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UNA NUOVA FAMIGLIA – CAPITOLO I

By 25 Febbraio 2023No Comments

Mamma e io siamo rimaste sole per un matrimonio finito male e un padre semialcolizzato che ha preferito darsi alla macchia facendo sparire ogni sua traccia. Sono Vanessa e ho compiuto da poco 19 anni, mamma Claudia è giovanissima, sembriamo sorelle e a volte lo facciamo credere a chi non ci conosce, suo marito, preferisco chiamarlo così, l’ha quasi violentata poco più che bambina e ha dovuto sposarla per riparare visto che nel pancione ci stavo io, ecco spiegato perchè sembriamo sorelle. Mamma infatti ha da poco compiuto 34 anni, fate un po’ voi i conti, ed è una bellissima ragazza mora, taglia 42 un seno ben messo e una silouette che fa girare molti uomini per strada. Evito di descrivermi in quanto ripeterei i connotati appena descritti. Malgrado tutto però mamma non è mai stata una persona affamata di sesso e nemmeno io per la verità. Tutto sembrava trascinarsi mestamente senza grossi sussulti fino ad una mattina di un anno fa. Mentre eravamo intente a fare colazione mamma mi dice:
– Vany devo parlarti.. –
-Dimmi ma’…-
– Sai – continua – ho iniziato ad uscire con un collega, sai Mario? E’ carino con me e abbiamo molte cose in comune, la moglie lo ha lasciato per un riccone sfondato 1 anno fa e adesso si ritrova solo a crescere due figli che anche se grandi danno sempre dei problemi. –
Ha detto tutto d’un fiato come a liberarsi di un peso enorme, poi ha fatto una pausa scrutando il mio sguardo interessato ma che non lasciava trasparire reazioni emotive e ha continuato – credo che non ci sia nulla di male, in fondo sono ancora giovane e vorrei iniziare a vivere, cosa ne pensi? –
– Mamma cosa vuoi che ti dica, sono semi-sconvolta non tanto per la notizia ma per come tu sia riuscita a non far trapelare nulla, comunque sono contenta che ti rifai una vita –
Mentivo spudoratamente, mamma da molti anni era solo mia e un senso di gelosia si era impossessata di me, ma mica potevo frenarla aveva maledettamente ragione, era una bellissima trentaquattrenne, libera, molte ragazze della sua età non si sono ancora sposate e lei invece aveva tirato su me. Non mi piaceva ma non potevo frenarla. Mi alzai nascondendo il mio nervosismo e le diedi un bacino sulla guancia. Poi corsi in camera mi buttai sul letto e scoppiai a piangere affondando la faccia sul cuscino.
Pochi minuti dopo andai in bagno mi preparai per la scuola e uscii salutando ad alta voce mamma che mi rispose dalla sua camera.
Per tutta la mattina non volli pensare al fatto rimuovendolo dalla mia testa. Ma inconsciamente il martello batteva nella mia testa. Lo conoscevo Mario, eccome, per la verità conoscevo sua figlia, poco più grande di me, una classe sopra la mia, Valentina. Qualche mese prima durante un’assemblea d’istituto era seduta vicino a me, gonna cortissima e una camicetta che non nascondeva quasi per nulla due grosse tette. Non so perché ma la sua presenza mi turbava, non capivo. – Non sono lesbica – mi ripetevo, ma allora perché la sua presenza mi stava sconvolgendo? Sottolineo di non aver mai avuto velleità o desideri omosessuali ma ogni volta che i miei occhi cadevano sulle sue gambe nude sentivo un fremito. Fremito che si trasformò in tachicardia quando la vidi guardarmi, seguire la traiettoria del mio sguardo e sorridermi compiaciuta. Mi tese la mano e disse: – Ciao, sono Valentina, faccio la 4^, tu? – Balbettai il mio nome e la mia classe accennando un sorriso. Iniziammo a parlare del più e del meno, ridendo e sfottendo qualche “macho” dell’istituto. Mi aveva rasserenato