Senti Marco, voglio chiederti una cosa, ma devi essere sincero..
Finalmente avevo trovato il coraggio di parlare dell’accaduto con il mio ragazzo, entrare nel merito della cosa, avevo bisogno di capire cosa ne pensava. Dopo quella sera dove quell’uomo sconosciuto ci aveva spiati mentre facevamo l’amore, non mi ero più data pace, era un chiodo fisso, le sensazioni che avevo provato furono del tutto inaspettate, avevo sempre tenuto alla mia intimità, mi ritenevo una ragazza di sani principi e fino a quella sera niente aveva messo in dubbio la mia convinzione: poi quella maledetta sera, sembrava tutto perfetto come sempre, io innamorata di Marco, entrambi vogliosi di stare assieme ed il nostro posticino preferito.. c’eravamo stati decine di volte e mai e poi mai ci aveva sfiorato il dubbio di essere spiati. Invece quella sera e proprio mentre stavamo facendo l’amore, vidi la sagoma di quell’uomo fuori dalla macchina, prima la paura, poi il blocco psicologico, in fine la decisione di non fare o dire nulla, intanto ormai la nostra intimità, il mio corpo, la mia sessualità, era svelata, svelata agli occhi di quell’uomo che senza vergogna godeva nello spiarci mentre godevamo. Al mio ragazzo chiesi se mi aveva sentita diversa, se aveva avvertito un cambiamento, lui mi rispose di sì, mi rispose che dopo aver avvertito una sorta di pausa del mio desiderio, ero ritornata ancora più attiva e presa dalla situazione, un cambio di marcia e mi disse pure che ne fu piacevolmente sorpreso.
Purtroppo questa era la risposta che non volevo sentire, perché era la stessa impressione che avevo avuto di me stessa, la stessa impressione che non dava pace al mio principio morale, non mi dava pace sapere che nonostante sapessi di essere spiata da uno sconosciuto mentre ero completamente nuda e con il mio ragazzo tra le gambe, avessi raggiunto un orgasmo così travolgente, l’orgasmo più forte della mia vita.
Non volevo essere così, non volevo che la mia eccitazione fosse esaltata da quelle situazioni, non volevo che l’esibizionismo si impossessasse della mia sessualità.. dovevo indagare, dovevo trovarmi di nuovo in una situazione simile e capire meglio me stessa.. si, la cosa giusta da fare era ritornare in collina, nel nostro posto preferito e sperare di essere spiata dallo sconosciuto..ma non potevo dire nulla al mio ragazzo, l’esperimento per funzionare doveva essere privo di contaminazioni emotive da parte sua, lui doveva comportarsi con me in modo più naturale possibile.
Così gli dissi che mi aveva sentita più coinvolta per merito suo, per il suo modo di fare sempre più attento alle mie esigenze e per il posto, “magico..”
Ormai era passata una settimana da quell’episodio, nel frattempo con qualche scusa avevo convinto Marco a fare l’amore in camera mia, ma con tutti i limiti del caso, senza poterci liberare completamente dei vestiti e senza fare il minimo rumore.. potevamo essere scoperti in ogni momento sia dai miei genitori che da mia sorella, anche se a quest’ultima raccontavo tutto..
Arrivò sera, giovedì sera come quella sera e chiesi a Marco se gli andava di andarci ad imboscare nel nostro posto preferito, in macchina, con un paio di birre e qualche snack, lui rispose con un “finalmente”, però mi chiese pure se lo ritenevo opportuno dopo la sera del guardone ed io gli risposi di si, che non volevo rinunciarvi e che se si fosse ripresentato il problema lo avrei avvertito: a lui era importato poco fin dall’inizio, non aveva certo problemi di pudore, negli spogliatoi dopo la partita di calcio si facevano la doccia, era abituato a stare nudo davanti ad altri, se avesse assunto una posizione a riguardo, sarebbe stato più per me che per lui.
La stessa sera mi passò a prendere come al solito, scappata al super per prendere due cose da rosicchiare e via al nostro posto.. sapevo che potevo trovarmi in una brutta situazione , ma ero impaziente di arrivare, tra la voglia e la paura di capire..
Parcheggiammo la macchina al solito posto, tranquillo e discreto, il nostro posto preferito da quando ci imboscavamo per fare l’amore, le prime volte un po’ titubanti a spogliarci, ma il tempo e la confidenza ci aveva portati a farlo senza problemi.
