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Racconti Erotici

Consolazione perenne

By 28 Gennaio 2020Giugno 17th, 2020No Comments

Io ero in visibile apprensione, in tangibile e netta tensione, perché affacciata alla finestra del mio appartamento del terzo piano osservavo il paesaggio attendendo impaziente e smaniosa il suo arrivo, mentre lui era in moderato ritardo, sebbene m’avesse correttamente avvisato per tempo. La mia brama sfrenata, il mio desiderio licenzioso e avvampante non ravvisava altri tempi che il suo, mentre il termosifone con la temperatura alta produceva un bollore che faceva venire voglia di denudarmi, di ripagare in ultimo con le carezze la mia intemperante e libertina cute. 

In quel preciso istante mi osservo bramosamente disadorna nella grande specchiera, è vero, sì lo ammetto, me lo hanno riferito esponendomelo tante persone, che sono molto attraente e assai graziosa, per il fatto che la donna racchiude la grazia e la formosità, in quanto il corpo femminile essendo soffice e vellutato, custodisce in definitiva lo sfolgorio e mostra la sua connaturata meraviglia. In quel mentre tergiversai a lungo lisciandomi l’epidermide, toccandomi la bocca polputa e accarezzandomi di continuo la capigliatura diventata spugnosa, dopo avermi cosparso il balsamo lasciandola volutamente scompigliata e arruffata per l’occasione. 

Ecco, avverto che lui è arrivato, dal momento che parcheggia l’autovettura nel parcheggio antistante, per me è un gradito quanto interminabile e piacevole alleggerimento che si diffonde ben presto nel mio animo, perché la mia pelosissima fica riceve una singolare contrazione raddolcendosi e approntandosi, perché al momento sono ben predisposta per lui. Io gli spalanco l’uscio mentre ho indosso una veste da camera sbottonata, giacché non porto nient’altro. Il suo ingordo e ambizioso sguardo intreccia attraversando il mio, perché è autentico, legittimo e veritiero attaccamento, genuina adesione. Lui ha l’epidermide intirizzita per la ragione che là di fuori si gela, ma attualmente qua dentro è tutta una vampa, un libidinoso fervore, entra pure caro amore mio, abbandonati, perché io ti amo alla follia, sei realmente molto affascinante, poiché qua ogni cosa è benedetta e intoccabile, in questo posto sei totalmente al salvaguardato. 

Lui squadra impudicamente la spaccatura della vestaglia da notte esaminando le prospettive del mio essere, considerando e soppesando la foltissima bionda peluria della mia vogliosa fica. Al presente mi esamina a fondo con veemente desiderio, lo so e lo vedo, il suo cazzo e già duro che vuole uscire dai calzoni, le sue iridi sono allargate, giacché affollano il colore dei suoi occhi, mentre io osservo il tremore infinitesimale del suo dorso, nel tempo in cui io insinuo le mani al di sotto del pullover che ha addosso. Quel rapido approccio con la sua cute gelida e aggraziata mi tronca il respiro, rivelandogli che è deliziosissimo e avvenente, durante il tempo in cui mi curvo per toccargli appena appena la zona centrale del pube. Io sbaciucchio perlustrando sennonché ogni superficie di quel posto, il suo cuore tamburella rovente e accalorato in modo cadenzato, giacché riesco perfino ad annunciargli: 

“Gioia mia adorata, ti prego, abbandonati a me, faccio tutto io, sei un vero incanto così svestito, sei la meraviglia dei miei sensi” – perché denudarlo interamente e beneficiando nel contempo della sua gradevolezza, mi scuote elettrizzandomi oltremodo, perché traballo dinanzi alla sua innata e naturale magnificenza. 

Io mi sento assai infervorata, capto che sono fedelmente aizzata e infoiata oltremisura, ora ti voglio svisceratamente tutto per me, adesso e costantemente, senza sosta amore mio unico e speciale. Avverto distintamente che i suoi capezzoli sono attualmente pieni, il suo cazzo è stuzzicato al punto giusto, è nettamente umettato in quanto emana il caratteristico odore di maschio che ti frastorna, colgo che il suo tegumento è infuocato ascoltando il suo cuore che batte in modo cadenzato, io mi curvo sul suo cazzo robusto interamente innalzato di fronte al mio viso, intanto che una fierezza e un contegno peraltro incontrollabile e convulso, palpita nei miei vasi sanguigni scombussolandomi le viscere. In realtà quest’inturgidimento è inconfondibilmente anche merito mio, è inequivocabilmente invece pregio mio se lui è vistosamente allupato, perché solamente io esamino e scandaglio come sobbalza e gode, osservandolo dal suo famelico, lussurioso e vizioso sguardo. 

