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Racconti erotici sull'Incesto

Zia Lawrence: Capitolo unico

By 25 Novembre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Quel tardo pomeriggio stavo tornando a casa in automobile, facendo il solito tragitto che dalla dall’ufficio mi porta a passare davanti al centro commerciale di Pinewood, quando, a causa di un improvviso ingorgo nella circolazione, ho dovuto arrestarmi, in coda, proprio davanti al parcheggio esterno del supermercato.
Dannazione – ho imprecato a bassa voce, tra me e me, dando un pugno rabbioso al volante – Proprio stasera che volevo arrivare a casa presto per guardarmi in pace la partita alla tivù!
A quel punto, in attesa che la situazione si sbrogliasse, ho cominciato distrattamente a guardarmi in giro ed è stato così che il mio sguardo è caduto su una bionda che – evidentemente reduce da una grossa spesa – stava tentando di caricare tutti i suoi acquisti sull’automobile, missione davvero improba, a giudicare dal modo in cui la signora sbuffava, cercando, inutilmente a quanto sembrava, di far stare tutti i pacchi e pacchettini che la circondavano nel piccolo bagagliaio della sua utilitaria.
Oziosamente, dato che per il momento non avevo nient’altro di meglio da fare, mi sono rilassato all’indietro contro il sedile dell’auto e mi sono messo ad osservarla più attentamente.

Dunque’vediamo – ho pensato tra me e me – che sorprese potrebbe rivelarci questa bionda – forse autentica o no, mah? – certamente non più giovanissima – sui quarant’anni, diciamo’ed anche bene in carne! – ho valutato con occhio critico mentre l’ignaro soggetto della mia improvvisa attenzione, si agitava, indaffaratissima, apparentemente senza riuscire a combinare granché.
Ad un certo punto la donna si è fermata un attimo, evidentemente per prendere fiato e chissà, forse per raccogliere le idee.
Subito dopo, quindi, si è tolta gli occhiali da sole e si è passata il dorso della mano sulla fronte a detergersi il sudore, guardandosi in giro, come a cercare aiuto.
– Ma’accidenti’quella è zia Lawrence! – ho esclamato a quel punto, riconoscendo improvvisamente nella maldestra signora del parcheggio la sorella più giovane di mia madre – Mm’forse è meglio che vada a darle una mano! – mi sono detto a quel punto, guardando nello specchietto retrovisore della mia auto. Con una rapida manovra, quindi, mi sono sottratto alla coda di traffico, entrando nell’area di servizio del supermercato.
Ho parcheggiato ad una decina di metri dall’auto di zia Lawrence e quindi sono sceso, incamminandomi verso di lei. Mentre mi avvicinavo, non ancora visto, ho avuto modo di osservarla meglio, valutando che forse era davvero valsa la pena di fare quella sosta.
Quel giorno, infatti, mia zia Lawrence indossava una blusa dalle maniche corte, ampiamente scollata, che – tesa sopra i grossi seni – le lasciava scoperte le spalle ed un paio d’ampi pantaloni (‘sapete, di quelli comodi, con le pince e la fascia elastica in vita) mentre ai piedi portava un paio di scarpe sportive allacciate, blu e bianche.

– Ciao, zia! – l’ho salutata, togliendomi gli occhiali da sole e facendomi riconoscere a mia volta – Cosa stai combinando? – le ho chiesto – Sai’ti ho vista in difficoltà e mi sono fermato. Ti serve aiuto?
– Oh’ciao, Ralph! – mi ha risposto lei, sorridendomi, evidentemente sollevata nel vedermi – Meno male che sei qui! – ha esclamato – In effetti’come vedi sono un po’ incasinata. Non sono abituata a fare la spesa – ha soggiunto – Sai, di solito se ne occupa tuo zio!
– Uh’vedo – ho replicato io, chinandomi a raccogliere i pacchi che erano ancora a terra, tentando quindi di sistemarli nel bagagliaio. Questo però era talmente intasato da sacchi della spesa da non permettere a nient’altro di entrarci – Mi dispiace, zia’ – le ho detto allora, alzando lo sguardo a fissarla – ‘ma qui, se vogliamo farci stare qualcosa, dobbiamo tirare fuori tutto e risistemare con un po’ d’ordine, sai?

