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CONDOMINIO COLUPPI- 6 appartamenti di storie e di sesso.

By 13 Agosto 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Città di NP..
Quartiere T.
Strada ariosa,via C. costeggia il mare,poi si scende e si prende via M.,vicolo S. e infine,passata la piccola piazza con la fontana,si sbuca in via O.,un tratto di strada ombreggiato e accogliente.
In un grande caseggiato di 3 piani in via O. appunto ci stanno 6 fratelli. Di sei madri diverse.

Alfonso Serrano y Rossofagliospento Adwezz Coluppi,ricco nobile napoletano,aveva avuto una sola e unica passione nella vita: le donne. Se ne era sposate due,ne aveva amate migliaia. Dato che era un bell’uomo,un po’ sovrappeso,dalla faccia un poco femminea,ma dotato di una bella voce e di un’intelligenza acuta e modi e soldi da nobile se ne era scopate altrettante. Impiegate sua e di altre ditte,maestre,infermiere,barriste,drogate,avvocatesse,studentesse,italiane,tedesche,franccesi,russe,cubane,anche una poliziotta e due vigili urbani. Giovani,carine,belle,ma anche brutte,scontrose,rompiscatole. Serrano aveva perso il conto delle donne che si era portato a letto,ma di tante ricordava momenti ed occhi. Dato che in tutta quell’attività sessuale ci poteva scappare il pasticcio,cio&egrave che l’amante finisse incinta, Don Alfonso aveva messo da parte un bel gruzzolo per le evenienze del caso,e,a soli 23 anni aveva acquistato un grosso stabile in via O. per accogliere figli e donne. Infatti a Serrano non mancarono le paternità: oltre ai 4 figli avuti con la prima moglie e i 2 con la seconda,che portavano tutti il cognome Coluppi,Don Alfonso,riconobbe anche altri 6 figli:quelli che vivono appunto al caseggiato n. 15 di viale O. a questi toccò in sorte il cognome I.,ma Don Alfonso provved&egrave al mantenimento di loro e delle loro madri,almeno fino al 20esimo anno di età di quelli. Tutti e 6,una volta raggiunti i 20 anni,decisero di rimanere nello stabile di via O.num.15.

Il primo appartamento in alto a destra &egrave di Don Antonio I., l’unico dei fratelli che abbia fatto qualche soldo,non molti a dire il vero,ma abbastanza per mantenere i suoi vizi,vive da solo in casa,a parte una cuoca,Assunta,che passa la mattina per preparea da mangiare e Gennarino,un giovane che fa da cameriere,tuttofare.
Gennarino sta pulendo il lampadario in cima ad una scala. Entra Don A.,lo fissa da sotto,in silenzio,guarda. Gennarino si chiede cosa c’&egrave che non va e arrossisce: ‘Che tiene,Don Antò..vulite la solita tazza di caff&egrave con la buccia di limmone?’
‘No,Gennà..scendi..ne hai combinata un’altra delle tue’
‘Yo? Io? No’Don Antò..yo?io nu so stato..
‘Certo che sei stato tu,e chi sennò? Che testa che tieni’scendi!!!
‘No,Don Antò..nu suno statoooo
‘Scendi,cretino. Guarda:una multa di 55 euro per non aver pagato in tempo una tassa’.ti avevo dato i soldi e tutto’testone’
‘Noo..no..yo’
‘Scendi,cretinooo! 55 euro mi sei costato,caprone,testadura! Scendi ho detto,deficiiiienteee!!’ e lo tira per il calzoni. Gennarino deve scendere e guarda in basso,offeso e impaurito.
‘Che devo fati,io,mò?’
”.do antò..yo..’
‘Statte zitto’statte zitto che c’hai solo la colpa’
‘..ma nooo don antò..yo ..avevo pagato..lo giuro’
‘E non giurare,spergiuro!! ‘ gli mollò due nocchini sul capo a far male ‘ statte zitto!! Mettiti in ginocchio,Gennarì..
‘..nooo donantòò..no..via..
‘in ginocchio,Gennarì o ti spacco la testa a cazzotti’- diceva quello,alto,pallido,secco,rifinito con tono rabbioso che avrebbe messo paura persino ad uno sbirro.
‘..viaa..donalfò..no’nu voglio’
‘In ginocchio!!servo. io sono Don Antonio Innocenti! Ti ordino di metterti in ginocchio,obbedisci,fellone!’
”yo..nu voglioo..’
E giù nocchini e cazzotti,pedate sul culo,Gennarino rimbalzò,pianse,scalciò,si becco una piogge di botte in testa che alla fine si dovette sottomettere,si inginocchiò e attese l’indicazione che sapeva certa:
Don Antonio aveva già il cazzo ritto sotto i calzoni,premeva contro la patta,ritto,scattante.
‘Fammi ‘u nu bocchino’Gennarì..femmalo bene che mi sei costato 55 euro stamani..Gennarìììì
Così Gennarino sbottonò la patta del suo padrone di casa,prese in mano il cazzo di Don Antonio,secco e lungo pari a lui,rosa chiaro,peli bianchi,e iniziò a fare un pompino come faceva spesso.

