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Cineforum

By 8 Maggio 2016Settembre 29th, 2020No Comments

Suona la sveglia.

8,30, almeno per oggi. Oggi è mercoledì e andiamo al cineforum.

Io amo il cinema e il mondo dello spettacolo, avere un cinema vicino casa è straordinario. Ed è ancora meglio quando il cinema è di un amico di tuo padre.

Il cinema, infatti, è di Luigi, ma a scuola non lo sanno per evitare favori sconvenienti. Mio padre e tutti i suoi amici di liceo, tra cui Luigi, sono sempre rimasti in contatto, io li conosco tutti e sono amica dei loro figli.

Il cinema prima apparteneva al padre di Luigi ed era un piccolo cinema di quartiere ma con gli anni, grazie alla posizione estremamente centrale, si è allargato.

Ogni fine settimana, dopo aver fatto visita a mia nonna ci vedevamo e passavamo i pomeriggi domenicali a vedere film in anteprima. Era un multisala molto ben attrezzato, con 8 sale, di cui una a luci rosse al piano di sotto, scherzavamo sempre su quella stanza ma non ci siamo mai entrati, ci si accede da una scala in fondo al corridoio centrale, ma la porta rossa è sempre chiusa e apre solo la sera dopo gli ultimi spettacoli per far entrare gli spettatori.

L’ho sempre trovata una cosa disgustosa e perversa, e anche se ci scherzavamo su, con gli altri, ho sempre trovato quella saletta estremamente repellente.

Quando entro nel cinema saluto Luigi e raggiungo i miei amici, oggi ci tocca un film d’autore, ma non so bene quale.

Entriamo in sala e ci accomodiamo, si spengono le luci e all’istante tutti i telefonini dei miei compagni sono accesi e illuminano i loro volti. L’ho sempre trovata una cosa stupida, andare là a perdere tempo con i telefoni. Così mi rigiro e guardo lo schermo.

Guardo l’ora dal telefono nuovo, regalo dei miei 18 anni, e scopro con disappunto che sono passati solo 3 minuti dall’inizio del film, nonostante io apprezzi molto i film sono già stanca e decido di uscire per giocare con i videogiochi nella sala grande.

Vado da Carlotta alla cassa, e mi cambia i 5 euro in gettoni. Altri dieci minuti dopo e avevo finito anche quelli. In biglietteria non c’è nessuno e non vedo nessuno neanche in giro per la hall.

Così mi avvicino alla cassa, i gettoni sono nel primo cassetto a destra in un barattolo blu vecchissimo.

Apro e ne prendo una manciata.

Sto per chiudere il cassetto quando noto una seconda scatolina rossa, con dei profilattici e delle chiavi, rosse anch’esse all’interno.

Capisco subito a quale sala appartengono perché ogni porta ha un colore, e ogni chiave riporta il colore della porta che apre.

Chiudo il cassetto e mi allontano, sono ancora dietro la cassa quando sento Luigi arrivare, mi vede mentre mi abbasso di scatto e mi richiama.

Ero rossa per la vergogna e mi alzo sentendo il mio nome: ‘ma dai Silvia, te li avrei dati i gettoni, non c’era assolutamente bisogno di prenderli.. sono un po’ sorpreso, da te non me lo aspettavo’ dice.

Volevo morire dalla vergogna! ‘lo so Luigi, non volevo disturbarti tutto qua, scusami davvero, ti avevo messo anche i soldi in cassa’ ribatto.

Lui sorrise e ricambiò il sorriso, lo ringrazio, mi scuso ancora e mi allontano.

Due passi e mi afferra in braccio puntandomi il dito in faccia ‘ti tengo d’occhio, attenta!’ dice ridendo. Io sorrido ma il dito è ancora puntato contro di me, così afferro la sua mano con la mia e, istintivamente, senza neanche pensarci, lo infilo in bocca e lo succhio, per tre volte. Guardando l’amico di mio padre negli occhi.

