Skip to main content

La cascina abbandonata

By 8 Maggio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Fine primavera.Sara aveva deciso di mettersi in forma per l’estate e piuttosto di rinchiudersi in una palestra a sudare su una cyclette o a saltare su uno step per ore aveva preferito una bella corsa tra i boschi, in campagna,poco lontano da casa sua.La ragazza viveva in una villetta con i genitori,non lontano da una grande città del nord.Sara,22 anni,castana,occhi azzurri,era una bellezza appariscente,grazie al corpo che madre natura le aveva fornita:sinuosa,con due seni tondi e sodi (Portava una terza),e un culetto stratosferico faceva schizzare a mille i pensieri di ogni uomo che incontrasse.Quel pomeriggio Sara si era vestita con una semplice tuta abbondante,niente di attillato,per fare un po’ di sana attività fisica all’aperto.Faceva caldo,ma verso sera l’aria si rinfrescava e correre vicino ai boschi non sarebbe stato particolarmente faticoso.S’incamminò fino a raggiungere una stradina sterrata che arrivava sulle sponde del fiume e da lì costeggiava la riva per diversi chilometri.Era un giorno infrasettimanale e non avrebbe trovato né famiglie né i gitanti della domenica.La ragazza cominciò la sua corsa.Manteneva un certo ritmo.Con quella tuta casta non si potevano intravedere gli abbondanti seni che si muovevano su e giù,e neppure le chiappe abbondanti che nascondevano un buchino candido e roseo.Superò il fiume e imboccò una strada che andava verso i vasti pioppeti.La ragazza cominciava a sudare,ma resistette.A un centinaio di metri da lei una macchina,ferma sul ciglio della strada,era l’unico segno della presenza umana.La ragazza, poco alla volta, si avvicinò.Sapeva che la zona era frequentata da pescatori.Sara la raggiunse senza fermarsi,ma rallentò il ritmo solo per una questione di curiosità.Lo spettacolo che vide la lasciò completamente di stucco.Al volante della vecchia stava un signore,distinto,che aveva probabilmente passato la cinquantina.Capello brizzolato,occhi chiari e occhiali da vista.Non era certo il tipo che faceva girare la testa ad una ragazza e anche l’espressione aveva qualcosa di maniacale.Sembrava il classico padre di famiglia irreprensibile di giorno e la notte gran montatore di transessuali e puttane..L’uomo,che aveva visto nello specchietto la ragazza avvicinarsi,si era preparato al suo arrivo;aveva i pantaloni abbassati e un grosso cazzo,turgido e scappellato,che teneva fra le mani.Sara rimase di stucco.Il finestrino era bassato e l’uomo,mentre si toccava oscenamente la grossa asta,le disse ‘Ciao bella,ti va di succhiarmelo?-. Sara rimase muta,sentendosi preda della sorpresa.La dotazione dell’uomo era notevole.La cappella,lucida per la saliva,svettava rossa e imponente.Se lo segava lentamente,godendo di ogni movimento della mano.Negli occhi dell’uomo si leggeva un gran piacere nel mostrare alla ragazza il suo arnese. Sara si sforzò e proseguì,seppur turbata da quell’oscena proposta.Sapeva che a volte,da quelle parti,si trovavano guardoni, coppiette e gay e anche lei insieme al suo ragazzo era stata spiata in auto mentre scopavano,ma non immaginava di ricevere proposte di quel genere. Proseguì la corsa e prese un sentiero secondario,allontanandosi dall’uomo e dalla sua macchina.Dopo una ventina di minuti giunse nei pressi di una vecchia cascina abbandonata.Non sapeva neppure dell’esistenza di quel posto.Il cascinale appariva abbandonato,con i vetri alle finestre rotti e il tetto malconcio.Tutto intorno erano cresciute sterpaglie e piante rampicanti. Sara si fermò a guardarlo.Intorno a lei c’era il silenzio.In quel momento avvertì lo stimolo della pipi.Si legò i lunghi capelli castani fino a formare una lunga coda e si guardò intorno .Abbandonò il