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Fai tutto quello che vuoi

By 27 Agosto 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi presento alla reception dell’albergo concordato trenta minuti prima dell’incontro, come richiesto dalla persona che avevo contattato. Fornisco il nome di donna che lui stesso mi ha comunicato tramite mail. Non so perché lo sto facendo, un conto &egrave chattare di bdsm dietro ad un computer, un conto &egrave incontrare di persona chi sta dietro a quel computer. Scaccio i miei dubbi dalla testa e afferro le chiavi che il ragazzo dietro al bancone mi da. Ha un sorriso compiaciuto, come se sapesse esattamente che cosa mi aspetta dentro quella camera, e questo mi fa sprofondare dalla vergogna.
Prendo l’ascensore e mentre aspetto che mi porti al piano più alto osservo la mia figura: per lo meno non mi ha fatto vestire come una battona. Gonna da sopra al ginocchio nera e camicetta bianca. Scarpe tacco dodici nere e l’unica cosa che potesse in qualche modo ricordarmi che non andavo ad un colloquio di lavoro ma a farmi scopare da uno sconosciuto era il fatto che, come da istruzioni, non indossavo biancheria intima. L’unica cosa che non mi quadrava era il fatto che mi avesse fatto raccogliere i miei lunghi capelli neri un una coda di cavallo alta sulla testa.
Guardo sullo specchio i capezzoli che strusciano contro la camicetta e diventano duri mettendo in risalto le mie due belle tettone. Sono sempre stata orgogliosa della mia quinta di seno, anche se di conseguenza ho anche un sedere importante e un po’ di pancetta. Adoro però vedere come i ragazzi si fiondano ad affondare la faccia tra le mie due creature. Non riesco neanche a contare quante spagnole ho fatto e quanto sperma ho ricevuto sulla mia bella faccia.
Quello che sto per affrontare adesso, però, mi fa bagnare più di qualsiasi altra cosa abbia mai provato. Ho sempre frequentato le chat sadomaso fin da quando ho scoperto che il dolore fisico mi eccita e, se dato nel modo giusto, mi porta all’orgasmo. Fino ad ora i ragazzi che ho avuto, quando hanno scoperto questa mia indole un po’ sottomessa dal punto di vista sessuale, ne hanno approfittato per scoparmi magari in bocca con forza e trattarmi un po’ come una troia, ma nulla di più. A me piace ma non mi basta. Così ho iniziato a frequentare le chat dove improbabili master mi chiedono di fare le cose più strane, ma in realtà nessuno che fosse serio. Solo gente a caccia di foto di una fica slabbrata o di un oggetto nel culo.
Una sera, però, incontro questo tipo che non mi dice di fare nulla, non vuole foto e mi dice chiaramente che sta cercando una ragazza davvero masochista che gli conceda tutta sé stessa per soddisfare i suoi desideri. Due adulti consenzienti che davano sfogo alle loro perversioni insomma. Stanca di masturbarmi sui filmati porno che trovo in rete, decido di dargli il mio indirizzo mail e ci scriviamo un paio di mail giusto per conoscerci. Il mio errore, se posso chiamarlo errore, &egrave stato quello di scrivergli chiaramente ‘Mi faccio fare di tutto, a patto che non mi lasci danni permanenti o che non finisca in ospedale, tranne che essere usata come cesso. Per il resto il mio corpo &egrave a tua completa disposizione, anche dei tuoi amici, se ne hai voglia’.
Quando le porte dell’ascensore si aprono il cuore inizia a battere all’impazzata e mi sento bagnare talmente tanto che penso inizi a colare lungo le gambe. Entro nella stanza e inizio a seguire esattamente le istruzioni che mi ha dato via mail. Mi spoglio completamente e metto i vestiti ripiegati sulla poltrona. Mi avvicino al letto e mi accorgo che la stanza &egrave stata predisposta per l’occasione con due ulteriori cuscini sul letto, polsiere e cavigliere di cuoio sul comodino accanto a una maschera per coprire gli occhi e impedirmi di vedere.
Indosso cavigliere e polsiere e mi accorgo che hanno tutte un grosso anello di metallo cucito sopra, per attaccarci delle corde presumo. Mi sento bagnare ancora di più al solo pensiero. Inizio a disfare il letto lasciando solo il lenzuolo, posiziono i quattro cuscini impilati l’uno sull’altro al centro e mi ci distendo sopra a faccia in giù appoggiando solo il bacino sui cuscini. Mi copro col lenzuolo completamente, anche la testa, e indosso la maschera. Adesso &egrave il buio più completo. Adesso ho capito perché mi ha fatto mettere i cuscini sotto al bacino. In questa posizione il mio culo &egrave completamente esposto e quando divarico braccia e gambe a X come mi ha detto di fare, sento la mia fica e il mio culo a completa disposizione di chiunque entrerà in questa stanza.
