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05 Diario segreto di un dirigente perbene – La stalker (Manuela)

By 9 Settembre 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Il lavoro mi stava davvero prendendo molto tempo. L’azienda continuava ad espandersi e Patricia aveva insistito affinchè io assumessi un mio vice in Italia, dove la situazione si era consolidata, in modo da potermi occupare di più dell’espansione all’estero. Questo significava viaggi continui, lavoro che si protraeva fino a tardi, ritmi intensi… ma mi piaceva molto. Era quello che avevo cercato e voluto e la mia pazzia di qualche anno prima, quando lasciai un lavoro sicuro per un salto nel vuoto, si stava rivelando un’ottima decisione. 

 

Nonostante tutti gli impegni cercavo sempre di ritagliarmi del tempo per seguire dei corsi interessanti, non per forza orientati a tematiche di business. Sono curioso, e mi piace imparare cose nuove. 

Scelsi un corso di massaggi tantrici di 3 giorni e che si teneva in toscana, in un centro di ricerca spirituale che avevo già frequentato. 

Di solito proponevano attività molto ben fatte così non chiesi troppe informazioni, nemmeno quando mi domandarono se mi volevo iscrivere con la mia partner. 

Scoprì al mio arrivo che per il corso era essenziale che ci fossero un numero pari di uomini e donne, per poter svolgere correttamente tutti gli esercizi.  

La facilitatrice ci disse anche che chi era venuto con il proprio partner poteva lavorare sempre in coppia ma che consigliava a tutti, anche a loro, di fare ciascun esercizio con una persona diversa per sperimentare varie energie. 

Imparammo vari tipi di tocco, di pressione, ci trovammo a condividere emozioni anche forti. 

 

Feci esperienze con donne molto diverse, sia per età che per fisico e carattere, ma c’era una tipa che mi dava veramente sui nervi. 

Aveva un viso molto bello, ma era decisamente rotonda ed abbondante. E non era quello che mi teneva lontano da lei ma il suo atteggiamento di superiorità perché lei frequentava il mondo spirituale da tanti anni, “si era evoluta” ed era riuscita a mettere in piedi la sua azienda. 

Una delle sere si sedette al mio tavolo per cena e mi disse che secondo lei dovevo essere un classista, che si vedeva come ero molto selettivo con le persone.  

Le risposi che credevo fermamente essere mio dovere circondarmi solo di persone che potessero rendermi felice, con cui sviluppare rapporti umani intensi e di mutuo scambio. 

Litigammo. 

 

Ci evitammo fino all’ultimo ma poi il caso volle che ci trovammo in coppia a svolgere l’ultimo esercizio del corso. 

Dovevo mettere in pratica tutte le tecniche imparate per donarle un massaggio. 

Mi impegnai, cercando di superare la chiara incompatibilità caratteriale e spirituale. 

Le piacque molto. Quando toccò a lei massaggiarmi fu molto delicata ed eccitante. 

La cosa sembrò finire lì. 

 

Salii in macchina e iniziai a guidare verso Bergamo quando mi arrivò un sms. 

Era lei. 

In quei corsi c’era l’abitudine di far passare un foglio dove ciascuno scriveva i propri recapiti, ed ogni partecipante ne riceveva poi una copia. I

o perdevo quasi sempre la mia.

 

MI E’ PIACIUTO MOLTO COME MI TOCCAVI OGGI. MOLTO DOLCE. FORSE MI SBAGLIAVO SU DI TE 

 

Le risposi e ci fu un breve scambio di messaggi. 

Poi mi chiamò. 

Fu una conversazione inizialmente piacevole ma poi mi tenne al telefono credo due ore. 

Io odio stare la telefono più di 5 minuti. 

Riuscii a salutarla quando lei arrivò a casa. 

Mi aveva fatto promettere che ci saremmo rivisti. La cosa, in fondo, non mi dispiaceva. 

Era una donna intrigante, decisa. 

Volli vedere come le cose si sarebbero evolute.

 

Nei giorni successivi mi chiamò spesso, pure troppo per i miei gusti. 

Conversazioni interessanti ma troppo lunghe, e io non avevo così tanto tempo da passare al telefono con lei.

 Insisteva perchè ci vedessimo, ma ero sempre in viaggio  all’estero mentre lei lavorava solo in Italia. Anzi, per dirla tutta praticamente solo in provincia di Firenze. 

L’occasione si presentò quando Federico, il mio vice, riuscì a convincere la sede bolognese di una importante multinazionale americana a mandare tutto il management in “ritiro spirituale” per 3 giorni: un posto isolato e tranquillo dove li avremmo aiutati a definire le linee guida per il piano strategico del triennio successivo. 

Dissi a Federico che alla location ci avrei pensato io personalmente. 

Scelsi un hotel nel Mugello, una locanda bellissima con solo 6 camere, tutte suites con camino. In questi casi era mia abitudine (e piacere) verificare la location passandoci un fine settimana. 

Quale occasione migliore? Proposi a Manuela di accompagnarmi e sembrò davvero contenta. 

