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031 Valeria e i Guardoni

By 10 Luglio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Premessa
A quanti leggono per la prima volta le storie delle nostre esperienze suggerisco di seguire i capitoli nell’ordine progressivo, sia per capire le emozioni e gli avvenimenti dalla prima volta che in auto ci accorgiamo di essere spiati agli sviluppi sempre più coinvolgenti ed imprevedibili, sia perché ogni capitolo ha rimandi a quelli che lo precedono. &egrave solo un consiglio, ognuno può leggere la storia come desidera. Tutti i personaggi ed i luoghi sono reali, ed abbiamo cercato di descriverli nel modo più corrispondente alla realtà mentre tutti i nomi sono di fantasia.

Pronto Soccorso

I genitori di Valeria erano andati al mare e Giovanni aveva passato la notte a casa della fidanzata. La villa dei genitori di Valeria si trovava in una zona collinare, era grande e con un giardino all’italiana perfetto. Una casa splendida come un orologio svizzero, affascinante come una vetta dolomitica e disciplinata come una caserma della ‘Folgore’. Un po’ come Valeria stessa. Al mattino presto Valeria si era svegliata, poi si era alzato anche Giovanni ed avevano fatto colazione. Giovanni era nel bagno grande al piano delle camere da letto. Era una stanza che gli piaceva molto, come il resto della casa. Valeria e i suoi lo chiamavano ‘il bagno grande’ ma era sicuramente una definizione riduttiva. Il locale era ampio e tutto rivestito di travertino naturale con un pavimento di doghe di legno. All’interno era diviso in due ambienti, uno minore con una piccola finestra racchiudeva il w.c. il bidet ed un lavello, l’altro era illuminato da un altra grande porta finestra che si apriva su un terrazzo solarium affacciato sul giardino. In questo ambiente da un lato c’erano una grande vasca da bagno, incassata nel travertino, una cabina doccia con funzione di ‘bagno turco’ ed un enorme specchio a parete sopra una lastra di travertino che teneva due lavelli di ceramica bianca ad incasso. Sull’altro lato c’era una sauna finlandese classica, la zona relax ed un piccolo angolo fitness. Giovanni trovava quella stanza bellissima, gli piacevano i colori naturali, i profumi, la luce morbida che entrava dal terrazzo. Si era spostato li dopo avere fatto la doccia in un’altro bagno e si ciondolava davanti allo specchio con su l’accappatoio bagnato. Perché fare la doccia in un altro bagno e non lì dove era ora? Con Valeria aveva rinunciato da tempo a fare domande. Valeria aveva la ‘sua logica’. Meglio lasciare le energie per cose più serie. Un ghigno illuminò il viso di Giovanni mentre questi pensieri gli passavo in testa, prese in mano l’uccello e, alzandosi sulle punte dei piedi, iniziò ad orinare nel lavandino. Gli dava un senso di gioia quel gesto irriverente verso tanto ordine. Alzò la leva del miscelatore e fece scorrere l’acqua; se Valeria lo avesse visto pisciare nel lavello di casa gli avrebbe staccato la giugulare con un morso. Si guardò allo specchio e prese lo spazzolino dalla sua borsetta da viaggio, svitò il tappo del dentifricio e né spremette un poco, distribuendolo sulle setole. Si sedette sul lettino relax, vicino alla sauna finlandese. Ciondolando i piedi iniziò a lavarsi i denti.

Valeria entrò nel bagno bagnata, con indosso un accappatoio corto sopra il ginocchio e le crocs di gomma bianche. Era un accappatoio estivo, di cotone bianco leggero lavorato a nido d’ape. Gocce d’acqua rigavano la pelle dorata dall’abbronzatura facendola brillare. La stoffa leggera dell’accappatoio, nei punti dove aveva assorbito più acqua, si era incollata al corpo fasciando i fianchi rotondi, le lunghe cosce e i grandi seni quasi fosse completamente nuda. Giovanni guardò trasognato quel corpo stupendo al quale non sembrava riuscire ad abituarsi.

