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034 Valeria e i Guardoni

By 19 Agosto 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Premessa
A quanti leggono per la prima volta i nostri racconti suggerisco di seguire i capitoli nell’ordine progressivo per capire le emozioni e gli avvenimenti dalla prima volta che in auto ci accorgiamo di essere spiati fino agli sviluppi sempre più imprevedibili. Spesso i capitoli hanno rimandi a quelli precedenti e per linearità di scrittura si da per scontato che il lettore né conosca il contenuto. &egrave solo un consiglio, ognuno può leggere la storia come desidera. Valeria e tutti gli altri personaggi, le situazioni ed i luoghi sono reali. Ho cercato di descriverli nel modo più corrispondente alla realtà, ovviamente tutti i nomi sono di fantasia. Su Facebook &egrave nato un gruppo che si chiama Osservati & Osservatori per scambiare idee, esperienze, segnalare luoghi frequentati da appassionati Voyeur ed esibizionisti per parlare dei nostri racconti o di altri racconti sul tema. Tutti coloro che volessero contribuire con scritti, domande, proposte possono fare richiesta di entrare.

Valeria e i Guardoni
Capitolo 34 – T.I.R. parte terza

‘Vaghe stelle dell’Orsa maggiore’

Valeria dopo l’intenso orgasmo pregò per avere una pausa. Orso con riluttanza smise di leccare il clitoride, alzò la testa barcollante come un ubriaco e si mise seduto in fondo al lettino. Anche Giovanni alla pressante richiesta smise di succhiare e palpare le tette. Si alzò e si sedette sul bordo opposto. Valeria, con il respiro corto e affannato, si sentì finalmente liberata e si rannicchiò su un fianco. Restò immobile, tremante di piacere, con le braccia strette intorno alle ginocchia. I due uomini erano muti, rossi in viso ed eccitati. Orso poggiò una mano contro la parete della cabina, silenzioso fissò con libidine i fianchi rotondi di Valeria. La luce morbida ed azzurra della luna entrava dai piccoli oblò del TIR. Anche Giovanni guardò quel corpo sensuale e percepì Valeria come un disegno ad acquarello di Manara.

‘hai una ragazza magnifica’ disse Orso e si leccò le labbra poi portò le dita al naso e respirò il dolciastro profumo di femmina.
‘e adesso che si fa?’ chiese Giovanni ma si rese subito conto di quanto fosse stupida ed ingenua a quel punto la sua domanda
‘ora si tromba’ rispose Orso tranquillo ‘la tua ragazza mi ha acceso un fuochino nel pisello e brucio da oggi pomeriggio in autostrada’
‘&egrave che qua in tre stiamo un po’ stretti’ obbiettò Giovanni
‘&egrave un TIR mica una camera di albergo’ rispose Orso ‘si fa a turno. Io comincio per primo’
Giovanni annui con la testa e chiese ‘posso chiederti perché mi hai chiesto se era una ragazza Ungherese?’
‘io faccio spesso la Germania con altri due amici’ rispose Orso ‘in Austria ci si ferma spesso in un locale dove fanno la lap dance. Si chiama Yellow cab. Quando passi per strada sul tetto del locale c’&egrave una specie di enorme taxi giallo con dentro una ballerina che attira gente’ Orso mentre parlava prese un preservativo e pigiò il contenitore tra le dita ‘ci sono molte ragazze ma le migliori sono le ungheresi. Certe fiche, sono splendide’ e continuò a parlare mentre apriva con i denti il contraccettivo ‘belle, brune di capelli, con la carnagione chiara e le tette belle grosse’
‘mm ‘ certo ho capito’ disse Giovanni poco convinto
‘e si’ annuì Orso ‘ho girato il mondo io e la riconosco una femmina di classe. Hanno tutte quel bel pelo curato sulla fica, come le ballerine di lap dance’
‘mi dispiace interrompere un argomento di studio così interessante’ disse Valeria girandosi verso i due uomini ‘si può spegnere l’aria condizionata? Se non lo avete notato io sono nuda e sto intirizzendo. Aprite gli oblò e cambiate l’aria’

