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Agnese III Parte

By 16 Luglio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Agnese ed io avevamo scoperto solo da qualche mese il piacere della trasgressione ed eravamo felici di aver incontrato Luc, che ci aveva aperto le porte al libertinaggio facendoci provare forti emozioni.
Vi ricordate di lui? Il ballerino di colore che con il suo bestione aveva rotto il culetto di mia moglie, quando era incinta, non vi nego di essermi eccitato nel vedere Agnese maneggiare un altro cazzo e che cazzo, ma soprattutto di avere goduto come un maiale nel possederla contemporaneamente in una doppia penetrazione.
Da allora erano passati otto mesi e con lui solo qualche scambio di mail.
Nel frattempo era nata Enrica, la nostra bellissima bimba e gli avevamo voluto dare il nome di mia suocera, la nonna.
Agnese era una brava mammina ma inesperta, così Enrica, aveva deciso di trasferirsi, affittando una villetta vicinissima alla nostra, per dargli una mano d’aiuto, accudendo la piccolina.
Il suo aiuto ci dava un attimo di respiro e passava molto tempo da noi quando Ercole il marito era fuori per lavoro.
Abbiamo sempre dato molta importanza alle effusioni amorose, ma il sesso tra noi, si era interrotto poco prima del parto ed ora dopo qualche mese dalla nascita di nostra figlia, stava ingranando nuovamente.
Dopo il parto Agnese era ritornata alle sue giuste proporzioni e il suo corpo riappariva perfetto, solo le mammelle erano rimaste belle gonfie, piene di latte, e i suoi capezzoli, ciucciati diventavano lunghi e grossi, uno spettacolo poterli ammirare ma una grand’eccitazione poterli strapazzare.
Gli piaceva allattarmi, come strizzarsi i seni per spruzzarmi il suo latte sulla bocca, il più delle volte si dischiudevano le labbra, aspettando il dolcissimo nettare, ed era eccitantissimo sfamarsi ciucciando avidamente e molto stimolante, nei nostri giochi sessuali.
Il nostro sito si continuava a tenerlo aggiornato e le mail ricevute erano sempre tante, molte contenevano le immagini dei suoi fans che ci mostravano i loro attributi mentre sborravano sulle immagini d’Agnese e ci chiedevano un incontro, ma anche molte coppie che si proponevano per lo scambio.
Dopo cena, quando la piccola ci permetteva un attimo d’intimità, ci stuzzicava sederci davanti al computer, ed aprire la posta, ci piaceva leggere le simpatiche annotazioni sulla sua bellezza, ma ci piacevano anche i commenti più crudi, che con dovizia di particolari ci descrivevano come avrebbero soddisfatto le sue voglie e cosa si sarebbero fatti fare da lei.
Tra le tante mail una ci ha colpito o almeno è stata motivo di discussione, era di una coppia matura, lei si dichiarava molto bi e di essere una gran porcellina, pronta a soddisfare tutti e due, le immagini erano eloquenti, lui che si masturbava sborrando sul monitor con Agnese a cosce aperte, nella seconda, la lei che toglieva lo sperma con la lingua all’altezza della figa.
Si era eccitata non tanto per le immagini ma perché erano maturi, lei 56 anni e lui 58, ed era curiosa di sapere se mi sarei scopato una donna di quell’età, volevano conoscerci e ci avevano lasciato il loro numero di telefono.
Quella donna era molto bella e nonostante la sua età, il suo corpo era ancora piacente e di sicuro non mi sarei tirato indietro.
E la mia mammina te la scoperesti?
Mia suocera, è molto diversa da Agnese, anche lei è una donna affascinante, più bassa, più giunonica, (mi ricordava tanto la mia mamma) con il suo bel culone e le sue grandi tette, che ho sempre desiderato stringere tra le mani e attaccarmi ai suoi capezzoli, due fianchi rotondi che mi facevano sognare.
