi propri.
‘E’ per far felice il mio bambino’, disse mia mamma facendomi arrossire tutto.
‘E’ suo figlio?’ chiese sbalordito il barista.
Poi le mise l’ordinazione sul tavolo. Mia mamma bevve subito tutto.
‘Un’altra razione, con dose di bacardi più abbondante grazie’, dissi all’inserviente con decisione facendo sfoggio di tutta l’autorità di un cliente.
Stavolta il barista non fece commenti.
Mia mamma bevve e mi baciò sulla guancia, era ancora più ubriaca di quello che mi aspettassi perché mi propose un pompino dove ci trovavamo.
Dopo mamma, le dissi, e le feci avere un nuovo giro di bacardi con coca-cola.
Il barista ci guardava, incuriosito e un po’ sbalordito.
Sicuramente aveva visto che era una mamma molto affettuosa, mi stava attaccata anche perché col crescere della sua ubriachezza rischiava sempre più di cadere, e poi perché era eccitata da tutto il vino bevuto anche prima.
Giudicai che per il momento aveva bevuto abbastanza se non volevo portarla di peso.
Le dissi in un orecchio di andare a provare l’intimo.
Lei rise, ruttò piano e mi baciò in bocca con trasporto, dimentica di tutto il resto.
‘Hic, amore mio mi sa che sto dando spettacolo’, disse ridendomi in faccia, abbastanza ubriaca devo dire.
‘No mamma, sei bellissima e tutti guardano quanto sei bella.’
‘Ho paura che invece, hic, guardano quanto sono ubriaca. Andiamo a fare spese amore mio.’
E mi baciò ancora.
Adesso era evidentemente ubriaca fradicia, rideva e stava addosso a me, visto che le gambe non la sostenevano molto.
Entrammo nel negozio di intimo e la commessa trattenne a stento il riso che le prorompeva vedendo le condizioni di mia mamma, anche se poteva benissimo sembrare la mia fidanzata dalla sua giovane età e dal modo che aveva di starmi addosso e strusciarsi a me.
Prendemmo un reggiseno e delle mutandine nere con pizzo, e poi anche un paio rosa.
L’aiutai ad entrare nel camerino, era davvero ubriaca e quasi non si reggeva in piedi. Cominciai a toglierle i vestiti e lei mi baciava il collo e rideva un po’ sguaiata.
‘Francesco mio, ho voglia di te hic. Lo sai che sono molto ubriaca?’
‘Lo so mamma, prova questo reggiseno nero, non è fantastico?’
‘Sì amore, aiutami ad indossarlo, hic.’
Le stava a puntino, evidenziando le sue grandi tette.
‘Ti piacciono?’
‘Sì mamma, esaltano i tuoi seni.’
‘Amore mio’, e mi baciò sulla bocca sempre molto instabile sulle gambe.
Le tolsi le mutandine ed allora lei cominciò a massaggiarmi il cazzo. Lo feci uscire dai pantaloni e a quel punto lo avvicinai alla sua passera. Era già fradicia come la sua padrona.
Entrò dentro di lei e la sentii gemere.
La commessa doveva aver capito che cosa stavamo facendo dentro il camerino, cominciai a scopare mia mamma e lei sembrava provarci grande gusto.
Era ubriaca e desiderosa del cazzo del suo bambino.
Mi baciava la bocca mentre la scopavo, ed adoravo sentire il suo sapore così buono di alcol e di un profumo così naturale e fresco. Era bellissima, era molto ubriaca ed era la mia mamma.
Tutto il mio seme proruppe nella sua vagina accogliente, e all’apice dell’orgasmo mia mamma urlò e rise scomposta e gaia mordicchiandomi l’orecchio, massaggiandosi le tette e cercandomi, volendomi con tutta la sua voglia eccitata ed incrementata dal vino e dal bacardi.

Sono molto graditi commenti, opinioni e racconto di esperienze alla mia e-mail sbronza82@yahoo.it. Sono appassionata di incesto in condizioni di ubriachezza, sarei curiosa di vedere se c’è qualcuno che può raccontarmi un’esperienza realmente vissuta. Baci.

Le massaggiavo i seni e lei rispondeva baciandomi in bocca, mia mamma era ubriaca e prendeva il mio cazzo ancora duro nella sua vagina piena del seme che avevo sparso in lei, estrassi il mio pene con delicatezza e le massaggiai la passera mentre lei mi succhiava il lobo dell’orecchio e mi leccava.
‘Il mio bambino, hic, hai la mamma fradicia.’
‘Ti amo mamma, aspetta che ti pulisco.’
Presi dei fazzolettini di carta e le pulii la vagina, poi scesi a leccarle il clitoride e la sentii gemere di goduria.
Poi l’aiutai ad infilarsi gli slip e la guardai bella in piedi, mentre barcollava e mi sorrideva con lo sguardo ebete da sbronza.
‘Ti piace questo completo intimo?’
‘E’ davvero sexy amore, fammi provare l’altro, hic.’
L’aiutai a togliersi gli slip ed il reggiseno neri in pizzo e poi provò quelli rosa, le massaggiai i seni e la passera durante l’operazione e lei mi baciò in bocca.
‘Prendo questi amore, hic, sono così carini.’
‘Sì mamma, ti stanno che è una favola.’
Levai l’etichetta e le dissi di tenerli addosso. Resi il paio neri alla commessa dopo che fummo usciti dal camerino.
Mia mamma camminava a fatica e rideva, le diede la carta di credito e poi firmò la ricevuta.
‘Non è meraviglioso il mio bambino? Hic!’ disse rivolta alla commessa mia mamma.
‘E’ suo figlio, signora?’
‘Sì’, disse mia mamma, e mi diede un lungo bacio sulla bocca con la lingua. Rise di gusto.
‘Vi volete proprio bene, deve essere bello essere così uniti.’
‘Sì, mia mamma è speciale.’
Mamma mi strusciò addosso e a quel punto uscimmo dal negozio di intimo.
‘Francesco, portami a bere amore.’
‘Mamma, non hai bevuto abbastanza?’
‘Non vuoi sempre ubriaca la tua mammina?’
‘Sì mamma, ti adoro quando fai così.’
‘Oh’ il mio cucciolo, hic’ e mi baciò limonandomi a lungo e toccandomi il sedere.
La portai in birreria stavolta. La feci sedere ad un tavolo ed ordinai una pinta di birra ad alta gradazione.
Mi sedetti vicino e la coccolavo mentre tracannava la birra bionda ad alta gradazione.
‘Ti amo mamma’, le dissi mentre finiva la pinta di birra.
‘Anch’io Francesco mio, sono tanto ubriaca sai?’
‘Si vede mamma, sei molto bella.’
Spostò la spallina e liberò il seno dal nuovo reggiseno rosa appena comprato. Scesi a leccarle il capezzolo turgido.
‘Sono di nuovo alcolizzata, ormai.’
‘Lo eri mamma?’
‘Sì amore, ero schiava dell’alcol, come adesso sto tornando ad essere, hic.’
Ordinai una nuova birra come la precedente.
‘Bevi per me mamma’, la incitai.
‘Sì, ti amo Francesco, hic!’
Cominciò a bere la nuova birra mentre io le accarezzavo la tetta fuori.
Si appoggiò a me e mi baciò in bocca con trasporto.
‘Sono una buona mamma? Hic!’
‘Sì mamma, sei stupenda per me.’
‘Non lo so amore, non so se ubriacarmi e fare queste cose con te sia la cosa giusta.’
‘Sei la mia unica e adorata mamma, io ti amo.’
‘Ed io te, hic, ma amore mio non so se è giusto, e sono troppo ubriaca per capirlo.’
Prese il bicchiere e bevve dei grossi sorsi.
Ruttò e mi baciò la bocca.
‘Fanculo i miei sensi di colpa, hic’, disse ruttandomi in faccia, ‘ti amo e mi ubriaco per te.’
‘Mamma, sei bellissima quando sei ubriaca. Ti amo così come sei, devi capirlo.’
‘Sono molto ubriaca.’
Finì il bicchiere e lo posò sulla tavola.
Liberò anche l’altra tetta e me le offrì, cominciai a leccargliele lì sulla tavola.
Le rimisi a posto i seni sotto il reggiseno e dentro il vestito scollato.
Ordinai una nuova birra bionda ad alta gradazione.
Era la terza media che prendevo per mia mamma che era pure già ubriaca prima.
Quando arrivò la birra, rise sguaiata segno che era già partita.
Mi baciò in bocca e poi cominciò a bere la birra. I suoi baci con le labbra umide di birra erano ancora più sensuali.
‘Francesco mio, hic, sono davvero fuori eheh.’
‘Vuoi fare l’amore mamma?’
‘Sì, qui davanti a tutti, hic’, e rise davvero colma fino al suo limite.
La aiutai a finire la birra e rimanere seduta senza cadere.
La presi quasi in braccio per farla alzare. Rideva e partiva per ogni direzione tranne quella giusta.
Pagai le tre birre e mi diressi con lei verso l’hotel a ore che c’era nel centro commerciale.
Non poteva certo guidare in queste condizioni.
La misi dentro l’ascensore a fatica mentre mi inondava di caldi baci e di ubriaca voluttà.
Il mio cazzo voleva prenderla già subito, e lei era talmente piena di alcol che avrebbe davvero fatto sesso con me davanti a tutta la gente in piazza, volendo tentare.
La poggiai sul muro con una mano, tenendola, per aprire la porta della camera. La infilai dentro e finalmente chiusi la porta della nostra improvvisata alcova alle mie spalle.
La presi in braccio e la portai sul letto.
Rideva mentre la spogliavo tutta, e poi mi spogliai veloce.
Un paio di baci sulla vagina, già abbondantemente bagnata, e poi le misi il cazzo dentro la vagina.
‘Sì Francesco mio’, mi dice con voce impastata e languida, ‘scopa tua mamma, falla sentire donna hic.’
‘Sì mamma, ti amo.’
‘Ti amo, hic!’
La scopai lì sul letto dell’albergo ad ore, la feci gridare di piacere, le entrai dentro e limonai a lungo con lei che sembrava non averne mai abbastanza, venni due volte consecutive e poi ci abbracciammo teneramente, lei rideva e smaltiva la sua grande sbornia riservandomi coccole audaci e palpeggiamenti sul mio corpo i più spinti.
Si addormentò abbracciata a me, incapace di capire dove si trovasse o il cazzo di chi avesse dentro la fica bagnata.
