Skip to main content

La confessione di Stefania

By 28 Giugno 2011Febbraio 25th, 2021No Comments

Avrei fatto di tutto per lui, lo amavo e avevamo un intesa sessuale perfetta. Per questo quella sera feci quel gesto.
Per caso ci eravamo conosciuti nella stessa palestra, allo stesso corso serale.
Per due anni avevamo seguito due corsi separati, poi quello da lui frequentato era stato soppresso e gli eventi lo avevano costretto a passare nello stesso che frequentavo io. Per un anno e mezzo ci parlammo appena per salutarci o per scambiare qualche opinione, ma i nostri dialoghi erano stati sempre molto laconici, poi… scoppiò d’improvviso la scintilla.
Una sera verso la fine di febbraio, mi accorsi parlando con lui che c’era qualcosa di particolare nel suo sguardo e nel suo modo di intendere la vita… sentii d’improvviso come una forte attrazione, qualcosa che mi stava facendo capire che con lui sarei stata felice, soddisfatta, che avrei potuto passare la mia intera vita di donna senza rimpiangere alcunché.

Abitavo vicino alla palestra e andavo in bicicletta, lui invece, non aveva la patente e come me usava la bicicletta. Facemmo la strada fianco a fianco al ritorno, parlando del più e del meno, e mi venne spontaneo, se non invitarlo esplicitamente o chiedergli che faceva in serata, almeno dirgli cosa avrei fatto io:
-C’è uno spettacolo di cabaret allo Zeder… sono molto curiosa e vorrei vederlo!
-Ah! Cabaret,,, abito vicino allo Zeder… è facile che ci si veda da quelle parti…

Sperai in cuor mio che venisse per davvero… confusa com’ero, non potevo immaginare che la scintilla stava scoccando anche per lui.