Con il cuore che mi scoppia nel petto ascolto ogni rumore in attesa che qualcuno entri da quella porta e cambi la mia vita definitivamente. Dopo qualche minuto che a me &egrave sembrato un’eternità sento una porta aprirsi e richiudersi: &egrave dentro. La mia voglia di scappare &egrave tanta ma l’eccitazione la batte su tutta la linea così rimango ferma immobile quasi trattenendo il fiato.
Lui si prende tutto il tempo, fa le cose con calma, sento che appoggia una valigia a terra e comincia ad estrarre qualcosa. Alza il lenzuolo sul lato del mio piede sinistro, lega una corda all’anello poi fissa l’altra estremità al letto. Si assicura che sia ben ancorato in modo che non possa muovermi. Stessa identica cosa fa con il piede destro e le braccia. Sono completamente immobilizzata al letto e bagnata più di una cagna in calore e con il respiro corto.
Mi toglie finalmente il lenzuolo scoprendomi completamente. L’aria fredda mi fa rabbrividire. Prende dell’altro dalla valigia, sale sul letto e mi prende la coda di cavallo, vi fissa una cordicella. Mentre con una mano mi tiene la coda, con l’altra mi sfiora le natiche per poi avvicinarsi alla fica completamente bagnata. Ci passa un dito, lo bagna bene con gli umori poi si avvicina al buco del culo e lo bagna spingendo per entrare. &egrave stretto perché l’ho preso solo una volta lì dietro e molto tempo fa. Dopo un po’ di resistenza riesce ad entrare. Quando lo toglie ho quasi l’impressione di essermela fatta addosso ma la sensazione dura per poco infatti sento la cordicella strattonarmi i capelli e poi qualcosa di freddo premere sul mio buco. Se tiro la testa in avanti la cosa appoggiata al culo mi preme di più, capisco che &egrave un gancio che senza troppi preamboli mi infila e che all’altra estremità &egrave collegato ai miei capelli. Mi scappa un gridolino più per la sorpresa che per il dolore. Mi arriva uno schiaffo in pieno viso. Capisco che non devo neanche fiatare. Adesso oltre che alla fica e al culo, anche la mia bocca &egrave a sua disposizione con la testa alzata in quel modo e non ci impiega molto ad occuparla. Infatti sento premere qualcosa di duro sulle mie labbra, apro e un cazzo di gomma non tanto lungo ma ben largo mi viene infilato e poi con un a cinghia allacciato dietro la testa. Se avessi voluto gridare non avrei potuto. Questa situazione di essere in completa balia del mio aguzzino mi fa perdere completamente il lume della ragione, sono quasi all’orgasmo.
La prima scudisciata mi arriva sul sedere quando meno me l’aspetto. Mi lamento con un grido strozzato e subito arriva la seconda per ricordarmi che non devo parlare. L’uomo continua con una serie di frustate che mi sembra infinita prima sul sedere poi sull’interno coscia. Quando sembra che abbia finito lo sento passare con una mano sulla pelle arrossata, cosa che mi fa ancora più male.
Senza nessun preavviso mi infila due dita nella fica e inizia a palpare, come se mi stesse controllando, come se stesse comprando una vacca in un allevamento. Mentre con una mano mi esplora il primo buco con l’altra sfila il gancio dal culo e finalmente posso riappoggiare la testa sul materasso.
Si allontana. Ritorna dietro di me e sento qualcosa che preme nuovamente sul culo. Il buco &egrave stretto e fatica ad adattarsi ma quello che sta cercando di infilare ha davvero un diametro notevole e mi fa male nonostante sia lubrificato. Mi scappa un grido strozzato e subito uno schiaffo sulla natica arrossata mi fa scendere qualche lacrima. Continua a spingere molto lentamente, sembra che sia infinito quello che sta infilando. Quando me lo toglierà potrà praticamente infilarci una mano, &egrave un plug anale di tutto rispetto.
Mi slega dal letto, mi fa mettere in ginocchio e mentre stringo un po’ le gambe sento l’arnese che mi ha appena infilato che mi da fastidio ma al tempo stesso mi fa bagnare ancora di più, se mai fosse possibile. Dopo aver tolto i cuscini dal letto mi fa distendere con la pancia rivolta verso l’alto. Di nuovo mi lega le braccia al letto e le gambe, questa volta, le lega sopra la mia testa, oscenamente divaricate con la fica a sua completa disposizione. Lo sento appoggiare una striscia di una materiale che sembra carta o stoffa ai lati della fica e premere leggermente con la mano. Improvvisamente lo sento strappare via il materiale e un dolore osceno mi pervade. Mi sta facendo una ceretta, per questo ha voluto che non mi depilassi, ci sta pensando lui e non &egrave come andare dall’estetista: &egrave rude e di certo non sta usando nessuna precauzione per farmi meno male possibile, anzi. Dopo cinque o sei strappi in cui hanno cominciato a scendermi le lacrime finalmente smette ma questo non &egrave positivo per me. Infatti parte subito uno schiaffo di tutta forza sulla fica irritata. Fa male ma allo stesso tempo un formicolio di piacere tra le cosce mi fa sbrodolare come la peggiore delle troie. Un’altra decina di colpi ben piazzati mi fanno impazzire dal dolore e allo stesso tempo godere. Sento di essere vicinissima ad esplodere in un orgasmo ma lui se ne accorge e non me lo concede.
