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Racconti Erotici

Il vero amore

By 10 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019One Comment

UN RACCONTO INSOLITO DEDICATO AD UN’AMICO”’continua a scrivermi”

Un ricordo flebile, a volte quasi invisibile spesso si fa strada nella mia mente, percezione infinitesimale di ricordi che il mio corpo cerca disperatamente di trattenere, di salvare dalla polvere del tempo che, inesorabile guerriero, tutto distrugge rilegando ogni cosa in un posto remoto, nascosto, dove solo coloro che hanno qualcosa di importante da ricordare possono accedere, non senza prima scontrarsi con i rimorsi che ognuno di noi spesso ha dentro’devastatori dell’anima.

‘ Mi parlano di te’solo due foto

ormai ingiallite dal tempo

cerco di scoprirti in un sogno

che non viene,

cerco di parlarti ma tu mi sfuggi.

Rievoco il calore di un tuo sorriso,

il tepore di una tua carezza

ma freddo il giorno ti riporta via

ed io continuo il mio vagare

dentro il mio passato. ‘

Cara mamma”’.

Affido al vento i miei pensieri, le mie paure, le mie troppe incertezze, confidando in lui’che soffi forte forte, perché possa portarti queste mie parole, tutto ciò che non ti ho detto, tutto ciò che qualcuno non mi ha dato il tempo di esprimerti, tutto il mio Amore. Avevo gli occhi ancora chiusi quando sei volata via: in questi anni ti ho sempre immagginata tutta vestita di bianco, mentre ti incammini lungo un viale sfavillante di luci, tanto forti da non poter guardarle, ed io seduta su una pietra a domandarmi perché tu mi lasciavi sola, ad interrogarmi perché tu che mi avevi donato la vita, stessi andando via, l’unica mia certezza era che non ti avrei rivista più.

E quando le luci si sono spente, quando tutto quel trambusto che era intorno a me; persone che piangevano, mi abbracciavano, quando tutto questo cessò, solo allora capii che ero rimasta sola. Non avrei più ascoltato la tua voce che mi cantava la canzone della buonanotte mentre la tua calda mano stringeva la mia scacciando tutti i fantasmi del buio, non avrei più sentito il tuo profumo inebriare le stanze quando aperta la porta di casa al ritorno dalla scuola ti correvo incontro, non ti avrei più vista imbronciata quando cercavo, salendo su di uno sgabello, di arrivare al barattolo di cioccolata che tu tenevi alto nella dispensa; in quel momento mi sono vista come su di uno scoglio piccolo piccolo in mezzo ad un’oceano sconfinato, ed in me comparve il sentimento della solitudine, della paura, fu la mia prima scoperta’terribile, anche perché non potevo condividerla con te, non potevo rifugiarmi tra le tue braccia a cercare riparo, ero sola con me stessa. Il tempo correva..ed io dietro di lui in una affannosa corsa per non restare indietro; a scuola, per la strada, nei miei giochi, mi sembrava essere a metà’.come una parte di me fosse scomparsa, resa invisibile, terribile sensazione di sentirsi incompleti, diversi dagli altri; ma a chi dirle tutte queste cose?’.tutte queste mie scoperte che giorno dopo giorno si facevano strada in me, a mio padre? No, non c’&egrave mai stato tanto dialogo tra noi, non ero nemmeno presente quando ha deciso di raggiungerti ( altro macigno dentro di me ), cercavo allora di crearmi una corazza invisibile che potesse difendermi da tutte le brutte sensazioni, come quando un bambino per non sentire che i genitori litigano si tappa le orecchie, e poi ogni tanto le stappa nella speranza che tutto &egrave un sogno per poi ritornare alla normalità. Ecco io spesso in camera mia serravo gli occhi, mi tappavo le orecchie, e poi correvo in cucina nella speranza di ritrovarti lì, col tuo grembiule colorato indaffarata a preparare i biscotti con la marmellata, quelli che mi piacevano tanto; ma purtroppo appena aprivo gli occhi’tu non c’eri, ed io mestamente tornavo a sedermi alla piccola scrivania col nasino incollato ai vetri a guardare il cielo, le nuvole che correvano..sperando almeno di vederti là. La polvere del tempo ha fatto cumuli negli angoli, muti testimoni del susseguirsi degli anni volati via come vola una foglia staccatasi dal ramo di un albero nel periodo autunnale, e dentro me cominciavano a sbocciare altri sentimenti, altre scoperte, che comunque non avrei potuto condividere con altri. Una scoperta fu Cristiano, mio compagno di scuola, non appena lo vedevo il mio cuore cominciava a battere forte forte, la bocca mi si seccava, e non riuscivo a proferir parola, ero come paralizzata e quando tornavo a casa distesa sul mio lettino mi domandavo cosa potesse essere. A volte stringevo una tua foto tra le mani e ti facevo mille domande, discutevo, parlavo con te, ma tu non mi rispondevi’e a volte mi arrabbiavo pure, tanto che mio padre bussava alla mia porta domandandomi con chi stessi urlando, per poi andarsene mugugnando che in quella casa erano tutti matti, ma io volevo sapere’poi più in là confidandomi con un’amica un po’ più grande di me, seppi che probabilmente era innamorata’come??

Stavo per conoscere il più grande..bello’e misterioso sentimento, quello che tiene in piedi i destini del mondo’l’AMORE’e come ogni volta precedente non potevo confidarlo a nessuno, o almeno non a chi avrei voluto io, cio&egrave a te. Si sa, &egrave dimostrato dai fatti della vita, che nel preciso momento che una persona si fa coinvolgere da questo bellissimo e misterioso sentimento, si aprono delle crepe nella sua corazza esteriore ed interiore, e da quelle spaccature cominciano ad entrare la sofferenza, la gelosia, e si diventa più vulnerabili agli avvenimenti della vita. Ma la cosa più terribile &egrave non avere nessuno con cui confidarsi, le cui braccia stringendo il tuo capo ti possano dire di piangere senza timore, senza vergogna alcuna, rassicurandoti che tutto questo &egrave il percorso naturale della vita.

Cara mamma!

Io ancora oggi nella mia piena maturità, nonostante ho sconfitto molte delle mie paure, sento forte il bisogno delle tue braccia, sento forte in me il bisogno di dirti tante cose, tutto quello che non ho avuto modo di dirti. Vorrei farti vedere il frutto del tuo sacrificio, ciò che nonostante le mie insicurezze sono stata capace di raggiungere, vorrei farti conoscere la tua nipotina, vorrei stringere ancora la tua mano ed ascoltare la tua tenera voce. Oggi ho finalmente capito il significato della parola più semplice ma più misteriosa che possa esistere, il significato della parola ‘ AMORE ‘, che tanti, troppi aprendo le labbra proferiscono senza intenderne veramente il significato, un significato più profondo di quanto possiamo più lontanamente immagginare. Io oggi ho capito che ci si accorge di amare veramente una persona solo quando questa non c’&egrave più, solo quando ci si accorge di averla persa , solo allora nella tristezza, nel dolore, che parallelamente camminano insieme a quel dolce sentimento, solo allora ci accorgiamo di amare. Ma..in un cuore puro si potrà trovare ancora la forza, il desiderio di trasmettere quel qualcosa che per noi &egrave perso agli altri, e allora forse ci sentiremo migliori, donando un sorriso, una carezza, a chi dalla vita non ha ricevuto altro che dolore, quella carezza che io non ho avuto’ma che dono, o almeno cerco , ciao mamma.

Ps. Dedicato a Salvatore.

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