A quel punto mia zia ha spalancato i bellissimi occhi cerulei ed ha sospirato, stringendo con apparente disappunto le tumide labbra e mettendosi le mani sui fianchi, sporgendo in tal modo all’infuori (‘forse involontariamente, chissà?) le sontuose mammelle, azione – questa – che mi ha fatto letteralmente trasalire.
– Okay – ha sbottato infine, rassegnata – Ho capito’questa sera arriverò a casa a chissà che ora. Cosa dici’ – mi ha chiesto, chinando da un lato la testa – ‘mi daresti una mano, Ralph caro?
– Certo, zia’ben volentieri! – le ho risposto io a quel punto, togliendomi la giacca – Tanto i miei programmi per stasera erano saltati in ogni caso. Forza, diamoci da fare!

E’ stato così che abbiamo cominciato a scaricare i sacchetti della spesa che mia zia aveva caricato tanto maldestramente.
Dandoci da fare entrambi intorno all’angusto portellone dell’utilitaria è stato inevitabile che in più occasioni ci sfiorassimo. Dapprima la cosa è stata del tutto casuale ma poi’beh’alla fine eravamo lì che ci guardavamo di sottecchi, studiandoci l’un l’altra, non facendo poi più niente – ad un certo punto – per sfuggire a contatti fisici certamente non più casuali.
Ero molto eccitato dalla situazione ed ero convinto che anche zia Lawrence lo fosse dal canto suo.
Ad un tratto, un sacchetto della spesa mi è sfuggito di mano, facendo cadere il contenuto sull’asfalto. Istintivamente, zia Lawrence ed io ci siamo chinati entrambi, accovacciandoci per raccogliere il fuoriuscito ed è stato così che ci siamo trovati a fissarci negli occhi, le sue labbra socchiuse vicinissime alle mie, il suo fiato caldo sulla mia faccia.
Per un interminabile istante ci siamo guardati, senza riuscire a dire niente. Poi io ho deciso di giocare con lei il tutto per tutto.
– Mm’vedo che ti piacciono i w’rstel, zia! – le ho mormorato, agitandogliene un pacchetto davanti agli occhi.
– Certo’ – ha replicato lei, continuando a fissarmi – ‘e più grossi sono e più mi piacciono! – ha soggiunto maliziosamente.
– Mm’davvero? – le ho chiesto a mia volta, posandole una mano sul ginocchio, mentre mi protendevo verso di lei – E, dimmi, quali preferisci?
– Quelli di maiale, naturalmente! – ha sussurrato allora zia Lawrence, con voce languida – Come il tuo, immagino, caro Ralph’mm’non è vero?

In quel momento ho capito che era fatta! Mai e poi mai – ho pensato, infatti – mia zia Lawrence si sarebbe rivolta a me in quel modo se non avesse intuito le mie intenzioni’e non le avesse anche condivise.
Un attimo dopo, quindi – quando ci siamo alzati in piedi, continuando a fissarci negli occhi – entrambi sapevamo come la faccenda sarebbe andata a finire tra noi.
Senza ulteriori esitazioni, quindi, mi sono avvicinato a mia zia e dopo averla cinta per i fianchi, mi sono chinato a baciarla, dapprima timidamente e poi con più decisione, man mano che lei rispondeva, schiudendo alla mia lingua saettante prima le labbra e poi i denti. Alla fine, poi, ci siamo abbandonati l’uno nelle braccia dell’altra mentre ci infilavamo vicendevolmente la lingua in bocca e ci morsicavamo le labbra, nel corso di un focoso, lunghissimo bacio.
– Accidenti! – ha ansimato zia Lawrence quando, infine, è riuscita a staccarsi dalla mia bocca avida – Cosa pensi di fare, Ralph’scoparmi qui nel parcheggio?
– Certo che no! – le ho risposto io, eccitatissimo, accarezzandole i fianchi mentre contemporaneamente strusciavo il mio ventre contro il suo – Veramente pensavo che potremmo farlo a casa tua’.mm’cosa ne dici, zietta?
– Sei davvero un maiale, sai? – mi ha risposto zia Lawrence, fissandomi con occhi che le brillavano dalla cupidigia – Ma’okay’per me va bene! Non solo ne ho una voglia matta’ma come forse avrai capito, in questi giorni sono a casa da sola, dato che tuo zio è partito per un viaggio d’affari e non tornerà che a fine settimana. Dai, sbrighiamoci’ – ha soggiunto, infine, con decisione – ‘finiamo di caricare questa roba in macchina ed andiamocene. Diciamo’ – ha continuato poi, strizzandomi l’occhio con aria complice – ‘che per ringraziarti di averla aiutata, tua zia ti invita da lei a bere qualcosa di fresco’mm? Forza’ – mi ha incitato, infine – ‘ sali in macchina e vienimi dietro!

