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Racconti erotici sull'Incesto

Una mamma vogliosa di cazzo

By 4 Marzo 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Il mio nome è Lilli, ho 40 anni e sono una donna sposata con due figli. Ho sempre avuto un’attrazione per i ragazzi giovani, e a volte di nascosto da mio marito, scambio occhiate di complicità con ragazzi che incontro lungo la strada. Mi piace provocare, e ultimamente mi sono messa dentro situazioni “peccaminose”. Quando mio marito è al lavoro, come stamattina, mi piace stare su internet, e a volte mi fermo in siti sexy, e mi piace leggere racconti erotici o guardare video porno. Sono una moglie maialina, non sono proprio una santa insomma.
Ultimamente, mi sono resa conto che la mia mano scivola giù lungo il mio corpo, fino ad accarezzare la mia passerina, quando davanti a me ho la visione di donne che vengono violate da cazzi giovani, soprattutto quando ragazze nude, stanno in ginocchio davanti ad un uomo e aprono la bocca per ricevere uccelli duri e vogliosi. Comincio dunque, ad immaginarmi inginocchiata davanti al cazzo di un amico di mio figlio, immagino di prenderlo in bocca e riempirmela completamente.
A volte immagino che dietro la porta ad osservarci ci sia proprio mio figlio con la voglia di unirsi a noi e farsi spompinare dalla mamma.
Con questi pensieri, lascio scivolare le mie dita dentro la figa e raggiungo umidi orgasmi molto forti. Immagino Andrea, il mio figlio minore di 19 anni, davanti a me, col cazzo duro e con la voglia di scoparsi la mamma.
Non vi nascondo che da un po’ di tempo sono ossessionata da questo pensiero. Mi capita di osservare Andrea camminare per casa in mutande e di notare il suo pacco.
Sembra che il suo cazzo sia grosso.
Ossessionata da un po’ di tempo dall’idea di mio figlio, ho cominciato a scopare con mio marito, immaginando che a fottermi fosse il cazzo di suo figlio e quando mi faccio prendere a pecora, raggiungo orgasmi molto violenti, perché mio marito ha la voce simile a quella di mio figlio e così posso immaginare che dietro di me, ci sia un altro uomo, un altro cazzo.
Un giorno, ero entrata in camera di mio figlio per pulire la stanza, lui era sotto la doccia e il suo computer era acceso.
Sono stata presa da una forte eccitazione, ho cominciato ad immaginare mio figlio, seduto sulla sedia a guardare film porno e a segarsi. Mi sono immaginata davanti a lui, prenderglielo in bocca ed a farmi impalare dal suo cazzo, mentre lui passava da un film all’altro.
Cercai di distrarmi e cominciai a sistemare il letto. Quando mi avvicinai alla scrivania percepì un forte odore di sborra, poco dopo mi resi conto da dove arrivava quell’odore, sicuramente mio figlio prima di fare la doccia si era masturbato e aveva buttato i fazzolettini nel cestino.
Non resistetti ed andai a controllare,c’erano alcuni fazzolettini e uno tra tutti era umido e pesante, lo presi in mano e con mia sorpresa notai che era pieno zeppo di sborra.
Mi eccitai da morire, ero li, con la sborra di mio figlio in mano.
Portai il fazzolettino al naso e un poco di liquido cadde sulle mie narici, lo feci scivolare sulle mie labbra e con la punta della lingua ne assaporai il gusto salato.
Mi portai una mano sul seno e mi strinsi un capezzolo, un brivido percorse la mia schiena, avvicinai il viso al fazzolettino e appoggiai le labbra sul liquido che mi stava dando tanto piacere, avevo le labbra bagnate completamente dallo sperma di Andrea. Feci scivolare l’altro mano tra le cosce e con un dito cominciai ad accarezzarmi.
Stavo per penetrarmi quando sentì un click, era la porta del bagno, mio figlio aveva finito di farsi la doccia, e stava tornando in camera.