‘ancora ti devi lavare i denti’ disse Valeria facendolo trasalire
‘mm . . mm’ grugni Giovanni ‘tu hai già fatto la doccia?’
‘io faccio tutto prima di te’ sbuffo ‘chi ha tempo non aspetti tempo’
‘perché che devi fare?’
‘ho un appuntamento con le amiche, ci sono i saldi estivi’
‘i saldi? Ma se siamo all’inizio dell’estate’
‘che centra quando inizia l’estate, poi mi serve una borsa e delle scarpe’
‘con tutte le borse e le scarpe che hai?’ esclamò Giovanni ‘compra qualcosa di diverso’
‘mettitelo bene in testa per quando saremo sposati; borse e scarpe più ne hai e meglio &egrave!’
‘mm . . mm’ bofonchiò Giovanni strofinando lo spazzolino sui denti e un po’ di schiuma di dentifricio gli uscì dalla bocca.
‘Accidenti a te, che schifo’ inveì Valeria prendendolo per il bavero dell’accappatoio ‘non puoi lavarti i denti sul lavandino come tutti? Devi per forza andare in giro a sporcare?’

Da un cassetto sotto i lavelli prese uno straccio e si chinò, sedendo sulle gambe. Iniziò a strofinare per terra china alle spalle di Giovanni, che guardò l’immagine delle cosce tornite di Valeria riflesse nel grande specchio a parete. L’accappatoio bianco, per i movimenti del corpo, si aprì e lui inclinò la testa alzandosi sulle punte dei piedi per sbirciare tra le gambe abbronzate. I lembi dell’accappatoio si schiusero e lui accarezzò con lo sguardo le gambe di Valeria fino all’inguine dove, vicino al sesso, la pelle protetta dal costume da bagno sbiancava.

‘sei bellissima così’ bofonchiò Giovanni con lo spazzolino in bocca
‘si certo’ borbotto Valeria ‘senza trucco, coi capelli sfatti e a passare lo straccio per terra’
‘no, voglio dire, vestita cosi, tutta di bianco come un dottoressa o un infermiera’ disse Giovanni ‘&egrave una delle fantasie che eccitano di più gli uomini’
‘tu fai prima a dire cosa non ti eccita’ sbottò Valeria strofinando per terra ‘ammesso che ci sia’
‘ma dai, &egrave un classico dell’erotismo, trovi spesso servizi fotografici sul tema, l’infermiera bona che fa la visita, oppure, il dottore cattivo che approfitta della paziente’
‘come no, e tu lo sai che sessualmente sei un incrocio tra il maiale e il babbuino’
‘però &egrave molto eccitante e poi serve per esorcizzare la paura della malattia e degli ospedali’
‘il bello di te &egrave che riesci a presentare bene le tue oscenità’ disse Valeria aggiustandosi l’accappatoio ‘allora devi sapere che qualche anno fa, a carnevale, le mie amiche ed io ci eravamo mascherate da crocerossine’
‘ma dai’ disse Giovanni ‘dimmi che hai ancora quei vestiti?’
‘si dovrei averli, il camice bianco e il berretto con la croce rossa’
‘fantastico, hai anche le calze autoreggenti bianche?’
‘Vuoi anche una fetta di culo vicino all’osso?’ sbotto Valeria
‘come non detto’ si affrettò a dire Giovanni, poi aggiunse ‘ti vestiresti da infermiera per me?’
‘e tu torneresti per me sotto la doccia? La fai bella fredda, scozzese, ti farà bene’
‘dai sul serio giochiamo al dottore’ insistette Giovanni
‘no sul serio, no, &egrave tardi’ rispose decisa Valeria e si alzò in piedi
‘ma i tuoi sono al mare’ protestò Giovanni seguendola con gli occhi nello specchio, poi si chinò sul lavandino, prese una sorsata d’acqua e si sciacquò la bocca.
‘No &egrave tardi’ ripete Valeria ‘magari un’altra volta’ e gettò lo straccio nel cesto di vimini degli asciugamani usati. Senza badare a Giovanni si slacciò la cinta dell’accappatoio e lo aprì davanti allo specchio rimanendo nuda. Si guardò con attenzione e prese un piccolo asciugamano di cotone. Con una mano alzò i seni uno alla volta e passò l’asciugamano sulla pelle per tergere il sudore, poi lo arrotolò facendolo diventare come una grossa corda e lo fece passare tra i grossi seni. Prese a muoverlo su e giù e disse ‘guarda qua, ho appena fatto la doccia e sono già sudata per colta tua’

Giovanni era immobile, gli occhi fissi e la bocca aperta. Valeria non lo notò, era concentrata sulla sua immagine. Si strinse lentamente le grandi tette con le mani, comprimendole verso l’interno, poi le mollò di colpo lasciandole dondolare.

