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Racconti erotici sull'Incesto

Una volta a settimana

By 25 Agosto 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Silvana, ho 63 anni ben portati, ma il mio corpo inizia a risentire dell’età, sono robustella, non grassa, diciamo giunonica, due seni abbondanti, penduli, ma non vuoti, con dei grossi capezzoli, che poverini puntano verso il basso, un gran culone che seppur di forma gradevole, abbastanza alto, è solcato da vistose smagliature e ricoperto di cellulite.
Alla mia età non si può essere perfetti, non mi giudico bella ma nel complesso non sono da buttare via, il mio corpo è ancora desiderabile e l’interesse che molti uomini hanno nei miei riguardi, me lo dimostrano, i loro occhi sul mio decoltè, sulle rotondità del mio sedere, mi fanno sentire ancora piacente e desiderata.
Sono vedova da cinque anni e pensionata da tre, so di non essere una ragazzina, ma sento la mancanza di mio marito, il desiderio e le pulsioni sessuali, a volte sono irresistibili, ed ho sempre rifiutato la corte d’altri uomini, col timore di cornificarlo, anche se lui non c’era più.
La nostra vita sessuale è sempre stata molto piatta, priva di fantasia, noiosa direi, ma in quei momenti d’irrefrenabile voglia, mi accarezzavo la figa, pensando a lui, non l’avevo mai fatto e ho imparato a farmi i ditalini, a stimolarmi il clitoride, solo dopo con l’uso di vibratori acquistati per corrispondenza, dai più piccoli dildo anali, a quelli veramente più grossi ed ho imparato a godere con la vagina il culo e il clitoride, ma sempre da sola.
Ho una splendida famiglia, mi ritengo fortunata, due figli meravigliosi, Enrico e Lidia, entrambi sposati e dei magnifici nipoti, quattro per la precisione.
Sono, o meglio, ero una donna seria, assennata, ma dopo la morte di mio marito mi sentivo molto sola ed ero tutta casa e ufficio, dopo con il pensionamento, dedicavo parte del tempo libero alla chiesa, ma ora molte cose sono cambiate.
Mi sento sporca, troia e nel sesso ho trovato la forza per continuare a vivere, so che non durerà a lungo ma sin che potrò godere di qualche bel cazzone, mi concederò alle turpi attenzioni per una povera vecchia.
Tre anni fa mio nipote Giacomo si è iscritto all’università e abitando ad oltre cento chilometri dalla facoltà, mia figlia mi ha chiesto il favore di ospitarlo, per seguire le lezioni con facilità, vi abito vicinissimo e ci sarebbe arrivato comodamente a piedi.
Sono sempre sola e la compagnia di mio nipote, mi faceva piacere, anche per stargli più vicino, visto che lo vedo così poco.
Giacomo è un adorabile ragazzo di diciotto anni appena compiuti, oltre il metro e ottanta, un po’ magrino ma di sicuro è un bel ragazzo, dolce, simpatico e la sua giovialità sarebbe stata di gran conforto, ero felice che si trasferisse da me.
Sono passati dei mesi, Giacomo studiava e i suoi primi esami, un vero successo, superati con il massimo dei voti, nel frattempo frequentava una splendida ragazza, devo dire che era molto bella, ho detto era, perché il loro rapporto si interruppe bruscamente.
Giacomo soffriva, l’aveva trovata a letto con un altro e non poteva far altro che lasciarla, non usciva più di casa e riversava nello studio, il suo dolore.
Lo spingevo ad uscire con gli amici, a cercarsi un’altra ragazza, ma non c’era verso, chiuso in se stesso, stava rinunciando a vivere.
Avevo notato in lui solo uno stimolo, era perennemente in tiro, si notava il bozzo, lungo, disteso, di un cazzo in erezione.
Aveva voglia di figa? Il ricordo delle scopate con la sua bella erano un forte stimolo? Lo shock di averla trovata a letto con il suo migliore amico lo eccitava?
Non vi nego che vederlo sempre in erezione mi disturbava molto, non sapevo dove guardare, il mio imbarazzo era totale, ed ero molto preoccupata per quel suo modo di reagire.