Mi toglie il plug anale di colpo, velocemente lasciandomi svuotata. Mi infila due dita nel culo e palpa come aveva fatto con la fica. Adesso ne ho la certezza: mi sta valutando, mettendo alla prova per vedere se sono davvero fatta per lui. Alla fine di questa giornata saprò se vorrà continuare con me o meno e mi ritrovo a pregare di essere di suo gradimento.
Una volta soddisfatto di quello che ha sentito mi infila di nuovo il plug spingendo velocemente, ritappando il buco come si fa con una bottiglia, nulla di più.
Lo sento slacciare le corde che trattengono le gambe e legarle di nuovo ai piedi del letto, sempre divaricate. Inizia così a palparmi i seni. Afferra i capezzoli tra due dita e li stringe forte, torcendoli e tirandoli. Il dolore &egrave così allucinante che mi sembra che me li stia staccando. Poi afferra i seni e li stringe tra le due mani fino a farmi gridare nonostante il cazzo finto che mi riempie la bocca. Mi arriva un altro ceffone in pieno viso e subito dopo una frustata sui seni. Le frustate si susseguono e le lacrime scendono ormai senza sosta sotto la maschera.
Si allontana dal letto e lo sento spostare la poltrona su cui ho appoggiato i vestiti la porta al centro della stanza. Mi slega e mi fa scendere dal letto, mi avvicina al retro della poltrona e mi fa coricare in avanti sullo schienale in modo da appoggiare le mani sui cuscini. Mi lega di nuovo le mani sul davanti e poi le due gambe ai piedini della poltrona in modo da rimanere divaricate. Si allontana e lo sento aprire la porta. Per un attimo ho paura che se ne vada. Cosa faccio se va via? Resto così finché una cameriera non entra e mi ritrova in queste condizioni? Arrossisco dalla vergogna al solo pensiero ma la mia paura dura poco. Un mormorio alle mie spalle mi fa capire che ci sono altre persone: non &egrave uscito, ha fatto entrare qualcuno. Il fatto di avere la mia fica a portata di tutti mi fa bagnare come una cagna.
Una persona si avvicina e mi infila due dita nella fica.
‘La troia &egrave una fontana. Cazzo, non ho mai sentito una più bagnata di questa puttana’ dice sditalinandomi tra le risatine generali.
Toglie le due dita, lo sento aprirsi i pantaloni e subito dopo appoggiarmi la cappella sull’apertura e spingere. Sono talmente bagnata che entra senza problemi. Il suo cazzo non &egrave enorme ma comunque me lo sento bene dentro. Lo spinge in fondo fino alle palle e poi inizia a scoparmi con foga. Un paio di colpi e sento il piacere dell’orgasmo farsi strada. Non posso fare niente per controllarmi e comincio a tremare di piacere.
‘La troia &egrave già venuta’ esclama dandomi due schiaffi sul sedere e facendomi quasi urlare dal male.
‘Muoviti, ci siamo anche noi, non possiamo stare qui a segarci tutto il giorno’ sento dire un altro.
L’uomo comincia a pompare di più senza preoccuparsi di togliersi quando viene riempiendomi la fica. Prima di togliersi mi piazza due schiaffi sul culo e poi si sfila lasciando posto al secondo che mi penetra senza troppi complimenti. Il fatto di non sapere quanti uomini ci siano che mi stanno scopando la fica riempiendomi del loro sperma mi fa letteralmente sbrodolare e sono già sul punto di avere un altro orgasmo.
Anche il secondo mi viene dentro, così come il terzo, il quarto e anche il quinto. Sono una specie di contenitore per svuotare i coglioni delle persone che ci sono in camera.
