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La Cognatona

By 7 Gennaio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Il tutto iniziò quasi per gioco.
Una sera per motivi di lavoro mia moglie era andata via dalla città.
Mia cognata la sorella maggiore di mia moglie che aveva solo quattro anni in più di lei e due in meno di me si era trasferita provvisoriamente a casa nostra.
Doveva seguire uno stage di aggiornamento e quindi era costretta a passare qualche giorno da noi.
Poteva certo stare in albergo pagata dalla sua società ma l’ambiente domestico &egrave sempre il migliore.
Inoltre aveva il problema del suo animale che non poteva essere lasciato solo per tanto tempo.
Erano già passati quattro anni dalla morte di suo marito.

Il suo aspetto era particolare, non era di certo una bella donna, diciamo che la definirei un tipo di donna. Era abbastanza formosa una settima di seno con un sedere pari, un po’ formosa insomma.
Venne da noi con il suo cane un dog de bordeaux che aveva acquistato dopo la morte del marito.

Il giorno prima mia moglie le aveva lasciato il suo mazzo di chiavi di modo che lei fosse indipendente e poi anche lei lascio’ la città.

La mia giornata lavorativa era stata decisamente pesante, avevo avvisato la mia ospite che non sarei tornato a casa presto e che era libera di agire come meglio credeva per la cena.

Tornai a casa verso le ventidue aprii la porta e sentii un piacevole odore di cibo:lasagne. Mi levai il cappotto e iniziai a mettermi in libertà in camera mia.
Il televisore era spento pensai che lei fosse in giro con il cane.
Dopo aver fatto una bella cagata nel mio bagno mi misi la tuta e stavo per dirigermi in cucina, non avevo tanta fame però qualche cosa l’avrei anche mangiucchiato. Mentre mi dirigevo verso la cucina udii strani rumori. Il fiato del cane assai veloce. Notai la porta socchiusa della stanza per gli ospiti. Vidi una cosa particolare.
Vidi il cane che stava montando mia cognata. Lei non aveva i pantaloni era accovacciata sul tappeto e il cane la stava pompando da dietro. Lei non mi vide visto che non era girata verso la porta.
Stranamente il mio cazzo stava diventato un macigno. Non avevo mai assistito ad uno spettacolo del genere. Certo navigando in Internet avevo visto cose del genere, ma, mai così da vicino. Non sapevo che fare , decisi di assistere allo spettacolo senza dire nulla.
Ad un certo punto lei iniziò a mugolare e anche il fiato del cane aumentava. Poi ad un certo punto i colpi del cane si fermarono e lo vidi indietreggiare e andare in angolo mentre dalla figa di lei usciva una quantità immensa di liquido beige ma quasi trasparente. Il cane nell’angolo si stava leccando ancora il rosso palo come soddisfatto delle sua prestazione mentre lei con vocina quasi da bambina lo rimproverava dicendo che lei non era soddisfatta. Poi si girò a guardare il palo rosso e si accorse della mia presenza. Rimase come di pietra mentre io continuavo a fissare il suo culo.
Si alzò in piedi e dalle gambe scorreva ancora giù verso il tappeto il liquido prodotto dall’amplesso animale; lei iniziò a balbettare come per trovare una giustificazione. Io mi avvicinai a lei e le diedi un bacio passionale in bocca. Le nostre lingue si toccarono per parecchio tempo.
Lei face uscire dalla stanza l’animale e chiuse la porta. Entrata in stanza le tolsi il maglione ed in seguito il reggiseno per vedere i prosperosi monti, che iniziai a succhiare avidamente. Quando io staccai la bocca lei mi diede una spinta verso il letto io mi sedetti e lei mi tirò via i pantaloni e le mutande , a questo punto senza dire nulla si mise in bocca il mio uccello . Io ero estasiato da quello splendido pompino. Lei mollo il cazzo e mi guardò ‘. E disse: “Ora ti faccio Venire così poi ci metterai più tempo a venire dentro di me. Ho tanta voglia di essere scopata!!!”
Riprese quindi il suo lavoretto e dopo poco lasciai sfogare i miei istinti.
Lei inghiotti e una parte del mio sperma le usciva dalla bocca. Nel frattempo io le stavo palpeggiando la figa piena di umori e giochicchiavo con il suo ano. Vedevo i suoi occhi che si muovevano con piacere ad ogni mio tocco. Dopo essere venuto il mio uccello si stava ammosciando così le chiesi: “Voglio vederti montare ancora da Fulmine poi dopo ti monto io.”
Lei non perse tempo, si infilò di nuovo il maglione per non farsi graffiare dal cane, aprì la porta e chiamo il suo amante. Si mise a terra e il cane le si avvicinò lo costrinse ad annusare la figa bagnata. Il cane tirò fuori la lingua e con la bava iniziò a leccarla. Nel frattempo lei prese con la mano sinistra il rosso cazzo senza forma e inizio’ ad accarezzarlo con delicatezza. Il mio cazzo stava già iniziando a tornare un po’ duro, non ancora al 100%. Il cane per istinto ad un certo punto smise di leccarla e tentò di spingerla giù facendogli arrivare infaccia il palo. Forse abituato ad essere spompinato. Lei con la vocina da bambina disse: “No amore ora andiamo oltre, dai su cucciolino.” A questo punto lei scostò l’animale e si mise a pecorina e subito riprese lo spettacolo.
Il mio cazzo ormai era duro , volevo partecipare anche io al gioco. Mi alzai e la baciai mentre il cane le appoggiava la testa sulla schiena . Egli lecco anche il mio viso come se sapesse che io ero della partita. Poi mi sdraiai e cercai di mettere la mia testa sotto le sue gambe . Da lì avevo una visione particolare. Sentivo l’odore del cane e vedevo lo stantuffare veloce. Spinsi il cane e gli vidi uscire il cazzo . Egli si stacco fece un giro della stanza e poi tentò di nuovo la monta nel frattempo io mi ero posizionato meglio. Pensai che quella donna era un gran troia ma tutto questo mi faceva letteralmente impazzire. Il cane iniziò nuovamente e poi io gli presi il suo uccello e ad un certo punto lo bloccai nella figa. Il cane non si muoveva più ora ero io a coordinare i movimenti . Lei iniziava a gustare lo stimolo dato dal cane. Iniziava a mugognare, ad un certo punto mi desse che il cane stava per venire; poco dopo dalla figa incominciò ad uscire un sacco di liquido che mi cadde in faccia. Con calma mollai il cane che si allontanò come prima. Io lo spinsi fuori dalla stanza e mi diressi verso la mia puttanona. Le tolsi il magione e la invitai a rimettersi alla pecorina . Lei non disse nulla ed ubidì. Le misi la mano in figa , poi la tolsi e le misi due dita in culo. Con l’altra mano intanto muovevo il liquido verso l’ano. Mia moglie non amava prenderlo in culo per cui quello al momento era il mio obbiettivo. Levai le dita e sentii un leggero puzzo di merda ma al momento non mi interessava ero troppo eccitato. Cosi rimisi le dita nella figa e poi le porsi alla sua bocca per e poi quando lei inizio a succhiare le infilai il cazzo in figa . Lei si mosse come spaventata o presa dal piacere. Dopo qualche colpo estrai il cazzo e spalmai ancora il liquido che vi era fra le gambe verso l’ano. Poi puntai la mia punta infuocata per quel buco. Lei ebbe un mogugno di dolore e si mosse con il culo prima in avanti poi indietro e così fece entrare tutta la mia asta dentro di lei. Io quindi iniziai a stantuffare con rabbia mentre lei faceva versi di dolore e piacere. Il cane nel frattempo raspava la porta per tentare di entrare. Ma quello era un gioco a due.
Di tanto in tanto mi sdraiavo con la mia pancia sulla sua schiena e la baciavo . Quando sentivo che mi avvicinavo al momento della mia sborrata mi fermavo e aspettavo un attimo e poi riprendevo. Dopo un po’ levai il cazzo dal buco del culo e le vidi che le si era dilatato. Era anche sporco per cui la guardai e le dissi: “eiii maiala guarda qui!!! Puliscimelo con la lingua e poi te lo rimetto che voglio venirti dentro.”

Lei era già venuta due volte. Me ne ero accorto perché quando aveva un orgasmo le sue chiappe si chiudevano e diventavano per un istante due macigni. Era bello toccare anche quel grasso in eccesso e le sue grandi tette.
Succhiava avidamente, forse la mancanza di un uomo l’aveva resa una sciava succube e vogliosa di sesso. Anche io stavo scoprendo che con lei non mi facevo remore. Cose che solitamente mi avrebbero fatto schifo o erano le circostanze che ci coinvolgevano a far cadere tutte quelle barriere. La perversione in noi stava degenerando. Ad un certo punto tolsi il cazzo dalla sua bocca e inizia a baciarla. Il mio cazzo non era più durissimo e mi veniva voglia di pisciare. Lasciai la sua bocca e mi diressi al suo culo, posizionai la punta verso il suo ano e iniziai a pisciarle addosso. Il tappeto si stava inzuppando non solo dagli umori. Il cane abbaiava copiosamente al diffuori dalla porta. Lei gli ordinò di zittirsi e il baccano cesso. Poi lei si alzò usci dalla stanza prese il guinzaglio mentre il cane tentava di farla cadere forse per continuare anche lui a cavalcarla. Lei usci in balcone legò il cane alla ringhiera e rientro’ in casa. Il tutto infretta per non farsi notare da nessuno. Poi venne da me mi guardò e disse di sdraiarmi si mise seduta sopra di me e iniziò a pisciarmi sulla pancia. Io sentivi il liquido caldo colpirmi, una sensazione particolare. Poi si mise nuovamente a quattro zampe e mi disse di venirle nel culo.
A quel punto non mi fermai il mio cazzo era duro la presi per i capelli e la montai. Non mi trattenni e le venni nel culo. Quando ebbi finito mi sdraia a fianco a lei in mezzo a quel porcile. Lei si mise in piedi mostrandomi il culo poi divaricò le gambe e con le mani aprii il buco del culo facendo uscire un po’ di sborra.
A questo punto si mise a leccare e succhiare nuovamente il mio pene, che dopo un po’ di colpi di lingua riprese ad essere duro, si mise sopra di me dopo essersi messa il cazzo in figa. Poi fù lei a condurre il gioco, Vedevo i suoi seni ballare sopra di me, il tutto continuava ad eccitarmi e venimmo in contemporanea. Quando ebbe finito mantenendo il mio cazzo in figa mi baciò. Quando da solo il mio cazzo uscì andammo a farci una doccia insieme . Al termine ci dirigemmo verso il letto singolo e dormimmo insieme appiccicati per l’intera notte.
Prima di addormentarci stringemmo un patto di complicità che ci impegnava a non narrare a sua sorella nulla di quello che era accaduto.
Io non feci obbiezioni.