La adagiai sulla doccia e le feci assaggiare il getto dell’acqua fredda, facendola un po’ rientrare in sé, anche se rimaneva certamente ubriaca per l’alcol ingerito.
‘Non voglio che ti addormenti, mamma.’
‘Amore mio, hic’, e mi baciò sulla bocca sensualmente.
‘Ti voglio ubriaca, ma non che ti addormenti mentre io ho voglia che mi lecchi il cazzo.’
‘Amore’, e mi baciò a lungo sulla bocca, ‘perdona la tua mamma.’
Rise ancora evidentemente ubriaca e scese a farmi una spagnola con i suoi grossi seni.
‘Sei ancora ubriaca?’
‘Sì amore, ho una sbornia addosso che non ti dico.’
‘Dimmi mamma, ti voglio addosso, voglio che mi racconti tutto quello che provi. Voglio essere dentro te in tanti modi.’
‘Hic, amore mio sono davvero sbronza, tre birre dopo tutto quell’altro alcol, non sono certo roba da poco.’
‘Ti voglio sempre ubriaca mamma.’
‘Portami qualcosa di alcolico amore, voglio essere sempre ubriaca come tu mi vuoi.’
Le portai la vodka presa dal frigo.
Cominciò a bere a canna, quando sembrò smettere dopo lunghi sorsi io le dissi di continuare e lei ricominciò a bere fino a che non la staccai io dalla bottiglia.
Mi rise addosso, e poi si avvinghiò a me e ruttò, quindi mi baciò in bocca a lungo.
‘Ora mamma sei ubriaca come ti desidero.’
‘Hic, amore sei un demonio. Ho generato Bacco, non un bambino qualunque.’
‘E tu sei la prima baccante.’
‘Sento che potrei vomitare, amore mio.’
‘Vomitami addosso mamma, vomitami mentre mi baci, desidero ricevere tutti i tuoi umori.’
‘Hic, guarda che sono troppo ubriaca, io” e mi vomitò veramente addosso tutto l’alcol che aveva ingerito, quello che non aveva ancora metabolizzato almeno.
Rise.
‘Scopiamo così mamma.’
‘Sono pienissima Francesco mio, hic’ e poi mi offrì con le gambe aperte e sporche di vomito la sua vagina.
La presi in braccio e la portai sotto la doccia, questa volta una doccia calda e la insaponai, lei rispose baciandomi in bocca, ruttando e ridendo così ubriaca da farmi eccitare e le feci una doccia di sborra anche sotto la doccia stessa.
La feci bere altra vodka appena usciti dalla doccia, la posai sul letto e poi le misi il cazzo duro nel buchetto del culo.
La presi anche così mentre lei tracannava il resto della vodka con le residue forze che aveva addosso, alla fine rideva con la bottiglia ormai vuota che teneva tra i seni scaldandola con le sue grosse poppe.
‘Mamma, ti amo.’
‘Amore mio, hic, sono completamente fatta. Vieni qui”
La baciai e limonai con lei sul letto. Era davvero appena in grado di capire chi ero e dove ci trovavamo, ed era il grado di ubriachezza in cui prediligevo versasse mia mamma, così bella ed attraente, soli trentasei anni ed un ragazzo di appena diciotto che le faceva esplorare tutti i gradi della ubriachezza senza freni e dell’incesto più selvaggio.

Mia mamma era davvero ubriaca fradicia, con tutto l’alcol in corpo dormiva beata mentre io mi massaggiavo il cazzo sopra di lei con le sue grosse tette.
Dormiva completamente dimentica di tutto, ed io le venni sui seni con grande goduria personale.
Le misi il cazzo in bocca, e lei ad un certo punto aprì le sue dolci labbra ed io le feci assaggiare il mio cazzo mentre dormiva quasi obnubilata dai fumi dell’alcol.
Ci svegliammo tardi il giorno dopo.
‘Bambino mio, mi hai fatto ubriacare.’
‘Sì mamma, ti adoro.’
‘Oh, il mio bambino’, e mi baciò la bocca.
Le massaggiai una tetta.
‘Amore, mi sono troppo ubriacata ieri. Che cosa abbiamo fatto?’
‘Ti ho scopata in tanti modi diversi mamma, e ti ho presa anche mentre dormivi.’
‘Sei tremendo, ti amo Francesco.’
Ci vestimmo e ci preparammo ad uscire.
Tutto l’alcol era stato bevuto il giorno prima da mia mamma, e c’era un cimitero di bottiglie vuote.
‘Nemmeno una goccia di vino è rimasta’, disse mia mamma con fare dispiaciuto.
‘Devi guidare fino a casa mammina.’
‘Sì amore mio, ho voglia di ubriacarmi di nuovo.’
‘Anche di mattina?’
‘Sempre piccolo mio, sono di nuovo una troia alcolizzata.’
Sentendo mia mamma parlare così mi venne duro, di marmo.
‘Mi piace da matti vederti ubriaca, mamma.’
‘Berrò tanto fino a scoppiare, amore della tua mamma’, e mi baciò in bocca con la lingua.
Andai al bar, non resistevo più, ed ordinai una bottiglia di champagne.
La portai in camera.
‘Oh, sei un vero amore. Champagne di mattina” e rise di gusto.
‘Scola questa bottiglia mamma, poi sarà più divertente guidare.’
‘Versamelo su una coppa amore mio, il champagne va bevuto così.’
Stappai la bottiglia e versai una coppa alla mia mammina.
Mi baciò e tracannò lo champagne.
‘Oh amore, dai versa ancora.’
Le versai un’altra dose, mi sorrise.
Bevve tutto in un sorso.
Dopo due altre coppe svuotate rise di gusto e mi limonò avvinghiata a me.
‘Bambino mio, lo champagne mi sta facendo effetto.’
‘Bevi mamma, sei così bella quando bevi.’
‘Sì amore, versami dell’altro champagne, sono già mezza ubriaca.’
Tra baci passionali e bicchieri bevuti, mia mamma arrivò alla fine della bottiglia.
Rideva mezza ubriaca ed io le dissi che ora era pronta per guidare.
Era leggermente instabile sulle gambe e decisamente molto brilla.
‘Amore mio, hic.’
‘Sei sempre più bella mamma.’
‘Andiamo?’
‘Sì mamma, prendiamo la macchina voglio scoparti e farti ubriacare a casa nostra, in tutta intimità.’
Si avvinghiò a me e mi offrì i suoi seni generosi.
Leccai i suoi capezzoli turgidi, sentii il suo respiro affannato.
Durante il tragitto rideva e barcollava visibilmente.
‘Amore, mi fai sempre bere prima di guidare, hic.’
‘E’ più eccitante vederti guidare ubriaca, mamma.’
Si protese verso me e limonammo in macchina prima che lei si decidesse a partire.
Quindi accese la macchina, rise e ci incamminammo.
Sbandava leggermente ed io le massaggiai la vagina in mezzo alle gambe.
‘Francesco, smettila, sono pure ubriaca.’
Ma in realtà non voleva che la smettessi, a mia mamma piaceva che la toccassi lì in mezzo alle gambe, mentre guidava.
La sentivo bagnarsi in maniera incredibile.
Una pattuglia di polizia davanti a noi.
Cazzo.
Mia mamma era evidentemente ubriaca e guidava continuando a sbandare lievemente.
Il poliziotto alzò la paletta, mia mamma frenò bruscamente, ruttò e imprecò con una bestemmia, quindi cercò di accostare il più sobriamente possibile.
‘Buongiorno signora, può scendere dalla macchina?’
‘Eheheh, sono leggermente instabile sulle gambe.’
‘Ha bevuto?’
‘Sì, eheh.’
‘Scenda per favore.’
‘Va bene’, disse mia mamma, controvoglia.
Scesi anche io.
Mia mamma si rilassò e si posò sul fianco della macchina, probabilmente per non cadere per terra.
Andarono a prendere l’etilometro, mentre mia mamma si abbracciò a me.
‘Soffi qui dentro signora?’
‘Eheh, va bene agente, speriamo che non si ecciti troppo.’
I due agenti della polizia si guardarono con un sorrisetto.
L’etilometro segnò che mia mamma aveva superato di gran lunga la soglia.
‘Dobbiamo sequestrarle la patente, signora, lei non è in condizioni di guidare.’
‘Guidare forse no, hic, ma di fare altre cose sono in perfette condizioni, eheheh.’
E quindi si abbracciò con l’agente e gli diede un lungo bacio in bocca.
Non penso che una femmina bella e ubriaca fosse tanto un disagio per il poliziotto.
‘Le è piaciuto? Hic.’
‘Mamma, dai lo sai che mi rendi geloso.’
‘Amore mio, tu sei il mio angelo non dimenticarlo, eheh sono soltanto un po’ ubriaca.’
Il poliziotto era diventato tutto rosso.
‘Vi chiameremo un taxi se volete.’
‘Sì grazie’, dissi all’agente, e quindi sostammo sul ciglio della strada aspettando un taxi.
La macchina l’avremmo presa dopo, quando mia mamma sarebbe stata di nuovo in grado di guidare.
Arrivammo a casa, accompagnai mia mamma dentro ancora sotto i fumi dell’alcol. Avevo una gran voglia di scoparmela dopo l’avventura con la polizia.
Aprì una bottiglia di vino da sola e si versò una dose generosa, che scolò in un fiato.
Mi sorrise leggermente barcollante, con lo sguardo offuscato e le gote in fiamme.
Si versò un altro bicchiere colmo.
Le cinsi il fianco e le accarezzai appena i seni del vestito scollato.
‘Amore mio’, mi baciò in bocca.
Scolò il bicchiere e poi mi rise in faccia.
‘Bambino mio, sono ubriaca.’
Le versai un altro bicchiere di vino.
‘Eheheh, hic, la sai proprio far felice la tua mamma Francesco.’
‘Sei bellissima.’
‘Ed ubriaca. Vieni che ti bacio.’
Dopo qualche bicchiere era abbastanza fuori da cominciare a bere a canna il vino dalla bottiglia e questo mi eccitò ancor più.
Le gambe la sostenevano a fatica, ed allora sembrava impegnata in una strana danza dove continuava a trovare e perdere l’equilibrio.
Limonai con lei, deliziandomi del suo alito vinoso e fresco.
La stavo spogliando mentre lei rideva e faceva questa strana danza strusciandomisi addosso.
‘Voglio il tuo cazzo’, mi disse mia mamma con voce eccitata e biascicante, e si mise per terra ad aprirmi con fatica la cintura.
L’aiutai e cominciò a farmi un dolce pompino.
‘Sei la mamma più bella e sexy del mondo.’
