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Racconti Erotici

Anai’s

By 10 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

La luce della luna entrava dalla finestra inondando la stanza e dandole quella suggestiva zona d’ombra che creava sulle pareti delle strane forme, frutto dei vari oggetti sparsi sui mobili. Anaìs si rivoltava nel letto cercando un sonno che quella sera tardava ad arrivare; il suo continuo movimento, il girarsi e il rivoltarsi creava un rumore come un fruscio emesso dal contatto della sua vestaglia di seta rosa con le lenzuola sempre di seta, ma nere. Gli occhi fissi sul soffitto accompagnavano il lento girare delle pale in legno del ventilatore, mentre i suoi pensieri andavano al pomeriggio di quello stesso giorno, quando durante una delle sue solite passeggiate nel parco aveva conosciuto quel giovane; un ragazzo affascinante che non doveva avere più di 23-24 anni, molto educato e anche colto, dato che le aveva allietato quelle due ore trascorse con lui con discorsi di tutto rispetto e di varie argomentazioni; dalla letteratura al teatro, dalla politica ad altri un po’ più leggeri ma di uguale intensità ed interesse. Anaìs sapeva che quel suo pensare continuamente a quell’incontro aveva un motivo ben preciso, pochi uomini la avevano colpito fino ad allora sia fisicamente che intellettualmente in così poco tempo, anche perché lei non faceva nulla per nascondere una certa attrazione verso soggetti del suo stesso sesso, ma non disdegnava ogni tanto passare delle ore di passione con qualche maschio, meglio ancora se poi questo era sposato e la sua donna acconsentiva ad un incontro a tre. Ma tra queste sue trasgressioni ora si faceva largo prepotentemente l’immagine di questo ‘ sconosciuto ‘, era come non potesse fare a meno di pensarlo, di desiderarlo e mentre immagginava i primi approcci la sua mano scese fino a raggiungere il bordo della piccola mutandina, quasi inconsciamente le sue dita spostarono un poco il piccolo indumento intimo e cominciarono a carezzare la rada peluria del suo sesso. Man mano che il movimento delle sue dita aumentava sentiva il pelo bagnarsi, le labbra inturgidirsi di desiderio, poi con un movimento rapido ma preciso le fece scivolare all’interno, fu una penetrazione lenta, dolce, che durò pochi attimi poiché l’orgasmo sopravvenne quasi subito, facendola sussultare più volte fino a lasciarla esausta con le braccia distese sui fianchi ed ansimante.

