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Racconti Erotici

Dipendenza dal gioco

By 25 Agosto 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Quella notte le lenzuole erano come una gabbia per me: mi rigiravo e rigiravo senza trovare mai una posizione che mi aiutasse a conciliare il sonno, il ronzio delle zanzare sembrava amplificato e rimbombava nelle orecchie, il sudore bagnava qualunque parte del mio corpo a contatto con il leggero tessuto del lenzuolo.
Nella testa un viso. Sempre quel viso che ogni notte almeno per cinque minuti vedo come fosse fotografato nella mia mente. Le mani sudano e tremano nel tentativo di afferrarlo: vorrei baciarlo e assaggiarlo in ogni centimetro del suo viso, pungermi con quella barba incolta di cui tanto si lamenta ma che a me a sempre ispirato un brivido di eccitazione.
Oltre al viso anche il suo corpo era violentemente scolpito come nel granito dentro la mia mente: solido, muscoloso e scattante.
Gli occhi della mente coglievano ogni suo movimento o ogni sua posa sempre con grande curiosità come se ogni volta ci fosse qualche linea o solco da seguire.
Seguivo queste linee con le mani che lente e affamate correvano lungo i muscoli delle braccia, delle gambe e le dita a tratti saltavano sui muscoli sull’addome.
Poi un istante di apnea e subito apparivano quegli occhi, neri…castani e beffardi. Mai una volta sono riuscito a cogliere ciò che c’era dietro, perch&egrave quello sguardo e quel sorriso mi stentevano e immobilizzavano e subito lungo la schiena un’intensa vibrazione cominciava a diffondersi, una vibrazione che mi bloccavan il respiro per qualche istante.
Perso il quel vortice corvino ritornano anche le immagini delle sue possenti nudità: appare con il suo corpo perfertto nascosto da quei vestiti che parevano esplodere, ad ogni minimo movimento ecco l’aderente maglia sollevarsi e allora cominciava lo spettacolo: davanti quella sottile linea di scura peluria che ogni volta mi scatena dentro un inferno, dietro di tanto in tanto si affacciano quei pochi centimetri di stoffa che attizzano ancora di più l’inferno già da prima scatenato e come risposta a tutto ciò della umida saliva comincia a bagnarti la lingua e quei boxer che indosso diventano veramente stretti.
E via via che lo spettacolo continua la tentazione di cedere agli istinti del corpo era sempre più forte ma come ogni gran evento che si rispetti bisogna rimaner buoni ad aspettar il gran finale. A spettacolo completo arrivava lo splendore, l’apice di tutto il viaggio era giunto ma siccome applaudire sarebbe stato sgarbato, allora lo sguardo cominciava a deviare, uno scontro visivo diretto sarebbe stato letale e il gioco avrebbe subito avuto fine.Per sempre.

Ma lui non si accorgeva e continuava con il suo gioco, quanto ama giocare, la cosa forte &egrave che sembra che neanche si accorge, lui gioca e basta. Spero che non lo faccia con tutti.

Lui ancora non sa che sta giocando anche con me e forse neanche io so che sto giocando una partita persa in partenza ma oramai &egrave noto come il gioco d’azzardo possa diventare una malattia nonostante si continui a perdere….e sebbene questo &egrave il mio azzardo voglio continuare a giocare.

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