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Forica 1 -11 L’amore fuori casa

By 4 Marzo 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Il tempo passava ed ero sempre più preso da Forica.
Purtroppo non potevamo fare l’amore nelle nostre case per la presenza di altre persone che ce lo impedivano.
Allora la mia auto si era trasformata in un’alcova e mentre guidavo facevo i percorsi più strampalati per capire dove potevamo appartarci nella nostra intimità.
Uno di questi era una pineta al mare non lontano dalla città.
In una piazzola che mi sembrava riservata, illuminata solo dalla luna, non visibile da altre parti. Era già primavera e l’aria era tiepida quindi i finestrini abbassati ci davano la sensazione di essere all’aperto nel bel mezzo della pineta.
La piazzola era situata tra una strada non molto trafficata e lo stagno adiacente.
Li ci siamo fermati per fare l’amore.
Se si fosse avvicinato qualcuno avremo avuto il tempo di coprirci ed andare via.
Lei era vestita con una gonna blu in tessuto leggero a righe ed era plissettata lunga fino al ginocchio, maglione di lana d’angora che lasciava vedere a chi la osservasse un bel seno. Scarpe non tanto alte e calze scure velate autoreggenti con una balza ricamata finemente di 10 centimetri circa. Toccare le calze faceva venire i brividi.
– Questo posto è bello, mi piace. Mi da tranquillità e serenità. Non ti pare?
– Concordo. Vedi, qui, dato che c’è da una parte lo stagno e dall’altra la strada dietro i cespugli e gli alberi, l’auto non si vede e penso che nessuno penserà che ci sia qualcuno. L’ho visto i giorni scorsi passando lungo la strada. Ho visto un’auto che usciva e poi sono andato a fare un’ispezione.
La nostra serata inizia così.

Tiro indietro il sedile dell’auto, ribalto il mio sedile e quello di Forica. Rimaniamo io in camicia e lei con le calze la mutandina ma con il maglione. La gonna era arrotolata per farmi vedere le mutandine. Ad una prima osservazione sembravano quelle di una collegiale.
Ho infilato le mani sotto il maglione di lana ed ho trovato due capezzoli duri e scuri che aspettavano d’essere succhiati. Le labbra della bocca truccate con un rossetto rosa intenso ed i capelli fin sulla spalla.
Erano due settimane che non ci vedevamo ma ci sentivamo al telefono con le solite seghe e ditalini. Il dialogo tra di noi non è mai mancato.
– Sono preoccupata perché mio padre sta poco bene e devo accudirlo in tutto e per tutto. Mio fratello, poi, non fa niente. Non mi aiuta e devo fare tutto senza che lui mi aiuti. Quanto lui è figlio altrettanto sono figlia.
– Perché non ti rifiuti e fai fare qualcosa anche a lui?
– Se lascio fare a lui trovo la casa che è ridotta ad un casino. Uffa!
– Perché non ci sposiamo? Propongo.
– Mah! Non mi sento pronta. Mi sembra che tra di noi ci sia ancora qualcosa da scoprire. Tu hai sempre da fare ed io altrettanto e poi’.!!
– Poi che?
Forica non risponde. Volta il viso dall’altra parte ma mi abbraccia e mi vuole stretto a lei come a coprirla.
Mi solleva la camicia sulle spalle, mi allargo la cintola dei pantaloni e mi accarezza piacevolmente andando dalla parte bassa della schiena fino al collo. Le sue mani sembrava avessero il velluto sui polpastrelli. I baci sono profondi. La lingua entra nella mia bocca ed io succhio le sue labbra e assaporo la lingua.
L’effetto è straordinario. La mia erezione è notevole. Non sto più negli slip. Se ne accorge e lo libera.
Guarda il mio sesso alla luce della Luna e lo accarezza da ogni parte. I miei sensi sono accecati dalle sue carezze.
Riesco ad allungare una mano e le accarezzo le gambe. La pelle liscia come la seta. Le passo la mano sulla parte interna e sussulta per il piacere. I miei polpastrelli volano dalle caviglie fino al collo. Forica continua a giocare con il mio cazzo duro. Lo bacia. Lo lecca e passa su e giù con le dita sul prepuzio rendendolo grosso e duro più di prima.