sentiero e raggiunse uno dei cespugli che stavano di fronte alle finestre a pian terreno del cascinale.La ragazza,certa di essere sola,raggiunse le piante e con circospezione si calò i pantaloni e le mutandine.Indossava un piccolo perizoma bianco.Rimase così in piedi, con la figa depilata all’aria .Aveva una passera carnosa,con labbra rosee e molto pronunciate,quasi a formare un lieve rigonfiamento.Era la tipica fighetta da diciottenne,pur avendo già passato quella magica età.Essendo sudata sentì una piacevolissima frescura invaderle il centro cosce.Si guardò ancora una volta intorno e azzardò.Si tolse completamente i pantaloni e si accovacciò rimanendo con indosso solo la parte sopra della tuta.Il solco delle chiappe si allargò e uno zampillio di pipi fuoriuscì dalla figa leggermente umida.Per un momento pensò se qualcuno l’avesse vista lì,a cosce aperte,a fare pipì,completamente nuda.Le venne in mente l’incontro di prima e per un attimo immaginò che l’uomo l’avesse seguita e ora si stesse masturbando guardandola nuda. Provò un brivido di piacere per quelle fantasie così immorali.Come un lampo il pensiero di tornare indietro sui suoi passi e di accettare la sua proposta le attraversò il cervello. Sara era un’appassionata pompinara ; succhiare il cazzo era la sua specialità e per un attimo si immaginò a ingoiare l’arnese dello sconosciuto,standosene nuda con la figa all’aria come una delle prostitute che vedeva battere sulla provinciale.Spesso si chiedeva come doveva essere quella vita,che cosa si provava a prendere cazzi da ogni sconosciuto che passava e a mostrarsi senza pudori.Erano le 7 di sera e preferì proseguire la sua corsa.Di certo l’uomo era un abitudinario e se avesse voluto lo avrebbe ritrovato ancora,magari nei giorni successivi.Si rivestì con lentezza e riprese la strada.Non poteva sapere che dalle finestre del cascinale qualcuno l’aveva spiata.Costeggiò i muri della casa e girato l’angolo si ritrovò come spiazzata.Davanti alla porta d’ingresso della casa c’erano appoggiati al muro alcuni motorini,ma la cosa che più la preoccupò fu la presenza dei loro proprietari.C’erano quattro ragazzi extracomunitari,seduti su alcune seggiole da giardino che parlavano fra loro e bevevano birra.Non avevano certo le facce dei bravi ragazzi con cui Sara era abituata a uscire;era gente abituata ad una vita senza certezze,pronti a sfuruttare ogni occasione si presentasse loro senza pensare alle conseguenze.In quel momento sulla porta di casa si affacciò un uomo,anch’egli arabo,e più vecchio degli altri che la guardò ridendo.Era lui che l’aveva spiata poco prima mentre ,nascosta dietro i cespugli,si era denudata.L’uomo,con la faccia aguzza,e un’ispida barba,la spogliò con gli occhi.Il cazzo gli premeva nei pantaloni dopo aver visto quello spettacolo inatteso.Si scambiarono alcune parole nella loro lingua e tutti gli sguardi furono per la ragazza davanti a loro. Sara ebbe paura;rimase come paralizzata.Non sapeva se scappare o continuare e cercare di far finta di niente.Erano arabi,molto probabilmente clandestini, ed erano tutti sui 20 anni.La ragazza fece alcuni metri e quando li raggiunse,uno di loro le rivolse la parola.
-Hai sete?Abbiamo dell’acqua da offrirti-le disse in un italiano stentato.
-No grazie-disse la ragazza con un filo di voce.
Il ragazzo disse qualcosa ai suoi amici che scoppiarono a ridere. Sara sentì il cuore batterle a mille.Uno dei ragazzi,che aveva in mano una bottiglia di birra le si avvicinò e gliela porse.Più che un invito le parve un obbligo.La ragazza vinse il senso di schifo e porse la bottiglia alle labbra.Gli occhi di tutti erano su di lei.Bevve uno, due, tre sorsi.Si dissetò e lo stesso ragazzo le porse una sigaretta.Sara come ipnotizzata la prese e se la mise in bocca.
