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COME INIZIO’

By 25 Luglio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Questo che sto per iniziare è l’ultimo romanzo dedicato alla mia carissima ‘amica’ di trasgressioni Giuliana.
Da qualche tempo, infatti, ha deciso di troncare questa storia ed ha smesso di farsi trovare.
Non so come rintracciarla, ma d’altra parte se lei non vuole più c’è poco da fare.
Il racconto in realtà è il suo, visto che è la rielaborazione di un fatto vero che diede il via alla sua ‘carriera’ di donna splendida e trasgressiva.
Lei me lo ha raccontato, io l’ho rielaborato.
Lo invio nella speranza che lei lo legga e ci ripensi.
Se ciò non dovesse accadere, interrompo la pubblicazioni di racconti, a meno che, nel frattempo non trovi qualche altra musa, anche virtuale che voglia prendere il posto di Giuliana.
Un bacio a tutte le donne, ma soprattutto un bacio a te, splendida Giuliana.
Lucavo

COME INIZIO’

Giuliana era una donna di 45 anni, ancora molto piacente e con una spiccata propensione per l’esibizionismo e per il sesso.
Aveva avuto una infanzia rigida e rigorosa e forse fu per questo che dopo aver considerato per anni un peccato mostrare il proprio corpo, fin quando abbandonò l’adolescenza iniziò a provare piacere nell’ostentarlo e nell’esibirlo nella sua bellezza.
Il suo vero approccio con la trasgressione, avvenne però un po’ più tardi, dopo che prese la laurea, in un venerdì di uno spettacolare fine settembre.
Appena laureata, Giuliana ebbe la grande fortuna, concessa a solo a pochi fortunati, di avere la proposta di restare in Istituto a lavorare come assistente.
Lavorare era davvero un termine eufemistico, visto che non avrebbe preso un soldo per un bel po’ di tempo, però intanto rimaneva nell’Università e questa volta i ruoli per lei si erano ribaltati: da studentessa a docente, o quasi.
La sua felicità era alle stelle, si era da poco fidanzata con Gabriele, un ragazzo di belle speranze e dal sicuro avvenire, anche se sembrava un po’ imbranatello in fatto di sesso, dal momento che dopo un mese non avevano ancora mai fatto l’amore.
Giuliana non era più vergine, era già stata con un ragazzo conosciuto quasi per caso due anni prima e la sera stessa, lui era riuscito non si sa come, a portarla casa sua e a farle conoscere i piaceri della carne.
In verità, quella prima sera non si rivelò una esperienza particolarmente esaltante, però i particolari più interessanti ebbe modo di apprenderli con calma le sere successive e scoprì che quanto andava apprendendo le piaceva davvero molto.
Poi la storia col ragazzo finì, dal momento che lui, come spesso succede, si era dimostrato abbastanza bastardo nei suoi confronti, sputtanandola con gli amici ai quali, non contento di aver raccontato tutti i particolari di quando facevano sesso, fece anche vedere alcune sue foto nude che lei si era fatto fare (sarebbe stato un episodio ricorrente nella sua vita, ma questo ancora non lo sapeva); ma il ‘bastardo’ aveva deciso di superarsi, decidendo di spupazzarsi anche la sua migliore amica.
Il fatto strano era che, quando le aveva viste anche lei quelle foto in cui era nuda, la cosa le aveva provocato una strana eccitazione.
Però, lasciato il ragazzo, le sue esperienze di sesso diventarono assai sporadiche, anche perché si era dedicata anima e corpo allo studio, tanto che riuscì a laurearsi che non aveva ancora compiuto neanche ventidue anni.
Ora che si era finalmente laureata e aveva anche un nuovo fidanzato, era più che mai disponibile al contatto con l’altro sesso, ma Gabriele sembrava davvero troppo timido, troppo un bravo ragazzo per osare qualcosa verso di lei dopo appena una mese che si erano messi insieme.
Per di più, lavorando fuori città, Gabriele tornava da lei solo per il week end.
Certo si era alla fine degli anni settanta, il pudore sembrava avere ancora un senso, ma anche allora Giuliana, in anticipo con i tempi, come spesso le sarebbe successo, aveva dei pruriti e dei pensieri che non si addicevano ad una brava ragazza quale lei era o almeno doveva essere.