Quando un paio d’ore più tardi mi sentii toccare una spalla mi voltai e vidi lui… non m sembrò vero.
-Giorgio! Ce l’hai fatta!- gridai attirando l’attenzione del cabarettista che si voltò verso di noi.
-Grazie, ma non mi chiamo Giorgio! Mi chiamo Franco… Comunque sì, ce l’ho fatta!
Risi coprendomi il viso, Franco mi tirò verso di lui e mi abbracciò affettuosamente, come mai aveva fatto prima.
-Se urli così, Stefy, ti mandano sul palco a fare lo spettacolo al posto suo- mi disse indicando con un gesto del capo il cabarettista di fronte a noi, sorrisi e mi voltai di nuovo verso il palco. Restammo così fino alla fine dello spettacolo, poi ci avvicinammo al banco bar e ordinammo un calice di vino rosso a testa. Parlammo, aiutati dalla confusione e dell’alcool senza troppi freni e quando decidemmo di uscire dal locale, e lo vidi incamminarsi a piedi, lo chiamai e lo invitai a salire con me in auto.
-Abito vicino, posso andare a piedi…
-Lo faccio con piacere, figurati…
Arrivammo in meno di cinque minuti, e per ricambiare la cortesia di averlo accompagnato, mi invitò a salire. All’epoca, Franco viveva con i suoi, e pure io che ero fresca di laurea, quindi non biasimai quel suo domicilio, dato che avevo un anno in più di lui, ma non ero messa meglio. Entrammo in silenzio, io mi tolsi le scarpe con i tacchi per non fare rumore, e seguii Franco in cucina. Prese due bicchieri e li riempì di un vino rosso dal gusto simile a quello bevuto poche ore prima.
-Andiamo di là- mi disse facendomi segno di seguirlo nella sua stanza-ecco… qui è dove dormo!
-Beh… dormi bene… il letto è a una piazza e mezzo… sarai comodo…
-Mi piace dormire comodo… accomodati!
Mi indicò una poltrona mentre lui si sistemava sulla sedia della sua scrivania.
-Vuoi sentire un po’ di musica? Però a volume basso i miei dormono…
-Ti ringrazio, no… non importa sei già stato anche troppo gentile… – cercai un argomento andando con la mente indietro a quella serata. -Intensa la lezione di stasera in palestra, eh?-
-Già… ma avevo voglia davvero di muovermi molto… di fare esercizio… ci voleva…-
-A dire la verità, io non ne avevo molta voglia, ma poi man mano che l’esercizio andava avanti, l’entusiasmo è arrivato…
-Meglio così- disse alzandosi e andando verso il comodino dove aveva posato il vino per appoggiarvi a lato il bicchiere che aveva vuotato in poco tempo. Mi alzai anch’io e gli andai vicino senza farmi notare, andandogli alle spalle, quando si girò mi trovò attaccata a lui che lo fissavo negli occhi. Mi fissò, non ebbe alcun moto espressivo, ma si chinò verso il mio viso e mi baciò. Chiusi gli occhi e lo sentii spostarsi verso sinistra, riaprii gli occhi e in attimo mi trovai al buio. Sentii le sue mani abbassarsi lungo la mia schiena e abbassarmi la gonna, io cercai i bottoni della sua camicia e poco a poco cominciai a sbottonargliela.
In breve ci trovammo a letto, nudi ed eccitati. Fiera del mio corpo, sapevo che sotto questo aspetto lo avrei soddisfatto, ma i pochi uomini con cui ero stata non mi davano molta esperienza nell’ars amatoria, così mi sentii in dovere di dirglielo:
-Franco, ti chiedo scusa… ma io ho pochissima esperienza… se non sarò soddisfacente, sarai tollerante?
-Nemmeno io ne ho troppa Stefy… facciamo così…- la sua voce nel buio, suonava sommessa e complice ‘ Io ti insegno cosa piace a me… e tu mi insegni cosa piace a te, ok?
-Mmh- annuii anche se nel buio non poteva vedere i movimenti della mia testa e cominciai a guidargli le mani e il viso dove avrei voluto che mi toccasse e che mi baciasse o leccasse… passammo buona parte della notte a illustrarci cosa ci piaceva e a fare sesso, finché esausti non ci addormentammo l’uno nelle braccia dell’altro.
Mi svegliai nuda e abbracciata al corpo di Franco, lui si svegliò un istante dopo e si alzò.
-Vengo subito Stefy…- disse uscendo dalla stanza. Lo sentii entrare in bagno e fare qualche gargarismo, poi rientrò e si gettò su di me con più foga di prima.
-Mi sono rinfrescato un po’ l’alito, non vorrei asfissiarti- mi disse baciandomi, poi scese all’altezza dei miei seni e iniziò a leccarmi i capezzoli.
-Che belle tette! Sono perfette!- mi disse con l’eccitazione nella voce.
Abbassai più che potei le mani a cercargli il suo membro, ma la posizione non mi consentì di arrivarci.
-Fammelo toccare!- dissi volitiva, lui per tutta risposta si alzò e lo infilò in mezzo ai miei seni iniziando una spagnola. Potei però toccarlo, e sentirlo nella sua turgidità, mi provocò eccitazione, tanto che a un certo punto non fui più capace di resistere e lo tolsi dai miei seni per ingoiarlo. Lo leccai sul glande e lo sentii gonfiarsi ulteriormente, così passai la lingua lungo tutto il bastone.
-Ti piace se faccio così?- chiesi un po’ apprensiva
-Sei bravissima Stefy, mi piace da morire!
Continuammo per un po’ del primo mattino, lui di tanto in tanto mi correggeva un dettaglio, nel mio tocco, altrettanto facevo io:
-Così, Stefy, così… guarda…
-Fai questo Franco, fai così e vedrai…

Da quella notte in cui imparammo ad amarci, passarono anni. La nostra intesa a letto era perfetta, tanto che dedicavamo al sesso parecchi momenti della giornata, e pur facendo tante porcate, c’era tra di noi un sentimento alla base, che ci mostrava tutto quanto come un atto d’amore estremo. Facemmo vacanze in luoghi appartati apposta per poter fare l’amore in santa pace, a volte ci capitava di sentire impulsi di libido nei luoghi più assurdi, tipo il cinema o la piscina, e in quei casi dovevamo appartarci nel più impensabile angolo per sfogarci… un paio di volte ci colsero sul fatto, con grosso imbarazzo nostro e di chi ci scoprì… ma anche questa complicità, aggiungeva un po’ di pepe alla nostra storia… e poi ci piaceva stare per ora seduti al parco, nei pomeriggi di mezza stagione e filosofare e bere vino… il mio modo di inclinare la testa nell’allungare il bicchiere vuoto verso la bottiglia che aveva sempre alla sua destra ogni volta che si beveva, diceva che gli faceva tenerezza e al tempo stesso mi faceva apparire sensualissima (diceva),così, sette anni dopo, ormai conviventi da diversi mesi, eravamo all’apice della nostra love-story, non più degli under 30 in cerca di esperienza, ma collaudati ultra trentenni, con esperienza e innamorati come il primo giorno… a raccontarci le nostre fantasie e come realizzarle… ricordo quando alla festa del vicinato, ci appartammo lo facemmo in camera mia con la finestra spalancata che dava sulla camera di Fabiana, una mia vicina grassa come una porcella che faceva gli occhi dolci a Franco e che in quel momento, annoiata dalla festa si era chiusa pure lei nella sua stanza e vide tutto… come amavo quelle sottili perversioni!