‘Anche la più ubriaca, hic, amore mio sei felice?’
Le venni in bocca e lei bevve tutto il mio seme e mi baciò il cazzo e poi ci bevve dietro il vino dalla bottiglia.
La baciai sulla bocca e lei rispose con ardore alle mie carezze, rideva e mi diceva che ero il suo bambino e che era la mamma più ubriaca e più felice per il suo bimbo.

Mia mamma rideva e ruttava in maniera sconcia, dall’alto della sua ubriachezza.
L’avevo fatta bere per tutto il giorno ed era in condizioni etiliche sconvolgenti. Le massaggiai le tette e poi le feci succhiare il cazzo, lei rideva, mi spompinava il cazzo e mi chiedeva dell’altro vino.
Andai a prendere un’altra bottiglia piena di vino e poi l’aiutai ad alzarsi un poco dal letto per bere a canna.
Era davvero ubriaca fradicia ma aveva voglia di bere ancora.
L’aiutai a bere e le massaggiai i seni all’aria.
‘Sono molto ubriaca amore, hic!’
‘Ti amo mamma.’
‘Bambino mio” e mi schioccò dei baci caldi con la sua bocca carnosa.
‘Mamma sei stupenda, ti adoro.’
‘Eheheh’hic, amore sono fuori di testa.’
L’aiutai a bere altro vino che ormai la rendeva sempre più incapace di intendere e volere.
‘Mamma, come ti senti?’
‘Hic!’
Le affondai il viso tra i suoi due seni così floridi e pieni, le mordicchiai i capezzoli sentendola gemere di piacere.
Cominciai a scopare mia mamma con foga, la sua vagina era fradicia come tutto il resto di lei.
Presi la bottiglia quasi vuota e la misi sul comodino, poi continuai a scopare con forza mia mamma perdutamente ubriaca.
Le venni dentro con tutto il cazzo inserito fino alle palle schizzandole nel suo utero accogliente.
La limonai con passione mentre faceva ruttini e rideva completamente instupidita da tutto il vino bevuto.
‘Mamma, è bellissimo scopare con te, sei così buona che mi viene da piangere.’
‘No amore, hic, non piangere eheh.’
Era veramente molto ubriaca.
La feci mettere seduta e le massaggiai le tette.
Lei cercava la mia bocca nel suo precario equilibrio e le sue tette mi dondolavano davanti e pericolosamente vicine al mio cazzo duro.
‘Vuoi bere ancora vino mamma?’
‘Amore, hic, ho bevuto un sacco oggi, dammi del vino che ho voglia di bere eheheh, sono fuori di brutto, hic”, e mi stampò un bacio in bocca.
La presi e la adagiai sopra il mio cazzo seduta sulle mie gambe, la impalai completamente e cominciai a massaggiarle le tette mentre lei si dondolava con l’intero cazzo nella sua figa fradicia, facendosi massaggiare i grossi seni e godendo come una vacca.
Si girò a regalarmi ruttini e baci mentre completamente ubriaca si faceva scopare in figa e massaggiarsi le sue straordinarie tette piene e con i capezzoli turgidi.
Le venni ancora tutto dentro.
Presi forza e mi alzai lasciando mia mamma completamente piena e appagata al bordo del letto.
Le diedi una bottiglia di vino e lei cominciò a bere a canna e a ringraziarmi con dei baci caldi in bocca.
‘Oh amore, mi hai scopata da dio, hic.’
‘Sei stata brava mamma.’
‘Amore mio, sono davvero molto ubriaca.’
‘Ti amo tanto mamma.’
‘Hic, amore sono tutta tua eheh.’
E bevve dalla nuova bottiglia di vino altri lunghi sorsi a canna, non riuscivo a capire come faceva a bere ancora, così piena di vino sembrava non avere un limite.
Cominciò a pisciare dove si trovava, sul letto e sul tappeto, ridendo.
Scesi col viso ad incontrare il getto di urina dalla sua fica. Poi cominciai a leccargliela mentre mia mamma continuava a bere altro vino.
Non l’avevo mai vista così ubriaca ed era bellissima.
Continuò a bere dalla bottiglia versandosi un po’ di vino anche sulle tette.
Mi misi a succhiarle le tette e con mia sorpresa cominciai a bere latte dal seno di mia mamma.
Lei rideva completamente fuori e mi donava il suo latte.
‘Mamma, che bello bevo il tuo latte.’
‘Amore, devo essere incinta di te, eheh, vieni qui che ti bacio.’
Le diedi dei baci caldi con la bocca ancora piena del suo latte, lei rideva e mi coccolava con la testa che oscillava nel suo sempre precario equilibrio.
Continuai a succhiare latte dai seni di mia mamma, mentre lei si ubriacava ancora di più col vino.
‘Hic, amore mio sono veramente piena.’
‘Sei davvero bella mamma.’
Le offrii il mio cazzo turgido e mia mamma cominciò a succhiarmelo riempiendolo della sua saliva.
Stava finendo la terza bottiglia di vino che avevo stappato per lei, ed era davvero ubriaca fradicia.
La coccolai mentre stava saporitamente ruttando e volando con la testa nei fumi dell’alcol.
Mi diede altri baci molto voluttuosi e limonammo uno nelle braccia dell’altra.
Le presi la bottiglia con solo meno della metà di vino ancora dentro e la posai sul comodino.
Cominciai a scoparmela nella sua figa accogliente un’altra volta mentre lei rideva e mi accoglieva tutto, le facevo uscire del latte strizzandole le tette piene e le leccavo per poi limonare con la lingua mia mamma e farle assaggiare il suo stesso latte.
‘Che bello che sei così ubriaca mamma.’
‘Eheh amore mio sono fradicia, hic, vieni che ti sbaciucchio amore mio.’
Era splendidamente ubriaca e la scopai con le palle tutte che sbatacchiavano sulla sua vagina in calore, le venni dentro ancora e mi lasciai andare a languidi baci, le sue labbra calde e voluttuose mi davano teneri e asfissianti bacini densi di alito vinoso e di ubriachezza piena e rotonda, la sentivo gemere in uno stadio più che avanzato di ebbrezza, le massaggiai le tette auliche mentre incredibilmente mi chiedeva ancora vino.
Mi rideva in faccia e sembrava veramente piena di vino fino ai capelli, la coccolai dolcemente e poi le feci assaggiare il mio cazzo, che lei prese in bocca come fosse un gelato e mi fece un dolcissimo pompino, mia mamma era davvero senza più freni inibitori. Le venni sulla faccia e sulle tette e poi ci scambiammo altri baci con la lingua.
‘Eheh, bambino mio hic, tua mamma è ubriaca fradicia.’
‘Mamma ti amo tanto.’
‘Scopami bambino mio, e fammi bere tanto altro vino.’
‘Sei già molto ubriaca, mamma.’
‘Eheheh, sì amore, hic, ma voglio sbronzarmi del tutto.’
Le diedi la bottiglia che aveva ancora del vino e lei cominciò a tracannarla.
Mi ruttò praticamente in bocca, e poi mi si avvinghiò danzando con la sua lingua nella mia.
Le leccavo le tette piene, e lei intanto si svuotava la bottiglia.
Presi la bottiglia vuota e la misi da parte, mentre mia mamma era quasi senza sentimenti sul letto con le gambe aperte.
Portai un’altra bottiglia di vino appena stappata nel letto e le dissi se voleva bere ancora.
Rise completamente inebetita e cercò la mia bocca.
Le portai la canna della bottiglia in bocca e gliene versai un po’ del vino, poi le baciai la bocca umida di gocce di vino e lei mi ruttò e cominciò a vomitarsi addosso sulle tette e sul corpo.
Io le diedi ancora la bottiglia appena ebbe finito di vomitarsi addosso e lei ebbe il coraggio di cominciare a tracannare altro vino.
Non riusciva nemmeno a parlare, sembrava un animale mia mamma. Le diedi altro vino e poi cominciai a cercare di metterle il cazzo nella figa. Era bagnatissima.
Cominciai a stantuffarle il cazzo durissimo nella sua vagina, e le leccai la bocca, ruttò e mi rispose con un bacio pieno di sensualità e giocammo con le nostre lingue.
Le baciai le tette e gliele succhiai ancora, mi piaceva bere il latte delle sue grosse tette, e poi le feci bere altro vino che tracannò senza nessuna moderazione.
‘Ti amo tanto mamma.’
Non mi rispose, rise ed io intanto le venni nella vagina con immenso godimento.
Ormai era partita del tutto, le feci bere altro vino che era l’unica cosa che desiderasse nelle sue condizioni, e poi le sbaciucchiai la bocca e lei rispose ridendo e insalivandomi la mia stessa bocca e limonammo in modo indecente, lei cercò ancora di prendermi la bottiglia ma era completamente fuori e allora l’aiutai a versarsi il vino in bocca, non aveva nessun ritegno.
Rise sguaiatamente mentre le massaggiavo le tette con il mio cazzo.
Posai la bottiglia a metà sul comodino e continuai a limonare mia mamma completamente piena e a leccarle i capezzoli turgidi, toccando col cazzo la superficie della sua figa e coccolandola, era davvero ubriaca e rispondeva alle mie sollecitazioni erotiche in maniera splendida, era la mia bambola vera ed era in mia completa mercé.
Mia mamma non capiva davvero più niente.
Era fuori di sé per il vino bevuto, io le succhiavo i capezzoli pieni di latte ed il mio cazzo cresceva a dismisura.
Le chiesi quanto si sentisse ubriaca ma non mi rispose, le accarezzai le tette e cominciai a baciarla sulla bocca cercando la sua lingua. Mi aprì la bocca e mi ruttò praticamente nella mia, iniziai a limonarle in bocca e poi le versai a canna altro vino, lei quasi non capiva nemmeno, ma quando vide il vino cominciò ad agitarsi fino a che non le versai il liquido nella bocca e lei continuò a bere completamente ubriaca.
Era veramente ubriaca e fuori di sé.
Cominciai a bagnare di vino il mio cazzo e lei cominciò a succhiarlo, leccandolo come un gelato e succhiandolo per prendere le gocce di vino che si depositavano sul mio membro turgido.
Finì per terra, incapace di reggersi seduta.
Mi avvicinai e le massaggiai il sedere e le tette.
Cominciai a stringerle forte le tette, per farla riavere, e le baciai la bocca cercando la lingua.
‘Ti amo mamma, sei così bella.’
‘Hic, amore mio’ ma quanto mi hai fatto bere? Eheheh”
Mi mise le braccia al collo, l’aiutai a tornare sul letto e poi cominciai a succhiarle le tette.