Fui presa dal panico e provai a gettare il fazzoletto nel cestino, ma prima che ci riuscissi entrò Andrea. Rimase fermo, immobile sull’ingresso della porta, spaesato. Balbettò qualcosa: mamma cosa fai? Cercai di essere indifferente, gli risposi che stavo pulendo la stanza come sempre, ma il mio respiro era veloce, i miei capezzoli duri, si intravedevano dalla sottile maglietta che indossavo e soprattutto le mie labbra’ notai lo sguardo di Andrea fisso sulle mie labbra, erano umide e biancastre, macchiate dalla sua lunga sborrata. Quando me ne resi conto, passai la lingua per pulire, e involontariamente ingioiai’
Era molto strano, tutto accadde velocemente, gli occhi di mio figlio addosso, mentre involontariamente la sua sborra mi arrivava in gola’
Andrea con voce rotta, mi disse’ mamma’
Curvò la schiena, e dall’accappatoio uscì il suo cazzo. Un’asta rivolta verso l’alto, molto più grossa e più lunga di quella di suo padre’
Da quel momento in poi non ci furono parole, ne ci guardammo in faccia. Ricordo che mi avvicinai al suo cazzo e lo presi in bocca, lui cominciò a muoversi dentro di me, mi prese per i capelli e si lasciò succhiare.
Prima di venire, uscì e scaricò un’intensa sborrata sul mio collo e sulla mia maglietta.
Restammo così per un minuto, il suo cazzo che pulsava e lentamente tornava a dimensioni normali davanti ai miei occhi, ed io’li, incredula di quello che era appena successo, con le mutandine completamente bagnate dagli orgasmi avuti da quel primo pompino incestuoso.

Ti è piaciuto il mio racconto? Perchè non mi scrivi e mi fai vedere la tua eccitazione? E’ interessante notare come gli eventi ci cambino completamente, come pochi minuti possano cambiare del tutto le dinamiche di una famiglia, come nella mia, dove una regolare vita famigliare è stata interamente stravolta da quella volta che presi in bocca il cazzo di mio figlio.
Stavo in camera sua e stavo pulendo, quando un forte odore di sborra che usciva dal cestino della spazzatura mi fece completamente perdere il controllo.
Presi in mano quel fazzolettino e cominciai ad assaporare i suoi umori, mentre mio figlio dall’uscio della porta cominciava ad eccitarsi nell’osservare la mamma così vogliosa.
Finì in pochi minuti col suo cazzo in bocca e con la magliettina piena di sborra.
Un incesto che avrebbe cambiato le dinamiche della mia vita coniugale e il rapporto tra me ed i miei figli.
Il giorno dopo a quel pompino non ebbi il coraggio di guardare in faccia mio figlio e tra i due ero io la più imbarazzata, perché Andrea, invece, avrebbe volentieri ripetuto quell’esperienza con la mamma.
Lo notai sin da subito.
Come ogni mattina rimanevamo soli in casa ed io evitavo in tutti i modi di incrociarlo, anche se lui cercava un contatto e continuava a provocarmi.
Girava in casa in mutande, un fisico asciutto e muscoloso. Un diciannovenne con una sottile peluria e un cazzo grosso e lungo che gonfiava tra le mutande. Facevo finta di non guardarlo, ma con la coda dell’occhio catturavo il suo corpo, i suoi muscoli. Cercavo la forma del cazzo dietro le mutande.
Cercavo di essere indifferente alla sua presenza, ma era difficile dimenticare che il giorno prima mi ero ritrovata inginocchiata col suo cazzo in bocca.
Andrea dovette capire che ero indifferente alle sue provocazioni e senza dire niente si chiuse in bagno a fare la doccia.
Rimasi per qualche secondo immobile, pensando a cosa era successo il giorno precedente, si stava creando la stessa situazione, mio figlio chiuso in bagno ed io pronta ad andare a pulire la sua stanza’ di colpo un pensiero mi sconvolse, e se Andrea aveva ricreato la stessa situazione? E se in camera aveva lasciato nuovamente una sorpresina per me? Nel pensare tutto questo il mio cuore arrivò in gola, presi la scopa ed entrai in camera sua’ facevo finta di pulire, ma i miei pensieri erano concentrati su quel cestino, immaginavo di ritrovarci i suoi umori, la sua provocazione’ non resistetti alla tentazione e sospirai quando cominciai ad avvicinarmi a quel cestino.
Ero già bagnata dall’idea di ritrovare la sua sborra, di mettermela in bocca e di godere di nascosto con gli umori di mio figlio. Rimasi delusa, dentro il cestino non c’era nulla.
Forse per Andrea era tutto finito li, forse aveva già dimenticato la mamma, forse la mia perversione era destinata a nascere e morire dopo quel pompino fugace del giorno prima ‘ uscì dalla camera prima che mio figlio uscisse dal bagno, non volevo che Andrea mi vedesse in camera sua, non volevo che pensasse anche solo per un secondo che sua mamma era entrata in camera, con lo scopo di fare nuovamente la troia.
