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Il diario della mia umiliazione

By 27 Gennaio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Prima due cosette su di me.

Non sono lesbica, non mi eccito a subire umiliazioni o dolore, amo la mia indipendenza. Ma nonostante questo, irrazionalmente, ho deciso di pormi completamente nelle mani di una donna.

Circa un anno fa, pochi giorni aver compiuto 21 anni ho cominciato a provare un’inspiegabile pulsione, o compulsione, all’essere dominata totalmente, umiliata, e via dicendo. Inizialmente ho cercato di dare delle spiegazioni, colpe represse, follia improvvisa e via dicendo. Ma adesso ho smesso di cercare di razionalizzare, ho deciso di vivere questa cosa volta per volta, finché la sentirò necessaria. Punto e basta.

Ho quindi cercato una padrona che fosse lo speculare del mio sentire, non è stato facile ne subito. Ma alla fine ho trovato Elena, abbiamo fissato i contorni del rapporto e abbiano iniziato. Lei può avere ogni forma di controllo su di me, Io devo ubbidire. Devo. Unico limite: nessuno che conosco nella mia routine quotidiana deve saperlo. Quindi parenti amici e colleghi devo nemmeno sospettarlo, e quindi io non devo essere messa nemmeno nell’ipotetica condizione che questo succeda. Unico limite.

Da un po’ ho deciso di mettere giù un diario in maniera più o meno costante. E quindi di pubblicarlo, Ovviamente previo autorizzazione e controllo di Elena.

22 giugno 2010 12,00

Ultimamente Elena non E’ molto contenta di come mi comporto, ritardi da chi minuti ma frequenti, imprecisa nell’esecuzioni degli ordini, linguaggio e atteggiamento che non le piacciono. Quindi da oggi sono in castigo.

Proprio non ci voleva, questa settima arriva Manuela e avrei voluto uscire con lei. Ma essendo in castigo non credo che Elena me lo permetterà, sopratutto tenendo presente che comunque non posso uscire e devo andare a letto alle 21,00. Che palle.

Fosse tutto qua sarebbe già pesante ma non basta. Per tutta la settimana devo usare mutandine da bambina, tanti per dirne una, e ovviamente non penso che mi farà mancare sculacciate e simili.

Questa mattina ho quindi indossato un paio di slip con sopra le winx, se non fossi stata io quelle che le portava, avrei riso di una 22enne che gira con quelli slip. Comunque un paio di jeans a vita alta hanno tenuto quel ridicolo indumento ben nascosto.

Tra le verrei cose che mi ha detto che devo fare, non ricordo se devo anche depilarmi totalmente o no, ma nel dubbio questo pomeriggio lo farò. L’ultima volta che non lo avevo fatto mi sono trovata il castigo raddoppiato e la notte avrei potuto illuminare la stanza con il sedere tanto era rosso. Non vorrei buscarne più di quelle che comunque mi aspettano.

22 giugno 2010 17,30

Sono molto tesa e agitata. Ha telefonato Elena, fra una oretta e qui. Ha chiamato anche Manuela. Ho finto di essere entusiasta di sentirla, ma avevo la testa altrove, e più precisamente a quello che mi toccherà fra poco e come starò dopo. Non so come gestirò la cosa con lei, vedremo volta per volta.

Elena quando arriva vuole già trovarmi in posizione. Carponi sulla panchetta, jeans e slip abbassati e sedere alzato. Righello appoggiato vicino. Mi sembra evidente che mi sculaccerà. I momenti più brutti non sono necessariamente quelli del dolore. Per me, una delle cose peggiori e aspettare immobile che arrivi, in quella o simili posture, umilianti, se non degradanti. In queste situazioni provo molta vergogna di me e solo dopo diversi colpi passa in secondo piano rispetto al dolore. Ovviamente ritorna quando tutto e finito, quando il giorno dopo mi muovo in mezzo alla gente sorridendo o simulando il sordo bruciore che ancora sento. Se poi incontro amici o parenti, è ancora peggio.

Righello. Meglio quello che la cintura, come un mese, molto dolorosa e con segni che non andavano mai via. Oppure la bacchetta che sembra ti tagli le chiappe.

Un’altra cosa che non sopporto e sentire il rumore dei colpi, sono come il trapano dal desista, forse peggio del fatto in se. Poi ho sempre paura che la vicina senta, e quindi chiedo ad Elena se si può accendere la radio. Non mi ha mai detto di no, anche quando è molto arrabbiata non mi ha mai impedito di proteggere la mia immagine con gli altri.

Ora è meglio che vada a mettermi in posizione, non sia mai che non mi trovi come mi si aspetta.