il suo comportamento. Uscimmo da scuola e ci incamminammo raccontandoci un po’ di noi. Poi le nostre strade si divisero e ci salutammo con due bacini sulle guance ma il secondo bacino suo fu talmente vicino alle labbra da farmi trasalire. L’indomani era Sabato e come molte volte non mi andava di andare a scuola, nel nostro paese, Vittoria, il sabato c’e’ il mercatino e molte erano le volte che avevo preferito girare tra le bancarelle anziché stare tra i banchi. Non so perché lo feci ma di scatto presi il cellulare e chiamai Vale. – Ciao Vale, che fai? Vai a scuola o andiamo a farci un giro al mercatino? – Mercatino – rispose sicura – non mi va di andare a scuola oggi. Ci vediamo davanti scuola e andiamo ok? – Ok la bigiata era programmata. Dieci minuti dopo la trovai davanti scuola, in sella al suo scooter col caschetto in testa e uno sotto il braccio. Ci salutammo, indossai il casco e partimmo per percorrere le poche centinaia di metri che ci separavano dal mercatino. Durante il breve tragitto mi aggrappai a lei e le mie mani sfiorarono le sue tette facendomi trasalire. Mi dava una sensazione strana Vale, e neanche io dovevo essergli del tutto indifferente. Arrivati al mercatino Vale mise il lucchetto allo scooter e abbassandosi mise in bella mostra a me il suo magnifico fondoschiena fasciato dai jeans strettissimi. Credo di essere diventata rosso fuoco per la strana eccitazione ma lo nascosi a lei che voltandosi mi prese la mano e cominciammo ad avviarci. Durante il tragitto le nostre mani più che stringersi si accarezzavano, ad un tratto lei mi guardò e senza dire nulla mi diede un bacio vicino alle labbra. Io scoppiai a ridere e le dissi – Ma che fai? mi baci? – Sì – rispose – e non dirmi che non lo vuoi anche tu. Che ci sta succedendo Vany? Io non sono lesbica e credo nemmeno tu – Affrontammo l’argomento finalmente e scoprii che anche lei era turbata da me. Eppure lei aveva il ragazzo e io avevo avuto qualche piccola esperienza con un ragazzo. Ci stancammo presto del mercatino e tornammo a prendere lo scooter. Appena saliti lei si volta e mi dice: – Capatina a Scoglitti? – Scoglitti è la zona marittima della nostra città. – Capatina a Scoglitti! – risposi. Ci avviammo e durante la strada mi abbracciai a lei appoggiando la testa sulla sua schiena e quasi senza volerlo iniziai ad accarezzarle le tette. Lei mi lasciò fare fino a che, arrivati a Scoglitti, la vidi prendere una stradina secondaria poco praticata. Si fermò in un boschetto lontano da sguardi indiscreti. Come due automi scendemmo dallo scooter, lei mi appoggiò contro il muretto a secco e iniziò il nostro primo bacio saffico. Mi accarezzò come un tesoro pregiato, mi mise le mani sotto la maglietta e iniziò a tastarmi le tette. Ricambiai accarezzandola a mia volta mentre le nostre lingue si contorcevano. – Mi fai morire – disse con un filo di voce. Poi mi sbottonò i pantaloni, mi abbassò gli slip e abbassandosi prese a leccarmi il clitoride. Mi sentivo in paradiso, mai nessuno, nemmeno i miei sparuti ditalini, mi avevano mai portato a uno stato di goduria simile. Venni copiosamente sulla sua faccia e, cosa che non mi era mai accaduta prima, schizzai eiaculando per la prima volta nella mia vita. Non immaginavo che una donna eiaculasse ma che ci crediate o no a me successe. Ricambiai il trattamento a Vale e per la prima volta leccai il sesso di una ragazza, per la verità era la prima volta che leccavo un sesso in senso assoluto. Ecco chi era Valentina, la figlia di Mario, quella che con ogni probabilità sarebbe diventata la mia sorellastra.

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