Fece due profonde boccate e la tensione scomparve.Stranamente quella situazione,così inaspettata e inquietante da principio,ora cominciava a piacerle.Sapeva che a casa non c’era nessuno ad attenderla,i suoi erano in vacanza e nessuno avrebbe potuto vedere ciò che aveva in mente.Da sempre una delle sue fantasie era quella di essere presa da più uomini insieme,di essere violentata,ed ora il destino le aveva dato quell’opportunità.Era al centro dell’attenzione di tutti quegli uomini che certamente da tempo non scopavano.Lei era giovane,bella ed era lì,da sola.Le avrebbero potuto fare qualsiasi cosa senza che nessuno se ne accorgesse. Sara prese ancora la birra e bevve.L’alcool a stomaco vuoto fece il suo effetto,scaldandola.Le fecero alcune domande,banali;le chiesero come si chiamava,se aveva il ragazzo,quanti anni aveva.La spogliavano con gli occhi mentre i loro sguardi si posavano sul corpo della ragazza nascosto dagli indumenti.Lei rispose come assente.Con lo sguardo si fermò sui rigonfiamenti che s’intravedevano nei pantaloni degli arabi che continuavano a guardarla con lussuria.Se fosse scappata l’avrebbero certamente rincorsa e aggredita,mentre accettando l’invito sembravano essersi acquietati,anche se non l’avrebbero lasciata andare senza divertirsi .Sara si sentì avvampare. Sentì la figa colarle tanto era eccitata e come le accadeva in certe situazioni,sorprese i presenti.Guardandoli tutti si tolse la maglietta mettendo in luce i suoi splendidi seni tondi,rosei,con due capezzoli durissimi.Gli arabi rimasero a bocca aperta,spiazzati da quella trovata.La ragazza improvvisò uno spogliarello;si accarezzò i seni,come una di quelle spogliarelliste nei locali per soli uomini, mentre con la lingua mimava la sua abilità nello slinguare.Passò tra i presenti sfiorandoli,ma non troppo.I ragazzi cominciarono a tastarsi il pacco e prima che scoppiassero Sara portò a termine la sua performance.Si sfilò pantaloni e slip,rimanendo completamente nuda con la figa larga e sbrodolante.Si muoveva,ballava per loro,allargandosi le grandi labbra e mostrandosi oscenamente per i presenti.Si leccava le dita mimando favolosi pompini e si sditalinava fissando con lussuria gli extracomunitari.Voleva essere la loro troia,come in quei film porno che ogni tanto qualche ragazzo le aveva fatto vedere.La situazione la fece sentire la più grande delle puttane:nuda e vacca,all’aperto e alla mercè di chiunque.I ragazzi non resistettero oltre e si avventarono su di lei frugandola ovunque,esaminandola come in una perversa visita medica di gruppo.Le mani le afferrarono i seni,le si infilarono nella figa allargata e si bagnarono dei suoi succhi.Sara,in preda alla cieca libidine si sporse in avanti per porgere il culo.Il buchino,candido e stretto,si aprì per la gioia degli uomini.I commenti si sprecarono insieme alle sonore pacche sulle splendide chiappe:’Puttana bianca,hai un culo da sfondare’,’Guarda che figa,ha voglia di cazzo’,’Ti riempiamo di sborra,troia bianca’.