22 giugno 2010 19,20

Come era prevedibile mi ha sculacciata. Ma non mi ha colpito fortissimo e nemmeno a lungo, anche se sono dolorante. Come tutte le altre volte sono rimasta sempre ferma e non ho mai ceduto alla tentazione di coprirmi il sedere anche se istintivamente volevo farlo. Come sempre la difficoltà maggiore è stata rimanere in silenzio, ma ho scoperto da tempo che stringere i denti aiuta. Non vuole sentire nulla di più di un mugugno, e comunque sia, rimane il problema della vicina, nonostante la radio.

Come sempre ha riso molto nel vedermi con quegli slip, e come non capirla.

Ha detto che non mi sono rasata bene. Lei non apprezza che lo faccia da sola perché dice che non viene bene, vuole che vada da un’estetista, ma io m’imbarazzo molto a farmi depilare da un’altra donna, specialmente lì. Mi mortifica molto quando dice che “su una povera scema come me non si deve vedere traccia di pelo, proprio come le bambine”. E io vorrei sprofondare quando quando devo risponderle “si, scusa”.

Ora doccia, insalatina e a dormire.

23 giugno 15,45

Caro diario.
Si, da oggi ho deciso di chiamarti così “caro diario”.
Ho detto ad Elena di Manuela, e le ho chiesto di lasciarmi uscire domani con lei. Almeno il pomeriggio. E ancora una volta ho scoperto quanto sia sadica.
Lei si diverte molto a vedermi con le parti intime arrossate e gonfie, si, come se fossero state colpite con una bacchetta. Ma questa volta si vuole divertire diversamente. Vuole che da questa mattina dentro gli indmenti intimi metta del sale grosso, accuratamente a contatto con ogni parte delicata. Se domani sarà come vuole potrò uscire, altrimenti nulla.
Così, caro diario prima di andare al lavoro ho messo del sale grosso tra le labbra e tra le natiche, e del sale nel reggiseno. Andare a lavorare così conciata è stata un inferno. I primi momenti non sentivo nulla di particolare, poi passo dopo passo il dolore aumentava. Da un dolore vago e sordo ad una sempre più intendo, fino a che ogni passo mi dava il tormento. Comunque la regola è sempre quella, lei comanda, io ubbidisco.
Fra un po’ Elena sarà qua è vorrà vedere un primo risultato della sua “terapia”.

23 giugno 17,00

Se n’è appena andata, caro diario.
Una cosa che non riesco mai ad abituarmi, è la nudità. Fin da ragazzina per è è sempre stato un tabù, è lo è ancora adesso. Così ogni volta, dovermi mostrare nuda danti a qualcuno, fosse anche donna, mi da un forte senso di frustrazione.
Comunque appena arrivata si è fatta fare un caffè, come al solito lo ha bevuto lentamente chiacchierando del più e del meno. “Cosa hai fatto oggi?”, “domani dove vai con la tua amica?”. Insomma vista da fuori poteva sembrare una situazione quasi normale, quasi. Posata la tazzina cambia il tono. “Avanti, fammi vedere. Giù le mutande”. Frasi del genere sono per me come un colpo alla gola e allo stomaco, anche perché non devo pensarci molto, devo farlo. E così in pochi secondi gli slip e i pantaloni della tuta sono un groviglio d’indumenti alle ginocchia.
Come era d’aspettarsi la sento ridere. Io non so cosa fare delle mie mani e mi ritrovo ad intrecciarle sulla pancia, cercando quasi di annodarle. Ovviamente vedo la vulva chiazzata di rosso e leggermente gonfia. Vedendomi così mi chiedo come mi sono ridotta. Ad una sua frase mi volta e mi pigro davanti, e anche se non vedo so benissimo che ritratto ha di me, visto che prima mi ero controllata allo specchio.
E’ ora il momento dei seni, che espongo alzando reggiseno e maglietta. Questi non sembrano molto risentire della presenza del sale, fatta eccezione per degli arrossamenti vicino ai capezzoli. Questo ad Elena non piace molto e con aria imperiosa mi dice che se domani non saranno come due pomodori, ci penserà lei, e non mi farà uscire con Manuela. Manuela che ha questo punto è un fatto secondario.
Come sempre provo un gran sollievo quando se ne va. Appena esce dalla porta mi ricompongo, e porger risollevarmi gli slip e coprirmi i seni mi sembra una grande conquista. Questa notte non riuscirei a dormire con il sale, ma domani dovrò metterlo nuovamente. E sicuramente di più nel reggiseno.
Nemmeno farlo apposta pochi minuti dopo essere entrata in doccia mi ha chiamato Manuela, ma questa volta non ho risposto. Proprio non avevo voglia di parlare con nessuno, se non con te, mio caro diario.

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