Dopo poco Andrea uscì dalla doccia e venne in cucina, con i capelli bagnati che lo facevano apparire ancora più piccolo, mi disse: mamma, puoi andare a pulire in bagno, devo uscire velocemente e non ho tempo!
Accennai un si con la testa, dissimulando un certo imbarazzo e senso di colpa per quello che avevo pensato qualche minuto prima, per aver cercato nuovamente mio figlio, e soprattutto perché lui non aveva cercato me. Andai in bagno e quello che mi si presentò davanti mi fece completamente perdere il controllo.
C’era qualcosa nel lavandino, la porcellana blu, era ricoperta di schizzi biancastri. Era la sborra di mio figlio!
Non potevo crederci, mio figlio aveva cominciato a giocare con me. La sua perversione era superiore a quella della mamma. Mi invitò nuovamente ai suoi umori, alla sua sborra.
Mi avvicinai al lavandino e percepì l’odore forte. Ne raccolsi un po’ con l’indice e lo portai in bocca.
Mentre il suo sapore mi riportava al giorno prima, raccolsi un altro po’ e la feci scivolare sulle guance. davanti a me c’era uno specchio, potevo osservare il mio volto, perso in una forte eccitazione e rigato dagli umori di mio figlio.
Feci scivolare la stessa mano giù, e andai oltre le mutandine, giocavo con i peli della mia figa,macchiandoli con il succo di mio figlio. Mi penetrai.
Un sospiro mi si dipinse il volto, mi morsi le labbra e cercai con la lingua un’altra macchia di mio figlio. Erano secondi interminabili e soprattutto molto eccitanti.
Quando rialzai la testa, vidi qualcuno sull’uscio della porta, era Andrea, appoggiato ad un angolo, completamente nudo e col cazzo in mano. Sul suo viso c’era stampato un sorrisino malizioso, lo guardai con voglia, osservai il suo cazzo lungo e grosso che puntava verso l’alto, mi eccitai quando sputò sulla cappella e cominciò a lubrificarsela’guardai la sua mano, andare su e giù.
Spostai lo sguardo verso di me, ero davvero eccitata, un dito in bocca, il viso rigato dalla sborra di mio figlio, una tetta grossa che fuoriusciva dalla maglietta, il capezzolo turgido, l’altra mano dentro i pantaloni.
Potevo ben capire che con una visione simile mio figlio era al massimo dell’eccitazione.
Si avvicinò a me , mi guardò per un attimo, e si chinò sul mio seno.
Cominciò a succhiare, con i denti pizzicava il capezzolo turgido, giocherellava con la lingua mentre sospiravo come una troia.
Con l’altra mano, tirò fuori dalla maglietta l’altra tetta e sprofondò tra di esse.
Cominciò a leccare a morderle, le stringeva, le faceva sue.
Avevo raggiunto il primo orgasmo e lui se ne accorse perché, mise la sua mano sulla mia figa e ne raccolse gli umori e i piaceri’ cominciò a giocare con la figa, pizzicava i miei desideri, e lentamente scivolò giù, cominciando a leccarmela, e facendomi godere dal piacere. Mentre mi leccava si masturbava.
Ero invidiosa della sua mano, volevo essere io a masturbarlo, volevo avercelo io il suo cazzo in mano.
Mentre Andrea mi leccava, il mio sguardo cadde nuovamente sulla sua sborra, sul lavandino e allora mi chinai e continuai a leccarla tutta, pulivo il lavandino con la mia lingua, mentre mio figlio puliva la mia figa. Per leccare mi ero curvata e Andrea ne approfittò per scivolare con la lingua in un ‘altro posto, dove mio marito non era mai arrivato.
Mio figlio cominciò a leccarmi il buchetto del culo.
Una nuova sensazione mi avvolse, cominciai a gemere e a sospirare, lui dovette capire la mia eccitazione e cominciò a leccare avidamente, infilava la lingua dentro e a momenti mordeva le mie chiappe.
Persi completamente il controllo venni su di lui, e lo perse anche lui, perché mentre con la lingua stava dentro al mio sedere, cominciò a sborrare.
Uno, due, tre schizzi, macchiavano il pavimento, mentre sborrava, contraeva i muscoli e stringeva i denti sul mio buchino, mentre scaricava gli ultimi schizzi di piacere incestuoso, penetrava il mio culo con la sua lingua.