Quella sera faceva caldo, appena arrivati aprimmo due birre, musica soft e iniziammo a coccolarci, qualche parola dolce, baci e carezze e la mano di lui che correva sotto la maglietta, non riusciva a fare le cose con calma, però mi stavo eccitando, ancora con la luce dell’abitacolo accesa, mi tolse la maglietta e rimasi in reggiseno, iniziammo a baciarci, a limonare senza prendere respiro.. in apnea, mi teneva la testa tra le mani e la accarezzava dolcemente mentre continuava a baciarmi, poi sulla schiena alla ricerca del gancetto del reggiseno. Cominciava a fare caldo in tutti i sensi, era giunto il momento di abbassare lo schienale di entrambi i sedili anteriori e portare avanti la seduta, in quel modo si riusciva a creare in piano omogeneo con il sedile posteriore, un vero e proprio letto, mi tolsi il reggiseno e sfilai i pantaloncini tipo bermuda, rimasi in mutandine.. lui si denudo velocemente e mi salto addosso, continuando a baciarmi e toccarmi, mi sentivo bagnare la vagina ancora prima che la toccasse, la sua bocca, la sua lingua passava dal collo ai seni, mordicchiava i capezzoli e contemporaneamente le dita mi spostavano la mutandina per cercare il clitoride: lo fermai per qualche secondo e spensi la luce interna, intanto non serviva più, l’illuminazione dell’autoradio era sufficiente e poi con il riflesso dei cristalli non avrei potuto vedere niente al di fuori .
Marco mi sali sopra, sentivo il suo pene sfregare sulle coscie, le tette spiaccicate contro il suo petto e la sua lingua in gola, lo accarezzavo dappertutto, dalla schiena al sedere, afferrai quei glutei di marmo e li stritolati con più forza che potevo, avevo voglia di sentirlo dentro ma aspettavo lui, non c’era premura.. si alzo da quella posizione e mi porto il pene davanti alla bocca, iniziò a farmelo sentire sulle labbra, sulle guance, sotto il naso, per poi spingermelo in bocca delicatamente, dandomi il tempo di aprirla e non fargli sentire i denti: il suo pene era bellissimo, lungo ed abbastanza largo, lo sentivo tantissimo, ma in realtà era il primo che prendevo, per tanto non avevo termini di paragone.. ma il migliore che avessi visto: lo succhiavo affettuosamente, riversandoci sopra piu saliva che potevo, non mi sentivo una gran pompinara, ma lui diceva di apprezzare molto, diciamo che potevo solo migliorare, era solo questione di tempo.. non era ancora successo di sentire il gusto dello sperma, anzi..non era ancora successo che riuscissi a farlo venire con la bocca, ma non mi faceva pesare questo, preferiva farlo dentro di me, preferiva godere scopando: mi fermo’, si chino e riprese a limonarmi, il suo modo era delicato e profondo, umido e avvolgente, riusciva a farmi perdere la cognizione del tempo, non avevo mai provato tanta emozione nel baciare un ragazzo.. mi fece alzare dallo schienale e girare con il volto verso il lunotto posteriore della macchina, rimasi con la ginocchia sui sedili reclinati e le mani sul sedile posteriore, voleva il mio sedere in faccia, non succedeva spesso, mi voltai istintivamente e mentre il mio sguardo correva lungo i vetri sul fianco della macchina, vidi qualcosa muovere all’esterno.. per un attimo rimasi con il cuore in gola, non dissi nulla, ma continuai a guardare in quella direzione..
Lo vidi, era a pochi metri da me, si stava realizzando la situazione che volevo, che avevo pianificato, ora dovevo solo viverla ed ascoltare il mio corpo, la mia natura.. Marco avrebbe fatto quello che faceva di solito, non gli dovevo dire nulla e se possibile metterlo in condizioni di non poter guardare all’esterno della macchina.
Così gli dissi di togliermi le mutandine, la mia richiesta usci con voce rotta dall’emozione, sapevo che lì fuori qualcuno aveva sentito e stava guardando, gli stavo dando quello che voleva ma speravo si avvicinasse di più, per poterlo vedere meglio, magari anche in faccia..
