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Racconti erotici sull'Incesto

Sonata per violoncello

By 12 Febbraio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono Carla, ho 22 anni frequento la facoltà di lettere, vivo in una famiglia di musicisti, i miei suonano per hobby, mia sorella Erica invece frequenta il primo anno del conservatorio, lei suona il violoncello, io sono l’unica della famiglia a non saper suonare alcuno strumento, apprezzo la musica, ma sono negata per suonarla, ha ciascuno il suo.
L’estate scorsa, mia sorella si era appena diplomata e aveva deciso di iscriversi al conservatorio, io stavo finendo gli esami della sessione estiva, ero uscita per andare in facoltà per prendere alcuni appunti, i miei era al lavoro, mia sorella era rimasta da sola in casa, quando sono scesa ho preso la bicicletta e mi sono avviata, dopo neanche duecento metri ho bucato, allora ho ripreso la bici e sono ritornata a casa a piedi, quando stavo per entrare in casa ho sentito suonare il violoncello, Erica evidentemente aveva deciso di fare pratica, io adoravo quando mia sorella suonava, in quel momento ho sentito che suonava un arrangiamento che le avevo chiesto io tempo fa, ?per Elisa?, anche se nata per pianoforte, alcuni passi al violoncello mi facevano impazzire e Erica aveva deciso di accontentarmi.
Aprii piano la porta per non disturbarla, in punta di piedi mi diressi verso il soggiorno dove sentivo suonare, dalla porta la vidi, aveva abbassato la tapparella, era davanti alla grande finestra del terrazzo, indossava soltanto un reggiseno celeste e delle mutandine in tinta, la luce filtrata dalla tapparella la rendeva quasi eterea, non si accorse di me e continuò a suonare, il sole che filtrava disegnava sul suo corpo arabeschi di luce, il movimento del suo braccio si accompagnava a leggeri accenni con la testa, io non ho mai avuto interesse per le donne, ma quell’immagine di mia sorella che suonava, mi parve la cosa più erotica e eccitante che avessi mai visto, il mio sguardo percorse tutto il suo corpo, beandomi di quella vista.
Mi avvicinai piano alle sue spalle posai delicatamente le mie mani sulle sue spalle, lei trasalì per un secondo, poi dovette capire che ero io, e continuò a suonare, quella musica dolcissima che si spandeva nell’aria, mi rendeva quasi in trance, cominciai a far scendere le mie mani sulle sue braccia, adesso ero consapevole che la mia carezza non era più fraterna, stavo carezzandola come un amante, mi chinai su di lei spostando i suoi capelli e posai le mie labbra sul suo collo, Erica non si sottrasse al mio bacio, anzi sposto il collo di lato a favorire la mia manovra, cominciai a muovere le mie mani sul suo corpo, avevo trovato i suoi seni piccoli e sodi, adesso indugiavo carezzandoli da sopra la stoffa, la mia eccitazione decise per me, insinuai le mie mani dentro le coppe andando a cercare i suoi capezzoli, li trovai e cominciai a carezzarli, ebbi la soddisfazione di sentirli diventare duri sotto i miei massaggi.
Adesso l’atmosfera era rovente, io avevo la bocca secca, sentivo che mi ero spinta molto oltre, ma non avevo nessun desiderio di ritornare indietro, Erica si era ormai abbandonata sotto le mie mani, aveva smesso di suonare, e si lasciava cullare dai miei massaggi strofinando la sua testa sul mio corpo, tirai portai una mano all’allacciatura del reggiseno, con un movimento lo sganciai liberando i suoi seni, con un gesto fluido Erica lo lasciò cadere a terra e si girò a guardarmi, anche se era mia sorella mi parve bellissima, i suoi occhi brillavano di eccitazione su quel suo viso ancora da ragazzina, le sue labbra lucide mi attiravano, mi chinai verso di lei e iniziai a baciare timidamente le sue labbra, lei subì passivamente per qualche secondo, poi mi porse la sua lingua , io la accolsi nella mia bocca, mi parve la cosa più buona che avessi mai assaggiato, adesso ci stavamo abbracciando strette, mentre le nostre lingue si intrecciavano nelle nostre bocche, stemmo così per alcuni interminabili istanti, io portai la mia mano verso le sue mutandine, e infilai una mano dentro iniziando a carezzarle la fica, la trovai già bagnata, le mie dita indugiarono sulla sua apertura mentre continuavamo a baciarci, i nostri sensi erano incendiati, Erica mi sfilò la maglietta che indossavo liberando i miei seni, si chinò a leccarli soffermandosi a succhiare i miei capezzoli, ormai esploravamo i nostri corpi cercando il modo migliore di darci piacere.
Io non resistetti, dovevo sentire il suo sapore, volevo che lei fosse mia, mi chinai verso la sua fica, lei non fece alcuna opposizione, e finalmente affondai la mia lingua dentro di lei, la senti gemere al mio tocco, iniziai a leccare con foga, mi stringevo alle sue cosce tirandola verso di me come se avessi voluto entrarle dentro, leccai ogni cm della sua fica succhiando tutto il suo nettare, il suo sapore mi inebriava, Erica gemeva e si contorceva, le mordicchiai il clitoride, sentii il suo corpo contrarsi, stava per avere un orgasmo, incollai la mia bocca alla sua fica, volevo che mi venisse in bocca, quando il suo orgasmo esplose la mia bocca si riempì di liquido, iniziai a bere tutto era un nettare squisito, mentre Erica si rilassava dall’orgasmo io ripulivo la sua fica con la lingua entrandole in profondità.
Subito dopo la abbracciai, stringendola a me, volevo sentire il suo corpo caldo e fremente dall’orgasmo avuto, e sentire le sue sensazioni, Erica fu dolcissima, si strinse a me e cerco la mia bocca baciandomi con trasporto, sussurro un -Grazie- e riprese a baciarmi, accolse la mia lingua nella sua bocca succhiandola come un gelato.
Restammo alcuni minuti ferme ad abbracciarci, poi le mani di Erica cominciarono ad esplorare il mio corpo soffermandosi sulla mia fica, mi stava facendo eccitare nuovamente, mi piaceva la sua esuberanza cominciò a succhiarmi i capezzoli mentre le sue dita si faceva no strada dentro di me, iniziò un ditalino lento e deciso, continuando a leccarmi le tette, io mi abbandonavo ai suoi baci godendo del suo lavorio, ma non mi bastava, volevo risentire Erica, sentire la sua fica palpitante, mentre stava godendo, non mi importava di godere, volevo far godere lei, cercai di portarmi di nuovo sulla sua fica, ma Erica mi bloccò venendomi sopra, adesso avevo la sua fica sul viso, allungai la lingua per succhiare quel paradiso, Erica abbassò la sua testa andando a leccare la mia fica, il contatto della sua lingua mi fece sussultare, mai nessun ragazzo mi aveva procurato sensazioni così forti, per reazione affondai ancora di più la mia lingua nella sua fica, adesso facevamo a gara a chi leccava più forte, il piacere che ci davamo reciprocamente ci annientava.
Esplosi in un orgasmo lungo e interminabile, venni nella sua bocca, continuando a leccare Erica, non capivo niente, ad un certo punto la fica di Erica mi riempi nuovamente la bocca, eravamo venute simultaneamente.
Stemmo li abbracciate per terra coccolandoci a vicenda, a un certo punto Erica si alzò e preso il Violoncello mi suonò ?Per Elisa?.

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