Un altro passo in avanti era stato fatto quel giorno, tra me e mio figlio una nuova complicità stava prendendo piede ‘ l’unico rammarico di quella mattinata era stato che non ero riuscita neanche per un attimo a godere del suo cazzo, ma davanti a noi c’erano tante mattinate e tante nuove occasioni per stare insieme. Dopo i primi approcci con mio figlio Andrea, si svilupparono nuove complicità, soprattutto dopo l’ultima volta, quando mi ritrovai in bagno, con il suo viso tra le cosce e la lingua sulla figa.
Cercavamo un contatto in tutti i modi, anche quelli più pericolosi.
Soprattutto Andrea, che nell’impeto di possedere sua madre, dimostrava l’incoscienza dei suo anni.
A volte, anche davanti a suo padre riusciva ad essere perverso. Lo faceva cornuto senza che se ne accorgesse.
Una mattina per esempio, stavo facendo colazione insieme a Gabriele, e mio figlio, appena alzatosi, mi passò accanto, strusciandomi sulla schiena il cazzo ancora in tiro dalla notte.
In quelle occasioni cercavo di restare impassibile, ero tremendamente impaurita dalla reazione che avrebbe potuto avere Gabriele, ma non vi nascondo che la situazione mi intrigava.
Un’altra volta invece, ero seduta sul divano e mio marito era appena andato in bagno, mi ritrovai Andrea dietro di me, e senza voltarmi cominciai ad accarezzarlo, ci misi qualche secondo a realizzare che non stavo toccando la sua mano, ne il suo braccio, ma mio figlio, incoscientemente, se ne stava dietro di me, col cazzo fuori dalla tuta a farselo accarezzare. In quella occasione mi innervosì, gli lanciai uno sguardo nervoso e lui si rimise subito il cazzo dentro la tuta. Dovette sedersi per dissimulare la sua erezione, visto che il padre stava rientrando in camera.
Quella volta fu strana, perché mio marito si sedette vicino a me e mi prese la mano, la stessa mano che aveva appena accarezzato il cazzo di suo figlio.
Evitai di guardare Andrea, ma potevo immaginare un piccolo sorrisino tra le sue labbra.
Ci furono tanti piccoli gesti come questo, per esempio, Andrea faceva finta di non accorgersene e prendeva il bicchiere dove avevo bevuto e se lo portava in bocca, solamente io riuscivo a percepire la malizia con la quale appoggiava le labbra dove poco prima avevo bevuto io.
Non vi nascondo che anche io a volte , scendevo a compromessi con la sua incoscienza giovanile, gli passavo accanto, strusciandogli la figa sulla mano, oppure mentre mangiavo, aprivo la bocca in modo tale da dissimulare il momento nel quale, avevo avuto il suo cazzo in bocca.
In quei momenti era Andrea in difficoltà, la cosa mi divertiva e Dio solo sapeva, in che stato si trovava il suo cazzo.
A volte lo guardavo e mi stupiva vederlo così diverso da suo padre.
Da me, aveva ereditato i caratteri dolci del viso e gli occhi, grandi e scuri, ma la sua pelle era bianca, così diversa dalla mia e da quella di suo padre.
Mio marito è un uomo forte, peloso, mediterraneo, capelli scuri e corti, le gambe muscolose e pelose, il suo cazzo è lungo e grosso, ma non come quello di suo figlio, quello di Andrea è più grosso e più lungo.
Dal primo pompino che gli ho fatto non me lo ero levato più dalla testa, ed a volte mi sento in colpa per questi pensieri, ma in altri momenti me ne infischio e cerco in tutti i modi un nuovo contatto col suo cazzo.
L’altra sera eravamo davanti alla tv, io ero nel mezzo tra mio marito ed Andrea, avevamo una coperta addosso.
Non era una situazione nuova, ma visti gli eventi dell’ultimo periodo era molto pericolosa.
Mi preoccupava la stupidità di Andrea e ve lo confesso, mi preoccupava anche il mio essere troia, e queste due cose insieme erano pericolose.
Stavamo guardando un film e Gabriele mio marito ogni tanto si addormentava, io ero presa talmente tanto dal film, da non accorgermi che nel frattempo Andrea si era leggermente girato verso di me strusciandomi il cazzo sulla coscia.
Me ne accorsi dalle pulsazioni del suo uccello oramai in tiro appoggiato sulla mia gamba.
Lo fulminai con lo sguardo e spostai la gamba, ma l’idea di quell’uccello pulsante mi aveva già eccitata, e ad accorgersene fu anche Andrea, che con un movimento furtivo, infilò la mano tra le mie cosce.
