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Improvvisamente Claudia

By 17 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Grazie a Morpheus…!

C

Ore 12.00
Una rapida occhiata nello specchietto per ritoccare il trucco.
Scendo dall’auto e cammino in fretta, inspiegabilmente sicura.
Mi avvicino al tavolino, credo di averlo già individuato.
Alto e grande, occhi scuri e profondi, occhi di chi sa cosa vuole, sempre.
“Ciao bambola”
Sorrido mentre penso a quanto vorrei poter saltare tutti i convenevoli e farmi scopare senza pietà qui, su questo fottutissimo tavolino.

M

Sono arrivato presto, non sapevo dove andare altrimenti, non sapevo se avrei trovato la forza di venire se mi fossi fermato a pensare.
Arriva, la vedo già dal parcheggio. Non ho più saliva, per la tensione, per quanto è bella.
-Ciao bambola- Dico.
La sua aria sicura vacilla un momento.
-Ciao- Risponde e mi guarda con una scintilla negli occhi, addio buoni propositi. Addio incontro in amicizia. Chi prendo in giro…. La voglio.
Mi alzo e ci dirigiamo alle casse, le porgo il braccio e lei lo afferra, schiacciandomi il gomito sul seno… comincia a ribollirmi il sangue nelle vene.
Come se ci fossimo tacitamente accordati di fare in fretta prendiamo tutti e due un panino e una bibita, che sono finiti prima ancora che si sia parlato del più e del meno.
Claudia mi guarda negli occhi mentre parla, ma la sua camicetta è scollata e si deve essere “accidentalmente” dimenticata di abbottonare l’ultimo bottone….
-Si era detto… di fare i bravi…- Balbetto.
-Lo sto facendo…- Risponde e sento il contatto del suo piede sulla coscia.

C

Quanto lo voglio. Basta un leggero contatto contro il mio seno per farmi rabbrividire. Cerco di mangiare in fretta, non riesco nemmeno a concentrarmi su quanto dice. Mi sta guardando nella scollatura… Devo capire se mi vuole quanto io voglio lui. Gli struscio un piede addosso, voglio che mi senta. Mi guarda con aria preoccupata. O la va o la spacca. Muovo delicatamente il piede fino a raggiungere l’inguine. Lo trovo già duro…è la conferma che cercavo.
“Perchè non facciamo un giro…?”
Ci muoviamo come due fantasmi verso la sua auto. Non appena chiudiamo le portiere lo guardo qualche istante fisso negli occhi, crecando di mostrare quanto sento… ed in un secondo mi assale con una foga insperata. Le sue labbra mi succhiano, le sue mani dappertutto. E devo trattenermi dal non montargli addosso e strusciarmi sul suo cazzo che vedo durissimo nei jeans.

M

Avvinghiato a lei niente ha più importanza. Perfino il fatto che nei piani c’era di usare comunque la sua di auto. Mentre mangio quelle labbra succose, strigo quelle tette così morbide, così eccitanti, non mi importa di quante tracce di questa lotta libera stanno sicuramente spargendosi per l’auto.
Lei risponde con calore e passionalità ai miei baci e quando sento la sua mano sul cavallo dei pantaloni perdo letteralmente la testa. Subito contraccambio, strisciando un paio di volte la mano sul suo inguine, lei schiude le cosce per agevolarmi, non ha la minima intenzione di negarsi.
Sbottono i suoi jeans ed intrufolo la mano, l’altra è già scivolata sotto la camicia, sotto il reggiseno, le mie dita già le pizzicano un capezzolo quando supero anche l’ostacolo degli slip.
Sento solo pelle liscia e quello che immagino è una figa rosa e morbida, senza nemmeno un pelo. Le mie dita arrivano al contatto, calore, umido. Devo vederla… Devo baciarla. Sfilo le dita e, guardandola, le annuso profondamente, poi le succhio. Che sapore celestiale.
Torno di nuovo laggiù, mentre divido le attenzioni dell’altra mano tra entrambi i seni, lei accarezza ancora il mio cazzo da sopra i jeans. Questa volta le dita le do a lei da succhire e le sue labbra vi si avvolgono subito, simulando un pompino… Non resisto. Le dita scusciano fuori e le sue labbra schioccano.
-Che aspetti, parti.- Dice e le sue dita hanno sbottonato il mio jeans.