Orso si affrettò e spense il motore del TIR ed aprì due dei quattro oblò. Il mormorio del grosso diesel volvo che girava al minimo cessò, subito sostituito dal frenetico canto dei grilli e dal frusciare delle foglie dei pioppi sfiorate dalla brezza. L’aria fresca e profumata della notte d’estate entro nella cabina come una carezza sulla pelle accaldata. Orso sfilò il preservativo dalla confezione e la buttò in un piccolo cestino. In silenzio lo srotolò con meticolosa fatica intorno al pene che svettava eretto. Il grosso fallo sembrò scoppiare dentro al profilattico. Giovanni non era messo male con le dimensioni del sesso, ma rimase colpito dalle misure di Orso. Cercò di mostrarsi indifferente ma erano così vicini nella cabina del TIR che non riuscì a staccare gli occhi da tutta l’operazione. Nei bagni dell’auto grill aveva già notato come l’uomo, oltre alla stazza, avesse un pene notevole, ma turgido era enorme.

Orso si mise in ginocchio sul lettino e disse ‘tesoro io sono pronto’ e prese una gamba di Valeria sotto il ginocchio e la tirò a se. Valeria docile lasciò che le schiudesse le cosce. Aveva il respiro affannato e con l’avambraccio destro si era coperta gli occhi. Era eccitata ma soprattutto timorosa, consapevole che il gioco era arrivato alle sue estreme conseguenze. Aveva più volte fantasticato di fare sesso con uno sconosciuto; ora era un inevitabile realtà. Orso, convinto che Valeria fosse una studentessa che faceva sesso per denaro non notò affatto la sua titubanza. La sollevò senza fatica e la sistemò al centro della brandina mentre guardava con libidine tra le sue gambe. Le carezzò la vulva poi strinse con una mano l’uccello inguainato e lo fregò sulla grandi labbra. Ansioso e rosso in viso si stese sopra il corpo di Valeria e poggiò il glande sull’imbocco della vagina. Poggiò il gomito destro di lato e passò la mano destra sotto le natiche per sollevare il bacino. Si fermò un istante godendo del morbido calore che gli trasmetteva la vulva poi i suoi 140 chili spinsero per penetrarla.

‘Hai’ urlò Valeria puntando le braccia sul ventre di Orso ‘fermo!’
‘ti scotta la pelle per il sole?’ chiese Orso
‘ma quale sole’ protestò Valeria spingendosi all’indietro e toccandosi al basso ventre ‘fai piano con quel randello’
‘scusa hai ragione’ ridacchiò Orso soddisfatto ‘non sei la prima che me lo dice’
‘cambiamo posizione’ disse Valeria svincolandosi agilmente dalla posizione supina ‘tu mettiti lungo, ti vengo sopra io’
‘non entro bene sul letto, qui &egrave piccolo per me’ protestò Orso ma obbedì e prese un cuscino che mise sotto la testa ‘ mi metto così, tu attaccati con le braccia al mio collo’ disse porgendole una mano. L’uomo si sistemò e Valeria si mise a cavalcioni sopra di lui, come fosse sul bidet. Si sostenne con una mano sul collo di Orso e si sedette con prudenza sul pene. Lo afferrò per direzionarlo mentre l’uomo le pose le mani a sostegno del sedere.

