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Genero a sorpresa II

By 13 Gennaio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Ho sempre avuto una certa curiosità per il sesso e con mio marito ho scoperto sotto le lenzuola, il piacere del primo orgasmo, con lui ho imparato a godere e soprattutto quanto sia appagante pigliare il cazzo, con lui sono sempre stata disponibile e disinibita, non mi sono mai tirata indietro ai miei doveri coniugali e ho lottato per tenere vivo il desiderio e la passione.
Ci piace giocare, fantasticare, mi sono divertita, vestendomi da infermiera sexy, da lolita, da scolara, come ho saputo destreggiarmi in streep tease o lap dance, d’altronde non sono più una ragazzina e l’abitudine potrebbe infiacchire la voglia, so di tante coppie della nostra età, che ormai non scopano più se non molto raramente e personalmente, cerco in tutti i modi d’essere seducente, di attirare le sue attenzioni, aiutata dal mio corpo giunonico, dalla sesta delle mie tettone e senza troppi tabù riesco nel mio intento, con successo.
Siamo sempre stati complici e la nostra intesa sessuale è fantastica, mi ha confidato le sue fantasie e io le mie, spesso si è parlato d’incontri sessuali a tre anche con la presenza di un’altra donna, ma sono rimaste solo fantasie, solo un gioco eccitante, sin che non ha portato a mia insaputa, Ninni nel nostro letto.
Sono disgustata dal mio comportamento ma con Ninni mio genero ho goduto come una pazza e trovarmi inaspettatamente il suo cazzone tra le mani, mi ha fatto sbrodolare come non mi era mai capitato, il contatto con due uomini è stato divino, portandomi a degli orgasmi indescrivibili.
L’incontro incestuoso che ho avuto con lui, ha stravolto la mia vita sessuale e quando nel suo messaggino mi ha salutato con ‘Ciao troia’, non poteva trovare termine più appropriato per definire la vacca in calore in cui mi sono trasformata.
Avessi saputo prima che alla mia età, potevo pigliare tutti i cazzi che volevo, con Giacomo felice di concedermi ad altri e che tanti giovani spasimanti sbavano per avermi, non mi sarei persa una goccia di sperma di quei marcantoni che ho sempre rifiutato e mi sono pentita amaramente di non avere fatto prima il pieno di cazzi.
Ninni, è quasi un ospite fisso, a casa passa dieci volte al giorno e con me, fa tutto quello che gli passa per la testa, ed ogni occasione è buona per palparmi il culo, darmi una strizzata alle tette o infilare le mani sotto la gonna, soprattutto davanti a quel maiale di mio marito, che gioisce vedermi desiderata e toccata da lui e lo incita ad usarmi a suo piacimento, che porco.
Capita spesso, generalmente si presenta all’ora di cena, si slaccia i pantaloni mostrandomi un bel cazzo moscio e mi dice, succhiami il cazzo troia che più tardi devo scoparmi tua figlia e voglio farla godere il più a lungo possibile.
Adoro pigliare il suo bel cazzo a riposo, metterlo in bocca e sentirlo crescere sino a che è duro e palpitante e gustare lo sperma caldo che mi schizza in fondo alla gola, lo rigurgito, lascio che mi esca dalla bocca e Giacomo che mi osserva masturbandosi ferocemente, quando mi vede tutta impiastricciata di sborra, inizia a godere, urlandomi che sono una gran troia.
Aspetto eccitata quel momento per iniziare a ripulire quei cazzi, prima quello di Ninni e poi quello di Giacomo, raccogliendo e bevendo senza lasciare nessuna traccia del loro seme.
Troia è la parola più gentile che Ninni mi rivolge, di solito sono la sua vecchia baldracca, nata per fare pompini o per farmi rompere il culo.
Come vi ho già detto, sono disgustata dal mio comportamento e la cosa che mi sconvolge di più è che mi piace sentirmi apostrofare così volgarmente, accetto tutto senza alcun limite, gradisco essere umiliata come una puttana di strada, ed essere trattata come un oggetto sessuale e Ninni, può utilizzare la mia bocca, la mia figa e il mio culo secondo i suoi capricci.
