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Colloquio soddisfacente

By 2 Giugno 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Colloquio soddisfacente

Il mio nome è Giovanna, ho 32 anni, ma ben portati, vado spesso in palestra per mantenere il mio corpo giovane, sono bionda con gli occhi verdi, porto una terza e sono piuttosto slanciata, sulle guance ho moltissime lentiggini che sono una mia caratteristica apprezzata da molti uomini (oltre ai miei glutei tondi) sono sposata da 5 anni, mio marito non è mai stato uno stallone a letto, ma è una persona comunque dolce e amabile che mai mi ha fatto mancare nulla, mi piace vestirmi in maniera seducente senza però scadere nel volgare e le occhiate ai miei glutei da parte di molti colleghi mi lusingano; da 3 anni ormai faccio la psicologa aziendale in una grossa impresa vicino a Roma con decine di impiegati, mi occupo principalmente di colloqui con quelli che dovrebbero essere le nuove leve per la società in cui lavoro.

Generalmente vengo affiancata da un paio di colleghi che pongono domande ‘tecniche’ per accertarsi delle competenze di chi abbiamo davanti, ma durante un caldo pomeriggio estivo fui lasciata sola per fare ben 5 colloqui; i primi 4 ragazzi che si presentarono mi fecero tutti indistintamente un’ottima impressione, in particolare il quarto: laureato con 110 e lode alla Bocconi di Milano, master negli Stati Uniti, padronanza perfetta dell’inglese e del tedesco, curato nell’aspetto, nei modi e nel parlare.
Per il quinto ragazzo c’era ben poca speranza, avevo ormai le idee chiare su chi sarebbe stato assunto! ‘Vito Francesco Munari?’ ‘Sì, sono io’ quello che mi si presentava davanti era un uomo leggermente più anziano di me, ben piazzato, aveva dei modi un po’ gretti sia nell’esprimersi sia nel gesticolare (più volte si grattò davanti a me!) inoltre non era nemmeno ben vestito, anzi aveva un aspetto trasandato, emanava addirittura un leggero olezzo di sudore. Il suo curriculum non era migliore, le esperienze erano pessime, così come la laurea conseguita in un’università poco rinomata e con un voto molto basso e giunta fuoricorso ‘Guardi signor Munari, le faremo sapere, questo posto è molto ambito e dovrò consultarmi con i miei colleghi prima di poterlo assegnare’ ‘Mi dica ho qualche possibilità di essere assunto?’ ‘Temo che siano poche, si sono presentate delle persone con dei curricula splendidi, master, università all’estero, Bocconi ed esperienze previgenti’ Lei in tutta sincerità non ha abilità particolari o speciali degne di nota’ ‘Guardi ho un’abilità speciale che in pochi hanno: sono bravissimo a chiavare’ sorrisi e risposi che non era una prerogativa saper ‘chiavare bene’ per farsi assumere, così il sig. Munari si alzò in piedi di scatto e si mise di fianco a me iniziando ad accarezzarsi il pacco!