‘che bel culo tosto che hai’ le sussurrò Orso sempre più voglioso. Valeria non badò al commento, si sporse su di lui per trovare l’equilibrio e le grosse tette finirono vicino al viso del camionista.
‘e che belle tettone’ disse l’uomo leccando e prendendo in bocca un capezzolo da succhiare.
‘haio, fai piano che mi fai male’ disse Valeria ‘e tienimi forte’
‘tranquilla non ti lascio’ bofonchiò Orso col viso tra le tette

Giovanni da dietro guardò ipnotizzato tutta la scena. Divorò con gli occhi il fondo schiena di Valeria esaltato dall’inarcamento dei muscoli della schiena con il grosso pene che puntava contro la vulva. Valeria si abbassò ma emise un piccolo gemito e si rialzò a fatica per riprovare subito dopo senza esito. Giovanni pensò che era troppo grosso e si sentì eccitato al pensiero che l’avrebbe penetrata. Valeria si accarezzò da sola, cercando di preparare la vulva e al terzo tentativo scese decisa. Per un attimo la punta del fallo si pigiò contro le grandi labbra, il pene sembrò piegarsi, poi come animato di vita propria sgusciò verso l’alto. Il grosso glande trovò la strada bagnata di umori e penetrò. Il respiro affannato di Valeria fu rotto da un urlo e da una fitta di dolore. La mano sinistra, quella che teneva il pene, annaspò alle sue spalle cercando istintivamente un appoggio, ma trovò solo il vuoto. Giovanni ammirò quel palo di carne entrare ad ogni involontario movimento. Valeria aveva i muscoli delle cosce tesi, era coperta da un velo lucido di sudore ed era al limite dell’equilibrio.

‘tienimi per carità non mi lasciare’ gemette Valeria ‘mi sento spaccare in due’
‘tranquilla che ti tengo’ grugni Orso con la voce roca per il piacere ‘faccio piano, ma tu fai la brava. Ho pagato e ora lo prendi tutto’
Con le enormi mani sostenne Valeria sotto il sedere, senza sforzo apparente. Iniziò a sollevarla e a mollarla penetrandola sempre un poco di più. Valeria si bilanciò sulle le gambe piegate e con entrambe le mani sul collo di Orso. Seguì docile quel movimento e senti il piacere sostituire il dolore iniziale mentre ad ogni turno il grosso pene si faceva largo nella sua pancia. Giovanni era immobile alle sue spalle. Gli occhi fissi sul fallo che la penetrava. Si rese conto di vivere una strana passione, un erotismo carico di desiderio. Lui guardava ma non era fuori dalla scena, come nei film porno che pure amava. Lui né faceva parte. Ed il gemito di Valeria che ad ogni spinta lo colpiva allo stomaco lo fece ribollire di passione. Aveva sempre sentito quel gemito vicino all’orecchio, mentre era lui che la prendeva con il suo respiro caldo sul collo. Quel lamento ora scandiva gli affondi di un altro uomo. Guardò rapito ed ascoltò immobile, mentre quel suono gli martellava nella testa. Capì l’effetto devastante che un amplesso provocava ai guardoni e si rese conto che si stava masturbando. Imbarazzato decise di uscire dal TIR con la scusa di fare pipì. Si alzò e si diresse alla portiera del Volvo. Scese le scaletta e si guardò intorno al chiaro di luna. Era nudo e con circospezione si mise sul bordo dell’asfalto per urinare sul prato. Non era semplice con il pene in erezione ed attese qualche secondo. Era una notte stupenda, con un cielo stellato dominato dal Grande Carro dell’Orsa ed illuminato dalla luna di fronte a lui. Pensò alla strana coincidenza con il soprannome del camionista: Orso. Il canto dei grilli era intenso ma fu superato dai lamenti di Valeria sempre più forti. Giovanni tornò in fretta alla cabina. Guardò incredulo, il grosso pene era del tutto sparito nella vulva. Valeria ora era poggiata sulle ginocchia e il fallo si muoveva irresistibile come un pistone per poi rimanere a lungo piantato tutto dentro. Giovanni si sedette di fianco e restò a guardare quel movimento inarrestabile finche la vide irrigidirsi. Valeria rimase immobile, con la mazza dentro, tremò ed emise un lungo lamento che lo colpi come un pugno nello stomaco. Sapeva che stava per avere un orgasmo con un estraneo. Valeria sentì pulsare di piacere quel fallo enorme dentro di lei; era grosso, caldo e duro come il granito. La natura prese in lei il sopravvento, portò una mano alla vagina e si carezzò il clitoride. Mosse solo il bacino, curvò la schiena e scorse all’indietro sul corpo di Orso, poi la raddrizzò e tornò avanti, appagando i sensi con quel movimento osceno. Si sollevò un’altra volta per poi lasciarsi andare e godette in silenzio tremando. Orso capì e restò immobile, piantato dentro di lei assaporò le sue contrazioni. Giovanni vide liquidi biancastri uscire dalla vagina e colare alla base del grosso pene inguainato. La pausa durò poco, Orso incurante delle deboli proteste riprese a sbatterla con forza. Valeria senza fiato restò immobile, ma Orso la tenne sollevata aprendo le natiche e penetrandola da sotto con profondi colpi di reni.