Sembrava non accorgersi del suo stato di eterno ingrifamento e anche se coperto si notava, e come se si notava, dovevo far qualcosa per riportarlo a comportamenti normali.
Una mattina mi ero appena alzata, Giacomo già in piedi ed era appena uscito dalla doccia, indossava l’accappatoio e come capitava regolarmente da diverse settimane, la sua erezione era ben visibile.
Non so cosa mi sia preso, ma dovevo far qualcosa per distoglierlo da quell’eccitazione perenne, gli ho aperto l’accappatoio, scoprendo la sua prepotente erezione, non era grossissimo, ma abbastanza lungo, l’ho preso in mano, stringendoglielo tra le dita, aveva un cazzo durissimo, era da tanto che non ne sentivo uno così granitico, anche se acerbo, era favoloso sentire la nodosità di quell’asta massiccia, dalla pelle vellutata, ben levigata, dal profumo acuto, inebriante.
Mi ha guardato stupito, ma non ha detto niente, si è lasciato scappare un lungo sospiro dalle sue labbra e ha socchiuso gli occhi.
Tenendolo per il cazzo l’ho trascinato sul letto, l’ho scappellato e con abili gesti, muovevo la mano, facendola scorrere lentamente, su e giù, gli stringevo il cazzo, sempre più forte e sentivo il suo sguardo posarsi sul mio corpo, fissare il seno che ballonzolava al ritmo del movimento della sega.
Ero ancora in camicia da notte, sotto solo gli slip, non era trasparente ma iniziavo ad eccitarmi e i miei capezzoli scuri, si intravedevano, premevano sulla stoffa leggera, li sentivo bucare il tessuto da com’erano duri e appuntiti, come l’ondeggiare delle mie mammelle prive di reggiseno.
Mugolava, gemeva, coricato sul letto si godeva la sega senza spiccicare parola, anche i testicoli gonfi, duri meritavano l’attenzione della nonna e li ho palpati con l’altra mano.
Mi sentivo una ragazzina per la prima volta davanti a un cazzo, ho provato le stesse emozioni, sentivo le mutandine farsi umide, infradiciarsi, forse ero io ad avere bisogno del cazzo e non lui di una banalissima sega, ne ho accelerato il sali scendi, la mano si muoveva veloce, lo sentivo ansimare, pulsare, non è durato a lungo, quando ha iniziato a sbrodare.
Le sue urla liberatorie inarcando le reni, mi hanno eccitato, lo sperma usciva abbondante, il primo violento fiotto, è finito sul letto, gli altri zampillavano ricadendomi sulla mano che lentamente stringevo, pigiando sulla cappella, per farglielo uscire tutto sino all’ultima goccia.
Gli guardavo l’incantevole mazza, massiccia, ferrea, marmorea, mi sono leccata le dita, raccogliendo tutta la sborra, aveva acceso la mia libido, era buono e non volevo perderne una goccia, avevo una voglia pazzesca di leccargli al cappella, di infilarmelo in bocca, ero assetata e avida di sperma, ma mi sono trattenuta, non volevo andare oltre.
‘Nonna è stato bellissimo, grazie.’
‘Ooh amore della nonna, dovevo far qualcosa, sei sempre in tiro. Ti farò dimenticare quella ragazza, sarò io una volta alla settimana, a levarti la voglia, ricordamelo.’
Che cosa avevo fatto, volevo si dimenticasse l’assurda proposta di fargli una sega alla settimana, ma da donna affamata di sesso, in cuor mio, pregavo di prendere ancora il suo bel cazzo, ero sconvolta, rinnegavo l’insano gesto e pensavo, forse mi considera una vecchia e non mi cerca più e poi sono sua nonna, che zoccola, ma dovevo liberarlo dall’ossessione per quella sgualdrinella.
Sapevo che la prossima sega sarebbe stata diversa, non si sarebbe accontentato solo della mia mano sul cazzo, sicuramente mi avrebbe accarezzato le tette, le cosce, come avrei reagito, non volevo pensarci, inorridivo.
