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in treno verso casa…

By 14 Dicembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Circa un mese fa ho passato un bellissimo week end a Milano da alcuni amici, ci siamo divertiti girando per locali e bevendo in compagnia in ricordo dei ‘vecchi tempi’. Ormai loro sono tutti sposati, separati, risposati, nonostante siano ancora tutti sotto i trent’anni. Io sono l’unica che prosegue sulla sua linea dura di ‘single convinta’, mi piace esplorare il sesso in tante sue forme e non voglio legami. Poi dopo l’ennesimo divorzio di una cara amica ho confermato ancora di più questa scelta. Dopo due giorni di svago mi sono recata alla stazione centrale per prendere il mio treno, mi attendevano circa tre ore di viaggio verso casa. Viaggio che iniziò in modo tranquillo, vicino a me avevo una famiglia con due vivacissimi e per niente stanchi bambini. Fortunatamente sono scesi quasi subito, non volevo arrivare a destinazione con mal di testa. è salito un uomo sulla quarantina, molto affascinante: capelli neri ondulati, occhi marroni, fisico atletico. Abbiamo iniziato a parlare del più e del meno, francamente ero un po’ stanca e non avevo molta voglia di discorrere a lungo. Lui era molto interessato e mi faceva domande sulla mia vita, su cosa avevo fatto a Milano eccetera. Notavo che mentre mi parlava mi guardava la scollatura che metteva in risalto il mio abbondante seno, la cosa iniziò a interessarmi. Avevo una camicetta bianca e intimo nero di pizzo, che ovviamente si vedeva… Lo guardai bene, doveva essere molto dotato… con la scusa del caldo sul treno mi tolsi la giacca, restando così in camicia semiaperta e minigonna con calze autoreggenti lavorate. Il nostro vagone era semivuoto, c’erano solamente altre due persone che scesero qualche fermata dopo. Decisi che era giunto il momento di movimentare un po’ il viaggio, accavallai le gambe più volte sorridendogli, lui continuava a guardarmi. Finalmente prese coraggio e sei sedette vicino a me. Mi mise una mano su una gamba, io gli accarezzai il volto. Avrei voluto baciarlo, era così sexy ma non sapevo se la cosa poteva andargli bene. Mi lesse nel pensiero e mi baciò con passione, mentre faceva salire la sua mano tra le mie gambe.
‘Dio sei bellissima, ho tanta voglia…’.
Sentire le nostre lingue che si incrociavano, univano, la sua mano che si muoveva e giocava con i pizzi delle calze autoreggenti mi fece bagnare molto.
‘Toccami… non ce la faccio più’, gli dissi invitandolo a darmi piacere.
La sua mano salì e spostò il sottilissimo perizoma nero ormai fradicio, con l’altra mi aprì la camicia e mi succhiò un capezzolo durissimo.
Continuava a masturbarmi procurandomi scariche di piacere a ogni suo tocco.
‘Continua ti prego, mi piace’ e lo indirizzai verso il clitoride duro. La sua bocca scese… sostituì la mano con la lingua. Io tenni ferma la sua testa, accarezzandogli i capelli.
Non riuscivo a trattenermi dal gemere di piacere, speravo che non passasse nessuno.. per fortuna la fermata successiva era lontana.
‘Dai così, mi fai venire’ e lui continuava a leccarmi con forza… dopo sei o sette leccate intense venni. Lui leccò tutti i miei umori…
Dopo mi guardò, ansimante, rossa in volto e mezza nuda sul sedile… lo baciai, sentii il mio sapore, mi eccitai di nuovo. A quel punto gli salii sopra, ma lui mi fermò.
‘Aspetta, voglio che me lo prendi in bocca, leccalo’. Mai richiesta fu così gradita, gli tirai fuori il pene eretto da tempo… iniziai a baciargli e leccargli le palle… lui mi accarezzava la schiena.
‘Ah……sì, mi piace…. sapevo che eri una brava succhia cazzi…’. Salì sull’asta, leccandogliela lentamente e in modo lascivo. Feci così due o tre volte, poi mi alzai e mi inginocchiai meglio. Gli presi nuovamente il pene ormai viola in mano, lo appoggiai alle mie labbra…. volevo farlo attendere perché godesse di più. Gli baciai la cappella, poi mi decisi a aprire la bocca e tirare fuori la lingua. La leccai intensamente, nel mentre continuavo a segarlo. Lui godeva e venne subito nella mia bocca, ingoiai tutto… Peccato… volevo che resistesse di più… mi piace averlo in bocca.
Ci rivestimmo e il viaggio proseguì. Lui non mi chiese il numero e la cosa mi rattristò un po’. Arrivata a destinazione scesi dal treno, lui mi aveva detto che doveva scendere due fermate dopo… Uscii dalla stazione, era buio e la mia città era già illuminata per le feste natalizie anche se mancava molto tempo…
Faceva freddo e decisi di non attendere il bus ma di prendere un taxi, mi recai quindi alla postazione auto. Prima però feci un salto nei bagni, entrai e con mio grande stupore vidi il mio compagno di viaggio che usciva dai servizi maschili. Non riuscii nemmeno a salutarlo, si avvicinò e mi baciò, sbattendomi contro un muro. Io dovevo andare in bagno, ma era tutto così eccitante…
‘Ti ho mentito, abito anche io qui, ora ci potremmo rivedere’ furono le uniche parole pronunciate mentre mi baciava, toccava e mi faceva bagnare di nuovo.
Mi portò nei bagni delle donne, ci chiudemmo dentro a un cesso e lui tirò subito fuori il pene. Io gli dissi ‘Devo urinare, aspetta’. Mi guardò mentre la facevo e si segava… non mi era mai successo prima…
Dopo mi alzò con forza dal water, mi tirò su la gonna e me lo mise dentro così… senza ulteriori preliminari.
‘Ah… si… mi fai male, continua….’. Se sono presa con forza riesco a sentire meglio il piacere derivato da mio punto G. Godevo tanto e sentivo il suo pene duro che entarva e usciva dalla mia vagina poco lufrificata, poi con forza lo mise dentro e iniziò a spingere…. era quasi al punto G…
‘Vai più su… e fottimi….ah…’ seguì le mie indicazioni e mi ritrovai in un bagno di una stazione a urlare di piacere, sudata, accaldata e con ogni muscolo del mio corpo coinvolto nell’orgasmo. Il suo membro duro arrivò senza problemi al mio punto di massimo piacere.
Lui venne riversando dentro di me molta sborra… io venni….
Uscimmo dal bagno e c’era una signora anziana che ci guardava con disprezzo…. eh… l’invidia e la nostalgia di certe cose!
Fuori dai bagni ci baciammo e, finalmente, ci presentammo.
‘Mi chiamo Marco’.
‘Io Jasmine’… mi diede il suo numero e da allora iniziarono molte avventure….

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