Il più anziano di tutti ordinò di portarla dentro.I ragazzi la presero,sollevandola.Se la caricarono in spalla;la ragazza oramai come in trance e in attesa di essere chiavata a dovere ,si lasciò prendere e portare all’interno della casa completamente nuda.I vestiti rimasero in strada e il suo solo pensiero erano tutti quei cazzi che tra poco l’avrebbero riempita. Continua

L’interno della cascina era costituito da diversi ambienti,tutti in uno stato precario.C’erano materassi un po’ dovunque,sedie e cose vecchie;i ragazzi la portarono nell’ultima stanza dove c’era un grande materasso e intorno una pila di giornali pornografici.Era lì che i ragazzi andavano spesso a masturbarsi o a farsi reciproci pompini in mancanza di una femmina.La gettarono sul materasso a pancia in su. Sara rimase a gambe aperte e cominciò a masturbarsi,mentre i presenti si spogliavano. I cazzi già duri fuoriuscivano dai pantaloni,finalmente liberati.Erano tutti ben dotati,tosti;alcuni erano molto lunghi,mentre quello del più vecchio era un manganello largo e scappellatissimo,con due grosse palle pendenti.In due le riempirono subito la bocca costringendola a ingoiare quei pezzi di carne,mentre gli altri,con la foga dell’astinenza,le sditalinavano figa e culo con forza,provocandole furiosi orgasmi.Il più anziano la face mettere alla pecora e mentre si menava il cazzo la sculacciava con violenza,godendo di quelle natiche che diventavano rosse a ogni schiaffo.Il culo di Sara,sodo e tondo,sobbalzava sotto i colpi,e la ragazza godeva come la peggiore delle cagne.Le allargarono il buchino infilandole più dita che lubrificavano passandole prima nella figa.Nel frattempo i primi due sborrarono nella bocca della ragazza e lo sperma le colò sul viso,caldo e acido.Cominciarono a montarla fra l’eccitazione e l’ilarità generale.Godevano nel vederla così umiliata e nonostante il bel visino,sempre il più anziano,le si posizionò con il culo sulla faccia obbligandola a leccare.Sara passava la sua lingua ingoiata tra le chiappe dell’uomo,come una femmina infoiata.Non aveva più pudore di nulla e voleva godersi appieno l’occasione.L’uomo si masturbava come un porco finchè non le schizzò sulla pancia.I cazzi degli altri cominciarono a sfondarla davanti e dietro e la sensazione fu quella di un riempimento pazzesco.Quando uno sborrava c’era sempre un altro pronto a sostituirlo. Sara era diventata la loro puttana da montare a piacimento.Dopo due ore di sesso, le pisciarono addosso per completare la loro opera.Ora era davvero finita.Sara si rese conto in quel momento di quanto l’avevano fottuta:la sborra le colava dal culo e dalla figa in quantità,oltre ad essere bagnata di piscio.Eppure era felice di ciò che aveva provato e nonostante l’apice della scopata fosse trascorso,non sentiva neppure la necessità di rivestirsi.Se ne stava sdraiata,sul materasso,ancora oscenamente nuda,guardando i suoi partner.I ragazzi si accorsero del piacere della ragazza e la invitarono a rimanere con loro per la cena.Avrebbero diviso qualcosa. Sara senza farselo dire accettò.Accesero un fuoco all’interno del cortile e uno dei ragazzi ,insieme ad una bottiglia di birra,le porse i vestiti che erano rimasti in strada. Sara, incurante,prese la bottiglia,ma fece a meno dei vestiti.Uscì nuda nel cortile interno e si mise in mezzo ai ragazzi.Il suo corpo candido,senza un vestito addosso contrastava con il gruppo di maschi dalla pelle scura che le stava intorno.Non le importava altro,a parte il fatto di godersi quella notte come meglio credeva.Fece solo una telefonata con il cellulare per avvisare i suoi genitori che stava bene.Sapeva di essere imprudente,ma sapeva anche che la vita era una soltanto,tutta da godere appieno.Si sedette su una seggiola,con le gambe aperte come una vera baldracca e la figa bene in vista.Godeva di quell’esibizionismo estremo.Chiunque avrebbe potuto entrare in quel cortile e vedere una giovane ragazza completamente nuda,circondata da extracomunitari.Bevve birra insieme ai ragazzi che continuavano a toccarla e a ridere tra loro.Tutti erano ancora su di giri per la presenza di quell’ospite inattesa.Il più anziano,compiaciuto da tanta troiaggine,le si avvicinò e stringendole un seno e le disse.
-Stasera verranno dei nostri amici.Ti faremo godere ancora,troia-.
Quelle parole le suonarono come una torbida promessa alla quale non si sarebbe potuta sottrarre.

Leave a Reply