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Donny

By 11 Dicembre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ il mio primo racconto siate clementi.
Sono sempre stato un ragazzo sportivo per anni giocavo a volley proffesionalmente, appena potevo andavo a giocare a calcio con gli amici, poi per vari motivi mi dovetti fermare, cosi quest’anno ripresi, cominciando palestra, e qui iniziò tutto.
Iniziò Ottobre e cominciarono i corsi e come molti che vanno da soli in un ambiente nuovo cercai subito qualcuno con cui fare due chiacchiere per sentirmi meno a disagio, fortuna fu che conobbi una ragazza anche lei nella mia stessa situazione, si chiamava Donata.
Donata aveva un fisico molto asciutto non particolarmente scolpito ma molto intrigante, le gambe molto sottili e lunghe, le mani erano molto curate, le spalle erano ben marcate ma non pronunciate, il seno minuto, il viso contornato da capelli castani lunghi mossi, con un profilo non particolarmente elegante ma molto sensuale e ricco di piccoli particolari che lo rendevano unica, ma le caratteristiche che mi lasciarono più di stucco furono gli occhi e le labbra, i primi scuri, profondi da perdersi ogni volta che si guardavano, le seconde sottili, ma di un colore roseo che sembravano sempre con il rossetto.
Nelle somme una ragazza che non appariva tra le altre, ma la tipica ragazza della porta accanto, nel conoscersi scoprii che aveva la mia stessa età (cosa che mi sorprese perché nel vederla non le avrei dato 18anni), e che studiava a Milano ed aveva un piccolo appartamento in zona.
Le sedute in palestra passarono velocemente, cosi come il conoscerci e lo scoprire che avevamo tantissime cose in comune, finché non successe quel piccolo particolare che mi portò in una situazione da molti sognata” lo sciopero dei mezzi pubblici.
Quella sera in palestra Donata mi accennò allo sciopero e alla sua decisione di accorciare la serata in palestra per avere modo di tornare a casa non molto tardi, presi la palla al balzo, le chiesi se voleva un passaggio in scooter, cosi facendo non doveva andare a piedi e non avrebbe dovuto fare tutto in fretta, lei con mio grande piacere accetto.
Usciti da palestra dopo una breve doccia, la portai a casa seguendo le sue indicazioni e scoprendo cosi che abitava a cinque minuti dal mio ufficio, arrivati sotto casa sua mi chiese se poteva in qualche modo ringraziarmi del favore, accettai e le chiesi il numero di telefono assicurandola di sentirci nei prossimi giorni.
Tornai a casa un po’ contento un po’ imprecando contro me stesso per non aver chiesto il fatidico bicchiere d’acqua, me ne feci una ragione ed andai a letto.
Al mio risveglio acceso il telefono e con mia grande sorpresa scopri di aver ricevuto un messaggio da lei in cui ringraziava del passaggio e mi chiedeva se, anche l’indomani l’avrei potuta portare ancora sotto a casa perché si era sentita più tranquilla di quando tornava a casa sola, con grande felicità accettai il favore premettendole che se avrebbe voluto, il ritorno a casa poteva diventare un’abitudine.
Un’altra giornata di lavoro stava finendo, e mi continuavo a ritrovare svogliato e l’unica cosa cui riuscivo a pensare era andare in palestra da lei.
Gl’allenamenti si alternano tra chiacchiere ad esercizi, finalmente arriva la fine, di cui non vedevo l’arrivo.
Uscita dalla doccia non la trovai con lo sguardo, pensai fosse già uscita e fu cosi che la trovai già in sella, la sua figura si stagliava lunga e sicura alla luce del lampione, le sue gambe protette dalla lunga tuta sembravano ancora più lunghe e fini di quanto non lo fossero in realtà, il suo seno una prima di taglia sembrava sodo e compatto avvolto dalla leggera felpa sembravano due piccoli bighe’ che urlavano di essere mangiati, le mani posate sulle cosce quasi parlavano chiedendo di poter esplorare territori sconosciuti a tutti, il suo viso cosi luminoso gli occhi castani cosi profondi da perderci dentro, le sue labbra sottili ma molto rosee, avrei voluto poterle baciare per tutta la notte.
Mamma mia sembrava un angelo caduto dal cielo, il fatto che non lo fosse mi dava una grandissima soddisfazione.