Dopo i tipici momenti di passione ci si mette a parlare con tranquilittà, io gli dissi che era un po’ preoccupato per il fatto di esserle venuto dentro.
Lei mi tranquillizzò dicendomi che era da qualche anno che aveva scoperto di non essere più sterile; in questo modo fugò i miei problemi e mi addormentai felice e soddisfatto.
L’indomani mattina lei portò fuori il cane ed io non andai al lavoro ero stanco e svogliato. Lei andò al suo corso e alla sera saremmo stati soli e per più tempo.

Nell’arco della giornata mi trastullai con il cane , andai nel parco. Mentre ero su una panchina mi venne un’idea quella di acquistare alcune cosine per la mia amante.
Lasciai il cane a casa.
Scoprii che la biancheria intima per una taglia così non era facile da trovare nei comuni negozi. Mi diressi ad un negozio particolare, oltre ad un completo sexy le comprai un vibratore mi era venuta una brillante idea.
Non vedevo l’ora di scopare con quella maiala, non che io non lo fossi, ma, non c’erano regole.

Mi diressi a casa. Lei arrivò. Parlammo con mia moglie, per telefono, del più e del meno.
Poi iniziammo ad organizzarci le diedi il completino e la invitai fuori a cena.
Prima di uscire portai fuori il suo cane. Lei nel frattempo si preparò per l’escursione. Andammo al ristorante mangiammo con calma. I nostri sguardi erano diversi dal solito credo che non vedessimo entrambi l’ora di scopare. Al ristorante lei continuava a strofinare il suo piede su di me, sulle mie caviglie, ed in macchina la sua mano delicata passava sul mio uccello tenendolo costantemente duro. Quando arrivammo a casa legammo in balcone il cane, ci fumammo una sigaretta fuori al freddo della notte. Ci sedemmo sul salottino di plastica che avevo sistemato sul grosso balcone. Nel frattempo avevo preso un bicchiere di rum con coca cola e c’e lo gustavamo. Parlavamo di tutto e di niente e ridevamo. Entrati in casa continuammo a bere e nel frattempo ci scambiavamo carezze e baci. I nostri vestiti iniziavano ad essere levati. La bottiglia era terminata ne presi un’altra di wisky . Non era il mio alcolico preferito ma in casa c’era rimasto solo quello . Usavamo un solo bicchiere e ridevamo per cazzate. Ci dirigemmo insieme nella camera del peccato . Il tappeto era ancora macchiato . Lei iniziò a tirarsi via i collant ed io misi la testa sotto la sua gonna. La tirai un po’ su. La maiala non aveva le mutande ed era già bagnata. Iniziai a leccarla. Poi con delicatezza la feci sdraiare, credo che fosse l’ultimo momento che usai la ‘delicatezza’ . Le dissi di tenersi la gonna e mi allontanai, nel frattempo bevvi e finii di denudarmi . Presi il vibratore ma lo nascosi nella maglietta che tenevo in mano. A questo punto senza preamboli le tirai su le gambe sfilai la gonna e poi la penetrai. Dopo un po’ la invitai a mettersi sopra di me. Dopo poco le dissi che ero scomodo e la feci mettere a pancia in giù. Le allargai le gambe e le mesi in figa il mio cazzo. Quella posizione mi eccitava molto. Non volli trattenermi: Mi piaceva guardare le sue chiappe che sotto i miei colpi si mouvevano, le mani spaziavano per il suo corpo dopo un po’ di movimenti le venni quasi in figa. L’eccitazione della giornata era stata tanta. Sapevo che non aveva goduto ma non me ne fregava nulla. Tirai fuori il cazzo e presi il vibratore che gli infiali nella passera. Lei rimase sorpresa, accesi l’apparecchio e lo mossi su e giù. La vidi indurirsi per l’orgasmo provato dopo averla trastullata per un pò. Mi sentivo meno eccitato del giorno prima, forse mi mancava il pastone di umori che avevamo fatto. Così decisi di andare a recuperare il nostro compagno mentre lei rimaneva estasiata sul tappeto con il vibratore acceso. Prima di andarmene le misi il vibratore nell’ano spento. Lei alzo semplicemente il culo e con la mano lo spingeva avanti ed indietro.
Il cane venne da me. Ed entrato in casa sentiva forse l’odore della sua figa in calore così con il guinzaglio ancora al collo corse verso la stanza .
Non ci mise molto lecco la fica ed inizio’ la manovra di monta. Io nel frattempo accesi il vibratore dopo aver scostato il cane.
Con i movimenti del cane si muoveva anche l’oggetto. E lei gridava di piacere. Poi urlando mi chiede di levare il cane.
Si mise il maglione usato il giorno prima , con fatica allontanava il cane mentre tentava di vestirsi. Il tutto con il vibratore nel culo . Poi lo estrasse e sempre funzionante lo infilò in figa. Si rimise a pecorina e il cane tentò di infilargli il suo bastone. L’oggetto però lo infastidiva così le dissi :
‘ Levalo non riesce ‘.’ Lei mi guardò e mi disse: ‘ Voglio il tuo cazzo ‘.allora e il cane in culo!’
Il cane ansimava per la stanza non capendo quello che succedeva.
Io mi misi sotto di lei, lei si infilò il mio palo in figa ed il cane ci venne sopra. Tentò diverse volte di ficcarle il suo pene. Tuttavia non riuscì nell’intento e continuò a strofinarsi su di lei fino a che non iniziò a schizzare piccoli getti di umore . Lei allora prese il palo in mano e avvicino al suo ano mentre io le dilatavo con le dita delle due mani il buco del culo. Avvertì il cazzo del cane entrare e sentivo che lei riusciva a condurre i movimenti dell’animale fino a che non iniziò a sborrare. Attraverso la parete della figa sentivo il pulsare del cazzo della bestia fino a che non si ferma. La temperatura della figa sale , sento il culo di lei irrigidirsi e poi lei molla l’attrezzo del cane e sento gli umori caldi colpire anche me.
Lei mi bacia e dice: ‘ Che goduria sono felice!!!’
Poi levò il mio cazzo dalla figa andando avanti e facendo arrivare le sua copiose tette, coperte dal maglione sul mio viso. Si mise seduta e fece scendere gli umori del cane dal suo culo giusto sopra il mio membro. Poi si alzò cercò nella sua borsa e estrasse la museruola del cane . Il cane scappò lei lo rincorse. Tornò qualche istante dopo da me. Completamente nuda. E si mise alla pecorina , doveva essere la sua posizione preferita sta volta però mi disse di legarla. Io presi il guinzaglio che teneva in mano le legai le mani al calorifero poi preso da follie corsi nello sgabuzzino, presi lo scoth da pacchi e le legai una caviglia alla scrivania . Poi decisi di scoparla nuovamente in culo con forza. Non mi trattenni e ne frattempo le avevo messo nuovamente il vibratore nella figa.
Quando ebbi terminato levai il cazzo la baciai e le slegai una mano mentre il suono del vibratore girava. Andai in cucina aprii il frigor bevvi dalla bottiglia un po’ di acqua presi l’olio e lo portai in camera.
Iniziai a spalmarglielo addosso fra le natiche e sulla schiena.
Le slegai una mano e poi le tolsi dalla figa l’arnese che che bagnai con l’olio. Lo misi nell’ano spento e corsi in balcone a recuperare il nostro compagno.
Egli corse in camera. Quando arrivai egli era già all’opera e lei non poteva desistere ne agire. Era pervasa dal piacere mentre il cane scivolava sulla schiena . Lei continuava ad ‘urlacchiare’ .
Questa volta il cane spruzzo la sua figa da fuori io lo portai nuovamente fuori e mi sedetti sul divano mentre mi accesi una sigaretta. Volevo lasciarla là per un po’.
Quando tornai la slegai ed iniziammo a baciarci, ci strofinavamo sdraiati sul tappeto aiutati dall’olio.
Ovviamente non ci volle molto tempo per farci riprendere dalla passione.
La misi con la schiena sul tappeto ed allargandole le gambe me la scopai, facendomi avvolgere dalle sue cosce. Anche qui venimmo assieme. Tirammo la coperta dal letto e passammo la notte sul tappeto.
Il giorno dopo ci svegliammo presto. Io recuperai tappeto che predisposi per la lavanderia. Dopo colazione rifacemmo il letto singolo cambiando le lenzuola, pronto ad ospitare la mia piccola bimba che era momentaneamente dalla nonna, coi&egrave mia madre.
Pur troppo sapevamo entrambi che i ‘cattivi ragazzi’ avevano terminato la loro opera. Io sarei rientrato nel ruolo di papà e lei di brava zia, per quel sabato. La Domenica lei sarebbe tornata a casa.
Dopo aver fatto la spesa e pranzato mi diressi a casa di mia madre, a pochi metri a piedi da casa e tornai indietro con la mia piccola.
Fuori faceva freddo per cui trascorremmo la giornata a casa.
Dopo cena passammo un po’ di serata tutti e tre di fronte alla tv vedendo un film per ragazzi.
Arrivata l’ora giusta mandai a letto la mia piccola. Naturalmente dovetti anche leggerle una piccola favola. All’età di tre anni certe cose sono importantissime.
Questa sera io e mia cognata avremmo dormito assieme. Normalmente io sarei rimasto sul divano ma ormai le cose avevano preso una piega particolare e per ora la piccola non era un problema. Oltre tutto una volta sicuri della sua partenza per il mondo dei sogni fino all’indomani non si sarebbe più svegliata.
Misi il microfono sul tavolino per sentire gli eventuali rumori della piccola e ci mettemmo entrambi sul divano con la coperta a guardare un filmetto sul teleschermo.
Lei era vestita con una gonna comoda ed io ero in tuta da ginnastica.
Aveva una maglioncino leggero che faceva notare ad ogni suo movimento la mancanza del reggiseno.
Come due ragazzini sotto la coperta iniziammo a giocare, io infilai la mano sotto la gonna. Trovai l’assenza di mutandine ed un bel calore che non aspettava altro che la mia mano. Lei dal canto suo fece la stessa cosa con la sua manina.
Non resistemmo anche a baciarci . Ovviamente il film passava in secondo piano. Eravamo presi da altre sensazioni. Sapevamo entrambi che sta sera non potevamo fare di certo i matti eppure entrambi avevamo voglia di possederci.
Con i movimenti della mia mano mi accorsi che dopo diverso tempo lei ebbe un orgasmo. Sentii i sui muscoli intorno alla gamba tirare, incominciavo a riconoscere le sue sensazioni più intime. Mentre io fermavo i suoi movimenti, della mano, per non permetterle di portarmi al mio limite.
La sua zona era già fortemente bagnata.
