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Il vecchio porco

By 10 Novembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Vivo in campagna con i miei, nei pressi di una piccola cittadina. Sono quella che si può considerare una brava ragazza. Fidanzata da sempre con lo stesso ragazzo, da sempre cio&egrave da quando avevo 19 anni. Prima di lui poco e niente, giusto qualche bacio. Con lui invece tutto, con i dovuti tempi. Ma davvero tutto. Mani, bocca, figa, culo. Diverse posizioni, diversi luoghi. Ci siamo divertiti e ci divertiamo ancora. Adesso io ho 26 anni, lui 30. Abbiamo passato anche i nostri periodi difficili, com’&egrave normale che sia. E ho avuto le mie tentazioni, com’&egrave altrettanto normale che accada in una coppia longeva e che &egrave cresciuta insieme. Ma le ho sempre fuggite, mai fatto niente di compromettente. Eppure c’&egrave sempre una prima volta, dicono.

Durante l’ultima estate ero per qualche giorno sola a casa. I miei erano andati fuori, anche mia sorella era andata con loro ma io ero voluta restare per poter far venire da me il mio ragazzo e stare insieme qualche giorno in tranquillità. Sarebbe comunque passato una mattinata l’uomo che lavora per noi, quello che ci sistema il giardino e altre cose. Un vecchio sessantacinquenne, di quelli che una brava ragazza carina proprio non può guardare con interesse. Eppure lui in più di un’occasione l’avevo sorpreso a lanciarmi sguardi, soprattutto sulle cosce. Quella mattina il mio ragazzo dormiva. Avevamo fatto tardi la sera prima a casa mia, potete immaginare per fare cosa. Mi sono svegliata d’improvviso e guardando l’ora ho notato che di lì a pochi minuti doveva arrivare Mario (così si chiama quell’uomo). Mi sono alzata rapidamente e velocemente mi sono data una sistemata, indossando però gli stessi indumenti che portavo la sera precedente per evitare di perder tempo. Una minigonna jeans, una canottierina bianca e un paio di zoccoletti in legno con zeppa. Sotto il reggiseno e come mutandina, invece, un perizomino striminzito, anch’esso bianco, di quelli con la parte posteriore composta solo da un sottile filo di stoffa che si infila sempre in mezzo al sedere. Un abbigliamento piuttosto casual, ma provocante il giusto, che usavo spesso per stare sola a casa con il mio ragazzo. Con il tocco a luci rosse rappresentato dal perizomino, che lui gradisce sempre molto.

Ho sentito suonare il citofono. Ho aperto a Mario, che &egrave entrato per andare nel nostro grande sgabuzzino a prendere le sue cose per mettersi all’opera nel giardino. Io, nell’attesa che il mio ragazzo si svegliasse, mi sono messa a dare una sistemata per casa, al piano di sotto. Ho iniziato a spazzare il pavimento, a lavare per terra, a rimettere bene a posto i copri divano. Nel frattempo Mario a volte entrava in casa, per prendere altri attrezzi, poi usciva di nuovo. Ad un certo punto l’ho sentito entrare, ma non l’ho sentito uscire. Ero intenta a pulire il vetro di un tavolino molto basso, posto davanti a uno dei divani, ed ero totalmente piegata in avanti. Come una stupida senza pensare al fatto che la mia minigonna dietro si fosse alzata oscenamente e che il mio sedere era così in bella mostra, per nulla nascosto dalla quasi inesistente parte posteriore del mio perizomino. Ho capito per quale motivo non avevo sentito Mario uscire di nuovo in giardino solo quando da qualche metro dietro di me sono suonate queste parole: ‘Madonna che mutandine favolose’. Di scatto mi sono tirata su e mi sono voltata. La scena di fronte ai miei occhi era assurda. Mario era in piedi col pisello in mano intento a segarsi. ‘Che vecchio maiale’ ho subito pensato. Ma dal momento in cui mi sono voltata a quando ho effettivamente aperto bocca sono passati alcuni istanti. Istanti nei quali i miei occhi sono ovviamente finiti sulle parti basse dell’uomo.

