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Ciò che desidero da questo incontro.

By 6 Luglio 2014Dicembre 7th, 2020No Comments

Sono molto felice che questo racconto si sia conservato su questo sito dopo il ripristino, ho notato che hanno raggruppato i capitoli per una lettura d’insieme, meglio così.

Non è uno scritto recente, è passato qualche anno ma rileggerlo mi porta alla mente le sensazioni provate a quel tempo. BUONA LETTURA!

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è stimolante come io riesca a pensare al sesso in questa situazione. Dopotutto sono in compagnia di un uomo che mi attrae, l’essere entrambi dentro la metro e attorniati da persone, rende la mia concentrazione piuttosto precaria, soprattutto se spesa per continuare con lui, una conversazione ordinaria che troncherei all’istante per fare altro, per fare sesso.

Seduti vicino, tutto quello che mi viene in mente, mentre questo splendido quarantenne mi parla, è issarmi sopra di lui, scostare gli slip e la stoffa leggera del mio abitino nero ed impalarmi con un solo colpo.

Qualcuno benedica l’estate, adoro andare in giro con un solo vestito addosso, rende tutto più pratico, oggi non porto neanche il reggiseno, è il bello di avere il seno piccolo senza sembrare volgare.

Ogni tanto controllo con la mano che la chiusura dell’abito, sul davanti, rimanga abbottonata ma vorrei tanto che il mio interlocutore si accorgesse del mio avere il seno libero: a disposizione per essere palpato. Forse glielo dirò io stessa.

Mi sorride spesso questo Signore ed io sorrido di rimando, son sicura che intuisca i miei sporchi pensieri, adoro le piccole rughe che si formano attorno i suoi occhi chiari, siamo un po’ imbarazzati eppure continuiamo a guardarci mentre le fermate si susseguono una dopo l’altra, ho le gambe accavallate, sono lisce di natura e ne vado fiera, come vorrei che me le accarezzasse con quelle dita chiare e lunghe, farebbero contrasto con la mia pelle più scura.

Scendiamo quasi al capolinea, è elettrizzante sentire la sua voce che mi sussurra di scendere alla prossima, mi alzo tenendomi al palo e mi posiziono davanti l’uscita, mi piacerebbe sentire la sua presenza dietro e subito dopo la percepisco, si è alzato anche lui, la voglia di strusciargli il sedere contro è troppa, mi mordo il labbro inferiore sentendomi leggermente frustrata, “non si appoggi” mi dice con tono ironico, ‘che stronzetto’ penso, sogghignando.

Mi piace da morire questa tensione sessuale, non vorrei che tutti vedessero i miei capezzoli diventati duri anche dallo sfregamento diretto del tessuto ‘ vorrei essere sbattuta contro le porte di questa dannata metro!, ma esse, beffardamente, si aprono per farci uscire.

Finalmente, dopo mesi di chat bagnate siamo riusciti ad organizzare questo fugace incontro, non è il primo e non sarà l’ultimo ma non facciamo sesso, almeno non fisicamente, abbiamo troppo da perdere entrambi; semplicemente lo vedo, gli parlo, lo desidero e spero che ogni volta mi prenda per capelli e mi faccia godere come la femmina in calore che sono.

Tutto sta nell’attesa di un qualcosa che potrebbe accadere ma che non avverrà.

Quest’uomo mi affascina per come mi scrive, non un errore; per come fin da subito abbia stabilito i ruoli con il giusto rispetto ed una naturalezza disarmante; per il suo sense of humor: è ciò che desidero in una relazione virtuale, totalmente slegata e nascosta dalla mia vita ‘comune’.

Ora stiamo camminando affiancati per raggiungere la macchina, ha le mani in tasca che gli conferiscono un aspetto sicuro, quel completo scuro gli sta da Dio, io spero di non sfigurare, quella cravatta così ben annodata mi urla di tirarla verso di me, strattonarla per abbassare il suo capo alla mia altezza, baciargli le labbra e leccargli l’orecchio che so essere sua zona erogena prediletta.

Vorrei infondere in lui un istinto quasi animale, l’urgenza di possedermi, la voglia di scaricarsi. Ogni superficie verticale andrebbe bene per appoggiarsi, sono più bassa di lui, saprebbe come maneggiarmi…

Prima di entrare in macchina, si sfila la giacca rimanendo in camicia chiara che sottolinea il suo fisico longilineo, dal mio canto, mi accerto che, una volta seduta, il vestitino mi salga sulle cosce; so che l’occasione fa l’uomo ladro ma una toccatina innocente alle gambe non farà mica bruciare la coscienza… O no?

Lo ammetto, tutta questa situazione mi intriga fortemente, il gusto del proibito e, cazzo, sono nella macchina di un tizio sposato che conosco a malapena di persona che, se solo mi toccasse intimamente, avrebbe la conferma di quanto sia bagnata e di conseguenza, troia, Cosa c’è di più afrodisiaco?

Mentre guida per accompagnarmi a casa, mi fa un complimento elegante, ‘sei molto invitante’; da tutte le chat avvenute fra noi, ho cominciato ad apprezzare una sua caratteristica: sa essere un gran porco creativo pur restando un gentleman.

Arrivati a destinazione, indugiamo ancora un po’ in macchina; quando mi squilla il telefonino, mi carezza lentamente con l’indice destro, il mio ginocchio sinistro fino alla coscia. Rispondo cercando di risultare naturale, sento il palmo della sua mano calda sulla pelle ed i miei occhi sono ipnotizzati dai suoi movimenti, la mia mente cerca di elaborare risposte concrete da dare a chi mi sta chiamando.
In ascolto, rimango con le labbra socchiuse sperando che la chiamata finisca a breve, questo momento sembra eccitare il mio Signore: porta il pollice della mano che mi sfiorava, sulla mia bocca, ne segue i contorni, si sofferma sul labbro inferiore ed io mi prefisso di tenere il contatto visivo, ho lo stomaco contratto, una voglia pazza di succhiargli le dita ma non mi azzardo, mi limito ad uscire la lingua lambendogli la pelle.
Come, con il suo padrone fa la sua ‘cagna’ ‘ come mi ha appellato prima in metropolitana, direttamente nell’orecchio, per controbattere al ‘vecchio’ che gli avevo rivolto per prenderlo un po’ in giro, se questo è l’effetto che fa, ben venga.

Chiudo la conversazione telefonica con uno stentatissimo ‘Ciao, a dopo’.
Continuo a guardarlo leccando, sfiorando le sue dita con le labbra, ogni tanto cedo dalla tensione e gli sorrido, certo, sarebbero ben lubrificate ora per scivolare divinamente fra le mie cosce, penso si possa leggere nei miei occhi: Toccami da altre parti, Scopami.

Lui sembra apprezzare ma il tempo passa inesorabilmente. Queste cose è meglio farle lontano dalla luce del giorno, forse sono arrossita ma non me ne preoccupo, si è fatto sera: che col buio esca l’animale latente che c’è in noi?

Continua…
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