Giuliana era sfrontatamente bella, capiva di non essere una di quelle top model superperfette che oggi si vedono in televisione, ma sapeva anche come valorizzare tutti attributi che aveva in abbondanza, per cui il suo sguardo sapeva essere irresistibile, quando voleva provocare qualcuno, così come il suo decolté molto generoso, quando voleva mettere in mostra il suo gioiello più prezioso: il seno!
Insomma aveva un bel corpo e le piaceva metterlo in mostra quel tanto che bastava a renderla desiderabile.
Così succedeva che in facoltà, i suoi colleghi maschi la apprezzavano più per il suo aspetto esteriore che per altro, e allora lei era costretta ad impegnarsi davvero anche oltre il limite per riuscire a ritagliarsi uno spazio proprio.
Se il professore chiedeva chi fosse disponibile per una ricerca assai noiosa, lei era sempre pronta ad offrirsi, anche quando questo comportava il dover restare in facoltà ben oltre l’orario.
E questo accadde anche quel venerdì sera, alla fine di un seminario nella biblioteca dell’Istituto; il professore disse che c’era da occuparsi di una ricerca a suo dire fondamentale si offrirono in otto, tra cui ovviamente Giuliana.
Ben presto, andato via il professore, rimasero in 5 e, infine, alle otto, 3 dei colleghi, essendo pendolari, lasciarono l’istituto.
Benché fosse l’ultimo scorcio di settembre, faceva ancora molto caldo, per cui Giuliana aveva un vestito ancora estivo, leggero e corto appena sopra il ginocchio, così da far intuire la perfetta abbronzatura a cui lei, da vera patita del mare, teneva molto.
Così a continuare la ricerca rimasero solo Giuliana e Rino, un assistente anche lui piuttosto ‘anziano’ che da tempo sembrava avesse puntato Giuliana, lanciandole sguardi significativi.
Rino era un tipo assai timido, molto garbato, da tempo le faceva una corte discreta con gli occhi, senza che però a lei importasse molto.
Lei a volte si divertiva a giocare con lui, con qualche piccola provocazione, senza che però lui mai trovasse il coraggio di fare qualche mossa verso di lei.
Quando gli altri andarono via, lui, in qualità di anziano, prese a guidare la ricerca, decidendo quali fossero i libri da consultare.
La ricerca, vista l’importanza data dal professore, proseguì anche quando l’ultimo custode li salutò pregandoli di ricordare di chiudere tutte le luci prima di uscire.
Giuliana non aveva problemi di orario, visto che Gabriele, per quel fine settimana non sarebbe tornato in città, a causa di sopraggiunti impegni di lavoro: non era la prima volta e per questo era arrabbiata, visto che secondo lei, per una coppia fidanzata da così poco tempo, vedersi spesso era, fondamentale.
Giuliana, in verità, era incazzata nera fin dall’ora di pranzo, dal momento che riteneva che il motivo delle sue assenza non fosse realmente il lavoro, ma qualche giovane e avvenente collega di lavoro: doveva essere per questo che lui quando si vedevano non sentiva il bisogno di saltarle addosso, cosa che lei, invece, avrebbe decisamente gradito.
Rino e Giuliana prendevano appunti ininterrottamente e Giuliana cercava di non far caso al fatto che di tanto in tanto, le ginocchia del collega ‘casualmente’ si appoggiavano alle sue.
Ad un certo punto fu necessario consultare un’altra serie di libri e Rino prese la scaletta salendo a scendendo decine di volte per prendere e riporre i libri dagli scaffali in alto.
Perdevano un sacco di tempo a prendere e riporre i libri che a volte servivano solo per pochi secondi, giusto il tempo di consultare una notizia.
Decisero così, che lui avrebbe preso i libri e senza scendere avrebbe dettato all’altra, così avrebbero risparmiato un sacco di tempo.
Dopo oltre venti minuti Rino ebbe come un giramento e per poco non cadeva dalla scaletta, così, quando si fu ripreso, decisero di invertire i ruoli.
Fu solo mentre stava salendo i primi gradini, che Giuliana pensò che la gonna che indossava era davvero troppo corta e che da quella posizione lui avrebbe goduto dello spettacolo delle sue gambe nude.
Esitò un attimo, poi il suo esibizionismo prese il sopravvento, così decise di approfittare della sua timidezza per provocarlo un po’.