‘non sono piccole ma stanno belle su anche senza reggiseno’ disse tra se ‘sono ingrassata?’
Giovanni non rispose. Valeria non ci fece caso, distrattamente si strinse di nuovo le tette per poi lasciarle dondolare.
‘Si sono ingrassata, almeno le tette. Fatico sempre più ad allacciarmi le camicette’ disse e tirò un po’ i capezzoli ‘sono anche troppo bianche rispetto al resto del corpo abbronzato’ e aggiunse ‘due grosse mozzarelle, forse dovrei prendere la tintarella integrale, si ma dove? Certo non a Senigallia a casa dei miei, sai che tragedia e che trambusto in spiaggia tra gli ombrelloni’
Strinse le grosse tette di nuovo tra le mani e solo allora il suo sguardo notò quello di Giovanni nello specchio. Era fisso sui suoi seni.
Valeria chiuse l’accappatoio e disse ‘non se né parla, &egrave tardi’.

Giovanni posò lo spazzolino e si mise alle sue spalle. La guardò nello specchio ed accostò il bacino al corpo di Valeria. Pigiò oscenamente il pene eretto contro il solco delle natiche. Valeria senti la massa dura e pulsante premerle contro. Attraverso la stoffa leggera avvertì un intensa sensazione di calore. Era spinta contro il lavello dal peso di Giovanni e si dovette tenere con le mani al bordo di travertino.

‘&egrave tardi’ sospirò rivolta allo specchio dove si rifletteva l’immagine del fidanzato
‘dottoressa, la prego, ho bisogno del suo aiuto’ disse eccitato Giovanni per tutta risposta
‘&egrave tardi’ ripeté Valeria ‘giochiamo un’altra volta, prometto’
‘non posso aspettare’
‘e va bene’ disse Valeria ‘una cena di pesce con il Balciana’
‘andata’ rispose Giovanni e aggiunse ‘dottoressa ho un grosso gonfiore improvviso al basso ventre’
‘venga in ambulatorio questa sera, la visiterò con calma’ disse Valeria stando al gioco
‘sente come &egrave diventato duro, sono preoccupato, la prego mi visiti subito’
‘non deve allarmarsi, molti miei pazienti sono affetti da questo disturbo’
‘e si dottoressa, credo che sia proprio colpa sua’ disse Giovanni ‘ci ponga rimedio’
‘le ripeto che se viene questa sera in ambulatorio le darò tutte le cure del caso’
‘sono angustiato, non posso aspettare, ci vuole un pronto soccorso da parte sua’
‘e va bene si metta lungo sul lettino, la visiterò subito’ sbotto Valeria
Giovanni si stese sul lettino e disse ‘guardi qua come &egrave gonfio, mi devo preoccupare’
‘ma no, stia tranquillo, &egrave un’affezione che capita spesso’ dichiarò Valeria in piedi di fianco al lettino poi cominciò a tastare l’inguine di Giovanni ‘le fa male qui?’
‘qui no’
Scorse le mani verso il sesso e lo prese in mano ‘le fa male se lo tocco qui’
‘no ma mi sembra di scoppiare’ sospirò Giovanni
‘effettivamente &egrave molto duro e gonfio’ disse Vale in tono professionale
‘sono sicuro che lei, dottoressa, né ha visti molti di questi casi, vero?’ chiese Giovanni
‘sono vincolata dal segreto professionale’ disse Valeria poi con la mano prese i testicoli ‘le fa male qui?’ e strinse le palle di Giovanni che si irrigidì per il dolore ‘e le consiglio di non fare lo spiritoso, le fa male se stringo’
‘hai . hai. si, fa male’ si affrettò a dire Giovanni
‘si stenda e si rilassi. Ora le praticherò una ‘intervento manuale’ e in poco tempo le passerà il disturbo’
‘io speravo in qualcosina di meglio, magari un ‘intervento orale’?’
‘la mutua passa questo’ rispose Valeria ‘per il resto deve pagare il ticket’
‘va bene’ sospirò Giovanni ‘non potrò più dire che la mutua italiana non passa una sega’

Giovanni si stese mentre Valeria arrotolò un telo da bagno e lo mise sotto la sua testa come un cuscino, poi con la sinistra impugnò il pene stringendolo.