Ci coricammo entrambi sul divano . Le scostai la gonna ma senza denudarla. Io mi misi dietro a lei sul fianco e l’abbracciai mentre le infilavo da dietro diretto nell’umida figa il mio palo. Iniziammo a muoverci e fu così che i nostri movimenti combinati ci portarono a sentire il piacere. Sentivo un immenso calore nella sua zona e anche un grossa sensazione di umido. Quando io rallentavo i movimenti era lei a muoversi adeguatamente stimolandomi sempre più.
Dopo un po’ decisi di cambiare posizione.
Mi tolsi da dietro, mi alzai e prendendola per la caviglia la girai con la schiena completamente posta sul cuscino del divano. Le misi le gambe in su’ scostai la gonna per vedere il folto pelo nero e lo ri infilai nelle dolci labbra.
Iniziai a pompare a grande velocità e nel frattempo le tiravo su la maglietta per vedere le grosse tette in movimento.
Sentivo che stava per arrivare il momento levai l’arnese lo misi sopra la folta foresta per vederla colorare di bianco e fù così che mi sentii soddisfatto.
Mi diressi dopo un po’ in bagno e poi tornai da lei. Dormimmo entrambi sul divano. La mattina ci svegliammo presto toccati dalla luce che entrava dalla grossa finestra . Io ero un po’ anchilosato non ero stato comodo la notte, ma, avevo dormito come un sasso devastato forse dai precedenti bagordi trascorsi con lei. Si mise a preparare la colazione per tutti.
Passammo insieme la mattina e nel pomeriggio, subito dopo pranzo, lei iniziò il suo viaggio verso casa.
Sapevamo entrambi che quella non sarebbe stata l’ultima volta dovevamo solo studiare le giuste circostanze.
Mia cognata improvvisamente decise di cambiare città e di tornare nella nostra. Ormai lì non aveva più nessuno il resto della sua famiglia era da noi. Infatti tutte le sue sorella si trovavano nelle nostre vicinanze.
Io e mia moglie facemmo il possibile per agevolarle il ritorno. Mia moglie amava in modo particolare sua sorella, per lei aveva una forte devozione visto che praticamente le aveva fatto quasi da madre. Fu molta la mia gioia quando riuscii a trovare un appartamento in affitto nel nostro stabile. Scala differente e piano diverso.
Nel frattempo lei avrebbe venduto la casa nella sua vecchia città e poi si sarebbe visto. Per il lavoro non aveva problemi una volta accettato il trasferimento di sede avrebbe ricoperto il medesimo incarico.
Devo dire che il suo trasferimento mi faceva davvero piacere, con mia moglie non vi era la stessa intesa sessuale. Si sa un po’ ci si logora dall’abitudine e dalla monotonia . Con lei era decisamente diverso, forse era anche un modo per scappare dal normale . Non c’&egrave una vera spiegazione, so’ solo che con lei provavo molto più piacere, forse dato dalla mancanza di barriere che si creava fra di noi.
Non saprei dire se avevo meno rispetto di lei o nò , credo che verso mia cognata avevo più una visione di oggetto sessuale che di donna.
Comunque ora avevamo l’occasione di rivederci con passione.

Un giorno ci ritrovammo per caso al super mercato e fù così che dopo aver fatto la spesa io andai a casa sua a prendere un caff&egrave.
Quel giorno mi ero preso ferie perché la mattina dovevo andare in comune per rifare la mia carta d’identità quindi avevo portato all’asilo la bimba e dopo essere stato nell’ufficio comunale mi ero diretto a far la spesa. Mia cognata era di riposo quel giorno mentre mia moglie era al suo lavoro.
L’occasione era decisamente propizia per entrambi.
Dopo aver sistemato la spesa mi diressi da lei.
Lei mi accolse in casa. Era vestita con un bel tailleur blu di lana con la gonna stretta fino alle ginocchia e portava degli stivali scuri.
Stava veramente bene. Il cane era sdraito sul suo cuscino. Quando mi vide corse verso di me per farmi un po’ di feste. Il caff&egrave viene messo sul fuoco e poi ci mettiamo sul divano a far due chiacchiere. Il cane continua a dar fastidio così decidiamo di legarlo al calorifero ove vi &egrave la sua cuccia.
Con un muso da cane bastonato si adagia sul suo cuscino.
Ovviamente durante la conversazione il nostro atteggiamento incomincia a cambiare . I nostri sguardi mutano. Terminato il caff&egrave lei si alza e accende il DVD in funzione radio. Poi si siede e mi chiede se la posso aiutare a levare gli stivali. Slaccia la cerniera e si siede sul divano blu in alcantare.
Io mi alzo e le sfilo gli stivali. Mentre alza la gamba non posso far a meno di accarezzarle la coscia .Lei mi guarda e mi dice: ‘Torno subito . Vado a mettermi un attimo comoda.’ Io mi accesi una sigaretta e quando la ebbi finita mi dilettai nell’accarezzare il cane.
Lei torno’ da me con su’ solo dei collant neri . Era evidente, la sua intenzione. Si vedeva la sua pancetta ma ero abbagliato più dalle sue prosperose tette. Anche il cane capì che nell’aria c’erano altri pensieri e si diresse verso di lei non curante della corda che gli dava poco spazio di manovra infatti iniziò ad abbaiare perch&egrave bloccato. Lei come niente fosse prese dalla mensola la museruola . Si muoveva senza scarpe e ciabatte con movimenti molto eleganti facendomi notare anche il suo tondo culone .
Andò verso il cane, si chinò e lui tentò subito di saltarle addosso, lei con la vocina alterata da quasi bimba, gli intima di stare buono e gli mette la museruola di tessuto. Ora il cane rimane ad osservare la donna che si allontana da lui come per non essere disturbata. Ora e il mio turno per importunarla. Mi dirigo verso di lei e iniziò a baciarla mentre con una mano mi prendo cura della tetta sinistra e con l’altra oltrepasso l’elastico dei collant e arrivo fino all’elastico dei tanga. Che tiro verso l’alto e lei si ritrae un attimo da me guardandomi in volto e poi riprende a baciarmi.
Le sue mani intanto mi aprono la cintura dei pantaloni e la patta e poi inizia palpeggiare.
Dopo un po’ di gioco fra noi due la guardo diritta negli occhi e le dico:
‘Fai un pompino alla bestia’ indicando il cane che ansimante ci guardava.
Lei non disse nulla, si mise in ginocchio e iniziò ad accarezzare il cane vicino all’addome con la mano si spostava e di tanto in tanto gli toccava il suo uccello che ben presto usci dalla custodia mostrando il suo rosso affare informe. Lei nel frattempo gli parlava con la vocina facendogli complimenti ed incoraggiandolo , come se sapesse che ben presto l’avrebbe fatto godere. Il cane rimaneva fermo impiantato sulle quattro zampe e mi guardava poi voltava lo sguardo sul pavimento e con il muso si strofinava a terra come per tentare di levare la museruola.
Io mentre mi godevo lo spettacolo mi levai il resto dei vestiti. Intanto vedevo la miscela appiccicosa che iniziava ad uscire dalla bocca della maialona. Il suono ritmico del pompino risuonava per la casa. La musica della radio &egrave molto bassa quasi percepibile. Io mi inginocchiai e strappai i collant da dietro alla donna. Con forza tirai anche il filo del tanga verde. A questo punto mi venne voglia di iniziare a leccargli la figa pelosa , che accresceva il suo bagnato sapore. Lei si fermò per un po’ mentre si godeva anche lei un po’ di piacere. Mi piaceva molto anche la sua foresta non troppo curata. Non amava radersi le parte intime. Quando l’avevo vista arrivare non potevo non intravvedere dai collant i neri peli che uscivano dal triangolino verde di tessuto. Sapevo che in estate aveva l’abitudine di rasarsi completamente, questo perché l’avevo vista in piscina. Anche quello eccitava le mie voglie. Poi la baciai rendendomi partecipe del sapore dell’animale. La presi per il collo e l’avvicinai nuovamente all’arnese rosso. Dopo un altro po’ d’aspirazione l’animale rilasciò il fluido riempendole la bocca. Io la bloccai in quella posizione e la liberai quando notai che stava per avere un coito di vomito.
Lei con un espressione quasi di disgusto e arrancante mi guardò e disse: ‘ Che stronzo che sei!!!’ Intanto il cane stava ancora fioccando dal pisello e creando una macchia sul pavimento. Io risi e lei mi spinse verso terra. Non opposi resistenza e mi adagiai verso il freddo marmo. A questo punto poco distanti dal cane, lei si mise in pisozione seduta come se fosse su una turca e dandomi il culo; strappò ancora un po’ le calze vicino all’inguine e si mise a pisciare addosso a me. Io non mi ero levato la maglietta che risultava chiazzata dalla piscia.
Mi alzai sfilai la maglia che gettai a terra vicino all’animale poi con forza spinsi lei a terra a quattro zampe e le pisciai sul culo . Il cane preso da quegli odori si mise a pisciare verso la gamba della donna.
A quel punto mi misi in ginocchio e iniziai a sbattere la capella verso il buco dei collant e lei indietreggiava con il sedere per tentare di far entrare l’arnese. Dopo un po’ di sfregamento divenne nuovamente duro e la penetrai direttamente in figa. Era lei che teneva su il culone avvolto dai collant macchiati dalla piscia e si muoveva ritmicamente. Ad un certo punto lei si irrigidì , io però le diedi qualche istante e poi la spingevo. Lei un po’ aveva perso la voglia. Tenendola per i fianchi la muovevo comunque a mio piacimento. Quando sentii che stavo per venire estrassi l’arnese e senza dirle nulla e farle alcuna preparazione di stimolo lo puntai ed infilai nell’ano. Lei urlo come per lo sforzo per l’icameramento del fallo. Pochi colpi e la inondai. Feci una mega sborrata, una di quelle che non finiscono mai e che quando finisci hai una grossa soddisfazione. Sono poche le volte che avevo provato una simile soddisfazione. Le levai l’uccello e lei si sdraio completamente sul freddo pavimento come per godere di un attimo di riposo o per raffreddarsi il corpo visto che il nostro calore era alle stelle.
Le allargai le chiappe con le due mani e vidi che le usciva verso il basso un rivolo di liquido bianco che puntava diretto verso la sua farfalla.