Mi piace che Giacomo mi veda prendere in bocca il cazzo di un altro uomo, o mentre sono riempita di sperma in ogni mio buco, sono una mignottona da monta e voglio godermela pigliando tutti i cazzi che desidero, lasciandomi andare a tutte le maialate che fanno felice un voyeur come lui.
La mia trasformazione non è stata graduale, ma velocissima e me ne sono accorta qualche mese dopo.
Si avvicinava il mio compleanno e con Giacomo, avevamo deciso di festeggiarlo in un noto ristorante della mia città, solo io e lui per i miei 55 anni.
Mi sono comprata un abitino elegante, molto sexy, un paio di scarpe rosse con il tacco finissimo e molto alto, biancheria intima in seta, con reggicalze abbinato, volevo essere seducente e già pensavo al dopo cena.
Accipicchia, un contrattempo di lavoro portava Giacomo lontano da casa per due giorni e dispiaciuto mi assicurò che avremo festeggiato al suo rientro e anche se lontano mi avrebbe ugualmente fatto una bella sorpresa.
Il mio compleanno lo avrei passato da sola, pazienza, ma la mattina la telefonata di Monica, la mia bimba per porgermi gli auguri, anche Marco l’altro mio figlio, si è ricordato di farmeli, e ne ero felice.
Sul cellulare il solito messaggino, compariva il nome di Ninni, tremolante ho schiacciato leggi,
‘Buon compleanno troia, stasera festeggiamo insieme, fatti trovare pronta alle nove e mezza, usciamo. Indossa un abitino da sera molto sexy e non mettere l’intimo, ti voglio senza mutandine né il reggiseno’.
La mia risposta con un altro sms, ‘Che porco, sei un maiale, ti aspetto’
Dove voleva portarmi, sapevo che avremmo fatto sesso, tanto sesso e non avevo mai pensato di farlo senza che Giacomo fosse presente, ma ubbidiente come un cagnolino, già dal pomeriggio ho iniziato a prepararmi, ho tolto la ricrescita dalla mia fighetta, depilandomi sino al buchetto del culo, mi piaceva vedermela allo specchio, liscia e vellutata come quella di una bimba.
Per l’occasione mi sono vestita splendidamente, un abitino nero aderente, gonna sopra il ginocchio, allacciato sul collo, con la schiena scoperta sin quasi le natiche che evidenziava al massimo il mio gran seno, stretto da due triangoli molto scollati lateralmente che non lasciavano molto alla fantasia, reggicalze e calze nere, e per dare un po’ di colore le mie scarpe nuove di vernice rossa, con il tacco a spillo vertiginoso, mi sentivo una bella gnocca ed ero pronta a soddisfare le sue voglie.
Quando mi ha visto, ha strabuzzato gli occhi, facendomi sentire oscenamente eccitante, sono salita in macchina, mostrandogli abbondantemente le gambe inguainate dalle calze di seta, da lui solo tre parole, ‘Cazzo che figa’.
Mi ha passato una benda per gli occhi per non vedere dove andavamo, ero curiosa volevo sapere il suo programma per la serata, ma ero così eccitata e così emozionata che non ho spiccicato parola, ho indossato la mascherina e ci siamo avviati.
Dai rumori delle macchine capivo che eravamo in città ma ad un certo punto quei rumori inconfondibili, rallentavano, si attenuavano sino a cessare, ci stavamo allontanando e dopo 10 minuti mi fece scendere dalla macchina, pigliandomi per mano.
Non vedevo e i miei passi erano indecisi, traballanti, sotto le scarpe sentivo del ghiaino, dovevamo essere nel giardino di una villa, poi il suonare di un campanello, non eravamo soli, sono avvampata, non mi aspettavo un incontro con altri e mi sentivo tremare dentro, ero impietrita ed eccitata allo stesso tempo, sapendo che avrei dovuto fare di tutto per dare piacere a degli sconosciuti li presenti.