Ormai sono sfinita dai continui orgasmi quando il sesto appoggia la cappella alla fessura. &egrave enorme. Per quanto sia lubrificata quando spinge per entrare mi sento spaccare in due. Il fatto di avere poi il grosso plug infilato nel culo mi fa sentire completamente piena, quasi da farmi mancare il respiro. Spinge fino in fondo, fino a farmi sentire le palle a contatto con la mia pelle. Penso che una cosa del genere non possa starci dentro alla mia fica senza sfondarla. Tutto d’un tratto esce completamente per poi impalarmi brutalmente per la seconda volta. Lo ripete una terza e una quarta volta e io mi sento la fica completamente aperta. Quando inizia a pomparmi la foga &egrave talmente tanta che la poltrona si sposta in avanti. Quando mi viene dentro sento lo sperma colare dalla fica. Sono talmente piena che non riesco più a contenerlo. Quando si sfila mi sento come svuotata ma meno di un secondo sento un qualcosa di freddo che mi viene appoggiato e spinto dentro. &egrave abbastanza grosso da tappare e impedire che esca tutto dalla fica.
La porta dopo un po’ si riapre e la gente esce. L’uomo mi fa alzare e mi fa passare una corda in mezzo alle gambe che poi mi lega in vita in modo che i due cazzi di gomma infilati lì sotto non scappino. Poi prende due pinzette e me le stringe ai capezzoli fino a farmi male. Attacca una piccola cordicella alla pinza sinistra, la fa passare dietro il collo e la fissa alla pinza destra tirandola in modo che i due capezzoli siano ben tirati e verso l’alto.
Rimango immobile in quella posizione. Lo sento uscire dalla stanza e bussare una volta alla porta: &egrave il segnale che devo contare fino a sessanta poi posso togliermi la benda e avvicinarmi alle istruzioni sul comodino.
Passata quella che mi sembra un’eternità, stravolta mi tolgo la maschera e quando i miei occhi si sono abituati alla luce mi guardo attorno. I miei seni sono rossi come la pelle del pube. Immagino che anche il mio culo sia uguale se non peggio. Mi sento indolenzita e quando cammino verso il comodino le pinze ai capezzoli tirano facendomi male e lo stesso gli arnesi che ho infilati nei due buchi.
C’&egrave un solo foglio e una penna sul comodino assieme ai miei vestiti. Lo prendo e lo leggo.
‘Questo &egrave stato un test e l’hai superato, da parte mia c’&egrave la volontà di continuare ma solo alle mie condizioni:
– sarai a mia disposizione 24/7 vivendo nella mia villa di campagna.
– provvederò io al tuo mantenimento e tu non dovrai più avere contatti con il mondo esterno a meno che non sia io a deciderlo. Se uscirai sarai sempre e solo accompagnata da me.
– il tuo corpo sarà a mia completa disposizione, deciderò io come, dove e quando usarlo e a chi farlo usare. Potrai essere affittata, ceduta o venduta.
– se deciderò di venderti, tutte queste regole verranno trasferite al nuovo proprietario senza possibilità di modifica.
– verrai filmata e fotografata e venduta online sotto forma di video porno o come video allegati ad annunci di affitto. Dovrai compiacere ogni mia richiesta di fronte alla telecamera.
– smetterai di prendere qualsiasi tipo di anticoncezionale, verrai scopata senza preservativo e accetterai ogni eventuale gravidanza.
Se accetti di diventare una mia proprietà metti la firma ben leggibile qui sotto.’
Mentre da un lato mi chiedo se sono davvero pronta ad annullarmi in questo modo, la mia mano prende la penna e traccia una firma senza esitare un momento. Nel momento in cui lascio cadere la penna mi sento come se fossi finalmente libera anche se di fatto mi sto vendendo ad un uomo che mi userà come meglio vorrà.
Sui miei vestiti noto un altro bigliettino ci sono delle istruzioni.
‘Se hai accettato, vestiti con quello che c’&egrave sul comodino. Non togliere nessun plug (neanche quello in bocca) e nemmeno le cavigliere e le polsiere. Prendi l’ascensore e porta con te il contratto. Scendi al piano -5, troverai una sola macchina con il bagagliaio aperto. Infilatici dentro e rimetti la maschera sugli occhi.’
Come se fossi una bambola di pezza eseguo gli ordini. Prima di uscire sbircio per vedere se in corridoio ci sia qualcuno che potrebbe vedermi ridotta così. Quando sono sicura che non ci sia nessuno mi dirigo verso l’ascensore, entro, premo sul tasto -5 e aspetto che le porte si aprano. La cosa che più mi spaventa &egrave che non ho nessuna voglia di scappare, anzi, mi sento più libera di quanto non lo sia mai stata.
Le porte si aprono, il garage &egrave vuoto eccetto la macchina. Non c’&egrave nessuno in giro. Mi infilo nel bagagliaio e mi metto la maschera sugli occhi. Dopo qualche minuto sento dei passi, il contratto mi viene sfilato di mano, le braccia legate dietro la schiena e poi il bagagliaio si richiude. Quando la macchina si accende e prende vita il mio cuore comincia a correre all’impazzata. La macchina finalmente si ferma dopo ore di viaggio. L’ultimo tratto &egrave stato fatto su una strada sterrata perché sentivo i sobbalzi e le tette che hanno ancora i capezzoli stretti in una morsa mi hanno fatto male ad ogni buca o scossone della macchina. Il bagagliaio si apre e qualcuno mi prende per un braccio e mi aiuta a uscire. Cammino lungo un vialeto di ghiaia, sento un pesante portone aprirsi di fronte a me e qualcuno spingermi in una stanza fredda.