C

Le sue dita mi devastano. Le sento scivolare sulla mia figa bagnata e non posso trattenere un gemito. Lo sento caldo e voglioso, lo sento perverso, come spesso l’ho immaginato. Si succhia le dita intrise dei miei umori e non posso non pensare a quanto vorrei qulle labbra carnose sulla mia figa, la sua lingua calda dentro di me. Ho troppa volgia di succhiarlo, cerco di dimostrarlo quando mi porta le dita alla bocca.
Basta. Gli intimo di partire, non sono in me.
Mette in moto mentre gli slaccio i jenas e libero il suo cazzo perfetto e proporzionato. Lo guardo e gli sorrido.
“Meglio di ogni previsione” Lui non sorride, anzi. Ha uno strano luccichio negli occhi quando mi spinge la testa senza nessun riguardo in giu’, a inghiottire il suo cazzo tutto d’un fiato.
Inizio a succhiare con tutta la foga che ho e alzo lo sguardo di tanto in tanto, perchè veda l’espressione da troia che la voglia di lui mi ha stampato in viso. Guardo i suoi occhi sconvolti dal piacere, lo guardo crecare la concentrazione necessaria alla guida, lo ascolto godere sommessamente ed inizio a gemere a mia volta.

M

Guido tutta in seconda perché la sua bocca mi fotte la concentrazione, in più mi guarda così…. così golosa, come se stesse godendo lei e non io di queste staordinarie sensazioni.
Svolto di colpo in una zona commerciale, rimandando l’appuntamento al Motel. E’ troppo vicino ed io non riesco a pensare nemmeno per sogno di interrompere questo paradiso.
Qui la guida è sicura, la zona è deserta e posso concentrarmi sulle sue labbra che danzano su e giù lungo il mio cazzo, sulla lingua che turbina sulla cappella.
Lascio che sia lei a decidere come farmi godere per un pò ma quando monta l’orgasmo non riesco a trattenermi dall’imporle il ritmo che piace a me, abbadono il cambio ed affondo la mano tra i suoi capelli e la spingo sul mio cazzo fino in fondo.
Lei geme. Approva, le piace. La sua mano si agita all’interno degli slip. Ansima.
-Non venire tu, non godere, voglio farti godere io!- Le strillo, mentre alzo e riabbasso la sua testa sempre più velocemente. La mano abbadona la sua figa e corre a massaggiarmi i testicoli. E’ la goccia che fa traboccare il vaso. Con un urlo selavaggio erutto dentro la sua bocca, schiacciandole la testa più giù che mai, tenedola lì, ben oltre il mio ultimo spasmo di piacere.
C’è una zona imboscata, in penombra, e mentre lei è ancora con le labbra sul mio uccello, dedita a coccolarlo con dolci lappate su tutta la sua lunghezza, ritardandone all’infinito il rilassamento, spengo l’auto. La tiro per i capelli verso l’alto e la bacio. A lungo, mentre le mie dita riprendono il lavoro interroto da lei poco fa.
E’ un lago. Un bollente lago di piacere.
Le mie dita la frugano e il suo respiro cresce, accelera, finché con un fremito fortissimo comincia a godere tra le mie braccia.

