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Racconti erotici sull'Incesto

TI VOGLIO BENE, MAMMA

By 30 Marzo 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

TI VOGLIO BENE MAMMA

Per fortuna c’&egrave mia madre. Penso spesso che senza di lei sarei perduto. A causa di un incidente in auto, non posso muovermi dal letto da quasi due mesi, mi sono rotto una gamba. Ormai sono quasi guarito da quel brutto giorno e devo ammettere che riesco a salire sulla sedia a rotelle da solo, ma farmi aiutare dalla mamma mi fa sentire più protetto.

Mio padre purtroppo &egrave morto da quasi 10 anni e spesso le dico che avrebbe bisogno di rifarsi una vita, di trovare un nuovo amore, e che &egrave ancora una donna molto attraente; infatti &egrave ancora giovane, ha 38 anni, e quando andiamo passeggiare in centro noto che molti dei miei coetanei si girano per guardarla, non possono fare a meno di guardare il suo seno, che credo sia almeno una quinta abbondante, e ogni volta che torniamo a casa ci diciamo quanti ‘guardoni’ abbiamo contato.

Scherziamo molto su questa cosa, &egrave anche per questo che oltre ad essere una madre &egrave anche un’amica, l’unica che ho. Già, devo ammettere che non ho una vita sociale molto attiva, ma mi piacerebbe tanto avere una ragazza, anche se so che sfigato come sono non potrò mai averne una. A volte mi capita di tornare a casa e scoprire di avere un’erezione, a causa delle ragazze che vedo in giro, soprattutto d’estate, con quei sederi sodissimi e quelle belle scollature vertiginose, come quelle di mia madre.

Anche se avevo 18 anni, avevo scoperto da poco la masturbazione, e per eccitarmi pensavo sempre alle ragazze più attraenti che vedevo nelle passeggiate con mamma, ma una sera, notai che mentre mia madre mi dava la buona notte, riuscii a vedere dentro la sua scollatura: si vedevano oltre i suoi capelli mori ondulati, oltre il suo mento, quei due enormi seni, quasi fino al capezzolo. Per la prima volta la vista di quelle due meraviglie mi fece eccitare, tanto da farmi avere un’erezione che dovetti subito nascondere. Mi masturbai tutta la notte pensando a quella scollatura, mi ricordo che non riuscii a chiudere occhio e alla mattina ero stremato.

Da quella notte vedevo mia madre con occhi diversi, quando le parlavo non riuscivo a guardarla per molto negli occhi, il mio sguardo si fermava prima sul suo seno, e poi anche sul suo sedere, che avevo imparato ad apprezzare: rotondo, sodo, bellissimo. Mia madre mi eccitava sempre di più.

Un pomeriggio ero sdraiato sul divano, e riuscivo a vedere mia madre in cucina che svolgeva le sue faccende, quando si abbassò per pulire il tavolo potei notare i suoi meloni che si agitavano dentro quel reggiseno nero, credo in pizzo, ad ogni passata sembrava che tutto quel ben di Dio dovesse straripare, ma non fu così, l’unico risultato fu che mi eccitai moltissimo. Preso dall’erezione decisi di fare una cosa mai fatta prima: masturbarmi in presenza di mia madre. Ovviamente lei non doveva vedermi, e la paura di non farsi scoprire lo rendeva ancora più eccitante del solito. Quando si girò per lavare i piatti decisi che era il momento di entrare in azione: aprii la cerniera con molta attenzione, slacciai il bottone, ed eccomi, col cazzo in mano ad ammirare ogni centimetro della mia mammina: portava i capelli raccolti tutti dietro la nuca, con solo un paio di ciuffi davanti ai suoi occhi verdi, indossava un maglioncino porpora con una scollatura a V (che purtroppo non riuscivo a vedere), e un paio di jeans attillati, che mi facevano apprezzare il suo bellissimo culetto.

Mentre la ammiravo, sperando che non si girasse, continuavo a toccarmi, venni quasi subito ma solo dopo la goduta capii di aver firmato la mia condanna a morte: avevo schizzato praticamente tutto il tavolino davanti a me!!! Probabilmente a causa della troppa eccitazione. Di solito gli schizzi erano meno potenti’ Cavolo! Cazzo! Se la mamma mi avesse scoperto non sapevo quale sarebbe stata la sua reazione. Mentre l’acqua del rubinetto scorreva, cercavo di trovare una soluzione, ma non mi venne in mente niente, il tavolino era troppo lontano e non riuscivo ad arrivarci.