Qualcuno ci aprì ma neanche una parola, intorno a me, il buio e il silenzio più assoluto, penso di aver camminato per un lungo corridoio, sempre guidata dalla mano di Ninni e ci siamo fermati.
La sua voce ha tuonato imperativa, ‘Tirati su la gonna’ lentamente ho eseguito rigirandola sopra la vita, ‘Girati lentamente’ come mi aveva chiesto ero senza intimo e le mie grazie erano totalmente in mostra, rigirandomi su me stessa un paio di volte.
Qualcuno mi stava osservando e voleva vedere tutto di me, dal culone alla mia gnocchettona e pur non sapendo chi c’era, mi stavo esibendo senza pudore.
Le sue mani mi hanno spinto verso il basso e mi sono dovuta accovacciare davanti a lui, ‘Tieni le gambe bene aperte, tirami fuori il cazzo e succhialo, fammi un pompino’, mi ha preso le mani e le ha portate sulla patta dei pantaloni.
Gli ho massaggiato il cazzo, trovandolo durissimo, era eccitato e sbottonandogli la patta pensavo che il bastone che palpavo, poteva essere di chiunque, non vedevo e non avevo la certezza che fosse quello di Ninni.
Gli ho scostato gli slip ed è saltato fuori, l’ho preso in mano e stavo stringendo un bel cazzo, da dimensioni e grossezza poteva essere lui, l’ho infilato tra le labbra, lo stringevo, tenendo in bocca solo il glande, la lingua lo spennellava e lentamente scendevo, ritrovandomelo in gola.
Iniziavo a muovere la bocca avanti e indietro, bagnandolo bene con la mia saliva, scorreva lentamente e quando affondavo, mi pigiava in gola e con la lingua mi muovevo, procurandogli delle carezze che lo facevano gemere, con la mano lo smanettavo, mentre l’altra, delicatamente accarezzava e massaggiava le sue palle gonfie di desiderio.
Di chiunque fosse quel cazzo, non doveva rimanere deluso dal mio pompino e lo succhiavo con foga, avidità, e avevo una gran voglia di bere lo sperma che sentivo essere pronto ad uscire.
Le contrazioni del cazzo, sono coincise con una lunga sborrata e trattenuta da una mano che mi teneva ferma la testa, rimaneva ben piantato in gola e gli schizzi mi affogavano procurandomi quasi il vomito.
Non ho perso neanche una goccia del gustosissimo sperma e mi sono accanita per ripulirlo, succhiandolo, sliguazzandolo, strizzandolo per raccogliere ogni stilla del suo prezioso seme, volevo inaridirgli le palle svuotandole completamente.
Per un attimo sono rimasta sola, la bella nerchia che si era appena svuotata nella mia bocca si era allontanata, rimanendo accovacciata con le gambe oscenamente aperte.
Qualcuno mi ha aiutato a risollevarmi, forte l’aroma di un profumo dolce, intenso, inebriante, vicino doveva esserci una donna, chi c’era in quella stanza.
Delicatamente, delle mani iniziavano a slacciarmi il fiocco che reggeva l’abito intorno al collo, facendolo scivolare ai miei piedi e lasciandomi completamente nuda, davanti a chissà quanti estranei, indossavo solamente le scarpe e le calze agganciate al reggicalze.
Mi sentii accarezzare, e due labbra percorrere con piccoli baci la mia schiena, si posarono sul collo baciandomi ardentemente, i lobi, le orecchie, erano meta di slinguazzamenti, tremavo e ricevevo scosse di piacere che scorrevano lungo la spina dorsale e quell’inebriante odore di profumo era vicinissimo, si confondeva con il mio.
Una donna mi stava accarezzando e non mi disturbava ricevere le sue attenzioni, lasciavo che le sue mani e la sua bocca si appropriassero del mio corpo.
Mi baciava sul collo e sentivo distintamente i suoi capezzoli premere sulla schiena, le sue mani sulle tette pigliandole da sotto, le tirava su soppesandole, le accarezzava, facendo rigirare tra i polpastrelli i capezzoli, ormai turgidi e duri.