E’ stato così che dieci minuti dopo mi sono ritrovato a seguire zia Lawrence verso casa sua.
Qui giunti, mentre lei entrava nel cortile con la sua utilitaria, ho parcheggiato lungo il viale e quindi – dopo essermi guardato intorno per essere sicuro che nessuno mi stesse osservando – l’ho seguita all’interno del garage. Neanche a dirlo, ero eccitatissimo all’idea di potermela scopare’anzi, proprio non ne vedevo l’ora.
– Chiudi il portone! – mi ha ordinato zia Lawrence con voce roca, una volta raggiuntala.
Voltatomi quindi per obbedirle, è stato con enorme soddisfazione che l’ho sentita poi avvicinarsi alle mie spalle, circondarmi con le braccia e cominciare a strusciarsi voluttuosamente su di me, artigliandomi il petto e morsicandomi la schiena, evidentemente già in preda al desiderio.
– Sei proprio un bel giovanotto, sai, Ralph? – mi ha poi sussurrato con voce mielata mentre mi palpava con fare esperto, strofinandosi nel contempo il ventre contro le mie natiche – Mi sa che ci divertiremo insieme! Mm’cosa ne dici, nipotino mio?
Io non ho detto niente limitandomi a lasciarla fare ed appoggiandomi con le mani al portone del garage, allo stesso tempo divertito ed eccitato dalla situazione che si era venuta a creare tra di noi.
Ad un certo punto zia Lawrence ha allungato una mano verso il basso ed ha approfondito la sua conoscenza del mio corpo, tastandomi il malloppo che nel frattempo mi si era ingrossato tra le gambe.
– Wow! – ha esclamato mia zia mentre con fare esperto me lo palpava voluttuosamente sopra i pantaloni – Dio buono’senti qua che cazzone che ti ritrovi’altro che quello di tuo zio’mm’e che palle! – ha soggiunto.

A quel punto, già parecchio arrazzato, mi sono girato e quindi, dopo averla cinta per i fianchi l’ho attirata a me, tentando di baciarla di nuovo.
Zia Lawrence però mirava a ben altro ed infatti, staccandosi dal mio abbraccio, ha cominciato a spogliarmi.
Dapprima mi ha sbottonato la camicia, succhiottandomi e mordicchiandomi i capezzoli e poi, accovacciatasi ai miei piedi, mi ha slacciato la cintura dei pantaloni e me li ha calati insieme alle mutande, dopodiché, impadronitasi con un ansimo soffocato del mio membro – il quale, ormai enormemente ingrossato, le si era erto in faccia – ha cominciato a masturbarmi, facendomi scorrere la mano lungo tutta l’asta mentre con l’altra mi accarezzava i testicoli gonfi.
– Allora? – le ho chiesto con voce sorniona – Ti piace il mio w’rstel, zietta?
– Cazzo, se mi piace! – ha esclamato zia Lawrence alzando gli occhi a fissarsi nei miei – E adesso me lo mangio anche!
E così dicendo, è tornata ad occuparsi del mio randello nodoso, dapprima insalivandomelo abbondantemente con la lingua e poi ingoiandoselo, lentamente, centimetro dopo centimetro, fino ad averlo tutto in bocca, passando poi a succhiarmelo con passione, andando avanti ed indietro con la testa, ficcandoselo in gola, interrompendosi ogni tanto solo per riprendere fiato e per slinguarmi e mordicchiarmi la cappellona turgida e paonazza.
– Ti piace, porco? – mi ha sussurrato poi, continuando nel contempo a smanettarmi l’arnese, reso lucido della sua saliva, facendovi scivolare su e giù la mano.
– Sei fantastica, zia! – le ho risposto io – Ma cosa ne diresti se adesso ci mettessimo un po’ più comodi’mm?
– Okay – mi ha risposto zia Lawrence, alzandosi in piedi – Andiamo a letto, allora’ma prima, Ralph caro, fatti una birra mentre io mi preparo per te, va bene?

