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Racconti Erotici

Egitto

By 30 Giugno 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Il loro mondo stava per finire, almeno quello che loro consideravano essere il loro mondo. La loro tranquillità fu minata dalla imminente guerra che il faraone Tutamon II° dichiarò agli eterni nemici.

Aret è uno dei generali del faraone, forse il migliore di tutti i quindici generali del faraone, la sua esperienza di guerra era lunga anni e la sua fama correva più delle acque del Nilo.

Ma la sua esperienza non è famosa solo per le sue gesta sul campo di battaglia ma anche per la sua divina arte amatoria. Si narra che fosse stato benedetto della dea Hathor alla nascita per procreare una stirpe di guerrieri e amanti straordinari, e in effetti Aret aveva una folta schiera di donne “ufficiali” e “non” con cui poter tenere alto il proprio nome.

Ma l’unica donna che amava veramente è Samia, una splendida nubiana che conobbe durante la campagna di conquista di quella terra e di cui si era innamorato perdutamente, una donna di rara bellezza, la pelle nera come l’ebano sempre cosparsa di profumi inebrianti, un corpo longilineo, alta un metro e ottanta, quasi come lui che invece sfiorava i due metri, le gambe tornite, un sedere da favola, un seno sodo anche se non molto grande e un sorriso che avrebbe incantato qualsiasi serpente del deserto.

Quella notte Aret volle possedere la sua donna come mai ebbe fatto, il ricordo di quella notte doveva restare con lei per tutta la durata della guerra.

Arrivato nella loro casa sul Nilo prima che Samia, rientrasse dal giro di saluti al suo villaggio, preparò il loro nido d’amore con candele profumate, incensi e la luce di due bracieri al centro della stanza. Poi attese vestito solo di una pelle che copriva le sue intimità. Lei rientrò un’ora più tardi e cominciò a chiamare a gran voce il suo amato:

S: Aret sei a casa?

A: Vieni in camera piccola!

Samia si diresse verso la camera da letto che è al primo piano della loro casa e subito fu colpita da una ventata di profumi tanto intensi quanto intriganti, aprendo leggermente la porta della camera con una mano, una profonda sensazione erotica si impadronì del suo corpo, lo sguardo cadde subito sul corpo del guerriero che oliato con balsami profumati risplendeva alla luce dei bracieri, sembrava il dio Horus in persona.

Aret fece cenno con una mano di avvicinarsi e Samia con una passo felino si avvicinò al letto, la strinse fra le braccia e le diede un bacio tanto profondo quanto inteso che durò qualche minuto. La fece accomodare sul letto e iniziò a farle scendere dalle spalle la sottile tunica di lino che la donna era solita portare, quando questa arrivò sui fianchi della donna iniziò a baciarle il collo mentre le sue mani palpeggiavano con sempre maggiore vigore i seni nerissimi e a tintinnare gli ormai turgidi capezzoli. I gemiti di piacere di Samia iniziavano a salire mentre Aret proseguiva con le mani sul suo corpo, la fece alzare e le tolse la tunica dai piedi e rimase un attimo ad osservare quello splendido corpo che riluceva davanti ai bracieri. Lei non poté fare a meno di far cadere lo sguardo sul pene del suo uomo e notò la notevole erezione, allora si inginocchio davanti a lui, slacciò la cordicella che teneva unita la pelle che lo copriva e il membro si eresse in tutta la sua lunghezza, toccò la punta con le sue dita affusolate e una volta scoperto il glande rosso fuoco iniziò a dare lunghe leccate partendo dalla base. I sospiri di Aret si fecero più intensi man mano che Samia aumentava l’ intensità del pompino, sapeva benissimo come farlo godere, alternava leccate sulle palle a profonde succhiate sul membro ormai al massimo della sua durezza. Aret guardava quella bocca scendere talmente a fondo da farlo scomparire completamente e si lasciò andare a gemiti sempre più gutturali incitandola a succhiarlo più intensamente, Samia non se lo fece ripetere due volte. Ormai era prossimo all’orgasmo, e come era solito fare si alzò di fronte alla nubiana e prese in mano il suo cazzo, iniziò una furiosa sega finché eruttò quattro, cinque schizzi di sperma che finirono in parte sul viso e sul seno di Samia che come una serva fedele aspettava con gli occhi e la bocca spalancati.