La levò e strofinando il pollice con l’indice e il medio, mi guardava. Le sue dita erano bagnate dagli umori della mia figa.
Mi vergognavo da morire, era bastato il suo cazzo addosso per eccitarmi, ed ora la mia eccitazione si perdeva dentro la sua bocca.
Mio marito continuava a dormire mentre Andrea riportava le sue dita tra le mie gambe e pizzicava le mie labbra.
Quello che voleva mio figlio era farmi godere e assaporare i miei umori, e diverse volte si portò le dita in bocca.
Ad un certo punto prese la mia mano e se la portò sul suo cazzo. Non era mia intenzione fargli una sega, soprattutto con mio marito di lato, ma neanche era intenzione di Andrea. Quello che voleva era ben altro, con le dita strinse la sua cappella che rilasciò un liquido sulle mie mani. Non era sborra, ma un liquido pre- seminale. Si avvicinò al mio orecchio e mi disse: ‘assaggia’.
Portai gli umori del cazzo di Andrea in bocca e mi lasciai invadere dal sapore salato di quella crema.
Mio figlio mi guardava mentre assaporavo la sua perversione.
Fu così che finì quella serata, col sapore del suo cazzo in bocca e con una frase che furtivamente mi sussurrò: ‘mamma voglio vedere come ti scopa papà’. A volte basta poco per cambiare la percezione della realtà, a volte bastano poche parole per cambiare un’emozione, il modo col quale percepiamo e viviamo uno spazio, il modo col quale ci rapportiamo con gli altri’ a volte bastano poche parole per percepire qualcun altro in maniera nuova.
E quella volta bastò la lingua di mio figlio per farmi desiderare il cazzo di mio marito, in modo nuovo.
Molti di voi forse hanno vissuto la sensazione di un rapporto coniugale, l’abitudine di avere accanto sempre la stessa persona, e anche se i modi di scopare possono cambiare e maturare nel tempo, molti di voi forse sapranno come gli anni segnano e possono rendere una persona scontata.
Questo è successo con Gabriele, mio marito.
Con lui ho passato momenti felici, attimi di eccitazione estrema.
Abbiamo raggiunto dei limiti con lo scopo di oltrepassarli, abbiamo sempre cercato nuove vie di conoscere il sesso, anche se mai, credetemi mai, ho avuto il coraggio di dargli il culo.
Ho cercato in tutti i modi di lasciarmi andare, ma quando il cazzo di mio marito cercava di farsi strada mi contraevo e mi giravo dall’altro lato.
Ricordo una volta, che la cappella di mio marito era riuscita a penetrarmi.
Sentivo il buco del culo aprirsi al passaggio del suo cazzo.
Ricordo la percezione del l’uccello, un’asta calda e dura che penetrandomi mi dilatava e mi faceva sentire piena. Lo volevo con tutte le forze, ma nello stesso tempo, avevo paura, contraevo i muscoli e diveniva impossibile farmi scopare.
Ma qualche tempo fa, fu diverso.
Dopo tanti anni di matrimonio e di scopate, avevo bisogno di vivere una nuova emozione e sono convinta che la causa fu proprio mio figlio.
Precedentemente mi aveva fatto scoprire il piacere di essere forzata con la lingua.
Ricordo ancora la sensazione della sua lingua che con enfasi leccava il mio buchetto, mi sentivo umida e con il buco aperto, sentivo che pian piano, la sua lingua poteva scendere ancora più giù ‘ penetrarmi il culo, farmi sentire puttana, percepivo i miei muscoli rilassati e non contratti come quando mio marito cercava di prendermi.
Si, forse era dovuto a questo, mio figlio, aveva aperto la strada al padre. La sua dolcezza nell’avvicinarsi al mio culo era la porta d’ingresso per il cazzo di suo padre.
Gabriele forse aveva sbagliato approccio, invece di sputare sul cazzo e poi scoparmi di colpo, forse doveva alzarmi le gambe e tuffarsi sul mio buchetto, farmi godere, farmi rilassare, farmi sentire troia e poi scoparmi.
In quel periodo Gabriele amava prendermi da dietro, mi diceva che così ero ancora più troia, più desiderabile. Questo mi divertiva, anche perché a volte, quando mio marito era dietro di me, stringevo le cosce sul suo cazzo, e lo sentivo in tutta la sua potenza: grosso e caldo.