Il tutto è durato non più di tre secondi, forse 5, ma sembrava un’eternità. Non ho avuto neanche il tempo di pensare a cosa stessi facendo che lui toglie il dito dalle mie labbra e indietreggia, gli occhi sbarrati, quasi impauriti. Appena si allontana mi rendo conto di cosa ho appena fatto, mi copro la bocca con le mani, mi giro e corro verso la mia sala.

Prima di riuscire a toccare la maniglia sento la sua mano, con il dito ancora bagnato, che mi afferra il braccio e mi fa girare. Ora ho la faccia di Luigi a pochi centimetri dalla mia, mi dimeno e lui mi sbatte contro la porta verde della sala 4.

Due secondi di interminabili sguardi e lui mi bacia. Mi tiene ferma con le mani mentre mi scanso e con la lingua cerca la mia, non capisco più niente, cerco di tenere duro ma non so come, alla fine cedo e lo bacio a mia volta avvinghiandomi a lui. Inizia a toccarmi ovunque, le sue mani arrivano ovunque e le sento bene sul mio corpo.

Gli afferro le spalle e mi allontano, lui fa per avvicinarsi ancora, ma lo fermo. In quell’istante Carlotta esce dal bagno e per poco non ci scopriva, fa un cenno con la testa a Luigi e siede al bar.

Luigi mi guarda e sorride, io sono sconvolta mentre mi aggiusto di nascosto la maglia. Mi fa cenno di andare nel corridoio ed eseguo. Dopo pochi secondi sento il rumore dei soldi che sbattono nel cassetto della cassa, il primo cassetto a destra.

Poi aspetto e Luigi compare con il mazzo di chiavi rosse in mano.

Quando lo vedo mi sento scoppiare, la testa inizia a girarmi ma mi sorprendo a sorridere e mi ritrovo nel giro di qualche istante ad essere eccitata all’idea.

Mi sta portando nella saletta porno.

Quella che ho sempre trovato repellente e assurda.

E ora ci sto per entrare, forse per essere scopata dall’amico di mio padre.

Sono tutta un fremito, sto a mille, sono eccitatissima e ho la pelle d’oca. Luigi nel frattempo si è avvicinato a me e con un braccio sulle mie spalle mi tiene vicina, le sua mano mi palpa le tette e io stringo le braccia per farle sembrare più grosse.

Poi, prima di arrivare alla porta mi da un bacio, diverso da quello di prima. Mi lecca semplicemente la bocca e succhia le mie labbra avidamente. Poi apre la porta e scendiamo le scale buie.

Arrivati alla saletta resto imbambolata a guardare.

è una saletta piccolissima, almeno rispetto alle altre. Ha non più di 6 file di poltrone basse e spaziose, tutte distanti tra loro, separate da una specie di muretto in legno.

Le pareti sono nere, tutto è nero. Tre piccole finestre sono spalancate, capisco benissimo il perché, ma comunque la sala è impregnata da un odore che pensavo avrei trovato disgustoso.

Invece era attraente, più annusavo e più mi piaceva.

Luigi mi sbatte contro la parete e riprende a baciarmi. Mi succhia le labbra e le sue mani impastano frenetiche le mie tette. Anche le mie mani esplorano il suo corpo e sento il suo cazzo dai pantaloni.

Le mie mani lo accarezzano, su e giù, e ancora e ancora. Mi sto eccitando sul serio, sono tutta bagnata, lo sento chiaramente che le mutande sono fredde e umide.

Sono eccitatissima e continuo a toccarlo, sfrego velocemente la mia mano sul suo uccello.

Lo sento, è più grosso ed ancora più duro di prima. Continuiamo così per qualche minuto o forse secondi, non lo so; poi si stacca velocemente e si siede sulla poltroncina più vicina.

La gira verso di me, si siede e mi fissa.

Sono talmente senza fiato che mi accovaccio a terra, non riesco neanche a pensare a cosa sto facendo, agisco e basta.