Sono sensazioni splendide di una piacere speciale che non avevo fino quel momento provato.
Ogni passaggio è una scarica di adrenalina. Il gioco lo fa solo sul prepuzio.
Ora il cazzo è lucido per la sua saliva
– Mi piace vederlo grosso e turgido. Sta per scoppiare. Ho gustato il liquido seminale e debbo dirti che è buono.
Lei mi vuole tra le gambe, le apre, si solleva la gonna.
Vedo dei collant aperti davanti. La figa è nuda, poco pelosa e già bagnata.
– Togliti i pantaloni.
Eseguo l’ordine con qualche difficoltà visto che siamo in auto e lo spazio non è ampio.
– Quand’è che torniamo sul tuo lettone?
– Non so. non dipende da me.
– Da chi dipende?
– Da mio padre e mio fratello che vogliono stare al caldo in città. Quindi, amore mio, dovremo arrangiarci. Perché le prossime volte non andiamo a casa tua?
– Si può fare di notte dopo le 10.
Allunga la lingua che aspiro nella mia bocca.
Il cazzo nello stesso momento entra nella sua figa.
– ahhh! Che bello! Sono di nuovo piena di te! spingilo in fondo.
Mi agito e la stantuffo. Si agita e ansima.
Poi si ferma.
– Ho un idea. Mettiti sotto, io mi metto sopra.
Mi sale sopra, si infilza sollevando il busto e spingendo le mammelle all’infuori. I capezzoli sono dritti e duri.
Apre le gambe al massimo. Si muove ed il cazzo entra e sento l’utero. Sono tutto dentro di lei.
– ooohhh! Ti seeentoooo! E’ bellissimo, mi stai sfondando, continua voglio essere aperta.
– Ti sto guardando, mi sto guardando. Sono arrapata.
– Anche io, amore, mi stai eccitando tanto. Prendilo tutto, goditelo, è tutto tuo. Voglio sentire la tua figa muoversi quando vieni.
Rimane vestita solo con la mutandina e le calze.
– Scopami. Ti sto montando. Sto montando il maschio’.. il mio amore. Ti voglio dare tutto di me.
Si solleva e si abbassa sul cazzo facendolo arrivare sino all’imboccatura della figa e poi se lo rimette dentro fino in fondo.
Le mammelle oscillano ed i capezzoli duri sono uno spettacolo della natura.
Mette dietro la nuca le sue braccia, mi guarda, guarda fuori dai vetri e le chiedo
– Ti andrebbe di farlo fuori di qui?
– Non oggi. Ora sono sopra di te e voglio continuare così.
Dammene ancora. E’ cosi grosso e duro!
Vederla godere così tanto è bellissimo.
La guardo. Il suo corpo nudo con solo
Ancora pochi minuti e viene con un urlo a bocca aperta che si deve essere sentito lontano. La guardo, mi eccita al massimo e le vengo dentro proprio sull’imboccatura dell’utero.
Mi chiedo se questa volta finalmente l’ho inseminata.
Lei non dice niente. Passa la mano sulla figa e raccoglie ciò che cola per portarselo in bocca facendolo assaggiare anche a me. Devo dire che è buono anche il mio sperma. Lo trovo gustoso.
Si rimette il cazzo nella figa e si stende su di me.
Parliamo d’amore per circa un’ora e poi torniamo a casa.

Qualche settimana dopo mi dice
– Andiamo in pineta, nella piazzola vicino alla strada?
– Vuoi andare li?
– Si, ti prego.
In cuor mio il fatto d’andare li mi dava un sottile piacere. Lei non parlava ed aspettava solo che ci arrivassimo.
Fermo l’auto, mi sposto sul sedile di destra.
Lei è sopra di me. E’ già nuda sotto i vestiti ad esclusione di un favoloso tanga verde chiaro e leggermente luminescente.
– Ti voglio spogliare.
ma lei è già nuda completamente prima che io parlassi.
Mi spoglio anche io. Abbasso le spalliere dei sedili e ci mettiamo io sotto e lei a cavallo.