Il suo adorabile corpo mi stimolava il desiderio, anche se non è particolarmente bella, ma è dotata di una sensualità molto forte, le poche volte che l’ho potuta ammirare con vesti più leggere, ho potuto apprezzare le forme dei suoi capezzoloni che s’intravedevano attraverso il tessuto.
Una donna di 59 anni ancora piacente, elegante nelle movenze, con un pizzico di malizia faceva ondeggiare il suo bel culone e desideravo sapere quanto fosse sodo, assieme alle sue tettone che riempiono gli occhi.
Enrica, da sempre è una donna molto timida e riservata, chissà com’era nelle vesti di donna fatale e troia, mi eccitava pensare a lei come ad una divoratrice d’uomini, ma soprattutto del mio cazzo.
‘è una bella donna e le darei una ripassata. Se poi è troietta come te ‘. Ci divertiremo.’
Qualche giorno prima Enrica stava lavorando sul nostro computer, non so come sia potuto succedere, visto che erano nascoste molto bene, ma aveva trovato le immagini che ci ritraevano, non erano certo le foto di un educanda quelle che gli si presentavano davanti agli occhi, Agnese si mostrava completamente nuda e in pose da luci rosse, assieme a me che esibivo il cazzo come fosse la durlindana.
Enrica non si era indignata, dalle sconce immagini di sua figlia che pigliava cazzi, a dirla tutta elogiava la mia nerchia ed esprimeva la sua voglia di sentirsela dentro e di farsi sbattere come una cagna in calore, ‘Certo che il tuo Giacomo ha un bel cazzo, sei fortunata, lo succhierei per delle ore, sino a svuotargli i coglioni e dopo mi farei montare.’ Si era invece stupita del cazzone di Luc e di come fosse riuscita a pigliarlo nel culo.
Le due donne si erano confidate e Agnese per niente stupita ne imbarazzata, gli aveva risposto che se mi piaceva, avrebbe fatto di tutto per organizzare l’incontro.
Ero sconvolto e allo stesso tempo super eccitato dalla complicità d’Agnese, come per lei sapere della mia voglia di trombare sua madre.
Conosceva i miei gusti sessuali e sapeva che le avrei inculato la mamma ed era felice di assistere mentre la sfondavo e di sentirne le urla di dolore e godimento, guardandola in volto per vederne le smorfie di piacere, affermando che il suo culetto era vergine e che insieme l’avremmo fatta godere come una vacca.
Agnese, complice di una trombata con la sua mamma e partecipe, era chiaro l’intento, oltre l’incesto, la sua voglia di trasgredire, passava per il piacere saffico, non volevo indagare per il timore di rovinare tutto, avrei lasciato che si realizzasse senza nessuna forzatura, se era nei loro desideri.
In un solo colpo avrei soddisfatto così tre mie fantasie, tra le tante, che inseguivo da tanti anni, finalmente mi sarei scopato una donna matura, il piacevole sapore del proibito in un rapporto incestuoso e la soddisfazione di ammirare due donne avvinghiate mentre si baciano, si accarezzano dandosi reciproco piacere, in un’eccitantissima lesbicata.
Una moracciona dai capelli corti, occhi castani, un corpo dalle curve morbide, generose, distribuiti in 160 cm d’altezza, ora più che mai desideravo un contatto ravvicinato con le rotondità delle sue chiappe e delle abbondanti tette, Enrica era entrata prepotentemente nei miei pensieri e volevo farmela, a tutti i costi.
Sono passate diverse settimane e mi ricordo perfettamente quella sera di fine settembre, eravamo al mare, nella casetta dove passiamo parte dell’estate e molti fine settimana, in quell’occasione, avevamo invitato Enrica, che sola, sola, Ercole come sempre fuori per lavoro, aveva accettato con piacere di passare un week-end con noi.
Il sabato pomeriggio sono uscito in barca con degli amici per una battuta di pesca e sarei ritornato per l’ora di cena.