Quella sera, ci mettemmo a letto e non persi tempo nel fargli capire che avevo voglia di lui’una delle cose che fa impazzire Gabriele sono i miei perizomi, molto sottili e di pizzo e feci in modo che avvertisse il filo rosso che stringevo tra le natiche.
Lui accarezzava la mia schiena e lentamente scivolava giù. La sua mano sfiorò il filo del perizoma.
Bastò quel contatto per eccitarlo, potevo avvertire il suo cazzo crescere, pulsava sulla mia pelle’ contrassi il bacino e spinsi il culetto verso le sue mani.
Lui, giocava col filo delle mie mutandine, ne seguiva il percorso, lo tirava, provocandomi una leggera pressione sulla fica che mi eccitava.
Nel frattempo mi baciava sul collo e mi premeva il cazzo sulla schiena, avevo voglia di lui, del suo uccello nel culo, volevo essere la sua puttana. Le sue dita seguirono il filo del mio perizoma, arrivarono sul mio sederino, e proseguirono ancora, fino ad arrivare sulla mia fica.
Non era quello che volevo, speravo che si fermasse prima, sul mio culo. Fu così che mi mossi leggermente, avvicinando il mio culetto alla sua manona. Mio marito rimase un attimo fermo’incredulo’ e subito dopo si avvicinò e mi sussurrà: amore!
Accennai un sorriso, mentre Gabriele cominciò a roteare l’indice sul mio buchino e questo mi stava già facendo impazzire’ volevo essere leccata, penetrata con la lingua, sentirmi desiderata con mai prima. Gabriele fece scorrere l’altra sua mano sul mio viso, ne portò un dito nella mia bocca e raccolse un po’ della mia saliva, la portò sul mio culo e delicatamente mi penetrò.
Istintivamente mi irrigidì, ma non volevo rovinare quel momento, volevo il suo cazzo nel culo, volevo essere posseduta.
Mi girai e cominciai a baciarlo delicatamente sulle labbra, sfiorai la sua lingua e gliela morsi. Questo lo eccitò da matti, si prese la mia bocca, la sua lingua leccava avidamente le mie labbra, penetrava la mia bocca, lentamente scese sul mio collo, cominciò ad assaporare la mia pelle, mi regalava brividi intensi, lo avvolsi con le mie gambe mentre mi mordeva i seni, avvertivo il suo cazzo sulla pelle, la sua voglia di me.
Scivolò lentamente verso il mio ombelico, fino ad arrivare sulla mia fica, cominciò a leccarmi ed io a gridare, strinsi la sua testa con le gambe mentre godevo intensamente.
Inarcai la schiena e Gabriele si ritrovò con il viso sul mio culo, alzò gli occhi e mi guardò, riuscì a percepire il suo stupore, mentre se ne stava con la testa tra le mie cosce ed io lentamente lo facevo scivolare sul mio culetto.
A quel punto Gabriele perse il controllo, cominciò a leccarmi avidamente il culo ed io a gemere come una maialina.
Fu così che mi feci prendere il culo, mio marito mi teneva le gambe in aria, mentre col culo in aria mi aprivo al suo cazzo. Mi penetrò con delicatezza, ma comunque avvertì un forte dolore, anche se diverso rispetto alle altre volte’mi coprì la bocca ‘ e il dolore dopo un po’ divenne piacere, il suo cazzo si faceva strada dentro di me, sempre più in profondità.. ero persa dalla goduria, non pensavo fosse possibile provare una tale sensazione’ anche mio marito era fuori di se.
I primi attimi di dolcezza si trasformarono in passione e adesso mi scopava con violenza, sentivo le palle sbattere contro il mio culo, il cazzo invadermi completamente.
Mi accorsi che stava per venire, il suo cazzo si gonfiò e lui si irrigidì, a quel punto feci una cosa da grande porcellina, lo strinsi a me, non lo lasciai uscire e con un forte urlo di mio marito sborrò dentro.
Avvertivo la sborra invadermi, gli schizzi riempirmi. Il suo cazzo, liberarsi da tanti anni di attesa per il mio culo.
Ancora col cazzo dentro, Gabriele si sdraiò su di me ‘ e insieme cercammo di calmare i nostri respiri. Mentre mi godevo la sensazione del cazzo di mio marito, volai col pensiero su mio figlio.
Fu lui ad aprire la strada a suo padre, grazie a lui, mio marito si prese il mio culo.
Gabriele doveva prendere lezioni dall’esperienza giovanile del suo bambino.

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