Sotto Don Antonio,abita Malasia,la sorella più anziana. 40 anni. Malasia passa il suo tempo a chiacchierare con le amiche in chat,spettegolando di questo e quella,e a mangiare babà,sfogliatelle,bign&egrave e gelati. &egrave grassa e ha due gambe da giovenca e un culo da portaerei. In casa non c’&egrave che lei,solo ogni tanto passano il dottore,Incoronata che fa le pulizie e Gasparre,il figlio del pasticcere che la rifornisce di dolci.
E non solo di quelli.
Sì,perché Gasparre,per un paio di fogli di 50 euro un colpo a Malasia glielo dà. La stende sul letto,spiaggiata come un balenottolo bianco,si fa strada fra quelle cosce giganti,afferra le tette grassone e glielo sbatte dentro con forza.
&egrave proprio quello che sta facendo in quel mentre. Questa mattina. &egrave lì sopra Malasia e gielo pigia dentro,con rabbia giovanile,la pigia proprio,perché altro non può fare: stantuffa dandosi la spinta,afferrando le tette,la grassona gode porcella,felice,gioconda,appagata,sotto i colpi di quello. Gasparre colpisce,spinge,si avventa,la tromba con forza per venti minuti,quindi esce dalla figa di Malasia e le sborra sulle tette. Bianca,calda sborra. Lei golosa com’&egrave lecca e beve tutto,raccogliendo con le dita come fa con i babà,le paste,le torte,il gelato,ingoia,lecca,ciuccia. Gasparre si riveste e se ne va.

Sotto Malasia abitano i coniugi:Mimmo e Rosa. Con loro anche la madre di Rosa,Serafina,un tempo quasi famosa cantante lirica,oggi una vecchia risecchita con la badante. Mimmo e Rosa sono due spiantati,un lavoro in due,debiti e pasticci.
Si sono sposati a venti anni,l’ultima volta che hanno fatto sesso assieme era stato per il capodanno del ’99,il 1999.
Rosa &egrave una donna secca,bruttina,alta dalla pelle chiara e fragile come la madre. Non ha avuto figli e piano piano si &egrave risecchita come una prugna. Dato che Mimmo non la tocca neppure per sbaglio,lei si &egrave come sfiorita e non sente neppure più piacere la sotto,se non quando spia dalla finestra la casa di fronte,dove abitano i M.: una coppia giovane senza figli. Mara e Diego sono due bei giovani allegri e arrapati. Trombano dalla mattina alla sera,a Diego pare proprio farlo con la finestra aperta e Rosa vede tutto. Diego prende Mara sul letto,le apre le cosce,affonda la sua faccia nelle gambe di lei,la bacia,la lecca,la tocca,la prende,le ficca la sua verga nella figa,mara geme di piacere,Diego la rivolta,la prende da dietro,la passa,la stantuffa,la monta,Mara gode,gode e si tocca le ciocce grandi,pastose,sode,scure. Rosa guarda,osserva,cerca di non ricordare,sogna.

Mimmo da qualche anno frequenta,Assuntina T.,una sposa di G.,dimenticata dal marito marinaio troppe volte a terra. Assuntina &egrave brutta,ma &egrave giovane,allegra,maliziosa,a Mimmo glielo fa sempre tirare e le piace fare la puttanella,ancheggiando nuda in cucina,della sua casa,un bilocale sporco e modesto che lascia vedere il mare dal piano alto. Mimmo dopo il coito,dopo che ha preso Assuntina sul letto del marinaio,dopo che l’ha scopata con forza,dopo che le ha baciato i capezzoli e affondato la sua nerchia nella sua figa, Mimmo dicevo,si accende una sigaretta alla finestra angusta che da sul mare. Fuma e guarda il mare,calmo azzurro,blu,nero lontano. Fuma e pensa alla figa di Assuntina,si rilassa,si gode la pace delle cose.

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