Stavo godendo, non sapevo cosa fare, ero impietrita, se allungavo le mani sapevo di trovare delle curve morbide, quelle di una donna, i suoi seni, avevo paura ma ne ero tremendamente attratta, volevo soltanto godere e gemevo sulle sue dolcissime carezze.
La sua bocca si è posata sulla mia e ho lasciato che la lingua mi penetrasse, l’ho cercata con la mia, rigirandola nella sua bocca, era un bacio, un vero bacio tra due donne.
Ci siamo abbracciate, e continuavamo a baciarci, avvinghiate l’una all’altra con le mani che si esploravano cercando i punti più erogeni.
I suoi seni erano perfetti, al tatto erano sodi, dritti, non molto grandi con due capezzoli lunghi e duri che ho voluto succhiargli, stringendoli tra le labbra, la sentivo gemere, i miei morsichini gli piacevano ed insistevo slinguazzandoli, facendoli saltellare sotto i colpi della lingua, era un piacere lappare quei capezzoli duri e tesi.
Il suo dito ha ispezionato la mia figa, entrando profondamente e non ho capito più niente, ero talmente su di giri che avevo la paura di perdere i sensi con un orgasmo di forte intensità e dalle sensazioni che provavo, stava per sopraggiungere dirompente.
‘Fammi vedere il tuo viso, toglimi la benda’, volevo conoscere chi riusciva a darmi tanto piacere, sentivo la sua pelle liscia, il suo pancino ben scolpito dal ventre piatto, le sue natiche tonde, sporgenti, doveva essere giovanissima.
Un attimo d’esitazione, ma le sue mani mi levarono quella benda che mi aveva resa cieca, una luce abbagliante colpì i miei occhi, dei riflettori erano puntati su di me, come su un palcoscenico ero l’oggetto in primo piano al centro della scena e non riuscivo a vedere chi c’era oltre.
Bellissima, davanti a me, una gazzella dal corpo perfetto, due labbra carnose, alta, magra, un fisico da modella, una giovanissima dea di colore, si, una venere nera, fantastica, capelli corvini, lunghi, lisci e due occhioni neri da far impazzire, era tremendamente sensuale, calze velate bianche con reggicalze e scarpe con tacco a spillo, era impressionante la sua bellezza.
Mi ha trascinata, su un materasso buttato sul pavimento, si è sdraiata e ha aperto oscenamente le gambe, voleva essere succhiata, mi sono avvicinata su di lei baciandola, era bello sentire la sua lingua frullare nella mia bocca e lentamente la discesa verso la figa, con le mani ho aperto il suo frutto, rosa, sugoso, completamente fradicio d’umori, un bocciolo tutto da assaporare.
Per la prima volta assaggiavo il buonissimo sapore di una fighetta, era molto bella e sentirla gemere sotto le mie slinguate, mi procurava un piacere immenso, e la voglia di farla godere, impegnandomi per fargli provare il massimo piacere, sin che ha urlato il suo orgasmo, bagnandomi completamente, facendo colare la sua linfa sulla bocca.
Ci siamo baciate, mi ha fatto mettere a pecora e ha iniziato a slappare la mia ficona desiderosa delle sue attenzioni, con la lingua a sguazzare nei miei umori, avida di stillarne tutto il nettare.
Il clitoride, vibrava sotto le sue attente slinguate, ci sapeva fare e mi sono abbandonata alle carezze della sua lingua spalancando completamente le cosce per sentirla meglio.
Passava e ripassava, lungo tutta la fessura ed iniziavo a rantolare, le sue labbra, due ventose che aspiravano e bevevano i miei umori che distribuivo abbondanti, la punta della lingua sul mio buco del culo le sue dita dentro la mia fighetta, mi accarezzava dolcemente, si dilungava sul clitoride stimolandomi con movimenti lenti, circolari e con gli occhi chiusi godevo incapace di reagire.
Il sibilo di uno spray, il getto fresco sulla fighetta, sul buchino, ho immaginato che fosse lubrificante ma non capivo a cosa servisse, solo poco dopo ho capito il perché.
