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Drin, drin, drin

By 20 Giugno 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Drin drin

Ma c’ ‘o stesso curtiello,
(c’ ‘a mano scellerata le tremmaie)
sceppanno ‘o core ‘a mamma,
nu dito se tagliaie…
E sapite sta mamma,
gente, che lle dicette?
Dicette: -Figlio, te si’ fatto male?-
E guardannele ‘o dito,
suspiranno, murette.

La musichetta non faceva proprio così come nel titolo. Era una salsa bella e buona quella che avevo scaricato nel cellulare per avvertirmi delle chiamate non risposte. Per la verità, si trattava solo del refrain, che la salsa intera l’avevo riservata alla chiamata in entrata.
Appena tornato nell’appartamento, ne visualizzai due: due chiamate non risposte.
Avrete già compreso che anche quel Motorola nuovo fiammante che mio padre mi aveva regalato spesso lo dimenticavo sul comodino, come quello precedente, e quello ancora prima.
Di starci attaccato con l’orecchio come tanti, proprio, non me ne poteva fottere che meno. Addirittura spesso non lo ricaricavo, mesate intere, che chi voleva chiamarmi, lo poteva benissimo fare a proprie spese.
Lo stesso numero: quello di papà. A distanza di un’ora l’una dall’altra. L’ultima, pochi minuti prima.
Fatto un istantaneo calcolo (cio&egrave sapendo che alla casa paterna sarei potuto andare solo la sera dopo, che questa non ne avevo voglia), optai per buttar via un po’ di quel po’ di credito che m’era residuato e, così, schiacciai col pollice il pulsantino verde.
“Ciao papà”.
“Marchino, scusa, scusami, esco ora dal notaio, mamma l’ho già avvertita’.”
“Dal notaio” ?
“Ma si, sai, il terreno limitrofo allo stabilimento’.”
“Ah’.!?”.
A quel punto, poiché avevo inserito la visualizzazione del credito, interruppi la conversazione. Avrebbe richiamato di nuovo lui e, difatti, due istanti dopo, richiamò.
” Si &egrave interrotta la conversazione”
“Già, ho visto !”
“Salgo !”
“Come sali ?”
“Ho parcheggiato l’auto !”
“Parcheggiato dove ?”
La conversazione si interruppe di nuovo, segno che il baluba, con il suo vecchio cellulare, aveva dei problemi di incompatibilità con il citofono.
Suono: din don dan.
“Papà ?”
“Dai, apri, che mi scappa una pisciata !”
Il sior, da qualche anno, aveva problemi pure con la prostata. Così, per lui, entrare e precipitarsi in bagno, fu un tutt’uno.
“Ah’.speriamo di farne un po”.!”
“Ma certo !”
Non ci crederete, ma rimasi alquanto indifferente quando lo vidi uscire dal cesso con, invece che il pisello in mano, le mutande di sua moglie.
“E queste ? Benonòn !”
Cazzo, vuoi vedere che il Carugati c’ha pure un cervello ?
” Tu c’hai qualcuna’. ? E dai’..a me lo puoi dire. Ti capisco io, ma insomma’ &egrave per la mamma. Se le trovava lei, che figura ci facevi, poveretta’. ?”
Un trenta secondi di riflessione profonda, che al genitore non sfuggirono.
“L’hai voluto rinnovare eh’ e l’hai fatto zitto zitto’..cos’&egrave, laureata, una collega’ ?
“Dai papà’così’.!?”
“Senti !”
“Si ?”
“Insomma’..adesso che sei grande’..si’.non te l’avrei mai chiesto prima se non avessi visto’..le mutande’. dico’..”, e papà le alzò in aria sventolandole qua e là come fosse la prima volta che le vedevo, ” insomma’..non &egrave che me lo lasceresti per un’ora ?”
“Per farci ?”
“Ma dai su”!”
“Devo andare a’.una pizza ?”
“Ecco’.bravo’..!”
D’altra parte, pagava lui.
Sarebbe stato molto peggio se m’avesse chiesto quanto pagavo d’affitto, pensai.
“Che non diventi, però’.!”
“Ecco, i figli’.non capite’..eppure’.tra noi maschi’.!
“Un’ora, non di più che devo’..stu’.!”
“Ecco, bravo !”
Papà m’aveva già aperto il portoncino; se ne stava lì attaccato al battente con un sorrisino che mai e poi mai gli avevo visto.
Passandogli ad occhi dritti davanti gli strappai di mano le mutandine di Rosetta, cacciandole prontamente in tasca, non si sa mai.
La risposta sua al mio orgoglio ferito fu,:- diglielo, diglielo al “putanòn” lì nella Merzedes, sesto piano, corridoio a sinistra, ultima porta in fondo !

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