C

Mai provato un orgasmi simile, nemmeno nelle mie fantasie piu’ perverse. Il sapore dolciastro della sua sborra ancora sulla lingua, misto al sapore delle sue labbra, e le sue dita che sembravano volermi possedere completamente…non capsico piu’ nulla, voglio solo godere, voglio solo lasciarmi andare, come mai prima.
Mentre godo, completamente avvolta da lui, tutto perde forma. Non c’è piu’ spazio, nè tempo. E mi sento sua, in suo potere, cagna e puttana, desiderosa solo di godere ancora e ancora e ancora. Mi bacia per un tempo infinito, finchè le scosse dell’orgasmo devastante non sono esaurite del tutto. I baci, da dolci quali erano divenuti, si rifanno duri. Ci stacchiamo a fatica, giusto il tempo per guardarci negli occhi e comprendere, da un solo sguardo, che non è finita lì.
Tossisce, cerca di riprendere il controllo e rimette in moto l’auto. Mi sistemo sul sedile, cercando di ricompormi. Ma lui non vuole. La sua mano blocca la mia mentre cerco di coprire il seno. Ed io comprendo, che mi desidera così, oscena. Mentre guida verso il motel la sua mano rimane nel mio reggiseno, immobile, puro segno del suo totale controllo su di me.

M

Passato l’impeto, passata la furia, rimetto in moto.
Lei fa per ricomporsi ma le blocco la mano e lei immediatamente si ferma.
Mi rendo conto che voglio che resti così, oscenamente esposta, sconvolta dalle conseguenze dell’orgasmo. Mi rendo conto che voglio che la vedano così, troia e mia.
Il traffico è lento e procede spesso su due file parallele lentissime.
Ogni volta che ci si affianca qualcuno è inevitabile che dia un occhiata nel nostro abitacolo. Non possono vederle i Jeans aperti ma la mia mano sul suo seno sì, la sua camicetta aperta sì, i suoi capelli scombinati pure. I camionisti strombazzano, godendo di una visuale privileggiata e lei trema leggermente, senza parlare.
Dal suo seno scendo lentamente giù, di nuovo alla ricerca del suo fiore. La trovo fradicia, più di prima, più del momento dell’orgasmo.
-Brava la mia Bambola.- Le dico
Il tizio della reception del Motel ne avrà anche viste di tutti i colori ma strabuzza lo stesso gli occhi vedendo noi.
-Documenti.- Dice cordiale ed io glie li passo con la mano che tenevo tra la cosce di Claudia.
Entro nella stanza prima di lei e appena lei varca la soglia e chiude la porta le sono addosso.
L’afferro e la volto, lei per non cadere si appoggia con entrambe le mani alla porta. Le stringo i seni forte e le dico all’orecchio quanto voglio che sia porca la mia Bambola. Le dico che deve stare ferma mentre la spoglio e che quando avrò finito di spogliarla voglio che mi faccia un massaggio total body. Lei non fa che dire sì, sì. Ed io comincio a toglierle la camicia.

C

Le sue mani decise che mi spogliano sono una tentazione troppo forte. Lo fa con assoluta concentrazione ed insieme infnita naturalezza. Rispondo sì a qualunque domanda, troppo confusa, troppo calda, troppo succube di quell’uomo. Sono completamente nuda ora. Lui si allontana qualche passo e mi scruta. Mi sento piccola…e questo non fa che accentuare la mia voglia. Fa segno con la mano di fare un giro su me stessa.
Lo faccio e mi sembra di vedere i suoi occhi che mi colpiscono, pur essendo di spalle. Dopo un tempo che mi è sembrato infinito lo sento appoggiarsi contro di me. Mi punta la sua erezione coperta dai jeans sul culo mentre mi palpa il seno, e succhia dolcemente i lobi delle mie orecchie, costringendomi ad abbassarmi, a piegarmi in avanti, sotto il peso del suo corpo. La sua mano si sposta tra le mie gambe.
“Controllati, bambola. Ora hai un ordine da eseguire.” Detto questo si volta e tirandomi per un braccio prende a camminare, poi si sdraia sul letto e mi guarda deciso.
Voglio farlo impazzire, non penso ad altro. Mi avvicino a lui ed inizio a spogliarlo lentamente, partendo dalla camicia. Bottone dopo bottone…acacrezzando e leccando
ogni mm di pelle man mano che la scopro.
Lo guardo spesso engli occhi, dal basso, con l’aria di una bambina che ha appena ricevuto il tanto desiderato lecca lecca. Tolta la camicia mi dedico ai pantaloni, con la stessa rigorosa dinamica. Quando finalmente è nudo lo faccio girare di schiena e mi sdraio lentamente sopra di lui, assaporando le meravigliose sensazioni del mio corpo nudo contro il suo.

