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Federica e Giulia

By 7 Aprile 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Il caldo era scoppiato tutto insieme e Giulia si era rifugiata a casa di Federica dove cerano sempre 20 gradi, sia d’inverno che d’estate, grazie ai condizionatori d’aria. Fuori tutto era già rinsecchito e non tirava un’alito di vento e le due ragazze se ne stavano stese sul letto della padrona di casa a fare i compiti, o meglio: Giulia faceva i compiti e Federica li copiava.

Federica era molto formosa e le sue curve erano spuntate tutte insieme, proprio come il caldo quell’estate: portava una quarta di reggiseno e aveva un sedere splendido, alto e sodo, scolpito dai lunghi allenamenti di pallavolo. I suoi capelli erano lunghi e mossi, del colore splendido del grano. Gli occhi poi erano una poesia e sembravano due zaffiri blu e il visetto sembrava ancora quello di una ragazzina. Era estroversa e simpatica, brava negli sport e tutti la ritenevano un’ottima amica ma, visto che tutti i ragazzi della compagnia la vedevano più come una sorella che come una ragazza purtroppo non riusciva mai a trovare qualcuno che la volesse.

Giulia invece era l’esatto opposto: magra e poco atletica, praticamente piatta e solo il suo sedere era piacevolmente grazioso, piccolo e sodo, tutto da pizzicare. I capelli li portava corti, come un ragazzo ed erano scuri, quasi neri. Gli occhi erano grandi e dolci di un marrone cioccolato intenso. A differenza di Federica era timidissima tanto che quando parlava con le persone abbassava lo sguardo e non incrociava mai i loro occhi. Si vergognava moltissimo del suo corpo tanto che quando c’era da cambiarsi dopo l’ora di Educazione Fisica si chiudeva in bagno.

Le due ragazze erano anime profondamente diverse ma affini e, l’estro di Federica compensava la timidezza di Giulia mentre la gentilezza di Giulia addolciva di molto Federica. Tutti in compagnia gli volevano bene ma, proprio perché erano le più piccole e le più coccolate, non riuscivano mai a trovare uno straccio di ragazzo.

<< Sai ho trovato una cosa assurda mentre cercavo un reggiseno nel cassetto di mia madre >> disse ad un tratto Federica, rotolando sul letto a due piazze della sua stanza fino a mettersi a pancia in su << non credevo che le piacessero certi giocattoli >>

Giulia arrossì violentemente:  << Ma scusa come ti salta in mente di rovistare nella roba di tua madre e poi che genere di giocattolo puoi aver trovato? >> era chiaramente molto imbarazzata ma, come al solido Federica, si divertiva ad osare e quindi rispose allegramente:

<< Un vibratore e anche bello grosso. Non credevo che ci fosse in casa, avrei sperimentato subito. Ho letto su internet che farlo con quelli è anche più piacevole che farlo con un ragazzo >> intanto guardava di sottecchi Giulia per vedere la sua reazione. Giulia in tutta risposta strinse le gambe e, arrossendo ancora più violentemente, disse:

<< Io non penso che tua madre sarebbe felice di sapere dici certe cose. Probabilmente lo userà quando tuo padre è via.. >> tornò a guardare il libro di storia, una noiosissima guerra che sarebbe sicuramente capitata all’esame di maturità che si avvicinava ormai <>

 

<< Ma scusa non sei curiosa di vederlo? Io ieri non credevo ai miei occhi. Su molla lì quel libro e vieni con me>> e detto questo saltò giù dal letto e uscì dalla stanza con Giulia alle calcagna << non dire assurdità, Federica! Non possiamo rovistare nei cassetti di tua madre. Lascia perdere >>

 

Nonostante le proteste della sua amica, Federica non demordeva: si infilò nella stanza dei genitori che erano fuori a lavoro e andò dritta al comò ai piedi del letto. Aperto il primo cassetto scostò dei reggiseni estremamente capienti e nascosto sul fondo ritrovò quello che cercava: un grosso vibratore in lattice, di color rosa acceso, con le parti anatomiche ben descritte e impresse sulla plastica e un piccolo stimolatore per il clitoride.

<< Eccolo, che ti avevo detto, non è stranissimo? >> chiese sventolandolo in faccia a Giulia l’asta di plastica << e poi profuma di sapone, penso che mia madre lo lavi tutte le volte che lo usa, annusa. >> e prepotentemente mise sotto al naso dell’amica l’oggetto sconosciuto invitandola ad annusare. Giulia in tutta risposta arrossì ma annusò << si è vero, sa di sapone ma ora rimettilo via, se rientra tuo fratello se ne accorgerà >>.