Aret deterse il viso della sua donna con un dito e glielo pose sulla labbra, lei lecco ogni goccia di sperma fino a pulirsi completamente, a quel punto Aret disse:

A: Ora piccola mia tocca a me renderti la donna più felice del basso e dell’alto Egitto!

S: Fammi godere amore mio, fammi godere come non mai!!

La prese in braccio e la fece sdraiare sul letto, allargo le lunghe gambe e si distese accanto a lei, iniziò a succhiare i sui capezzoli eretti, con una mano palpeggiava il seno e con l’altra allargò le grandi labbra iniziando a cercare il clitoride che come un piccolo pene guizzò immediatamente, lo strizzò leggermente.

S: Oddio amore mio prendimi, non riesco a resisterti!

A: Pazienza mia cara, dalla tua micina sgorgano cascate più della diga di Abu Simbel e io prima voglio abbeverarmi.

Detto ciò mise il suo viso tra le sue cosce e iniziò a leccare gli umori di Samia che ormai era in preda a gridi di piacere man mano che la lingua si insinuava dentro di lei, sapeva benissimo come farla godere e infilò due dita ad uncino grattandole il punto g, a quel punto Samia non resistette più e venne con un urlo liberatorio inarcando la schiena e schiacciando il viso si Aret sul suo sesso.

Completamente in estasi Samia ordinò a Aret di scoparla, allora si sollevò sopra di lei e con un colpo secco la penetrò in un attimo da tanto che era ancora bagnata, prima con movimenti lenti poi sempre più rapidi. La nubiana lo incitava a scoparla sempre più forte e Aret aumentò il ritmo del suo bacino, completamente avvolti nel loro amplesso non importava a nessuno dei due far sentire le grida di piacere ai servi del palazzo, Samia venne innumerevoli volte senza più avere cognizione di se. Aret la sollevò, si sdraiò sotto di lei e la fece impalare sul suo obelisco di carne ancora eretto e gonfio di piacere, Samia con un gemito lunghissimo si sedette sopra di lui cavalcandolo disegnando un otto con il bacino, lui stringeva i piccoli seni incitandola a cavalcarlo più velocemente. Samia in preda all’estasi del sesso lo graffiava sul petto, scese dal cazzo di Aret, si girò a quattro zampe e lo incitò:

S: Adesso scopi questo bel culetto!!

A: Ai suoi ordini mia regina.

Aret corse in bagno a prendere un unguento utile per il suo scopo, si mise dietro Samia e cosparse il buchino con abbondante olio e così fece sul suo pene. Appoggio la cappella e con un leggero colpetto la penetrò, non fu un problema perché quella pratica fu proprio Samia ad insegnargliela.

La nubiana gemette di piacere:

S: AAAHHH…..così amore mio, ora sfondamelo!!

Aret con in secco colpo di reni la penetrò facendo schioccare le sue palle sui glutei e un urlo soffocato di Samia lo eccitò ancora di più. Inizio a pomparla con forza tenendola prima per i fianchi e poi stuzzicandole il clitoride, cavalcò con un ritmo forsennato e facendo venire Samia altre due volte.

S: Riempimi amore mio, dammi il tuo nettare divino!!!

A: Eccomiiiii…..aaaaahhhhh…….

Numerosi fiotti di sperma riempirono gli intestini di Samia, il piacere la avvolse di nuovo e venne inaspettatamente.

Aret si accasciò di fianco a lei e la baciò dolcemente sulle labbra, si abbracciarono, le sussurrò:

S: Ti amo mio principe.

A: Ti amo anche io mai regina.

E nudi si addormentarono in un sonno ristoratore.