‘Hai tanto latte mamma, è così buono.’
‘Perché bevo tanto vino amore, hic, scopami bambino mio.’
Le succhiai ancora i capezzoli e poi scesi a mordicchiare la sua vagina.
Mi misi sopra di lei e cominciai a scoparla tenendo i suoi piedi sopra le mie spalle.
Il mio cazzo entrò tutto dentro di lei.
La scopavo con forza e voluttà, e mia mamma gridava di eccitazione e godimento.
Scesi ad assaporare i suoi baci ed il suo alito vinoso mentre la scopavo con grande energia, era bellissimo scopare mia mamma così perdutamente ubriaca.
Le venni dentro e poi ci abbandonammo a baci dolcissimi, era veramente ubriaca e tutta per me.
‘Voglio fare l’amore con te così per tutta la vita, mamma.’
‘Sì amore, sarò ubriaca tutto il tempo bambino mio.’
‘Sei così bella ora.’
‘Hic bambino mio, sono tutta ubriaca mi sento fuori ahahahah.’
‘Bello restare qui abbracciati mamma, riempimi di baci.’
‘Sono riempita di vino ed ora ti riempio di baci, hic.’
‘Sono il figlio più fortunato al mondo.’
‘Sono tutta ubriaca per te, hic, bambino mio.’
Mi riempiva di baci, aveva le gote in fiamme e rideva tutto il tempo. Le massaggiai le tette e lei non si divincolò ma accettò ogni mia voglia sottostando ad esse con voluttà e disponibilità assoluta.
‘Ti amo tantissimo mamma.’
‘Anch’io, hic, tanto tanto tanto amore per il mio bambino’hic.’
Mi stampò altri dolci baci, le venni dentro la sua vagina un’altra volta.
‘Vieni amore mio, sei tanto tanto bello hic.’
‘Vuoi dell’altro vino mamma?’
‘Eheh, sì amore, ubriacami ancora di più e poi non capirò più un cazzo.’
La baciai ancora a lungo sulla bocca.
Le passai la bottiglia ma lei non riusciva a vedere lucidamente la canna.
Gliela portai allora a fargliela sentire al tatto.
Mi stampò un lungo bacio sulla bocca per ringraziamento e cominciò a scolare il vino.
Le massaggiai nel contempo le tette piene.
‘Burp, amore sono fuori di me, hic, scopami tesorino bello eheh.’
Le presi la bottiglia ormai vuota che rischiava di cadere e la posai sul comodino.
Le massaggiai le tette e la baciai in bocca mentre lei rideva e sembrava non capire più quasi niente.
‘Quanto bellissimo vino hai fatto bere alla tua mammina, sono completamente ubriaca eheh.. hic!’
Ce l’avevo sempre duro a vedere mia mamma così ubriaca.
Mi faceva venire voglia solo il pensiero di lei, ed averla così ubriaca tutto il tempo mi trasformava in uno stallone da monta.
E mia mamma era la puledra da montare con tanto godimento personale.
Cominciai a leccare ogni centimetro della sua pelle.
Le leccai le tette in ogni punto mentre lei rideva e si lasciava andare istupidita dal vino tracannato.
La lasciai lì, mi alzai per andare a guardare fuori.
Mi misi dei pantaloncini corti e uscii a farmi una sigaretta.
Mia mamma era fuori combattimento buttata sul letto a gambe aperte.
Rientrai ed era ancora come l’avevo lasciata. Le diedi due ceffoni sulle guance senza tanti complimenti per farla riavere.
Mi gettò le braccia al collo e rise.
Entrai dentro di lei come un coltello nel burro.
Cominciai a stantuffarla. Le premetti i seni pieni di latte, mi lasciai zampillare il latte sul mio petto, strinsi le sue mammelle così candide piene di latte appena munto e la limonai mentre la scopavo con forza.
Mia mamma rise completamente ubriaca e mi prese tutto dentro di sé, godendo davvero come una porca.
Le feci sentire tutto il mio cazzo duro nella sua vagina, la riempii di baci e lei me ne diede in volume ancora maggiore, ubriaca e perdutamente innamorata del suo bambino.
Era stupendo sapere che era in quelle condizioni non per sua volontà, ma perché aveva obbedito al suo bambino ed alle sue depravazioni.
‘Mamma, sei mia e soltanto mia, sei ubriaca solo per me, prendi tutto il mio seme mamma.’
‘Sì amore, sono solo tua, hic, sono ubriaca e solo tua.’
‘Sarai sempre ubriaca e sempre più mia.’
‘Eheh, hic sono tanto ubriaca bambino mio, sempre di più per te pulcino mio, hic.’
Scesi a morderle le bianche tette piene di latte, le leccai tutte e due e poi salii a limonare mia mamma e danzare con la sua lingua.
Era ubriaca e mia.
‘Amore mio, hic.’
‘Mamma, dove vai?’
‘Prendimi in braccio amore, ho bisogno di vomitare.’
La portai di peso in bagno.
La posai per terra e lei tuffò la testa nel cesso del water e la sentii vomitarci dentro.
Io le leccai il culetto ed il sedere, e gli diedi dei bacini mentre lei vomitava nel cesso.
Si rialzò dopo un po’ con la bocca sporca di vomito.
Gliela leccai mentre lei rideva e mi chiedeva cosa facessi.
Era ancora davvero tanto ubriaca.
Le massaggiai le tette mentre rimaneva seduta per terra vicino al water.
Non riusciva ad alzarsi ed era comica.
‘Mamma, leccami il cazzo.’
‘Sì bambino mio, vieni qui che te lo lecco.’
Le portai un’altra bottiglia di vino, cominciò a berla a canna per terra in bagno ed io mi sedetti accanto a lei.
L’aiutavo a bere e le davo dolci baci in bocca durante le pause.
Era di nuovo fin troppo ubriaca e mi dava baci voluttuosi ridendo completamente inebetita e fuori di sé.
‘Bambino mio, hic, sono talmente piena che non ragiono eheh.’
‘Ti amo mamma, mi devi amare anche tu.’
‘Ti amo, hic, cucciolo della tua mamma.’
Posai da parte la bottiglia di vino e le dissi di farmi una spagnola.
Non si rendeva quasi neanche conto di avere quelle sue tette formidabili.
La indirizzai io con delicatezza e cominciò a massaggiarmi il cazzo con le sue tette fuori norma.
Rise e mi baciava ridendo davvero fuori di sé.
Le massaggiai le tette piene e poi l’aiutai ad alzarsi mentre lei cercava la bottiglia col vino.
‘La porto io mammina.’
‘Hic, dai da bere alla tua mamma, amore mio.’
Le misi la canna della bottiglia in bocca e lei bevve avidamente.
Poi ci baciammo li in piedi sulla soglia con lei abbracciata a me e piena di vino fin nei capelli, sarebbe caduta se non la sostenevo.
Tornammo piano in camera da letto e la feci stendere sull’alcova morbida, poi mi misi sopra a darle bacini a cui rispondeva semi inebetita.
‘Succhia il mio cazzo mamma.’
Cominciò a succhiarmelo con maestria nonostante molto ubriaca, ed io godevo nel vedere il mio cazzo lungo in bocca a mia mamma pieno di saliva che riceveva teneri bacini e il suo dolce succhiare.
Le morbide labbra lavoravano con perizia il mio cazzo, ed io allora le facevo bere un po’ di vino alternando le sue leccate al mio cazzo con le bevute dalla canna della bottiglia.
Rideva e sembrava scambiare a volte la bottiglia per il cazzo e viceversa. Io le massaggiavo intanto i seni e mi beavo della visione del suo corpo nudo ubriaco e completamente disponibile.
Era davvero unico avere una mamma per casa tanto ubriaca, ed ero davvero felice di essere io il ragazzo fortunato.
La lasciai un poco da sola, era veramente cotta e si sarebbe addormentata subito, la coprii un pochino con le lenzuola pulite e le diedi un bacino sulle labbra, rise ancora molto ubriaca ed io la lasciai smaltire un poco la sbornia e le fatiche amorose.

La mattina dopo dormiva ancora saporitamente. Mi avvicinai a mia mamma e le accarezzai il viso e le diedi un bacio sulle sue labbra.
Aprì gli occhi ed era ritornata sobria.
‘Ciao Francesco.’
‘Ciao mamma, come ti senti?’
‘Ho un gran mal di testa amore, che cosa abbiamo fatto questi ultimi giorni?’
‘Ti ho fatta ubriacare mamma’, le dissi con un grande sorriso.
‘Devo aver perso completamente il controllo.’
‘Sì mamma, ormai eri veramente una ninfomane in calore, stupenda e perdutamente ubriaca. Ti sei scolata non so quante bottiglie di vino.’
Mia mamma arrossì violentemente.
‘Non devo bere così tanto amore mio.’
‘Non stai parlando seriamente vero mamma?’
‘Oh mio dio, ma i miei seni hanno latte?’
‘Sì mamma, me lo sono gustato proprio.’
‘Oh santa madonna, allora sono incinta di te. Oddio santissimo ed adesso che facciamo?’
‘E’ molto bello mamma, sarà il nostro bambino e ci unirà ancora di più.’
‘No amore, non dobbiamo far nascere il frutto del nostro incesto. Dovrò andare subito ad abortire.’
‘Perché mamma, sarebbe bello invece vederti col pancione, ancora più sexy.’
‘Cosa pensi dirà mia sorella, i tuoi cugini, non so proprio cosa dire, è impossibile.’
‘Io voglio vederti molto ubriaca e col pancione di otto mesi, saresti stupenda mamma, con le tette piene di latte.’
‘Non possiamo amore mio, è contro ogni legge.’
‘Noi siamo felici mamma, che ti frega delle assurde leggi degli uomini?’
‘Non lo farò bambino mio, mi dispiace ma devi capire che non possiamo arrivare a quel punto.’
‘Non abortirai mamma, è anche mio figlio ed io lo voglio da te. Sarà la natura ad unirci.’
Mia mamma mi guardò soppesando ogni parola.
Era molto seria, volitiva, determinata ma io ero il suo grande amore e le tenevo testa.
‘Baciami mamma.’
‘Non sono abbastanza ubriaca tesoro per concedermi subito così.’
‘Baciami e non discutere’, dissi quasi urlando.
Si avvicinò e mi baciò timidamente con la bocca sulla mia, io la strinsi a me e le misi la lingua in bocca. Cominciai a limonare con lei, e lei sospirando aprì la bocca e rispose.
Le massaggiai le grosse tette.
