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Racconti Erotici

Immedesimazione

By 11 Maggio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono troppo fragile in questo periodo, non riesco ad essere la me stessa che vorrei.

Vuoi la mente, vuoi il corpo, sono costretta a piegarmi di fronte alla nuova figura di me stessa che dipende sempre più dall’affetto altrui e meno dalla forza che avevo dentro.

E allora, mentre mi sfiora nuda sul letto, inconsapevole di questi miei pensieri, mi sorride un po’ e penso sempre più che per quanto si possa impegnare, a volte se non sarà la mia bocca a dirgli cosa ho in mente difficilmente ci arriverà. Indubbiamente spesso ci arriva, centra il bersaglio e mi legge dentro come fossi uno specchio di acqua lucente ma forse questa volta non può’ stavolta che neanche io so cosa si agita in quello che oggi è solamente un opaco stagno.

Da dove si risale per trovare se stesse? Dove ci si aggrappa per smettere di essere pecore e tornare leoni?

Io che leone lo sono sempre stata, oggi sono la ragazza di zucchero’ dolce come il miele.

Gli chiedo di parlarmi di lei. Lei che incendiava la mia gelosia. Di dirmi come la scopava, di raccontarmi in ogni dettaglio quanto fosse porca perché fare l’amore oggi non mi basta’ voglio sesso, rabbia e frenesia.

Voglio possesso. Voglio di nuovo il mio ruggito.

Parla, fallo.

Quelle mani che ora toccano me prima accarezzavano lei, le stesse vene sul dorso che adesso sfioro si contraevano stringendo i suoi seni, tirandone i capezzoli fino a farla gemere.

A me. Fai a me ciò che facevi a lei.

La presa si stringe sul mio seno, nella morsa delle sue dita il globo di carne si comprime malamente ed adesso sono io a gemere così come faceva lei. Non mi basta, chiedo di più.

Dammi di più, dammi lei.

Mi volta, distesa a pancia in giù, si siede sulle mie ginocchia e intrufola le dita tra le mie natiche. Le piaceva essere violata il culo. Lo racconta e lo fa.

Bagna un dito con la saliva e con quello mi unge il buco, il mio più stretto tra natiche altrettanto sode ma meno imponenti delle sue. Me ne racconta, mi dice di quanto grosse fossero, abbondanti ma non eccessive. Mentre lo fa un dito mi sta scopando il culo mentre l’altra mano impasta la natica sinistra.

Sento lo strofinio interno’ godeva? Col culo godeva?

Si, mi dice si’ si e tanto, godeva con tutto, anche col culo. Adesso la scopata si è trasformata in un pompare violento e le dita sono diventate prima due, poi tre. Mi contorco, quasi opponendomi pur non potendo fare nulla più di ciò se non gemere. Una sua mano mi blocca e il suo peso tutto mi ferma alle ginocchia.

Sento l’orgasmo arrivare e cogliermi e lo avverto di questo.

Te lo diceva lei? Te lo diceva che stava per godere?

Si, lo diceva.

Si alza e mi solleva dalla vita, mi tira su a malapena il culo e, mentre il mio volto è ancora affondato sul letto e il mio respiro affannato dal piacere appena avuto, sento il suo cazzo che spinge per entrare. Quell’asta corpulenta mi apre senza timore, sento il glande forzare un po’ fino ad entrare del tutto, poi il resto che scivola dentro agilmente.

Usurpata del mio spazio, mi reggo alle lenzuola mentre mi scopa. Mi dice che la prendeva così, anche di forza lo faceva, la inculava spesso e lei ne godeva. Le piaceva essere fottuta fino a sentirsi bruciare, ricorda ancora le striature di sangue miste alla sborra dopo essere venuto dentro lei.

Io non sono da meno, sai? Non sono meno puttana’ e ne godo, ne godo come lei, quanto e più di lei.

Sicura? Si che sono sicura’ si che lo sono.

Sento l’orgasmo di nuovo avvicinarsi, stavolta a maggior velocità, stavolta più intenso di prima.

Sento i tremori dentro disperdersi da quello stretto budello arrivando ad investire la figa e a scuotermi le gambe. Mi sento bagnare, mi sciolgo terribilmente tra le cosce e il bagnato arriva ad ungere presto il buco dove il piacere si è originato.

Lo avverto ancora una volta del mio orgasmo ma non si ferma, il mio piacere non è un incentivo a rallentare ma ad accelerare i colpi. Sotto la sua pressione resisto strozzando in gola le grida e sorreggendomi alla meglio per non cedere. Sento il suo cazzo ingrossarsi sempre più e le sue grida mi avvertono della prossimità del suo orgasmo. Mi godrà come faceva con lei’ mi chiede se sono contenta di questo. Mi tratterà da puttana, tale e quale.

Neanche il tempo di finire di dirlo e mi sborra dentro, sento i getti bollenti che mi pervadono l’intestino per poi scendere grumosi lungo le cosce mentre il suo cazzo sguscia fuori ormai svuotato.

Non pago, non sazio mi lecca. Lecca il composto che cola dal buco seguendo le curve del mio corpo.

Lecca e mi bacia.

Sa di me e di lui. Non sa di lei. Ovvio che non sappia di lei.

Sono soddisfatta di esser stata un po’ lei.

Ma sono anche gelosa di ciò che lei è stata.

Lui lo sa, lo sa bene’ è solo un gioco, soltanto un gioco perverso.

E poi’ adesso lui è mio’ .

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