M

Sento il calore del suo corpo premuto sul mio, sento la staordinaria morbidezza del suo seno premuto contro la schiena. Non ha detto niente dei miei chiletti di troppo, mi ha spogliato quasi con venerazione negli occhi ed ora si muove sinuosa su di me, dandomi piacere a ondate.
Quando con le cosce comincia a massaggiare le mie, sento distintamente il tocco umido della sua figa sulla pelle. E’ bello sentirla così eccitata e d’improvviso mi ricordo di quanta voglia ho di guardargliela, di baciarle quella figa succosa e depilata come piace a me.
Claudia continua imperterrita il suo movimento su di me. Instancabile. Sono certo che proseguirebbe ad oltranza, fino allo sfinimento, se non le dicessi qualcosa. E’ una sensazione così nuova, così eccitante, sapere di poter disporre di lei a mio piacimento. E senza farle torto perché il suo piacere è dare piacere a me.
-Brava Bambola.- Le dico, sinceramente soddisfatto. -Ora mettiti giù, tocca a me.
Si siede praticamente a ridosso della testiera del letto e spalanca oscenamente le cosce, guardandomi fisso negli occhi. Cerco di reggere il suo sguardo ma i miei occhi vengono inevitabilmente attratti da quell’albicocca succosa che mi mostra così aperta e bagnata. Poggio le mani sulle sue caviglie e lentamente risalgo, stringendo e strofinando. Le mie mani sono grandi, calde e io so come usarle le scappa un mugolio e lentamente le sue cosce si rilassano.
Vorrei essere più lento, più misurato ma appena sento il profumo della sua eccitazione perdo la testa e mi attacco alla sua figa cominciando a succhiarla come un ostrica. Come in un bacio osceno succhio le sue labbra con le mie e mentre le grandi labbra sono polpose e sode, divertenti da agguantare con la bocca, le piccole sono lembi di tessuto supersensibile, che la fanno tremare ogni volta che ne tiro una dolcemente verso l’esterno.
Alla fine passo al clitoride, soffermandomi su di lui per tutto il tempo necessario a farla impazzire. Intanto le mie dita hanno cominciato a frugare dentro di lei. I suoi umori hanno un meraviglioso sapore di femmina che mi inebria. Lei geme, so che una stimolazione diretta, così prolungata può anche mutarsi in dolore ma le sue mani restano ostinatamente lungo i fianchi. Non mi interromperebbe mai. Ed io non smetterei mai ma la mia voglia di scoparla ora è troppa ed ancora non ho dedicato le giuste attenzioni al suo culo.

C

Sono in estasi totale, tra quella lingua e quelle dita.
Ma l’idea del suo cazzo, lì, pronto e duro, mi risveglia.
Lo guardo ngli occhi.
“Scopami, ti prego.”
Non se lo fa ripetere due volte.
In un lampo sale su di me. Mi punta quella cappella meravigliosa sul clitoride e me lo sfrega fino a farmi impazzire. Quando già sono sconvolta e prossima all’orgasmo, mi sorprende ficcandomelo dentro tutto d’un colpo.
Mi avvinghio forte a lui… mi sento così piena, così eccitata, che non posso fare a meno di muovermi convulsamente per agevolare le sue spinte.
Le sue mani si spostano di continuo, dai capezzoli al viso, alle gambe, in una stimolazione totale.
E le sue labbra, presenza costante sulle mie.
Godo, come una vera puttana, perché questo sono ora, LA SUA PUTTANA… e non chiedo di meglio.
Mentre vengo, urlando quasi per il piacere, lui mi bacia piu’ forte, rallentando la velocità e la lunghezza delle spinte, lasciando il suo cazzo dentro di me, quasi completamente.
Rallenta ancora, è quasi fermo ma continua a baciarmi.
La mia figa ormai è un lago di umori.
Uno sguardo intenso e la sua promessa…
“Non finisce qui….girati bambola.”