‘fermati un attimo’ protestò Valeria balbettando sotto la scarica di colpi ‘sono venuta’
‘si lo sento da come ti muovi dentro’ farfugliò Orso e continuò ‘ora tocca a me godere’
‘mm.. no, no, così no, io continuo a venire’ si lamentò Valeria scossa violentemente dalle spinte
‘ora non mi fermo proprio’ disse Orso ‘&egrave adesso che mi piace di più’
‘non posso continuare così’ piagnucolò Valeria che continuava a tremare per il piacere intenso
‘si che puoi’ disse Orso e senza sforzo la sollevò di un palmo, poi la mollò mentre lui inarcava i reni verso l’alto. Valeria piombò con tutto il peso del corpo sul pene di Orso che scivolò nella vagina umida fino ai testicoli.
‘ha’ urlò Valeria poi mormorò ‘santo cielo . . . lo sento fino allo stomaco’
‘si, si &egrave bellissimo’ mormorò Orso ‘ti sento più calda e morbida . . . accidenti . .’ imprecò Orso alzandola e sfilandosi piano da lei ‘accidenti . . ho rotto il preservativo’
‘ho no . . .’ protestò Valeria mentre si sporgeva in avanti per permettere al lungo fallo di uscire
‘cazzo ..’ imprecò Orso e si guardò il pene che con un colpo improvviso gli batte sulla pancia. Sembrava ancora più grosso adesso, fradicio e fumante. Il preservativo non c’era più, era ridotto ad un brandello intorno ad un piccolo cerchio rosa che si stringeva sopra la base del pene.
‘dai non la fare freddare’ disse Orso rivolto a Giovanni ‘prendi il mio posto’ senza sforzo si alzò con Valeria sopra e la distese supina sulla branda, come fosse una bambola.

Giovanni non aspettava altro e si stese sopra Valeria. Con un colpo preciso il suo pene eretto entro nella vulva che gemette di piacere e si contrasse alzando le gambe. Giovanni iniziò un indiavolato amplesso tenendole le cosce spalancate.
‘come mi senti’ sussurrò Valeria all’orecchio di Giovanni ‘troppo larga?’
‘sei aperta’ disse Giovanni sbattendola di continuo ‘ma anche calda, bagnata e meravigliosa’
‘allora ti piace anche se mi ha sfondato’
‘si, si mi piace’ grugnì Giovanni ‘non ti ha sfondato ma solo aperto’
‘non ti fermare’ Valeria sussurrò all’orecchio ‘non ti fermare ora’
‘accidenti ragazzi se ci date dentro’disse Orso affacciato alla cabina ‘fate dondolare il TIR’