All’improvviso sentii che l’acqua smise di scorrere, rimisi il cazzo nei pantaloni e sperai in un miracolo. Mia madre si girò, non notò le macchie sul tavolino e mi fece un gran sorriso. Credevo che fosse l’ultimo prima che scoprisse che mi masturbavo pensando a lei. Una volta finite le faccende in cucina mi preparai all’inevitabile, mentre si avvicinava mi rassegnai ed ero pronto a vedere come andava a finire.
– amore, tutto bene? Hai il faccino così pallido! –
– s-sì, tutto bene mamma, sto bene, non ti preoccupare –
Si sedette dove avevo i piedi e mi accarezzò il polpaccio affettuosamente
– dai, ti faccio una bella tazzona di t&egrave come piace a te –
– d’accordo, grazie mamma –
– un minuto e arr”.. ‘
Alzandosi, mia madre notò lo schizzo di sperma che sporcava il tavolino. Aveva uno sguardo curioso, probabilmente non aveva capito cos’era. Forse avevo ancora qualche speranza.
– ha l’aria di essere deliziosa ‘ disse.
Si abbassò, e con l’indice raccolse tutta la mia sborra.
– no, mamma!! Non lo fare!!
Guardò per un attimo il dito, e poi lo succhiò di gusto per qualche secondo.
Non potevo credere ai miei occhi, mia madre sapeva benissimo cos’era!
– mmmmmh, erano anni che non la assaggiavo, buonissima ‘
Rimasi impietrito, ma notai che i miei pantaloni avevano un rigonfiamento vistoso, vedere che mamma assaggiava con gusto la mia sborra era troppo eccitante.
Si sedette di nuovo sul divano e cominciò ad accarezzarmi l’interno coscia.
– che bambino sporcaccione che abbiamo qui, ti piace toccarti il pisellino guardando le mie tettone? Non &egrave vero amore? –
Feci un cenno con la testa, non avevo la forza di parlare.
Intanto la mano continuò a salire arrivando quasi fino al cazzo. Ebbi un sussulto.
– amore, visto che ti piacciono così tanto, ti va di toccarle? Dai non fare il timidone! ‘
Afferò la mia mano e se la appoggiò sul petto, prima sopra il maglioncino, poi pian piano la infilò all’interno, sentivo i suoi capezzoli che sporgevano dal pizzo del reggiseno. Mi guidava velocemente sopra i suoi enormi meloni, erano così sodi. Presi coraggio e cominciai a palpargliele con tutte e due le mani, non avevo più bisogno del suo aiuto.
– ma bravo il mio bambinone, fai vedere alla mamma come usi le manine ‘
Dopo qualche minuto passato a toccarle, si decise a farmi vedere l’enorme panorama che c’era lì sotto, non stavo più nella pelle. Prima si sfilò il maglioncino, poi mi chiese se la aiutavo a slacciare il ferretto del reggiseno. Si girò di spalle e con un po’ di fatica riuscii a slacciarlo.
– eh amore, adesso vedrai come si gonfia per bene il tuo bel pisellino’ –
Appena si girò ebbi davanti a me lo spettacolo più bello della mia vita: erano ancora più belle di quanto le immaginavo: alte, sode, rotondissime, le aureole rosa chiaro circondavano dei capezzoli grandi e gonfi.
– allora?! Ti piacciono? ‘ chiese sorridendo.
– sei bellissima ‘ risposi a stento
– tesoro, non sai quanto speravo che me lo dicessi un giorno, adesso meriti un premio ‘
Non sapevo di cosa stesse parlando, forse avrei passato tutto il pomeriggio a palparla, o forse sarebbe andata in giro senza reggiseno tutto il giorno’
Mise lo sguardo sulla cerniera dei pantaloni, poi passò la lingua tutta intorno alla bocca, il rigonfiamento era vistoso. Appoggiò la mano sulla patta e cominciò a massaggiarmi, il mio pene era così duro che mi faceva male.
– al mio tesorino piace farselo massaggiare dalla mamma, che sporcaccione ‘
Ormai la mamma era in preda al delirio, ma la cosa mi arrapava ancora di più. Abbassò la cerniera e slacciò il bottone, mentre con l’altra mano continuava a palparlo. Vedevo che si mordeva il labbro inferiore.
– vediamo che bel pisellino che ha il mio amore’ ‘
Infilò la mano nei pantaloni e lo tirò fuori con dolcezza materna. Appena lo vide notai sul suo viso un gran stupore, forse era delusa dalle dimensioni, speravo di no.
– te-tesoro, ma tu hai un’ un PISELLONE enorme!! Ma bravo il mio bambino!!
Ero felice della soddisfazione di mia madre, era orgogliosa di me.
– non ne avevo mai visto uno così grosso in vita mia ‘
Meravigliata cominciò a menarmelo con molto tranquillità, quasi avesse paura che potesse essere un sogno. Sentivo la sua mano fredda sul mio cazzo che saliva e scendeva. Poi provò ad utilizzare anche l’altra e vide che ci stava comodamente.