M

La sensazione di potere inebria ogni cellula del mio essere.
E’ bello sentire di possedere i mezzi per far si che una donna goda e sentir godere così una donna come Claudia, inebrierebbe di felicità chiunque. Non siamo insieme che da poco più di un ora ed ha già goduto due volte ed ogni singolo movimento del suo corpo denota il suo essere pronta a godere ancora.
Ha cominciato a fremere poco dopo che l’ho penetrata. La sua figa era ed è un fiume in piena, il mio cazzo ne è stato avvolto e risucchiato ma il troppo recente orgasmo fa si che io abbia una sensibilità leggermente inferiore ed una resistenza pressoché doppia.
Lei però ha già goduto, non devo dimostrale le mie doti, posso lasciarmi andare, posso mettermi nelle condizioni di godere.
C’è qualcosa che minerebbe le mie resistenze… qualcosa che solo all’idea il cazzo mi pulsa e si gonfia…
-Girati Bambola.- Le dico e, morbida, sinuosa lei esegue la mia richiesta… il mio desiderio… il mio ordine.
Sa bene cosa voglio ed appena è pancia sotto, punta i gomiti sul letto sollevando il bacino.
Io, inginocchiato sul letto, assisto allo spettacolo della sua figa, schiusa, luccicante di umori, e dell’ano che si contrae in attesa della mia intrusione.
Con le mani le separo lentamente i bellissimi glutei e, tra i suoi gemiti fortissimi, passo la lingua un paio di volte partendo dalla figa e soffermandomi sull’ano qualche istante.
Poi con le dita comincio una delicata preparazione.
Sono concentrato e non mi accorgo per un po’ di lei che mi guarda con sguardo vacuo. Poi però la vedo.
-Che c’è Bambola?- Le chiedo, temendo per un attimo che le mie due dita dentro di lei le risultino dolorose.
-Mettimelo dentro, ti prego.- Dice. -Inculami, adesso!- Continua nella supplica e il mio cazzo diventa di marmo dall’eccitazione. Fa quasi male.
-Ti Prego!- Insiste e, facendo leva sul collo, libera le mani che porta alle natiche, separandole oscenamente.
Non resisto.

C

Ed ora eccolo nel mio culo.
Non avrei potuto aspettare ancora. Sebbene sia una pratica che solitamente mi lascia piuttosto indifferente, ora sentivo l’esigenza, la necessità fisica, di essere presa anche così.
Di sentirmi sua in ogni orifizio del mio umile corpo.
Dopo la mia supplica l’ho visto arraparsi a vista d’occhio.
Mi ha accontentata subito.
Ha sfregato e inzuppato la punta del suo bellissimo cazzo nei miei umori, ormai incontrollati e poi, senza pausa, senza darmi il tempo di rendermene conto, mi ha spaccato il culo penetrandomi di colpo.
“Ancora” gli dico… “Piu’ forte, ti prego, piu’ forte”.
Perchè non mi basta mai.
Perchè vorrei mi penetrasse completamente, col cazzo, come precedentemente ha fatto con le parole.
Sua la mente ed ora, suo il culo.
Prendo a toccarmi forte il clitoride.
Le sue mani mi allargano, poi mi prendono per i capelli per tirarmi a lui e baciarmi oscenamente, poi corrono sui miei seni a stuzzicare i capezzoli.
Ho voglia di godere ancora.
Sono pronta a rifarlo!
Le spinte del suo cazzo aumentano ogni istante. Il solo rumore delle sue palle contro la figa mi manda su di giri.
Sto per godere ancora, glielo dico, glielo urlo.
E quando di nuovo vengo colta dall’orgasmo lo sento riempirmi il culo del suo liquido caldo e poi uscire e schizzarmi sulle natiche.
Mentre mi accascio distrutta ed appagata muovo lascivamente il bacino avanti e indietro, assecondando le sue spinte tra le natiche bagnate di sborra.
Poi mi tiro su, carponi sul letto e prendo a leccare dolcemente e succhiare piano il cazzo che tanto mi ha fatto godere, ripulendolo come merita e lasciando che si riposi tra le mie labbra.