‘Bene mamma, non devi più farmi arrabbiare, io sono il capofamiglia ormai.’
‘Ma sei anche mio figlio, amore mio.’
‘E sono anche il tuo amante, il padre del tuo nuovo bambino che aspetti. Il tuo nuovo marito.’
‘Francesco, io”
‘Mamma, non discutere. Sei una donna e devi essere la mia baccante adorata. Noi ripristiniamo le feste nel dio Bacco. Mamma, ti voglio vicina, devi amarmi.’
‘Va bene Francesco mio, farò come dici, del resto ti amo e non voglio andare contro il tuo volere.’
E tornò a baciarmi con passione e a strusciarsi su di me con le sue adorabili grosse tette.
Le settimane seguenti le cose continuarono al solito modo. Mia mamma era quasi sempre completamente ubriaca, di solito stavamo in casa a fare l’amore, ma a volte la portavo fuori al ristorante, al cinema, in discoteca, a fare il giro dei bar, amavo farla vedere completamente ubriaca e ci fermavamo a limonare per strada e toccarci. La gente parlava, ci guardava, tirava dritta.
Eravamo sulla bocca di tutti, ma nessuno poteva dire niente perché materialmente non scopavamo mai in strada o in luoghi pubblici.
Non so se al bambino facesse un po’ male che sua mamma fosse sempre estremamente ubriaca, ma mi dissi che le sigarette facevano molto peggio e mia mamma almeno non fumava.
E comunque, anche se fosse stato, chi se ne fregava. Io mi occupavo di lei in tutto, stavo attento che non cadesse dalle scale, che non si sfracellasse con la macchina, che non cadesse in bagno, insomma ero spesso la babysitter di mia madre quando completamente ubriaca non riusciva nemmeno a trovare la strada del bagno per pisciare o vomitare.
Una sera che era al sesto mese tornai a casa con della cocaina. Lei si era già scolata una bottiglia e mezza di ottimo vino ed era un po’ alticcia.
La baciai sulla bocca, le massaggiai le tette piene di latte, il pancione bello evidente, e poi le mostrai la cocaina.
‘Amore, ma questa è cocaina?’
‘Sì mamma, dai facciamoci qualche tiro.’
‘Amore, ma non farà male al bambino?’
‘Ma che dici mamma, su bevi ancora un bicchiere e poi assaggia questa roba, è davvero uno sballo.’
Mia mamma scolò il bicchiere di vino colmo senza farselo ripetere e mi sorrise abbastanza brilla. Poi le passai una banconota da cento euro arrotolata e lei aspirò la riga.
‘Wow, è davvero portentosa, eheh, hic.’
Aspirò la seconda riga di coca.
Le feci bere un altro bicchiere di vino. Ci baciammo ancora, io le massaggiai le tette e le succhiai un po’ di latte dalle sue grosse tette.
Le preparai altre due righine di coca che mia mamma sniffò con vero gusto.
Ora era veramente cotta.
‘Franceschino mio, fai proprio felice la tua mamma.’
‘Baciami, sei fuori di testa mi sembra.’
‘Sì amore, lo sono. Scopami sono tutta un bollore eheh, hic.’
La aiutai ad alzarsi, aveva già un gran bel pancione, la portai verso il letto perché andava abbastanza di onda.
‘Francesco mio, eheheh, oddio sono in orbita. Mettimelo nella figa è in fiamme, hic.’
‘Sì mamma, prendilo è tutto per te.’
Si piegò e cominciò a succhiarmi il cazzo da seduta nel letto.
Poi glielo misi dentro la vagina bagnata e cominciai a scoparmi mia mamma in maniera fantastica.
Facemmo l’amore deliziosamente, lei sicuramente eccitata anche per la cocaina oltre che per il vino naturalmente, due bottiglie di ottimo vino potevano fare un bell’effetto a chiunque, se poi inoltre si era fatto anche dei tiri di coca come mia mamma il livello di sballo era forte, inoltre era incinta al sesto mese.
L’aiutai ad alzarsi, era ancora ubriaca.
‘Usciamo mamma?’
‘Bambino mio, così ubriaca dove mi porti? Ehehe, hic! Ricordati che sono in stato interessante’, e mi baciò sulla bocca con lo schiocco.
‘Andiamo al supermercato a fare scorta di alcolici mammina, così poi facciamo una bella festa.’
‘Ehehe, va bene amore, sarà da ridere a guidare, come al solito.’
L’aiutai a vestirsi e per aggiunta le offrii anche due altri bicchieri di buon vino.
Era malferma davanti allo specchio nel mettersi il trucco, e limonammo poi un po’ con la conseguenza che dovette rimettersi il rossetto.
Alla guida era lei come sempre, e la macchina aveva diverse ammaccature. Se ne facevamo di nuove, mia mamma si metteva a ridere, visto che quasi sempre guidava già molto ubriaca.
Guidava un pochino a zig zag e rideva come suo solito.
Fortuna che conosceva bene la strada ed era vicino il supermarket.

Arrivammo al supermarket e girammo a prendere bottiglie di vino, di cognac, di whisky, di rum. Mia mamma camminava sbandando un po’ a destra ed un po’ a manca, ridendo molto e schioccandomi baci lascivi, toccandomi soprattutto il cazzo duro.
‘Ti amo mamma’, le dissi accarezzandole il pancione.
‘Oh bambino mio, ed io amo te’, mentre mi sorrideva un po’ fuori.
Uscimmo dal supermarket ed andammo al bar.
Ordinai un paio di grappe che mia mamma trangugiò al banco ridendo e facendosi notare da tutti.
Poi ordinai anche due bicchieri di vino rosso e mia mamma non si fece certo pregare.
Un uomo le ordinò poi un’altra grappa, e mia mamma accettò senza riserve.
Rideva in continuazione ed era malferma sulle proprie gambe.
Uscimmo in strada e lei ruttò e mi prese per mano e si fece abbracciare stretta.
‘Francesco mio, penso di aver bevuto troppo come il mio solito, eheh.’
‘Sei solo un po’ brilla mamma, e sempre bellissima.’
In premio mia mamma mi limonò a lungo toccandomi il culo nel parcheggio.
Arrivammo all’ottavo mese ed il pancione di mia mamma era cresciuto ancora di più. Amavo guardarla nuda ed ubriaca danzare con me, facevamo sempre l’amore anche se con un po’ di attenzione, ed io ero arrivato al punto di razionarle il vino perché altrimenti beveva fino a svenire.
La svegliai con il mio solito bacio.
‘Oh bambino mio, ieri sera ho bevuto veramente tanto.’
‘Sì mamma, sei stata meravigliosa.’
‘Vieni qui che ti bacio.’
Mi abbraccio, mi strinse facendomi sentire le sue poppe piene di latte, mi baciò sulle labbra.
Per colazione le feci trovare un bicchiere di vino e la bottiglia appena stappata sul tavolo.
‘Oh amore, mi tenti troppo.’
‘Non ti preoccupare mamma, sei in gran forma.’
Così mi presi un altro bacio sulla bocca.
Lei scolò il bicchiere e poi mi abbracciò teneramente.
‘Vuoi leccare le mie tette, amore mio?’
‘Sì mamma, ti amo.’
‘Oh bambino mio, sono la tua mamma sempre ubriaca.’
Le versai un altro bicchiere pieno.
Mi baciò sulla bocca, mi sorrise e cominciò a bere il secondo bicchiere della mattinata.
Io le succhiai il capezzolo, il latte usciva copioso e le massaggiai il pancione all’ottavo mese.
Si versò da sola un altro bicchiere, mi sorrise.
‘Sei così bella’, la ammiravo e le davo teneri bacini a cui mi rispondeva sempre con amore materno ed anche sensuale e caldo.
Scolò il terzo bicchiere.
Le versai di nuovo il vino sul bicchiere.
Sorrise, mi accarezzò il pene duro, cominciò a bere alternando baci sulla mia bocca.
Mi alzai mentre lei si versò il quinto bicchiere consecutivo, e ora rideva più allegra.
Accesi la radio.
Si alzò in piedi con la sua camminata da incinta, scolò il quinto bicchiere e lo posò sul tavolo, fece un piccolo ruttino, e cominciammo a ballare stretti dove sentiva il mio cazzo duro sul suo pancione grande.
‘Come ti senti mamma?’
‘Meravigliosamente bambino mio, presto sarai padre amore, sei felice?’
‘Sì mamma, il nostro bambino, che emozione.’
‘Versami da bere cucciolo, dobbiamo festeggiare il nostro amore.’
Le versai un altro bicchiere di vino, glielo porsi e lei mi sorrise, baciandomi sulla bocca.
‘Hmm che buono sto vino, sento che sto già partendo Francesco mio.’
‘Ti senti un pochino ubriaca, mamma?’
‘Sì bambino mio, sento che sta già facendo effetto, eheh.’
Finì il sesto bicchiere, ci mettemmo a ballare stretti stretti, le massaggiai i seni e lei non nascose il suo piacere.
Con sei bicchieri in corpo mia mamma cominciava ad essere allegra.
Le massaggiai le tette, le dissi che l’amavo e lei mi rispose che anche lei mi amava.
Le sfilai le mutandine, si lasciò fare, ci spogliammo a vicenda. Le preparai un altro bicchiere di vino e ci andammo a sedere sul letto.
Beveva e mi baciava, rispondeva ad un bacio e beveva il vino.
Rideva sempre più spesso, segno che stava partendo.
Scesi a leccarle i capezzoli, e lei mi disse che mi amava.
Salii a limonare con lei. Era abbastanza alticcia ed io adoravo vederla così.
‘Sei sempre bellissima mamma, la mamma più bella del mondo.’
‘Eheheh amore mio, quanto sei galante.’
‘E’ la verità mamma, ed io sono fortunato.’
‘Anch’io sono una mamma molto fortunata, ho un bambino che adoro e che mi scopa tutto il giorno, e che in più mi lascia bere fino ad ubriacarmi da non poterne più, così posso inondarti di latte e farmi bella per te.’
‘Sì mamma, puoi ubriacarti tutte le volte che vuoi, lo sai che ti amo.’
‘Ti amo Francesco’, e mi baciò in bocca e mi offrì i suoi seni.
Le offrii un altro bicchiere di vino.
‘Comincio a sentirmi ubriaca, amore mio’, disse mia mamma aprendo le gambe e porgendomi il bicchiere vuoto.
‘Vuoi che te lo riempia ancora?’
‘Eheheh, hic, sì amore, riempimi di vino e poi scopami, ti amo cucciolo eheh.’