Le mani mi vengono slegate da dietro per poi essere alzate sopra la testa e legate in alto ad un’altezza che basta a farmi stare in piedi senza dover stare in punta di piedi. Mi viene tolta la maschera dagli occhi. Subito sono accecata ma quando mi abituo alla luce finalmente lo vedo. &egrave un uomo sulla cinquantina, con la testa completamente rasata, &egrave alto almeno un metro e novanta ed &egrave grosso ma non grasso. Indossa un completo e ha un’aria alquanto elegante, distinta e paurosamente severa e priva di emozioni. Accanto a lui un uomo un po’ più vecchio con addosso abiti da lavoro e un’aria alquanto disinteressata.
‘Non voglio che tu mi tratti da padrone, quindi niente stronzate come ‘sì padrone o sì signore’, sei un mio oggetto. Faccio quello che voglio con il tuo corpo che tu voglia o no e se ti rifiuterai per qualsiasi motivo di fare qualcosa, verrai punita a mio piacimento. Vedi tu se ti conviene seguire i miei ordini oppure no. Lo deciderai tu’ Mi dice mentre mi afferra il viso con una mano e me lo stringe. ‘Hai capito?’
Faccio cenno di sì con la testa. Lui molla la presa, si volta verso l’altro uomo e inizia a impartire gli ordini.
‘Lavala e preparala. Poi portala nella stanza e legala, io intanto mi cambio’ gli dice e poi se ne va.
L’uomo annuisce e come se fossi una bestia da macello inizia a strapparmi la camicetta senza preoccuparsi di sfilarla. Prende la pinza sul capezzolo destro e la strappa facendomi gridare, la stessa cosa fa con il capezzolo sinistro. Ora mi bruciano e pulsano come se stessero per esplodere e questo comincia a farmi bagnare di nuovo.
Mette le pinze in una vaschetta che ha lì accanto, poi passa al cazzo che ho in bocca che slaccia e me lo toglie. Ho la mandibola indolenzita e ci impiego qualche secondo e molti sforzi prima di riuscire a richiuderla.
Mi strappa la gonna e slaccia la corda che mi tiene i due plug che ho in culo e nella fica, poi li afferra e me li sfila facendo colare tutto quello che era rimasto dentro fino a quel momento. Mi afferra una caviglia e mi fa divaricare la gamba legandomi poi ad un gancio che si trova sul pavimento, stessa cosa con l’altra gamba. Ora sono appesa al soffitto con le gambe spalancate. Prende la gomma dell’acqua che si trova lì a terra e gira la ghiera che regola l’intensità del getto d’acqua e mi spara sulla pancia con uno spruzzo tale che mi fa male sulla pelle. &egrave, tra l’altro, gelida e mi scappa un grido. Lui per tutta risposta mi guarda con un ghigno compiaciuto e punta il getto sui capezzoli che subito reagiscono diventando duri e ricordandomi con dolori lancinanti che fino a poco tempo prima c’erano le pinze.
Quando si sente soddisfatto delle mie grida e lacrime passa a lavarmi come gli &egrave stato ordinato concentrandosi particolarmente di quello che mi cola tra le gambe. Finito di lavarmi, chiude l’acqua ed esce lasciandomi da sola al freddo. Dopo quella che mi sembra un’eternità torna, controlla che sia asciutta, mi slega gambe e braccia e, prendendomi per un braccio mi fa entrare da una porta a lato della stanza che si affaccia su un corridoio. Lo percorriamo fino a quasi in fondo poi apre una seconda porta e mi ritrovo di fronte una stanza che sembra un incrocio tra una sala torture e una sala operatoria. Sulla destra un bancone con una serie di strumenti medici mi fa rabbrividire. Mi fa salire in ginocchio su un bancone d’acciaio dando le spalle agli scaffali con i ferri.
‘Testa qui’ mi dice indicandomi con una mano dei tubi d’acciaio che attraversano il bancone.
La appoggio e subito me la blocca in modo che non possa muoverla in nessuna direzione. Mi prende per i capelli e me li fissa ad uno dei tubi in modo tale che la mia bocca sia facilmente accessibile. Noto che ormai &egrave consuetudine che tutti i miei orifizi debbano essere a disposizione. Immagino debba farci l’abitudine. I miei polsi vengono agganciati al tavolo in modo che possa sostenermi con le braccia ma che non possa muovermi da lì. Stessa cosa con le gambe: sono immobilizzata in una pecorina un po’ scomoda. Il tizio che mi sta preparando mi guarda, mi palpa le tette e mi pizzica i capezzoli facendomi rabbrividire.