Non si accorse di addormentarsi, si svegliò colpita dal bagliore di un raggio di sole che penetrato dalla finestra e riflesso sul vetro di una cornice ove era contenuta una sua foto la colpì sul viso. Aprì gli occhi, e la prima cosa che vide fu il bigliettino posto sul suo comodino dove era segnato l’indirizzo ed il numero di telefono che il ragazzo le aveva dato il giorno prima nella speranza di un nuovo incontro; avrebbe dovuto sapere che per tutta la notte era stato tormento e delizia dei suoi pensieri. La prima cosa che venne in mente ad Anaìs fu che doveva rivederlo, ad ogni costo. Ma come fare? Certo non poteva telefonarlo, si sarebbe capito che lo desiderava, né tantomeno andare all’indirizzo indicato sul foglietto, addirittura avrebbe significato sottometersi ad ogni sua voglia o desiderio, ammesso che ce ne fossero; allora decise di ritornare al parco quello stesso pomeriggio, ed alla stessa ora. Si vestì con un semplice abitino leggero con dei motivi floreali che metteva in risalto le graziose forme del suo corpo esile e minuto, ma con tutte le forme al suo posto nonostante i suoi 40 anni, si incamminò per raggiungere il parco nella speranza di rincontrarlo. Percorse i viottoli stretti e sterrati con passo svelto, ed appena girò la grande siepe che era posta proprio al centro del parco lo vide; stava seduto sulla stessa panchina del giorno prima, come la stesse aspettando, infatti non appena la scorse da lontano sul suo viso apparve smagliante un sorriso di gioia. Anaìs si premurò di rallentare l’andatura per non dare a vedere che stava correndo, quel luogo era molto frequentato si, ma in quell’orario di punta una persona, per stare lì, doveva essere o senza casa, o per un appuntamento ben preciso. Quando gli fu a pochi passi di distanza si fermò accennando un timido saluto e porgendogli la mano, lunga e affusolata sempre con le unghie ben curate e con una pelle liscia come seta per il continuo trattamento di creme e cremine a cui si sottoponeva ogni giorno, gli disse con un falso tono di meraviglia: ‘ Oh!!’che coincidenza incontrarci di nuovo qui’non vi pare? ‘..il ragazzo bench&egrave giovane non era certo un ingenuo, e con un malizioso sorriso di chi acconsente di stare al sottile gioco di bugie ma con gli occhi di chi fa intendere di aver capito, le prese la mano ed alzandosi in piedi, contemporaneamente esclamò : ‘ Già’in effetti &egrave una bella coincidenza’oserei dire che &egrave stata la mano del destino a portarvi qua ‘. Come un navigato gentleman la invitò ad accomodarsi vicino a lui, cosa che Anaìs accettò volentieri, e cominciarono a discorrere del più e del meno quando all’improvviso il ragazzo uscendo fuori dai canoni dei loro discorsi le fece un complimento molto gradevole sul suo vestito e verso la sua stessa persona: ‘ Non ho mai incontrato una donna affascinante come voi fino ad oggi ‘, Anaìs arrossendo lasciò intendere che nei mesi estivi amava sentirsi libera..fresca,e quindi indossava il minimo indispensabile, ma appena dette queste parole si rese conto del complicato senso di interpretazione delle stesse’una strana ammissione..in fondo erano solo due semplici frasi buttate lì così, ma di un altissimo contenuto erotico. Infatti girando lo sguardo verso di lui i loro occhi si incontrarono rimanendo a fissarsi per degli attimi interminabili, Anaìs sentì il cuore arrivarle in gola tanto batteva forte, i suoi seni iniziarono un movimento come sollevati da sotto e poi lasciati cadere..il suo respiro era quasi affannoso, come di chi ha fatto una corsa sfrenata e poi si &egrave seduto a riposarsi. Le sue mani erano poggiate col palmo rivolte in giù sulla panchina lungo le sue gambe. Sussultarono all’improvviso contatto di quella mano estranea, delicata ma maschia al tempo stesso, Anaìs sentì carezzarsi lievemente il dorso della sua mano, non fece nulla per ritrarsi; intanto ora il cuore le sembrava scoppiare nel petto. Vide il viso del giovane avvicinarsi lentamente al suo, chiuse gli occhi e sentì quasi un mancamento quando quelle labbra ‘carnose, si poggiarono leggermente sulle sue, che provvide a dischiudere non appena il contatto di lui si fece più pressante, fino a che le loro lingue dapprima si sfiorano solamente, poi cominciarono ad intrecciarsi vertiginosamente, dando vita ad un lungo ed intenso bacio,tanto passionale che non appena lui si tolse, Anaìs appoggiò la schiena alla panchina ansimando: ‘ volevi soffocarmi?”disse sorridendo rivolta a lui dandogli del ‘ tu ‘, cosa insolita per lei che si rivolgeva così familiarmente solo con i suoi..o le sue’amanti. Il ragazzo per tutta risposta le si avvicinò di nuovo e con le labbra cominciò a stuzzicarle il lobo dell’orecchio, mentre con la mano destra poggiata sulla sua gamba lentamente sollevò la gonna di quel tanto che permise alla mano di intrufolarsi sotto. Il contatto contro l’interno della coscia procurò ad Anaìs un fremito, fu come essere percorsa da una lieve scarica elettrica, e bench&egrave stesse con gli occhi chiusi, e con il capo leggermente chinato all’indietro abbandonata in quell’estasi fatta di piccoli ma sapienti tocchi, ebbe un attimo di lucidità e, prontamente, la sua mano andò ad afferrare quella del giovane intimandolo di non andare oltre, in fondo stavano in un luogo pubblico che, bench&egrave poco frequentato in quell’orario, era pur sempre rischioso lasciarsi andare a simili effusioni . ‘ No’non qui ‘ disse Anaìs con un filo di voce riaprendo gli occhi, e si rese ancora conto ancora una volta che la sua frase era un donarsi completamente, non subito, non lì, ma lasciava intendere che non le dispiaceva; una volta a casa si distese sul letto in preda ad uno sconvolgimento interiore, i suoi sensi ancora una volta avevano avuto il sopravvento sulla ragione, non era la prima volta che le capitava’come quando in un cinema di periferia attratta da un uomo il cui fascino l’aveva sconvolta al primo sguardo, dopo poco tempo si era ritrovata nei bagni con il viso contro la parete e lui che la scopava da dietro’ma se allora era stato un istinto quasi animale, ora la cosa era totalmente diversa. L’affascinava di questo ragazzo non solo l’aspetto fisico, ma il suo modo di parlare..come la toccava..e si ritrovò in preda ad uno strano malessere, che colpisce solo chi &egrave innamorato.’ Io innamorata?’ Si chiese Anaìs, e non potette fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata.

Fine prima parte

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