Le versai il vino e presi una nuova bottiglia.
Lei scolò il bicchiere senza versare una goccia e poi mi rise in faccia.
‘Sono ubriaca!’
‘Sì mamma, lo sei.’
Mi limonò con violenza, ancora il bicchiere in mano, mi prese l’uccello con la mano libera e mi tirò a sé, segno che era decisamente partita e voleva scopare.
‘Facciamo l’amore, mamma.’
Rise ed io scesi a leccarle la vagina. Era fradicia.
Baciai il pancione pieno che portava, sentii il bambino muoversi. Chissà se si ubriacava anche lui.
Le entrai piano, dentro la sua vagina con il mio cazzo duro.
Avevo imparato come fare l’amore con mia mamma incinta.
Ci scambiammo effusioni, mi ruttò in faccia ed io la infilzai piano ma con decisione.
Cominciai a scoparla e al solito le venni dentro insieme al suo orgasmo.
Eravamo una coppia stupenda, ci soddisfavamo a vicenda, conoscevamo le nostre voglie più autentiche, mia mamma sapeva che adoravo vederla ubriaca e lei adorava esserlo.
Ora le davo direttamente la bottiglia, l’aiutavo a portarsi la canna alle labbra e la baciavo mentre lei trangugiava il vino che le piaceva tanto.
Sempre più ubriaca poi mi prendeva il cazzo in bocca ed io me lo lasciavo riempire della sua saliva ed inturgidire dai suoi languidi baci.
Sempre più ebete mia mamma rideva mentre io le avvicinavo la bottiglia alla bocca e le versavo il vino.
‘Ti sei quasi scolata la seconda bottiglia mamma.’
‘Hic, amore mio, eheheh, sì sono decisamente ubriaca.’
‘Ti amo mamma.’
‘Ti amo.’
Ci baciammo e poi lei mi tirò a sé. Voleva il mio cazzo ancora dentro di lei, le misi piano tutto il cazzo nella vagina e poi cominciai a cavalcarla.
Venne in un prodigioso orgasmo, mi graffiò la schiena ed io le strinsi le tette cariche di latte. Ci baciammo ancora sulla bocca, lei mi chiese altro vino ed io sorrisi e la baciai mentre rispondeva ai miei baci e la sentivo sempre più su di giri.

Era bello avere mia mamma ancora molto ubriaca.
La presi e la scopai, le baciavo il pancione pieno così bello e sexy, la limonavo e poi mi succhiavo le sue belle tette bevendo il suo latte.
Era ormai a nove mesi, ed era sempre ubriaca persa.
Il vino era la cosa che le piaceva bere di più, e non glielo facevo mai mancare.
Era naturalmente ubriaca fradicia.
‘Sei ubriaca mamma?’
‘Ohh, amore hic’ sono completamente sballata, mi accompagni a far pipì?’
‘Falla qui, sei così bella mamma.’
‘Dammi del vino, vieni qui che ti succhio il cazzo, hic!’
‘Sei troppo ubriaca mamma.’
‘Eheh, non abbastanza amore, voglio il tuo cazzo.’
Le diedi la bottiglia e lei prese a bere, ruttò e mi rise in faccia.
Era seduta sul letto.
Le massaggiai il pancione.
Le toccai la fica. Era completamente bagnata.
Ruttò e bevve ancora. Le diedi il cazzo da ciucciare e lei cominciò a scappellarmelo con avida partecipazione.
Ed intanto beveva.
‘Amore mio, hic, sono davvero ubriaca.’
‘Come sempre, mamma.’
‘Bambino mio, ti amo tanto.’
‘Anch’io ti amo, mamma.’
Rideva, beveva e ruttava.
L’aiutai a scolarsi altro vino perché rischiava di cadere dal letto al tappeto. La tenevo stretta massaggiandole i seni pieni di latte, le mettevo la canna della bottiglia sulla bocca e lei trangugiava il vino rosso.
‘Amore mio, sei così bello hic!’
‘Anche tu sei bella mamma, ed anche tanto ubriaca.’
‘Fai l’amore con la tua mammina, eheh, ha tanta voglia di sesso hic.’
Le presi le tette e succhiai il suo latte.
Glielo misi in mezzo alle gambe.
Limonai con lei, glielo misi tutto dentro con delicatezza e la feci godere.
Due giorni dopo si ruppero le acque e dovetti portarla di corsa in ospedale.
Lei era, come al solito, abbastanza ubriaca.
In sala parto se ne accorsero.
‘Ma questa donna è ubriaca?’
‘Ed allora’, dissi io, ‘deve guidare la macchina o partorire?’
Che cazzo di medici.
Era una splendida bambina, ed in piena salute. Così si dimostrava che una sana vita sessuale ed una ubriachezza non molesta non era qualcosa che facesse male al nascituro.
Mia mamma era felicissima, teneva la bimba tra le braccia e la allattava al seno.
‘Mamma, nostra figlia è bellissima.’
‘Sì amore mio, è davvero tanto bella.’
‘Mi ami sempre mamma?’
‘Tantissimo Francesco, ti amo come una mamma e più di una mamma.’
‘Lo faremo ancora, vero? Sono in astinenza da te, hai partorito da due giorni ma ho una gran voglia, vorrei succhiarti l’altro capezzolo.’
‘Lo faremo appena torno a casa, amore mio. Devi portare pazienza.’
‘Vuoi bere?’
‘Ne ho tanta voglia Francesco.’
Le mostrai la fiaschetta d’argento.
‘E’ piena di whisky mamma, il Jack Daniel’s.’
‘Passamelo bambino mio.’
Portarono via la bimba. Avevamo deciso come nome Baccante. Un nome speciale per una bambina speciale.
Mia mamma aveva già cominciato a bere il whisky.
‘Mi mancava tanto l’alcol amore mio, che dolce che sei.’
Cominciò a fare lunghe sorsate.
Io le baciai le labbra.
Mi rispose con la lingua. Sorrise e fece altri sorsi lunghi.
‘Attenta mamma, o si accorgeranno che sei ubriaca.’
‘Non me ne frega, vieni qui e baciami, ho tanta voglia di te.’
‘Voglio mettermi a letto con te’, le dissi dopo un po’.
‘Vieni tra le coperte amore mio.’
‘Mamma, sei già ubriaca.’
‘Sì amore, lo sono. Ed ho voglia di scoparti.’
‘Ti porterò altro whisky stanotte mamma, e poi faremo l’amore qui in reparto.’
‘Sì, io intanto mi scolo il whisky eheheh, mi farò trovare già ubriaca bambino mio, tutta per te.’
Mi venne tutto duro.
Quando tornai mia mamma stava allattando Baccante.
L’infermiera si avvicinò piano, un po’ preoccupata.
‘Sua mamma è ubriaca. Ma come ha fatto a portarsi del whisky?’
‘Le piace bere ogni tanto, non si preoccupi. E’ tutto in regola.’
‘Non è stato lei vero? E’ contro le regole.’
‘No, ma si figuri. Non si preoccupi, ora le terrò compagnia io.’
Mi avvicinai a mia mamma. Stava ridendo in evidente stato di ebbrezza, sbaciucchiava la bambina e la allattava con le sue generose poppe.
‘Mamma, sei bellissima mentre allatti, che tette generose hai.’
‘Hic, amore ho finito il whisky eheh, mi sento abbastanza brilla.’
‘Il whisky fa questo effetto.’
‘Succhiami l’altra tetta amore mio, eheh.’
‘Non posso mamma. Anzi aspetta che ora consegno Baccante all’infermiera, tu hai bisogno di riposare.’
‘Sapessi di cosa ho bisogno, eheh.’
‘Ecco infermiera, porti Baccante a riposare adesso che ha bevuto il latte. Resto qui io con la mamma.’
‘Va bene, mi raccomando se deve vomitare c’è il sacchetto. E non la faccia bere più.’
‘Sì infermiera, la ringrazio. Vorrei chiederle se posso restarle vicino. E di non disturbarci, sa vorremmo un po’ di intimità come madre e figlio desiderano.’
L’infermiera mi guardò un po’ dubbiosa.
‘Be’ sì, va bene potete chiudere la porta tanto c’è qui lei. Se ha bisogno di qualcosa può sempre suonare.’
‘Grazie infermiera, ora siamo a posto.’
Chiusi a chiave dopo che fu uscita e mi avvicinai a mamma.
‘Hic, amore ho finito la fiaschetta di whisky, eheh.’
‘Sei ubriaca mamma, fortuna che sono qui io con te.’
Le mostrai una nuova fiaschetta piena, per l’occasione.
‘Amore mio, vieni sotto le coperte.’
Mi avvicinai e mi spogliai, quindi entrai e lei mi ringraziò con dei baci languidi e caldi sulla bocca, strusciandomi su di me e mostrandomi le tette piene di latte.
Le aprii la fiaschetta e gliela passai. Cominciò a bere avidamente altro whisky e diventare ancora più ubriaca.
‘Hai il corpo più bello che esista mamma, non sei assolutamente ingrassata.’
‘Merito del vino amore, dell’alcol ingerito eheh, hic.’
‘Ci baciammo sulla bocca, aveva l’alito saturo di whisky, mi ruttò in bocca e rise.’
‘Scopami Francesco, hic, scopa tua mamma ubriaca.’
Glielo misi dentro mentre ciucciava la fiaschetta di whisky inciuccandosi ancora di più.
Limonammo, le presi le tette e gliele leccai, mia mamma mi cavalcò il cazzo e venne gridando.
Poi festeggiò l’amplesso sorseggiando altro whisky che beveva con sorsi generosi.
Le leccavo le tette, mentre lei sballata con il mio cazzo dentro ingurgitava alcol a quarantatre gradi.
‘Ti amo mamma.’
‘Hic, anch’io amore mio, sono tanto ubriaca e bella.’
‘Sì sei ubriaca e bellissima, mamma.’
‘Hic, ubriaca e bella, amore mio.’
‘Domani ti porto a casa mamma.’
‘Sì, io tu e Baccante, hic, ho bisogno di vomitare amore.’
Presi il sacchetto.
Lei cominciò a rigurgitare il whisky.
Io le massaggiai le tette e il pancino.
Poi rimanemmo abbracciati regalandoci coccole fino a che ci addormentammo.

La mattina dopo ci preparammo per tornare a casa. Mia mamma aveva superato la sbronza, teneva la bimba appena nata in braccio e le offriva il latte dal suo generoso seno.
Il dottore disse che era una bambina in perfetta salute, ed era molto bello. Chiedeva però nel periodo di allattamento di limitarsi con gli alcolici, che non era vero che bere vino faceva venire più latte.
