Skip to main content

Depravazioni di una nobildonna

By 26 Dicembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

DEPRAVAZIONI DI UNA NOBILDONNA

E’ successo qualche anno fa. Federica aveva sui trentacinque anni. Federica è di famiglia nobile, ha capelli castano-biondi lunghi e ondulati, porta gli occhiali. Ha un fisico prosperoso e un seno generoso.

All’epoca lavorava in una galleria d’arte in centro. Ci eravamo conosciuti a una festa, credo, o all’inaugurazione di una mostra. Poi ci rincontrammo in treno, scambiandoci i biglietti da visita.

Iniziammo a frequentarci. Mi disse che era sposata con uno degli architetti più noti della città.

Un giorno la incontrai in centro, poi le proposi un passaggio in macchina. Mi disse che era appena stata al cinema da sola e che un tizio seduto accanto aveva provato a toccarle le tette. Non si capiva quanto la cosa le avesse dato fastidio. Stimolato da quel racconto, entrai con l’auto in un parcheggio. Ormai era buio e nonostante fossimo a poche decine di metri dalla strada iniziai a baciarla e ad accarezzarle il seno. Le nostre lingue si intrecciarono in un bacio sensuale, noncuranti del rischio di essere visti. Infilai la mano sotto il suo maglione e palpai ancor più intensamente le sue mammelle. Invitai la sua mano a carezzarmi i pantaloni, sotto cui premeva una forte erezione. Lei esitava a tirarmelo fuori. ‘Ma qui, come facciamo’.potrebbero vederci” ‘Ti prego, non ce la faccio più’. Iniziai a scendere con la lingua e le labbra sul suo collo, vincendo la sua resistenza. Il mio cazzo era ormai fuori della patta, e lei si decise a imboccarlo. Continuavo ad accarezzarle i capelli e le tette mentre sentivo il cazzo scivolare in quella bocca calda e accogliente. ‘Non fermarti, ti prego’sto per venire” Le eiaculai copiosamente in bocca, sentendola inghiottire i ripetuti fiotti di sperma. Sollevò la testa e tornammo a baciarci.

‘Che buono, sa di champagne.’

Ripartii con l’auto e la accompagnai per un tratto, e ci lasciammo con la promessa di rivederci a breve.

La volta successiva la invitai a visitare il mio studio. Era uno studio che condividevo con alcuni colleghi. Nel tardo pomeriggio di solito ero l’unico a fermarmi. Le offrii un the e ci sedemmo a parlare su un divano in una delle stanze. Presto cominciai a baciarla e a massaggiarle il seno. Le sollevai il maglione e scostai il reggiseno senza slacciarlo. Lei tentò di ricoprirsi.’Ti prego, e se arriva qualcuno?’ ‘Gli dirò che ti sto selezionando come nuova segretaria..’ Ormai avevo il suo capezzolo in bocca e lo succhiavo avidamente, il seno bianco e burroso di Federica mi eccitava moltissimo. ‘Fermati ti prego’ah” Cominciò ad ansimare mentre ormai slinguavo in lungo e in largo le grandi tette.

Le tolsi maglione e reggiseno e mi misi sopra di lei con il cazzo a cavallo dei suoi seni. Li avevo inumiditi per bene ed erano ormai perfetti per una spagnola. Federica si decise a leccarmi il cazzo che muovendosi si avvicinava sempre più al suo viso. Glielo spingevo in mezzo ai seni e poi in bocca. ‘Sì, dai..leccalo’così’hai una bocca e delle tette magnifiche” Federica accolse il cazzo in bocca quasi per intero, poi lo sfilò per massaggiarlo con le tette.. aveva la saliva che le colava dalla bocca e lungo il cazzo’le sborrai sul viso e sulle tette.

Passarono vari giorni prima di rivederci. Ricevetti una mail da lei, in cui mi confidava la sua disperazione. Il marito aveva una storia omosessuale e ormai erano praticamente separati.

Ne parlammo al telefono, cercai di tirarla su, poi un pomeriggio mi invitò nella galleria d’arte in cui lavorava.

Era un posto magnifico, grande e accogliente, con una vista splendida su una piazza del centro. Il proprietario aveva totale fiducia in lei e le aveva lasciato le chiavi. Era periodo di vacanze natalizie e lui si era trasferito in montagna.

Federica mi fece visitare la galleria, c’erano alcuni dipinti di grande valore. Mi offrì del vino bianco dal frigo dello studio.

C’era un lungo divano nella stanza principale e il pavimento era coperto di moquette.

Ci sedemmo e cominciammo quasi subito a baciarci. Sentivo nella sua bocca il sapore del vino che inebriava i nostri baci e le nostre lingue. Ero più che eccitato che mai. La girai a faccia in giù sul divano, continuando a baciarla e a leccarla sulla bocca e sul collo. Le sollevai la gonna e le abbassai le calze. ‘Fermo, cosa fai’.ti prego” Le calai anche le mutande e scoprii un culo candido. Era la prima volta che la toccavo in mezzo alle gambe. Infilai una mano davanti e iniziai ad accarezzarle la vagina pelosa e già madida di umori. Non avevo minimamente pensato di portarmi un preservativo.

‘Hai una crema emolliente?’

Lei si alzò, gli occhi e il viso già stravolto dal’eccitazione, e tornò nella stanza dov’era la sua scrivania. Mi consegnò una crema alla mandorla.

‘Che intenzioni hai?’

‘Vieni qua’.

La rimisi a quattro zampe sul divano e con un dito iniziai a spalmarle la crema sul buco del culo.

‘Fai piano, ti prego..non l’ho mai fatto lì’

‘Stai tranquilla, se ti fa male me lo dici e smetto” mentre le ungevo il culo ripresi a carezzarle la fica e a titillarle il clitoride.

Poi puntai il cazzo sul buco e spinsi. Per essere vergine di culo, era più morbida del previsto. Entrai piano, poi mi fermai per farla abituare. Con la mano continuavo a carezzarla davanti. Ripresi a spingere e presto fu quasi tutto dentro.

‘Mi senti contessa? Ti sto sodomizzando. E’ così che lo prende tuo marito?’

La sentivo ansimare in quel torbido piacere e mi eccitai come un animale, iniziai a spingerle il cazzo in culo con sempre più forza mentre le sbavavo sul collo e le tiravo i capelli.

Lei fu scossa da fremiti di godimento e mugolava sempre più forte, al punto che dovetti metterle una mano sulla bocca. Sentivo il suo caldo culo accogliente abbracciarmi il cazzo e il suo buco contrarsi intorno a me in sensazioni sempre più intense finché non seppi più trattenermi

‘Vengo’contessa’vengo’ti sto sborrando in culo’.lo senti?’

‘Sì’lo sento’vieni’.vienimi dentro”

Estrassi il cazzo contemplando in estasi e lo spettacolo di quella nobildonna quasi completamente vestita, china sul divano, con le mutande e le calze calate e una goccia di sperma che le colava dal buco del culo immacolato fino a poco prima’

(continua)

3
1

Leave a Reply