E’ stato così che, toltami la camicia e sfilatomi del tutto i pantaloni, sono andato in cucina, ho aperto il frigo ed ho stappato una lattina, sedendomi poi un attimo per berla con calma.
Chissà cosa direbbe mio zio Freddy – ho pensato tra me e me – se rientrando improvvisamente trovasse suo nipote, nudo come un verme, seduto in cucina a bere la sua birra mentre aspetta di poter fottere sua moglie’mah!
In quel momento zia Lawrence mi ha chiamato, invitandomi di andare di sopra da lei. Piantata lì la birra, ho fatto i gradini della scala due a due, arrazzato come un mandrillo. Ho trovato la porta socchiusa della camera da letto e l’ho spalancata.
Zia Lawrence mi stava aspettando, inginocchiata a cosce larghe sopra il letto, già completamente nuda.
L’ho trovata bellissima e deliziosamente incicciottata come piace a me, sensualissima.
Mentre mi avvicinavo al suo talamo, con il membro tornato prepotentemente eretto, zia Lawrence ha preso a palparsi voluttuosamente le mammelle, plasmandosele e facendosele roteare tra le mani, mentre mi guardava con occhi pieni di desiderio.
– Ti piaccio, Ralph? – mi ha chiesto poi, mentre io mi inginocchiavo a mia volta sul letto, di fronte a lei.
– Da impazzire, zietta! – le ho risposto io, posandole le mani sulle cosce tornite – Davvero, sei uno schianto’se io fossi al posto di mio zio ti scoperei dalla mattina alla sera! – ho poi aggiunto spavaldamente, facendomi strada tra le sue gambe divaricate e chinandomi quindi sui seni che zia Lawrence mi ha prontamente offerto, tenendoseli fra le mani.
Subito dopo, afferrandola per i fianchi, ho cominciato a slinguarle ed a succhiarle i caporelli, grossi e rossi come caramelle alla fragola, mentre lei ansimava compiaciuta, in preda all’eccitazione, scuotendo e dimenando il sedere.
– Sono caldissima e bagnata’ – mi ha sussurrato ad un tratto zia Lawrence mentre io continuavo imperterrito a godermi le sue enormi zinne – ‘toccami in mezzo alle gambe, Ralph’ti prego! – mi ha supplicato quindi con voce roca.
Immediatamente, allora, senza smettere peraltro di succhiottarle i capezzoli, l’ho accontentata, infilandole una mano tra cosce.

Zia Lawrence – me n’ero accorto subito, ma ora, al tatto, ne avevo avuto conferma – aveva il pube completamente rasato ed è stato quindi con ulteriore, enorme piacere che sfiorandole il monte di venere, liscio e paffutello, sono arrivato a toccarle con le dita la vulva già effettivamente fradicia di caldi ed appiccicosi umori vaginali.
Lei ha sussultato quando – cercando il clitoride – le ho infilato i polpastrelli delle dita tra le ninfe e quindi, quando, trovatolo, ho cominciato a titillarglielo, ha cominciato a gemere, pervasa dalla crescente voluttà che quell’oscena carezza le provocava.
Allora – pazza di desiderio – mi ha afferrato per i capelli e mi ha attirato a sé, baciandomi, morsicandomi le labbra, ficcandomi la lingua in gola, mentre io continuavo imperterrito a masturbarla, insozzandomi le dita della sua sborra.