Giovanni continuò ad un ritmo serrato mentre Orso li guardava con libidine. Si era infilato un nuovo profilattico ed già pronto a rientrare in azione poi gli venne un dubbio ‘ma tu non lo vuoi il preservativo?’ chiese rivolto a Giovanni
‘non serve’ mormorò Valeria ‘tra un giorno o due mi vengono le mestruazioni’
‘a ecco’ disse Orso perplesso poi disse ‘ti dispiace se anche io faccio senza?’
‘va bene tanto chissà quanto era che avevi il preservativo stracciato’ rispose Valeria ‘ma adesso stai zitto”
Giovanni rallentò i colpi che divennero lunghi e violenti facendole dondolare forte le tette. Penetrò in lei completamente e la sentì bagnata e bollente come la lava di un vulcano. Era tutto il giorno che le provocazioni di Valeria lo eccitavano e sentì male ai testicoli ed ai muscoli della pancia. Quando finalmente l’orgasmo arrivò non si trattenne. Valeria capì e gli cinse la schiena con le gambe e godette prima di lui. Giovanni senti le contrazioni ritmiche della vulva e urlò a bocca chiusa, scaricando tutto il seme nell’utero. Poi si rilassò con un lungo respiro, gli mancava l’aria come se avesse scalato l’Everst.

‘bella trombata amico, ora spostati’ disse gentilmente Orso ‘tocca di nuovo a me’
‘dammi un attimo’ protesto Valeria ‘ho le gambe anchilosate’
‘cambia posizione, girati’ disse Orso mentre Giovanni imbambolato si alzava e si sedeva di lato.
Valeria si mise su un fianco per qualche secondo e tenne le dita sulla vagina per non far uscire lo sperma. Orso la prese per i fianchi e la girò alzandole il fondo schiena. Valeria poggiò il viso e un gomito sul cuscino. Orso si mise dietro di lei e le poggio una mano sulla schiena afferrandole un fianco.
‘leva la mano’ le disse ‘ora ti tappo io’ e poggio il grosso glande sulla vagina
‘hai . ., piano’ farfugliò Valeria
‘rilassati’ rispose Orso ed inizio a prenderla con delle piccole spinte, corte e veloci. Era un azione delicata che sembrò sfruttare anche il dondolio del lettino mentre il grosso pene non entrava, come indeciso. Valeria rimase immobile e Giovanni guardò eccitato le tette dondolare a tempo. Orso si alzò sulle gambe per potere esercitare più forza. Tenne Valeria ferma per i fianchi e sentì la vagina calda e scivolosa fradicia di umori e di sperma. Allora senza altri riguardi spinse con tutto il suo enorme peso e la penetrò. Valeria senti la punta del pene andare dentro prepotentemente e le spinte farsi tanto decise che si dovette puntare contro la parete della cabina per non scivolare. Orso si fermò per qualche istante, prese lo slancio e spinse il suo grosso pene tutto dentro in un solo colpo. Restò piantato dentro a godersi Valeria che si contorceva e si lamentava. Iniziò a spingere con lunghe stangate uscendo quasi del tutto per poi infilarlo di nuovo, incurante delle proteste di Valeria che cercava invano di fermarne l’irruenza. A quel punto era inarrestabile, come un rinoceronte che carica a testa bassa. Valeria dopo qualche minuto crollò sotto il suo peso ma Orso, senza sfilare il pene, le sollevò il bacino e le mise un cuscino sotto la pancia. Steso sopra di lei come a fare flessioni iniziò a prenderla, con movimenti lunghi e regolari. Il suo peso rese la corsa del pene inarrestabile e Valeria cominciò a piegare le gambe alternativamente gemendo ad ogni colpo, sentendo un nuovo orgasmo crescere in lei. Il ritmo divenne serrato, la pancia di Orso batteva sulle natiche di Valeria e la branda del TIR cigolava sempre più forte. Orso era al limite, con un grugnito di piacere si tese e si pianto in lei. Venne dentro con forti contrazioni per poi crollare sopra di lei svuotato. Valeria senti i caldi fiotti di sperma riempirla e urlò. Strinse forte le lenzuola con le mani, mentre godeva ancora.

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