‘Almeno con te abbiamo un po’ di carne da palpare, l’ultima era pelle e ossa’ mi dice dandomi uno schiaffo in volto.
Sento che mi sto già bagnando. Si volta e va verso un lavandino apre l’acqua e la lascia scorrere. Sento la porta alle mie spalle aprirsi e richiudersi e il mio cuore comincia a correre. L’uomo mi si avvicina alle spalle, mi infila un dito in fica poi lo toglie e me ne mette uno in culo per toglierlo quasi immediatamente. Si avvicina poi al lavandino di fronte a me con un secchio in mano, lo riempie. Noto che si &egrave cambiato, non &egrave più vestito in giacca e cravatta ma con un pantalone nero e e camicia. Quello che mi spaventa di più &egrave il grembiule di cerata da macellaio che indossa sopra i vestiti.
‘Questo &egrave il trattamento che riceverai ogni due giorni. Non voglio che cachi in giro quando ti inculeranno così ti becchi un clistere. Ogni volta che non farai quello che ti dico o che i miei amici non saranno soddisfatti, l’acqua sarà più fredda così griderai dai crampi che ti verranno’ mi dice con una calma irreale.
Le minacce e il tono freddo dell’uomo mi fanno alzare la temperatura tra le cosce. L’uomo si allontana e va verso gli scaffali, torna con una canula e una grossa siringa.
‘Oggi riceverai un trattamento speciale, ricordati che i crampi che sentirai saranno niente a confronto di quelli che ti farò provare quando sarai punita’ mi sussurra all’orecchio con un tono gelido.
Tra le cosce ho un lago. Mi infila la canula nel culo poi si mette di lato per potermi vedere in viso mentre inizia con il suo gioco. Vuole vedermi in faccia mentre mi contorco dal dolore. Riempie la grossa siringa con l’acqua del secchio e poi inizia a spingerla nel mio ventre lentamente. A differenza dei clisteri medici l’acqua del secchio &egrave fredda. Il dolore che provo mi fa quasi piangere e vedo la soddisfazione nei suoi occhi. Siringa dopo siringa il mio ventre si gonfia e i crampi dovuti all’acqua fredda mi fanno contorcere, anche se non posso più di tanto muovermi da quella posizione. Quando mi sfila la canula e mi infila un plug per non farmi uscire la quantità d’acqua il mio ventre &egrave gonfio quanto un piccolo cocomero. Non tanto da farmi esplodere le budella ma abbastanza da farmi male.
Si avvicina, mi palpa i seni con forza pizzicandomi i capezzoli, poi inizia a massaggiarmi con fare consapevole il ventre spostando l’acqua all’interno. Grido dal dolore. Va avanti così per una decina di minuti poi si allontana.
‘Divertiti pure quanto vuoi, chiamami quando hai finito’ dice all’uomo che mi ha legata e che &egrave rimasto in disparte tutto il tempo, poi esce dalla stanza.
L’uomo si avvicina, si mette di fronte a me e si toglie pantaloni e mutande. Il suo cazzo &egrave enorme anche se non &egrave ancora completamente eretto. Sicuramente uno dei requisiti per essere assunto non &egrave la gentilezza ma la dimensione dei genitali. Si toglie anche la maglietta e sale in ginocchio sul tavolo.
‘Leccami le palle, troia’ mi dice.
Non pensando più al male alla pancia inizio a leccare e succhiare i grossi testicoli. Il cazzo si ingrossa notevolmente e quando &egrave duro più del marmo scende dal tavolo e risale da dietro. Mi punta la cappella sulla fica grondante e con un colpo secco mi penetra. La dimensione del cazzo e la mia pancia piena d’acqua mi fanno gridare dal male. Quando inizia a pompare con foga i crampi al ventre mi fanno gridare e piangere ma allo stesso tempo sono eccitata da morire e vengo con un orgasmo possente. Lui se ne accorge, ride e afferrandomi la pancia me la massaggia mentre mi scopa la fica. Il dolore mi fa quasi svenire e non trattengo più le lacrime.
Improvvisamente si stacca scende dal tavolo risale davanti e mi punta la cappella piena dei miei umori sulla bocca e spinge per entrare. Mi scopa la bocca come mi ha scopato la fica, brutalmente. I colpi fanno ondeggiare la pancia piena d’acqua. Mi afferra i capezzoli, stringendoli e tirando. Viene dopo qualche minuto con un fiotto caldo in gola.
Quando ha finito si toglie lasciandomi con colate di sperma scendere agli angoli della bocca, si riveste e chiama il padrone.
L’uomo rientra e senza dire nulla mi stappa il plug dal culo.