– Angelo, hai visto che bella luce! La luna è piena e illumina tutto, sembra giorno. Abbassa i finestrini. Voglio respirare l’aria buona del mare e dei pini.
Eseguo la richiesta.
Mi prende il cazzo in bocca. Me lo addrizza e lo irrigidisce toccandolo come aveva fatto la volta precedente passando i polpastrelli sul prepuzio e mi viene spontaneo dire
– Ma se ci vede qualcuno?
– Non credo che verrà nessuno. E’ un posto troppo in vista e tutti pensano che qui non ci si metta nessuno.
La situazione era assurda: le sue dita calde dentro la figa e il mio sesso eretto tra noi, davanti al suo viso. D’un tratto l’ha attirata un movimento fuori dell’auto, vicino allo sportello dal lato della guida. Forica si volta ma sembra non notare niente.
Mi sono accorto, dicendoglielo, che un uomo ci stava guardando. Un’ombra in controluce. Mi sono un pò irrigidito dicendole
– Vuoi andare via?
Sarebbe stata la cosa più logica. A me, di colpo, ha preso qualcosa nello stomaco, irrefrenabile e, certa che le sicure dell’auto fossero chiuse, gli ho afferrato la mano per impedirgli di toglierla dal mio sesso e gli ho detto
– Continua ho voglia di te!
Mi ha guardata negli occhi, ci siamo capiti in un attimo e lei ha continuato a manipolare il cazzo. In lei è subentrata la voglia irrefrenabile che il tizio la guardasse mentre, presa da una lussuria incontrollata, la masturbavo lasciando più spazio tra i nostri corpi.
La voglia di esporsi durante l’accoppiamento le era venuta. Non era una voglia come quella di farlo davanti a Bianca o Francesca, ma esporsi a degli estranei.
Stasera voglio essere la tua troia, una grande troia, una femmina.
Lei voleva che il guardone vedesse cosa stavo facendo, con il cazzo tra le mani e con la figa completamente aperta e bagnata per l’eccitazione.
A quel punto ha dato uno sguardo fuori per vedere se ci fosse qualcuno.
– non c’è nessuno. Ora lo voglio gustare come le puttane.
Ha perso il controllo, l’ha preso tra le labbra, voleva sentirlo pulsare sulla lingua.
Gli prendo la mano che è fradicia di lei e gli faccio capire di portarla a bagnarsi il seno. L’ha fatto e si è aperta ancora di più, ora la sua natura era completamente spalancata e lo sconosciuto avrebbe potuto guardare dentro la figa palpitante di Forica.
Poi ha perso la cognizione della situazione e ha iniziato a masturbarsi, fuori e dentro, con il mio sesso in bocca fino a quando ho sentito che stava per venire.
Ora vedevo l’uomo che ci osservava.
In quel momento ce ne dimentichiamo completamente entrambe.
Forica mi chiede di continuare a menarmelo e a venire sul suo seno. Quando ha sentito il mio caldo spruzzo si è sciolta letteralmente in un orgasmo violento che mi è sembrato non finisse mai.
Quando si è ripresa, l’uomo si stava allontanando.
In realtà non so se avesse continuato a guardare.
– Hai visto quell’uomo? Le dissi
– Si, mi è piaciuto e mi ha eccitato tanto vedere che lui ci guardava e si faceva una sega. Chissà quanto è venuto! Come sarà stato il suo spruzzo? Sarà stata buona la sua sborra?
Era sconvolta dalle sensazioni che questo pensiero le aveva provocato.
Aveva sollevato il bacino per farsi vedere per bene ed aveva aperto le cosce affinché il guardone la potesse ammirare durante l’amplesso.
Era ancora illanguidita
– Mi sono resa conto che ciò che mi ha scatenato è stato il pensiero che qualcuno si stesse eccitando, magari masturbandosi, guardandomi così “oscenamente’ disinibita.
– Ti va di tornare qui un’altra volta?
– Mi piace ma allo stesso tempo ho paura che ci vedano dalla strada passando in auto.
– Cercherò un altro posto qui in pineta. Magari dove ci sono altri guardoni.
– Ok, allora sarò più tranquilla.

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