Dopo due ore era nuovamente in tiro, quella ragazza, era nella sua testa e si masturbava il cervello pensando a lei.
Per alcuni giorni tutto filò liscio, a parte la sua erezione perennemente presente, ma un pomeriggio ho notato una certa irrequietezza nel comportamento di Giacomo, che si è trascinata sin dopo cena, non capivo, sembrava volermi dire qualcosa ma si bloccava, solo dopo ho intuito che la settimana era trascorsa e reclamava la sua sega.
Il mio imbarazzo era totale, non sapevo se negarmi, o se proseguire nell’assurda proposta, volevo combattere la sua delusione amorosa, volevo che dimenticasse quella donna, combattuta come non mi era mai capitato, ma dovevo scuotere quel ragazzo, che ancora era morbosamente legato a quella puttanella.
La decisione era presa e volevo essere molto sexy ed eccitante, doveva desiderarmi e per lui ho indossato anche le calze con il reggicalze e i tacchi a spillo, mi sono infilata una camicia da notte corta, completamente trasparente, i miei seni privi di reggiseno, ma sostenuti dalle coppe della camiciola, si vedevano perfettamente, i capezzoli si erano inturgiditi e premevano su quel leggero tessuto, sotto un perizoma talmente striminzito, che non lasciava spazio alla fantasia, un filo interdentale che tagliava in due le natiche, forse ero ridicola, alla mia età con indumenti da ragazzina, ma volevo che si eccitasse e se il detto chiodo scaccia chiodo, funziona, il mio culo poteva essere un ulteriore stimolo e ho voluto che lo vedesse mentre sculettavo come una troietta, invitandolo a spogliarsi ed andare sul letto.
Mi ha guardato stralunato, con occhi pieni di eccitazione e si è adagiato sul letto, nudo con il cazzo in piena erezione, lo teneva in mano e sembrava supplicare il mio intervento.
La sua attesa è stata breve, il suo cazzo per la seconda volta era tra le mie mani, duro da far paura e come prevedevo, ho sentito le sue mani sul mio corpo, mi accarezzava i seni, li ha scoperti e si è impossessato dei capezzoli, li torceva tra le dita, li succhiava furiosamente, l’altra mano è scivolata tra le mie gambe e frugava sotto le mutandine infilandomi le dita dentro la figa, non ho detto niente, anzi l’ho incoraggiato spalancando le cosce, mentre dalla mia mano, partiva un gran segone.
Troppo a lungo sono rimasta in astinenza, per resistere alla tentazione delle sue dita che frugavano tra le labbra gonfie della mia topona e alle manacce che palpavano i miei seni, stimolando i capezzoli, oramai ero accecata dalla lussuria, una donna in calore, non c’è la facevo più, volevo il suo sesso, volevo assaggiarlo e mi sono inchinata per pigliarlo in bocca e ho iniziato subito a succhiare quel cazzo con forza, lo mordicchiavo con le labbra e la nerchia diventava sempre più dura, il giochetto di lingua sulla cappella funzionava, gemeva e l’ho sentito allungarsi ulteriormente.
Lo spingevo sino in gola, ingoiandolo completamente, succhiavo e n’assaporavo le prime gocce che stillavano dalla meravigliosa cappella paonazza, turgida, di quell’asta dura come il marmo.
Iniziava a contorcersi, a gemere, mi stavo impegnando al massimo per farlo godere e dalla sua reazione, con un ottimo lavoretto di gola, lo stavo portando all’orgasmo.
Succulente slinguate, percorrevano tutta l’asta, da cima a fondo, mi piaceva succhiargli i coglioni, li risucchiavo infilandomeli in bocca, mordicchiandogli lo scroto.
Mi teneva per la testa e mi scopava in bocca, mi sentivo soffocare, ma stava sbrodando, dall’eccitazione non era più riuscito a trattenersi e il suo seme sgorgava dentro la bocca, gli schizzi arrivavano dritti in gola e lui grugniva e ululava.
Mi sono rialzata, con la bocca sporca di sperma, avevo fatto fatica a berlo tutto, da quanto ne era uscito e mi è colato dagli spigoli delle labbra, formando un rivolo biancastro che gocciolava sotto il mento.