‘Muoviti, butta fuori questa roba e non perdere tempo’ mi ordina.
Senza più resistere scarico tutto quello che avevo dentro mentre lui mi spinge la pancia per velocizzare la cosa. Poi esce di nuovo dalla stanza. L’altro uomo che si &egrave ormai risistemato mi pulisce con la gomma dell’acqua, mi slega facendomi scendere dal tavolo e poi mi fa infilare un paio di stivali neri in latice che arrivano fin sopra il ginocchio e con tacco dodici. Mi pulisce la faccia poi fa entrare una donna con una valigetta per il trucco in stanza. Mi guarda con poco interesse e comincia a truccarmi occhi e labbra. Dopo un quarto d’ora, con altrettanta indifferenza si alza ed esce dalla stanza. L’uomo mi fa uscire e mi accompagna, attraverso una serie di corridoi, in quella che sembra la casa principale, molto lussuosa e con arredamento che sembra antico. Mi fa entrare in una stanza e sedere su un divano di velluto rosa antico. Uno specchio di fronte a me riflette il trucco da battona che la donna mi ha dipinto in faccia. Sempre di fronte a me una telecamera su un cavalletto che mi punta.
Il mio aguzzino entra nella stanza seguito da quattro uomini nudi. Due bianchi e due di colore. I loro cazzi sono immensi e praticamente già in tiro. Ho la conferma che sceglie gli uomini con il cazzo più grande possibile. Si siede dietro la telecamera e mi sorride.
‘Adesso giriamo un bel filmino per la pubblicità. Quindi fai quello che ti dicono loro e non farmi pentire di averti portata qua, capito?’ Mi dice con fare compiaciuto. ‘Non mi serve una pornostar, fatti scopare e basta’ continua. ‘Adesso divarica quelle gambe e metti le mani dietro la schiena’ poi accende la telecamera.
Mi sento esposta e terribilmente eccitata e quando mi vede che sono già bagnata sorride compiaciuto. Uno dei due ragazzi di colore mi si avvicina da dietro. Mi spinge in avanti con forza e mi lega le mani dietro la schiena con un gancio agli anelli delle polsiere poi mi tira su di nuovo tirandomi per i capelli. Afferra con forza i capezzoli strizzandoli e tirandoli facendomi gridare. L’uomo dietro la telecamera sorride soddisfatto. Uno alla volta i ragazzi si uniscono al primo, mi fanno distendere sul divano e mentre uno si mette a cavalcioni sulla mia faccia e mi infila a forza il cazzo in bocca, gli altri cominciano a infilare le dita negli altri orifizi.
Il cazzo in bocca mi fa quasi soffocare. Ha dimensioni abnormi per i miei standard e la lunghezza &egrave quello che i crea più problemi. Quando, infatti, preme per entrare di più la mia lingua d’istinto chiude il passaggio. Questo sembra farlo andare ancora più su di giri, infatti, con un ghigno stampato in faccia inizia a premere finché non riesce a forzare la via verso la gola. Mi sento soffocare e inizio a dimenarmi dalla paura ma il suo peso sulla mia faccia e gli altri tre uomini che mi tengono non mi permettono di divincolarmi. Quando mi sembra di non riuscire più a resistere senza respirare si toglie quel tanto che basta per farmi respirare e poi ricacciarmi il cazzo in gola. Continua a scoparmi la bocca e intanto sento qualcuno infilarsi tra le mie gambe e iniziare a pomparmi la fica. Questo trattamento non dura molto perché gli altri due protestano per potermi usare.
I due che mi stanno chiavando si alzano poi, sempre afferrandomi per i capelli mi fanno alzare. Quello che mi scopava la bocca si distende sul divano, gli altri tre mi fanno salire su di lui per impalarmi la fica con il suo grosso cazzo. Mi sento riempire talmente tanto che quasi vengo prima ancora che inizi a pomparmi ma non ho il tempo di muovermi che uno si mette dietro di me e con forza mi preme sul culo. Non si ferma di fronte alle mie lamentele del fatto che mi fa male e lo spinge dentro lentamente fino alle palle. Per evitare che mi lamenti, l’altro ragazzo di colore che fino a poco prima mi stava palpando le tette, si mette davanti a me e mi infila il cazzo in bocca. Avendo le mani legate dietro la schiena non posso appoggiarmi e decidere quanto farlo entrare così inizia a premermi con la mano dietro la testa finché non arriva ad inserirlo fino alle palle. Il senso di soffocamento &egrave forte ma mi abituo perché mi scopa in maniera veloce e ho tempo di respirare tra una pompata e l’altra. Il quarto ragazzo approfitta delle mie mani legate per mettermi il cazzo in mano in modo che possa segarglielo.