Ho aperto gli occhi, e la ragazza stava trafficando con una cintura pisellata, portata da Ninni, che stava li affianco, aveva un doppio fallo bello grosso, la negretta lo indossò infilandoselo e allacciandosi la cintura in vita, tenendolo con la mano, si è portata sul taglio della fica, facendo scorrere la cappella lungo il solco, e mi ha penetrato con cattiveria, spingendomelo tutto dentro in un solo colpo, muovendosi dentro di me in modo deciso ed irruento.
Spingeva come una forsennata, mi sentivo piena, impalata da una donna che godeva a sua volta, quel pisello di lattice, si muoveva dentro tutte e due.
Le sue mani maltrattavano le mie mammelle, le palpava, le strizzava, mi pizzicava i capezzoli duri come chiodi, li tirava e supereccitata, distillavo nettare in grande quantità.
Ad un cenno di Ninni la negretta si è sfilata ed ha appoggiato quel bastone al mio ano, riservandogli lo stesso trattamento e mi ha penetrato senza tanti complimenti.
Si muoveva dentro il mio povero culetto con furia, avanti indietro, senza tregua, lo sfilava lentamente e non finiva mai era talmente lungo e grosso, per poi rifiondarlo dentro tenendolo ben piantato, lo sentivo arrivare in gola e mi sono abbassata appoggiando il viso sul materasso per sentirlo più profondamente facendo sporgere il mio culetto.
Ogni tanto da dietro quelle forti luci, dei lampi di un flash, mi stavano fotografando, mi sentivo una gran maiala, terribilmente troia e volevo a tutti i costi stupire mostrandomi in modo spregiudicato senza limiti e senza tabù facendomi trombare da quella donna e dal suo cazzo finto.
Avevo la fica fradicia d’umori e una voglia di cazzo irresistibile, quel fallo di gomma, aveva acceso il desiderio e stavo sborrando come un uomo con schizzi e urla di godimento, segno che la cosa mi piaceva e parecchio.
Mi hanno letto nel pensiero, perché mi sono ritrovata circondata da cazzi in erezione, maschi eccitati, che lo puntavano sul mio viso, trovandomeli solo a qualche centimetro dalla bocca, ed erano tutti molto più dotati di mio marito, avevo il clitoride gonfio di desiderio e la mia figa rigurgitava sborra, ero fradicissima e stupendamente arrapata.
Di fronte al viso avevo tre cazzi straordinariamente grossi, tre magnifiche nerchie in tiro, Ninni e due uomini di colore con un bastone sui 30 centimetri, uno lungo e normale ma l’atro spropositato, dal diametro pauroso, grosso da far paura e mio genero che consideravo ben dotato aveva un pisellino rispetto a loro.
Quando ho visto le dimensioni di quel cazzo, mi sono ingrifata da schifo e curiosa come una puttana, tra lo stupore e la voglia, ho cominciato ad accarezzarlo e leccarlo percorrendo tutta l’asta, baciandogli la cappella e portandomela in bocca, cercando di farne entrare il più possibile, cosa non facile vista la sua grossezza.
Non solo non riuscivo a stringerlo nella mano, ma a bocca completamente spalancata, non riuscivo che ad infilarmi la sola cappella e mi dovevo accontentare di percorrerlo a colpi di lingua e a slinguazzargli il glande come fosse un lecca, lecca, avanti indietro, insalivandolo come meglio potevo, mi soffocava ma non cedevo di un millimetro.
Che meraviglia vedere quei cazzi che fremevano alla vista del mio corpo, quanta abbondanza, li volevo tutti e non aspettavo altro che essere trombata da tutti e tre contemporaneamente.
Tutti volevano essere spompinati e famelica, passavo da un cazzo all’altro, tre belle nerchie da soddisfare, girandomi con la testa per imboccare il bastone di Ninni che avevo alle spalle, ero proprio infoiata, quando ne pigliavo uno in bocca, altri due erano stretti nelle mie mani e li masturbavo con un lento sali scendi.
Ninni, è stato il primo a penetrarmi, si è sdraiato e mi ha fatto mettere a cavalcioni, facendomi calare lentamente sul cazzo, lo stringevo tra le dita e gli ho fatto strada infilandomelo nella figa.