Mario aveva un uccello che mi sembrava enorme. Non tanto in lunghezza, quanto in larghezza. La sua mano si chiudeva a stento nell’impugnarselo e aveva una cappella impressionante per voluminosità. ‘Ma ti sei impazzito? Rimetti via subito quel coso prima che si svegli il mio ragazzo!’ gli ho detto istintivamente. ‘Come faccio, con quella visione paradisiaca che ho appena ammirato’ ha risposto quel porco. Facendomi coraggio ho replicato: ‘Quella visione scordatela immediatamente e rimettiti a lavorare per favore’. Ma Mario, senza darsi per vinto e ormai evidentemente arrapato, si &egrave avvicinato ancora dicendo: ‘Il tuo ragazzo ce l’ha così? Sincera’. D’istinto l’occhio mi &egrave ricaduto su quel bestione e lui e ha approfittato per aggiungere: ‘Ho visto come lo hai guardato poco fa, l’ho capito che ti piace monella’. Io colpita nell’orgoglio ho ribattuto decisa: ‘Non dire scemenze e rimettilo via per favore! Se scende il mio ragazzo succede un casino!’. Per nulla intimorito dalle mie parole quel vecchio porco ha affondato il colpo: ‘Senti bella, se non vuoi che quando il tuo ragazzo si sveglia ci trova in questa situazione, ma soprattutto se non vuoi che gli racconti che metti in bella mostra il tuo culo in presenza di altri uomini e guardi interessata dei grossi cazzi allora &egrave il caso che mi dedichi qualche minuto ancora’. Io iniziando ad essere timorosa sono riuscita solo a dire: ‘Ma perché cosa vuoi da me?’. E lui prendendo in mano la situazione: ‘Voglio portarti nello sgabuzzino, ci chiudiamo lì e mi fai vedere di nuovo lo spettacolo che ho ammirato poco fa, così posso finire di smanettarmi il cazzo’. Non credevo alle mie orecchie. Quell’uomo che avevo sempre visto come un tipo onesto e che ci dava una grande mano era invece un gran maiale e si voleva approfittare di me per i suoi comodi. E non riuscivo a togliermi dalla testa quanto fossi stata stupida a offrirgli involontariamente quella visione. ‘Tu sei pazzo non farò mai quello che hai detto!’. Questa la mia risposta. Ma lui sempre più intraprendente: ‘Bene allora salgo sopra, sveglio il tuo ragazzo e gli racconto tutto’. Vedendolo risistemarsi e dirigersi verso le scale ho avuto una sensazione di panico mai provata. Che cosa sarebbe successo se il mio ragazzo avesse saputo che ero stata talmente distratta da mostrare le mie grazie posteriori a quel vecchio porco provocandolo? E che avevo guardato con espressione colpita il suo grosso uccello? No non potevo rischiare che accadesse. L’istinto mi ha assalita, facendomi di colpo parlare così: ‘Fermo ti prego non farlo per favore! Ok farò quello che hai detto ma ti prego facciamo prestissimo!’.

Mario non ha perso tempo. Mi ha portata nello sgabuzzino, ha chiuso a chiave la porta e mi ha detto: ‘Dai piegati in avanti, solleva la minigonna e poggia le mani sul tavolo davanti a te’. Io con il cuore in gola: ‘Mario ti scongiuro non toccarmi, solo guardare ok??’. E lui: ‘Va bene va bene ma adesso muoviti dai fai come ho detto!’. Non so con quale coraggio sono riuscita a mettermi nella posizione indicatami e a sollevarmi la gonnellina, fino a scoprirmi bene il sedere. ‘Brava Maria mamma mia che mutandina arrapante che hai ti si vede tutto! Dai gira la testa e guardami mentre mi smanetto il cazzo!’. Ho fatto come diceva. Il vecchio porco si segava quel grosso randello con grande cura e impegno e aveva gli occhi fissi sullo spettacolo che gli stavo mostrando. Aveva una cappella veramente notevole, ogni volta che la sua mano la scopriva tutta la guardavo impressionata. E in generale aveva un pisello che davvero stupiva in positivo, non avevo mai visto nulla del genere dal vivo. ‘Lo vedo come mi guardi il cazzo, sei proprio una monella ti piacciono i cazzoni vero maialina?’. Io non rispondevo. Ero in trance ed ero più che altro concentrata sulla speranza che tutto finisse presto. Mario invece continuava a parlare mentre si smanettava: ‘Rispondimi bella! Devi dirmi di si capito? Ti piacciono i cazzoni grossi vero maialina?’. Per non contraddirlo ho fatto timidamente cenno di si con la testa. Ma a lui non bastava: ‘Devi parlare! Voglio sentirti dire che ti piacciono i cazzi grossi, con queste stesse parole, altrimenti vado dal tuo ragazzo a raccontargli tutto! Dai fatti uscire la voce!’. Ero in ballo e dovevo ballare perché finisse tutto il prima possibile. ‘Mi piacciono i cazzi grossi’ ho affermato quasi meccanicamente. ‘Brava bella! Che mutandine da puttanella che hai lo sai? Ti piace andare in giro con quelle mutandine da puttanella?’. E io ho risposto ancora con un rapido cenno affermativo con la testa. ‘Eh no, non ho sentito la voce. Vedi di fartela uscire! Cosa mi devi dire?’.