Mia mamma sorrise.
Per tutta risposta appena arrivati a casa io mi occupai della bambina, e mia mamma si attaccò alla bottiglia. Iniziò a versarsi generosi bicchieri di vino che scolava.
‘Amore mio, finalmente posso ricominciare a bere il vino che mi piace.’
‘Sì mamma, tanto vino per te, ti amo tanto mamma.’
‘Anch’io ti amo bambino mio.’
Si scolò un altro bicchiere.
Io misi la bimba a letto ed andai a baciare mia mamma.
‘Devo riprendermi dal poco vino bevuto, se non fosse stato per te amore mio, che mi hai portato il whisky, sarei morta di sete.’
‘Bevi tutto il vino che vuoi mamma, è tanto bello vederti bere.’
Le palpai le tette piene di latte.
‘Vammi a prendere un’altra bottiglia amore mio, questa è già finita.’
‘Sì mamma, corro subito.’
Mi baciò sulla bocca.
Le portai un’altra bottiglia di vino rosso della Sicilia, ad alta gradazione. Lei si versò un bicchiere pieno e cominciò a berselo.
Lo finì ed io glielo riempii subito.
‘Francesco, sto cominciando a sentirmi molto allegra.’
‘Ti amo mamma.’
‘Ti amo cucciolo, hic!’
La feci sedere sul divano, le riempii il bicchiere mentre lei rise.
Le succhiai un capezzolo liberato del vestito e del reggiseno.
Finita la seconda bottiglia mia mamma era decisamente ubriaca.
Stavamo limonando sul divano, lei con le gambe aperte ed una tetta di fuori.
‘Amore mio, hic, sono piena di vino.’
‘Sei bellissima mamma.’
‘Oh, baciami amore mio, fai felice la tua mamma.’
Cominciò a ridere sguaiatamente.
‘Ho partorito solo l’altro ieri, sono già ubriaca fradicia.’
‘Sì mamma, hai fatto una bambina magnifica.’
Cominciai a limonare con lei, a massaggiarle le tette e la fica.
‘Voglio altro vino, Francesco mio hic!’
Andai in cucina e stappai un’altra bottiglia di vino.
Le portai la canna della bottiglia sulla bocca, lei trangugiò il vino col mio aiuto a lunghi sorsi.
Mi ruttò in faccia e rise.
‘Sono ubriaca’, mi informò come se non si vedesse.
Cercò il mio cazzo così lo liberai dei boxer mentre mia mamma scese a farmi un pompino ed a carezzarlo con le sue poppe piene di latte. Le strizzò bagnandomi tutto il cazzo di latte.
Rise e poi cominciò a ciucciarmelo.
Era molto brava ed io stavo per venire nella sua bocca. La feci alzare e le versai altro vino in bocca che lei bevve avidamente.
La spogliai completamente, feci altrettanto, poi le portai Baccante per bere il latte, la misi a ciucciare i capezzoli di mia mamma che era partita per il vino bevuto, lei rideva e sembrava in paradiso dalla faccia ebete che aveva. La limonai mentre tenevo Baccante sospesa con un braccio a bere il latte dalla tetta di mamma.
‘Lasciami tenere la mia bambina’, disse mamma.
‘Sei troppo ubriaca, potresti farla cadere. Te la tengo io mamma dolcissima.’
Rise e ricominciò a baciarmi in bocca con la faccia da istupidita.
La bambina sembrò aver bevuto abbastanza, così mi alzai e cominciai a cullarla dolcemente per farle fare il ruttino.
La misi delicatamente a riposare sul suo lettino, Baccante dopo la poppata si era addormentata tra le braccia del papà. Che stupenda bambina.
Tornai da mamma e le feci bere altro vino, che lei bevve con gioia mentre io le leccavo e ciucciavo le tette, aveva tanto latte ed era un gusto.
Mi disse che voleva che la scopassi, così la portai con la bottiglia di vino in camera da letto.
Entrai dentro lei, fu un piacere ed aveva la fica bagnata fradicia.
Facemmo arrivare un annuncio per una baby-sitter. Del resto, mia mamma era sempre ubriaca ed io non ero molto pratico di bambini molto piccoli.
Spiegai alla baby-sitter che eravamo una coppia, senza aggiungere altro, lei si occupò della bimba ed io potei tornare a scoparmi mamma perdutamente ubriaca senza eccessive preoccupazioni.
Due bottiglie di vino fresche in corpo. Questo mia mamma aveva quasi sempre, i soldi non ci mancavano affatto ed io tenevo sempre la nostra cantina ben fornita.
Del resto vedere mamma molto ubriaca mi eccitava tantissimo.
Le succhiavo le tette, a volte lei in preda ai fumi dell’alcol mi scambiava per la bimba, poi le infilavo le dita nella fica ed allora capiva che ero il suo bambinone.
Eravamo seduti sul letto.
Lei era impalata sul mio cazzo, teneva una bottiglia di vino in mano e mi cavalcava, ruttando delicatamente.
Le strizzai le grosse tette. Lei sorseggiò altro vino dalla bottiglia, poi si girò a limonarmi in bocca.
Rise inebetita, era partita di nuovo.
‘Ti amo mamma.’
‘Hic, sono totalmente ubriaca amore, scopami!’
L’aiutai a bere ancora di più dalla bottiglia.
Gli alzai e gli feci bere il mio sperma. Poi le sborrai sulle tette, mentre lei accarezzava il mio cazzo con esse e ci spruzzava sopra latte.
Poi si prese il cazzo in bocca e cominciò a ciuccarmi quello.
Io la fermavo solo per farle bere il vino dalla bottiglia. Ormai era perdutamente ubriaca e rideva e ruttava in modo sconcio.
Quella sera la portai fuori a mangiare il pesce in un ristorante esclusivo. Era già ubriaca fradicia prima di lasciare la casa.
Dovevo quasi portarla di peso, gli sguardi dei camerieri erano molto comici, io aiutavo mia mamma a camminare mentre lei rideva e mi diceva parole sconce.
Ci sedemmo ed ordinai subito una bottiglia di vino rosso molto costosa.
Il cameriere disse qualcosa sul fatto che mamma era evidentemente un po’ brilla, e se il signore aveva riflettuto sul caso di farla bere ancora.
Il signore aveva riflettuto, dissi al cameriere, ed il signore desiderava accontentare la signora.
Quando il sommelier versò il vino sulla coppa di mamma, lei ridacchiando gli mimò un bacio.
Divenne tutto rosso.
Cominciai a fare il piedino a mamma che mi rispose nel suo stato di ubriachezza avanzato affondandomi il tacchetto della scarpa proprio nelle palle.
Era anche doloroso.
Avvicinammo le sedie, aveva bisogno di aiuto per non cadere sotto la tavola.
Ricevetti da mia mamma un sacco di languidi baci e carezze per la mia premura, alcune proibite.
Né io smisi di accarezzarle le grosse tette.
Mia mamma era veramente ubriaca. Era bello vederla nel ristorante di pesce esclusivo in quello stato.
Le riempii altre volte il bicchiere.
Lo avevo durissimo.
Ci dirigemmo verso la toilette per le signore ed io chiusi a chiave entrando con mamma.
Ci avvinghiammo in un appassionato bacio. La lingua di mamma nella mia bocca, il mio cazzo in mano mentre me lo preparava un po’ per scoparla.
Rideva e barcollava pesantemente.
Le feci aprire le gambe e cominciai a scoparla sulle piastrelle lucide. Era tutto pulitissimo.
Mia mamma ubriaca rideva e ruttava in modo sconcio.
Mentre io venivo sulla sua fica fradicia lei cominciò a vomitarsi addosso ridendo e godendo insieme.
Io continuai a scoparmela con forza mentre lei rigurgitava il vino tracannato.
Sporchi di vomito ma felici per il sesso ci avvinghiammo in un bacio senza respiro.
Mia mamma era bellissima così tanto ubriaca.

‘Sei così bella mamma.’
‘Ehehe amore mio, hic, sono fusa.’
Baciavo mia mamma, molto ubriaca, col mio cazzo completamente dentro di lei, mentre lei mi rispondeva con passione e trasporto, facendomi succhiare le sue tette piene di latte.
L’aiutai a rassettarsi un po’, ricevendo altri baci dolci e lascivi.
Limonammo ancora un po’ dentro il bagno. Poi uscimmo e chiamai un taxi.
‘Sei bellissima mamma’, le dissi dentro il taxi mentre questo procedeva verso casa. Le massaggiavo le tette e mia mamma invece mi rispondeva con dei baci con la lingua.
‘Anch’io mi sento bella amore, eheh.’
‘Appena a casa ti faccio bere ancora mamma.’
‘Hic, che bello il mio bambino. Vieni qui che ti bacio.’
Appena in casa la baby sitter ci informò che la bimba dormiva.
Guardò mia mamma visibilmente ubriaca e sorrise.
Presi una bottiglia e la stappai ed andai da mia mamma in camera sua.
Riempii il suo bicchiere che mamma scolò subito.
Glielo riempii di nuovo mentre mamma rise.
Mi baciò sulla bocca e poi scolò il vino rosso.
Mi sorrise ancora.
‘Ti amo Francesco.’
‘Anch’io mamma.’
‘Io di più bambino mio, sono ubriaca.’
Le riempii il bicchiere.
‘Bevi ancora mamma, ti voglio sempre così.’
‘Il mio furbetto eheh, hic.’
Scolò il bicchiere e mi sorrise.
‘Ma anche a tua mamma piace bere, hic.’
‘Ti piace il vino mamma?’
‘Sì amore, mi piace molto questo vino eheh.’
Le versai di nuovo.
‘Amore mio, sono già molto ubriaca.’
Scolò il bicchiere e poi ruttò piano.
Mi abbracciò.
‘Facciamo l’amore Francesco, ho voglia di sentire il tuo grosso cazzo dentro di me.’
‘Prima bevi mamma.’
Le porsi un altro bicchiere pieno di vino che mia mamma prontamente scolò.
‘Hic, amore mio sono di nuovo ubriaca eheh.’
‘Sei abbastanza ubriaca da meritare il mio cazzo, mamma?’
‘Sono ubriaca tesoro, hic.’
Le mostrai la bottiglia e mamma non si fece pregare dal bere a canna.
Poi ruttò sulla mia faccia e mi sorrise.
Guardai la bottiglia ed era calata molto. Ora ne restava un quarto. Mia mamma rise guardando anche lei il contenitore di vino.