Mi guardia in giro e vidi che sulla mensola vi era un altro guinzaglio in cuoi diverso da quello che teneva legata la bestia . Lo presi e le misi al collo la catena e la presi le attaccai la corda poi guardandola negli occhi scuri le dissi: ‘ cagna andiamo a fare una passeggiata.’ Lei tentò di alzarsi in piedi, io le feci cenno di nò e lei da brava cagnetta si mise a quattro zampe. La tirai fino alla camera da letto. A questo punto staccai il gancio della corda e le legai le mani ad uno degli angoli del letto. Lei non diceva nulla rimase con le ginocchia a terra e le braccia appoggiate al letto; voleva solo capire cosa io pensavo di fare. Nel frattempo abbaiava piano, come entrata nella parte. Corsi di là. Con fatica staccai il guinzaglio del cane . Lo portai in camera. Lei mi guardò e disse: ‘ No dai qui mi sporca tutto ‘ io feci finta di non sentirla mentre il cane tentava di trovare il buco. Fui io ad aiutare la bestia. Mentre l’animale compiva il suo dovere io mi sedetti di fianco a lei e le ordinai di succhiarmelo. Lei non disdegnò. Da un lato il cane e dell’altro me. Di tanto in tanto interrompeva il succhiare per godersi i movimenti della bestia. Quando secondo me la sua assenza era troppa, che poi si trattava solo di qualche secondo le accarezzavo il viso facendola puntare nuovamente verso il mio fallo. Il cane venne e anche lei. Io non ero ancora venuto, buttai fuori la bestia dalla stanza chiudendo la porta e terminai l’opera unendo la mia sborra a quella del cane. Sentivo la sua fregna bagnatissima e calda mentre la stantuffavo lei grida ogni volta che con forza le spingo dentro il mio. Poco dopo ebbi il mio orgasmo.
Uscii da lei e mi sdraiai per un attimo a letto lasciandola in quella scomoda posizione mi girai verso di lei per baciarla un po’ e le dissi che era un gran maialona , lei sorridendo mi ricambiò il complimento. Con calma la slegai. Ci facemmo una doccia ed andai a casa per riprendere la giornata che anche oggi era stata magnifica. Mentre ero solo in casa non potei fare a meno di ripensare a quei magnifici momenti.
Era passato diverso tempo dal mio ultimo rapporto con mia cognata. Avevamo trascorso una bella estate e l’inverno senza alcuna nostra relazione diversa dal normale. Sapevamo bene entrambi che non era una cosa giusta e chi ne avrebbe fatto le spese sarebbero state le persone a noi care. Una sera poco dopo l’epifania ci organizzammo per una cena a casa mia. Fra i vari discorsi mia cognata tirò fuori un argomento intrigante. In pratica disse che aveva l’esigenza di ritirare degli oggetti che vi erano nella baita di suo marito. Si trattava di un po’ di cose e chiese il mio aiuto. Quel week-end io non potevo per problemi di lavoro le posi come data il Sabato successivo . La gita sarebbe stata di un Sabato e il rientro era previsto per il giorno dopo. La sorellina non ebbe obiezioni e così tutto era a posto. Praticamente tra due settimane saremmo stati nuovamente amanti . Certo sapevo che avrei dovuto faticare un poco. Mia moglie sarebbe rimasta a casa con la piccola.

Il Venerdì sera prima della partenza preparai lo zaino con il minimo indispensabile di ricambi. Misi in macchina il tutto. Ci eravamo concordati per partire molto presto. La distanza era abbastanza .
La mattina faceva veramente freddo e nell’aria vi era un po’ di nebbia.
Il cane sarebbe rimasto a casa, nella mia macchina non viaggiava.
Il viaggio non sarebbe stato breve.
Io mi ero messo dei Jeans un pile e una giacca sportiva pesante, che al momento della partenza finì nel sedile posteriore. Avevo smontato il sedile della bimba caso mai ci fosse da trasportare oggetti ingombranti.
Lei arrivò puntuale . Aveva con se una borsa nera con i manici grigi abbastanza capiente e gonfia. Indossa: degli stivali senza tacco e dei Jeans. Sopra il tutto un poncio di lana verde. Si tolse il poncio e sotto aveva un pile rosso. Un accostamento di colori che faceva rabbrividire al dire il vero. Comunque il viaggio iniziò.
Facemmo colazione lungo la strada. Io avevo puntato il navigatore, che mi ero fatto prestare da mio padre, per giungere in quel posto.
Lei sonnecchio non parlammo molto almeno fino a che non ci fermammo per la colazione. La nebbia si era diradata , il cielo appariva comunque grigio non era una grande giornata. Dopo colazione una volta ripartiti lei mi prese la mano e dopo avermela accarezzata si mise a parlare.
Sembrava avere un grosso peso da narrare. Iniziò a spiegarmi che le sue passioni sessuali erano iniziate con suo marito; fù lui ad incentivarla verso quel campo. All’inizio era restia poi dopo essere stata forzata si era accorta del piacere che tali azioni le portavano. Suo marito aveva quasi quindici anni più di lei e non era mai stato molto virile. Facendo un paragone con me . Mi disse anticipò anche che in baita avrei trovato anche sua cognata, la sorella minore del marito trapassato.
Io l’avevo vista poche volte, non la ricordavo quasi. Mi ricordavo che era una donna piuttosto brutta, mi erano rimaste impresse le sue mani . Mani rovinate e grosse quasi muscolose.
Mi raccontò che lei in baita curava la zona e faceva del formaggio che rivendeva intorno.
Il fatto che non fossimo completamente soli mi fece riflettere e pensai ad un viaggio a vuoto, solo lavoro e niente sesso.
Nel tragitto una volta usciti dalla super strada ci fermammo a fare un po’ di spesa e poi riprendemmo il viaggio.
Non mi piaceva guidare in montagna, non ero abituato arrivammo poi in un bosco e pian piano ci dirigemmo al suo interno. La strada era dissestata e l’asfalto non vi era. Arrivati in uno spiazzo lei mi disse che da lì avremmo proceduto a piedi.
Mi sgranchii un po’ le gambe ci vestimmo e iniziammo la salita un quarto d’ora dopo dalla strada si intravvedono tre casolari, Uno era la stalla. In realtà saremmo potuti arrivare lì con la macchina tranquillamente , forse lei aveva voglia di camminare un pò .
Avevo un po’ di fiatone. Lei bussò alla porta della casa con le finestre aperte. Poco dopo apparve la donna.
Era più alta di lei , il viso non era curato si vedevano i baffi e la faccia era a forma di quadrato . Indossa dei pantaloni di lana pesanti scarponi e un grosso maglione che lascia il collo bianco libero. La donna vede me e mi stringe la mano con vigore. Dopo qualche scambio di parole si fece consegnare le chiavi della seconda casetta. Ci accompagna fino alla porta e per gentilezza c’e la apre. Ci avvisa che ci ha già acceso la stufa per scaldare almeno il soggiorno. Lei mi portò via la spesa per riporla a casa sua. La mia amante disse : ‘ Poi cuciniamo da lei qui non ci sono i fornelli.’
Entrammo io rimasi stupito era una bell’ambiente. La stanza era tutta perlinata e si sentiva un forte odore di legna. Nell’angolo una bella stufa con un vetro che faceva vedere la fiamma frizzante. I divani erano ricoperti da lenzuola bianche. Un grosso tavolo di legno vi era nell’angolo con due panche per sedersi. Appoggia sul palquet lo zaino e inizia a levarmi la giacca, in casa c’era già un bel tepore. Chiesi l’ubicazione del bagno. Salii le scale e nella stanza sopra trovai il bagno. Su faceva freddo. Feci un’immensa pisciata. Quando ridiscesi notai che lei stava pulendo in giro e aveva levato le lenzuola. A quel punto chiamai mia moglie. C’era poco segnale. La sentivo malissimo le feci notare la cosa . Due chiacchiere veloci con la sorella e poi via il cellulare nel giubbetto.
Lei mi guardò e disse : ‘ Faccio un attimo di pulizie tu se vuoi stare tranquillo fai pure’ ti chiedo un favore quando vedi che si affievola la fiamma aggiungi un po’ di legna alla stufa.’ E nel frattempo mi fece vedere le operazioni per aggiungere la legna.
Io allora mi misi sul divano e presi il libro che mi ero portato visto che lì non vi era alcun televisore.
Dopo circa un ora lei soddisfatta della sua opera mi saluto dicendo che andava a cucinare mi disse di presentarmi di là verso le dodici.
Io rimasi solo, prima di riprendere la lettura mi misi a pensare fra me, venni alla magra conclusione che non mi sarei divertito troppo. C’erano diversi fattori che mi facevano restare perplesso :
l’assenza del cane,
la presenza di una donna che per altro non mi piaceva e che per me era un pericolo in più.
Decisi di fare un piccolo giro in zona.
Mi vestii e usci fuori, mi accesi una sigaretta e iniziai a passeggiare intorno. Nell’aria c’era pace e odore della natura.
Mi diressi alla stalla. Nel suo interno vi era un sacco di fieno ben accatastato e in un recinto c’era un immensa mucca, o per lo meno a me sembrava bella grossa, poi c’erano due asini o muli non sapevo distinguere la differenza , tutti in angoli separati dal paletti di metallo, in un angolo un altro mulo e un bancone e gli attrezzi per fare il formaggio.
Nella stalla c’&egrave un forte odore di animale o comunque per me strano. Accarezzai uno degli animali. Il pelo era duro dopo essermi guardato bene in giro mi diressi nuovamente fuori, chiusi il grosso uscio in legno e mi ritrovai la donna alle spalle. Lei con tono gentile mi disse: ‘ E’ quasi pronto ti stavo cercando vieni che mangiamo? ‘
Io le risposi tranquillo e ci dirigemmo verso la sua abitazione. Lei mi precedeva io osservavo da dietro i suoi larghi pantaloni di lana che si muovevano.
La sua casa era un po’ spartana il televisore era vecchiotto non vi era il telefono fisso e i mobili non erano un gran che salvo la cucina che sembrava iper tecnologica stile americano con un immenso bancone al centro ove noi mangiammo. Devo dire che durante il pasto rivalutai anche la donna. Nel frattempo si era anche levata quegli orrendi baffi . Forse le due donne avevano parlato un po’. Rimaneva comunque bruttina ma non era un grosso problema. Poi dopo pranzo lei se ne andò per lavorare nel fienile ed io e mia cognata rimanemmo in casa. Ci svaccammo un po’ sul divano. Lei mi chiese un po’ come mi sembrava l’ambiente. Le raccontai della mia breve visita nella stalla.
Rimanemmo li a vedere l’ipnotico schermo. Poi mi disse che aveva in mente un sorpresa da farmi.
La vidi armeggiare con le robe da mangiare.
Mi disse che la sera avremmo mangiato dei panini.
Fece i pacchetti e mi disse che sarebbe passata da casa e avrebbe lasciato il cibo, ravvivato la stufa e poi mi chiese di raggiungerla in stalla verso le cinque e mezza. Io guardai l’ora erano quasi le cinque e fuori era già buio.
Guardai l’orologio con ansia, vidi l’ora mi diressi a casa per andare in bagno. Mi feci una cagata e già che c’ero una doccia. Nel bagno faceva freddo, però, l’acqua era calda, per fortuna. La doccia fu rapida mi vestii mi misi un capellino di lana che tenevo in tasca visto che avevo i capelli ancora bagnati e mi diressi presso il luogo d’incontro.
Il tutto era buio tranne una flebile luce che usciva dal taglio della porta aperta della stalla.