Continua….

lucavo@email.it Giuliana salì decisa, e quando, dopo aver preso il libro si girò per dettare a Rino, si accorse che questi aveva avvicinato la sedia al bordo del tavolo, giusto sotto la scala dove stava Giuliana.
In questo modo le avrebbe visto le gambe fino alle mutande: a proposito, che mutande aveva su?
Ci pensò un attimo, poi ricordò di aver indossato un tanga che le lasciava il culo completamente scoperto, per di più era anche bianco quasi trasparente.
Che fare? restò indecisa a metà scala, poi il suo spirito esibizionista ebbe la meglio e in fondo, pensò, si divertiva troppo a provocare quel timidone di Rino, così riprese a salire.
Dopo un po’, c’era da prendere un volume posto particolarmente in alto e subito Rino si piazzò sotto la scala per tenerla ferma ed in quella posizione lo spettacolo era assicurato.
Giuliana, malgrado il suo esibizionismo, era un po’ in imbarazzo visto che erano da soli chiusi in quell’istituto e lo fu ancora di più allorquando improvvisamente Rino, malgrado la sua innata timidezza le disse: ‘Sai che hai delle gambe davvero molto belle?’.
‘Grazie, ma non mi pare il caso”.
‘Lo sai che ti ho sempre ammirato, te ne sarai accorta sicuramente, goffo come sono e, anche se mi hai sempre ignorato, ti assicuro che mi piaci al punto da farmi girare la testa’.
‘Non mi sembra il momento di parlare di certe cose siamo qui per lavorare, è già tardi e vediamo di sbrigarci!’ rispose secca Giuliana.
Rino non disse più nulla, ma non smetteva di guardarle gambe.
Giuliana cominciò ad essere irritata con lui, quando ad un certo punto con la coda dell’occhio vide che una delle mani che tenevano la scala si era staccata avvicinandosi al suo ginocchio.
Meno male che era timido ‘ pensò Giuliana.
Inesorabilmente la mano si posò sul ginocchio, poi cominciò a risalire.
‘Che fai smettila, mi fai cadere’ urlò quasi Giuliana, ma quello ormai scatenato, non smetteva di farle risalire, visto che ora la toccava le gambe con entrambe le mani.
‘Sei impazzito, spostati che scendo!’.
Così dicendo, Giuliana cominciò a scendere ma siccome Rino continuava a tenere le mani sul suo corpo, la gonna risalì fino a scoprirle completamente il culo.
Arrivata all’ultimo gradino, lui appoggiò le labbra sul suo collo baciandoglielo e pizzicandole l’orecchio, cosa che faceva letteralmente impazzire Giuliana, la quale infatti per qualche istante rimase ferma lasciandolo fare.
Rino interpretò quell’assenza di reazione come un consenso e proseguì a baciarla e a toccarle gambe con una mano, mentre l’altra si insinuò nella scollatura del vestito cercando il seno.
Questa fu un altra mossa indovinata, perché lei era particolarmente sensibile quando le toccavano il seno ed infatti un brivido le percorse tutta la schiena e non era certamente per il freddo.
Iniziò a massaggiarle una tetta, poi sollevando la coppa del reggiseno si impadronì del capezzolo con le dita.
Giuliana si lasciò scappare un gridolino di piacere e lui capì di avere vinto.
Poi la donna si rese conto di ciò che stava facendo, cercò di togliergli le mani da dosso protestando: ‘Ora basta davvero Rino, stai esagerando, smettila, altrimenti urlo’.
Lo diceva senza esserne convinta anche perché per quanto avesse urlato, erano da soli e nessuno sarebbe mai potuto intervenire: ma poi le stava davvero dispiacendo?
Rino infatti non smise affatto, e non solo continuava a sfiorarle con maestria il capezzolo regalandole istanti di piacere, ma aveva anche cominciato a toccarle il sesso da sopra il tanga.
Giuliana dentro di sé sembrava aver ormai ceduto, anche perché le era tornata in mente la grande rabbia verso il suo ragazzo: mentre lei era lì che sgobbava, Gabriele stava certamente in qualche locale con chissà quale troia.
Sì aveva deciso, gliel’avrebbe fatta pagare rendendogli la pariglia e allora, perché non farlo con Rino?
I sospiri evidenti di Giuliana, convinsero Rino a scostarsi da lei, che così scese l’ultimo gradino e finalmente si voltò.
Era terribilmente sexy, con la gonna rimasta ancora alzata fino alla vita, agganciata al tanga che ora era lì in bella mostra mentre a stento nascondeva i pochi riccioli che aveva intorno alla vagina e con un seno che faceva capolino dal vestito aperto davanti.
Lei aveva gi occhi chiusi e intuì che lui la stesse ammirando, poi lo sentì di nuovo vicino.
Questa volta lui agì senza frenesia e con calma e decisione prese a sbottonarle completamente il vestito, quindi armeggiò con i ganci del reggiseno senza che lei mostrasse alcuna reazione.
Le tette, finalmente libere, uscirono fuori in tutta la loro prepotente bellezza: era uno spettacolo con il vestito ai piedi, il minuscolo tanga e quelle tette strepitose sulle quali, dopo un attimo, si appoggiarono le labbra di Rino che prese a baciare con voluttà i capezzoli.
‘Sei pazzo, mi hai spogliato completamente, ma cosa ti sei messo in testa?’.
Lui non rispose, ma avvicinò le labbra a quelle di Giuliana che, in un rigurgito di pudore le tenne chiuse; ma fu solo un attimo, perché subito dopo lei si lasciò andare rispondendo al bacio e aprendosi completamente al bacio del collega il quale, temendo quasi che lei potesse ripensarci, la spinse contro il tavolo facendola stendere e provando ad abbassarle il tanga.
Lei reagì scostandogli la mano, però rimase lì stesa quasi completamente nuda, disponibile, invitante.
Lui le andò sopra riprendendo a baciarle le tette, poi si fermò e disse: ‘Vieni, andiamo nella stanza del professore che c’è quel divano grande’.
Giuliana ne approfittò per provare una pudica, quanto debole resistenza: ‘Noi dai, smettiamola, se viene qualcuno, qui ci cacciano tutt’e due”.
Rino sembrò non averla neanche udita, la prese per mano e la trascinò nella grande stanza del professore, con lei che riusciva a camminare a fatica per via del vestito che rimasto attaccato al tanga le finiva spesso sotto i piedi.