Al mio rientro, la tavola era imbandita, luci soffuse e candele accese sulla tavola che rischiaravano e riscaldavano l’ambiente.
Le due donne erano vestite elegantemente, Agnese indossava un abitino rosso con una profonda scollatura sul davanti che mostrava con un bel decoltè il suo seno, Enrica un abitino nero, la scollatura le scopriva tutta la schiena, sin quasi al sedere, naturalmente calzavano dei sandaletti in tinta dal tacco a spillo vertiginoso.
Erano molto attraenti ed entrambe avevano curato ogni particolare, dal trucco alla pettinatura, una giovane l’altra meno ma quelle che avevo davanti erano proprio due belle gnocche.
Avvertivo una strana eccitazione e avevo capito che la serata era quella giusta, la voglia di farmi sua madre, cresceva e non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso, i suoi seni privi di sostegno, ballonzolavano ad ogni suo movimento e anche se volti in basso, si notavano due bei capezzoloni che premevano sul leggero tessuto dell’abito.
Dopo cena, l’ambiente, si stava surriscaldando, grazie all’aiuto di un cognac che avevo servito alle due donne per cercare di togliere le inibizioni ad Enrica, che vedevo tesa ed imbarazzata.
Le mie mani hanno palpato i seni d’Enrica, chiedendogli di poterli ammirare, con aria stupita, ma senza fare niente per ostacolarmi, si è sciolta il laccio intorno al collo facendo scivolare la seta del suo abitino sino alle caviglie, rimanendo vestita solo di un minuscolo perizoma.
I suoi seni erano completamente scoperti, mi sono incantato ad ammirare le sue splendide aureole scure, grandi come un mandarino con al centro due enormi capezzoli irti e duri, certo non sfidavano le leggi di gravità ma le sue mammelle erano fantastiche.
Ero seduto sul divano, Enrica in piedi, mi era di fronte e gli ho tolto lo slippino, mettendo a nudo, un folto cespuglio scuro che ricopriva il suo pube, corto, ben curato, mostrandomi una stupenda gnocca vestita di pelo.
Il cazzo duro come un tubo di ferro, premeva sui pantaloncini e li ho sfilati, mostrandolo alle due donne.
Volevo soffermarmi ad ammirare il corpo di mia suocera, che si rivelava più bello di quanto pensassi ma Agnese anche lei già priva del vestito, non me ne ha dato il tempo, è montata in piedi sul divano, con le gambe ben divaricate e mi ha spiaccicato la sua fighetta ben depilata sulla bocca come se volesse segnare il suo territorio la sua proprietà.
La mia lingua si è insinuata tra le labbra fradice d’umori, slinguazzando lungo il solco e andando a cercare il clitoride che già duro, sporgeva fremente, mentre con le dita gli allargavo la fica.
Dall’altra, Enrica mi afferrava il cazzo, stringendolo nella mano, ha tirato giù la pelle scappellandomi, si muoveva lentamente facendo scorrere la mano su e giù, mentre con l’altra mi palpava le palle che mi sentivo dure e già piene di sborra.
Il suo lento segare è durato molto poco, la sua bocca affamata ha risucchiato il cazzo sino in gola, in un sali scendi, accompagnato dal vorticare della sua lingua.
Con piccoli colpetti della lingua, si soffermava a stimolare la cappella ormai gonfia e vogliosa, per poi slinguare l’asta da cima a fondo, passando per i coglioni che mordicchiava e risucchiava infilandoseli in bocca.
Una donna dalla gola profonda, nessun cenno di conato di vomito e continuava ad ingollarlo sempre più profondamente, dandomi un piacere intenso, mai provato.
Continuavo a ciucciare la calda figa di Agnese ed era così fradicia che non riuscivo a bere tutti i suoi umori, che copiosi mi colavano sulla bocca, con un rivolo di nettare che mi sgocciolava dal mento.