– amore, visto che ho le mani così fredde so io come scaldartelo ‘
Scese dal divano senza staccare gli occhi dal mio pene e si mise in ginocchio, le tette quasi toccavano il cuscino, poi si chinò e mentre continuava a masturbarmi, cominciò a leccarmi le palle, con molta lentezza, prima una poi l’altra, le sentivo dentro la sua bocca coccolate da quella lingua sapiente. Stavo quasi per venire, ma cercai di trattenermi. Avevo paura che poi avrebbe smesso.
Senza interrompere la leccata appoggiò il cazzo sul mio addome facendo scorrere la bocca come se stesse succhiando un ghiacciolo e la mano passò a massaggiarmi le palle.
– ti piace come te lo succhia la tua mammina tesoro?
– si mamma, &egrave bellissimo ‘
Sentendo quelle parole cominciò a leccare con ancora più gusto. Senza sosta me lo rimise di nuovo in piedi, si staccò un attimo dalla presa, lo ammirò per qualche secondo, poi fece affondare finalmente la cappella nella sua bocca, provai un piacere immenso, quasi le venni subito in gola, ma riuscii a resistere. Vedevo mia madre che tentava di scendere fino in fondo, ma riuscì ad arrivare solo a metà. Si staccò un attimo ansimando.
– sai tesoro, quello del paparino ci stava tutto in bocca, il tuo invece &egrave troppo grosso, mi dispiace tanto ‘
Si rimise subito al lavoro, adesso si stava soffermando sulla cappella, stringendola in una morsa, tra le sue labbra, e torturandola di piacere con la sua lingua. Quando non ce la facevo più scendeva fin dove poteva per qualche secondo, insalivandolo tutto, poi riprendeva la sua dolce tortura. Successivamente riprese a masturbarmi, ma la cosa più bella era che lo faceva appoggiando la cappella sulla sua lingua. Vide che mi piaceva molto, allora continuò per qualche meraviglioso secondo quel gesto.
Mentre continuava a spompinarmi spostai lo sguardo sulle sue enormi tettone, lei lo notò e a malincuore staccò la bocca dal mio arnese.
– adesso metto il tuo bel pisellone tra le mie tette’ vedrai che ti piacerà ‘
Non avevo mai pensato a una cosa del genere quando mi masturbavo da solo, era la cosa più eccitante che potessi immaginare. Mia madre mantenne la parola e mentre mi segava raccolse le sue grandi mammelle e le appoggiò sul mio pube, prima le fece scorrere avanti e indietro intorno al mio cazzo ancora insalivato dalla sua lingua, poi lo circondò con quegli enormi meloni e cominciò a salire e scendere senza sosta, facendomi una bellissima sega.
– per essere la prima volta, il mio bambinone sta durando a lungo! Che figlio bravo che ho ‘
– grazie mamma ‘
– ma adesso ti faccio venire io, vediamo quanta sborra esce dal tuo pisellone –
Dopo aver strusciato in qualsiasi modo le sue tettone, sciolse quella meravigliosa morsa, e puntò con sguardo deciso sulla mia asta.
Lo rimise in bocca e cominciò di nuovo a succhiarlo, ma stavolta con più decisione, su e giù senza sosta, poi si fermò a succhiare avidamente la cappella con la mano che massaggiava vigorosamente le palle, mentre l’altra mi faceva una bellissima sega.
– MAMMA, STO PER VENIRE!!!!
Pensavo che si spostasse, ma in risposta ebbi solo un mugolio di piacere.
Stavo per venire, volevo trattenermi ma non ci riuscii.
Sentii il mio cazzo schizzare litri di sperma nella bocca di mia madre, che mugolava in preda al piacere. Ebbi un’eiaculazione colossale, e vidi qualche goccia del mio seme uscire dalla bocca di mia madre e scendere lungo il pene. Non potevo credere ai miei occhi, non ne voleva sapere di smetterla, continuava a succhiare la mia asta ancora in preda alle contrazioni, vedevo la sua gola che deglutiva e la cosa mi fece eccitare molto. Dopo quasi un minuto finalmente si staccò, ma vide la goccia che era scesa prima e si avventò per gustarla. Pensavo avesse finito, ma strinse ancora con violenza la cappella cercando di far uscire un ultimo residuo, ne uscì pochissima, ma la gustò tutta come se fosse il suo ultimo pasto.
Ero sfinito.
– la pappa del mio tesoro &egrave buonissima, stasera te ne va di darne ancora alla tua mammina? ‘
– certo mamma ‘
Mi lasciò lì sul divano, rimise il pene con cura nei miei pantaloni, li allacciò e poi si rivestì riprendendo le sue normali faccende di casa.
– ah tesoro, dimenticavo. Ti voglio bene.
– anch’io mamma –

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