‘&egrave grave dottoressa?’ chiese Giovanni sussultando di piacere
‘si, &egrave troppo gonfio e duro, meglio intervenire subito, ma stia tranquillo sono molto brava a risolvere questi casi’
‘ha fatto molta pratica, vero?’
‘deve stare zitto mentre opero’ Valeria strinse con tutta la forza il pene nella mano
‘hoi. . hoi ma &egrave doloroso?’ frignò Giovanni
‘non si preoccupi, ora le darò un po’ di anestesia’ Valeria aprì l’accappatoio, prese la testa di Giovanni con la destra e chinandosi su di lui gli premette le tette sulla bocca.
‘Apra la bocca’ disse ‘l’anestesia la intontirà un po’ e non potrà dire altre fregnacce’

Giovanni ubbidì estasiato leccando e succhiando i capezzoli induriti. Valeria protese i seni gonfi e sodi sulla faccia di Giovanni ed iniziò una veloce masturbazione intervallata da arresti improvvisi. Stringeva con forza il pene duro e pulsante nella mano sinistra mentre con la destra attirava la testa di Giovanni per poi riprendere a masturbarlo con energia.
Giovanni cercò di stare fermo sul lettino, mentre con la mano destra stringeva e palpava le grosse tette succhiando ad occhi chiusi poggiò la mano sinistra dietro le ginocchia di Valeria, carezzando la pelle vellutata. Le sue gambe erano scostate e leggermente piegate per chinarsi su di lui. Giovanni continuò a leccare e succhiare mentre si lasciava masturbare, poi infilò la mano tra le cosce e continuando a carezzarla sali fino all’inguine. Scosto delicatamente le grandi labbra e senti il sesso caldissimo e viscido di umori. Infilò nella vagina due dita e Valeria ebbe un sussulto, ma lasciò fare. Giovanni era in estasi, sembrava galleggiare in un mare nero di piacere.

‘be . . bene .. così’ balbettò Valeria perché le labbra tremavano per uno strano tic nervoso che le prendeva quando i suoi capezzoli erano molto sollecitati ‘sento che non manca molto vero?’
‘mm . . no, ciump . . ciump. . no, dottoressa’ Giovanni stacco per un attimo la bocca dai capezzoli ‘sto per venire’
‘bene, non si trattenga’

Valeria aumentò il ritmo della masturbazione, sentiva il pene pulsare e gonfiarsi nel palmo della sua mano sinistra. Poco dopo il corpo di Giovanni si tese sul lettino, allora spinse la mano alla base dell’uccello e rimase ferma stringendolo. La testa del pene si gonfiò allo spasimo ondeggiando, pronta a sparare lo sperma, ma l’orgasmo, un attimo prima di esplodere, torno indietro. Valeria attese poi riprese la masturbazione a cadenza forsennata. Fece un’altra breve pausa poi continuò ‘la sega’ fino a che i muscoli del corpo di Giovanni si tesero di nuovo facendogli alzare il bacino dal lettino relax della sauna. Valeria osservò la testa del pene lucida e gonfia fremere e diventare rosso violacea, la sua mano diede un ultima velocissima dimenata all’uccello. Vide i testicoli contrarsi e ripeté l’operazione che aveva già fatto senza risultato in precedenza. Bloccò la mano alla base del pene tenendolo saldamente aspettando lo sperma. La testa si gonfiò una, due volte, poi lo sperma esplose violentemente. Il primo schizzo saltò la pancia di Giovanni ed arrivò fino ai seni di Valeria pigiati ancori sul viso di Giovanni che emise un rantolo di piacere espellendo aria dai polmoni. Valeria scorse ancora la mano sul pene, un unico movimento veloce, ripetuto ad intervalli scanditi dai fiotti di liquido denso che si succedevano e dai contemporanei lamenti di Giovanni che alla fine mormorò ‘basta, basta’
‘ecco fatto’ disse soddisfatta posando il pene sulla pancia di Giovanni ‘come si sente?’
‘molto bene dottoressa’ rispose Giovanni ‘ma sono sfinito . . . . ‘
Valeria con la destra prese un fazzolettino di carta da una scatola posta sul piano di travertino e si pulì la mano sinistra impiastricciata di sperma, poi né prese altri e li poggiò sulla pancia di Giovanni e tornando in se disse ‘forza ora, tra poco arriva Rosa a fare le pulizie. Sparisci maiale’.

Continua . . .

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