Il primo a svegliarsi fu Aret, il sole sorgeva in lontananza sul Nilo e la luce entrava soffusa dalle tende. Usci piano piano dalla stanza e chiamo e trovò i servi che stavano rassettando il palazzo, ordinò che gli fosse servita una sostanziosa colazione nella camera da letto, i servi appena si girò sorrisero tra di loro sapendo benissimo cosa era successo la notte precedente.
Rientrò in camera e trovò Samia seduta ancora nuda sulla grossa poltrona ai piedi del letto, con lo sguardo ancora un po’ assonnato sorrise ad Aret e e lo invitò ad avvicinarsi. Appena fu di fronte a lei il pene di Aret ebbe un sussulto e tutta compiaciuta disse:
S: Ma guarda un po’ come siamo allegri di prima mattina…
A: Piccola mia, sei talmente bella che è difficile resisterti.
Samia avvicinò il viso al pene mezzo eretto e lo fissò muovendo la testa di lato.
S: Certo che è bello lungo, come farò senza di te per così tanto tempo??!!
A: Approfittane subito per fare un po’ di scorta allora.
La giovane nubiana lo bacio sulla punta e subito divenne duro come il marmo, diede una lunga leccata facendolo sobbalzare davanti ai suoi occhi. Lo prese in bocca, fino in gola facendo grugnire Aret, lo tolse con uno schiocco da risucchio, poi di nuovo affondò la bocca succhiando voracemente, sempre più veloce muoveva la testa avanti ed indietro.
A: Come farò a non avere questo piacere tutte le mattine?
S: Mmmmmhhhh…………..
A: Come, non ho capito amore mio.
S: Mmmmmhhhhhhh………..
A: Ho capito, dovrò chiedere a qualche schiava.
Samia dette un piccolo morso al glande.
A: Ahia!! Va bene, mi arrangerò pensando a te.
A quel punto fece alzare la donna, la fece sedere sul divano e le allargò oscenamente le lunghe gambe, si mise sopra di lei e con un colpo secco la penetrò, come immaginava era completamente bagnata.
S: Le tue schiavette non potranno mai farti godere come faccio io.
A: Penso proprio di no.
Iniziò a pomparla furiosamente, tenendo sollevate le caviglie la nubiana lo incitava a sfondarla.
S: Dai amore mio, fammi godere ancora una volta.
Samia entrò nell’estasi dell’orgasmo, i suoi seni fremevano mentre si tormentava i capezzoli durissimi.
A: Così amore mio, fammi godereeee……AAAAAHHHHH!!!!
Aret usci subito e mentre lei si contorceva venne copiosamente sulla pancia e i loro gemiti si unirono nel piacere.
I servi fuori dalla porta ridevano tra di loro immaginando la scena che si svolgeva all’interno. La porta si spalancò di colpo.
A: Beh, cosa fate?? Origliate il vostro signore? Dovrei punirvi tutti!!!!
Spaventatissimi i servi entrarono velocemente nella stanza, appoggiarono la frutta, il latte e il pane appena cotto sul grande tavolo e scapparono chiedendo perdono ad Aret che ordinò:
A: Andate a preparare i miei cavalli che devo partire subito!!
E con un sorriso li congedò.
A: Sono bravissimi ma un po’ troppo curiosi. Disse ridendo
S: Dai, non biasimarli, loro sognano una donna come me….
Diede un dolce bacio ad Aret e in un attimo divorarono la colazione.
Tutto era pronto, i suoi cavalli sellati, le guardie pronte alla partenza e nello splendore nella tua armatura da generale Aret svettava sulla biga. Samia lo guardava con gli occhi pieni di lacrime.
A: Non piangere piccola mia, tornerò presto, e tornerò vincitore.
S: Non dimenticarti di me e tieni alto il tuo onore.
Si salutarono con un bacio profondo e partì.
Il raduno delle truppe del faraone era previsto a Tebe che distava tre giorni di cavallo dal suo palazzo. Giunto vide nella piana appena fuori al città le tende già piantate dei generali arrivati prima di lui, radunate le sue truppe iniziarono i preparativi per organizzare il suo accampamento. Appena tutto fu pronto la sera fu convocato nella tenda del faraone per organizzare i piani di battaglia.