Entrai nella stalla ove senti il forte odore. Agli angoli della pareti vi erano delle lampade accese e poi lungo il bancone laterale un grosso neon. L’atmosfera era particolare.
Non vedevo la mia dama, accostai meglio la porta per non far entrare tutto il freddo. Mi diressi verso il bancone. La mucca fece un verso che quasi mi spaventò. Oltrepassato l’animale si aprì di fronte a me uno spettacolo scioccante. La donna alta era nascosta dietro il muso del Mulo tenendolo per la corda, mentre vedo il culo nudo di mia cognata ricoperto un po’ dal poncio mentre da sotto sta palpeggiando l’arnese dell’animale.
Mi venne subito da esclamare :’ E’ enorme!!! ‘ .
A occhio era un arnese nero di almeno cinquanta centimetri.
Lei mi guardò con un sguardo arrapato e mi fece un sorriso. Poi si avvicinò alla donna e iniziò a levarle i pantaloni. Li tirò a terra. Le gambe erano ben scolpite con i muscoli ben evidenti. Le diede un bacio in bocca e puntando il suo sguardo verso di me per intravvedere le mie espressioni. Poi le allargò le gambe e le diede una breve leccata . La donna rimase quasi paralizzata . Io non mi mossi anche se tra i Jeans c’era chi stava reagendo. Poi entrambe le donne si diressero a quell’immenso affare nero che puntava verso il basso. Notai che mentre lo accarezzavano diveniva sempre più ritto. Rimaneva comunque a ‘L’ diciamo che creava un angolo di quarantacinque gradi. La fattrice di tanto in tanto accarezzava anche il sacchetto con le due tonde palle. La punta dell’arnese era strana doveva avere un raggio di almeno cinque centimetri e avvicinandomi notai che vi era come un grosso tubo una cannucina che all’interno sembrava rosa. Ti tanto in tanto mia cognata lo succhiava. La donna semi nuda mi guarda e con voce suadente mi dice:
‘ Ora lo facciamo svuotare un po’ al secondo giro il suo cazzone sarà più elastico’
Dopo avermi parlato si sposta nella mia direzione si china verso la pancia del cavallo facendo attenzione di appoggiare il suo culo nudo verso il mio pene. Essendo una donna abbastanza alta le sue chiappe sfioravano la punta del mio membro coperto dai Jeans ma in posizione non comoda per un eventuale mio atto. Non accettai per molto la provocazione non volevo darle false speranze anche se non desistetti dal toccarle con una carezze ed un schiaffo quel perfetto mappamondo. Poi mi discostai per vedere lo spettacolo. Presi uno sgabello basso e mi sedetti poco più lontano per gustarmi quei momenti.
L’operazione durò parecchio e ad un certo punto l’animale mosse le zampe posteriori come per dare un forte colpo in avanti e iniziò a fiottare un quantitativo incredibile di liquido bianco. La mia amante quando vide uscire il liquido si avventò subito con la bocca. Non riuscì a trattenerlo, dalla bocca fuori uscivano dei rivoli poi puntarono l’arnese verso un secchio di metallo. Lei mise il pollice sopra il buco per fermare l’uscita del seme quando sposto il dito il getto forte al primo contatto con il metallo si senti un rumore simile ad un ‘stock’ . Il quantitativo non era poco. La fattrice mise il secchiello al sicuro sul bancone. Dall’angolo della stalla prese una panca che infilò sotto l’animale che creava dei suoni. Sulla panca veniva posto una coperta . Controllo la corda e la tese per evitare movimenti della bestia. Prese poi altre due corde e legò le zampe posteriori facendo passare i capi per gli angoli della gabbia. Aveva anche girato l’animale ora vedevo la coda. Mi spostai e vedevo il palo moscio che puntava sempre più verso terra. Poi si diresse verso una corda , guardando in altro vidi una carrucola. Con forza iniziò a tirare da sotto il fieno vennero fuori due bastoni di metallo uniti da due fasce di spesso cuoio. Si fermò e andò a posizionare bene una delle cinghie . Sotto l’addome della bestia facendo attenzione di lasciare l’arnese libero. Fece segno alla sua compagna di tenere in quella posizione le due fasce. Poi chiese il mio aiuto per tirare. Indietreggiammo visto che dopo qualche strattone la bestia si alzò di poco. Lei a quel punto fissò il capo e la corda rimase tesa. Di corsa completò la tensione delle corde che bloccavano le zampe posteriori . L’animale era a pochi centimetri da terra. Prese un asse per far toccare le zampe anteriori e poi ripete la stessa operazione di blocco. L’animale era bloccato. Dopo di che si rimisero a giocare con il bastone che ancora sgorgava un po’, spenzolando verso il basso.

Pensai che era un operazione ben studiata non era di certo la prima volta che si provava a fare questo. Mi domandava dove sarebbero arrivate.

Nella stalla faceva freschino , la mia maialona venne da me. Si tirò su il poncio per farmi vedere che era nuda io mi feci ricoprire dalla verde coperta mentre le succhiavo una tetta e con l’altra mano constatavo il quantitativo di bagnato che vi era nel triangolo peloso.
Nel frattempo la scrofa di campagna si era data da fare, quando uscii dal mantello di lana vidi che si era posta sotto la bestia sulla panca con le gambe ben divaricate si strofinava l’arnese che non era più duro come prima. La sua passera era bella rasata facendo così vedere bene le labbrone. Comunque qualche rivolo usciva e faceva apparire lucida Ormai non mi accorgevo più dei forti odori ero veramente impressionato da quella visione. La mia maiala accorse in aiuto della sua compagna che si strofinava l’arnese e di tanto in tanto inarcando le gambe tentava di farsi penetrare. Non faceva entrare molto l’arnese visto che era almeno un dieci centimetri di diametro. Io avevo gli occhi sgranati nel vedere quell’orgia . In certi momenti l’assistente staccava il pezzo lo succhiava e si vedeva uscire un po’ di liquido lo prendeva con il palmo della mano e se lo passava sulla pelosa fregna.
L’animale era veramente lungo a venire erano già dieci minuti che andava avanti quel gioco e la scrofa continuava a mugugnare a grande voce per il piacere che provava. Mentre era in figa l’arnese esplose nuovamente un getto mentre l’animale nitriva. Il getto stappo la feritoia e inzaccherò di brutto la donna. Sentivo un rumore particolare uscire da quel cazzone come un fiottare da un rubinetto. Quando il grosso getto terminò l’arnese divenne mollissimo puntare verso il basso. La maiala si tirò via il poncio e si mise sopra con tutto il suo corpo su quel pastone e baciò la scrofa. Poi gli lecco la fregna e la ri baciò. Poi riprese a leccarla e la troia godette per quei colpi di lingua. Con tutta la bava in bocca la maiala corse da me per farsi baciare. Io avvertii quel forte sapore acido in bocca. Si stacco da me si mise il poncio e prese il secchio che mi diede. Poi mi disse : ‘ Andiamo a casa ora!’
Io non feci obiezioni, uscendo lei chiuse con cura la porta e corse verso casa. Io con il secchio in mano mi dirigevo nel buoi della notte verso quell’uscio.
Mi chiese di mettere il secchio in cima alla stufa e di mettere qualche altro ciocco.
Quella parte della casa era veramente calda. Eseguii senza dir nulla.
Appena mi voltai lei mi levò i pantaloni. Sulle mutande blu c’era un evidente chiazza di liquido che mi era uscito. Non ero imbarazzato lei lo strofinò e poi mi tirò giù il tutto.
Guardandomi nella penombra della stanza illuminata dalla fiamme che si intravedono dalla finestrella della stufa mi dice:
‘ Vedo che la cosa ti &egrave piaciuta , ora per premio mi devi scopare a modo mio ho bisogno di sentirmi scopata. Questo genere di cose mi arrapano troppo.’
Si strofinava con il viso al mio bastone. Poi si mise giù con la schiena sul pavimento aprendo le gambe per essere a mia disposizione. Io inizia a leccarla sentivo un sapore diverso dato anche dagli umori del quadrupede.
Poi lei mi tiro per i capelli con forza. Mi disse: ‘ Prendi il secchio e riempimi di quel seme’
Io presi il secchio e con cura versai dall’alto verso la peluria e il suo addome. Il secchio era caldo e il liquido puzzava . Un odore acre sentivo mentre muovevo l’elemento d’acciaio . Lei era estasiata dal liquido , con le mani si spargeva bene il tutto fino al culo. A quel punto iniziai a metterle il mio arnese. Non ci volle molto e le venni dentro. Era troppa l’eccitazione provata. Ora avevo svuotato i coglioni ma ne volevo ancora. La feci girare e la leccai spargendo sempre con le mani lo sperma acidoso che colava sul pavimento in legno. Quando constatai che il mio pene era duro ripresi a stantuffarla . Le muovevo le chiappe cicciottelle e dopo un po’ le venni nuovamente nella calda figa piena di seme di animale . In quella fase lei era venuta due volte il suo irrigidirsi era per me un chiaro segnale.
Tutto sudato misi due ciocchi nella stufa e recuperando una grossa coperta puzzolente rimanemmo sul pavimento a dormire.
Non ci volle molto perché entrambi ci addormentassimo in quel paciugo.
Nella notte mi sveglia perché i miei reni erano carichi di piscia.
Discostai la donna mettendole la testa su un cuscino. Attizzai la stufa anche se forse non vi era bisogno. Andai su. Prima di salire mi misi il giaccone . Sotto ero nudo . Arrivato su mi scaricai. La pisciata non era normale era quella tipica dopo aver scopato quando non riesci a mirare bene il getto e ti vengono fuori come mille gocce. Quando scesi trovai sul tavolo la bottiglia d’acqua . Ne feci un bel sorso. Poi più in là vidi una bottiglia di grappa.
Ne feci un sorso e sentii il forte sapore dell’alcol colpirmi in gola. Guardai fuori e intravidi le luci della stalla. Pensavo alla scrofa: che fine aveva fatto?
Mi misi le calze e le scarpe, per il resto rimasi nudo. Presi la bottiglia in mano e uscii all’esterno. La maiala stava russando quindi non vi era alcun problema.
Mi feci un nuovo sorso e tappai la bottiglia, presi una sigaretta e al freddo gelido della notte mi avventurai verso quelle luci. Nonostante sentissi freddo alle nude gambe mi avvicinavo come se nulla fosse al nostro nuovo tempio del piacere. Apri la porta ed entrai. Gli animali erano tutti li . La corda era ancora ben legata e l’animale era sospeso. Sotto vi era ancora la donna che si era presa una coperta e dormiva lì.
L’animale le aveva lasciato una cagata giusto sul fondo della coperta e poi aveva urinato su di lei. La campagnola non doveva essersene accorta.