Stavo andando via ma lui mi ha fermato, mi è saltato addosso, mi ha levato le mutandine e si è fiondato tra le mie cosce, ci ha infilato la lingua, tanta lingua, la affondava nel mio sesso e fremevo ad ogni slinguata, un piacere inatteso, sentirla penetrare profondamente e risucchiare gli umori che colavano abbondanti, quando mi succhiava il clitoride tremavo dal piacere intenso, sono bastati pochi colpi di lingua per farmi saltare come un’indemoniata, regalandomi il primo orgasmo.
Piano, piano, risaliva, leccandomi tutto il corpo, l’ombelico, i seni, il collo, sino alla bocca, baciandomi.
Ho risposto cercandogli la lingua e agitando la mia sulla sua, baciandoci, ci rotolavamo sul letto, stretti, stretti, uno sull’altro, travolti dalla passione.
Sentivo il suo sesso premere tra le cosce e con la mano l’ho accompagnato tra le labbra sgocciolanti della figa ed è entrato in me, profondamente, finalmente si erano aperte le porte del paradiso e il giovane cazzo di Giacomo si mostrava irruente, spingendolo dentro con la grinta di un toro e facendomi sentire i testicoli sbatacchiare sulle chiappe.
Godevo, godevo come una pazza, mi ha tirato su mettendomi a pecora e tenendomi per i fianchi ha continuato a scoparmi, andava veloce sbattendomi con forza, sembrava un coniglio.
Durante uno di questi assalti, è scivolato fuori, proprio quando mi stava sopraggiungendo l’ennesimo orgasmo, con voce rotta da gemiti e sospiri, l’ho supplicato di farmi venire, oramai ero ad un passo dalle convulsioni, non capivo più niente.
Il cazzo ha ricercato la via della mia figa, ma ha puntato il mio culetto, li ero vergine e cercavo di sottrarmi spostando il bacino in avanti, ma mi teneva per i fianchi e non riuscivo a divincolarmi, avvertivo l’insidia premere sul buchetto, la mia paura di essere presa, in un rapporto fatto di lacrime e sangue, inconsciamente, fuggivo al dolore e alla paura di farmi rompere il culo.
Ho sentito il culo cedere, l’anello anale si è aperto e il suo cazzo farsi strada, sempre più giù, non ho sentito dolore, solo un po’ di fastidio, ed il piacere è stato immediato.
Lo pigliavo come un’esperta culattona, posso capire che non fosse molto grosso, ma era pur sempre una bella sberla di cazzo.
Man mano che entrava, sempre più a fondo, mi sentivo piena e godevo, sbattuta senza pietà in un’inculata di puro, intensissimo piacere, spingeva forte e gli orgasmi erano più intensi e frequenti di prima, arrivavano direttamente al cervello.
Rompimi il culo, dimmi che tua nonna è una vecchia baldracca dal culo rotto, sono la tua puttana. Non era da me, esprimermi in modo così volgare, non mi riconoscevo, non ero in me per essere così sboccacciata.
Giacomo m’insultava, e più mi ricopriva di parolacce più mi eccitavo, avevo perso la ragione ed ero come ipnotizzata e facevo tutto quello che voleva.
Sii siiiiii, sei una troia, una vecchia baldracca, siiii ti rompo il culoooooo.
Ho messo a dura prova il mio culetto vergine, ma ne valeva la pena, ho avuto un orgasmo colossale, di quelli che ti spezzano in due, gridavo come un’indemoniata, mi contorcevo nel delirio, nella follia di un momento magico, non ho mai pianto tanto quanto in quel momento di frenesia totale ma erano lacrime di piacere.
Giacomo mi ha riempito il culo di sborra, urlando e affondando con spinte poderose, per poi cadere esausto sul letto.
Mi sono concessa a mio nipote, mi sono fatta rompere il culo e so che non è facile da capire e da spiegare, ma ogni qualvolta mi prende, mi dico questa è l’ultima volta, senza considerare che il paradiso della lussuria è lì a portata di mano.

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gio23@hotmail.it

Gio

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