Tenevo i cazzi dei due black stretti in mano e li slinguazzavo tenendo le loro cappelle in bocca, era impossibile accoglierle contemporaneamente ma golosa spennellavo e succhiavo ingorda, spingendomeli in gola sin dove riuscivo, mentre Ninni si muoveva dentro di me e per com’ero bagnata quasi non lo sentivo, scivolava senza nessuna resistenza e non ricevevo piacere.
Volevo soltanto godere, desideravo quel magnifico cazzone e sentirmi un mare di sborra inondarmi il culo, sentirlo schizzare nel budello e sentirmi piena.
Non si è fatto pregare, mi ha piegato sui fantastici muscoli del mio giovane amante che mi stava trombando, facendo sporgere il mio sederino.
La negretta con lo spray in mano, ha lubrificato, il mio buco del culo e abbondantemente quel cazzone, e pigliandolo in mano, l’ha accompagnato puntandolo sullo sfintere anale.
Mi rendevo conto che sarebbe stata una penetrazione esagerata e ne avevo paura, ma sbavavo per averlo tutto dentro, alla fine avrei assaporato la mia prima tripletta, Ninni in figa, un mostro nel culo e l’altro che mi scopava in bocca.
Tremavo, il dolore sarebbe stato lancinante, ma sapevo anche di che intensità sono gli orgasmi che provo quando mi rompono il culo, la sua cappella è sprofondata nel buchetto, lentamente scompariva nelle mie budella e alla fine mi ha sfondato entrando tutto dentro, mi sentivo aprire in due e sentivo quel grosso pezzo di carne farsi strada dentro di me e il mio retto si dilatava accogliendolo sino ai coglioni che sentivo spiaccicarsi sulla fica.
La sensazione era quella d’essere inculata da un asino e non m’importava se mi stava rompendo il culo con una penetrazione devastante da lasciarmi senza respiro, ma il piacere era dirompente e lo incitavo a spingere più violentemente.
Mi squassava facendomi urlare, oramai ero fuori di me e anche se il dolore era lancinante e mi pigliava come un animale alla monta, gli orgasmi non mi davano tregua, si susseguivano uno appresso all’altro.
Finalmente in balia di tre cazzi, piantati nel mio corpo, che si muovevano contemporaneamente, ero completamente impalata e sentivo caldissime ondate di piacere.
Il negrone, ha iniziato a muoversi andando avanti e indietro, tenendomi per i fianchi mi penetrava fino in fondo e sentivo i suoi testicoli sbattere contro le chiappe, il cazzo entrava sempre più profondamente e correva con impeto.
Ninni era talmente eccitato che mi ha riempito la gnocca quasi subito, sentivo la sborra uscire copiosa, con potenti schizzi, che lentamente andavano scemando, urlando come una bestia ed insultandomi com’era suo solito fare, ‘Sei una puttana, dimmi che sei la mia puttana, siiiiiii, dimmi che sei una rotta in culo’.
Il buco del culo era completamente slabbrato, con l’ano allargato a dismisura, completamente sfondato da quel cazzone.
Non tardarono a riempire di sperma ogni mio buco, il negrone ha tolto il cetriolone dal buco del culo schizzandomi sul viso con forti raffiche di sborra mentre l’altro si svuotava in gola.
Li ho ciucciati a lungo ripulendoli completamente ma soprattutto per ridargli vigore e riportarli in perfetta erezione.
L’altro ragazzo di colore, si è coricato e mi ha invitato a cavalcarlo e cavalcioni sulla nerchia, ero pronta a riceverla nella figa ma inaspettatamente il suo cazzo, lungo come quello un cavallo, si è infilato nel mio culo, mi sentivo morire, anche se era più fine dell’altro, lo sentivo benissimo, Ninni, mi ha spinto la testa verso il suo cazzo e me lo ha infilato ancora in bocca.
Supercazzo ci stava osservando, menandosi lentamente, io lo guardavo eccitata e probabilmente, i miei sguardi dovevano implorare anche il suo intervento, perché si è diretto dietro di me.