Stavo vivendo un momento di grande eccitazione, ma volevo dedicarmi a mia suocera, volevo vederla, volevo toccarla, ma soprattutto godere della sua figa ed avrei reclamato il suo fantastico culo.
Mi sono avventato sugli abbondantissimi seni, almeno una quinta, palpandoli e succhiando i capezzoli, li avvolgevo con la lingua e li stringevo tra le labbra, mi teneva la testa e muovendo le spalle mi offriva le mammelle, prima una poi l’altra, alternando i suoi capezzoloni nella mia bocca.
Piano, piano, esploravo il suo corpo e con la lingua scendevo verso il basso, alla scoperta dei labbroni gonnfi della sua figa celati sotto il suo pelo scuro.
Quando sono arrivato al pube, Enrica ha iniziato a gemere, si è adagiata sul divano spalancando le cosce, finalmente vedevo il suo bel figone, i suoi labbroni aperti, in una pozza di miele pronto ad essere raccolto.
Solleticavo il clitoride, affondavo mettendogli la mia ruvida lingua in profondità, risucchiando i suoi umori, densi, dolce nettare per il mio palato.
La sua figa si apriva lasciandomi lo spazio perché la mia lingua potesse scavare nella sua intimità, raspando con puntigliosità per dargli il massimo piacere.
Con quel ritmo, non ci misi molto a farla urlare di piacere, il primo orgasmo gli è sopraggiunto dirompente e ho sentito le sue urla, godoooo, godoooooooooo, siiiiii.
Avevo trascurato Agnese, dedicandomi completamente alla mamma, all’inizio si era sgrillettata osservandoci ma poi stizzita aveva cavalcato Enrica, poggiandogli direttamente la fighetta sulla bocca, anche lei voleva la sua parte di piacere.
Gemeva sotto le tenere attenzioni della lingua di Enrica, che ciucciava sapientemente, iniziandola al piacere saffico.
Vedevo la sua lingua frullare tra le labbra, spostandosi sul clitoride per tornare indietro sino allo sfintere anale e Agnese, saltava come un indemoniata, sulla faccia della mamma, godendo da gran maiala.
Doveva essere la prima e si è messa a quattro zampe sul pavimento, supplicandomi di violentarla, di fargli sentire il cazzo, come dire di no ad una femmina in calore.
Acchiappata per i fianchi, in una frazione di secondo, si è trovata il cazzo piantato nella figa, da quanto era fradicia, non solo era scivolato nella sua intimità con molta facilità, ma ci mancava poco che ci ballasse dentro.
Iniziavo a muovermi, anche se lentamente, spingendolo tutto dentro, sin quando sentivo le palle fermarsi tra le sue chiappe.
Enrica con le cosce aperte, spingeva le sue dita completamente dentro il suo figone, sparandosi un furioso ditalino.
Per lei avevo altri progetti e ho voluto che si inginocchiasse li sul divano, messa a pecora il suo culone esplodeva in un meraviglioso e dirompente spettacolo, due natiche tonde, sode, puntate verso l’alto, proprio un bel culo, i suoi labbroni pelosi, spuntavano gonfi, semiaperti e fradici d’umori, mentre le sue natiche strette non mi facevano vedere il suo buchetto, così strette che mi avrebbero intrappolato come uno schiaccianoci.
Con le mani ho allargato i suoi chiapponi, il suo buco di culo è comparso in tutto il suo splendore, era scuro e grinzoso, devo dire che era molto stretto, forse era vero che era ancora nuovo di fabbrica e già pregustavo il momento in cui l’avrei sfondato e sarebbe stato fantastico sentirla urlare, mentre glielo rompevo.
Mi rivolsi ad Agnese mentre la trombavo sempre più velocemente, ‘Tienigli i chiapponi larghi e leccagli il culetto, infilaci la lingua, allargalo, lo voglio fare mio, almeno una volta nella vita lo deve prendere nel culo’.