Tutamon II’ era un uomo enorme, il degno figlio di Ra, la sua regina era una donna di eccezionale bellezza, la sua schiera di mogli provenivano da ogni dove, da tutte le terre dell’Egitto e da tutti i luoghi conquistati durante il suo regno.
Terminata l’organizzazione delle strategie, venne servita una sontuosa cena e già tutti pregustavano cosa sarebbe successo dopo. Infatti il faraone era solito intrattenersi con i suoi generali e farsi allietare dalle sue innumerevoli mogli, questa pratica era assai gradita anche ad Aret, che tra l’altro era uno degli uomini più ambiti dalle mogli del faraone che ben conoscevano le sue doti di amatore.
Quando l’atmosfera era ebbra del vino che era stato abbondantemente servito, il faraone congedò tutta la servitù e fece convocare le mogli, si presentarono trenta donne di rara bellezza, vestite con tuniche dai colori sgargianti ma dal tessuto sottilissimo che facevano vedere ampiamente le loro forme, c’erano le egiziane, truccate con ombretti dai colori luminosi e con parrucche nero corvino, le nubiane dalle gambe lunghissime che profumavano intensamente, le donne del deserto dell’est con i loro orecchini luminosi ai lobi delle orecchie e note per averli anche sui capezzoli e sul clitoride. Il faraone disse:
T: Voi miei generali siete i figli dell’Egitto e so che mi renderete fiero di voi nella battaglia imminente, ma ora godete del frutto che queste donne sapranno darvi!!
Le donne silenziose e lente scesero tra i generali che intanto si erano adagiati su comodi cuscini e avevano già provveduto a togliersi dai vestiti restando solo in con le pelli che coprivano i membri già notevolmente eretti. Da Aret si presentarono due ragazze egizie che subito fecero scendere la tunica e si accovacciarono davanti a lui, erano splendide, non erano molto alte, ma la pelle era abbronzata, i seni di una delle due erano molto più grandi dell’altra, non stavano nella mano seppur grande di Aret, i sessi erano completamenti rasati e profumavano di fiori.
E: Cosa vuoi che facciamo per te, mio generale. Disse una della due
A: Piccoli fiori dell’Egitto, vorrei che vi baciaste per cominciare.
In un attimo le lingue delle due ragazze si avvolsero l’una sull’altra mentre si accarezzavano la schiena a vicenda, Aret resto qualche secondo a contemplare quell’esplorazione e poi si alzò, si tolse la pelle e mise il suo pene tra i due visi che si stavano ancora baciando, subito si staccarono e avvolsero le loro lingue sul duro cazzo di Aret e leccavano lentamente, scorrendo l’asta dalla base fino alla punta, una delle due si dedicò ai testicoli gonfi di sperma e l’altra succhiava il glande, i gemiti salivano nella sala, Aret alzò lo sguardo e si gustò la scena, ogni generale era occupato con due donne, c’era chi si baciava, chi leccava i corpi nudi, chi osservava le due donne che si davano piacere a vicenda, l’unico che per ora era impegnato in un forsennato amplesso era il faraone che dall’alto del suo trono era cavalcato dalla regina che montava su di lui dandogli le spalle, mentre una ragazza nubiana le succhiava i capezzoli, ma guardando meglio si accorse che il faraone stava penetrando il culo della regina e la mano della nubiana era infilata quasi del tutto nella vagina, e pensò che in effetti essere la regina del faraone aveva davvero dei notevoli privilegi e poter scopare un dio doveva darle parecchio piacere sentendo gli urli che emetteva. Distolse la mente da questi pensieri e torno dalle sue egiziane che nel frattempo stavano proseguendo nel loro accurato pompino.
Continua

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