Quando ho capito cosa stava per farmi, ho cercato di divincolarmi, ero terrorizzata, due cazzi così grossi erano troppi anche per una rotta in culo come me, ma le mie contorsioni per dissuaderlo, sono state inutili, non riuscivo a muovermi con Ninni che mi teneva per i capelli, scopandomi in bocca e schiaffandomelo in gola ad ogni spinta.
Si è appoggiato ed ha iniziato a spingere cercando di infilarcelo, ormai senza freni inibitori e di pudore mi sono arresa a quell’assurda e bestiale penetrazione, ho lasciato che assieme violassero il mio culo, il dolore era insopportabile, il culo in fiamme.
La penetrazione è stata lenta e difficile e avevo due super cazzi piantati nel culo, piangevo dal dolore e lacrimoni mi solcavano il viso, ma sentirli muovere dentro il budello mi procuravano degli orgasmi che non mi facevano capire più nulla, sembravo un indemoniata
Stavo facendo il pieno nel culo e mi piaceva essere un oggetto sessuale per soddisfare i loro irrefrenabili desideri, un giocattolo, sottomessa ai loro superbi bastoni, senza accorgermene, stavo spingendo il culo contro i cazzi che mi stavano sfondando, mi stavo inculando da sola, con i loro bei piselloni dentro sino alle palle.
L’uomo sotto si muoveva male, ma riusciva ugualmente a spingerlo, ma quello sopra, mi impalava facendomi sentire quella sberla di cazzo sino ai coglioni, andando avanti indietro come un treno e sono sicuro che se avesse potuto ci avrebbe infilato anche quelli.
Assalita dagli orgasmi, i miei non erano più gemiti ma rantolavo, con urla e convulsioni che mi squassavano il corpo, ad ogni botta un urlo di godimento, oramai il dolore aveva lasciato posto al piacere e godevo come una vacca in calore, quando uno usciva l’altro spingeva e non credevo di riuscire a prendere contemporaneamente, due cazzi così grossi nel culo.
All’ennesimo e fortissimo orgasmo, penso di aver perso i sensi e quando mi sono ripresa, i potenti riflettori erano spenti, finalmente vedevo chi era presente a quella riunione in cui mi ero esibita per il loro e il mio piacere, una decina di coppie si scambiavano affettuosità sessuali, un groviglio di corpi ammucchiati uno sull’atro, donne accovacciate pigliavano cazzi in bocca succhiandoli avidamente, altre si facevano prendere da più uomini, donne con donne, lo scenario era quello di un orgia dove tutti godevano come pazzi.
I miei tre amanti, di lato, giocavano con la negretta che gemeva accarezzata da mani che le frugavano il sesso, i seni, mentre lei li succhiava in un goloso pompino.
In un angolo tra i diversi spettatori, ho riconosciuto quel cornuto di mio marito, ancora con la fotocamera in mano e la telecamera appoggiata sul tavolo, altro che due giorni fuori per lavoro, Ninni e quel porco di Giacomo mi avevano organizzato quel festino e chissà l’eccitazione assurda che deve aver provato nel vedermi con tre uomini.
Con le braghe calate sulle caviglie, si stava facendo spompinare a dovere da una zoccoletta accovacciata tra le sue gambe.
Ero ancora frastornata e spossata dalla tripletta, ma soprattutto dalla doppia sodomia, ci ho messo un poco a focalizzare e sarebbe andato tutto bene se non avessi riconosciuto quella donna, ‘Cielo la nostra Bimba’ riconoscevo la sua voglia di fragola sulla natica destra e da come si dava da fare doveva piacergli ciucciare il cazzo del papà, inorridita, guardavo Giacomo e la sua eccitazione nel farsi slinguazzare da sua figlia e mi chiedevo se si erano spinti oltre e aspettavo la sborrata che imminente le avrebbe riempito la bocca.
Dal gruppo, degli uomini con delle possenti erezioni, venivano verso di me, non lasciandomi neanche un attimo per pensare, la notte sarebbe stata molto lunga e godereccia.

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Gio

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