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Debora (terza parte)

By 30 Luglio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Melodramma dicevo, tra i non molti versi che ricordo dell’opera lirica ci sono questi, sono pochi li dovreste reggere:

L’ora &egrave fuggita,
e muoio disperato,
e muoio disperato!
E non ho amato mai tanto la vita!
tanto la vita.

Però nel mezzo Cavaradossi dice anche qualcos’altro, dice

Oh! Dolci baci, o languide carezze,
mentr’io fremente
le belle forme disciogliea dai veli!

E qui dice davvero tutto, dice un mondo di ricordi di lei che lui amava, dice la sensualità e insieme la dolcezza di un incanto. Ecco, io lo so che Debora non &egrave Tosca, che io la pago per spogliarsi e che se non la cerco io andando nel locale in cui lavora lei non cerca me, però’Però pensate che ci vado anche per questo, per un misto di sogni e di fremiti, perché Debora &egrave una persona con cui parlare, che sorride vedendomi arrivare e che poi si spoglia per me; pensate che il melodramma non &egrave solo dramma, &egrave anche una dolcezza che certo, con il finale tragico scontato per questi best seller dell’Ottocento, &egrave destinata a dissolversi, a non durare, ma’ma perché rinunciarci subito? Melodramma dicevo, e infatti sono andato in tilt appena ho letto l’sms di Debora. Come spiegarvi cosa si prova n quei momenti senza fare di questo racconto un polpettone? Mettiamola così, pensate che qualcuno vi nomina una città, e voi di questa città vedete due foto, trovate su Google una frase nel dialetto tipico di quelle parti, che sia in Italia o dall’altra parte del mondo non cambia un accidenti…Poi di colpo scoprite che per arrivarci non bastano due ore di aereo come pensavate voi, cio&egrave basterebbero però in quella città, causa maltempo o lavori in corso, hanno chiuso l’aeroporto fino a data da destinarsi, e voi sapete che forse potrete vederla lo stesso quella città, che prima o poi magari ci capiterete, ma vi manca in quel momento perché vi sentivate già lì. O mi sentivo già con Debora, capite?, e non perché si sia spogliata davanti a me, perché sedendosi su di me abbia socchiuso gli occhi guardandomi languida mentre la sua mano scivolava fra le sue gambe, o perché per un attimo abbiamo ballato e la sua gamba si &egrave strusciata a cercare il mio pacco già duro. Se fosse solo per questo basterebbe andare da una sua collega, lì o in un altro locale, e a poco a poco dimenticherei Debora e i sui occhi languidi; ma io ho dentro di me Debora, non i suoi movimenti il suo strip tease la sua mano fra le gambe, io ho dentro di me il suo modo di salutarmi, di sorridere, il suo essermi vicina scrivendomi ‘ciao quando sei libero che ci vediamo?’, ho dentro di me il gelo e le lacrime dopo aver letto ‘puoi aiutarmi a comprarne uno’ (di telefono), ho dentro come l’eco di una canzone che sembrava una melodia ed &egrave diventata uno stridore insopportabile, che mi rimbalza dentro al ritmo incalzante di ‘non ti vuole non ti vuole non ti vuole’, ho dentro lacrime a non finire e insieme rimpianti di giardini nel sole che avevo iniziato a sognare, ho dentro lei e la sua vita, ho dentro il fatto che lei vive lontano da me. Più melodramma di così, anche un po’ patetico se volete, anche ridicolo però vero, credetemi, e così come stordito mi sono trovato a camminare per le strade, tutto era uguale ma niente poteva far credere di non essere diverso, e intanto passavano i giorni ed &egrave arrivato, dopo il sabato che era il suo compleanno e il lunedì che non l’ho trovata al telefono, il giovedì che era la Festa della Donna…quale migliore occasione? Mi dico che forse &egrave giusto prenderle un regalo e portarlo al locale, non posso stupirla con effetti troppo speciali, ho già detto che sono un normale impiegato d’ufficio che faccio una pazzia da 300 Euro poi non posso mantenere queste premesse, ma non posso neanche portare al lap dance un mazzo di fiori o una poesia (sì, non so se l’ho detto ma scrivo poesie, e in questi giorni molte sono dedicate a lei), un foglio che magari si lacera mentre pedalo o quando arrivo. E poi vorrei qualcosa a metà strada, non un vero tentativo di comprarla