Improvvisamente poi, zia Lawrence mi ha spinto via e si è adagiata supina sul letto, sistemandosi i cuscini sotto il capo e divaricando al massimo le gambe cosicché la sua vulva, nuda e succosa, rilucente a causa dei liquidi che continuavano a colarle dalla vagina, mi apparisse in tutta la sua oscena bellezza.
– Leccami la fica, Ralph! – mi ha ordinato poi con voce arrochita dall’eccitazione, le braccia dietro la testa, gli occhi socchiusi – Mangiamela, dai’fammi impazzire!
Allora, senza perdere più neanche un istante, mi sono chinato, insinuandomi tra le sue gambe spalancate, sdraiandomi a ventre in giù sulla trapunta e quindi, dopo averle allargato con le dita le ninfe, tenere e frastagliate come due petali rosa, ho cominciato a slinguarle il clitoride turgido, mentre zia Lawrence mugolava e sospirava, scuotendo il sedere e dimenando i fianchi, aspirando rumorosamente l’aria attraverso la bocca aperta.
– Oddio’oddio – gemeva mia zia, sobbalzando sul letto ad ogni mia stilettata di lingua – Mi fai morire così’.mm’continua’continua! – mi incitava – Non fermarti, Ralph, ti prego’non fermarti!
Io – d’altra parte – ero infaticabile e concentrato nella mia azione, stimolandole il turgido grilletto violaceo senza sosta, con rapidi e guizzanti slinguate, portandola, lentamente, sull’orlo dell’orgasmo.
Zia Lawrence si agitava come un’indemoniata sotto la mia bocca, fuori di sé dall’eccitazione e presto, lo sentivo, avrebbe rotto gli argini.
Allora, perversamente, ben conscio del mio potere di farla o non farla godere, ho intensificato la mia azione, penetrandole con la lingua nella vagina e cominciando quindi a fargliela scorrere avanti ed indietro, come se fosse un piccolo membro guizzante.
Tutto ad un tratto, repentinamente, senza preavviso – poi – zia Lawrence è esplosa, scuotendo spaventosamente il bacino ed urlando come una forsennata, insozzandomi la faccia con il suo caldo nettare. A quel punto mi sono fermato, continuando però a tenerle la bocca appoggiata alla vulva, aspettando che le contrazioni pelviche, cessassero, un po’ alla volta.
– Sei stato fantastico, nipotino mio! – mi ha sussurrato poi zia Lawrence con voce mielata, quando ho alzato il capo al di sopra del suo pube grassottello per fissarla negli occhi – Mi hai fatto godere come una baldracca’ma adesso devi fottermi! – mi ha incitato – Non ne posso più dalla voglia di sentirmi dentro il tuo nerchione!

Subito, allora, io mi sono alzato, accovacciandomi tra le sue cosce e dopo essermi preso in mano il membro, superbamente in tiro, le ho appoggiato la cappellona turgida e paonazza all’apertura della vagina e quindi, protendendomi sopra di lei, gliel’ho fatto scivolare dentro con un grugnito di compiacimento.
Zia Lawrence ha emesso un ansimo di piacere, roteando gli occhi mentre la mia clava di carne la invadeva, penetrandola in profondità e poi, quando ho cominciato a scoparla – avanti ed indietro, con rapidi colpi possenti – mi ha attirato a sé, allacciandomi le gambe intorno ai fianchi ed artigliandomi la schiena con le lunghe unghie, iniziando a gemere come una giovenca durante la monta.
Io – da parte mia – ero eccitato da morire sentendo il rumore delle nostre carni che sbattevano l’una contro l’altra ad ogni mia sciabolata che andava a colpo nel suo ventre capace. Mi sentivo il membro enorme e duro come il marmo.
– Ti fotto tutta la notte, zietta! – le ho sibilato, intensificando improvvisamente il ritmo della scopata.
Zia Lawrence ha gridato, spalancando gli occhi ed io mi sono chinato su di lei, tappandole la bocca, infilandole la lingua in gola, pazzo di eccitazione.