Quello in bocca viene in fretta con un fiotto in gola che mi fa venire i conati di vomito. Gli altri due mi che mi scopano in figa e in culo vengono poco dopo riempiendomi gli altri due buchi. Quello in bocca mi prende la testa e preme il suo cazzo, ancora di notevoli dimensioni, fino in gola per gli ultimi schizzi in modo da dare il tempo a quello che si sta segando con la mia mano di mettersi davanti alla mia faccia e inondarmi di sperma il viso e i capelli.
Fino a quel momento non mi ero accorta che la telecamera non era più sul cavalletto ma che stava puntando a tutti i miei buchi peni di sperma soffermandosi per molti secondi sul mio viso sfatto con il trucco che cola dagli occhi e il rossetto che mi arriva fino alle guance.
‘Ok, potete andare’ dice l’uomo.
I ragazzi uno alla volta si sfilano lasciandomi grondante di sperma sul divano e se ne vanno dalla stanza. &egrave durato poco, il filmato serve solo a far vedere come vengo scopata, nulla di più.
L’uomo si siede accanto a me sul divano con il suo portatile.
‘Apri le gambe e guarda quanto sei troia’ mi dice indicando lo specchio di fronte a me.
Eseguo gli ordini e mi guardo. Lo sperma mi cola dai buchi e questo mi fa eccitare terribilmente. Avrei voglia di toccarmi e provare un altro orgasmo ma non posso perché ho ancora le mani legate dietro la schiena.
‘Guarda qua, sai che sito &egrave questo?’ Mi chiede.
Lo guardo e annuisco. &egrave un sito che conosco, uno di quelli dove le persone offrono il loro corpo. Ci sono arrivata una volta per caso e mi sono bagnata al solo pensiero. Alcuni si offrono da soli, altri sono i loro master a offrirli ma per tutti c’&egrave una descrizione dettagliata. Si può inserire cosa uno permette che gli sia fatto così chi vuole usufruire sa già chi scegliere. Corredati ci sono foto e video che anticipano le performance così ci si può fare un’idea più realistica rispetto alla semplice descrizione a parole. Quando poi una persona prenota una sessione può scegliere direttamente dal sito che cosa vuole fare, come se ordinassi i condimenti per la pizza dal sito per le consegne a domicilio. Ottimo se si vuole che tutto sia disponibile al momento dell’incontro.
Dentro alla mia pagina che ha creato ho come foto di profilo uno screenshot del video appena girato e che ha scaricato sul portatile. Ci sono io con le braccia dietro la schiena, il trucco da troia e le gambe aperte con la fica in bella vista. Due video sono già caricati, uno &egrave quello che ha girato nella camera d’albergo dove mi scopano legata alla poltrona e l’altro &egrave quello del mio clistere. Ora sta caricando quello appena girato. Le altre foto che si possono vedere sono tutte quelle prese dalla camera d’albergo dove sono legata al letto, compreso un primo piano del mio culo sfondato dal plug.
‘Allora, lo sai che una troia come te avrà tutte le opzioni disponibili tranne lo scat, vero?’ mi chiede sorridendo.
Dico di sì con la testa mentre mi sento il calore in mezzo alle gambe crescere. Selezionare tutte le opzioni significa due cose: che possono davvero dare libero sfogo alla fantasia e che sarò a disposizione di molte più persone con gusti anche completamente diversi. Devo aspettarmi qualsiasi cosa e questo mi eccita da morire.
‘Avrai modo di farti sfondare ogni buco come ogni cagna che si rispetti. Avrai talmente tanti cazzi che ti fotteranno che perderai il conto’ mi dice aggiornando il mio profilo e rimanendo a guardare le notifiche di contatti che dopo qualche minuto cominciano ad arrivare. Nel giro di una decina di minuti sono già venti.
Quando la porta si apre vedo entrare l’uomo che mi ha lavato che si avvicina.
‘Ripuliscila e portala in camera’ gli ordina.
Così vengo prelevata e accompagnata di sopra in una camera a dir poco che lussuosa con un letto matrimoniale e un bagno. Appena si richiude la porta alle spalle mi fa appoggiare sul letto mettendomi a novanta. Si slaccia i pantaloni e inizia a scoparmi la fica facendomi venire un paio di volte. Una volta finito mi fa togliere stivali e polsiere, mi infila in bagno e mi lava con il getto dell’acqua addosso. A quanto pare non posso farmi una normale doccia. Quando torniamo in camera un vassoio con un pasto abbondante &egrave stato posato sulla scrivania e l’uomo rimane a guardarmi mentre lo divoro. C’&egrave persino il dolce.
Quando esce dalla stanza con il vassoio in mano mi corico a letto sfinita e mi guardo un po’ attorno. Noto delle telecamere sul soffitto. Non sarò mai veramente da sola in questa casa, penso, e poi cado in un sonno profondo.

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