 

Ci demmo appuntamento direttamente là per la domenica, tarda mattinata. 

Quando lei arrivò io avevo già preso la camera, visitato le sale meeting e verificato altri spazi che ci sarebbero serviti per i workshop. Mentre io continuavo il mio lavoro le dissi di sistemarsi in camera e di indossare il costume perchè dopo avremmo dovuto “testare l’area relax”. 

Pranzammo insieme e dovetti accettare una serie infinita di battute su quanto duro fosse il mio lavoro e su quali titoli di studio fossero necessari per controllare la qualità delle saune e delle massaggiatrici. Facemmo una passeggiata nei dintorni tenendoci per mano, poi ci dirigemmo agli spogliatoi della piccola SPA e in un attimo fummo pronti. 

Visto che quel giorno eravamo gli unici ospiti della struttura, era tutta per noi. 

 

Entrammo nella vasca idromassaggio e lei dopo poco si avvicinò, si sedette sulle mie ginocchia voltata verso di me e mi baciò, quasi con violenza, affamata delle mie labbra. 

Sentivo il suo bacino muoversi e il suo seno abbondante tra di noi. 

Le misi le mani su quel grande culo burroso e glielo strinsi. 

Continuammo così per un po’, poi lei si staccò repentinamente dalla mia bocca
– Secondo me qui il test è stato un successo. Andiamo in camera!   
E uscì dalla vasca.   

 

Ci infilammo accappatoi e ciabatte, prendemmo i nostri vestiti e salimmo al piano superiore, dove l’anticamera della suite che avevo prenotato aveva il camino acceso. 

Ottimo servizio, pensai. 

Feci giusto in tempo a chiudere la porta che lei mi spinse contro il muro, mi aprì l’accappatoio e mi sfilò il costume bagnato, rimanendo in ginocchio davanti a me. 

Non avevo ancora visto una donna con tanta foga. 

Lo prese subito in bocca, leccandolo fino a farmelo diventare duro e poi pompando furiosamente. Provai a farla rallentare, ma non ci riuscii. 

Le presi allora la testa e l’accompagnai in quel movimento veloce e rumoroso fino a quando non venni riempiendole la bocca di sperma. 

Si alzò e me lo fece vedere sulla sua lingua, prima di ingoiarlo.

Cercai ancora di rallentare il ritmo del pomeriggio, inutilmente. 

Mi trascinò in camera dove mi prese la testa e me la portò direttamente tra le gambe. 

La leccai mentre la penetravo con tre, e poi quattro dita. 

Lei godeva rumorosamente. 

Mi tornò in tiro e iniziai a scoparmela. 

Vedere quelle tette enormi ballonzolare davanti ai miei occhi era molto eccitante. 

Non resistetti. Mi misi a cavalcioni su di lei e mi feci fare una spagnola meravigliosa, mentre con la mano continuavo a masturbarla. 
– Che maiale che sei! Ti piacciono le mie tette, vero? Dimmi che ci vuoi sborrare sopra brutto porco!
Le venni addosso. 
Se lo spalmò tutto sul seno, leccandosi poi la mano.

 

Per fortuna si era fatta l’ora di cena. Facemmo una doccia e scendemmo in salone. 

Speravo in un attimo di tregua ma nella pausa tra il primo e il secondo lei si tolse una scarpa e con il piede iniziò a massaggiarmi il pacco da sotto il tavolo. Il preludio di una lunga notte.

Tornati di sopra lo facemmo altre tre volte prima della sveglia. 

veramente affamata di cazzo, una ninfomane inimmaginabile. L’unica cosa che non mi riuscì fu di metterglielo in quel grande culo che, in fondo, mi eccitava molto. La feci mettere a quattro zampe e, mentre con due dita la masturbavo, quando uscivo dalla sua figa fradicia spalmavo un po’ dei suoi umori sulla sua rosetta. Poi cercai di entrare con un dito ma si irrigidì e si spostò di scatto in avanti.
– No. Lì no… non voglio…
Da una così la cosa un po’ mi sorprese, ma le rimisi le dita in figa facendola godere e poi mi tolsi la soddisfazione di una pecorina, venendole sulla schiena.
Erano le 4 di mattina quando finalmente si dette una calmata. 

Il giorno dopo ero esausto. Lei andò via molto presto a causa di impegni di lavoro e io riuscii finalmente a dormire. Iniziò a tartassarmi di chiamate e, siccome mi era difficile risponderle e stare al telefono per via degli impegni di lavoro, prese ad accusarmi di essermi aprofittato di lei per una avventura di una sera. Mi mandò e-mail ed SMS anche di notte fonda. Fui molto duro con lei, anche perchè in realtà temevo che la cosa potesse degenerre ulteriormente. Smise di tormentarmi. Mi ritrovò su Facebook anni dopo e mi scrisse un messaggio molto carino dove si scusava, mi diceva di aver perso la testa e di aver capito che non aveva funzionato per colpa sua. Mi augurò buona fortuna. Decisi di non risponderle.

 

m.amorini@email.it

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