 

Federica si strinse nelle spalle e, in silenzio, richiuse il cassetto senza riporre però il vibratore che portò con se quando uscì dalla camera. << beh dai torniamo in camera, ci chiudiamo dentro così Marco non verrà a rompere >>.

 

Le due ragazze tornarono nella stanza, Federica stringeva nella destra il vibratore e non appena chiusa la porta domandò a Giulia << secondo te questo a che serve? >> indicando lo stimolatore per il clitoride e Giulia, vergognosa si strinse nelle spalle. Federica sbuffò borbottando << su piantala di essere così imbarazzata siamo io e te, lo sai che non c’è da preoccuparsi >> e con la mano libera diede un buffetto sui capelli dell’amica per poi andarsi a sedere sul letto e aggiungere sogghignando << come se non sapessi poi che sei una porcellina che si masturba tutte le sere >>

<< Federica! >> esclamò Giulia arrossendo << lo sai che mi vergogno quando dici così.. >>

<< si ma vorrai mica negare? Lo sai che non si dicono le bugie >>

<< No non nego ma.. >>

<< E allora perché tutto questo imbarazzo? Vieni a sederti qui. Ieri ho visto una cosa su internet che mi ha lasciato strane idee in testa >>

<< Che idee? >> chiese dubbiosa Giulia avvicinandosi e sedendosi accanto a Federica. Il viso si era arrossato e i capezzoli spuntavano dalla maglietta di cotone

<< beh ieri sera ero al pc quando ho trovato un sito molto particolare. Spiegavano come dare piacere a una ragazza e c’erano tante dimostrazioni pratiche.. >>

<< Non ti sarai mica messa in tes.. >>

Troppo tardi. Federica le era saltata addosso. Le sue  labbra premevano contro quelle dell’amica mentre le sue braccia la tenevano stretta. Erano entrambe inesperte e cominciarono a baciarsi piano, come avevano visto fare nei film. Giulia era molto imbarazzata e tentava di sottrarsi ai baci ma quando le labbra di Federica le sfiorarono il collo e l’orecchio senti come se la sua figa andasse in fiamme e la voglia che la prendeva tutte le sere tornò a farsi sentire.

<< Fede ti prego.. >> ansimò, annaspando mentre le sue braccia si muovevano a cercare di allontanare debolmente l’amica che però non smetteva di torturarle il collo con lente lappate. Federica la spinse giù facendola stendere e si insinuò con la propria gamba destra tra quelle di lei, spingendo delicatamente. Ancora un’onda di piacere la invase quando il clitoride umido sfregò contro le mutandine e mentre la lingua di Federica si insinuava dolcemente tra le sue labbra. A quel punto non potè non ricambiare e iniziò a giocare anche lei con la lingua, imitando ciò che le aveva fatto qualche momento prima l’amica: sentiva le grosse tette di Federica sfregare sui suoi capezzoli induriti e questo le procurava un piacere estremo ma ad un tratto l’amica si bloccò e si allontanò sorridendo.

<< Lo sapevo che dentro eri una troietta >>

Giulia non riuscì a non arrossire osservando Federica che la sovrastava ridacchiando. L’amica si riabbasso puntando al suo orecchio. Ancora prima che le labbra lo toccassero Giulia aveva cominciato di nuovo ad ansimare ma non arrivò ciò che sperava. Solo un sussurro di Federica:

 

<< Cosa sei disposta a fare perché io ti regali quest’orgasmo >>

 

Giulia non riusciva più a pensare, sentiva solo la gamba di Federica che le massaggiava la figa ormai ridotta ad un lago e le sue enormi tette che le si strofinavano ovunque. Federica ricominciò a leccarle l’orecchio piano, stuzzicandola, portando la mano a giocare con l’orlo della maglietta di Giulia.

 

<< Dimmi che farai tutto quello che voglio, dimmi che sarai la mia schiavetta >>

 

Giulia riusciva solo a pensare alla mano di Federica che si insinuava sotto la sua maglietta e raggiungeva finalmente il capezzolo e iniziava a strizzarlo delicatamente.

 

<< Tutto.. tutto quello che vuoi. Sarò la tua schiavetta >>

 

Riuscì ad articolare faticosamente mentre sentiva la lingua di Federica lasciare il collo e raggiungere il suo capezzolo che era rimasto in bella mostra. Ad un tratto un morso leggero le fece inarcare la schiena e sentì Federica darle il primo ordine, primo di una lunga serie.

 

<< Da oggi quando saremo sole tu dovrai stare sempre nuda e chiamarmi padrona >>

 

E così cominciò la storia di Giulia e della sua Padroncina Federica.

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