Cazzo, neanche a farlo apposta, proprio in quel momento è suonato il telefono che stava sopra il comodino!
– Non rispondere! – ho sibilato a mia zia, continuando imperterrito a picconarla metodicamente, flettendomi sopra di lei – Sarà senz’altro qualcuno che ha sbagliato numero, accidenti!
– Non credo’ – ha ansimato lei, sciogliendomi dall’abbraccio delle sue gambe e fissandomi negli occhi – ‘anzi’penso proprio che sia tuo zio! Mmm’devo rispondere’ti prego, Ralph, fermati!
– D’accordo’ – le ho risposto io, rassegnato, dapprima rallentando il ritmo dei miei affondi e quindi sfilandomi da lei – ‘ma cerca di far presto, okay?
– Mm’sei insaziabile! – mi ha sussurrato lei, baciandomi, prima che io rotolassi al suo fianco, lasciandola libera di rispondere.
Zia Lawrence allora si è coricata su un fianco e quindi, allungando un braccio ha sollevato la cornetta.
– Uh’ciao caro’come stai? – ha interloquito con voce mielata, scostandosi i capelli – I tuoi affari? Tutto bene?

E’ stato osservando quella svenevole scenetta familiare che, perversamente, mi è maturata l’idea di fare modo che zia Lawrence tradisse suo marito in diretta’e che le piacesse farlo.
Subito allora mi sono avvicinato, aderendole addosso. Zia Lawrence si è girata per guardarmi, sempre con un orecchio al ricevitore del telefono, mi ha strizzato l’occhio ed ha allungato una mano ad accarezzarmi il fianco.
Io a mia volta ho cominciato a baciarle ed a succhiottarle il collo e quindi, afferratale una mammella, ho cominciato a palpargliela voluttuosamente.
– Come dici? – continuava a rispondere lei – La spesa? Oh’certo! Ho fatto tutto – ha riferito zia Lawrence, facendo scivolare la mano per afferrarmi il membro, tornato bello duro – Ho trovato anche chi mi ha dato una mano, sai? – ha ghignato mentre io le succhiavo il lobo dell’orecchio.
A quel punto le ho sollevato una gamba e me la sono posata sopra l’anca, posizionandomi quindi in modo da poterla penetrare da dietro.
Zia Lawrence ha capito al volo le mie intenzioni e quindi, ben condiscendente – la maiala – si è portata la mano libera in mezzo alle cosce, per guidare la testona del cazzo all’imboccatura della vagina.
Davvero non so cosa l’abbia trattenuta dal gridare allorché – dopo averle strusciato per un attimo la cappellona turgida tra le labbrone della vulva – l’ho penetrata di nuovo, iniziando subito dopo a fotterla con terribile bordate, infoiato come un verro in calore.
Esterrefatta, zia Lawrence si è girata a guardarmi, gli occhi spalancati dalla sorpresa – Oh sì’certo’ – ha ripreso poi a parlare, cercando di non tradirsi, la voce rotta dall’eccitazione, mentre io malignamente, le affondavo sempre più profondamente nel ventre – ‘sì’caro, sono sempre qui’mmm’oh’sì, torna a casa presto, tesoro’sì’ciao’ciao!

– Sei una carogna, sai? – mi ha ringhiato l’infedele mogliettina, arrabbiatissima, dopo aver posato la cornetta, interrompendo la conversazione.
– Davvero? – le ho risposto io, cingendole la vita e spingendomi dentro di lei fino a farla gemere – Una carogna che ti scopa da dio, però!
– Oh sì’è vero! – ha replicato lei, di nuovo eccitata, cingendomi il collo con un braccio e piantandomi le unghie nella spalla – Dai, Ralph’maiale che non sei altro’continua a fottermi, porco’dacci dentro! – mi ha incitato. E, così dicendo, ha cominciato a muoversi a sua volta, spingendo verso il me il suo grosso deretano, per godersi in tutta la sua lunghezza la mia clava di carne che le scorreva nella vagina palpitante, rantolando ed aspirando l’aria a bocca aperta, rispondendo colpo su colpo ai miei affondi e godendo infine per la seconda volta, a bocca aperta e ad occhi socchiusi, la faccia stravolta dalla lussuria, emettendo un lungo gemito ululante.
Io ho resistito ancora per qualche colpo, per poi sborrare – finalmente – al culmine dell’orgasmo, nel ventre di quella donna vogliosa, riversandole dentro un torrente di sperma.