Con la bottiglia in mano, dopo aver spento per bene la sigaretta e tirato un nuovo sorso mi avvicinai a lei . L’accarezzai delicatamente la chiamai per nome e lei aprì gli occhi. Mi guardò e si guardò poi dalla coperta usci la sua mano e dopo aver tastato l’umido la diresse verso le mie parti intime. Si era accorta che ero nudo. Io sobbalzai nel sentire le sue ruvide mani calde e umide. Stappai la bottiglia e ne diedi una nuova sorsata la porsi poi a lei. Più tardi la bestia come per disprezzo fece una nuova pisciata. Un potente getto usci dal coso che ormai non era più così lungo. Io mi ero scostato ed ero riuscito ad evitare il getto anche se con il sedere caddi a terra. Ora lei era nuda le sue tette erano piccole con i capezzoli a punta ben in fuori. Il massaggio aveva iniziato a far indurire il mio membro. Slacciai la cerniera del giubbotto. Lei si avventò con la bocca sul mio cazzo. Sentivo un forte odore d’urina animale. Dopo un po’ la baciai ormai ero in uno stato ove la mente conta poca e ragioni solo con le palle.
Lei mi chiese di essere scopata. Io bevvi nuovamente e le chiesi prima di assistere ad un nuovo spettacolo. Lei sbuffò . Si alzò e slegò la corda facendo così scendere la bestia. Mi chiese di slegargli le zampe. Rimossi i nodi, dagli angoli del recinto lasciandoli comunque legate le zampe, mentre lei entrò in un altro recinto. Mi guardò e mi disse che gli avrebbe fatto solo un pompino. Notavo la sua pelle lucida ed il suo odore. Lei si inginocchio nella paglia e iniziò ad animare l’altro membro.
A questo punto io iniziai a giocare con la sua passera. Bevemmo entrambi dalla bottiglia che ormai era quasi agli sgoccioli.
Mentre lei intelligentemente muoveva il fallo io gli ficcai il collo della bottiglia in figa. Lo muovevo con astuzia e lei si faceva prendere dal piacere. Gridava ogni qual volta levavo il collo e lo riinfilavo tutto dentro. Poi levai la bottiglia e dopo averle stuzzicato l’ano gli infilai il mio arnese. Lei si lamentò ed io sfruttai un po’ del bianco sperma , che ancora aveva indosso, come lubrificante. E rimisi il pene. Quasi all’unisono io e la bestia venimmo. Questa volta dal collo la trattenni incollata alla bestia mentre io mi godevo quell’istante. Poi mi staccai da lei la guardai e le posi la mano per farla alzare. Le dissi:
‘ Io ora sono soddisfatto, perdonami ma torno in casa tu che fai?’
Lei mi guardò e mi disse:
‘ Va bene , speravo altro ‘. Però vado anche io tra qualche ora devo lavorare”
Sinceramente non me ne fregava niente. Nel frattempo lei recuperò gli abiti ed in fretta si era rivestita. Mise la bottiglia sul tavolone e uscimmo. Gli offri una sigaretta che accese come un cannone ambito, ci dirigemmo verso le rispettive porte. Tornato in casa mi adagiai sul divano e non ci volle molto perché mi assopissi .
La mattina la mia maialona verso le sei e mezza si svegliò . Sentii i suoi rumori quando saliva per le scale. Io tenni gli occhi chiusi lei pompò di nuovo la caldaia. Poi venne verso di me. Iniziò a leccarmi le parti basse. Io aprii gli occhi lei mi imbecco subito con la sua vocina alterata. ‘ Puzzi in maniera animale , anche il tuo cazzo ha un brutto sapore quasi di merda! ‘ Io non feci commenti mi stirai e poi con le forze spinsi lei a terra. Mi misi seduto e poi mi sdraiai al suo fianco e le dissi :
‘ Vieni sopra dai ..??!! ‘
Lei si posizionò ed iniziò la magia. Notavo che il pastone si era appiccicato alla sua foresta irrigidendole la zona che sfregava sulla mia pancia. Era magnifico ad un certo punto lei si abbasso. Sentivo le sue tette sul mio petto. Con le mani con forza le allargavo l’ano e così giocammo per un po’ fino a che non venimmo. Poi andammo entrambi a farci una doccia veloce; ci vestimmo con i nostri ricambi e poi lei andò a casa di sua cognata per fare un caff&egrave. Tornò da me con un discreto caff&egrave. Si mise poi a pulire casa. Io mi allontanai e andai a fare un giro. Mi diressi in stalla. La contadina stava lavorando con i suoi attrezzi per convertire il latte munto in formaggio. Mi avvicinai a lei e sentivo ancora quegli odori della sera prima sul suo corpo. Indossava persino gli stessi abiti. Tornai alla porta la chiusi per bene con il gancio, poi mi tolsi i vestiti. Li appoggiai sul un mucchio di paglia che mi sembrava non sporco. Lei sgranò lo sguardo e interruppe la sua mescolatura del latte. Io le dissi di continuare. Le staccai la cintura aprii i pantaloni e poi tentai di penetrarla, ma ero scomodo allora le feci mollare il mestolo e la feci stendere sul pavimento. Il suo culo tondo mi appariva un po’ rialzato. I pantaloni arrivavano sopra le ginocchia, con la mano recuperai la cintura e la strinsi, facendogli unire le gambe. La penetrai da dietro in figa non curante delle possibili implicazioni. Mi trattenevo parecchio per paura di venirle dentro. Lei intanto urlava e anche gli animali rispondevano ai suoi versi, o almeno così sembrava. Poi mi scostai dalla sua figa e le penetrai nuovamente l’ano, feci fatica ad entrare per via del poco spazio creatosi, presi il mestolo con un po’ di poltiglia cremosa e le cosparsi la feritoia .
A questo punto mi impegnai nel far entrare il fallo. Lei si irrigidì come per respingerlo io colpi con più forza. E quando il formaggio entrò sempre più mi aiutò lubrificando lo stretto buco. Dopo pochi colpi venni. Quando lo tolsi notai il rossore e la mia sborra e il formaggio uscire mentre lei si inginocchiava per rialzarsi.
Lei stacco la cintura e si eresse per la stalla.
Mi guardai in giro presi uno straccio e mi ripulii alla meglio. Mentre mi rivestivo facevo qualche complimento al suo bel culo che lei sembro apprezzare.
Mi sentivo un grande, ero riuscito ad avere l’amante dell’amante.
Non sapevo se ci saremmo rivisti speravo di si, visto il piacere provato.
Tornai a casa fumandomi una sigaretta. Mi spruzzai un po’ di deodorante addosso e rimisi assieme le mie cose.
Lei aveva messo vicino alla porta un sacchetto con oggetti vari. Mi presi un panino perché avevo una grande fame.
Lei intanto si muoveva con lo straccio per la casetta.
Si mise a raccontarmi appunto la sua prima esperienza andando nei dettagli. Io l’ascoltavo con attenzione ma al momento ero soddisfatto quindi certi particolari non mi intrigavano la scopata appena fatta aveva svuotato i miei istinti. La cosa che mi inquietò e che mi mostro il suo tesoro una cassetta della sua impresa. Io non avevo la camera in grado di leggere quella cassetta però mi sarebbe piaciuto saperne di più. Lei infilò nel sacchetto il tesoro da riportare in città.
Un oretta dopo ripartimmo. Salutammo la campagnola e fra la nebbiosa valle riprendemmo con calma il viaggio di rientro.
Verso le diciotto arrivammo a casa. Nel tragitto avevo parlato con mia moglie che ci voleva entrambi a cena. Mia cognata disertò adducendo ad una forte stanchezza.
Io mi misi a mangiare e dopo cena molto presto mi feci una lunga doccia poi mi misi a letto. Mi sentivo stanco e in parte ero disgustato da me stesso, mi ero comportato da animale in mezzo agli animali, la mia coscienza di uomo tornava a galla.
Dopo un po’ arrivo mia moglie la vidi entrare a letto nuda. Sapevo che dovevo adempiere ai miei doveri coniugali. In realtà non ne avevo molta voglia, mi ero scaricato per bene. Il buio della stanza favorì i miei pensieri con la mente volai al week-end . Rivedevo lo stupendo culo della contadina, cosa che mia moglie non aveva e così bene presto l’arnese si indurì. Decisi di usare la posizione preferita di lei. Nella mia mente quelle immagini scorrevano e dopo un po’ mi accorsi dal sospiro tipico che lei era venuta. Io se bene avevo l’uccello duro non ero giunto all’orgasmo, lei si fermò io stetti con lei un po’ , adducendo il bisogno di far pipi mi alzai andai in bagno. Anche se non ero stato esaudito non ero disperato per cui quando tornai mi misi al suo fianco facemmo qualche chiacchiera e poi via per il mondo dei sogni . Dormii come un sasso fino all’indomani dove la radio sveglia interruppe il mio riposo.
Trascorse diverso tempo da quei magnifici momenti in montagna, quando un fine settimana mia cognata mi telefonò. Chiese se ero disponibile a darle una mano per un problema idraulico in casa c’era un buco da sturare. Quel pomeriggio mia moglie era al lavoro e mia figlia era via con i miei genitori per un week-end fuori città. Presi la mia cassetta degli attrezzi e mi diressi da lei. Non ero un idraulico però qualche lavoretto lo potevo fare, speravo che quello fosse uno di quelli.
Suonai alla porta , lei mi aprii in abiti molto succinti.
Portava una gonna corta che non nasconde le calze autoreggenti e una maglietta con collo a ‘vu’ che non nasconde il prosperoso seno, anzi esaltava la figura essendo stretto, si notava anche la ciccia in eccesso sui fianchi e sulla pancia.
Chiusa la porta si avvicina a me e inizia a raccontarmi una storia stramba. Il tutto a voce bassa. Io metto la valigetta a terra e lei mi invita a sedermi sul divano. Il cane si trovava all’esterno sul balcone. In pratica c’era un problema con mia cognata, sua sorella più piccola che aveva tre anni in meno di mia moglie.
A quanto pare si trovava in un momento particolare della sua vita ed era venuta da lei per chiederle aiuto.
In pratica tutte loro sapevano che la mia maialona aveva un amante. La cosa mi colpì, visto che mia moglie non aveva minimente accennato della cosa, e che proprio per questo lei doveva aiutare sua sorella.
In poche parole lei arrivata ad un periodo particolare della sua vita in cui non riusciva più a soddisfare i suoi istinti sessuali con il marito.
Conoscevo bene la mia cognatina e sapevo che era una donna dominante e che il marito era una persona con poca spina dorsale. Praticamente si faceva comandare ‘in toto’ da lei.