Dopo un breve saluto mi chiese come mai la stessi guardando in quel modo, preoccupate che il fatto di averla trovata sul mio scooter mi avesse potuto infastidire, la tranquillizzai dicendole che stavo pensando se avevo dimenticato qualcosa nello spogliatoio.
Arrivammo da lei, durante tutto il viaggio un solo pensiero mi girava per la testa, avere la possibilità di ricambiare il favore appena fattole, cosa che successe.
Alla domanda che mi porse, le chiesi di andare in bagno, lei accetto premettendomi che abitava all’ottavo piano e che l’ascensore era molto lento.
Ci avviammo all’ingresso del condominio, salimmo in ascensore ed iniziammo la salita.
Appena superato in primo piano lei si girò verso di me posando la borsa a terra e incollò le sue labbra alle mie, dopo un po’ di incredulità inizia a ricambiare il bacio, il bacio era dolce, vellutato la sua lingua dentro la mia bocca si muoveva prima inesperta poi con decisione nel cercare la mia che mi divertivo a far scappare dalla sua, al quarto piano non resistetti più e le misi la mano sul culo sia per esplorarla sia per poterla stringere.
Nell’avvicinarsi al sesto piano spostai la mano verso la vita cercando il bordo dei pantaloni, una volta trovato mi infilai, senza pensarci due volte cercai anche il bordo delle mutandine e mi ci infilai dentro, la sua pelle era qualcosa di magnifico, morbida, vellutata, calda, nel muovermi dentro i pantaloni lei si stacco da me, e guardandoli negli occhi, mi aspettai uno schiaffo da mille e una botta, invece si avvicino al mio orecchio sussurrandomi un invito ad esplorare anche più in profondità, invito che accolsi con estrema felicità.
Pero’ come tutte le cose belle prima o poi finiscono, in questo caso arrivammo al suo piano, in breve tempo ci ricomponemmo e uscimmo dall’ascensore per entrare subito in casa sua.
Entrati e sistemati riprendemmo il discorso interrotto nell’ascensore portandolo sul divano, appena sdraiati inizia subito a cercarle i seni e a stuzzicarli, poco dopo iniziai a spogliarla, le tirai via la felpa e la maglietta tutto questo senza mai smettere di baciarla ovunque potessi, il culmine fu quando le tolsi il reggiseno con un solo movimento di dita e polso, lei a questa azione si fermò guardandomi mi sussurrò che ero un ragazzo pieno di sorprese e non deludevo affatto le sue aspettative per quella serata, un attimo dopo tutti i mie pensieri ritornarono su i suoi seni, pensieri che furono confermati ed ampliati, le coppe erano morbide e sode allo stesso tempo, le sue aureole piccole e scure ed i capezzoli si stagliavano in mezzo ad esse, una visione meravigliosa.
Iniziai a baciarle e seni e da come si muoveva sinuosamente capii che le dovesse piacerle tanto, mi soffermai a baciarle e seni in tutte le sue forme, mi spostai poi sui capezzoli ed aggiunsi anche dei piccoli morsi oltre ai baci, mentre facevo ciò lei iniziò a rendere più profondo il respiro e questi mi eccitava tantissimo.
Decisi di fare un’ulteriore mossa allora iniziai a scendere lungo lo sterno, passando dallo stomaco all’ombelico senza mai smettere di baciare ciò che incontravo, soffermandomi sull’ombelico zona che mi faceva impazzire sia nello sfiorare sia nello baciare, e zona che scoprii piacere anche a lei.
Arrivai finalmente alla fine del mio viaggio ero davanti al bordo della tuta, in quel momento mi fermai, rivolsi lo sguardo a lei, distesa sul divano a seno nudo, in volto già i segni del piacere appena provato e con i suoi occhi scuri mi guardava sembrava avesse già capito cosa stessi facendo e cosa stavo aspettando, lei senza dire niente si distese un poco di più e tirò la testa indietro lasciando uscire dalle sue morbide labbra un sospiro di impazienza.
Quel segno era ciò che aspettavo, iniziai lentamente ad abbassare il bordo dei pantaloni baciando ogni singolo centimetro di pelle che incontravo, poco dopo incontrai i primi peli che mi fecero capire di essere vicino al monte di venere, senza mai smettere continuai la mia splendida discesa. Finalmente arrivai ed ebbi cosi la possibilità di sfilarle la tuta, l’immagine che mi si stagliò davanti agl’occhi era splendida, avevo tutta la sua figura nuda davanti i miei occhi e la consapevolezza di poterla esplorare senza alcuna preoccupazione.