M

Aggrappato ai suoi morbidi fianchi aspetto di tornare sulla terra.
Aspetto che il tremore passi, che il sudore smetta di scorrere giù dalla fronte e dalle spalle, che il cuore ritrovi un battito regolare.
E’ stato selvaggio, proibito, perverso, animalesco… meraviglioso.
Ora, soltanto ora, comprendo cosa significa e perché viene utilizzato il termine “possedere” una donna.
Sono stato più rude di come io stesso mi immagino ma ho risposto alla sua richiesta, l’ho presa, usata, era stretta, non so come non abbia urlato di dolore eppure era goduria quella che usciva dalla sua bocca, lussuria pura urla di piacere che hanno attirato la mia bocca nella sua, le mie mani sul resto del suo divino corpo.
Il suo orgasmo ha richiamato irresistibilmente il mio, che è esploso dentro di lei. I movimenti allora si sono fatti lenti, appagati, i respiri sono tornati lentamente regolari.
Sguscio fuori da lei e mi giro, mi sdraio e lei invece resta lì, accucciata accanto al mio bacino. Il suo viso ha un indecifrabile espressione a metà tra l’estasi e la perversione, si china su di me e appoggia le labbra sul cazzo, cominciando a ricoprilo di baci e dolci e leggere succhiatine.
Tremo di piacere. Ancora.
La osservo, la pelle luccicante di sudore, i capelli umidi di sudore che le ricadono sul viso, gli occhi socchiusi, le labbra rosse e turgide, l’espressione di chi ama incondizionatamente quello che sta facendo. E’ completamente assorta nel compito di venerare il mio cazzo. Quasi non riesco a crederci.
E’ una sacerdotessa del tempio, una Gheinsha dell’imperatore, un’odalisca del sultano.
Mi rendo conto di una cosa, non sono la persona più adatta a cui dare un simile potere… non mi sazierò mai del suo corpo se è lei a concedermelo così completamente.
Il pensiero sembra ridestare i miei istinti primordiali. Il cazzo ricomincia a prendere tonicità mentre Claudia lo bacia, lo lecca e lo gusta ora con un sorriso di trionfo sulle labbra.
Non ne facevo tre da… da… da un sacco di tempo.
Appena torno decentemente in forma lei si solleva lentamente e dolcemente se lo appoggia tra i seni.
Comincia a fare su e giù guardandomi fisso negli occhi tremendamente seria e concentrata.
Non pensavo se ne ricordasse, le avevo detto cosa mi sarebbe piaciuto fare in mezzo ai suoi seni…
Va avanti instancabile, distogliendo gli occhi dai miei solo quando guarda in giù, alla ricerca della cappella che le fa capolino tra i seni, per baciarla voluttuosamente.
-Godo Bambola!! Godooo!- Grido e lei, con le labbra poggiate sulla cappella, lascia che la mia terza, debole, eiaculazione le coli oscenamente dalla bocca ai seni.
Deglutisco, sospiro. E’ ufficiale, ho un amante.
Non ci penso nemmeno lontanamente alla possibilità che questo sia solo un episodio irripetibile.
L’afferro per i capelli con un po’ più di forza di quelle che servirebbe e l’attiro a me. La bacio con tutta la passione che posso. Ma quando la guardo non so proprio che dire.
-Non voglio rubarti il cuore.- Dice, intuendo i miei dubbi. -Ma sono tua in tutti i modi che vorrai.-
La bacio di nuovo. Un bacio rude. Sensuale. Forse non ci sono parole per dirle quello che devo, è il mio corpo a parlare per me.

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