continua…

lucavo@email.it
Non accese neanche la luce, tanto dalla vetrata filtrava la luce del corridoio e mentre Giuliana continua nella sua flebile protesta, lui la strinse palpandole con forza i globi belli sodi del suo culetto spingendola, contemporaneamente verso il monumentale divano.
Lei sentì il divano dietro di sé e cercò di opporre ancora resistenza provando a rimanere in piedi e anche quando lui la spinse con una certa decisione facendola cadere con la schiena sul divano, lei si rialzò subito a sedere mentre Rino si stava nel frattempo togliendo la camicia.
Giuliana viveva una situazione quasi irreale, le sembrava di non essere lei la protagonista, ma di assistere ad un film; ad un certo punto si vergognò di essere lì su quel divano, dove altre volte si era seduta per riunioni e dove aveva sempre provato a fare bella figura sia per le cose che diceva che per i vestiti che indossava assai provocanti che indossava; ora era lì su quel divano quasi completamente nuda e con il collega che si stava spogliando.
Si pentì di essersi cacciata in quella situazione, cercò di alzarsi e di coprirsi il seno con un cuscino, ma Rino era ormai scatenato e per nessuna ragione al mondo avrebbe adesso rinunciato all’oggetto dei propri sogni erotici dell’ultimo periodo.
No, ora che l’aveva qui davanti, quasi nuda e per giunta ‘abbastanza’ consenziente, non vi avrebbe rinunciato di certo.
Così la spinse di nuovo sul divano, le tolse il cuscino posto a difesa dell’ultimo barlume di pudore e si buttò su di le baciandola.
Giuliana reagì provando inutilmente a scostarsi, ma quando lui arrivò con la bocca a baciarle i seni e a solleticarle i capezzoli, capì nuovamente che ormai aveva perso, allargò quindi le braccia lasciando che lui continuasse: l’avrebbe avuta, dunque, ma senza la sua partecipazione.
Aveva deciso, infatti, di rimanere impassibile davanti a tanta irruenza per fargli capire che stava subendo una violenza in piena regola.
Lui provò a baciarle la bocca, ma lei stavolta a tenne chiusa, così riprese a mordicchiarle i capezzoli.
Dopo qualche minuto, però quella lingua sulle tette e la mano che stava insinuandosi dentro il tanga, la sciolsero rapidamente e, contrariamente a quanto si era riproposta, iniziò a reagire all’ondata di piacere che la stava assalendo.
Rino cercò nuovamente le labbra di Giuliana che stavolta rispose al bacio.
Quindi senza staccarsi da lei, cominciò ad armeggiare con i suoi pantaloni sfilandoseli assieme agli slip.
Lei sentì il suo sesso già duro e gocciolante dei primi umori e si irrigidì.
‘Attento, così mi macchi il vestito: per favore, ti prego, smettila”.
Ancora una volta lui non rispose, ma fu prontissimo a sfilarle, con un unico gesto, il vestito ed il tanga.
Le mani della donna scesero a protezione della porta di quel paradiso, e lui si fermò per ammirare ancora una volta quella donna così bella che ora stava nuda davanti a lei e che presto sarebbe stata sua.
‘Sei stupenda’ disse estasiato togliendole le mani poste a protezione.
Poi mise le sue sulle ginocchia della donna e le allargò le gambe.