‘Piccolo mio, mi vuoi sempre ubriaca eheh, e lo sono adesso, eccome.’
Ci baciammo, le toccai le tette piene e lei rise ancora, ruttò e mi stampò dolci baci sulla bocca.
Era davvero alticcia, mi piaceva molto così.
Ricominciò a bere a canna il vino mentre io le leccavo la vagina.
‘Oddio sono sbronza, hic!’
Le leccavo la vagina, se ne stava con la fica all’aria e le gambe aperte.
‘Ti amo tanto mamma.’
‘Eheheh, che belle leccate amore mio.’
‘Mi ami mamma?’
‘Certo Francesco, ti amo tantissimo, hic.’
‘Sei ubriaca mamma.’
‘Sì amore lo sono, mi porti un’altra bottiglia di vino?’
‘Sì mamma, corro a prenderla.’
Uscii e guardai l’altra stanza.
C’era la babysitter che mi parlò subito.
‘Tua mamma è ubriaca?’
‘Sì. Non è bellissima?’
‘Oh sì, a chi piacciono le ragazze molto ubriache.’
‘A me piacciono.’
Entrai e mia mamma mi aspettava ebbra con le gambe aperte.
‘Wow che bella bottiglia amore mio, vieni qui che ti riempio di baci eheh.’
‘Eccola qua mammina, bevi il vino che ti piace tanto.’
Si attaccò a canna mentre io le massaggiavo ancora le grosse tette.
Mi baciò in bocca. Era abbastanza ubriaca adesso.
‘Hic, la tua mammina è cotta amore mio.’
‘Ti amo così tanto mamma.’
Mi baciò e rise, ruttò e rise ancora.
Era evidentemente fradicia. Le presi la tetta tra le mani e la leccai, lei mi baciò sulla testa.
Cominciò a ciucciare ancora la bottiglia di vino, inciuccandosi sempre più.
‘Sei bevuta, mamma?’
‘Hic, amore mio, sono in fregola.’
Rise e continuò a ciucciare altro vino, ingoiando l’alcol e andando sempre più in paranoia.
‘Facciamo l’amore mamma.’
Senza rispondermi continuava a bere vino.
Le ordinai di baciarmi.
Mi baciò con la lingua, ridendo.
Mi accolse teneramente tra le braccia, a gambe aperte, entrai dentro la sua vagina fradicia mentre lei cercava ancora di bersi il vino dalla bottiglia. L’aiutai a farlo con il cazzo tutto dentro di lei.
Cominciò a ridere decisamente partita.
Posai la bottiglia e cominciai a limonare con lei in bocca.
Le ciucciai i capezzoli e poi tornai a mordicchiarle le labbra, lei mi rispose evidentemente non molto capace di intendere e volere.
‘Francesco, non capisco più un cazzo. Scopami amore mio, hic!’
‘Ti amo mamma.’
Mamma ruttò e rise, io le succhiai i capezzoli e continuai a stantuffarla nella fica.
Avevo voglia di fare l’amore con lei in maniera unica. Rise e mi sbaciucchiò la bocca, gli occhi e le orecchie mentre io la scopavo dolcemente.
‘Tua mamma è tanto ubriaca amore, hic.’
‘Sei bellissima così fuori mamma.’
Le massaggiai le tette, le dissi che era la mia regina.
‘Mi gira la testa amore, oddio sono ubriaca.’
‘Hai bevuto molto mamma.’
‘Sì amore, ho bevuto e bevo per te.’
Le venni tutto dentro la sua bellissima fica.
‘Mi ami piccolo?’
‘Ti amo tanto.’
‘Sono una mamma fortunatissima, con un bambino adorabile che mi vuole tanto bene hic.’
‘Sì mamma, te ne vorrò sempre tanto.’
‘E’ bellissimo fare l’amore con te Francesco, ti amo.’
L’aiutai a mettersi seduta sul letto.
Presi la bottiglia di vino e gliela porsi, lei rise e scolò il poco di vino che rimaneva.
‘Voglio stare sempre con te bambino mio, così come ora.’
‘Saremo sempre insieme mamma.’
‘Con la tua mamma sempre ubriaca.’
‘Sempre mamma, so quanto ti piace bere vino e super alcolici.’
‘Io bevo per te amore mio.’
Le succhiai una tetta e il sapore del latte era delizioso.
‘Hai sempre tanto latte mamma, non come quelle donne quasi senza seno.’
‘Eheheh amore mio, io sono super dotata dalla natura, hic.’
‘Sei una dea mamma.’
‘Oh amore, vieni qui che ti bacio ancora.’
Mi strinse a lungo con le sue tette superbe, limonammo in modo dolce e profondo.
‘Ti vesto mamma, ed andiamo in discoteca.’
‘Eheheh, amore mio, andiamo in disco dai voglio scatenarmi, ubriaca come sono farò follie stasera con il mio stupendo tesoro.’
L’aiutai ad alzarsi ed era molto instabile sulle gambe.
Mi chiesi in che condizioni sarebbe stata tra un po’. Era già ubriaca fradicia.
L’aiutai a camminare fino in bagno, poi avvisai la babysitter che andavamo in discoteca.
La buona babysitter non ebbe nulla da eccepire.
Le misi il reggiseno e facendolo le strinsi ancora le tette, erano davvero bellissime piene di latte.
Le feci indossare una mini molto procace, e senza mutandine.
Poi un top scollato che lasciava in mostra il suo bell’ombelico.
Le misi io il rossetto, un rossetto resistente a baci caldi e bevande molto alcoliche.
Poi lei finì di truccarsi in modo tranquillo, con l’ombretto e la matita, senza esagerare.
Mi chiese se mi piacesse, le dissi che era bellissima.
Dalla contentezza, mi diede un altro languido bacio caldo, più di uno per la verità.
Mi chiese se poteva bere ancora, le preparai una bottiglia di vino appena stappata.
Le versai in un bicchiere, lei si strinse a me e svuotò il vino.
‘Sono una mamma molto viziosa.’
Chiamai un taxi, per andare alla discoteca.
Nell’attesa, mia mamma bevve diversi bicchieri di vino.
‘Amore mio, hic, sono davvero ubriaca stasera.’
‘Sì mamma, hai bevuto tanto, riesci a camminare?’
‘Oh amore, non sono mica così ubriaca, eheheh, o forse sì hic!’
Mi stampò un bacio in bocca.
Scendemmo per le scale e dovetti sorreggerla per non farla cadere giù e farsi male.
Sul taxi non stette ferma un attimo, cercando in continuazione il mio cazzo e la mia bocca.
Il taxista era decisamente attratto da mia mamma, così ubriaca era veramente molto sexy ed un boccone appetitoso.
Le misi la mano sotto la minigonna, la vagina era completamente bagnata.
Il mio cazzo era durissimo, anche per la sensazione di godimento della sua lingua in bocca e della sua voglia incontenibile.
Entrammo nella discoteca sempre mentre la sorreggevo.
Mia mamma si muoveva accennando movimenti di danza e sbandando a destra ed a sinistra, con la voglia di scatenarsi in pista.
Andammo prima al bancone bar dove ordinai un cuba libre per lei.
Poi ordinai dei giri di tequila, naturalmente soltanto per lei, che scolò la tequila un bicchiere dietro l’altro sempre più ubriaca a questo punto, io mi divertivo a guardarla ed a toccarle il seno e a ricevere i suoi baci di ringraziamento.
La portai a ballare, lei stava addosso a me per mantenersi in piedi e mi toccava ripetutamente il cazzo, ridendo.
‘Sono ubriaca amore eheheh, guarda che bene che ballo.’
‘Sei una dea mamma.’
‘Sono la tua dea ubriaca, hic.’
La baciai in bocca e le misi una tetta fuori per succhiare il suo latte.
Mamma rise e si lasciò fare, fuori com’era non aveva nessuna vergogna.
‘Voglio tequila amore, hic.’
‘Vieni al bar mamma.’
Le rimisi la tetta nel reggiseno mentre lei rideva ebbra e sbronza.
Ordinai la tequila per mamma, lei doveva essere sostenuta sullo sgabello perché continuava a scivolare.
Ruttò in modo plateale e rise, poi mi baciò in bocca.
Era totalmente ubriaca. Gli uomini ridevano e la guardavano quasi con la bava alla bocca.
‘Tequila, hic’, mi disse con la voce molto impastata.
Scolò l’ennesimo bicchiere e poi scivolò lunga distesa per terra.
Era pienissima di alcol, l’aiutai ad alzarsi in piedi.
‘Mamma, come ti senti?’
‘Altra hic’ tequila, tesoro.’
Non so cosa pensassero quelli che mi sentivano chiamarla mamma, ma me ne importava davvero poco.
Le feci bere un altro bicchiere, mamma rise totalmente partita.
Si toccò le tette ed allargò le gambe.
‘Voglio essere scopata’, disse a voce alta.
‘Mamma, fai piano’, le dissi. Era davvero partita.
‘Voglio un cazzo nella mia fica, hic.’
‘Forse è meglio se la porti fuori’, mi disse uno della sicurezza.
La trasportai di peso, era totalmente ubriaca e non si rendeva conto di dov’era e nemmeno di chi era, immaginai.
‘Francesco mio, hic’, mi disse in un momento di maggiore lucidità.
‘Hai bevuto tanto mamma, ora ti porto a casa e poi ti soddisferò come ti piace.’
‘Oh amore, hic.’
Ancora prima che il taxi arrivasse mi ritrovai la lingua di mia mamma in bocca, così limonammo.
‘Voglio scopare con il mio bambino hic!’
Non capiva neanche che il suo bambino ero io.
Fregandomene del taxista, le succhiai le tette dentro la vettura.
Mamma era decisamente partita e si lasciava fare con le gambe aperte e la micetta in mostra.
Pagai la corsa e con molta fatica riuscii a portarla fino in cima alle scale, barcollava paurosamente ed era appena cosciente.
La presi in braccio e la portai direttamente nella camera da letto.
Mi tolsi i pantaloni e cominciai a scoparla subito, mentre lei rideva beata e con qualche rutto, accettando tutto il mio cazzo duro dentro di lei.
‘Scopami amore, sono ubriaca hic.’
La baciai a lungo in bocca continuando a farle sentire il mio cazzo duro dentro.
‘Amore scusa, sono completamente partita hic.’
‘No mamma, non scusarti sei bellissima così.’
Urlò nel pieno dell’orgasmo, mentre io le inondai del mio seme la sua vagina.
Mi ruttò dolcemente in bocca, rise, sicuramente molto ubriaca.

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