Il mio ragazzo, lentamente mi sfilo le mutandine, pizzicò l’elastico su entrambi i lati, lo sollevo dalla pelle, introdusse le dita al di sotto e le fece scorrere verso la parte sul sedere, iniziò a scoprire i glutei per poi ritornare sui fianchi, afferrò l’elastico e porto il tutto alle ginocchia.. io alzai prima una gamba e poi l’altra e Marco con estrema delicatezza le tolse completamente.. mi diede un bacio quasi riverente su una natica e mentre continuavo a guardare all’esterno della macchina, portai i fianchi più in alto e verso di lui, quello che volevo era sentire la sua lingua e quello era il modo per farglielo capire: essere leccata in quella posizione era diverso, coinvolgevo meno il clitoride ma gli permettevo di esplorare la vagina con la lingua, ero un lago, eccitata da morire, Marco mi stava leccando divinamente ed era giunto il momento che la sostituisse con il pene.
Avevo caldo, i vetri erano ancora chiusi, così mi girai velocemente togliendomi dalle grinfie del mio ragazzo, accesi la luce, abbassai di qualche centimetro entrambi i vetri e spensi la luce, questo movimento durò il tempo di pochi secondi, ma sapevo che in quel poco tempo, qualcuno lì fuori aveva visto benissimo il mio corpo nudo, mi dispiaceva ammetterlo a me stessa, ma ero elettrizzata, poi mi distesi tra i sedili reclinati, afferrai Marco e lo feci scendere su di me.. iniziai a baciarlo con la lingua, limonammo per alcuni minuti mentre osservavo fuori dalla macchina, attraverso i vetri…
Oddio si era avvicinato, forse non era quello della volta scorsa, ma era un uomo corpulento con cappuccio, adesso poteva vedere bene quello che facevamo, mi sentivo in imbarazzo, ma tremendamente eccitata, lo volevo!
SCOPAMI ! Volevo sentire il cazzo di Marco dentro, volevo che quell’uomo vedesse il cazzo di Marco entrare dentro di me: incrociai le gambe sulla sua schiena, afferrai quel pezzo di marmo e lo puntai dritto davanti alla fica..
SPINGI !
Con un colpo deciso entrò.. mi sentii piena di lui in un attimo..
AHHHHHHHHHUUUUUUU….. SIIIIIIIIIIIIIIIIIIII….. e poi si fermo’! Mi bacio ancora molto dolcemente, il tempo necessario ad adattarmi e tornò a muoversi lentamente, percorreva quanta più strada poteva senza farlo uscire e lo sentivo molto in profondità.. mi girai verso l’uomo fuori dalla macchina, lo guardai, volevo vedere il suo volto eccitato, volevo essere sicura che non si perdesse niente di quello che stavamo facendo, sicura di dargli lo spettacolo che voleva: eccolo! finalmente lo vedevo bene, si era avvicinato notevolmente, ormai aspettavo solo di poter vedere il suo volto, rimasi con lo sguardo fisso nella sua direzione, Marco mi stava scopando sempre più forte, sentivo il suo cazzo sbattere contro, mi stava sfondando, sentivo un calore infernale tra le gambe, ero vicina all’orgasmo e lui, quello di fuori era lì pronto a tifare per me, avrei tanto voluto guardarlo negli occhi, leggere la sua espressione, ma non potevo.. senza pensare appoggiai il palmo della mano sul vetro di fronte a lui, allargai le dita quanto più possibile quasi cercando un contatto, lui contrappose il mio gesto con la sua mano molto piu grossa, molto più robusta, quasi avvertivo il calore che emanava attraverso il vetro, non so cosa mi prese, ma iniziai a godere, a chiamare il mio ragazzo a voce alta, a chiederli di scoparmi piu forte:
SIIIIII DAIIIII COSIIIIII DI PIUUUU’ SCOPAMI PIU FORTE, PIU FORTE PIU FORTE, STO PER VENIRE, VENGOOOO, VENGOOOO, VENGOOOOOOOO, AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH..
Raggiunsi il primo orgasmo guardando lo sconosciuto e toccando il vetro che divideva le nostre mani, non riuscivo ancora a vedere il suo sguardo, solo parte del naso e del mento, pero distinguevo un pizzetto o della barba, non un viso pulito, lui ora sapeva che lo avevo visto e che accettavo la sua presenza, sapeva che gli avevo dato il permesso di guardare il mio corpo, il mio volto, il mio orgasmo.. mi sentivo amata, mi sentivo desiderata, volevo godere ancora..