…poi arrivò Virna!

La trovai antipatica da subito, e in particolar modo quando notai gli sguardi che faceva a Franco quando eravamo al corso in palestra. Purtroppo aveva occhi più belli dei miei e uno sguardo che colpiva più del mio… una ventenne appariscente e spregiudicata, mi sembrò di non combattere una lotta ad armi pari.
La sera stessa in cui facemmo la sua conoscenza, poche ore più tardi, come di consueto ero a letto con Franco che sembrava particolarmente in vigore quella sera.
-Stai pensando a me o alla nuova arrivata?
Franco non mi badò e continuò a baciarmi sul collo
-Ti piace quella… Virna?
-Ha dei bellissimi occhi azzurri… ma è troppo ragazzina
-Ha anche un bel culetto, non trovi?
-Il tuo è meglio, quante volte te l’ho detto che il tuo culo è l’ottava meraviglia del mondo!
-Però a Virna glielo metteresti in culo?
-Beh… visto che tu non me lo hai mai permesso…
-Mai! Fossi matta! Tutto quello che vuoi, ma lì no! – non ho mai permesso a Franco di incularmi, ma con le mie chiappe gli ho fatto diverse volte dei giochetti che lo fanno impazzire. Ho un culo piuttosto formoso e spesso Franco, per gioco, mi infilava il suo uccello tra la fessura della chiappe e io muovendole glielo masturbavo… l’ho fatto venire un sacco di volte! E poi c’è un altro giochetto che ci piace fare: lui si mette a carponi sul materasso, i gli salgo sulla schiena e inizia a strusciare la mia signorina sulla sua zona lombare, morale … io mi lubrifico la passera e lui si becca un bel massaggio vaginale in una zona delicata.

-E io ti amo lo stesso!
Franco sviò abilmente l’argomento ‘Virna‘ e continuammo a fare l’amore… ma qualcosa ancora non mi tornava… temevo quella ragazza o meglio temevo che mi portasse via lo stesso uomo con cui stavo da 7 anni e per il quale provavo gli stessi sentimenti di quando eravamo una coppietta alle prime armi.

Passarono un paio di settimane, poi stanca degli sguardi ammiccanti che Virna faceva al mio uomo, decisi di passare all’azione.
-Perché non vieni a trovarci domani sera?- le dissi dopo la lezione ‘ Così vedi l’appartamento mio e di Franco…
Virna, probabilmente un po’ spiazzata restò perplessa sul momento, ma poi acconsentì.
-Sì, certo… magari… mi farebbe piacere… porto qualcosa…
-Se ti va… ma altrimenti non disturbarti…

Quando ne parlai a Franco, lui restò quasi senza parole.
-Beh… e vuoi invitare a casa nostra Virna? Ti è antipatica… e poi non vedo che ci viene a fare…
-Vedremo che ci viene a fare…
-Stefy… che cosa hai in mente?
Non dissi nulla e sorrisi un po’ maliziosa e un po’ complice, lasciando in attesa Franco.