ma un modo per farle capire che non ho preso la prima cosa che mi sia capitata sotto mano, che so un anellino di plastica o comunque di bigiotteria, un fermaglio per capelli da adolescenti come omaggio galante ma innocuo: al centro commerciale, al negozio di Stroili, trovo una collana, &egrave argento mi dicono e ha una piccola pietra, scelgo la pietra del colore che le sta meglio, penso ai suoi capelli neri come la notte, al suo viso dai lineamenti grandi e insieme delicati, e mi faccio fare la confezione regalo anche se so che &egrave troppo vistosa per portarla così al lap dance…Poi la sera, una sera di poco cibo, di cena frugale e di dubbi fino alla fine, vado o non vado?, e se poi mi prende in giro?, alla fine salgo sulla bicicletta (quella nuova, anzi usata, che il meccanico di fiducia mi ha venduto a prezzo più o meno di favore) e vado al cinema, il cinema &egrave nello stesso centro commerciale di Stroili e il film &egrave con Jennifer Lawrence nella parte di una spia russa, inizia alle 9 di sera il regalo &egrave nella tasca del giubbotto, quando esco respiro a fondo, mi chiedo se davvero voglio andare, ci vado. Direte che descrivo troppo in fretta ma &egrave che tutto si &egrave svolto così in fretta, che ho dovuto decidere in fretta e poi dai, a questo punto non volete anche voi che si arrivi al sodo, insomma direte ci hai parlato o no, l’hai vista o no, ci sei andato??? No, no, sì, nell’ordine non ci ho parlato, non l’ho vista, però sono andato davvero al locale. Lei però non c’&egrave, mi dicono al bancone del bar, quello dove ho bevuto con lei e l’ho vista agitare la mano sorridendo per salutarmi, che Debora &egrave tornata in Romania, deve sistemare alcuni documenti per la patente e sarà via per almeno due mesi. Il barista mi conosce, sono anni che vengo qui, gli chiedo confidenzialmente ‘quando &egrave partita?’, lui dice che &egrave andata via all’inizio della settimana, ‘domenica?’ chiedo e lui dice sì. ‘Non sono un maniaco’ gli sorrido, ‘chiaro’, risponde lui, come a dire lo so, sei un bravo ragazzo, sei solo interessato a lei, non ti preoccupare va bene così, sono cose che si capiscono: e io capisco che sono quasi sollevato perché &egrave un momento di pausa, che posso rilassarmi perché non posso fare niente adesso, ecco perché lunedì non la trovavo, in Romania userà un altro telefono (questo &egrave solo per i clienti? Meglio non andare avanti con questi pensieri, mi ammonisco), poi mi siedo a un tavolo la bibita ancora in mano mi siedo mi guardo intorno, poche ragazze ferme ai bordi della pista, uno o due clienti, sono le undici di un giovedì sera non c’&egrave quasi nessuno, mi accorgo che faccio fatica a respirare. &egrave troppo restare qui dentro, non ce la faccio, &egrave pieno di donne mezze nude ma non me ne frega niente, non avrei la testa manco per abbracciarne una, neanche se si inginocchiasse e mi calasse la zip sarei abbastanza sveglio, meglio andare via, riposare…e magari prima fermarmi nella sala slot lì accanto, non per giocare ma per bere un caff&egrave, così mi riprendo. Non ho mai giocato nelle slot ma a volte ci sono entrato, a sera tarda o a notte più o meno fonda, perché era l’unico posto in cui a qualunque ora potevo bere un caff&egrave, e poi la bici &egrave qui vicino, perché ho scoperto di poterla legare nel cortile interno. Oltre il locale di lap dance c’&egrave un cortile su cui si affaccia la sala slot, ci parcheggiano le macchine ma c’&egrave anche una ringhiera piuttosto lunga, una bici ci sta…ed &egrave all’interno, qui i ladri (se non sapete cos’&egrave successo leggete la prima parte) non ci passano.
La settimana dopo c’era un festival erotico, vuol dire che c’erano molte pornostar tutte in una sera, e io non potevo non andarci, nel locale dove avevo stretto Debora fra le braccia e sapendo che Debora non c’era, perché era un modo per distrarmi perché tutto &egrave vita, perché c’erano star famosissime, anche una veneta che ha avuto una storia con Vittorio Sgarbi…ma del festival vi racconterò la prossima volta, e credetemi anche con Debora &egrave tutt’altro che finita qui…

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