Mi inginocchio e mi avvicino a Luigi e alle sue gambe aperte davanti a me, gattonando. Mi lecco le labbra e continuo a fissarlo. Mi avvicino lentamente a lui, e le mie mani finiscono subito sul suo cazzo duro, anche attraverso i pantaloni. Lo accarezzo ancora mentre lo guardo. Lui ricambia il mio sguardo e ride eccitato, anche lui si lecca le labbra e se le morde quasi con rabbia.

Si slaccia i pantaloni e li abbassa alle caviglie. Io afferro il suo indice sinistro e lo lecco, lo succhio golosa e avida.

Lui lo ritrae, con l’altra mano mi afferra la bocca e stringe le mie labbra tra le dita, poi inizia a ficcare velocemente il suo dito nella mia bocca stretta, poi le dita diventano due, poi tre, va sempre più veloce, sempre di più mentre continua a guardarmi negli occhi e a mordersi il labbro inferiore con i denti.

Inizia ad ansimare ed io con lui, gemo dal piacere così continua più forte ”’ti piace Silvia?!”- dice ridendo, ” dai dimmelo che ti piace succhiare!”- continua. Io annuisco accennando un sorriso e lui mi risponde con una grossa risata.

Le dita sono ormai quattro e me le infila sempre più veloce, sempre più a fondo, fino al conato di vomito. Sento la sua fede alla mano sinistra raschiare contro il palato e penso a Teresa, ma la cosa mi eccita ancora di più. Dopo un po’ toglie le dita dalla mia gola e io le afferro e le pulisco una ad una: pollice, indice, medio e anulare.

Arrivata all’anulare succhio anche la fede per sbaglio e Luigi fa per toglierla, ma lo fermo e continuo a succhiargli il dito. Resto così, in ginocchio tra le sue gambe aperte a succhiargli il dito con la fede ancora infilata.

Poi si raddrizza e inizia a baciarmi, mi tocca dappertutto e sempre più velocemente, sempre più forte. Mi fa male ma mi piace. Il suo cazzo è eretto, le mutande hanno proprio la forma precisa.

Il suo uccello spunta dal taglio verticale dei boxer e inizio a toccarlo. Appena muovo le mani su di Lui, Luigi lo libera e cala anche le mutande.

Quando si risiede il cazzo è perfettamente alzato. è veramente grande, leggermente curvo e peloso, un po’ troppo per i miei gusti.

La cappella rosa è perfettamente visibile, spunta lucida all’estremità di quel palo turgido. Lo fisso affascinata. Mi incanto a fissarlo.

Luigi continua a toccarmi le tette, una mano mi solleva e mi trovo con il mento appoggiato proprio davanti al cazzo. Una delle sue mani è nelle mie mutande, esplora rapida la mia figa bagnatissima. Si sente il rumore delle sue dita contro la mia figa, le sento che vanno veloci.

Appena si infilano dentro caccio un urletto.

Lui mi stacca, cado sui miei talloni e con il dito bagnato della mia figa mi tappa la bocca ‘ssshhh, Silvia, non vuoi che ci sentano!’ dice ridendo mentre guarda le finestre dietro di lui.

Poi si alza e si avvicina per chiudere le finestre ma lo blocco, qui eravamo nel piano interrato e le finestre erano in corrispondenza del marciapiede.

Vedevo i piedi delle persone sfrecciare veloci.

Ero eccitatissima.

In mente mi tornavano veloci immagini della mia vita, tutte le volte che ho giocato con i ragazzi, mi ricordo di quando Teresa mi comprò un vestito per il mio settimo compleanno, tutti gli amici dei miei genitori hanno avuto figli maschi, sono l’unica ragazza e le mamme sono contente di passare del tempo con me, come con una figlia femmina. La cosa mi è sempre piaciuta.

L’idea che Teresa possa sapere mi fa impazzire. Quasi desidero che entri nella stanza, mentre suo marito ha il cazzo duro ficcato nella mia gola. Mi vedo sorridere e continuare a leccarlo avidamente.