La sera successiva, Virna arrivò attorno alle otto a casa nostra, vestita con un cortissimo abito blu, che le lasciava scoperte le gambe (devo dire, due bellissime gambe), e il décolleté (un bel busto, ma seno piatto). Franco la guardò di striscio, ma poi tornò su di me, che avevo un abito lungo rosso, e scollato che mostrava la superiorità dei miei seni sui suoi, e metteva in evidenza le mie forme in un gioco di vedo-non vedo… uno a zero per me, e palla al centro!
Ci mettemmo a tavola, avevo preparato piatti afrodisiaci, e per tutto il tempo della cena, seduta al centro del tavolo, cercavo di stuzzicarli entrambi strusciando mani e piedi ora a lui, ora a lei.
Alla fine della cena, mi alzai da tavola, mi posizionai alle spalle di Virna e iniziai a massaggiarle le spalle, poi le sciolsi il nodo del vestito e glielo abbassai… la feci alzare dal tavolo e vidi che sotto il vestito non portava nulla! La maiala! Era venuta a casa nostra con intenti precisi, quella stronzetta! Mi tolsi anche io il vestito, poi mi tolsi il reggipetto e mi passai le mani sul seno cercando di mostrate come fossero più grossi e sodi dei suoi, infine mi sfilai anche le mutandine, poi mi allontanai da lei e guadagnai il bagno. Mi sciacquai la bocca con il collutorio come avevo appreso dal mio Franco anni prima e presi una spugna per il corpo, di quelle delicate con cui si lavano le pelli dei neonati, la immersi nel lavandino pieno in modo che poi grondasse acqua, la strizzai un poco e tornai in sala. Quella troia di Virna inginocchiata ai piedi di una poltrona, lo aveva già preso in bocca a Franco seduto a gambe larghe su detta poltrona. Controllai lo scatto d’ira dovuta a gelosia che avevo in corpo e mi avvicinai ai due. Franco mi fece cenno di avvicinarmi, mi prese per una mano e mi trascinò verso la sua bocca, baciandomi mi sussurrò:
-Sei tu quella che amo, dimmi che cosa ti è venuto in mente… non posso farlo con un altra!
-Stai tranquillo è quasi finita!- gli risposi, poi mi avvicinai alle chiappe di Virna e iniziai a bagnarle con la spugna, poi mi addentrai all’interno della piega e le annaffiai per bene il buchetto, infine le salii sulla schiena a mo’ di cavallerizza, ma al contrario, come se avessi voluto montare a cavallo a rovescio, mi voltai solo con la testa per fare un cenno d’intesa a Franco, che capì al volo e tolse il suo membro dalle labbra di Virna. Si alzò dalla sua posizione, si infilò un preservativo preso dal taschino della giacca che aveva posato due passi alla mia destra e girò intorno alla scultura umana che Virna ed io producevamo, si inchinò verso di me, mi baciò con passione e si inginocchiò per poter sodomizzare Virna, la quale imprigionata sotto di me, non poteva muoversi. Quando la stronzetta sentì il pene di Franco muoversi lungo lo sfintere, capì le nostre intenzioni e cominciò ad agitarsi:
-No, non lo fare! Nooo!
Ma era troppo tardi, Franco lo aveva infilato con prepotenza nell’ano di Virna che gridava disperata il suo dolore:
-Nooo!!! Nooo!!! Ti odio! Sei un bastardo!!!Ti odio! Ti odiooo!!!-
Trionfante , sopra la schiena della stronzetta, ridevo e baciavo la bocca di Franco che stantuffava sul culo di Virna, di fonte a me.
-Basta! Bastaaa!!! Adesso basta!!!- gridò piagnucolante Virna, e impietosito, o forse più eccitato dai miei seni che gli si innalzavano davanti, Franco si spostò dal culo di Virna, si tolse il preservativo e mi prese per una mano facendomi alzare dalla schiena dalla povera Virna, che in fretta si rivestì e guadagnò la porta muovendosi a fatica (come si muove una che lo ha appena preso in quel posto nel vero senso della parola!), gridandoci di rimando tra le lacrime:
-Siete due pervertiti! Lo dirò a tutti!

-Sì, certo… vallo a dire a tutti che ti sei fatta inculare! Vai, vai… corri a piangere da mammina! – le risposi
oi Franco ed io non le badammo più, già ci eravamo sdraiati ai piedi del divano e lo stavamo facendo sul tappeto… fu una magnifica scopata! Come quelle che Franco mi faceva fare quando ero depressa per alzarmi il morale.
Virna non disse mai nulla, ma sparì dalla palestra.
Sono passati 4 anni da quella sera, Franco ed io ci amiamo come allora, e non abbiamo mai raccontato quanto capitò con Virna… solo ora lo confesso, perché a ripensarci, sento di aver agito in maniera davvero stronza, e vorrei rivedere Virna per chiederle perdono, ma il pensiero si scontra con quello di aver fatto il mio dovere per difendere Franco da quell’arpia!

Leave a Reply