Quel gioco, o meglio quello che Mario vedeva come un giochino eccitante, iniziava ad avere un piccolo effetto anche su di me. Cominciavo a sentirmi più forte, di avere un tale potere su quell’uomo tanto da farlo morire soltanto mostrando il mio lato b e dicendogli qualche porcata. E la sensazione iniziava a diventare pian piano soddisfacente. ‘Si lo so che ho delle mutandine da puttanella e adoro andarci in giro! Ti piace smanettarti guardandomi sotto la gonna vero vecchio porco?’. Non credevo di essermi sciolta tanto da pronunciare quelle parole. Ma così era. ‘Si che mi piace e tu sei una gran puttanella a mostrare il culo per farmi smanettare il cazzo! Ti piace il mio cazzone dì la verità!’. In effetti aveva un uccellone che non si poteva dire fosse una brutta visione e non ho potuto mentire: ‘Si vecchio porco hai un bel bestione!’. E lui sempre più arrapato: ‘Dai zoccola allarga meglio le gambe e sfilati le mutandine, fammi vedere bene quella bella fighetta!’. Io iniziavo a sentirmi accaldata. La situazione mi stava pian piano eccitando, non so come. Allora ho risposto: ‘Ok ma guai a te se provi a toccare, ti denuncio!’. Ho allargato le gambe, restando in quella posizione, praticamente alla pecorina. Poi ho abbassato il perizomino, fino all’altezza delle ginocchia. Quel porco aveva davanti ai suoi occhi la vista completa delle mie grazie. Non avrei mai pensato di mostrarle ad altri prima di quel giorno. ‘Mamma mia che fighettina favolosa che hai guarda che labbrine cicciotte mmmmm beato chi ce lo inzuppa!’. E detto ciò Mario aumentava il ritmo della sega che stava continuando a spararsi guardandomi. ‘Ti piace la mia passerina vero vecchio porco? Ti piacerebbe inzupparci quel cazzone eh? E invece te lo puoi solo sognare’. Dalla mia bocca uscivano parole dettate dalla mia eccitazione, dalla disinibizione che mi stava assaltando. E la mia micina aveva iniziato a inumidirsi. Non riuscivo a crederci. Mario sempre più vicino all’orgasmo non smetteva di ribattere: ‘Se tuo padre e il tuo ragazzo sapessero quanto sei stata puttanella oggi’ Sto quasi per sborrare troia adesso ti inondo il culetto!’.