Comincio’ a leccarle il buchino affondando la lingua tra le grinze cercando di aprirlo e piano, piano, cedeva, lasciando che si aprisse un passaggio sempre più profondo, quando ci infilò un dito era già ben dilatato e lo accettava completamente dentro il suo budello, gemendo come una vacca.
Urla, mugolii, gemiti, veri e propri ululati, uscivano dalle loro labbra, un melodioso preludio che le avrebbe portate all’ennesimo orgasmo.
Facevamo trenino, io l’ultimo della fila in ginocchio, trombavo Agnese messa a pecora, che a sua volta, con la faccia incollata tra le chiappe di Enrica, gli lappava il buco del culo, slogandosi la lingua per riuscire ad aprirlo e prepararlo a una penetrazione che l’avrebbe sverginata.
Sono venuto con urla selvagge, non avevo saputo resistere a tanta eccitazione e in un’esplosione di libidine, stavo riempendo mia moglie di caldissima sborra.
Diligentemente mi hanno ripulito il cazzo, bisticciandosi ogni goccia di sperma, specialmente Enrica che si dava un gran daffare perché non si ammosciasse, ma non esisteva il pericolo, ero così eccitato che ne avrei fatto dieci senza fermarmi.
Enrica si è inginocchiata, tirando bene in alto i suoi chiapponi, muovendoli, esercitavano su di me un forte richiamo, è stata Agnese che mi ha preso il cazzo in mano e l’ha puntato decisa al suo buchetto, allargandogli le natiche.
Ci sono andato piano, la cappella ha valicato l’anello anale senza grossi sforzi, era stretto ma lentamente entrava risucchiandolo completamente, sentivo la morsa delle sue pareti avvinghiarsi al cazzo con gli spasmi e le contrazioni che si ripetevano una appresso all’altra.
Dopo un urlo liberatorio, forse di dolore, Enrica si abbandonava alla mia profonda penetrazione, il ritmo era aumentato e tenendola per i fianchi spingevo dando più impeto all’inculata.
Ora il cazzo scivolava agevolmente nel budello e le sue urla di dolore si erano trasformate in gemiti di piacere e quando raggiungeva un’orgasmo ragliava, dimenandosi e singhiozzando come impazzita, in completo delirio.
Continuavo ad incularla con spinte poderose e le sue mammelle ciondoloni, ballavano, saltavano andando avanti e indietro.
Agnese ormai rassegnata alla mia voglia di sua madre si infilava le dita nella fica completamente slabbrata, con la la bocca cercava le tette di Enrica, ciucciandogli furiosamente i capezzoli.
Sbronza dagli orgasmi, Enrica, ricambiava succhiando dai capezzoli il latte di sua figlia che gli urlava ‘ Mamma sei una troia, una fantastica troia’.
Da più di venti minuti pompavo, ed ora che sopraggiungeva l’orgasmo, la pigliavo con furia, sempre più animalesca, sin quando ho iniziato a schizzare sbattendola in modo pauroso.
Questa volta è stata Agnese a pigliarmi il cazzo portandoselo in bocca per ripulilo dallo sperma e dagli umori anali di sua mamma.
Enrica completamente esausta, era rimasta carponi coi chiapponi per aria e il suo buco del culo completamente aperto, grondava sborra, tutta quella che le avevo svuotato dentro la tromba del culo.
Stanchi e felici siamo andati a letto, chiaramente tutti e tre insieme, la notte è stata lunga ma”’.
lascio a voi intuire come l’abbiamo trascorsa.
Molti di voi giudicheranno il nostro comportamento indecente, immorale, ma è stato cercato e voluto da tutti e tre.
PS. Agnese ama i Vs. commenti e le Vs. fotografie, specie se di amiche golose.

Felice di ricevere i vostri commenti, inviare a
gio23@hotmail.it

Gio

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