Ad un certo punto mentre mi stavo avvicinando alle sue grandi labbra, un suono mi fece ribollire il sangue nelle vene, il suo telefonino inizio a squillare, lei prima non ci badò, poi un secondo dopo si alzo in fretta staccandomi quasi la testa con una gamba, rispose all’aggeggio infernale ed ebbi la sconfortante notizia, all’altro capo della telefonata infernale c’era la madre.
Madre di cui mi aveva parlato alcune volte mentre eravamo in palestra, la cui peculiarità erano le telefonate di ore lamentandosi di tutto e di più, per cui mi misi il cuore in pace e pensai di avviarmi a casa, perché l’esperienza insegna che se si viene interrotti durante una di queste situazione alla donna, passa completamente la voglia di riprendere e andare avanti, ma non fu cosi.
Mi alzai dal divano e mi diressi verso la mia borsa ed andai a salutarla, lei era in piedi in mezzo alla stanza completamente nuda che parlava al cellulare, mi avvicinai le sussurrai che mi avviavo e che ci saremmo sentiti durante la settimana, lei di tutta risposta mi getto un braccio al collo e mi bacio per poi dirmi di non andare che aveva voglia di vedere quali erano le mie intenzioni interrotte poco fa sul divano.
Ci spostammo in cucina lei si appoggio al tavolo e ci si sdraio sopra, tutto questo parlando al telefono con la madre, nel vedere mi posizionai fra le sue gambe presi le sue grandi labbra e le allargai appena lo feci tutti i suoi umori colarono sino al piccolo forellino del culo, inizia a baciarle la sua piccola amica, il sapore che mi ritrovai in bocca fu sublime, un dolce amaro mischiato, inizia a passarle la lingua sulle grandi labbra, facendo tanti piccoli movimenti, poi mi spostai poi sulle sue meravigliose piccole labbra continuando a fare movimenti lenti e circolari per poterla esplorare il più possibile, tutto questo era incorniciato da lei che cercava il più possibile di trattenere i mugolii di piacere che le stavo facendo provare.
Dopo alcuni minuti di questa dolce tortura decisi di vedere fin dove voleva spingersi, così iniziai lentamente a muovere il mio dito prima sulle sue grandi labbra poi sulle piccole ed in fine iniziai a penetrarla, lei sempre lì a nascondere alla madre ciò che stavamo facendo, ci riusciva molto bene, allora decisi di farle scoppiare la copertura, mentre la penetravo con il dito che ormai erano diventate due, andai alla ricerca con la lingua del piccolo clitoride, appena lo trovai, lo presi subito fra le labbra ed iniziai la lenta tortura dedicata alle sue labbra, ma aggiungendo anche dei piccoli morsi, anche in questa situazione lei riusciva a trattenersi.
Finalmente la telefonata finì, appena mise giù il telefono emise un lunghissimo quanto deciso, mugolio di piacere, quasi a voler compensare tutti quelli che aveva dovuto trattenere durante la telefonata, appena sentii il suo mugolio ripresi a baciarla, leccarla e penetrarla ancora ma con più decisione, sentendo tutte queste nuove sensazione salirle dal basso, esplose in un enorme orgasmo venendo copiosamente, ebbi cosi la possibilità di bere tutto quel nettare che lei sgorgava quasi fossi un assetato nel deserto.
Restò un attimo ferma sul tavolo per recuperare le energie, poi si alzo e iniziammo a baciarci cosi facendo lei riuscì a sentire il suo sapore provenire dalle mie labbra, ci staccammo, e di comune accordo e decidemmo che era l’ora di avviarmi verso casa, speranzoso che quella appena passata non sarebbe rimasta la sola avventura con lei, speranza che fu resa reale dal saluto che mi diede sulla porta, puntualizzando che alla prossima volta sarei stato io a dover resistere alle sue torture.
Sceso da casa sua arrivato davanti al mio scooter fui assediato dai pensieri e dalle emozioni appena passate, ma più di tutte, mi si abbatté la consapevolezza di aver appena tradito la mia ragazza, cosa che non mi dispiacque molto.
Per commenti e critiche contattatemi pure grazie a tutti. be_retto@yahoo.it

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