Per attizzare la sua relazione lei aveva deciso di dare il culo al suo compagno, ma, questa cosa la terrorizzava per cui io avrei dovuto aiutarla a superare tale paura. Arrivata a quel punto della storia il mio cuore iniziò a palpitare come se ormai giocassi allo scoperto. La mia intrattenitrice mi mise la mano sul cuore e poi continuò a raccontarmi la storia. In pratica non le aveva detto di noi solo del fatto che lei avrebbe chiamato il suo amante, che per altro era un uomo sposato e non avrebbe lasciato tracce per un continuo di relazione. La cosa mi tranquillizzò. Mi disse che lei sarebbe giunta tra poco e che se ero disponibile avrei dovuto attendere in bagno, al momento opportuno lei mi avrebbe chiamato dopo aver bendato la prescelta, sempre che lei avesse veramente deciso di andare fino in fondo. Io ci pensai un po’ ma il tempo non fu sufficiente il citofono suonò. Mi nascosi in bagno esprimendo qualche riserva. Mi sedetti sull’asse del bagno con le orecchie tese per ascoltare ogni rumore.
Onde evitare problemi mi ero chiuso in bagno con la chiave ed il nervosismo mi stava prendendo parecchio. Non mi fidavo al cento per cento di quella maialona era troppo imprevedibile e se aveva mirato a distruggere alcune mie certezze. Certo non negavo che io c’entravo e che da solo mi sono impicciato in questi guai però in quel momento non ero tranquillo. Dopo un quarto d’ora le voci cessarono e senti rumori differenti dallo standard. Tra questi rumori percepii chiaramente il vibratore in azione. Dopo circa dieci minuti sentii bussare. Ormai ero in ballo e avevo poco da scegliere. Aprii la porta e la porcellona e mi apparve nuda, poi in un orecchio mi disse:
‘L’ho bendata e legata, non parlare o sarai nei guai’ Facendo così mi strofinava la mano sui Jeans e poi dopo poco aprii la cerniera e mi fece scendere a terra pantaloni e mutande.
Io terminai l’opera e mi levai il maglione e la maglietta a maniche lunghe mentre lei con la bocca stava appizando il piacere nel mio fallo. La sua destrezza mi fece ‘ingrifare’ così ci dirigemmo verso la camera da letto. La vestale era alla pecorina mostrandomi il culo stupendo. E’ un sedere che avevo ammirato tanto, sempre coperto da abiti. In quella posizione vedevo il vibratore acceso che era praticamente quasi tutto dentro in azione. Le sue mani erano legate dietro vicino all’arnese di plastica con due manette finte . Lei portava il collare del cane al collo e il guinzaglio la legava alla spaliera. Le ginocchia erano sul tappeto e di tanto in tanto si muoveva in avanti presa dal piacere. Da dietro vedevo un filo nero che andava a chiudersi dietro la coda di cavallo con un fiocco. Si trattava della mascherina da notte che le impediva la vista. Mentre io mi godevo il brillante spettacolo la maialona giocava con il mio bastone per renderlo sempre più reattivo. Prese dal comodino un preservativo che mi diede.
Scartai e infilai poi mi avvicinai alla nuda schiena della vergine data a me. Iniziai a baciarle dolcemente le spalle per scendere lentamente verso la schiena. Il suo profumo che aveva sulla pelle era magnifico . Con la mano intanto estrassi l’arnese che aveva in quella bella fregna. Tastai dolcemente la parte lei per istinto si mosse in avanti mentre io con due dita mi muovevo in quella zona bagnata. La sorellona iniziò a leccarle la figa e poi prese un tubetto che aveva sul comodino le mise il gel sull’ano e con le dita dilatava il buco per prepararlo all’azione.
La vestale urlava ogni volta che la sorella premeva un po’ più forte su quel buco. Ad un certo punto mi fece un cenno per iniziare la mia opera.
Mi misi in posizione e la maialona prese il controllo del mio uccello facendo puntare direttamente nell’ano.
Quando entrai sentii un forte calore e quanto fosse stretto il buco e la zona. Non potevo pompare forte perché ancora non era entrato il mio scettro. Lei era immobile e chiedeva di smettere . Sua sorella si spostò verso il suo fianco sopra il letto e le disse: ‘ E’ tardi per recriminare dobbiamo andare avanti’ a quel punto diede un pacca forte al mio sedere ed io per istinto andai in avanti più bruscamente . La conseguenza fù un nuovo urlo di dolore dato dalla più profonda penetrazione. Dopo un po’ il gel e l’apertura agevolarono i miei movimenti di conseguenza mi muovevo più comodo. Lei con le mani legate all’inizio tenta di allontanarmi, quindi con forza ri spingo in avanti il mio corpo. Ad un certo punto mi appoggio completamente con la mia pancia sulla sua schiena. I miei addominali sono a suo stretto contatto. Sento il suo sudore che si mescola al mio e continuo a muovermi in sinuosamente .
Lei con voce suadente dice:
‘Mi piace’ sono trooopppoo troiaaa ‘ ancora ‘
Ad un certo punto passo la mia mano destra sotto la sua ‘pancettina’ e vago accarezzandole le sue parti intime. Inizio cosi a giocare anche con la sua farfalla. Quella posizione doveva piacerle tanto che le sue grida cambiano. Nel frattempo la sorella ci guarda . Ad un certo punto avverto una forte presa delle mie cosce da parte della zoccolina che mi stringe facendomi sentire un lieve dolore derivante dalle sue unghie.
La sua voce &egrave tirata, stava avendo un orgasmo. Sento la figa bagnatissima tant&egrave che per la prima volta sento il suo liquido uscire come un rivolo di pipi. La quantità era poca eppure era una sensazione bestiale. Io però non ero ancora soddisfatto e quindi continuai la mia opera fino ad arrivare all’orgasmo. Mentre la mia lava riempiva il goldone tirai qualche colpo di reni per farle sentire ancora più in fondo il mio cazzo.
Poi uscii da lei . Il sacchetto era marroncino probabilmente ero entrato bene nel canale e un alezzo di merda serpeggiava per la stanza. L’assistente estrae la gommosa calza e con cura evita di far uscire il liquido che versa, poi, in una tazza da caffelatte. Quando &egrave vuoto mette sotto il naso della vestale la bandierina di palstica. Lei per istinto si allontana, ma, essendo legata a poca via di fuga. Poi la cognatona lancia a terra l’oggetto prende la tazza e con l’atra mano prende per la coda la donna e la tira verso la tazza. Le ordina di succhiare tutto continuando a dire ‘ Puttana devi ripulire il tuo frutto della goduria’ .
Io mi ero spostato di fronte per vedere meglio lo spettacolo.
Lei come un gatto leccava il poco succo bianco che era raccolto e lasciava il volto chiazzato dal mio latte.
Quando mia cognata fù soddisfatta prese la tazza poi prese un asciugamano ripulì la bava della donna e gli legò la bocca con lo stesso. Poi prese il vibratore e gli rimise l’oggetto in figa. Poi mi prese per mano e uscimmo dalla stanza lei chiuse la porta. Ci dirigemmo quindi verso il divano . Poi in un orecchio mi disse :’ sei un vero maiale e hai fatto godere la troietta, ora però tocca a me.’
Mentre mi diceva quelle cose mi palpeggiava, poi con la bocca iniziò a prendere l’arnese. Il lavoretto durò poco perché mi disse ‘ Non mi piace il sapore lasciato dal lattice’. Io allora iniziai a leccarle le parte intime. Solo che in quel momento sentivo il bisogno di pisciare. In un orecchio le dissi il mio bisogno. Mi stavo quindi dirigendo in bagno, lei mi segue. Chiude la porta e si mette nella doccia mi dice quindi ‘ Fallo su di me’ . Io senza alcuna remore eseguo. Miro nella sua folta foresta nera e lascio andare il getto. Il liquido la colpisce poi entro nella doccia e iniziamo a baciarci. Le nostre lingue si toccano e nel frattempo mi sfrego su di lei. Ecco che il mio arnese torna pronto all’opera. Lei quindi esce dal piatto doccia e si sdraia sui tappetini pronta a ricevermi.
Mi sdraio su di lei e allargandole le gambe inizio la mia opera che ci porta entrambi al piacere. Lei nel frattempo urlava come mai prima forse per farsi sentire dalla troietta reclusa in stanza.
Al termine della sensazionale azione non perdo tempo . Uso l’asciugamano per pulirmi mi vesto ed esco prendendo la mia borsa degli attrezzi. Lei rimane lì mentre io esco dalla casa.
Arrivato a casa mi faccio una doccia ed inizio a cucinare perché la sera sarebbe venuta a casa nostra la mia cognatina, invitata da mia moglie. Il marito della donna era al lavoro. Io avevo avuto un piacevole incontro che era un altro segreto da annoverare nella mia vita.
Mia moglie tornò a casa ed insieme apparecchiammo la tavola, mi avvisò che gli ospiti erano diventati due. Per me non c’era problema.
Rividi mia cognata e anche la ‘piccola’ come al solito fù una bella serata, tra scherzi e discorsi vari. Si tirò fino alle ventitre circa, mia cognata mi chiese se potevo accompagnarla a casa, visto che era venuta senza macchina. Io non mi opposi, mia moglie decise di rimanere a casa per riassettare quel poco che era rimasto e per cazzeggiare un po’ .
Scendemmo in garage e ci avventurammo verso casa. Ad un certo punto la troietta iniziò a farmi dei discorsi particolari. Con calma arrivò a chiedermi se per caso io avevo mai tradito sua sorella. Sapendo la loro estrema confidenza prontamente e con molta calma risposi : ‘ No, il segreto di un bel matrimonio &egrave tenere sempre la patta ben chiusa, E se proprio dovesse capitare sicuramente non lo direi ad anima viva, sarebbe uno di quei segreti che porterei nella tomba.’
Questa mia frase sembro piacerle , poi continuò a descrivermi il suo rapporto con il marito. E che sessualmente per lei era un periodo nero lui non la stimolava più. Secondo lei il loro rapporto era diventato troppo scontato. Io l’ascoltavo e cercavo di giustificare la situazione senza troppa convinzione. Giungemmo al suo portone di casa. Lei nel buio mi salutò e poi si avvicinò per darmi i classici baci , ma, ad un certo punto la sua bocca si spostò sulla mia e iniziammo a limonare.
Quei baci divennero molto intensi le lingue si toccavano avidamente le nostre mani come per magia andarono l’una sulle parti intime dell’altro.
Fu un quarto d’ora molto intenso e non nascondo che quando mi staccai da lei sentivo la testa girarmi come per un calo di pressione. Lei mi guardò e mi disse: ‘ OK!!! Non &egrave successo nulla, scusami .’ Rapidamente aprì la porta e scese . Io nel frattempo la guardavo e stavo dicendo :
‘No non ti preoccupare &egrave ” in quel mentre la portiera si era già chiusa e lei correva verso la sua porta d’ingresso. La vidi scomparire e quindi riaccesi la macchina e presi la direzione di casa. Nel tragitto mi arriva un sms. Arrivo a casa metto la macchina in garage e leggo il mio messaggio : ‘ E stato magnifico sono tornata ragazzina. Ora hai un segreto da portare nella tomba. Sentiamoci presto’ . Quindi guardai il cruscotto della macchina e risposi: ‘ Più che sentirci potremmo vederci ne riparliamo, notte.’ Quindi una volta appurato il corretto invio , cancellai entrambi i messaggi e mi diressi a casa da mia moglie.