Luigi è ancora in piedi, pantaloni e mutande abbassati alle caviglie e il cazzo dritto, che punta verso di me. Si risiede mentre continua a fissarmi, allarga le gambe e poggia la testa sulla poltrona.

Lentamente mi avvicino, gattonando, le tette mi scendono e si muovono mentre vado verso di lui. Cammino lenta e lo fisso, fisso il suo uccello.

Ho la lingua da fuori e il respiro veloce, mi avvicino lentamente ma lui mi aspetta pronto.

Quando me lo trovo davanti al naso mi siedo sui miei talloni, poi incrocio le gambe, figa in vista. Con le braccia mi alzo per avvicinarmi ancora di più.

è talmente vicino che vedo le vene perfettamente, quasi le vedo pulsare. La sua cappella è perfetta, grande e rosa. è ingrossata e tesa, tutto il suo uccello è teso, come se stesse per scoppiare, vedo la pelle sottostante appena screpolata.

Luigi mi guarda, sta parlando ma non lo sento, dice cose strane ma non so effettivamente cosa.

Ero completamente presa dal suo pisello. si appoggia ai braccioli e si avvicina, così rapidamente che non me ne accorgo, e mentre si alza il suo cazzo sbatte appena sulla mia bocca, tra la bocca e il naso.

Mi ritraggo e con la mano mi tocco la bocca, mi sembra che il punto sia rovente ma al tatto è freddo come il resto.

Luigi ormai è appoggiato su una striscia di poltrona piccolissima. Io continuo a guardarlo e a mordermi le labbra, lui mi imita, poi si stringe con le mani la parte bassa del cazzo, e lo muove veloce ‘forza Silvia, aspetta solo te, ti vuole lo vedi?!’.

Stavolta sento quello che mi dice e mentre continuo a guardarlo negli occhi mi avvicino, prendo la sua asta e inizio ad andare su e giù lentamente, piano piano, lui chiude gli occhi e inclina indietro la testa continuando a dire il mio nome, lo sussurra appena ma io lo sento perfettamente.

Vado sempre più veloce, corro sul suo uccello con due mani, anche se non è così lungo, lo punto verso di me, verso la mia bocca chiusa, la sua cappella sbatte sulle mie labbra e le bagna.

Continuo fino a quando Luigi mi dice che sta per venire.

Allora mi fermo, e mi risiedo a terra, con la figa bagnata che poggia direttamente sulla moquette lurida di quella sala.

Continuo a guardare Luigi, si sta riprendendo e si è messo in posizione eretta sulla poltrona.

Appena riapre gli occhi, mi vede e mi fissa sconvolto. Mi sto sbattendo per terra, due dita mi sfregano la figa mentre i miei fianchi si muovono, sto scopando il pavimento. Sono così eccitata che mi sento un’altra persona.

Quando mi vede il suo sorriso si apre e mostra i denti, lo sguardo famelico. Si aggiusta ancora sulla poltrona e punta i piedi più avanti, e appoggia i gomiti sulle ginocchia. I piedi sono più vicini a me, così ne prendo uno e lo metto sotto la figa, e lo scopo.

Le sue dita si muovono e io le assecondo con i miei movimenti. Sempre più veloce dentro di me.

Mi infila l’alluce dentro, accompagnato dalla mia mano.

E lo muove veloce.

Lo muove così veloce’ sto per venire, lo sento perfettamente, mi sale l’orgasmo, già so che sarà fatale per me.

Arriva. Arriva lento e mi avvolge tutto il corpo.

Mi scalda tutta.

Mi stringo le tette in una morsa e mi stendo a terra urlando.

Mi alzai che ancora tremavo, mi passai una mano sulla bocca perché mi era scesa della bava

Il mio primo orgasmo, una valanga di sensazioni mi assalirono, ero venuta con l’alluce sporco del migliore amico di mio padre. In una saletta a luci rosse che puzzava di quella che ora sapevo essere calda sborra.