Detto ciò si &egrave avvicinato pericolosamente, cosa che mi ha ridestata dalla trance in cui mi ero ritrovata. Di scatto mi sono tirata su e mi sono allontanata, per evitare che i suoi schizzi mi colpissero. Ma non avevo fatto i conti con la sua autorità e decisione: ‘Eh no bella se vuoi evitare che io vada a spifferare tutto quello che &egrave successo oggi devi fare un’ultima cosa, ti devi prendere da brava la mia sborra!’. Io schifata dall’idea: ‘No vecchio porco te lo scordi!’. E lui: ‘Bene, allora racconterò tutto a un bel po’ di gente e tutti sapranno quanto sei zoccola!’. A quel punto ho provato di nuovo la sensazione di panico precedente: ‘No ti prego non voglio sono una brava ragazza non potrei più andare in giro!’. E lui: ‘Allora fai la brava per davvero, fai quest’ultima cosa e ti giuro che nessuno saprà mai niente di questa mattina’. Io rassegnata ho istintivamente replicato: ‘Cosa devo fare’. Mario, così, ha pensato bene di chiudere alla grande, per se stesso ovviamente: ‘Inginocchiati puttanella!’. Io preoccupata: ‘Cosa vuoi fare porco!’. E lui: ‘Riempirti di sborra quel visetto da santarellina!’. Detto ciò mi ha spinta giù. Mi sono messa in ginocchio, sperando di nuovo che tutto finisse presto. Mi sono ritrovata il suo grosso uccello davanti alla faccia, con la cappella puntata verso di me. Con una mano mi teneva la testa, con l’altra aveva ripreso a smanettarsi velocemente. ‘Sei pronta a farti sborrare il faccino zoccola?’. E io prendendo coraggio: ‘Si vecchio porco sbrigati e finiamola qui!’. Dopo pochi attimi una serie di schizzi caldi e parecchio abbondanti mi ha colpito il viso un po’ ovunque. Saranno stati cinque o sei. Mi sentivo la faccia tutta imbrattata. Il mio volto emanava un forte odore di sperma. Ma incredibilmente la mia passerina era più umida di prima.

Rapidamente mi sono rialzata e risistemata. Sono uscita dallo sgabuzzino, sperando che il mio ragazzo ancora non si fosse svegliato. In fondo erano passati solo una ventina di minuti da quando tutto era iniziato, di là in salone. Ho infilato il viso sotto l’acqua. Ce n’&egrave voluto per lavarmi via tutta quella roba. Poi mi sono tolta definitivamente il perizomino, mettendolo in lavatrice. Come a voler cancellare un simbolo dell’accaduto. Uscita dal bagno ho trovato Mario che soddisfatto recuperava i suoi attrezzi. ‘D’ora in poi torna tutto come prima, questa storia muore qui &egrave chiaro? Hai giurato!’, gli ho detto decisa. ‘Certo bella, nessuno saprà mai che puttanella sei stata oggi’. Questa la sua risposta, con lo stesso tono e la stessa terminologia di poco prima. Cosa che mi ha fatto avvertire un nuovo brivido di calore, considerando inoltre che la mia passerina era un po’ umida.

Mi sono avviata verso le scale, dicendo a Mario di rimettersi a lavorare e di dimenticare tutto. Una volta al piano di sopra ho svegliato il mio ragazzo, iniziando ad accarezzarlo nella parti basse. Con voce roca, per il sonno interrotto, lui mi ha detto: ‘Amore cosa fai? Che succede?’. E io: ‘Sai &egrave tutta la mattina che ho certe voglie, sarà per il sogno che ho fatto stanotte’. E lui: ‘Quale sogno?’. E io: ‘Eh amore, perdonami ma ho sognato un grosso pisello e il proprietario se lo smanettava mentre mi guardava sotto la gonna’. E lui: ‘Ma che sogni fai sei una monella lo sai?’. E io: ‘Si lo so amore scusami ma sono tutta eccitata’. Intanto gli tastavo l’uccello vogliosa. Lui arrapandosi: ‘Ma scusa quanto era grosso il cazzo che hai sognato?’. E io: ‘Eh amore era largo largo, con una cappella impressionante’. Il mio ragazzo infilandomi la mano sotto la gonna e trovandomi umida e senza intimo ha esclamato: ‘Cazzo amore sei bagnata e dove sono finite le mutandine?’. E io: ‘Non le ho messe &egrave tutta la mattina che sono eccitata e non volevo sporcarle. Prendimi amore ho voglia!’. E lui: ‘Ma c’&egrave Mario?’. E io: ‘Si c’&egrave Mario ma che ti importa &egrave fuori in giardino a lavorare’. E lui: ‘Se quel vecchio sapesse che giri senza mutandine, che fai questi sogni porcelli e che siamo qui a fare queste cose gli si risveglierebbe anche il suo cazzetto rattrappito!’. E io: ‘E se invece il vecchio ce l’avesse grosso come quello che mi sono sognata?’. E lui ingelosito: ‘Ma quando mai, e poi se fosse?’. E io: ‘Beh se fosse, mentre tu dormi magari un pensierino ce lo potrei fare’. Il mio ragazzo, colpito dal mio affondo, mi ha messa alla pecorina e mi ha scopata per bene.

Scrivetemi in tanti a maria_mazza88@hotmail.com

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