Tra i riccioli neri si aprì il rosso del sesso che prepotentemente sembrava volesse uscire fuori tra le grandi labbra.
Restò ancora una volta incantato a guardarla, poi abbassò il capo e iniziò a leccarla tutt’intorno al sesso.
La lingua si insinuava tra le labbra della vagina, cercando alternativamente il clitoride.
Con grande maestria lui beveva gli umori che la sua stessa lingua provocava in Giuliana, la quale ormai ansimava prossima all’orgasmo.
Però non me lo aspettavo così bravo ‘ pensò tra sé mentre un calore improvviso si stava impossessando di lei.
Rino capì che se avesse continuato lei presto sarebbe venuta e non voleva: aveva tante volte immaginato di venire insieme a lei, perciò smise di leccare e con la lingua risalì il suo corpo, dandole piccoli baci sul ventre, poi indugiando sull’ombelico, poi sul petto, sul seno, mordendo con forza un capezzolo fino a farle male, infine sulla bocca facendo assaporare a Giuliana i suoi stessi umori.
Quindi si sistemò sopra di lei che sentiva il sesso duro sbattere contro le sue cosce alla ricerca della porta del paradiso.
Fu lei allora che prese il membro tra le dita infilandoselo nella fessura tra le labbra abbondantemente bagnate.
Lui iniziò a muoversi con delicatezza all’inizio, stringendo spasmodicamente le cosce della donna che cominciò a muoversi in modo scomposto: era eccitatissima, al punto che venne subito con un grido strozzato.
Lui prese a cavalcarla con forza e violenza; dopo un po’ lei sentì il sesso di Rino diventare ancora più duro e gonfio dentro di sé: non c’era dubbio stava per venire e anche lei allora sentì montare un nuovo orgasmo al quale si abbandonò gridando il suo piacere.
Rino fu presente a se stesso anche in quel momento e riuscì ad essere pronto e cauto nel tirare fuori il membro all’ultimo istante.
Lei sentì i suoi schizzi sulla pancia e sul seno, sembrava non dovesse finire mai di scaricare il suo seme che iniziò a colare sulla pelle del divano.
Maledizione avevano macchiato il prezioso divano di pelle del professore, per fortuna nessuno avrebbe potuto essere certo che i colpevoli erano loro.
Restarono fermi e in silenzio per un po’, spossati da quella furia erotica che li aveva coinvolti.
Poi Rino sempre senza dire una parola, andò di là a raccogliere i libri e gli appunti e a portarle il reggiseno che era rimasto in biblioteca.
Giuliana si stava già ricomponendo, si era fatto tardissimo.
Scesero le scale ancora in silenzio, completamente svuotati.
Solo davanti al portone prima di salutarlo, Giuliana le disse: ‘Stasera devo aver perso completamente la testa, quello che abbiamo fatto è stato bello, ma considera che non è mai successo, se vuoi che restiamo ancora amici, devi dimenticare questa serata, io sono fidanzata ed amo il mio ragazzo, per cui non succederà mai più, ricordalo, mai più capito?’.
Era la prima volta che tradiva quello che sarebbe diventato suo marito e sinceramente in quel momento pensava che non sarebbe mai più successo.
Ma era giovane, non sapeva quanto si sbagliava’

**** F I N E ****

Ciao, Giuliana.

lucavo@email.it

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