Ero sconvolta, guardavo Luigi con la testa all’indietro e il cazzo ancora di fuori, era moscio, tutta la sua sborra era sulla sua pancia, era venuto mentre mi scopava con il piede.

Guardo solo la sborra che cola, mi alzo e gattono verso la sua pancia, la annuso e la guardo bene, le gocce scendono e colano sui peli che ha vicino all’ombelico, mentre la guardo a bocca aperta Luigi mi afferra i capelli e mi gira la testa indietro, in un attimo la sua lingua mi lecca tutta la bocca e il viso.

Così mi sollevo sulle ginocchia e ricambio il suo bacio, lo lecco anche io tutto intorno alla bocca, ad un certo punto la ferma, la lingua ferma nella mia bocca.

Non so bene cosa fare, provo ad allontanare la testa ma lui la tiene ferma con le mani, se abbasso gli occhi vedo il suo cazzo che è di nuovo diritto, è grosso visto da lontano e la cappella è rosea.

Mi viene un’idea, gli afferro la testa e lui apre gli occhi, ci guardiamo per un istante lunghissimo, poi chiudo le labbra e inizio a succhiargli la lingua, la spompino e lui ride.

Dopo pochi secondi mi afferra la testa e me la spinge sempre più veloce, la saliva mi scende lungo il collo e me la asciugo con le mani, in quel momento mi lascia la testa, mi afferra le mani e me le mette sul suo cazzo duro, inizio a segarlo, su e giù con le mani mentre continuiamo a guardarci negli occhi.

Le sue mani intanto sono sulle mie tette e mi stanno strizzando i capezzoli.

Il suo cazzo è veramente duro, forse è una mia impressione, inizio a segarlo con una mano sola mentre l’altra trova le palle, inizio a massaggiarle, a spremerle piano.

Vado sempre più veloce con le mani e non penso ad altro che a mettermelo in bocca, così mi allontano da lui e in un secondo le mie labbra sono sulla sua cappella, la succhio piano e a lungo.

Lui si rimette comodo e le sue mani tornano sulla mia testa e accompagnano il mio pompino.

Passano diversi minuti, dalla cappella sono arrivata alle palle, è così bello succhiarle. Una per una, poi insieme e ancora e ancora. Mi prende per le braccia e mi fa alzare, mi siedo sulle sue gambe, la mia faccia è tutta bagnata, tra sudore e saliva di entrambi, i capelli arruffati e le tette da fuori, strette tra il colletto ormai slabbrato della mia maglia.

Mi strizza il culo, appoggiato sulle sue gambe pelose, mi attira a sé e io mi struscio su di lui, mi struscio e gli metto le tette sulla faccia, lui inizia a leccarle e a succhiarmi i capezzoli.

Mi struscio sempre più forte, il suo cazzo è dritto, lo prendo con le mani e lo avvicino alla mia figa, mi sfrego il clitoride con la sua cappella e continuo a scopargli la gamba, sento i peli bagnati della mia figa contro la sua pelle e le sue mani che mi strizzano le tette.

Per un po’ mi accontento, andiamo avanti per pochi secondi ancora ma io voglio una cosa sola, voglio disperatamente il suo cazzo, in questi minuti ne sono stata totalmente attratta, lo voglio sentire dentro di me, voglio farmi scopare e voglio farlo qui, nella saletta erotica.

Voglio il suo cazzo ovunque, sento il desiderio salire sempre più velocemente e mi alzo. La mia pancia è all’altezza del suo viso, mi attrae a sé e inizia a baciarmi l’ombelico, e a succhiare, sale sulle tette, scende fino all’inguine. Lo sento dove mai avevo sentito nessuno.

La voglia sale, voglio il suo uccello, lo voglio proprio dentro di me, sarei disposta a farmi sborrare in figa ma lo voglio ora.

Vi prego, sentitevi liberi di commentare, o lasciare un messaggio al mio indirizzo email aivlismilu@gmail.com

 

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