‘Cosa sta facendo sig. Munari?’ dissi un po’ scocciata ‘Se riesce a toccarmelo e a staccarsi dalla mia patta me ne andrò immediatamente, altrimenti scommetto che quel posto di lavoro sarà mio’ rispose il burbero che mi guardava le cosce scoperte e il decolté. La giornata era stata torrida e pesante io volevo andare a casa così con un dito toccai velocemente il pacco del sig. Munari ‘Ecco ora può andare’ ‘Eh no ho detto toccare non sfiorare!’ rispose prendendomi la mano e portandomela sul suo pacco: era davvero ben dotato, anzi ben dotato è dire poco, l’uomo mi tenne la mano sul suo ventre per qualche secondo poi la staccò, la cosa incredibile fu che nemmeno io mi staccai continuai infatti ad accarezzargli il pacco, era come una calamita non mi riuscivo più a staccare.
Il porco mi afferrò un seno e a quel punto reagii urlando e staccandogli il tentacolo dalla mia tetta ‘Beh non ti piaceva?’ ‘Senta è meglio che se ne vada” ‘No, non credo proprio’ si slacciò i jeans e se li calò fino a terra, mi girai dall’altra parte e gli dissi con gli occhi chiusi ‘Senta si rivesta e se ne vada altrimenti chiamo la sicur” rivolgendomi a lui mentre gli parlavo feci l’errore di aprire gli occhi e mi trovai a pochi centimetri dalla faccia un pisello enorme moscio, non ne avevo mai visto uno così grosso era più del doppio di quello di mio marito e non era nemmeno in erezione!!! Il sig. Munari iniziò a menarselo, crebbe a dismisura, in spessore era grande quasi come una bottiglia d’acqua da mezzo litro, ma era più lungo emanava un odore acre di sudore e puntava verso di me, una sua mano iniziò a spingermi verso il suo cazzone inizialmente feci un po’ di resistenza, ma ben presto le mie labbra arrivarono a toccare la sua cappella enorme, la mia lingua avvolgerla e poi a succhiare quel bisonte. ‘Vedi che ti piace il cazzo eh?’ iniziò a scoparmi in bocca ritmicamente e a svestirmi, io ero troppo eccitata e presi a sditalinarmi, ma fui vista subito dal mio aguzzino ‘Ah allora ti piace proprio guarda come ti sditalini brutta troia’ e dire che facevi pure resistenza’. Mi staccò il pisellone dalla bocca e lì per lì ci rimasi un po’ male, brutalmente mi alzò la gonna e mi spostò le mutandine da un lato; mi buttò poi sulla scrivania lasciandomi a pecora ‘Ora ti spiano la figa brutta mignottona’ mi diede un colpo forte e mi penetrò, pensavo di morire, ma il dolore brevemente si modificò in piacere: estremo piacere. Stavo godendo come mai avevo goduto prima, quel porco mi scopava con un arnese di dimensioni bibliche con una velocità da centometrista, ogni tanto poi si avvicinava e mi sussurrava nelle orecchie delle porcate che non facevano altro che eccitarmi ulteriormente; non so quante volte venni, una volta, due, tre’ persi il conto, con mio marito mai mi era capitato così tante volte, soprattutto prima che venisse lui! Dopo mezzora di scopata mi levò il suo martello dalla figa, mi mise in ginocchio e mi ordinò di aprire la bocca, non ci volle molto prima che mi inondasse la bocca di seme denso e saporito che dovetti ingoiare tutto, senza lasciare nemmeno una goccia!

‘Brava troia, credo che tu ci abbia ripensato sul chi dare il lavoro’ pensa a quante scopate ti potresti fare con me se fossi tuo collega’ ‘Mmm senza dubbio sig. Munari ‘dissi ricomponendomi- non avevo tenuto conto delle sue ‘abilità e doti’ nascoste, a luce di ciò che ho potuto riscontrare lei è sicuramente il più meritevole per questo lavoro!’. Ci eravamo entrambi rivestiti ormai, ma avevo ancora voglia del cazzone del sig. Munari che si stava avviando verso la porta ‘Aspetti’ urlai, chiusi la porta a chiave ‘Devo accertarmi nuovamente delle sua abilità e doti, sa non posso prendere uno qualsiasi per questo lavoro’ dissi sbottonandogli i jeans, questa volta mi scopò da in piedi, io ero abbracciata al suo collo, mentre lui stringendomi le chiappe mi scopava lasciando le mie gambe a penzoloni, senza ritegno mi sborrò dentro (per fortuna prendo la pillola!), mi fece ripulire il suo pisellone e se ne uscì dall’ufficio ‘Ciao troietta ci vediamo presto!’, avevo la passera completamente piena di sborra ed ero impregnata del suo odore, ma avevo sicuramente scelto l’uomo giusto per l’azienda…

Per commenti o idee sul seguito di questo racconti scrivetemi a tofudigreco@gmail.com

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