Dopo aver goduto entrambi, zia Lawrence ed io ce ne siamo rimasti così, l’uno dentro l’altra, teneramente allacciati per qualche tempo, fino a quando cioè il mio membro, perso il suo turgore, ha cominciando a ritirarsi dalla sua vagina. A quel punto, allora, mi sono sfilato da lei e mi sono adagiato sul letto, appoggiandomi alla testiera, completamente appagato.
Mia zia Lawrence, però, evidentemente non ne aveva ancora avuto abbastanza ed infatti, dopo qualche minuto, strisciando sopra il copriletto è venuta ad accovacciarsi tra le mie gambe aperte, si è impadronita del mio pene ormai floscio ed incrostato delle sue secrezioni vaginali e dopo avermi elargito un malizioso sorriso, ha cominciato ad accarezzarmelo delicatamente con la punta delle dita, soffermandosi ogni tanto ad insalivarmi con la sua lunga lingua il glande e quindi – una volta fattolo tornare duro – mi ha fatto scorrere la mano lungo tutta l’asta, ansimando eccitata, sporgendosi ogni tanto in avanti per strofinarsi il cazzo sui capezzoloni turgidi.
– Ora tocca a me scoparti, nipotino mio! – mi ha annunciato zia Lawrence con voce roca e, così dicendo, mi ha afferrato il pene alla base e quindi, tenendolo dritto, con un agile movimento del quale davvero non l’avrei creduta capace, mi è montata sopra a cavalcioni, prendendomi tutto dentro di sé mentre si abbandonava ad un lungo gemito di soddisfazione.
Subito dopo, appoggiandosi a palme aperte sul mio torace, ha cominciato a roteare i fianchi, senza fretta, con eccitante lentezza, chinandosi nel frattempo su di me per osservare le mie reazioni.
– Sei una gran troia’sai, zia? – le ho bisbigliato, estasiato dalla sua performance sessuale. Sentivo le labbra bagnate della sua vagina muoversi attorno al mio pene, ormai annegato nei suoi umori’giuro, era la donna più bagnata che avessi mai incontrato.
Lei allora, eccitata dalle mie parole, ha preso a cavalcarmi con maggiore intensità, muovendosi sempre più velocemente, mentre io, dopo averle afferrato i seni sodi e voluttuosi, glieli stringevo, plasmandoli e strizzandoli.

Zia Lawrence scivolava agevolmente su e giù lungo la mia verga conficcata nelle sue profondità, in modo tale che un attimo mi ritrovavo quasi ad essere fuori di lei e l’attimo dopo le sprofondavo nel ventre fino alla radice dei testicoli.
Ad un certo punto ho cominciato a fare la mia parte, sollevando le anche e spingendomi con forza dentro di lei, al che zia Lawrence, completamente riempita dalla mia carne, mi si è avvinghiata addosso, gemendo dal piacere.
Dopo qualche squassante colpo di reni – infine – abbiamo goduto di nuovo entrambi, quasi contemporaneamente, urlando come due assatanati, dopodiché siamo crollati – questa volta definitivamente – tremanti ed esausti, l’uno nelle braccia dell’altra.

Da quel giorno, mia zia Lawrence ed io scopiamo insieme non appena ci è possibile farlo.
Quando mio zio Freddy parte per uno dei suoi frequenti viaggi d’affari, infatti, zia mi telefona, invitandomi a raggiungerla a casa sua, dove – in tutta tranquillità, sopra il suo grande

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