Quello che riesco a decifrare e che attualmente ammetto con me stessa, è che l’espressione e la manifestazione dell’amore è gradevole, dolciastra e soave, così com’è pure l’esaltazione, il fermento e l’emotività dei sensi d’ognuno di noi. Io lambisco nel mentre il suo cazzo, glielo liscio amorevolmente inghiottendolo tutto, in quanto bramerei trattenerlo dentro me stessa per lungo tempo. Rimugino questo libidinoso e intemperante concetto, intanto che manovro quel cazzo con la bocca, ipotizzando in conclusione il sommo e sublime lussurioso benessere che ne scaturisce da là, mentre squadro appassionata e avvinta i suoi occhi che avvampano per la libidine e per la brama sessuale che gli sto procurando. 

Noto che il suo sguardo è diventato d’una vivacità inedita, perché leccargli il cazzo è realmente entusiasmante e al tempo stesso stimolante, durante il tempo in cui io percepisco un caratteristico tremore, che mi dà le prime avvisaglie udendo nel contempo i suoi gemiti che aumentano. Lui però aspetta, non ha fretta, rapidamente si scosta da me, promettendomi di donarmi un appagamento interminabile e una pienezza scompigliante, perché si genuflette baciandomi il collo, il petto e le tette. Dopo mi scosta la veste da camera, io sono lì dinanzi a lui discinta ed essenziale così come quando mi faccio il bagno. 

A dire il vero il prodigio è regolarmente quello, in quanto si conclude ogni qualvolta in modo simile. Le sue mani si posano sulle mie tette, m’agguanta per la chioma, m’afferra i capezzoli, in seguito si distende sotto di me e inizia a baciarmi la pelosissima e odorosa bionda fica che tanto sragionare lo fa, mi trastulla sapientemente il clitoride come non mai, è un vero esperto, facendomi raggiungere vette altissime di piacere e dopo si perde, perché pure io compio lo stesso itinerario. Io boccheggio, in pochi istanti perdo l’omogeneità dei sensi e strepito il mio lussurioso e sfrenato piacere, mi contorco confidandogli espressioni sconce e immorali, spiattellandogli frasi scurrili e oscene al limite della decenza e del decoro. Non posso farci nulla, lui mi fa quell’effetto. 

Successivamente le nostre fameliche occhiate s’incrociano e si rincorrono, giacché pure le nostri mani compiono il medesimo tragitto, tendendosi, perlustrando e setacciando i meandri, l’enigma e l’astrusità del sesso dell’altro. Entrambi ci studiamo a vicenda, ci soppesiamo, perché quest’aspetto è quello che mi eccita e mi scuote in special modo, mentre lo osservo che m’accarezza con affetto e premura il seno. 

Le sue dita indiscrete, fameliche e petulanti s’incuneano smarrendosi nella mia pelosissima fica, imprudente, proficua e letale destinazione d’attracco, in seguito digradano all’interno del giardino delle mie intime delizie, toccandomi e asportandomi piagnucolii di lussurioso, irrefrenabile e nondimeno salutare piacere, in quanto non posso resistere, sicché m’incurvo e vengo gemendo di gusto. 

Subito dopo lui si distende su di me, m’infila la punta del cazzo, passano solo pochi istanti, in quanto sono sufficienti unicamente alcuni pochi affondi, perché io godo a lungo un’altra volta, strillando nuovamente il mio nerboruto e frenetico benessere, urlo il mio possente e incontenibile orgasmo, mentre subito dopo intuisco avvertendo distintamente la sua silenziosa, appagante, densa e abbondante sborrata che mi bagna tutta, ricoprendo in ultimo la mia pelosissima e bionda fica. 

{Idraulico anno 1999} 

 

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