Salito su andai in bagno, avevo le mutande macchiate e i coglioni pieni da dover svuotare. Pisciai poi iniziai i preparativi per andare a letto. Lei poco dopo mi raggiunse e dal letto iniziammo a guardare la tv. Nel frattempo la disturbavo per portarla ad avere un rapporto con me. Non ci volle molto. Spegnemmo la luce e con il televisore acceso iniziarono le danze. Lei dopo un po’ venne. Io allora la girai nella mia posizione preferita. Le feci mettere la sua pancia rivolta al materasso e da dietro la penetrai in figa. Dopo pochi colpi in quella posizione ebbi la giusta soddisfazione riempiendola con il mio seme. Anche oggi avevo avuto una buona giornata. Mi scostai e dopo essere andato in bagno mi addormentai con lei che mia avvolgeva, entrambi nudi sotto le coperte.
Quel pomeriggio mia moglie era uscita presto per far compere in giro con la mia figlia prediletta, anche perché unica, e la sua sorella minore. Avrebbero passato parecchio tempo in giro. In quegli ultimi due mesi non avevo avuto rapporti particolari. Per smaltire le mie voglie mi ero fatto qualche sega, magari anche grazie al supporto di Internet ma oggi avevo bisogno di altro. Pensai subito alla mia vicina: alla Cognatona con le sue misure fuori standard . Presi il telefono e la chiamai. Pur troppo il telefono non ebbe un grosso successo lei non rispose. Quindi feci il numero del suo cellulare. Dopo qualche squillo mi rispose era fuori con il cane. Nella telefonata non le nascosi il chiaro motivo della mia chiamata.
Lei mi diede appuntamento a casa sua tra una mezz’ora.
Dopo la chiamata avevo già il mio arnese in tiro pensando a lei. Ero indeciso se farmi una sega per allungare i tempi o lasciare a lei; pensai che era inutile anzi mi sarei solo divertito di più con lei.
Mi feci un caff&egrave e andai in balcone al freddo a fumarmi una sigaretta. In casa era ‘off-limit’ il fumo.
Finalmente era passata mezz’ora mi diressi dall’amante.
Suono il campanello, come al solito il cane abbaia per salutare gli intrusi. La porta si apre il cane mi viene incontro e mi fa le feste. Non vedo nessuno, varco la porta spingendo avanti il cane, quindi la porta si chiude dietro di me. Lei si era nascosta dietro. Mi stupii per l’abito indossato.
Si era vestita da Suora, abito marrone con il capo coperto dal classico simbolo delle suore. Io subito sorridendo le dissi:
‘ Sorella!!! Sei diventata una donna di preghiera’
Lei: ‘ Sono suor Porca!!! L’ho trovato negli scatoloni l’avevo indossato un sacco di tempo fa’ mi stà stretto però ‘. Prima di buttarlo ho pensato di utilizzarlo ti piace?’
Io: ‘MMM buona idea e sotto lì cosa hai?’
Lei : ‘ Mi sono messa dei collant bianchi so che ti piacciono.’ E cosi dicendo prese il cane per il collare e gli infilò la museruola di tessuto poi lo legò al calorifero. Mi invitò poi di là in camera da letto.
Il letto era ricoperto da un mega celofan, tipo quelli da imbianchino. Io stupito la guardai e le dissi: ‘ che mi vuoi uccidere? ‘ Lei sorrise e mi disse: ‘ No voglio godere senza ritegno &egrave da un po’ che ti volevo qui, ho preparato con cura questo momento. Spogliati ti voglio nudo .’
Iniziai a levarmi i vestiti. Mentre mi denudavo lei si mise in posizione sul letto a quattro zampe. Mentre si muoveva si sentiva il classico rumore della plastica. Poi si alzò il gonnone mostrandomi i collant e mi disse: ‘Strappameli introno al mio culo. Io con il cazzo barzotto, &egrave una definizione imparata da una mia ex ‘amica’ romana quando si intende il cazzo che non &egrave ne duro come il marmo ne molle ma che ha la forma aggressiva; mi avvicino e con fatica cerco di strappare. Mi viene anche da ridere al che prendo un suo braccialetto per tentare di fare un buco con la punta . Quando ho infranto le calze le allargo aprendo tutto il suo paradiso. Inizia a leccarla ed entrai il profondità con le dita, mentre giocavo con la mano e la sua figa già bella piena di umori, l’avvisai che avevo una discreta voglia e chi il primo giro sarebbe stato di sicuro veloce per me. Lei sorrise forte e con la vocina da bimba mi rispose:
‘ povera me, ma ti ha tenuto a stecchetto mia sorella allora?’
Non risposi, lei intanto si girò e con forza cerco di strappare la scollatura del vestito; vista l’intenzione le diedi una mano e tirando si aprii per bene. Mi mostrò quindi le tette che leccai con avidità. Poi salii su di lei per farmi una spagnola. Dopo poco lei si oppose a me mi ordinò di entrarle in figa e che voleva sentire il mio sperma lì. Come da mio annuncio ci volle ben poco perché io mi liberassi. Lei sorrise. Dopo l’atto tentai dei movimenti in lei, ma, la natura ebbe il sopravvento e la mia voglia fisica scemò. A quel punto iniziai ad uscire da lei sentendo la plastica umida riempirsi di umori. Lei a sto punto con un colpo di reni mi fece sobbalzare e mi portò sotto di lei. A quel punto lei si sedette sopra a me si alzò di poco e alzando la parte inferiore della tunica iniziò a pisciarmi addosso. Con la mano sinistra giocava con la passera per spostare il getto caldo. Quando ebbe finito mi passò la mano umida sul viso, sotto al naso per farmi odorare la sua piscia. Già il mio pene si induriva. Lasciandomi sopra al letto bagnato andò di là a recuperare Fulmine. Lo portò legato al guinzaglio. Il cane subito si mise ad annusarmi e la sua bava si unii allo schifo che avevo addosso. Poi lei lo accarezzava e con forza lo costrinse a sedersi. Nel frattempo si mise alla pecorina e chiamava il cane per farsi montare. Mentre alzava la gonna mostrando la sua pelosa passera e giocandoci con la mano destra. Quando il cane si decise iniziò a pompare su di lei.
Io allora gli presi per le palle il cane che si fermo. Poi presi il bastone e lo infilai meglio dentro. Lui ansimava ma non poteva muovere la bocca perché chiusa della museruola anche se la bava continuava a colargli fuori. Poi dopo un po’ di ficcamenti si fermò e sentii come il rumore di una peretta. Il suo cazzo era incastrato nella figa e sgorgava sborra. Dopo poco ne uscii . La sua fregna era piena di sperma animale. Il Cazzo rosso grondava mentre io lo trattenevo sul letto con il guinzaglio. Lei completò l’opera e si mise a ripulire con bocca e lingua il cane. Quando giudicò di non volerne più con il viso palesemente sporco mi disse di legarlo al calorifero in stanza. Il cane rimase in piedi e tentò di tirare per sganciarsi. Noi eravamo sulla plastica in mezzo a quella brodaglia liquida che girava tra le pieghe fattasi. Il mio cazzo era tornato duro. Ma prima di metterglielo volevo vendicarmi. Feci uno sforzo notevole per tentare di pisciare poi finalmente riuscii. Mi misi in piedi a fianco a lei e mirai le tette poi spostai il getto fino alla sua faccia. Lei subito dopo la mia fine del getto mi disse: ‘ Sporco bastardo di Merda!!’
Io allora mi buttai sul letto e gli infilai le dita in figa e poi le lacerai il resto del vestito lei si sfilò le maniche rimanendo solo con la parte superiore del costume che le copriva i capelli e parte del volto. Infilai quindi il mio cazzo in mezzo alla figa le mie palle si strofinavano in mezzo a quella miscela di umori e piscia. Gli tirai su le gambe allargandole le chiappe con le mie mani con forza e velocità la pompavo mentre non riuscivo a trattenere anche la mia voce. Anche lei con a gran voce ansimava. Mentre la fottevo vedevo le sue tette ballare e con la lingua la passavo su di lei, rallentando un istante il ritmo per prolungare ad entrambi il piacere. Dopo un po’ continuai fino a che non venni dentro. Ci fermammo un istante senza sganciarci l’uno dall’altro. Poi dopo qualche bacio preso dagli odori il mio cazzo tornò a prendere vita. Quindi sta volta lentamente ripresi a scoparla. Dopo un po’ lei mi chiese di cambiare posizione. Voleva essere lei a condurre questa parte della partita. Si mise sopra di me e iniziò a muoversi. Ad un certo punto il mio cellulare squillo io quindi chiesi a lei di prendermi il cellulare che era nei pantaloni la suoneria era quella assegnata a mia moglie. Lei mi portò il cellulare e mentre io rispondevo al telefono lei in silenzio si rinfilava il mio cazzo in figa. Si muoveva lenta, ma mi dava comunque piacere. Facevo fatica a seguire le parole di mia moglie. Tant&egrave che, a un certo punto la fermai con forza. Lei allora si mise con le tette sopra il mio petto e ballonzolava su di me. Mia moglie mi avvisò che eravamo a cena dalla mia cognatina. Io accettai e gli dissi che sarei arrivato nella serata inventandomi delle commissioni da terminare la salutai e lascia cadere a terra il cellulare con non curanza. A quel punto con le mani allargai le chiappone infilai un dito nell’ano sfregandolo vicino al mio uccello e lei iniziò a muoversi urlando per il piacere provato. I movimenti continuarono fino a che non avemmo un orgasmo quasi contemporaneo. Sta volta venne prima lei ed io la segguii poco dopo avvertendo l’indurimento del suo sedere che stringeva anche le mie palle. Anche quella fu una grossa sborrata. Ero veramente soddisfatto. Rimanemmo a letto in quella posizione per dieci minuti circa. Poi le chiesi di farmi alzare. Lei si alzò rimanendo sopra di me, tirò su il culo scolò dalla figa un po’ di umore che ricadde sul letto. Poi mi disse:
‘ Io ho ancora voglia. Il cane ‘ liberalo. ‘
Io eseguii presi una sedia e mi godetti lo spettacolo. Mi ero portato la mia camera digitale e le feci delle foto. Feci molta attenzione di non prenderle il viso. Il cane era agitato stantuffava un po’ e poi usciva alla fine venne fuori da lei schizzandole dritto in figa. A quel punto andammo insieme sotto la doccia. Mi rivestii e andai di là a casa. Riposi via in luogo sicuro la cart sd della camera presi la macchina e dopo essere passato ad acquistare una card nuova andai da mia moglie a passare una piacevole serata in famiglia.

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