DIMMI CHE TI PIACE! DIMMI CHE TI PIACE! SCOPAMI ! SCOPAMI ! SCOPAMIIIII!
TI PIACE EH ? TI PIACE EH?
SCOPAMI FORTEEE !!!
Mi ero rivolta a lui, non riuscii a trattenere la follia di quel momento, il mio ragazzo, sentendosi chiamato in causa,mi stava scopando alla grande, stava ubbidendo alle mie parole, sentivo bruciare la fica, ero un lago.. e l’aria che fuoriusciva testimoniava quanto mi stesse sbattendo, ma io quelle parole le avevo urlate all’uomo fuori dalla macchina, continuavo a guardarlo incurante di quello che stavo facendo, Marco stimolava la parte sessuale, ma chi veramente mi stava possedendo era lui, quell’uomo sconosciuto..
Godooo.. mi disse e venne dentro di me, sentivo lo sperma farsi strada, presto sarebbe fuoriuscito, colato dal mio sesso e tra le natiche, lui poverino non riusci’ a resistere, ma era stato bravissimo, gli diedi un bacio, lo limonai per qualche secondo e rimanemmo entrambi sdraiati l’uno affianco all’altra, la mia mano toccava sempre il vetro, quel vetro che divideva la mia mano dalla sua, ma la sua mano non poteva piu rimanere, la vidi allontanarsi nel buio e persi la percezione della sua presenza.
Marco accese la luce interna, prese una birra, inizio a sorseggiarla ed a dividerla con me, entrambi ancora nudi, come ci capitava spesso dopo l’amore, rimanemmo silenziosi ad ascoltare il sottofondo musicale, dopo qualche minuto gli dissi: vado a fare pipì..
Scesi dalla macchina chiusi lo sportello e camminai per una decina di metri tra piante e cespugli, mi abbassai a terra e liberai la vescica: completamente nuda e solo con le scarpe sentivo la leggera brezza sulla pelle, un filo d’erba solleticava la vagina mentre lo sperma di Marco fuoriusciva, l’idea di essere ancora spiata stuzzicava la mia mente.. e mentre mi asciugavo con un fazzoletto di carta avvertii un rumore, mi voltai e lo vidi, rimasi bloccata per qualche secondo davanti a lui, un’eternità! Il cuore mi batteva forte, avvertii un brivido in tutto il corpo e uno strano senso di eccitazione, a soli due passi davanti a me, c’era lo stesso uomo alto e grosso che mi aveva vista godere intensamente poco prima, ma ora non c’era più il vetro della macchina a dividerci, ora poteva toccarmi.. ma forse gli bastò annusare l’odore di sesso che emanavo, proprio come un animale selvatico: scappai verso la macchia e mi chiusi dentro..
Non potevo più ignorare quello che mi era successo, quella sera avevo avuto prova di quello che temevo, mi piaceva essere guardata, mi piaceva farmi spiare mentre facevo l’amore, godevo nel sapere che uno sconosciuto guardava il mio corpo nudo ed ascoltava il mio orgasmo.. chissà…forse se mi avesse toccata mentre nuda ero davanti a lui e nella boscaglia…non volevo pensarci.
Mi sentivo diversa, avevo scoperto un aspetto di me che ignoravo e speravo non esistesse, invece venne fuori prepotente, se la prima sera potevo trovare qualche giustificazione, ormai era tutto chiaro.
Marco era stato perfetto, si era comportato come sempre, mi aveva sentita esprimermi con parole che gli piacevano, che lo eccitavano, ma non potevo dirgli che non erano per lui, non potevo dirgli che il guardone era lì davanti a noi e che provavo eccitazione nel sapere che ci stava spiando, non mi sentivo ancora pronta a condividere tutto questo con lui, forse non avrebbe capito, lo amavo troppo per correre il rischio di perderlo, ma se il futuro ci avesse riservato la piena condivisione di questa trasgressione, sarebbe stato fantastico..
Complimenti ottimo racconto che spero diventi un romanzo con tanti capitoli di questa bella storia non troppo distante dalla realta’ ,a volte si leggono racconti con situazioni ben oltre la normalita’ della vita a mio modesto parere troppo fantasiosi. Grazie per il tuo impegno a presto
Anche un buon italiano